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Autore: NightWatcher96    17/06/2021    2 recensioni
Il giorno prima del matrimonio di Deku e Kacchan, Eijiro e Denki portano il biondo a spassarsela. L'idea era un divertente addio al Nubilato ma qualcosa va decisamente fin troppo storto e il matrimonio salta. Potranno i due Hero rafforzare nuovamente il loro amore e sposarsi?
Deku x Kacchan
(Accenni Katsuki x Kirishima)
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Angolo della Quirkless

E finalmente eccoci alla seconda parte di questa storia. Beh, sta diventando un po' difficile da scrivere perché voglio spiegare alla bene i sentimenti dei protagonisti. Ma la storia non può che andare avanti! Detto questo, Enjoy!



 

Due anni fa…

 

Il gelo era persistente, rendeva il paesaggio surreale, colorando d'azzurro le montagne altissime e bianchissimo il paesaggio. Ora dopo ora tutto iniziava ad essere un'unica massa candida e gelida.

I polmoni facevano male, respirare era sempre più difficile e la vista era costantemente offuscata dalla neve che cadeva fitta ma tendeva a una direzione confusa per via del freddissimo vento. Questa missione era stata assegnata a solo due Pro Hero, il Number One e il Number Two.

"Quanto manca?" urlò Katsuki, poco dietro Deku. Il freddo gli rendeva il corpo più pesante, molto difficile da muovere anche per via del suo Quirk che necessitava di sudore. "Deku, la tormenta è troppo forte. Dobbiamo accamparci prima di che sia troppo tardi!".

Deku si guardò intorno: adesso c'erano alberi e nebbia; se non fossero stati attenti sarebbero potuti sprofondare in qualche parte o peggio, qualche slavina o valanga avrebbe potuto trascinarli via. Perfino il vento rumoreggiava nelle orecchie. In effetti tutto iniziava a pesargli sul corpo stanco. Erano dopotutto circa tre ore che camminavano su quella montagna, dopo essersi calati con un elicottero dove avevano ricevuto precise istruzioni da Endeavor, All Might e Shoto, il Number Three degli Hero.

Le mani guantate di Katsuki gli si appoggiarono sulle guance, Deku si era perso nuovamente nei pensieri a quanto pareva. Sorrise un po', cercando di immortalare lo sguardo torvo dell'altro prima di unirsi in un caldo bacio.

"Cerchiamo un-".

Deku gli poggiò una mano sulla bocca, guardandosi intorno con attenzione. Video Katsuki in allerta, nuovamente con quello sguardo determinato e in attesa, una leggera scia di adrenalina per un imminente combattimento. Il "click" si udì di nuovo, questa volta molto più metallico di prima, nitido attraverso la tormenta.

Kacchan si mosse per primo, si buttò in terra a peso morto trascinandosi anche Deku che immediatamente piegò il dito indice della mano sinistra e sparò un colpo con il suo One for All. Colpì di striscio un albero, tranciandone il tronco in un rumore tagliente.

"L'ho mancato!" sbuffò, mentre l'altro si rimetteva in piedi e gli porgeva una mano.

"Ma bene! Che sorpresa! I due migliori Pro Hero di tutto il Giappone hanno deciso di venirmi a trovare! Ma che gentili!" esclamò improvvisamente una voce molto giovanile, estremamente felice ma anche con un certo sarcasmo. Deku e Katsuki si fecero cenno di tacere e di cercare silenziosamente. "Avevo giusto voglia di provare il mio nuovo esperimento, il mio Quirk ora che è potenziato merita di essere valutato da due Pro Hero!".

"Hai rotto il cazzo con questo tuo sbraitare! Esci fuori!" ruggì Kacchan, adocchiando un'intercapedine fra la neve. Si vedeva a malapena l'entrata, con tutta quella neve e tutti gli arbusti che creavano uno sbarramento naturale, ma avevano trovato una traccia. Indicò con l'indice a Deku di puntare lì, per distruggere ed entrare nel covo. "E tu pensi che ci batterai?" continuò con un ghigno.

