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Autore: Ahimadala    19/06/2021    1 recensioni
Ci sono campane nuziali all'orizzonte.
Hermione Granger, felicemente single, si ritrova sotto il mirino di tutte le riviste di gossip quando il matrimonio del suo ex, Ron, si avvicina.
In preda alla disperazione, si allea con il suo rivale sul lavoro, il single seriale, ma altamente desiderabile secondo i giornali, Draco Malfoy.
Il loro piano é semplice: trascorrere due settimane fingendo di essere follemente innamorati per poi andare ognuno per la propria strada una volta concluso il matrimonio.
Dovrebbe esser facile.
Loro sono, dopotutto, cordiali nemici.
Questa storia NON è mia, ma è la traduzione dell'opera di Senlinyu e Stargazing121.
Genere: Commedia, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Da quando siamo entrati a conoscenza della ricchezza, della storia amorosa e della condizione finanziaria di un certo signor Draco Malfoy, abbiamo notato che una grande malattia sembra aver travolto Londra e le aree circostanti. Le giovani donne single sembrano inspiegabilmente cadere, svenire e perdere il senso dell' equilibrio ogni volta che si trovano a distanza di sputo - o di cattura - da Draco Malfoy

Abbiamo chiamato questo strano fenomeno la Malattia Matrimoniale di Malfoy. 

Pochissime donne sembrano non essere state toccate da questa afflizione, e ci sono voci che il Ministro stesso intenda parlare alla nazione sul controllo della diffusione di questa strana e degradante malattia. 

Tuttavia, si potrebbe affermare che il più afflitto da questa piaga non sia altri che il signor Malfoy stesso, che sembra aver subito diverse molestie negli ultimi tempi. 
Abbiamo anche notato che il signor Malfoy sembra aver preso le distanze dai suoi soliti appuntamenti seriali, e ci chiediamo se questa malattia matrimoniale che travolge le donne di Londra abbia qualcosa a che fare con tutto ciò.

Ci auguriamo recuperi presti la sua salute e la sua vita da donnaiolo. 

- Febbraio 2009, The Social Snitcher, in Witch Weekly

Granger camminava a passo svelto. Era come se fossero in ritardo per qualcosa anziché in anticipo di dieci minuti. 

"Puoi rallentare?" I passi privi di fretta di Draco lo stavano lasciando più di dieci metri dietro di lei. "Sembra che tu stia cercando di scappare da me, piuttosto che essere innamorata".

I passi della Granger rallentarono progressivamente, e lei gli rivolse quello che sarebbe stato facilmente definito un "sguardo abituale" prima di fermarsi. Fece una pausa e forzò il sorriso più poco-convincente che lui avesse mai visto, assumendo un' andatura da bradipo.

"Ho detto di rallentare, non di regredire a un uomo di Neanderthal", disse lui. 

"Credevo che quella fosse più o meno il tuo stato".

"Su, su." Le afferrò il braccio, che le pendeva flosciamente dal fianco nella sua continua imitazione neolitica, e lo incastrò ad angolo contro il proprio gomito. "Dovremmo impersonare una coppia felice. So che la realtà è il piú lontana possibile da  "felice" o "coppia", ma sforzati di provare".

"Certo, ti adoro". Spostò  i suoi capelli, sporgendo il mento in avanti in un modo che non appariva esattamente infatuato, ma era decisamente meglio della sua precedente rappresentazione. "Come potrei farne a meno, sei l'incarnazione fisica di praticamente qualsiasi difetto di carattere conosciuto dall'uomo".

"Grazie al cielo, ti ci sono voluti solo quasi vent'anni per capirlo". Draco le diede una pacca sulla mano con un gesto vagamente condiscendente, facendo sì che le dita della grifona si arricciassero ad artiglio contro l'interno del suo gomito.
Soppresse una risata e qualche battuta su gattini e artigli. "Ricordati di sorridere, tesoro, e cerca di sembrare un po' meno costipata".

Quando raggiunsero la sala riunioni, la Granger aveva l'aspetto di qualcuno che era stato costretto a mangiare un po' del misterioso polpettone della mensa del Ministero, e la sua palpebra sinistra si stava contorcendo per l'irritazione repressa. 

"Non dimenticare che devi stare dalla mia parte durante la riunione" disse tra i denti mentre le teneva la porta, da perfetto gentiluomo qual'era.
La grifona riuscì persino a dire un "grazie" vagamente sincero mentre lo superava ed entrava nella stanza con la schiena rigida come una lavagna.  

"I tuoi desideri sono i miei desideri".
Il biondo si avvicinò alla sua solita sedia e la tirò gentilmente fuori per farla sedere. 

