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Autore: GReina    29/05/2021    1 recensioni
[Iwaoi | Kuroken | Daisuga | Tsukkiyama | Bokuaka | Sakuatsu + accenni di Kagehina | Tanakiyo].
Haikyuu ad Hogwarts: segue le vicende dei nostri protagonisti per un anno (quinto per Hinata e co; settimo per Daichi e co).
Daichi è il papà di tutti i Grifondoro e Suga la mamma dei Corvonero; Kenma nasconde un segreto; Oikawa è paranoico; Tsukishima è irritato (be', non è una sorpresa!); Sakusa vuole liberarsi di Atsumu; Osamu e il suo amore per il cibo sono l'unica certezza. Venite a scoprire il resto!
Genere: Demenziale, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hogwarts' Series'
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Keiji “cosa-mai-ci-troveremo-nei-Grifondoro” Akaashi
Akaashi guardò l’orologio e decise che per quel giorno sarebbe potuto bastare con lo studio. Chiuse il libro e si rivolse ai propri compagni di dormitorio e studio:
“Io vado al Campo di Quidditch per vedere gli allenamenti di Bokuto. Venite con me?”
“Per vedere Bokuto?” scherzò Ennoshita, poi rise “No, io passo. Sono un po’ indietro con Trasfigurazione.”
“In effetti a Kuroo farebbe piacere se lo andassi a vedere.” fu il turno di Kenma.
“Solo a lui farebbe piacere?” pensò Akaashi, ma si limitò ad annuire, felice di avere compagnia.
“Vengo anche io.” si aggiunse a sorpresa Osamu “Se i Grifondoro giocassero bene potrebbero vincere la Coppa di Quidditch soffiandola ai Serpeverde, e io muoio dalla voglia di vedere Tsumu perdere! Meglio vedere i progressi del cavallo su cui ho puntato.”
“In effetti sarebbe divertente vedere perdere quell’idiota proprio all’ultimo.” rise Sakusa parlando del suo ragazzo.
“E poi non ho ancora finito di vendicarmi per la punizione di Washijo.” aggiunse ancora Osamu. Akaashi non seppe se ridere o rabbrividire per (il povero?) Atsumu. Ad ogni modo prese a dirigersi verso l’uscita del Castello e gli altri lo seguirono.
Sugli spalti del Campo trovarono Shimizu e Suga.
“I Corvonero dovrebbero smetterla di accoppiarsi con i Grifondoro!” commentò quest’ultimo non appena li vide “O rischiamo di ritrovarci con tutta la Casa sugli spalti!”
Assistettero agli allenamenti relativamente in silenzio per un po’ fin quando Osamu non riprese il discorso che ormai da troppi giorni a questa parte non faceva che ripetere a Sakusa:
“Ti ha incantato o stregato?”
“Non ha fatto nulla del genere.” rispose il Capitano senza neanche avere bisogno di chiedere a chi si riferisse.
“Sta tenendo in ostaggio la tua famiglia?” Sakusa gli rispose con uno sguardo truce al quale Osamu rispose trattenendo il fiato:
“È così, non è vero? Se non puoi parlarne basta che tu batta le palpebre due volte e io saprò cosa fare.” Kiyoomi sospirò e così fece il portiere.
“D’accordo, non ha preso in ostaggio nessuno.” concesse “Ma che mi dici dei cupcake? Ne hai mangiato qualcuno sospetto di recente? Gira voce che qualcuno abbia sparso dolcetti ripieni di filtro d’amore per il Castello.” con la coda dell’occhio Akaashi vide Kenma irrigidirsi e purtroppo sapeva esattamente il perché.
“Chi mai può essere tanto stupido da mangiare dei dolci trovati a caso fuori dalla Sala Grande??” chiese esasperato il misofobo e Kenma si strozzò con la bibita che stava sorseggiando. Akaashi soppresse una risata e passò a concentrarsi su Bokuto. Sentì a malapena, quindi, Osamu rispondere:
“Forse tu non saresti il tipo da mangiare cupcake sospetti, ma sicuramente Tsumu è il tipo da spargere filtri d’amore in giro solo per il puro gusto di fare casino.”
Nel frattempo, in campo Bokuto aveva segnato un ennesimo punto per la squadra A e Kuroo – portiere della squadra B – non gli stava risparmiando nessun insulto. A quell’azione, i due erano stati raggiunti dal Capitano e presto anche da tutto il resto della squadra.
“Vi vedo tutti molto carichi, ragazzi! Gli allenamenti programmati per mercoledì e venerdì restano, ma direi che siamo più che pronti per l’ultima partita.”
“Sì!!” si infervorarono subito Noya, Tanaka, Yamamoto, Bokuto e Hinata.
“Vedrete, prenderò subito quel boccino!!” urlò l’ultimo eccitato. Akaashi rise e pensò quello che – con tutta probabilità – stavano pensando anche i suoi compagni di Casa seduti accanto a lui:
“Se lo prendesse subito vincerebbero la partita, ma perderebbero il Campionato. Sicuramente qualcuno glielo farà presente.” ma non successe.
