Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: _L_Black_    11/06/2021    1 recensioni
James e Lily Potter sono morti, lasciando dietro di loro la disperazione e la gioia per una guerra finita.
Ma quella notte, anche un'altra famiglia fu spezzata dai seguaci del Signore Oscuro.
Sirius Black è ad Azkaban e sua moglie brutalmente uccisa dai mangiamorte, lasciando la loro unica figlia in mano agli ultimi parenti rimasti.
Orion e Walburga Black.
Alyssa Black crescerà con gli ideali della purezza, con una voce dentro di lei che urla "libertà" e la voglia di scoprire cosa sia davvero successo quella notte.
La guerra l'aspetta e Alyssa è pronta a combatterla per i suoi ideali.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Orion Black, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prima di iniziare, volevo dirvi che ho riscritto completamente da capo il prologo e mi farebbe davvero piacere, sapere la vostra opinione al riguardo. 
Grazie!
_L_Black_


Capitolo 46
 
I giorni passavano e la salute di Orion migliorava sempre di più, aveva avuto delle ricadute ma i guaritori stavano lavorando senza sosta per farlo tornare in forma. Gli avevano diminuito le dosi di pozioni soporifere, per cui l'uomo partecipava attivamente ai discorsi che facevano. Kreacher piangeva dalla gioia ogni volta che lo vedeva sveglio, tanto che Sirius era stato costretto a dargli l'ordine di smetterla e Alyssa, era decisamente più sollevata di vedere il nonno che pian piano si rimetteva in sesto.
 
Quel giorno si trovavano nella sua camera d'ospedale a chiacchierare della scuola, Orion infatti era tremendamente curioso di sapere come fosse la Umbridge e come si stava comportando lei. La ragazza non aveva accennato minimamente alla scritta impressa sulla propria mano, si era limitata a dire quanto fosse incompetente sotto ogni punto di vista. Gli uomini non ci fecero granché caso, troppo felici di riavere Orion sveglio e così chiacchierone, quindi i discorsi erano passati alla politica.
 
-Senti un po' Alyssa- disse Remus, guardandola complice. -Come va con Theodore?-
 
-Benissimo- rispose la ragazza, di getto. -Quando torno a Hogwarts mi ha promesso di andare al bagno dei prefetti-
 
-NO!- risposero in coro Orion e Sirius.
 
Alyssa e Remus si guardarono un secondo prima di scoppiare a ridere insieme, quella scena si proponeva ogni mattina e puntualmente, Sirius s'infervorava urlando che sua figlia, non sarebbe mai andata a letto con il figlio di un Mangiamorte.
Di contro Alyssa lo stuzzicava con battute dello stesso genere, facendo morire dalle risate Remus e imbarazzare Orion.
 
Dei passi fuori dalla stanza, li misero in allerta e Sirius tornò subito nelle sembianze canine, andando ad acciambellarsi ai piedi del letto e fingendo di dormire. Pochi secondi dopo, la guaritrice Devon fece il suo ingresso da sola e chiuse la porta dietro di lei, con un sorriso smagliante.
 
-Stavate litigando?- chiese, guardandoli curiosa.
 
-Oh no guaritrice- rispose Orion, con un gesto noncurante della mano.
 
-Parlavamo di luoghi dove appartarsi a Hogwarts- spiegò Alyssa, sghignazzando. -Nonno dice che sono troppo piccola per appartarmi con il mio ragazzo-
 
-Ah! Hogwarts- esclamò la donna, con un sorriso malinconico. -Gli anni più belli della mia vita. Beh io all'epoca cara mi appartavo nei magazzini dei bauli- disse divertita, avendo colto lo scherzo che voleva fare la ragazza.
 
-Ma io e il mio ragazzo non siamo della stessa casa!- esclamò Alyssa corrucciata.
 
-E allora non se ne farà nulla- rispose la Devon, ridacchiando. -Probabilmente fino al matrimonio-
 
Remus e Orion risero mentre Alyssa incrociò le braccia al petto, fingendo un'espressione irritata, questa durò poco perché sorrise divertita subito dopo. Da quando Orion era stato ricoverato al San Mungo, aveva scoperto che la Devon era una donna particolarmente incline a prestarsi a scherzi di qualsivoglia tipo. Soprattutto se era appena riuscita a salvare un uomo, che di speranze ne aveva poche.
 
-Guaritrice Devon, deve dirci qualcosa?- chiese Remus, sorridendo flebile.
 
Era passata la luna piena da due giorni, tuttavia Remus era ancora scombussolato dalla trasformazione appena trascorsa. La pozione che la ragazza le aveva fatto aveva funzionato perfettamente e Alyssa, si era messa in testa di produrla lei stessa.
 
-Effettivamente, ho ottime notizie- disse la donna, guardandoli sorridendo.
 
-Ci dica pure- esclamò Orion, incuriosito.
 
Persino Sirius si era messo in ascolto e aveva alzato le orecchie, guardando la donna. Questa, scambiò quel gesto per una richiesta di coccole e gli diede delle carezze, prima di continuare a parlare.
 
-Domani può essere dimesso, signor Black- disse sorridendo. -Gli ultimi controlli che abbiamo fatto sono andati benissimo, non abbiamo più motivo di trattenerla qui. Devo però chiederle di non esagerare con i dolci-
 
-Darò l'ordine a Kreacher di non darglieli- rispose Alyssa sorridendo sollevata.
 
-Lo controlleremo a vista- rispose Remus, annuendo.
 