Si aspettava che lei obiettasse che  avrebbero dovuto sedersi dalla sua parte del tavolo invece che da quella di Draco, ma invece si accomodò senza dire una parola, tirando fuori una pila di documenti da una borsa incredibilmente piccola. 

"Dì," scivolò sulla sedia il ragazzo, mormorando un incantesimo cuscinetto, dato che il Ministero sembrava incapace di comprare sedie che non facessero intorpidire il sedere in meno di cinque minuti, "sai per caso cosa riguarderá questa riunione?"

Probabilmente era una domanda stupida: era Hermione Granger, certo che lo sapeva.
Sembrava che le fosse andato qualcosa di traverso. Forse, l'Angel's Delight - una sostanza gelatinosa traballante e rosa opaca - dal cabaret culinario di ieri.

"È la riunione annuale del bilancio dei dipartimenti". La sua voce sussurrata stava praticamente vibrando dall' incredulità. "Non vi siete preparati per questo?"

"Oh, quella riunione annuale del bilancio". Draco girò la testa per affrontarla e le rivolse il suo sorriso sicuro e preparato.
"Sono interamente, completamente preparato. Ho finito tutto il bilancio la settimana scorsa, un gioco da ragazzi".

Hermione sembrava interamente, completamente non convinta.
Ed aveva ragione, dal momento che lui stava mentendo spudoratamente, ma o lei era stata troppo educata per metterlo in discussione, il che era strano, visto che di solito non si faceva scrupoli a rimproverarlo, o era rimasta scioccata dalla sua apparente mancanza di etica del lavoro, il che era molto più plausibile. 

Avrebbe potuto rimuginare di più sul comportamento insolito della Granger se Blaise non fosse apparso, incombendo su Draco come un Conte Dracula dall'aspetto piú continentale. 

"Sei al mio posto". Disse Blaise, guardando Draco da sotto la curva del suo naso.

"Lo so, ma ho dato a Gra - Hermione la mia sedia".

Blaise alzò prima un sopracciglio e poi l'altro.
Draco non era sicuro su quale fosse l'esatto ordine delle cose che aveva provocato l'alzata prima di uno e poi dell'altro: il fatto che la Granger fosse seduta sulla sua sedia e che lui l'avesse chiamata per nome, o viceversa?

"Non stavo chiedendo alla signorina Granger di spostarsi. Sto chiedendo che tu rimuova la tua persona dalla mia sedia".

Hermione spostò indietro la sedia. "Sono abbastanza felice di spostarmi -"

"No, non lo sei". Draco mise la mano sullo schienale della sua sedia e la spinse con decisione. "Mi dispiace, Blaise" disse Draco, senza sembrare affatto dispiaciuto. "Ma non posso proprio sopportare di separarmi da questa donna". Alzò la mano, toccando brevemente la parte superiore di quella della Granger. "Sono innamorato". 

L'intera stanza cadde nel silenzio.

"Sei innamorato." Blaise ripeté le parole come se Draco avesse appena annunciato di essere stato infettato da qualche virulenta malattia sessuale.

"Follemente" replicò Draco, sentendo che quel sentimento non era del tutto falso. Era folle per aver acconsentito al piano che la Granger aveva escogitato. 

Non avrebbe mai dovuto accettare il suo stratagemma.  Era ridicolo. Assurdo, persino. Un disastro sul punto di esplodere. Nessuno gli avrebbe creduto.

Erano rinomati, dopo dieci anni di reciproco antagonismo, per la loro forzata convivenza in questo limbo di cortesia e cameratismo. Come l'aveva messa? Ah, sì. Cordiali nemici. Titolo accattivante, non poteva che essere d'accordo. 

"Di Hermione Granger" disse Blaise, in modo piatto. Si voltò verso la Granger come se cercasse una sorta di conferma, ma all'annuncio di Draco lei era diventata rossa, gli occhi spalancati e le labbra dischiuse. 

Non sembrava esattamente l'immagine dell'amore, era in realtà più vicina all'immagine dell'arresto cardiaco. 

"Beh, sai com'è," disse Draco, non sapendo affatto com'era. "Un giorno stai tranquillamente portando avanti la tua vita, e quello dopo guardi una donna che conosci da quando avevi undici anni e improvvisamente ti rendi conto di cosa ti sei perso".

"Ma lei ti odia". Blaise guardò di nuovo la Granger, i cui occhi erano ora così spalancati da mostrare interamente le sclere bianche. "Tu lo odi, vero?"

Draco avvolse un braccio intorno alle spalle di Hermione, tirandola vicino a sé in un modo più fraterno che erotico. "Ah, ma cos'è l'odio se non amore capovolto".

"Tu", si rivolse Blaise alla Granger, "l'hai chiamato idiota nella riunione della settimana scorsa".

"Io -io -" balbettò lei, prima di essere interrotta - o salvata - da Draco: 

"Solo una battuta scherzosa".

