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Autore: Izanami    30/08/2009    4 recensioni
Quando in situazioni pericolose nasce l'amore quasi per scommessa... ispirato all'omonimo film!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Pareti broccate, grossi lampadari e un’enorme scala troneggiava dinanzi ai suoi occhi, non era abituato a simili sfarzosità, la vita che aveva condotto prima era ben diversa, camminò ancora un po’ in avanti sentì il rumore di una maniglia e da una porta sulla destra  spuntò un uomo alto e possente, con un viso grosso e di un colore strano, come fosse violaceo, aveva la faccia puntellata da residui di acne giovanile e la testa quasi pelata.

Fumava un sigaro, gli si avvicinò scrutandolo dalla testa ai piedi, quei minuti di silenzio parevano un’eternità, quando poi fu quasi ad un palmo da lui aprì la bocca sottile per espirare fumo.

“vieni con me muoviti” disse solo questo e si voltò incamminandosi verso la scalinata dinanzi a lui.

La stazza lo appesantiva e camminava leggermente ondeggiando, saliva gli scalini con non poca fatica, e ad ogni passo alternava il sigaro alla bocca e cacciava fumo.

Lo condusse dinanzi ad un ascensore al primo piano

“entra, vai al decimo piano”

Quando si aprirono le ante e vi entrò senza proferire parola, si voltò e fece appena in tempo a vedere l’energumeno andare via verso altre scale, era consapevole che non sarebbe stato un bell’incontro.

Aveva solo sedici anni, aveva da poco preso la patente… l’unico suo diritto a quell’età, per il resto non disponeva di nulla, doveva sottostare al suo nuovo tutore… al suo nuovo “patrigno”.


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Entrò nell’aula di arte, si sedette nelle file di dietro e tirò fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette

“lo sai bene che è vietato fumare in luoghi pubblici”

Con la luce del sole sul viso spuntò dalla porta una ragazza alta, magrissima, con dei capelli talmente biondi da sembrare quasi albini, portava un amuleto al collo a mo’ di ciondolo, si avvicinò con fare sinuoso e intrigante.

“fratellino, lo sai benissimo… quante cose devo insegnarti…”

Con un tono di compatimento gli fece il gesto del “no” con il dito e con la stessa mano afferrò l’amuleto al collo, lo aprì e ne estrasse una linguetta con della cocaina appoggiata sopra, con disinvoltura la avvicinò alla narice destra e tirò su senza pensarci due volte.

“così si fa… è molto più semplice e da molta più carica”

“ti ho detto di non chiamarmi fratellino, io e te non abbiamo nessun grado di parentela”

“Fa come vuoi  Vegeta, io vado a vedermi lo spettacolo dell’arrivo delle nuove matricoline e il discorso dell’ennesimo benefattore della facoltà di scienze, a dopo”

Si voltò e senza rivolgergli neanche uno sguardo usci fuori dall’aula.

“tsk”

Aprì il pacchetto e estrasse una sigaretta e un accendino a zippo tutto d’argento, infilo il filtro tra le labbra e sfregò la pietrina sul jeans.

La fiamma arse il tabacco iniziale e lui inspirò con decisione, sentì ogni singola parte del suo corpo beneficiare, aprì la bocca e cacciò il fumo molto lentamente, stava proprio bene… solo con la sua sigaretta… solo con la sua solitudine…

...........


“Che trambusto,  al ritorno a casa comprerò dei dolcetti così potremo rilassarci per benino, sei d’accordo Bulma?”  Si rivolse alla figlia che non la stava minimamente ascoltando.

“Si… Si…” rispose assente, aveva lo sguardo verso la folla, cercava qualcosa… o qualcuno…

“Non c’è tesoro?” il vecchio la guardò sottecchi, sapeva che l’ex fidanzato della figlia fosse iscritto alla stessa università, voleva solo assicurarsi che lei non fosse ancora interessata a lui…

“Ma Papà cosa dici... chi?” rispose in maniera vaga per non destare sospetti, non dovevano assolutamente sapere che fosse ancora innamorata di lui... il suo lui!