-Non ho dubbi- disse la Devon, divertita. -Ora vi chiedo di uscire un attimo. Dobbiamo fare gli ultimi controlli di routine-
 
In quel momento entrò l'assistente della guaritrice e Remus e Alyssa uscirono dalla stanza, salutando Orion con un cenno della mano. Non appena furono fuori si guardarono e sorrisero sollevati, quei giorni erano stati molto stressanti per tutti soprattutto per Remus, che aveva dovuto passare la luna piena lasciando lei da sola. Certo, Ninfadora non si era tirata indietro e aveva dormito al numero dodici di Grimmauld Place, senza chiedere nulla in cambio ma Remus si era sentito comunque in difetto.
 
Delle urla fecero voltare i due, una donna che Alyssa riconobbe come la signora Brandon, stava urlando contro dei guaritori che avevano osato toccare suo marito. La donna che aveva conosciuto qualche giorno prima nella Sala da tè, si era dovuta mettere in mezzo e con alcuni suoi colleghi, stavano portando la donna fuori dal reparto.
 
-Edwards!- la richiamò Remus, con tono sorpreso.
 
Alyssa si drizzò con la schiena e la guardò incuriosita, la donna si voltò verso di loro e sgranò gli occhi sorpresa, prima di fare qualche passo.
 
-Remus Lupin?- chiese lei, avvicinandosi dopo aver dato le direttive ai suoi colleghi.
 
-Remus Forse l'unico che si salva Lupin- confermò lui, guardandola sorridendo.
 
-Jocelyn era in fissa con quei nomignoli- rispose imbarazzata. -Ma io non l'ho mai pensato-
 
-Girava voce che Peter Il Grifone Fifone, fosse una tua invenzione- disse con tono divertito.
 
La donna sghignazzò e alzò il mento orgogliosa. -Beh...forse quello è opera mia- disse ghignando.
 
Remus rise e la Edwards si unì alla sua risata tuttavia, nonostante avesse risposto alle battute di Remus, non sembrava essere a suo agio davanti a lui. Alyssa si schiarì la voce, solo per ricordare la sua presenza e Remus si voltò verso di lei, prima di scuotere il capo ancora divertito.
 
-Ti presento Alyssa, la figlia di Sirius- disse, indicando la ragazza. -Alyssa, ti presento Josirée, era di un anno più piccola di noi a Hogwarts-
 
Una lampadina si accese nella testa di Alyssa. Quel nome così particolare, lo aveva trovato scritto dietro vecchie foto e sulla scatolina trovata qualche giorno prima. La osservò meglio mentre le porgeva la mano per stringere la sua e si rese conto, che effettivamente quei lineamenti li aveva visti nel viso impresso in quelle vecchie foto. Josirée le strinse le dita e sorrise cordiale, un sorriso diverso da quello che le aveva riservato giorni prima nella Sala da Tè, come se avesse qualcosa contro di lei.
 
-Io e Alyssa ci conosciamo già no?- disse con un mezzo sorriso.
 
Remus guardò Alyssa confuso e la ragazza, prodigò a spiegare l'accaduto di qualche pomeriggio prima.
 
-Già, lei ha avuto modo di vedere la signora Brandon all'opera- disse Josirée, indicando la porta da dove la donna era stata cacciata. -Ed in effetti, ora che ti guardo meglio, somigli tutta a tua madre-
 
-La conosceva?- chiese Alyssa, incuriosita.
 
-Se per "conoscerla" intendi che insieme fermavamo le zuffe tra Sirius e Regulus allora sì, la conoscevo- rispose Josirée, facendo ridere Remus di gusto.
 
-Sì lo ricordo, beh Sirius è sempre stato così...-
 
-Cretino? Sì, lo so- rispose Josirée, sghignazzando.
 
-Eravamo adolescenti, che vogliamo farci- rispose Remus, con una scrollata di spalle.
 
Alyssa li osservò per qualche secondo, quanto bastava per capire che quei due non erano amici ma solo due persone, che avevano accantonato le divergenze di anni prima. Josirée e Remus si scambiarono altre parole di routine sulla loro vita dopo Hogwarts ma Alyssa non ne ascoltò neanche una, troppo interessata al viso di quella donna. Nelle fotografie che aveva trovato, Josirée era felice ma avendola di fronte in quel momento, vedeva che i suoi sorrisi non erano altro che di circostanza.
 
-Bene ora devo proprio andare- esclamò Josirée, guardando l'orologio. -Sono certa che la Brandon sia passata a importunare Mary della Sala da Tè-
 
-Ma non dovreste curare lei anziché il marito?- chiese Remus sconcertato.
 
-Ah è normale tranquillo- disse Josirée, con una scrollata di spalle. -Succede quando i pazienti sono ricoverati per mesi e i parenti non ne possono più. Sono contenta che la Devon sia finalmente arrivata a pensare di dimettere il marito- la donna si voltò verso Alyssa e le sorrise gentile. -È stato un piacere Alyssa-
 
-Oh... anche per me- rispose la ragazza, sorridendo.
 
Josirée le lanciò un'ultima occhiata incuriosita poi si voltò, uscendo dal reparto come se nulla fosse ma Remus, notò le sue spalle colte da uno spasmo. L'uomo si rese conto che della Josirée di Hogwarts non era rimasto nulla.
 
***
 
Si era ritrovato a dover ripulire tutte le cornici della Sala dei Quadri, Piton di tanto in tanto passava a controllare il lavoro e a Theodore, sembrava proprio che si divertisse a guardarlo sgobbare dietro le cornici. A lui era andata peggio rispetto a Higgs, complice il pugno che aveva dato a Tracey, nonostante avesse ben spiegato che non era stata sua intenzione. Ma a Piton le sue scuse non interessavano.
Aveva già usato due flaconi di Cornici Splendenti di Nonna Acetonella e non riusciva più a sopportare, quell'odore forte di limone che gli penetrava nelle narici. In più, le urla di Sir Piran gli urtavano il sistema nervoso in una maniera che solo una persona, era riuscita a fare.
 