"Ah ah! Non si fa!".

Katsuki sentì un gridolino alle sue spalle: Deku era riverso su un fianco, tenendosi il braccio sinistro dove capeggiava una macchia rossa che aveva strappato un lembo della sua tuta verde. Lo aiutò immediatamente, controllando lo stato della ferita che almeno non sanguinava.

"Bastardo! Maledetto, non si fa!" canzonò la voce, sbucando da dietro un albero avvolto in parte dalla nebbia. 

Era alto un metro e settanta, fisico magro, avvolto da un uniforme completamente nera con tanto di cappuccio. Aveva un mantello di uno sgargiante color scarlatto e sia naso sia bocca erano protetti da una museruola d'acciaio che ricordava il duplicatore di voci di Shinsou. Aveva un ciuffo di capelli biondi che sventolava nella tormenta e penetranti occhi di ghiaccio chiarissimi. Nella mano sinistra ardeva uno strano fuoco azzurrato, con un nucleo rosso che sembrava ardere come la rabbia di Kacchan. 

"Chi sei?" ansimò Deku, nonostante il dolore stesse diventando sempre più insopportabile.

"Mmh, davvero vuoi saperlo? Per sbattermi in gattabuia? Magari al Tartaro?" schernì l'altro, muovendo le dita per cancellare quella fiamma e farla comparire più piccola sull'indice. "O vuoi sapere che cosa ti ha colpito?".

Kacchan guardò la macchia rossa sul braccio di Deku, poi di nuovo quel pazzoide Villain. Non poteva attaccarlo, quel Quirk era potenzialmente pericoloso. L'uomo di nuovo cancellò la fiamma per applaudire una sola volta. 

"Il mio Quirk uccide da dentro. Lo scoprirai tu stesso, Izuku Midoriya. Molti vorrebbero sottrarti il Quirk, io ho solo voglia di distruggerti perché sei il simbolo della Pace. Questa società è talmente corrotta che nessuno merita di essere salvato!" continuò mellifluo, tuttavia avvampò nel rimarcare a denti stretti sull'ultima frase. Puntò indice e pollice verso Deku, come se fosse stata una pistola e un sorriso gli alzò gli zigomi, facendogli socchiudere gli occhi. "Ricordati il mio nome, Hero… Hisashi".

Deku e Kacchan spalancarono gli occhi, quel nome era terribilmente familiare. Il padre di Izuku che non era mai più tornato dall'Europa aveva il medesimo nome. E il cognome? Il primo aveva quasi paura di scoprirlo.

"Perché sei così sorpreso, Hero? Ma tranquillo, non ho alcun sudicio legame di parentela con te. Il mio cognome non è certo Midoriya. Curioso, non trovi? Potremmo avere la stessa età" e giù una risata sadica e sprezzante. Allargò l'altro braccio, per agganciare la mano sul braccio che tendeva verso Deku, continuando: "Sayonara, Number One Hero!".

Katsuki e Deku richiamarono istantaneamente i loro Quirk, il primo si lanciò con una serie di scoppiettanti fiammate per uno sprint rapidissimo, il secondo volò letteralmente con il suo One for All al trenta per cento. Scagliarono un pugno fiammante e un calcio elettrizzante, alzando neve e nebbia condensata.

Non ci impiegarono molto a capire che Hisashi era anche molto veloce e in un attimo, poco prima dell'impatto si era celato su alcuni rami di alberi lì intorno. Teneva ancora quella mano puntata a mo di pistola contro Deku. 

"Tempo scaduto" mormorò, fingendo di sparare con uno "Swish" con un tono basso, una sorte di sospiro a labbra aperte. 

Era a poca distanza dal colpirlo, il corpo avvolto dal potere più puro, in una tonalità chiara: con un Manchester Smash avrebbe avuto la vittoria, seguito da un colpo fiammante di Katsuki, poco dietro di lui… eppure si bloccò a mezz'aria, cadendo sulla neve. 