"E hai detto che non hai capito come mai non era ancora stato licenziato".

"Solo preliminari verbali". Quando Blaise sembrò poco convinto, Draco aggiunse: "Sto attraversando una fase di sottomissione".

Blaise non disse nulla. La Granger riuscì ad assumere una spettacolare tonalità di rosso-Weasley.

"Sai" disse Draco, alzando la mano e agitandola in aria, imitando un movimento di percosse, "donne vestite di pelle, fruste, catene, Hermione con la sua voce da maestrina che mi dice che sono stato un ragazzo molto cattivo -"

"Se non la smetti di parlare, ti prendo a pugni" disse la Granger sottovoce, con un'aria mortificata, una combinazione di rabbia e stupore.

Draco si voltò verso di lei, poggiando il mento sul palmo della mano. "Prometti?"

La bocca di lei si chiuse di scatto mentre guardava la stanza con aria inorridita. 

"- Oh Merlino, basta!" Blaise si strofinò gli occhi come se cercasse di rimuovere definitivamente le immagini che la sua immaginazione gli stava ora fornendo. "Ti conosco da tutta la tua vita da adulto, e ho già visto troppo di te; non ho bisogno di conoscere la tua vita sessuale".

"Bisogno o voglia?"

"Ti avverto, Malfoy". Blaise tese il dito e lo agitò nella direzione di Draco. 

"Oh così, papà" disse Draco, alzando la voce in un falso falsetto e sbattendo le ciglia, "dammelo per bene". 

L'intera scena era ridicola. Chi poteva anche solo immaginare Hermione Granger in abiti fetish? Era una ragazza sempre in maglia e cotone.
Dubitava che possedesse qualcosa di pizzo, figuriamoci di pelle. 

Certo, il suo outfit attuale le dava un aspetto da maestrina, ma aveva annulato ogni possibilità di sex appeal abbinando la camicetta ad un bruttissimo cardigan di lana.  

"Sei un essere terribile" disse Blaise, interrompendo i suoi pensieri. 

La Granger sembrava ancora troppo inorridita per parlare.

L'angolo della bocca di Draco si sollevò in un sorriso. "Sei consapevole che gli insulti sono ciò che attualmente mi eccita, vero?"

Draco avrebbe continuato, ma sfortunatamente il capo della Commissione Bilancio decise di entrare nella stanza proprio in quel momento. "Blaise" disse, facendo cenno alla solita sedia della Granger adesso vuota, "siediti e smettila di bloccare il traffico".

Blaise aveva l'aria di uno che serba l' omicidio nel cuore mentre si dirigeva verso l'altro lato del tavolo. Draco gli rivolse un sorriso mentre  il ragazzo tirava fuori la sedia e si sedeva senza la sua solita viscida grazia.
Mentre Blaise faceva questo, Draco si accorse  di avere degli occhi su di lui, ma non il solito sguardo femminile a cui era stato sottoposto nelle ultime settimane. Questi sguardi erano più che altro di malsana incredulità. 

"Ci stanno guardando tutti" disse la Granger a bassa voce, scuotendo le spalle nel tentativo di liberarsi dalla sua presa. 

 "Non era questa l'idea?" disse lui, altrettanto tranquillo. 

"Sì..." finse di cercare qualcosa nella borsa per potersi avvicinare e parlare con discrezione. "É che la realtà di tutto ciò è decisamente peggiore rispetto a quello per cui cui mi ero emotivamente preparata".

"Lo so, sono piuttosto indomabile ". 

Il rossore della Granger - che era già abbastanza esteso da poter cucinare un'intera colazione sulle sue guance - migrò lungo il collo, facendo diventare la sua pelle di una bella tonalità di rosa a chiazze. 

"Se puoi, per favore, astieniti dal parlare fino alla fine di questa riunione, e tieni le mani a posto", si scrollò di dosso il suo braccio "siamo in un ambiente professionale".

"Intendi parlare in generale o solo con te?"

Draco si sedette di nuovo sulla sedia di Blaise, grato di aver messo quell'incantedimo cuscinetto, e si preparò ad affrontare una riunione di un'ora alla quale avrebbe dovuto contribuire a malapena.

Il Quidditch era il Quidditch, ed era una delle maggiori fonti di divertimento e di entrate per la società dei maghi. Non si era mai preoccupato dei tagli di bilancio o di dover lottare per assicurarsi che i suoi progetti ottenessero i finanziamenti necessari.
Il più grande evento che era incaricato di organizzare sarebbe stato la prossima settimana, e gli erano stati dati fantastici finanziamenti per esso. Dato che avrebbero partecipato i migliori talenti attuali del Quidditch e dello sport e che si sarebbe tenuto nel centro di Londra, quel budget era stato assegnato con molta rapiditá. Un grande budget era, naturalmente, necessario per il tipo di evento che avrebbe organizzato. 