-Terr...ah sei tu- disse una voce alla porta.
 
Theodore alzò gli occhi al cielo, nel sentire quel nome ma non appena si rese conto che quella fosse la voce di Tracey, scese la scaletta e la raggiunse prima che potesse uscire. Il naso della ragazza era stato prontamente rimesso a nuovo da Madama Chips, tuttavia aveva ancora un livido.
 
-Il tuo amico è nella Sala dei Trofei- le disse, riuscendo a reprimere una smorfia al pensiero di Higgs.
 
Tracey annuì e fece per voltarsi ma Theodore la fermò da un braccio, facendo sì che si voltasse verso di lui. Tracey si staccò dalla sua presa e incrociò le braccia al petto, guardandolo con sufficienza. Il ragazzo sospirò e si portò una mano tra i capelli, imbarazzato.
 
-Senti mi dispiace per quel pugno- disse impacciato. -Sul serio, non ti avevo riconosciuta-
 
-Nott fattelo dire- iniziò Tracey irritata. -Poteva anche essere qualcun altro, è comunque sbagliato finire a fare a botte-
 
-Non so cosa mi sia preso- rispose il ragazzo, sospirando. -Normalmente non sono così-
 
-Lo spero- rispose Tracey, inarcando il sopracciglio dubbiosa. -Beh, comunque accetto le tue scuse- disse indifferente.
 
Theodore le sorrise ma Tracey neanche gli diede peso, si voltò e uscì in fretta e furia per raggiungere Terrence nella Sala dei Trofei. Il ragazzo rimase per qualche secondo lì, prima di tornare a ripulire la cornice di Sir Piran che nel frattempo, urlava di lasciarlo stare. Stava quasi per risalire sulla scaletta, quando dei passi lo costrinsero a girarsi di nuovo in direzione della porta. Rimase sorpreso nel vedere Lisa Turpin, ferma sulla soglia con un barattolo in mano e le si avvicinò incuriosito.
 
-Ciao Lisa, scusa per oggi ma- indicò i quadri attorno a loro e sospirò. -Oggi sono impegnato con loro-
 
-Và via!- urlò Sir Piran, brandendo la sua spada.
 
Lisa trattenne una risata e fece qualche passo verso di lui, con fare incerto. Appena fu a poca distanza, gli porse il barattolo che Theodore prese decisamente incuriosito dal suo contenuto.
 
-Cos'è?- chiese, guardando con sconcerto il colore verde scuro della melma contenuta nel barattolo.
 
-È un unguento per i lividi- spiegò la ragazza, impacciata.
 
Il suo volto era una mappa di lividi non curati. Il problema era che per chiunque si presentasse da Madama Chips anche solo per un mal di testa, partiva una lettera ad avvisare i genitori e Theodore non voleva dare dispiaceri a suo padre. Julius Nott in quel periodo era pieno di lavoro e altre questioni, di cui non voleva parlare con il figlio, colmavano i suoi pensieri. Una lettera da Hogwarts sarebbe stato solo motivo di irritazione.
 
-Grazie- disse con tono grato.
 
Lo aprì e l'odore sgradevole che emanava lo portò a fare una smorfia disgustata. Lisa ridacchiò e riprese il barattolo, intingendo le dita e avvicinandole al viso di lui.
 
-Bisogna metterne poco- mormorò mentre spalmava l'unguento sui lividi.
 
Theodore spostò lo sguardo altrove, preso alla sprovvista dal tocco leggero di Lisa. La ragazza dovette accorgersene, perché non appena finì mise distanza tra loro, le guance le si erano colorate di un tenue rossore che la mise ancora di più in imbarazzo.
 
-Scusa- borbottò con timore. -È che se ne metti troppo brucerà la pelle-
 
-Non ti preoccupare- rispose Theodore, fingendo che non fosse accaduto nulla.
 
~
 
Si era ritrovato a dover pulire tutti i trofei e le varie cornici delle foto nelle teche, di tanto in tanto Piton si affacciava a vedere come procedesse il lavoro e a Terrence, sembrava proprio che il professore si divertisse a guardarlo sgobbare. A lui era andata decisamente meglio rispetto a Nott, che stava pulendo le cornici e le urla dei quadri si udivano anche da lì.
Tuttavia non si pentiva di ciò che aveva fatto.
Lei non era solo una da portare a letto, anche se sapeva benissimo che Alyssa fosse una bella ragazza ma il suo primo pensiero era chiederle come stava e non di portarla in uno sgabuzzino qualsiasi.
Era certo che anche per Nott fosse così, lui per primo era geloso e spesso si era ritrovato a pensare di prenderlo a pugni, solo perché l'aveva visto baciarla. Sapeva bene che fosse il suo ragazzo ma non riusciva ad accettarlo.
Lo sguardo gli cadde sulla mano, dove le nocche erano di un colore violaceo e il ricordo di quei pugni, gli tornò alla mente. Non era un ragazzo violento, per lui mediare con le parole era sicuramente la scelta migliore, tuttavia aveva scoperto che se si trattava di lei, non si faceva problemi a finire alle mani.
 
-Ah! I trofei...magari fossero capitati a me l'anno scorso!- esclamò Lavanda, divertita.
 
Terrence scosse il capo divertito e si voltò verso la bionda, che si stava avvicinando a lui con fare tranquillo. La ragazza prese posto su di un mobile e lo osservò, intanto era appena tornato a ripulire il trofeo del Torneo Tremaghi del 1808.
 