Deku rimase con gli occhi spalancati, registrando con estrema lentezza Katsuki che urlava qualcosa mentre teneva testa ai veloci pugni e parate a palmi aperti del nemico, spostandosi di ramo in ramo. Poi il cuore incalzò in battiti rapidi, il corpo che tremava, il respiro che sbucava in nuvolette bianche. E il dolore, come una scarica elettrica, poi un calore lungo tutto il braccio precedente colpito. Urlò come non aveva mai fatto in vita sua, senza poterlo fermare. 

Katsuki si sentì investito da una rabbia sovrumana: calcolò in un attimo il secondo di troppo che Hisashi avrebbe impiegato di lì a poco per atterrare sulla neve, gli sparò una fiammata in faccia, si catapultò oltre la sua testa e lo afferrò per il cappuccio, sbattendolo di volto più e più volte contro lo spesso tronco di un albero. Lo lasciò quando iniziò a vedere sangue, la maschera incrinarsi e pure qualche dente, quando la rabbia lo abbandonò, quando colui che aveva osato ferire il suo Izuku aveva perso conoscenza.

Lo scaraventò a terra, bloccandogli immediatamente le mani con delle manette ricevute da Endeavor proprio per catturare il Villain che aveva spedito in ospedale e poi alla morte i migliori Pro Hero con il suo Quirk dalla natura sconosciuta. Quest'oggi lo avrebbero scoperto!

Lo bendò, lo imbavagliò e lo legò a un albero, non volendo correre alcun rischio.

"Bastardo di merda schifoso!" ruggì, correndo poi verso Deku che ancora urlava, ora potendosi muovere. "Oi! Deku! Che succede? Deku!" chiamò, quando iniziò a notare una macchia rossa serpeggiare lungo il viso. Freddo o no, gli slacciò il costume e rimase pietrificato nel vedere mezzo corpo che era come ustionato, le vene gonfie e scarlatte, come se avrebbe potuto esplodere di lì a poco. 

Chiamò immediatamente Endeavor, cullando Deku, pregando di fare in fretta, di salvarlo, di fare tutto il possibile!

 

Per tutto il viaggio a bordo di uno degli elicotteri super-equipaggiati di I-Island non lasciò il capezzale di Izuku neanche per un momento, era completamente assente, il suo cervello gli mostrava a loop infinito quello spettacolo terribile sul corpo del suo compagno di vita. 

"Il prigioniero è sveglio" sentì mormorare da due guardie dei servizi segreti alle sue spalle.

La rabbia lo pervase, non si fece notare da nessuno quando sgattaiolò nello stanzino di tre metri per tre dove si trovava quel Villain. Notò subito All Might e Endeavor con Shoto che lo interrogavano senza successo. Tutti quei colpi, gli venne da pensare mentre entrava senza chiedere permessi, gli avevano fracassato il viso, il naso e maciullato tutte le labbra, con qualche dente, rendendolo terrificante.

Quando i loro occhi si incrociarono il suo passo deciso mutò in uno sprint e un pugno violento gli si abbattè contro il viso, facendo collassare il capo di Hisashi, sbattendolo duramente contro le paratie di metallo che rivestivano i muri.

Il tonfo fu intenso, tanto da zittire i tre Pro Hero.

"Che cosa hai fatto a Deku?" urlò afferrandolo per la gola, con tutta la rabbia possibile. "Parla, o ti ridurrò in briciole!".

"Non ho paura di morire, tu perderai qualcosa a te molto prezioso, io potrò ricongiungermi alla mia sorellina che voi Hero non avete salvato dalla catastrofe di Shigaraki!" urlò il nemico, tirando indietro il collo nonostante la stretta presa salda. "Aveva solo otto anni quando la nostra casa per colpa di Gigantomachia la uccise distruggendosi sulla sua testa! Ed io dov'ero? A sognare di diventare un Hero!".

Quante perdite in quel giorno di sette anni fa? Il flebile ricordo di Midnight venne in mente. 