Stava giusto ripassando mentalmente quale dei suoi smoking avrebbe indossato all'imminente evento, quando le sue profonde cogitazioni mentali furono interrotte dall'uso entusiasta del suo nome da parte della Granger.

"Draco ha accettato di tenere una partita di beneficenza a giugno per il fondo di conservazione, il che dovrebbe livellare perfettamente il nostro budget". 

Lui sbatté le palpebre. "Pardon?" disse, la sua voce circa due ottave più alta del normale. 

Granger si voltò, la sua espressione estasiata. "Oh, stavo dicendo a tutti che hai accettato di ospitare una raccolta fondi per aiutare il Dipartimento delle Creature Magiche per l'habitat delle Doxy".

"Davvero?" questo non era da lui, soprattutto se si trattava una creatura odiosa come le Doxy. Piccole fate velenose simili a ragni, con denti e ali da scarafaggio. Un brivido si insinuò lungo la sua spina dorsale, come lo strisciare a venti dita di una Doxy.
A Draco non piacevano gli insetti. 

"Sì, nel nostro incontro privato di prima, perché sai quanto è importante per me". Il sorriso della Granger era luminoso e il suo sguardo assassino, e se Draco stesse effettivamente attraversando una fase di sottomissione, la vista avrebbe fatto meraviglie per la sua libido. Sfortunatamente, non era quello il caso, e l'effetto di tale sguardo da femme fatale non fece altro che far raggomitolare e morire qualsiasi passione lussuriosa potesse avere.

Hortense Fletcher, il suo capo, si voltò verso di lui. "Davvero?" Disse Fletcher, la disapprovazione evidente sul suo volto e nella sua voce. "Noi abbiamo il budget per farlo?" 

Era un 'noi' reale, un 'noi' di tutto il Dipartimento degli Sport Magici e, contrariamente alla credenza popolare, non amavano condividere. 

Gli occhi di Draco volarono su Blaise, che fece finta di non notarlo per un mezzo secondo di troppo per la sua sanità mentale, prima di fare un cenno di conferma con la testa. 

"Sì" disse Draco, sfoderando un sorriso fiducioso, "abbiamo il budget per una piccola raccolta di fondi per quelle fastidiose, piccole Doxie".

"In realtà", Granger fece balenare un sorriso brillante per tutta la stanza, "parte del nostro lavoro è eliminare l'idea che le Doxies siano parassiti e aiutare la gente a capire che semplicemente non hanno le aree di habitat appropriate".

"Le vostre Doxie, ne sono certo, sono deliziose. In cambio" disse Draco, puntando questa volta il suo inespugnabile sorriso su Fletcher, "Hermione è stata così gentile da riconsiderare la sua precedente opinione sulla semifinale nazionale di metà stagione di Norfolk Downs". 

Granger emise un piccolo suono contrariato vicino al suo orecchio. " Norfolk Downs é il terreno di accoppiamento degli Horklump, la proposta del vostro dipartimento trascurava la fase lunare -" 

"Non ci sogneremmo mai di interferire con la loro copulazione". 

Hortense Fletcher fece una smorfia, ma era quella che faceva sempre quando era tollerabilmente soddisfatto, e Draco poté affermare che aveva mangiato il pasticcio di spinaci e ricotta per pranzo, perché gli era rimasto incastrato tra i denti. 

"È stata una gioia per gli occhi" disse Blaise una volta conclusa la riunione, seguendoli fuori dalla stanza come uno stalker. "Devo aspettarmi altri nepotismi sessuali? giusto per sapere se devo contabilizzarli nel bilancio del prossimo trimestre".

"Non lo so." Le sopracciglia di Draco lampeggiarono, cosa che non sapeva  potessero fare. Si piegò sulla Granger. "Avremo altre sorprese inaspettate?"

Lei sbatté le ciglia. 

"C'è un tipo di sorpresa che non sia inaspettata?" gli sorrise, ma i suoi occhi erano velenosi. "Forse potremmo parlare in privato?"

Draco era davvero stufo del suo eccesso di sorrisi.
"Non riesco ad esprimere quanto sia d'accordo sul fatto di avere un momento tutto per noi". 

"Ok" disse Blaise, allungando la 'o' fino a riempire lo spazio imbarazzante tra tutti loro, "torno al lavoro. Draco, ci vediamo... quando avrete entrambi finito".

"Vorresti spiegarmi?" disse Draco, poggiando il proprio piede sul ginocchio mentre si sedeva di nuovo sulla sedia di fronte alla scrivania della Granger. 