-Sul serio? Picchiare Theodore?- chiese Lavanda, incrociando le braccia al petto e guardandolo sospettosa.
 
-Mi ha provocato- rispose Terrence, con una scrollata di spalle. -Ma non dovevano venire Tracey e Andrew?-
 
-Andrew è stato trattenuto da Vitious per interrogarlo di nuovo sull'incantesimo d'appello mentre Tracey, è stata rapita letteralmente da Terry- spiegò con nonchalance.
 
-Ma Boot esattamente cosa vuole da Tracey?- sbottò Terrence irritato.
 
Sapeva bene cosa il resto di Hogwarts pensasse di Tracey e sapeva altrettanto bene, il nomignolo che le avevano affibbiato. Più volte aveva dovuto fermare Andrew, dal prendere a schiaffi chiunque la chiamasse in quel modo.
 
-Tu cosa vuoi da Alyssa?- chiese Lavanda maliziosa.
 
-Non è la stessa cosa- rispose borbottando.
 
-È esattamente la stessa cosa-
 
Sbuffò e passò a pulire la teca delle foto raffiguranti le varie squadre di Quidditch, che erano passate per Hogwarts negli anni.
 
-Tracey mi ha raccontato cosa è successo- disse Lavanda, con un sorrisetto divertito. -Bel gancio destro-
 
Terrence ridacchiò e si voltò verso di lei sghignazzando. -Sì, forse mi è scappata la mano-
 
-Anche a lui vedo-
 
-Da che parte stai tu scusa?- chiese fingendo irritazione.
 
-Dalla parte di Alyssa, sempre e comunque- rispose con calma. -Da quando ho detto di no a Draco poi, Theodore mi guarda male ogni volta che può-
 
-Malfoy aveva una cotta per te?- chiese Terrence sorpreso. -Non ne avevo idea. Beh hai fatto bene, penso che se diventavi la sua ragazza i Grifondoro ti avrebbero diseredato-
 
Lavanda ridacchiò e Terrence, tornò a ripulire la cornice della squadra di Tassorosso del 1977. La ragazza iniziò a raccontarle cose che Alyssa le aveva scritto per lettere e Terrence l'ascoltò interessato, interrompendola solo per farle qualche domanda. Passò a pulire la cornice della squadra di Corvonero e lì, si fermò a guardare la ragazza, che doveva essere il capitano. I lineamenti erano quelli di Alyssa e anche il sorriso era lo stesso, solo i capelli cambiavano di poco, la ragazza nella foto li aveva un poco ondulati mentre lei li aveva lisci. Lavanda dovette accorgersene del suo cambiamento e si allungò, per capire cosa il ragazzo stesse osservando con tanta insistenza.
 
-Ah!- esclamò come se nulla fosse. -Quella è la madre di Alyssa, Dahlìa Moldian-
 
-Cavolo, è identica a sua madre- esclamò Terrence, sorpreso. -Ed era una cacciatrice! Allora il Quidditch lo ha nel sangue-
 
-Sì- rispose Lavanda, annuendo. -Lo ha scoperto l'estate scorsa-
 
-Pensa un po'- disse Terrence, scuotendo il capo con un mezzo sorriso. -Anche la zia era una giocatrice- continuò, spostando lo sguardo sulla fotografia raffigurante la squadra di Grifondoro.
 
-Zia?- chiese Lavanda, corrucciando la fronte confusa.
 
-Beh sì- rispose Terrence, indicando la foto dove una ragazza dai capelli corvini sorrideva, con un manico di scopa tra le mani.
 
Lavanda scattò in piedi e si avvicinò a lui, aguzzando lo sguardo nella direzione indicatale. Il nome di Grace Moldian spiccava accanto alla dicitura Portiere. La ragazza sgranò gli occhi e Terrence la guardò confuso.
 
-Grace- mormorò Lavanda, portandosi una mano alla bocca sorpresa.
 
-Sì- borbottò Terrence, disorientato. -Era anche molto bella, credo sia una prerogativa di famiglia-
 
-Devo dirglielo- sussurrò la ragazza. -Devo assolutamente dirglielo-
 
***
 
La mattina successiva si era svegliata di buon ora e aveva aiutato Kreacher, a ripulire la stanza di suo nonno. Era felice che l'uomo sarebbe tornato di lì a qualche ora in casa e per questo, aveva organizzato una cena di bentornato.
In quelle due settimane aveva ripreso colorito e la ferita si era rimarginata, anche se la scritta "Devo stare al mio posto" , era ben leggibile.
Era sollevata di sapere che la salute di Orion era migliorata a tal punto da tornare a casa ma il pensiero di tornare a Hogwarts, le faceva venire la nausea. Non voleva più andare in punizione e dover stare attenta ad ogni cosa che diceva o faceva, tuttavia non poteva dire nulla a nessuno, per non ostacolare l'Ordine della Fenice che lavorava senza sosta.
 
Si era vestita di fretta e aveva fatto colazione con Remus, come ogni mattina da quando era tornata a Grimmauld Place.
Erano arrivati al San Mungo tramite passaporta e Alyssa, si ripromise di chiedere al nonno di insegnarle l'incantesimo per realizzarle. Salirono le scale con un sorriso felice ed entrarono nel reparto con fare tranquillo, tutti e due erano terribilmente sollevati di non dover più mettere piede in quel reparto. Appena aprirono la porta della stanza, la scena che gli si presentò davanti era a dir poco tragicomica. Kreacher, che era arrivato già da un po' grazie alla smaterializzazione, stava preparando i bagagli di Orion e intanto piangeva di gioia mentre Sirius battibeccava con il padre, sulla possibilità di silenziare l'elfo.
 
-Piange da settimane, basta!- esclamò Sirius, esasperato.
 
