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Autore: Joy2000    10/06/2021    0 recensioni
Olivia è stata arrestata...e ci eravamo lasciati lì. Dal testo:" Non posso crederci. Chi ha osato toccare il mio pub? Chi si è permesso di darlo in pasto alle fiamme?"
TOM POV
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Thomas Shelby
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Lily è di sopra ormai da un paio d’ore. Fuori è buio, è tarda notte eppure non riesco a sentirmi assonnato. Ho la mente tra l’incudine e il martello e non riesco a prendere una decisione che accontenti tutti. Se porto Olivia con me rischierebbe la vita, senza parlare delle reazioni che avrebbero Ada e Polly. Se Olivia va al matrimonio come ha detto non avrebbe le spalle coperte, entrerebbe prima di noi in chiesa  mettendo in pericolo sé stessa e il piano. Vado di sopra da lei, per controllare se è sveglia o se sta riposando, ma ho i miei dubbi che dorma tranquilla. Infatti appena entro nella stanza sento la sua voce che mi chiama. Mi siedo vicino a lei e accendo una candela.
“Non voglio litigare con te, Tom, ma se mi ami davvero mi lasci libera di prendere le mie decisioni” mi dice mentre fissa i suoi occhi nei miei, decisa e convinta di inculcare nella mia mente il suo pensiero.
“è proprio perché ti amo che non voglio che tu venga” le rispondo, ma lei abbassa subito lo sguardo, come delusa dal mio ennesimo ragionamento illegittimo a parer suo. Mi mortifica vederla così amareggiata. Non voglio che stia male a causa mia e ho paura che il troppo amore per Margaret la renda cieca, le offuschi la ragione, visto che non mette in conto il rischio della missione.
“Thomas non puoi costringermi a fare qualcosa che non voglio. Io la decisione l’ho presa, e sono consapevole dei pericoli. Non sono una bambina, ti prego renditene conto!” afferma concitata mentre noto che la sua persona cambia estemporaneamente sotto i miei occhi: il viso assume i lineamenti tipici di una donna adulta e seria, con una ruga di espressione in mezzo alle sopracciglia,  proprio sulla glabella e con le labbra chiuse in una linea dritta, si mette i capelli dietro le orecchie, e tira un sospiro, frustrata. Odio vederla sofferente e odio esserne io la causa. La situazione migliorerebbe se io le dicessi di sì…
“Va bene, verrai con noi” pronuncio improvvisamente facendo passare le parole prima dalla bocca e poi dal cervello. Già mi pento di ciò che ho detto, ma  i suoi occhi stupiti e lucidi e il suo sorriso disteso mi rincuorano. Olivia si precipita sulle mie labbra e mi scocca un bacio fugace prima di stringermi in un abbraccio. Ora è lei a rassicurare me, ed è strana come sensazione perché ogni volta che sono stato titubante nel compiere una scelta, non ho avuto qualcuno che mi tranquillizzasse. Invece adesso c’è lei, e anche questa pesante decisione, sembra a tratti più leggera.  “Domani ci vediamo con John e Arthur. Vi spiegherò tutto nei minimi dettagli, in modo da evitare errori.”
“Agli ordini sergente!” esclama lei ponendo la mano destra in fronte, come fanno i soldati. Le sorrido e ci sdraiamo insieme, pronti per dormire.

Passano una, due, tre ore, ma io non riesco a prendere sonno, a differenza di Lily che ha la testa poggiata sul mio  petto. Respira ritmicamente e sembra stranamente tranquilla, nonostante mi aspettassi che fosse tormentata dagli incubi. Penso che la mia decisione l’abbia notevolmente rasserenata, sebbene sia tutt’altro che semplice cercare di salvare sua sorella. Mi rendo conto che anche io avrei reagito come lei, se si fosse trattato di John, o di Arthur, o di Ada, e forse sono stato troppo duro con Lily. O forse non lo sono stato abbastanza se evidentemente è lei che ha convinto me. Spero solo che tutto vada come previsto. Onestamente non credo che Kimbell si aspetti nulla, impegnato com’è per il matrimonio imminente. Provo a chiudere gli occhi e improvvisamente mi trovo su un cavallo, fermo in una distesa verdeggiante. Vedo una figura venire verso di me, ha i capelli scuri e lunghi, così come gli occhi. Metto a fuoco ed è …mia mamma…di nuovo. Smonto da cavallo e le vado incontro infuriato.
“Lasciami stare!” le urlo arrabbiato. Lei non sembra stupita, anzi reagisce prendendomi per un braccio e intimandomi di calmarmi. Sbuffo seccato.
“Guardami negli occhi!” mi ordina. Faccio come mi dice e quello sguardo profondo e penetrante mi raggela il sangue. Non la ricordavo così inquietante. Forse era un po’ pazza a tratti, ma sostanzialmente era dolce, perlomeno con me. “Ti avevo detto di allontanarti da lei! Adesso ne pagherete entrambi le conseguenze!” e detto questo mi dà uno schiaffo in pieno volto. Sento il dolore, sento la pelle bruciare e vorrei prenderla e scaraventarla per terra, per ripicca, per farle provare ciò che sto provando io. In realtà però mi limito a stare fermo, a sguardo basso. Mi tocco la guancia sul punto nevralgico e stringo i denti perché vorrei piangere. Mia mamma mi ha lasciato troppo presto e io avevo bisogno di capire che cos’era l’amore e come gestirlo. Invece lei mi aveva abbandonato senza spiegarmi nulla…e io sono cresciuto ‘sbagliato’, troppo freddo e insensibile a volte, troppo impulsivo e brutale altre.
“Mi prenderò io cura di lei” mi sussurra infine, mentre si volta per andar via, di nuovo. Vorrei chiederle di più, ma mi sento bloccato, pietrificato e non posso far altro che guardarla allontanarsi nell’erba alta di un prato perfetto e idilliaco.
Schiudo gli occhi lentamente, accecato dalla luce del sole, alla fine mi sono addormentato! Sento il petto vuoto e tastando accanto al mio posto noto di essere solo. Olivia si sarà già alzata, meglio affrettarmi. Cerco di scacciare via l’immagine di mia madre che ancora prova a tormentarmi con le sue frasi che mi riempiono di interrogativi. Scendo di sotto e Lily sta già leggendo il giornale.
“Ben alzato signor Shelby” fa lei allegra, di buon umore. Mi solleva vederla così senza parlare del fatto che in quella mise di seta color panna, così trasparente e provocante, apprezzo di più la sua presenza.
“Dormito bene?” le chiedo, mentre spalmo del burro sul pane e lo addento velocemente, consapevole di essere in ritardo con i miei fratelli.
“Abbastanza, nonostante i tuoi lamenti!” Vorrei raccontarle il sogno, così da condividere con lei il mio sgomento, ma preferisco non rovinarle l’umore e mi accendo una sigaretta, dopo aver mandato giù il boccone. 
“Hai ragione, ho preso sonno tardi” mi limito a dirle, mentre aspiro e contemporaneamente guardo l’orologio da taschino: sei minuti alle otto, è tardissimo!
 