"Ho pensato che una raccolta fondi fosse più che appropriata, visto che hai deciso di rivelare i dettagli della nostra animata vita sessuale a tre diversi capi dipartimento. Tra cui il mio supervisore, il tuo supervisore, il capo della Commissione per il bilancio e due miei colleghi". Ora che erano rimasti soli,  sembrava abbastanza furiosa da sputare. I suoi capelli erano sul punto di prendere vita. 

"Se vogliamo vendere questo" - gesticolò avanti e indietro tra loro - "allora dobbiamo fare pubblicità. Non puoi essere così ingenuo da pensare che la gente si beva questo" - questa volta fece un movimento circolare per incapsulare tutta se stessa, come se fosse l'intero numero, cosa che tecnicamente era - "se non lo abbelliamo un po'". 

La grifona inspirò profondamente dal naso e si sedette lentamente dietro la scrivania, le nocche bianche.

"Speravo che avremmo dimostrato una connessione più... intellettuale". Raddrizzò le spalle, apparentemente determinata a mantenere il suo stratagemma nonostante la sua nuova reputazione da dominatrice. "Ovviamente ci siamo innamorati lavorando insieme, quindi... non credo sia necessario che ci comportiamo come se l'unica cosa che ci unisce sia la perversione che hai deciso arbitrariamente di appiopparmi. Ci siamo detti 'innamorati', quindi non c'è motivo di essere così - apertamente carnali".

L'immagine sfocata della Granger come dominatrice balenò di nuovo nelle profondità della sua mente. Draco trasalì. Si ritrasse. "Che cosa intendi per 'non apertamente carnale'? Non ho intenzione di farti infangare la mia reputazione perfettamente irrispettosa dando l'impressione che siamo in preda all'amore puro e casto". 

Un rossore scarlatto le inondò le guance, non così grave come il rosso-Weasley di prima, ma ancora piuttosto prominente. "Be', grazie alla tua performance nella riunione di bilancio, non credo che ci sia alcuna possibilità che ciò accada. Dovresti convincere la gente che mi ami, non che vuoi semplicemente venire a letto con me. Pensi di riuscire a fare questa distinzione, o tutto deve essere assolutamente sconcio con te?"

"Sconcio è divertente" disse Draco, tirandosi su, convinto di avere infinitamente più autorità di lei sull'argomento.

"Non sono una persona sconcia, lasciva o oscena". Le sciglia scure della grifona sbatterono mentre Draco scrutava il suo viso. Le sue labbra si aprirono, e la punta della lingua guizzò fuori e passò sul suo labbro inferiore, un rapido lampo di  rosa. 

La bocca di Draco si seccò inaspettatamente, e ci fu una pausa prima che si rendesse conto che lei si aspettava una risposta. 

"Hai appena detto 'osceno'?" La sua voce saltò di mezza ottava e dovette tossire. "Non credo di aver sentito quella parola da quando mia nonna...".  

"Zitto." Lei sgranò gli occhi. "Il punto è che nessuno crederebbe mai che mi sono improvvisamente trasformata in te. " Sbuffò, deridendolo. "Dovremmo fingere sentimenti credibili, non diffondere in giro il pettegolezzo delle nostre scopate veloci e sporche. Stiamo fingendo una relazione, non un'avventura di una notte".

Lei aveva - e lui rimpanse questa ammissione con ogni cellula del suo corpo - ragione. Non era il tipo di ragazza da una botta e via. Il pensiero che la Granger potesse anche solo contemplare l'idea di un'avventura di una notte era assurdo.
Non era il tipo di ragazza che al primo appuntamento faceva scorrere l'alluce lungo la sua caviglia, sorridendo civettuola contro il bordo del bicchiere. I suoi occhi che danzano ad ogni sorso di champagne, mentre il suo piede scivola più in alto, seguendo la cucitura interna dei suoi pantaloni, fino a quando lei... 

Oh. 

Oh. no. 

Oh diavolo no.  

La scena sensoriale scoppiò come un tappo di champagne. 

Il biondo si bagnò le labbra e si raddrizzò sulla sedia, cercando di tenere gli occhi sul viso della ragazza, ma poi lei si mordicchiò il labbro inferiore, il che non fu di grande aiuto. Sollevò lo sguardo e scoprì che lo stava fissando, apparentemente in attesa che dicesse qualcosa. 

"Non vedo la distinzione", disse lui, cercando di ricordare quale fosse  esattamente l'ultima cosa che aveva detto. Era lecito supporre che fosse stato sul punto di dissentire con ciò che aveva detto e che il disaccordo potesse implicare una distinzione di qualche tipo.