-Dagli l'ordine di non farlo- rispose Orion, facendo spallucce.
 
-L'ho fatto mille volte e puntualmente continua-
 
-Kr-Kreacher non p-può fer-fermare le sue e-e-emozioni, padrone- s'intromise Kreacher con tono dispiaciuto, prima di soffiarsi rumorosamente il naso.
 
Orion guardò l'elfo, con fare scettico e annuì sospirando. -Okay, forse silenziarlo non è una brutta idea-
 
Alyssa e Remus si guardarono, trattenendo a stento una risata ed entrarono, chiudendo la porta alle loro spalle. La ragazza andò a salutare prima il nonno poi il padre, il quale la strinse forte al suo petto e la lasciò andare, solo quando la ragazza chiese pietà. I volti dei due uomini erano pallidi e i loro occhi, erano contornati da occhiaie evidenti.
 
-Come è andata la notte?- chiese Remus, prendendo alcuni vestiti e porgendoli a Kreacher.
 
-Terribile- risposero in coro i due, sospirando.
 
-Avete presente la signora Brandon?- chiese Orion. I due annuirono e lui continuò. -Ebbene ha litigato con il marito perché neanche lui la sopporta più, così si è chiusa nella prima stanza che ha trovato, minacciando tutti-
 
-Indovinate qual era la prima stanza che ha trovato- borbottò Sirius, contrariato.
 
-No dai...non è successo davvero- esclamò Remus, sgranando gli occhi dalla sorpresa.
 
-Lo ha fatto, fidati- risposero i due, irritati.
 
-L'ho dovuta mordere per fermarla- disse Sirius, sghignazzando. -Fortuna che è arrivata Josirée a riprendersela, so che l'ha fatta rinchiudere-
 
-Josirée non c'è quindi?- chiese Alyssa, tentando di non far sentire il suo dispiacere.
 
Orion e Sirius la guardarono con occhi indagatori e Remus, spiegò loro che l'avevano incontrata il giorno prima, quando la signora Brandon aveva fatto una delle sue scenate.
 
-So che il suo turno finisce tra un po'- rispose Sirius, continuando a guardarla negli occhi per capire cosa in realtà volesse la figlia. -Aspetta che anche Jocelyn finisca il turno, abitano insieme-
 
-Certo che sai molte cose- disse Remus, sghignazzando.
 
Sirius roteò gli occhi al cielo e sbuffò con fare teatrale mentre Orion, guardò dovunque tranne che l'uomo. Remus nell'ultimo anno aveva imparato a conoscere il padre del suo migliore amico e quando faceva così, significava che nascondeva qualcosa e il più delle volte, il figlio c'entrava in qualche modo. Ma non disse nulla, soprattutto perché sapeva bene quanto i due uomini, non volessero coinvolgere Alyssa nella loro indagine sulla scomparsa di Regulus.
 
-Beh allora la cerco- disse Alyssa, avvicinandosi alla porta. -Volevo ringraziarla perché qualche giorno fa, la Brandon stava iniziando un duello con la commessa della Sala da tè ed io ero in mezzo-
 
La scusa parve plausibile, per cui i tre uomini la lasciarono andare e si prodigarono ad aiutare Kreacher a fare i bagagli, ansiosi di andarsene il prima possibile da quel posto. Alyssa uscì dalla stanza e si diresse alle scale per andare direttamente alla Sala da tè, sperando di incontrarla lì.
E non fu delusa perché non appena entrò nell'ampio salone, i suoi occhi videro subito la figura slanciata di Josirée, la quale era seduta ad un tavolo defilato accanto alle finestre che davano sulla Londra Babbana. Le mani stringevano quella che Alyssa pensò, essere una tazza di caffè ma gli occhi, erano puntati sul paesaggio che si stagliava al di là del vetro. La ragazza fece un respiro profondo e si avvicinò cautamente a lei, il cuore le batteva all'impazzata e sperò con tutta sé stessa che non la cacciasse in malo modo. Era pur sempre la nipote di Orion e sapeva bene, cosa il nonno avesse fatto tempi orsono.
Josirée dovette accorgersi della sua presenza, perché si voltò verso di lei per niente sorpresa di vedersela di fronte.
 
-Posso?- chiese Alyssa, con un sorriso imbarazzato.
 
Josirée annuì e la ragazza prese posto di fronte a lei, in religioso silenzio. Non dissero nulla per un po', Alyssa era troppo imbarazzata e Josirée in fondo non aveva nulla da dirle, anche se dopo aver scoperto chi lei fosse, ci aveva pensato molto.
 
-È strano, vedere i babbani così vicini a noi ma loro non sanno della nostra esistenza- disse Alyssa, per stemperare il disagio che si era creato tra loro.
 
-Vuoi farmi un discorso sulla purezza del sangue magico?- chiese Josirée, senza guardarla.
 
Una frase del genere portava sempre un tono acido ma non fu così, la voce di Josirée aveva un timbro dettato dall'indifferenza, come se quella frase non era altro che routine per lei. Si ricordò che nelle foto, la divisa indossata dalla donna in gioventù, portava i colori di Salazar Serpeverde e non si stupì più di tanto della sua risposta.
 
-No- rispose Alyssa con tranquillità. -Del sangue puro non mi interessa nulla. Sono pur sempre figlia di mio padre-
 
-Devo dire che prendi con filosofia, il fatto di avere un padre pluriomicida- rispose Josirée, inarcando il sopracciglio scettica.
 