"Tutti noi abbiamo perso qualcosa per colpa di voi Villain! Non hai alcun diritto di andare in giro a uccidere Pro Hero!" ruggì Kacchan, aumentando la stretta. Hisashi si sentì istantaneamente mancare l'aria, le lacrime della disperazione colare lungo le guance e la lingua che cercava di chiedere aiuto.

"Bakugo, lo ucciderai così! Non interroghiamo così i Villain!" intervenne Shoto.

"Non sappiamo che cosa ha fatto a Deku!" scattò fumando di rabbia. I capelli gli oscuravano la vista, ma non sfuggì una lacrima lungo la guancia pallida. "Prega che non muoia o tu sarai il prossimo!" pronunciò con voce letale. Lo lasciò andare, ignorando i colpi di tosse per prendere boccate di ossigeno dell'altro.

"Il mio Quirk…" ansimò, in un blando tentativo di prendere fiato. "E' stato potenziato. La chimica è la chiave di ogni cosa. Poter attrarre oggetti metallici non era granchè quando poi ho assunto una discreta quantità di Solfuro di Sodio, Ossigeno e Benzotene il mio Quirk è cambiato. Appena colpisco la pelle del nemico una parte del mio Quirk entra in circolo, attivandosi all'utilizzo dell'altro Quirk, scavando attraverso le vene e raggiungendo i muscoli principali. Lì, rilascia una sostanza mortale, simile al cianuro ma molto più rapida, capace di mandare in cancrena e necrosi tessuti e ossa e uccidendo da dentro!".

"Quindi, Midoriya…!" esclamò Shoto, incredulo.

"Ha ancora una sottile speranza, non ha usato troppo Quirk" sorrise negativamente Hisashi. "Ma appena lo userà morirà in circa tre ore!".

Katsuki non rispose più delle sue azioni, si avventò sui suoi capelli, iniziando a prendergli a ginocchiate il volto fino a renderlo un pasticcio di sangue. A nulla valsero i richiami, la forza congiunta dei tre Hero per fermarlo. Deku non poteva morire!

 

In un piccolo laboratorio Melissa e suo padre avevano già capito quanto grave fosse la situazione di Deku, intubato e privo di coscienza. Il suo corpo era gravemente ferito, alcuni organi necessitavano di trattamenti medicinali specifici. Parte del corpo era ancora ricoperto da piaghe scarlatte e gonfie. Il fegato, l'intestino e un polmone rischiavano di collassare per una carezza ingente di globuli rossi e bianchi.

"Papà, aumenta il dosaggio dell'antibiotico, Deku non sta rispondendo bene!" esclamò Melissa, guardando il battito cardiaco che rallentava.

David non perse tempo, mescolò in una siringa una sostanza lattiginosa e la iniettò in un sondino posto nel braccio ancora sano: rimasero con il fiato sospeso per qualche secondo, poi il cuore iniziò a battere regolarmente. E solo allora sospirarono.

"Prepariamo un'altra dose, cambiamogli subito le bende del lato inferiore e usiamo antibiotici più potenti, con anti-coagulanti. Non potrebbe sopravvivere con un rischio elevato di una trombosi o un ictus. Melissa, controlla i livelli di ossigeno, anche quelli del sangue e i battiti cardiaci. Io inietto" spiegò David. 

"Battito cardiaco in aumento lieve, ossigeno in aumento. Mancano globuli bianchi" elencò la bionda ragazza. "Papà, non sta rispondendo ancora!".

"Non mollare, Deku! Hai salvato me e mia figlia, non puoi farti sconfiggere da un Villain del genere!" pronunciò l'altro, pregando che l'ultima siringa contenente nano-robot pronti a fermare l'infezione nel suo corpo avrebbe funzionato. La iniettò tutta la sostanza trasparente: il petto di Deku prese a muoversi rapidamente, poi si stabilì, così come anche le sue onde celebrali. "Aspetteremo due ore. Non ci resta che monitorarlo"…

 

"E dopo una settimana di terapie Deku si risvegliò, il suo corpo era arrivato a una fase di stallo. Visto che io e mio padre stavamo lavorando su una cura sperimentale per annullare l'effetto di quel Quirk, gli chiedemmo di non esercitare il suo o tutto sarebbe stato vano. Avevamo sperato che dopo diversi mesi potevamo contare su un miglioramento e invece è bastato così poco per ridurlo nuovamente in questo stato".