“Cosa ci fa lei qui?” chiede John stupito squadrando Lily che entra con me nel mio studio.
“Verrò con voi!” si limita a rispondere lei. John e Arthur mi guardano spiazzati, ma io resto calmo e cerco di spiegare la situazione.
“Olivia è la sorella di Margaret e sinceramente penso ci possa tornare utile” mento, sperando che la mia convinzione basti per smontare le loro titubanze. Visto il loro silenzio proseguo “Il mio piano è basato su se e ma, eppure sono convinto di quanto sto per dirvi. Entreremo nell’abbazia alle ore 11 e tre quarti. Saremo in venti..ventuno con Lily. Appena spalancate le porte voi mi coprirete le spalle, tenendo sotto tiro gli uomini di Kimbell. Io invece avanzerò verso di lui a passo svelto mentre lui a mani alzate e disarmato mi supplicherà di non sparargli…”
“E tu? Lo sparerai vero Tom?” mi chiede John, carico d’azione e adrenalina ancor prima di essere sul campo.
“Dipende…” Non volevo altre vittime sulla coscienza e se Kimbell avesse lasciato Margaret senza fare troppe storie, allora sarebbe stato inutile ucciderlo.
“Tom, se non lo ucciderai ci fregherà gli affari” mi fa notare Arthur, ma io ho calcolato anche questo
“No se gli propongo un’alleanza” rispondo prontamente.
“Tom, ma che cazzo…!”
“Fidati Arthur, e la cosa migliore per tutti. Potremmo avere altri rivali col tempo, e Kimbell ci può sempre tornare utile.” I miei fratelli annuiscono anche se un po’ scettici e contrariati.
“E io?” chiede ad un certo punto Lily.
“Tu ti occuperai di Margaret. Mentre noi teniamo occupati i Birmingham Boys tu porterai Margaret al sicuro. Fuori dall’abbazia ci sarà Johnny Dogg con la macchina pronta. Voi due salirete e ve ne andrete.
“Tom io non voglio lasciarti li!” esclama lei preoccupata. I miei fratelli la guardano compassionevoli e io mi prendo un attimo per assaporare l’amore di Lily. Mi sento importante, non vuole che io rischi ed è ironico come la situazione si sia capovolta.
“Farai come ti ho detto. Starò bene, staremo tutti bene se ci atteniamo rigorosamente al piano, intesi?” concludo in tono severo. Tutti annuiscono. Arthur e John sembrano ansiosi di agire, Olivia invece ha lo sguardo perso nel vuoto. Pensa certamente a sua sorella, all’esito del piano, a Kimbell. È preoccupata e una volta che i miei fratelli sono usciti dal mio studio cerco di rasserenare la giovane donna che è di fianco a me.
“Olivia, sono sicuro che andrà tutto bene. Fra due giorni potrai riabbracciare tua sorella e vedrai che tutto andrà al suo posto. Devi fidarti di me” Olivia ha lo sguardo basso e la bocca piegata in giù. Non dice niente, ma sospira. Poi alza gli occhi e guarda fisso nei miei per un istante, prima di abbandonarsi tra le mie braccia affranta e stremata dal dolore che la situazione le comporta. Poggia la sua testa sulla mia spalla e io le accarezzo i capelli dolcemente e forse anche un po’ goffamente. Non sono mai stato bravo a consolare le persone, e anche in esercito mi limitavo a spronare i soldati con discorsi e racconti del passato. Con Olivia è cambiato tutto, ho ricominciato a provare emozioni e a dimostrarle, seppur con timore. Lei apprezza ogni mio gesto e mi legge dentro tutto ciò che non riesco ad esprimerle con le parole. Sono perdutamente innamorato di lei, con ogni più piccola fibra del mio corpo. E sono convinto che l’amore ci porterà fortuna, ritrovo improvvisamente speranza: vinceremo noi!
  
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