-Non è filosofia, è un dato di fatto- esclamò con una scrollata di spalle. -Sarebbe stupido, tremendamente stupido, attaccare una persona per il sangue che le scorre nelle vene. Conosco Nati Babbani che duellano meglio di un purosangue, me compresa-
 
Josirée fece un mezzo sorriso e prese un sorso di caffè, Alyssa la guardò per qualche secondo poi prese a fissarsi le mani posate sul tavolo. Le dita della mano destra stringevano quelle della sinistra con forza, come se non volessero davvero arrivare a prendere ciò che doveva nella tasca. Ma si sentiva sporca, lei era ignara di tutto e non poteva tenerla ancora per sé. Di malavoglia lasciò la mano sinistra e la infilò nella tasca del cappotto, che aveva ancora indosso nonostante il calore della sala. I polpastrelli sfiorarono il ruvido del coperchio e fece un respiro profondo, prima di fare uscire la scatolina e posarla sul tavolo, come se nulla fosse.
Josirée aggrottò la fronte confusa e osservò l'oggetto, poi lesse l'incisione sul coperchio e trattenne il fiato.
 
-Questa è tua. Lui avrebbe voluto darla a te, non poteva rimanere ancora nascosta- mormorò Alyssa, impacciata.
 
Josirée non rispose e Alyssa decise allora di lasciarla immersa nei suoi pensieri, sicura che la sua presenza non fosse più accettata.
Regulus era già entrato nei suoi pensieri.
 
~
 
Il "Bentornato Orion" era stato scritto da Sirius con l'ausilio di Kreacher, ne era scaturito un battibecco tra l'uomo e l'anziano elfo sul colore da utilizzare e il materiale. Remus era dovuto intervenire, prima che finissero alle mani e Alyssa si era goduta la scena per qualche minuto, ma dovette chiudersi in camera a preparare il baule per l'imminente partenza. Aveva sperato di rimanere a casa ancora per un po' ma Orion era stato irremovibile, era l'anno dei G.U.F.O e non poteva permettersi altre giornate d'assenza da scuola. A nulla erano valse le scuse da lei campate per restare tra le sicure mura di casa, Orion e Sirius sembravano pensarla allo stesso modo.
In quel pomeriggio erano arrivate lettere da Hogwarts da parte dei suoi amici e con sua sorpresa, c'è n'era anche una firmata da Terrence. Le lesse tutte ma non rispose a nessuna di esse, il giorno dopo li avrebbe rivisti a scuola e voleva un effetto sorpresa.
 
-Come mai vuoi rimanere a casa anziché tornare a Hogwarts?- chiese Sirius.
 
Alyssa sobbalzò e lasciò cadere la toga della divisa sul letto, si voltò verso la porta e lo trovò appoggiato allo stipite, intento a osservarla con quello sguardo che ormai aveva imparato a conoscere. Sospirò e tornò a ripiegare la toga per riporla con estrema lentezza nel baule, il tutto in silenzio alla ricerca di una scusa plausibile da dire. Sirius nel frattempo fece qualche passo verso di lei e, notando che non avrebbe risposto, decise di sedersi sul letto accanto al baule.
 
-Alyssa?-
 
-Sì?-
 
-Dimmi la verità, perché vuoi rimanere a casa?- chiese di nuovo, scrutandola attentamente. -È per le punizioni?-
 
Alyssa si voltò verso di lui sgranando gli occhi e Sirius sospirò, portandosi una mano tra i capelli lunghi. Si rese conto che non erano più neri ma avevano striature argentee, che lo rendevano più vecchio di quanto non fosse.
 
-Come lo sai?- chiese, con tono indifferente.
 
-Harry- rispose semplicemente.
 
Alyssa scosse il capo con un mezzo sorriso avente un che di sarcastico, aveva fatto l'impossibile per non far scoprire la propria mano e le innumerevoli ore di punizione a cui si era sottoposta e Harry, aveva appena rovinato tutto. Lasciò un maglione nel baule e si sedette dalla parte opposta di esso, lo sguardo cadde inevitabilmente sul dorso della mano sinistra.
 
-Che ti ha detto?- chiese, prima di esporsi totalmente.
 
-Che ti fai mettere in punizione al posto dei tuoi amici e degli studenti più piccoli- disse piano, come ad aver paura della reazione che la ragazza potesse avere.
 
-E basta?-
 
-Basta- confermò, guardandola di sottecchi.
 
Padre e figlia rimasero in silenzio, un silenzio rotto solo dal cicaleccio proveniente dal piano inferiore, dove i primi festeggiamenti stavano avendo luogo. Alyssa non alzava lo sguardo dalla sua mano e Sirius non la forzava a dire nulla, anni ad Azkaban lo avevano reso paziente, soprattutto quando si trattava di questioni delicate.
 
-Sono stanca- mormorò la ragazza.
 
-Vuoi parlarmi di queste punizioni?- chiese Sirius, con delicatezza.
 
-È che...il mio tempo libero ormai lo passo solo con quella donna- spiegò, mordendosi il labbro.
 
Lacrime amare le bruciavano gli occhi, impazienti di solcare le sue guance, da troppo tempo minacciavano un gesto così eclatante e forse, quel momento era arrivato ma lei non voleva cedere. Non avrebbe mai voluto che suo padre la vedesse in quello stato, lui che aveva vissuto le ingiurie di Azkaban, non poteva fermarsi ad asciugare il pianto di un'adolescente che non voleva tornare a scuola.
 
-Sto perdendo tutto- continuò e un singhiozzo le uscì, senza che potesse fermarlo.
 
Sirius represse l'impulso di scattare in piedi e raggiungerla, per chiuderla tra le sue braccia e stringerla forte al suo petto. Voleva ascoltarla e solo quando lei lo avrebbe chiesto, si sarebbe alzato per abbracciarla.
 