"Certo che no". La sua espressione si inacidì. "Quello che è successo oggi non è stato corretto. Se vogliamo che questo abbia successo, dobbiamo concordare che, d'ora in poi, il lavoro ne resterá fuori. La nostra finta relazione non deve avere alcuna ripercussione sulla nostra vita professionale. Nessuno dei miei amici crederà che qualcuno innamorato di me condivida liberamente i dettagli della mia vita sessuale. Possiamo farlo al Ministero, ma i nostri veri lavori ne restano fuori. D'accordo?" 

Il suo tono era tagliente, e gli provocó una scossa inaspettata.

"Sì, sì", sospirò, alzando la mano destra come per fare un giuramento. Aveva la sensazione che lei avrebbe apprezzato la serietà con cui stava prendendo il suo comando. "Sono d'accordo". 

La ragazza espirò profondamente. "Sono sicura che possiamo farlo passare per uno scherzo. Non credo che qualcuno ci sia cascato oggi. Possiamo convincerli in altri modi. Siamo entrambi abbastanza intelligenti, sono sicura che possiamo farcela".

***

"Certo che lo siete".

"Lo siamo!"

"Certo, ti credo" disse Ginny in un tono chiaramente inteso ad indicare che era una madre molto stanca di tre figli e si rifiutava di essere coinvolta in discussioni irrazionali.

"Io e Draco usciamo insieme" disse Hermione con fermezza. Era determinata a dimostrare che fosse possibile convincere la gente della validità dei suoi sentimenti per Malfoy senza coinvolgere la loro immaginaria vita sessuale.

"Uh-huh", fu tutto quello che disse Ginny. 

Dare la notizia della sua felicità sentimentale si stava rivelando leggermente più difficile del previsto.

Erano tutti talmente ansionsi che Hermione avesse una relazione, che  aveva dato per scontato che sarebbero stati entusiasti e sollevati alla notizia e che le avrebbero creduto subito quando avrebbe annunciato che ne aveva una.
In particolare con un uomo vero, umano. E uno che conoscevano.  

Nessuno le credeva. 

Né Molly. Né Harry. Né Ginny. Nemmeno Arthur, che Hermione pensava avrebbe creduto indiscutibilmente a qualsiasi cosa lei dicesse. 

Aveva trascorso tutta la cena ad affermare la sincerità dei suoi sentimenti appassionati per Malfoy e ad assicurare più e più volte a Molly che non aveva bisogno che la sistemasse accanto a  Cormac, perché Malfoy era il suo accompagnatore. Avrebbero partecipato al matrimonio insieme, come una coppia. Sarebbero stati seduti insieme al ricevimento, tenendosi per mano, facendosi piedino, comunicando l'uno con l'altra tramite microespressioni e teneri sorrisi o qualsiasi cosa fosse che le coppie fanno quando sono follemente innamorate. 

Ma nessuno le aveva creduto. 

Era una fortuna che Ron e Pansy non fossero in Gran Bretagna in quel momento o, Hermione sospettava, la casa sarebbe esplosa.

A Hermione non dispiaceva Pansy, ma il rapporto tra loro era sempre stato esattamente quello: Hermione come l'ex fidanzata che era ormai praticamente "parte della famiglia" che interagiva con Pansy, la nuova fidanzata, attuale fidanzata, presto moglie, che stava effettivamente per diventare parte della famiglia. 

I Weasley erano sempre stati un gruppo affiatato, e Hermione aveva capito fin dal quarto anno che il suo posto all'interno della famiglia era in definitiva subordinato al benvenuto di Ron e Harry, che per estensione si traduceva in quello di Molly. 

Pansy era, abbondantemente, tutte le cose che Hermione non era mai riuscita a essere quando usciva con Ron. Il tipo di fidanzata che voleva essere messa in mostra; che era felice di assistere a un allenamento di Quidditch indossando abiti d'alta moda, di viaggiare per le partite e partecipare agli after-party senza mai svignarsela, che poteva in qualche modo succhiarlo a Ron da sotto il tavolo in un modo che sembrava farlo innamorare sempre di più.  

Hermione non disprezzava Pansy, ma sentiva che se avesse voluto farlo, in quanto ex ragazza di Ron, non le sarebbe stato permesso. Era, dopotutto, l'unica persona a non fare parte della famiglia.

Per puro caso, Pansy stava partecipando a qualcosa di importante per chi viveva per la moda, e aveva portato Ron con sé come piccola "fuga" prima dello stress finale e dello tsunami del matrimonio. 

Hermione aveva colto l'occasione  per annunciare e normalizzare la notizia della sua vorticosa relazione in assenza di un ex che aveva certe conoscenze che avrebbero potuto rendere meno credibili le sue argomentazioni. Se la relazione fosse stata già accettata da tutti prima del ritorno di Ron, Hermione sentiva di avere molte più possibilità di risultare convincente. 