“Sì!” rispose Noya.
“Esatto!” Tanaka.
“Sei il migliore!!” Yamamoto.
“Vai così, Hinata!” si unì anche Bokuto “Sono sicuro che lo afferrerai prima dei cinque minuti!”
“Qui ci vuole un intervento.” arrivarono le parole di Suga. Akaashi si voltò solo per vedere tutti i suoi compagni guardare confusi e forse imbarazzati verso il Campo.
“Decisamente sì.” si aggiunse Osamu.
“Meglio spiegargli bene come battere quella merda del mio ragazzo.” concluse Sakusa. Infine, tutti si alzarono a raggiunsero il Campo.
Una settimana più tardi Grifondoro era pronto a giocare per vincere, e non solo una partita.
 
***
Hinata
E dopo tanti sforzi e allenamenti, finalmente l’ultima partita dell’anno era arrivata.
In sella alla propria scopa, già pronto in aria e in attesa del fischio del professor Ukai, Hinata ripensò alla settimana precedente, quando la maggior parte della squadra di Corvonero aveva raggiunto quella di Grifondoro in campo per aiutarli con gli allenamenti:
“Ricorda,” gli aveva detto Suga almeno tre volte “Serpeverde è primo in classifica con mille punti. A voi ne servono esattamente quattrocento per vincere la Coppa di Quidditch. Il che vuol dire che non devi afferrare il boccino prima dei duecentocinquanta. Intesi?” Hinata se lo ripeté mille e mille volte mentre combatteva contro Yachi per il boccino. Furono entrambi diverse volte vicini ad afferrare la piccola sfera, ma sempre il grifondoro fece in modo che la perdessero di vista.
“Sarà meglio aiutarvi con delle amichevoli, o rischiamo di dare la Coppa ai Serpeverde.” aveva detto la settimana prima anche Sakusa.
“Ma non capisco,” Hinata ricordò la risposta di Daichi “perché tu vuoi aiutarci? Il tuo ragazzo non gioca per i Serpeverde?”
“Proprio per questo dovete distruggerli.” al che Kuroo aveva commentato:
“Cavolo… certo che i Corvonero non hanno sentimenti.” Hinata aveva riso.
“Kuroo-san! Anche il tuo ragazzo è un corvonero!” il cacciatore si era voltato verso Kenma che – serio e annoiato – stava prestando poca attenzione ai presenti; Kuroo lo aveva indicato e aveva detto:
“Sì, appunto. Non si vede?” a quel pensiero Hinata rise. Nonostante le parole del suo ragazzo, tuttavia, Kenma alla fine li aveva aiutati parecchio con le tattiche di gioco, e quando tutti avevano iniziato a guardarlo sconvolto, la sua risposta era stata:
“Purtroppo, riesco a fare due cose contemporaneamente, quindi anche se gioco alla PSP finisco sempre per ascoltare gli sproloqui di Kuroo e qualcosa l'ho imparata.” aveva fatto una pausa e poi aggiunto: “E poi l’ho migliorata.”
Di nuovo, Hinata fece in modo che Yachi perdesse il boccino.
Centoventi a centocinquanta. Non era ancora giunto il momento di porre fine alla partita.
Pensò ad Osamu che si metteva in porta, a Sakusa che provava a segnare contro Daichi, a Suga che disturbava tutti con i suoi bolidi e ad Akaashi che gli insegnava qualche trucco da cercatore.
Duecento a centonovanta.
Duecentoquaranta a duecentottanta.
Duecentocinquanta.
“Finalmente!” pensò il cercatore e partì all’attacco. Adesso che lo voleva, il boccino esitava a mostrarsi. Fu grazie ai movimenti di Yachi che lo trovò. Tassorosso – lo seppe grazie al boato che eruppe dagli spalti prima ancora che dalla voce del commentatore – aveva appena raggiunto i trecento punti. Grifondoro era in svantaggio di cinquanta punti, ma non importava!
Hinata scattò, zigzagò, s’impennò. Allungò la mano ed afferrò la Coppa!
 
***
Atsumu “mi-sento-così-tradito” Miya
Quel giorno Atsumu si era alzato dal letto felice e spensierato. Aveva fatto colazione come sempre seduto di fianco a Suna e Ginjima, trascorso un po’ di tempo con il proprio ragazzo, seguito le prime due ore di lezione della giornata ed infine raggiunto insieme a Sakusa il Campo di Quidditch per l’ultima partita dell’anno.
Sebbene – vista la minaccia dei Grifondoro – avrebbe dovuto esserlo, Atsumu non era minimamente in ansia mentre osservava i giocatori entrare in campo e mettersi in formazione in attesa che il professor Ukai desse il via alla partita. A Grifondoro sarebbero serviti ben quattrocento punti per superare Serpeverde in classifica, ma se le mediocri prestazioni sportive di Yachi erano una condanna per i Tassorosso, si ritrovavano adesso ad essere una benedizione per i Serpeverde: Hinata – pensò Atsumu con rispetto – avrebbe in fretta sconfitto la ragazza portando sì Grifondoro a vincere la battaglia, ma anche Serpeverde a vincere la guerra.