-Non ho più tempo per gli amici, per Theodore o anche solo per leggere un libro- continuò e un altro singhiozzo le uscì spontaneo. -Se non sono in punizione, sto studiando e se non sto studiando, sono in punizione-
 
-Smettila di darle la possibilità di metterti in castigo-
 
Alyssa alzò gli occhi dalla sua mano e si voltò a guardarlo ma lui, aveva gli occhi puntati sulla collezione di dischi. Si morse il labbro e si sentì ancora più in difetto, per tutto quel ciarlare di cose superflue.
 
-Non posso- sussurrò più a sé stessa, che a lui.
 
-E allora perché lo fai?- chiese l'uomo, con tono tranquillo.
 
-Perché lei è ingiusta- rispose Alyssa come se fosse ovvio. -Perché loro non lo meritano-
 
-E tu?- chiese Sirius, voltandosi finalmente verso di lei. -Tu lo meriti?-
 
Alyssa ci pensò su qualche secondo e negò con un cenno del capo ma non rispose, non sapendo bene cosa dire.
 
-Quindi lo fai per...?- continuò Sirius.
 
La ragazza capì dove suo padre volesse arrivare con quel discorso e fece un mezzo sorriso. Una lacrima era riuscita a scappare dal suo controllo e solcava la guancia sinistra, indisturbata.
 
-Perché non voglio piegarmi al suo volere- rispose, sorprendendosi di quanto fosse stato facile parlare con lui.
 
Sirius sorrise e inclinò il capo, continuando a guardarla ma questa volta, sembrava che i suoi occhi scintillassero di orgoglio.
 
-Puoi decidere tu Alyssa, se non vuoi tornare a scuola convincerò tuo nonno a farti rimanere a casa ma sappi, che non sarai felice. La scelta spetta a te-
 
Alyssa ci pensò su poi sorrise e si alzò dal letto, per prendere un maglione da riporre nel baule, che giaceva ancora aperto sul letto. Sirius la osservò e trattenne un sorriso, guardandola fare gesti così innocui ma carichi di ben altro significato.
 
-Beh forse a Hogwarts hanno bisogno di me, no?- chiese, sorridendo.
 
Sirius annuì e allora si alzò, Alyssa si lasciò abbracciare e si beò di quel gesto di cui aveva sentito il bisogno. Si rese conto che loro due non si abbracciavano molto e si ripromise di farlo più spesso, dovevano recuperare gli anni persi.
 
-Kreacher ha preparato tutto...Alyssa ma non hai ancora finito di preparare il baule? Cosa aspetti?- chiese Orion, dalla porta.
 
Alyssa e Sirius si staccarono e si guardarono per un secondo, prima di scoppiare in una risata che ad Orion parve liberatoria.
 
***
 
Un bicchiere di firewhisky era stato abbandonato sul comodino da un po', sul letto giaceva una scatolina nera in attesa di essere aperta. Erano anni che attendeva di essere scoperchiata.
Afferrò il bicchiere e prese un sorso, constatando suo rammarico che non era più fresco come quando se lo era versato. La bocca era arida e le labbra secche, loro avevano bisogno di acqua ma si era messa in testa di bere solo quella sera e così stava facendo. Beveva per trovare il coraggio di aprire quella maledetta scatola, tentando di ignorare ciò che era stato inciso sul coperchio.
Tutto ciò non conta, se tu sei accanto a me.
Se lo erano promessi un milione di volte ma lui, non aveva tenuto fede a quelle parole, pronunciate quando erano solo loro due ed erano ubriachi di baci e carezze che parevano non finire mai.
Per anni, Jocelyn le aveva detto di rifarsi una vita ma vivere senza di lui era già abbastanza per lei, come avrebbe fatto a baciare qualcun altro?
Si morse il labbro inferiore, prima di finire il firewhisky tutto in un sorso e abbandonare il bicchiere vuoto sul comodino, fuori i rumori di Diagon Alley le facevano compagnia mentre afferrava il coperchio e lo apriva con impazienza. Il suo interno non la sorprese poi più di tanto, un anello semplice giaceva sul velluto e gli anni per lui, sembravano non essere passati. Lo prese e si sforzò di non far cadere le lacrime che minacciavano di uscire, se lo rimirò tra le dita e le venne automatico provarlo.
Le stava a pennello.
Era semplice, una sola pietra di un verde tenue ad adornarlo, lo avvicinò alle labbra e le sembrò di sentire ancora l'odore di Regulus su di lui. Era solo immaginazione, sapeva bene che non poteva essere ma decise di fingere che fosse così. Riprese la scatola e solo allora, si accorse di un bigliettino ben ripiegato che spuntava da sotto il velluto. Trattenne di nuovo il fiato e lo dispiegò, con le dita che le tremavano dall'emozione, sembrava che Regulus fosse lì al suo fianco.
 
Josirée, so di aver sbagliato ma voglio rimediare. Accetta questo ed io ti giuro che non ti mentirò più, perché per me vali più di qualsiasi cosa.
Ti amo, ma questo già lo sai.
Tutto ciò non conta, se tu sei accanto a me.
 
Le lacrime scesero senza che lei facesse nulla per fermarle e il suo corpo, fu scosso da una serie di singhiozzi. Si alzò dal letto con gesti automatici e con movimenti altrettanto meccanici, si mise in ginocchio e infilò il braccio sotto il letto. Non ebbe difficoltà a far uscire il vecchio pensatoio, che suo padre le aveva lasciato in eredità. Lo prendeva una volta l'anno, aveva promesso a Jocelyn che non sarebbe diventata schiava di ricordi ormai troppo lontani ma quella sera, ne sentiva il bisogno.
Voleva rivederlo.
Si puntò la bacchetta alla tempia e fece cadere il filamento argenteo che ne uscì, nel bacile di fattura anonima.
Trattenne il fiato e immerse il viso.
 