Dagli altoparlanti si sentì una voce metallica di donna che provava il  microfono, tutti zittirono e cominciarono a sedersi... si dava inizio alla presentazione.

“Ehm... prova... prova... Benvenuti signori e signore, ragazzi e ragazze, studenti vecchi e nuovi... ihih...”

Era davvero una svampita la direttrice dell’università, era un fantoccio nelle mani dei benefattori, purtroppo funzionava così: Io metto i soldi e quindi IO comando!

“ … e adesso passerò la parola ad una persona eccelsa, una di quelle con la testa quadrata… ihih… ho l’onore di presentarvi il nostro nuovo socio per la facoltà di scienze: il dott. Brief!”

Partì un applauso scrosciante e delle risatine da parte dei ragazzi… il dottore si alzò  e si incamminò verso il palco lasciando il posto libero accanto alla figlia.

In men che non si dica fu occupato.

“Salve! Tu devi essere Bulma Brief giusto?” le parlava senza voltarsi verso di lei, continuava a rivolgere il suo sguardo davanti a se.

Sentita chiamarsi in causa Bulma si voltò e vide il volto della donna più bionda cha avesse mai visto in vita sua...

“Si...sono io...tu chi sei?” con tono bambinesco chiese chi fosse quella ragazza tanto sfacciata.

“Che cafona, non mi sono presentata, sono la  rappresentante del corpo studentesco mi chiamo C18, si scrive con la C ma si pronuncia con la S, sai non sono di qui...”

Finalmente si voltò verso di lei e la fisso con i suoi grandi occhi glaciali e le porse la mano con fare amichevole...

“Piacere mio, vedo che già conosci il mio nome!” era un po’ restia nel darle confidenza non riusciva a capire se poteva fidarsi di lei...

L’altra invece capì subito che la piccola turchesina fosse una bella peperina un po’ difficile da gestire...

“ehm... scusami, dovrei sedermi” riapparse dal lato il sign. Brief che aveva terminato il suo breve discorso.

“Ops, mi scusi, le lascio il posto, ho appena conosciuto sua figlia una ragazza molto dolce… credo che diventeremo grandi amiche”

Strizzò l’occhio sinistro verso Bulma e si alzò, con un piccolo gesto della mano fece per congedarsi e si allontanò

“Chi era quella ragazza tesoro?” chiese il padre appena seduto.

“Una che devo ancora capire Papà” rispose continuando a scrutare la biondina che si allontanava…


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 Salì al decimo piano, le porte dell’ascensore si aprirono direttamente in una stanza ampia e ancora più luminosa dell’atrio sottostante, davanti alle grosse finestre c’era una scrivania molto larga e dietro c’era una figura seduta.

“Benvenuto ragazzo” l’uomo si alzò e s’incamminò verso di lui…

Mentre gli si avvicinava notava sempre di più la sua bassa statura e il colore della pelle diafana, indossava un volgarissimo smoking bianco e una camicia viola… ridicolo!

“Ciao!” rispose con sarcasmo alla provocazione.

Lui lo fulminò con lo sguardo, come osava dargli del tu?

“Puoi chiamarmi Frezeer, Ragazzo, ma non rivolgerti mai più così hai capito?”

Ecco adesso lo odiava ancor prima di conoscerlo.

“si!” rispose secco.





Eccomi col secondo capitolo... ditemi se è piaciuto! ^_^
ringrazio:
Luna_07: Ciao... ^^ Sono contenta davvero che ti piacciano le mie fic, e mi fa piacere che trovi anche questa interessante!! ^^ Grazie!!  Bacio
 
stellina86: Ciao... ^^ Felice che la storia ti intrighi, mi auguro che continui a farlo... ^^ Bacio!!   



  
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