Il racconto di Melissa aveva squarciato i cuori dei presenti. Midoriya aveva tenuto nascosto tutto questo senza mai abbandonare il suo lavoro da Hero. 

"Ma, Melissa… c'è ancora speranza che possa sopravvivere?" domandò preoccupata Ochako, prendendole la mano per guardarla. 

"A differenza della prima volta abbiamo ultimato la cura. Dobbiamo solo sperare nella sua forza di volontà, visto che richiederà molta energia e la totale assenza di Quirk. In tutto questo tempo io e mio padre abbiamo continuato a lavorare sui nostri nano-robot per migliorare l'efficienza di una cura fatta dall'interno del corpo umano, quando non si può contare su un trapianto".

Su I-Island, in una stanza d'ospedale, Deku riposava pallidissimo, il corpo bendato, elettrodi sparsi su tutto il corpo, gli occhi ostinatamente chiusi e una mascherina d'ossigeno sulle labbra screpolate. 

"E pensare che volevamo solo dargli una piccola festa" gemette improvvisamente Momo, in colpa. "Invece è finito tutto in una tragedia".

"Non potevamo saperlo" intervenne Hagakure. "Bisogna capire che cosa c'è tra Kirishima e Bakugo".

Alla menzione dei due cognomi, i presenti si fecero molto più torvi. Una volta arrivati all'ospedale, Melissa aveva dato disposizioni ad alcuni dottori forzuti di tenere Denki, Eijiro e Katsuki in tre stanze separate per una lavanda gastrica in modo da espellere tutto l'alcool ingerito. Non voleva rischiare di far saltare tutto per aria, conoscendo il carattere esplosivo di Ground Zero.

"Per ora non possiamo fare molto. Abbiamo iniettato ben tre dosi dei nano-bot, dobbiamo solo aspettare e monitorarlo. Il suo corpo è in uno stato molto delicato" espirò David, poggiando una mano sulla fronte di Deku. "La sua temperatura è molto bassa. Non va bene, se andasse in ipotermia a causa di quel Quirk, potrebbe distruggere i nano-bot e rendere invano il trattamento. Melissa, procurami circa tre coperte termiche, dobbiamo in qualche modo innescargli la febbre".

"Meglio se andiamo fuori, ragazze. Dovremmo anche avvisare che il matrimonio è ormai saltato…" proferì tristemente Momo. 

"Che diremo alla stampa?" sospirò Mina, aprendo la porta. Per poco non gridò di terrore a due occhi rossi dispiaciuti che la fissavano con un enorme senso di colpa. "E tu che vuoi? Non puoi stare qui, vai da un'altra parte! Anzi, tornatene a casa che hai già fatto abbastanza!". 

Momo ebbe la brillante idea di spingere tutti fuori dalla stanza di Deku per non destare problemi, dopotutto era un ospedale e anche molto rinomato. Kirishima sembrava molto più lucido di quanto non fosse stato prima, aveva un cerotto sulla guancia e gli occhi arrossati. Si torturava nervosamente le mani, non riuscendo a mantenere un contatto visivo.

"Non so cosa mi sia preso, ma non è vero che io e Baku-bro ce la siamo spassata fin da tempi del Liceo" pronunciò. "Ero solo arrabbiato che mi avessi chiamato maiale, però mi vergogno di aver fatto tutto da solo. Ero talmente ubriaco che mi sono buttato su Katsuki dicendogli che Izuku non lo avrebbe mai scoperto ed era solo un innocente gioco per testare chi baciasse meglio" raccontò, sempre più tremante di vergogna. "Ma poi mi sono fatto prendere la mano, Katsuki che mi incitava a proseguire ed io poi…".