L'ironia di uscire con Malfoy era che, quasi dodici anni dopo la fine della scuola, Hermione era quella che ancora lo detestava piú di tutti e, purtroppo, gli altri ne erano al corrente. Harry e Ron si erano 'avvicinati' a Malfoy dopo anni di interazione con lui negli sport magici. Ron era un portiere professionista e Harry giocava regolarmente nel campionato interno di Quidditch del Ministero. 

Malfoy era tornato dal suo tour europeo con una personalità riformata, che non lo portava più a sogghignare implacabilmente contro tutti. Ora invece si approcciava alle persone con falsa sincerità. Se non considerava qualcuno degno del suo tempo, aveva la fastidiosa abitudine di dargli una rapida occhiata, seguita da un breve sorriso pietoso, e poi ignorarlo. Per sempre. 

Così aveva fatto con Hermione, riconoscendone l'esistenza solo quando si era trovata sulla sua strada.

Da adulto, sapeva come cavarsela quando necessario. Non lavorava spesso, ma quando ce n'era bisogno era un negoziatore spietato e prendeva sul serio i suoi 'doveri' per conto della lega di Quidditch della Gran Bretagna. Chiunque prendesse sul serio il Quidditch non poteva essere del tutto cattivo, secondo Harry e Ron.

Hermione, d'altra parte, disprezzava l'intero Dipartimento, e lo sport, e per estensione, Malfoy.
Anche se c'era molto da disprezzare di Malfoy già da sé.

Seguí Ginny al piano di sopra mentre era intenta ad allattare Lily, determinata a convincerla. Se Ginny ci avesse creduto, alla fine l'avrebbero fatto tutti, e se Ron fosse tornato e avesse deciso di fare qualche osservazione di denigratoria incredulità, Ginny l'avrebbe semplicemente schiacciato fino a renderlo bidimensionale. 

La testa di Lily era nascosta sotto la camicia di Ginny mentre sua madre alzava gli occhi ad Hermione per la quinta volta. 

Hermione piegò le braccia e si lasciò cadere sul secondo letto, accigliandosi.  

Non c'era motivo per cui non potesse essere follemente innamorata di Draco Malfoy. Non è che lui fosse ancora un Mangiamorte; aveva frequentato almeno una dozzina di nate-babbane nel corso degli anni. Hermione lo sapeva perché la notizia aveva scioccato i tabloid in un modo che era stato impossibile da ignorare.
Se voleva fare pessime scelte di vita ed entrare in una relazione con un uomo indegno, o anche essere abbastanza stupida da sviluppare sentimenti per lui, aveva il diritto di farlo. 

Malfoy era un bastardo donnaiolo, ma se Hermione avesse voluto uscire con uno di quelli, non c'era motivo per cui non potesse farlo. 

Interruppe il suo monologo interno. Stava divagando. Doveva essere follemente innamorata di Malfoy, e doveva inventarsi una spiegazione plausibile del perché. Questa era la sua idea originaria. Aveva detto a Malfoy che era sicura di potercela fare. Ne aveva fatto una sfida. Non aveva intenzione di lasciare che lui le dimostrasse il contrario.

"Sai...." iniziò e poi vacillò.

Ginny la fissò con un'espressione di stanca aspettativa.

"Noi - ci siamo innamorati - lavorando insieme. Sai che lavoriamo spesso insieme durante la stagione del Quidditch". Hermione si attorcigliò un ricciolo intorno al dito, strattonandolo. "Non è che l'avessimo pianificato. Tutte quelle lunghe riunioni di continuo. Era inevitabile".

"Tu e Malfoy?" Ginny disse con voce morta. "Eravate inevitabili?"

Hermione la fissò con orrore, e le ci volle un attimo per riprendersi. Emise un piccolo colpo di tosse in un tentativo di guadagnare tempo. "Sì! Voglio dire", deglutì, "non è male. Non è la persona peggiore con cui potrei uscire. Potrei uscire con chiunque. Potrei avere una relazione - se lo volessi".

Il sopracciglio destro di Ginny si inarcò bruscamente verso l'alto. 

Hermione piegò le braccia. "Non voglio. Sto solo dicendo che potrei".

"Avere una relazione? O uscire con qualcuno peggiore di Malfoy?" Il tono di Ginny era così secco che Hermione si sentì in qualche modo disidratata solo a sentirlo. 

"Be', entrambe le cose. Potrei fare entrambe le cose, se volessi. Anche contemporaneamente". A giudicare dall'espressione di Ginny, Hermione si sentì come se avesse perso di vista il punto del discorso. Agitò una mano. 

"Ma non è questo il punto. Non lo sto facendo! Esco con Malfoy e penso che dovresti essere felice per me e per la mia felicitá. Lui è intelligente. Lavora..."  cercò di pensare a qualcos'altro di positivo che si potesse dire di Malfoy e fece un buco nell'acqua. "Indossa abiti molto belli. E...!" Si scervellò. "La sua calligrafia è buona. È sempre stata leggibile. Non posso dirlo di molti uomini".