Osservò quindi con serenità la partita godendosi al massimo la vista del gioco che amava. Aone, con le sue micidiali parate, non smetteva mai di stupirlo e Daichi non era da meno. Gli stratagemmi che cacciatori e battitori di entrambe le parti dovettero inventarsi per aggirare l’assurda difesa dei due fece brillare gli occhi e accelerare il cuore di Atsumu. Ammirò le cannonate lanciate da Asahi verso gli anelli e soprattutto quelle di Bokuto; osservò Tanaka e Nishinoya colpire i bolidi con estrema precisione e Futakuchi e Komori fare lo stesso.
“Tuo cugino è in forma!” commentò rivolto a Sakusa quando un bolide spedito dal suddetto tassorosso impedì a Kuroo di segnare.
Le azioni di tutti i giocatori erano talmente belle ed ipnotizzanti che Atsumu quasi si dimenticò di osservare il gioco di Hinata. Sebbene sottovalutato dalla maggior parte della scuola, a Miya era bastata una partita per capire il valore e le potenzialità del cercatore grifondoro. Si stupì, quindi, quando si accorse che arrivati a due ore di gioco il boccino non era ancora stato catturato.
“Maledetti bastardi!” ebbe l’epifania solo in quel momento “Vogliono raggiungere i quattrocento punti!” esclamò indignato. Certo, non poteva biasimarli. Era esattamente quello che avrebbero fatto lui e la sua squadra a situazioni invertite, eppure non poté evitare alla propria frustrazione di usare la sua voce:
“I Grifondoro tutti-muscoli-niente-cervello iniziano proprio oggi ad usare la testa!?” sclerò ancora voltandosi verso Sakusa cercando da questi un po’ di sostegno.
“Ah, sì?” fu l’apatica risposta, però, del suo ragazzo “Non me n’ero accorto.” subito dopo li raggiunse Osamu:
“Ho finito tutti gli snack.” annunciò sedendosi al suo fianco “Tu cos’hai?” gli chiese e – senza attendere risposta – afferrò la sua borsa e iniziò a rovistarci dentro solo per uscirne tutte le cioccorane e le apifrizzole che gli erano rimaste.
“Però!” esclamò dopo un po’ tra una caramella e l’altra “Non pensavo avrebbero seguito così attentamente i nostri consigli per vincere!” disse, e Atsumu iniziò a capire.
“Hai fatto bene a suggerire di aiutarli con delle amichevoli, Sakusa.” i due corvonero si diedero il cinque e il serpeverde si indignò definitivamente. Scattò in piedi e guardò con accusa il proprio ragazzo:
“Insomma, tu avresti collaborato per questo??” indicò il campo da gioco “Se te lo fossi dimenticato, io sarei il tuo ragazzo! È per me che dovresti tifare!!”
“Impossibile dimenticare che tu sei il mio ragazzo, Atsumu.” Atsumu non seppe se prenderlo come un complimento o un insulto, ma Sakusa – il serpeverde lo sapeva con sicurezza nonostante la mascherina che gli aveva regalato gli coprisse metà del viso – stava sorridendo, quindi decise che non poteva essere qualcosa di negativo.
“E SOPRATTUTTO!” si finse più indignato di quanto in realtà non fosse “SI PUÒ SAPERE PERCHÉ A SAMU BATTI IL CINQUE SENZA FARGLI DISINFETTARE LE MANI E A ME NO??” Atsumu conosceva la risosta: suo fratello si puliva sempre con delle salviettine igienizzanti prima di mangiare, e Sakusa lo sapeva. Eppure, non si stupì della sarcastica risposta del suo ragazzo:
“Perché ho già toccato te, Atsumu, e tuo fratello non può essere più sporco di così.” il serpeverde stette al gioco e rispose con tono offeso:
“Ma se i miei compagni di dormitorio mi insultano continuamente perché da quando sto con te la nostra stanza odora solo di disinfettante e detersivo!”
“Immagino che la pulizia sia una novità per tutti voi, non è vero?” ma la risposta di Atsumu venne interrotta dal boato dei tifosi. Solo allora il serpeverde si rese conto di essersi perso le ultime azioni. Hinata aveva afferrato il boccino. Gli occhi di Atsumu corsero subito al tabellone segnapunti e – mentre Kiyoomi e Osamu esultavano – lui non poté che unirsi ai lamenti dei propri compagni di Casa.
“Su col morale, Tsumu!” suo fratello gli diede delle pacche sulla spalla “Se ti può fare sentire meglio, ti perdono definitivamente per la punizione di Washijo che ho dovuto scontare al posto tuo”.
Era magra, sì, ma almeno quella era una consolazione.

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n.a.
nei libri la Coppa di Quidditch viene assegnata alla Casa vincitrice subito dopo l’ultima partita dell’anno, ma per questioni di trama e rendere le cose più semplici ho preferito rimandare la premiazione al Banchetto dell’ultimo giorno insieme alla Coppa delle Case.
   
 
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