"Sei stato un vero idiota. Delle semplici scuse non basteranno! Midoriya è distrutto!" rimproverò ancora Mina, facendo un passo avanti. "Ero convinta che tra di noi le cose fossero chiare, Ei… e invece dovrai darmi delle scuse".

Kirishima non trattenne le lacrime e dopo diversi anni sentì nuovamente quell'opprimente debolezza schiacciargli il petto, fargli male. Sentì di aver effettivamente fatto qualcosa di estremamente grave. 

"Mi dispiace…" sussurrò con le lacrime che cadevano copiose. 

Mina, nonostante la rabbia che covasse dentro, si sentì anche un po' in colpa, non era abituata a tenere distante una persona, a meno che non fosse un Villain, quindi dolcemente gli prese una mano e lo trascinò via, facendo un cenno alle sue amiche che capirono che avrebbe fatto qualcosa lei per calmare, punire e forse perdonare Red Riot.

"Beh, vado a vedere che dice Denki" annunciò improvvisamente Jiro, sapendo che il suo fidanzato storico era stato ricoverato nella stanza ventuno. Salutò, proprio come Mina, sparendo dentro un ascensore per raggiungere il secondo piano.

Momo e Ochako decisero di tornare a casa, sentivano la stanchezza di una notte veramente pesante. Shoto, che era rimasto silenzioso, si propose di riaccompagnare tutte, anche Tsuyu e Hagakure. Tutti avevano la stessa espressione: la morte nel cuore…

 

"Matrimonio annullato per i due Simboli della Pace…".

"Deku e Ground Zero: storia finita?".

"Il Simbolo della Pace rifiuta il matrimonio. Lealtà al popolo o solo capriccio?".

Katsuki aveva mal di testa e leggere le notizie di quegli inutili scoop non facevano che peggiorarlo. Come previsto, nonostante Endeavor avesse cercato di evitare di far saltar fuori il vero motivo dell'annullamento del matrimonio, alcune persone al Crimson Rouge avevano rilasciato delle interviste rapiti da ingenti somme di quattrini e adesso la maggior parte del mondo sapeva che Deku lo aveva lasciato.

-Stronzate!- era stato il suo pensiero, nonostante, ora a mente fredda, iniziava a pensare che effettivamente il suo Izuku non lo avrebbe voluto più vedere per il resto della vita.

Sospirò, aprendo e chiudendo la mano destra che a furia di quelle lavande gastriche per eliminare la post-sbronza e i vari medicinali si sentiva il braccio intorpidito. Due giorni, venti chiamate da suo padre, cinquanta da sua madre e centoventi messaggi da parte di Kirishima e altri suoi amici. Non aveva risposto a nessuno. Nemmeno alle due chiamate di Inko. Sua madre aveva tutto il diritto di volerlo morto. Già era stato complicato farsi accettare come fidanzato ai tempi del liceo, adesso aveva solo riportato le cose peggio di quelle di un tempo.

Voleva vedere Deku, ma Melissa e David gli avevano gentilmente detto di evitare, dato che la psiche di Deku, nonostante si fosse fortunatamente risvegliato da poco più che sei ore, era troppo debole per sopportare tutto. Ma non poteva lasciare le cose così, il giorno prima sarebbe stato celebrato il loro matrimonio.

Alla mano destra portava anche l'anello di fidanzamento. Ora si sentiva di non meritarlo.

Colto da un guizzo di rabbia e determinazione, buttò le coperte oltre il letto e si propose di andare a vedere il suo Deku. Sapeva che la stanza era proprio al piano superiore, la settantaquattro. Attento, salì una rampa di scale e raggiunse il piano in questione, tentando di mantenere un profilo basso.

"Ground Zero" chiamò una voce di donna alle sue spalle. Infastidito si voltò, era una candida infermiera con due occhi rossi e squame sulle guance traslucide. "Cerca Deku? Al momento è in cardiologia".