"Uhuh." Ginny sbirciò dalla scollatura della camicia la bambina che era parzialmente nascosta al disotto.

Stava diventando abbondantemente chiaro che fingere una connessione intellettuale con Malfoy era un'impresa destinata a fallire. Semplicemente non c'era nessuna connessione intellettuale plausibile da cui partire. Non avevano assolutamente nulla in comune, a parte il loro disgusto reciproco. 

Sconcio era interessante. Convincente.

Che Malfoy fosse dannato per aver avuto ragione su questo. 

"E - " le orecchie le bruciarono già prima che aprisse la bocca, " - c'è sempre stata molta -- energia tra noi. Lui non è esattamente timido e nemmeno io, e quando siamo soli - insieme - la tensione sale". Cercò di scrollare le spalle innocentemente. "E deve pur finire da qualche parte. Così, qualche settimana fa, durante una riunione noi -"

"Quindi è cominciato nel tuo ufficio?" Ginny sembrò improvvisamente interessata.

Hermione annuì lentamente, cercando di ricordare se ci fosse una linea temporale plausibile su cui poter costruire una relazione infuocata.

 Lei e Malfoy avevano avuto una feroce serie di incontri in quel periodo; c'era stata la questione riguardo al non ospitare partite di Quidditch troppo vicine ai boschi di Wandwood. Malfoy si era presentato con una legislazione del diciassettesimo secolo che lo autorizzava a usare le aree per lo sport dei maghi e Hermione aveva controbattuto con una legislazione più recente che proteggeva la produzione di bacchette e le colonie di Bowtruckle. 

Si scoprì che la legge originale non era stata annullata, e per la legge dei maghi questo significava che entrambe le leggi esistevano nonostante fossero in diretta contraddizione l'una con l'altra. Ciò si  trasformò in due giorni di straordinari insieme a Malfoy, entrambi costretti a trovare un compromesso legale che nessuno dei loro rispettivi Dipartimenti avrebbe potuto rovesciare. 

Riflettendoci adesso, le venne in mente che durante quelle riunioni avrebbero potuto ipoteticamente avvicinarsi l'uno all'altra durante una discussione, invadendo lo spazio personale dell'altro in una lite appassionata, finché non si sarebbero improvvisamente resi conto di quanto fossero fisicamente vicini. Forse - se Malfoy non avesse cercato di sfruttare quel problema legale per disturbare le colonie di bowtruckle in via d'estinzione, il tutto per un'esagerata partita di quidditch - Hermione avrebbe potuto pensare a qualcosa di diverso da che razza di piccolo scarafaggio disgustoso e cattivo fosse. 

La tensione sarebbe potuta cambiare. 

Malfoy era notevolmente più alto di lei. La fissava sempre ogni volta che erano entrambi in piedi, e c'era questa specie di intensità implacabile nei suoi occhi e nella sua voce quando era frustrato da lei.
Lui avrebbe potuto fare un passo avanti, e Hermione avrebbe ovviamente mantenuto la posizione, rifiutando di essere intimidita nel suo stesso ufficio, finché non si sarebbero ritrovati in piedi a pochi centimetri l'uno dall'altra, studiando i loro volti a vicenda, esausti per le trattative, con il sangue che pulsava, le emozioni sull'orlo di un crescendo.

"Hermione?"  

Hermione emise un sussulto sorpreso quando fu bruscamente strappata dalla sua fantasia interiore riguardo la figura ipoteticamente incombente di Malfoy e i suoi occhi d'argento scintillanti, e fu invece accolta dalla vista dello sguardo incredulo di Ginny. 

Le guance le bruciarono e lasciò cadere gli occhi sul suo grembo, agitandosi mentre scuoteva la testa. "Non volevamo che succedesse, è successo e basta. E poi ha continuato a succedere. Non vogliamo più continuare a nasconderlo".

Ginny sembrò riflettere. 

Stava funzionando. Hermione inspirò e andò al sodo. "Non dovete credermi. Nessuno di voi deve farlo. Pensavo solo che sareste stati felici per me. Non ha importanza. Volevo solo dirlo prima del matrimonio".

Lily stava cercando di allungare la mano e infilare le dita nella bocca di Ginny, ma lei afferrò la sua mano paffuta con precisione e la ricacciò giù dentro la camicia.

Ginny si spostò, incrociando le gambe e sporgendosi in avanti, cominciando improvvisamente a sembrare sinceramente interessata. "D'accordo, va bene. Dimmi tutti i dettagli. Perché ora sei così innamorata di Draco Malfoy?"

Hermione sbatté le palpebre. "Be' - sai, è molto alto".

   
 
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