Guardava il ragazzo seduto poco distante da lei, intento a rimirare le uova con pancetta che giacevano nel suo piatto. I capelli neri erano ben ordinati come sempre ma la cravatta, era leggermente allentata e la toga era sgualcita. Alzò lo sguardo e si voltò nella sua direzione, forse sentendosi osservato e lei abbassò gli occhi sul piatto, di riflesso.
 
-Tornerete a parlare?- chiese Jocelyn, seduta al suo fianco.
 
-No- rispose Josirée, spostando lo sguardo sul tavolo di Grifondoro, dove Sirius Black stava discutendo con Mary MacDonald.
 
-Sono proprio fratelli- esclamò Joce, scuotendo il capo divertita. -Litigano con le proprie ragazze nello stesso periodo-
 
-Io e Reg non stiamo insieme- ribatté Josirée, voltandosi verso di lei con un sopracciglio inarcato.
 
Jocelyn non rispose ma sghignazzò e la sua amica sbuffò irritata, tornò a mangiare la sua fetta di crostata alle fragole e sospirò.
Era una settimana che non si parlavano e a Josirée sembrava fossero passati anni, ma non avrebbe mai ceduto. Lui doveva chiederle scusa e non il contrario.
 
-Sai che non l'ha fatto di proposito-
 
-Ma lo ha fatto- rispose Josirée, irritata. -Se preferisce la compagnia di quella stupida Corvonero allora che vada da lei. Non sono la seconda scelta di nessuno- esclamò a voce troppo alta.
 
-Non credo che lui si sia reso conto- disse la ragazza, con una smorfia scettica. -Buongiorno Severus!- esclamò, non appena vide il ragazzo entrare nella Sala Grande. Il ragazzo la salutò e andò a sedersi accanto a Barty. -Dicevo, secondo me lui non ha capito nulla-
 
-Ovvio che non l'ha capito, hai visto chi è suo fratello?- disse, indicando il ragazzo che stava litigando con la bionda Grifondoro.
 
Jocelyn ridacchiò nel momento esatto in cui, un bigliettino cadde proprio sul piatto della sua amica. Le due ragazze si lanciarono un'occhiata confusa, prima che la ragazza la prendesse e l'aprisse sotto lo sguardo di Jocelyn.
 
"Vieni al lago tra dieci minuti."
 
Josirée e Jocelyn si voltarono verso il posto, dove poco prima era seduto il fratello più piccolo dei Black, ma di lui non c'era traccia. Josirée non attese oltre e uscì dalla Sala Grande, dirigendosi subito fuori dal castello, rabbrividì sentendo il freddo di febbraio ma era troppo agitata per preoccuparsene. Raggiunse il lago di corsa e lo trovò lì, con la divisa ancora indosso e uno sguardo malinconico, che le fece venire voglia di abbracciarlo.
Regulus si accorse di lei e la raggiunse in poche falcate, le prese le mani e Josirée trattenne il fiato mentre gli occhi azzurri di lui sembravano penetrarla nell'anima.
 
-Non sei la seconda scelta- esclamò, con voce spezzata. -Sei sempre stata la prima-
 
-E quella Corvonero?- borbottò la ragazza, incapace di guardarlo negli occhi.
 
-Se tu mi avessi lasciato spiegare- disse Regulus, trattenendo un sorriso. -Avresti scoperto che quella ragazza mi aveva scambiato per mio fratello-
 
-Cosa...?-
 
Regulus annuì. -La Moldian era ubriaca persa e mi ha scambiato per Sirius. Lei non prova nulla per me ed io non provò assolutamente niente per lei-
 
-Oh- esclamò sorpresa e si morse il labbro imbarazzata.
 
-Quindi- disse Regulus, sorridendole. -Vogliamo continuare a rimanere amici che s'ingelosiscono, o vogliamo passare a diventare una coppia a tutti gli effetti? Perché sul serio Josirée, se vedo ancora Zabini ronzarti attorno impazzisco-
 
Josirée non rispose, preferì posare le sue labbra su quelle del ragazzo.
 
~
 
Le pareti del corridoio erano di un bianco accecante ma le persone sembravano non curarsene, voltò l'angolo e sentì due guaritori parlare dell'imminente elezione del nuovo Ministro. Sorrise trionfante ma fu solo per pochi secondi, perché l'orologio sulla parete segnalava il suo increscioso ritardo. Accelerò il passo e strinse forte tra le dita, quello che doveva essere un sacchetto della pasticceria più famosa di tutta la Francia magica. Lei odiava quando non era puntuale, lo sapeva bene ma stava lavorando anche per il suo bene.
Aprì la porta della stanza con sicurezza e osservò per qualche secondo la donna, che sedeva sulla sedia accanto alla finestra, la luce crepuscolare la inondava totalmente e la faceva sembrare più giovane di qualche anno.
 
-Hyacinth, sei tu?-
 
-Sì, sono io-
 
~
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
 
Eccoci qua, alla fine come avete potuto constatare Orion è vivo e vegeto 😌 per la gioia di tutti. Finalmente conosciamo Josirée! Che ve ne pare della ragazza di Regulus? La vedremo più spesso secondo voi? Lavanda e Terrence scoprono che Grace non è altro che la zia di Alyssa e Lisa ci prova ancora con Theodore. Ho adorato scrivere il momento padre/figlia e spero di essere riuscita a dare le emozioni che volevo.
 
Fatemi sapere cosa ne pensate,
 
Ci vediamo nei commenti,
 
_L_Black_
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: _L_Black_