"Come in cardiologia? Che significa?!" esclamò il biondo, visibilmente scosso.

"Non c'è nulla di cui preoccuparsi, sto bene".

Quella voce… quel timbro stanco ma inconfondibile. Il tempo sembrò rallentare e il corpo appesantirsi. Kacchan notò l'infermiera superarlo con un sorriso, dirgli qualcosa inerente al referto che portava tra le mani e quello sguardo che da dolce lo trapassò come lance roventi. Che si aspettava? Che lo avrebbe perdonato?

Era seduto su una sedie a rotelle, Melissa lo spingeva, anche lei sembrava turbata. Anzi, lo era e come. 

"Oggi ti dimettono, tornerai a casa" mormorò freddamente Deku. "Bene, sono contento". 

Era terribile a mentire. Kacchan non sentiva rabbia, solo rimorso; aveva pensato che, come un tempo, al suo risveglio Deku lo avrebbe perdonato e invece no. Avrebbe faticato per rimettere le cose a posto!

Melissa spinse Deku nella stanza, lo aiutò a stendersi sul letto, rimettendogli due elettrodi sul petto e una flebo nel braccio. Lo salutò e sparì, non senza aver degnato Kacchan di una lunga occhiata carica di avvertimenti. Deglutì, non aveva mai avuto questa paura in tutta la sua vita: entrò nella stanza e chiuse piano la porta. Ora era faccia a faccia con Deku.

"Come stai?" chiese, avvicinandoglisi al letto.

"Non nelle migliori condizioni. Il mio cuore è affaticato, dovranno passare circa otto mesi prima di riuscire a esercitare nuovamente l'One for All. Nel frattempo sarete tu e Shoto a proteggere i cittadini" pronunciò con voce atona, guardandolo.

"La piaga?".

"Si è fermata. Secondo Melissa il mio corpo dovrebbe essere in grado di guarire con quelle iniezioni costanti di nano-bot".

Notò che alla mano destra di Deku mancava l'anello. 

"Deku" disse, cercando di prendergli la mano. Ma l'altro la ritirò, dandogli uno sguardo tagliente. "Mi dimetteranno dopodomani. Tornerò a casa da mia madre".

"M… ma perché? Abbiamo il nostro appartamento!" replicò disperato Katsuki. 

Deku sospirò, guardandolo negli occhi con dolore vivido, poi voltò la testa verso la finestra dove fuori pioveva. "Io e te non siamo più che Pro Hero. Non c'è motivo di vivere insieme. Non c'è motivo di essere fidanzati. Non c'è motivo di sposarsi".

Katsuki strinse i pugni, rabbioso. Gli faceva male, Deku non gli aveva mai parlato con tanta rabbia, si sentiva di esplodere ma se lo meritava e allora perché voleva solo urlare? 

"L'anello non l'ho tolto. Tu però sì!" tuonò, afferrandolo per una spalla.

"Non toccarmi!" sibilò l'altro, schiaffeggiandogli la mano. "Mi sembra una presa per i fondelli! Perché dovrei tenere un anello che non ha più alcun valore? Se vuoi illuderti, fallo! Anzi, perché non chiedi al tuo Kirishima di sposarti?".

"Io non lo amo, Deku!".

"Non ti credo! Non ti saresti mai spinto con lui se fosse stato solo un gioco!" ruggì Deku, mettendosi seduto con rabbia. Ora stava ansimando, il suo cuore pulsava nel petto.

"Io sono innamorato di te! E' vero, non ci sono scuse per ciò che ho fatto, ma dammi una cazzo di possibilità!".

Deku iniziò a tossire, il cuore gli stava battendo a due ritmi diversi, sentiva di mancargli l'aria. Stava soffocando sotto gli occhi di Katsuki. 

"V… vattene via! N… non ti voglio… più… vedere!" ansimò.

Kacchan premette il bottone posto sulla testiera del letto per chiamare i medici. Approfittò del trambusto per sparire: ora era tutto finito ed era stata solo colpa sua...

  
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