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Autore: Ahimadala    30/06/2021    2 recensioni
Ci sono campane nuziali all'orizzonte.
Hermione Granger, felicemente single, si ritrova sotto il mirino di tutte le riviste di gossip quando il matrimonio del suo ex, Ron, si avvicina.
In preda alla disperazione, si allea con il suo rivale sul lavoro, il single seriale, ma altamente desiderabile secondo i giornali, Draco Malfoy.
Il loro piano é semplice: trascorrere due settimane fingendo di essere follemente innamorati per poi andare ognuno per la propria strada una volta concluso il matrimonio.
Dovrebbe esser facile.
Loro sono, dopotutto, cordiali nemici.
Questa storia NON è mia, ma è la traduzione dell'opera di Senlinyu e Stargazing121.
Genere: Commedia, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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I potenti sono caduti.
Il drago è stato ucciso da un agnello con un vestito a collo alto e bottoni dorati. 
Naturalmente, cari lettori, quando mi riferisco a Miss Granger come ad un agnello, lo faccio solo in riferimento ai suoi capelli, che sembravano essere stati lasciati all'aperto su un'umida collina del Galles. 

È stato sul terreno consacrato dello stadio di Wembley nella Londra babbana che ieri sera l'intera società dei maghi ha assistito all'abietta rimozione dei testicoli di Draco Malfoy da parte di nientemeno che la signorina Hermione "sullo scaffale" Granger. 

Draco Malfoy è stato proclamato da questo giornale come lo scapolo più desiderabile solo il mese scorso, ma è un titolo che dobbiamo ora cedere al nostro quasi altrettanto desiderabile secondo classificato, Viktor Krum. 
La signorina Granger ha il signor Malfoy che penzola ai suoi piedi, proprio come una volta penzolavano i boccini d'oro del signor Malfoy, prima che la suddetta signorina Granger decidesse di riadattarli come orecchini. 

O forse mi sbaglio. 
Può darsi che questo agnello sia in realtà un lupo travestito da pecora. Perché mentre il signor Malfoy, un tempo casanova, aveva occhi solo per la signorina Granger, lo stesso non può esser detto su di lei. 

Forse la signorina Granger intende farsi strada tra la nostra lista di papabili scapoli. 
Non possiamo fare a  meno di chiedercelo, visto che sembrava avere non solo il signor Malfoy ai suoi piedi, ma anche il bulgaro Krum, e persino il suo ex fidanzato, il signor Weasley, sembrava stretto nella sua morsa mentre i due condividevano un ballo per la prima volta dopo anni. 
O forse tutti questi spasimanti vengono  semplicemente sfruttati dalla signorina Granger per tenere in riga il signor Malfoy.  Dopo tutto, anche ai piccoli draghi non piace condividere. La gelosia potrebbe essere il metodo scelto dalla piccola pastorella per tenersi stretta la sua pecorella smarrita.

- Febbraio, 2009, The Social Snitcher, in Witch Weekly

"Devo ammettere che tu e Malfoy formate una coppia stranamente attraente" disse Ginny, appoggiandosi al bancone e rivolgendosi al barista. "Sex on the Beach, con tanto sex e pochissima beach. E due bicchieri d'acqua, non posso avere i postumi della sbornia domani".

Hermione si sedette sullo sgabello accanto a lei. "Sai, per essere una madre di tre figli, ti comporti più da single di quanto io abbia mai fatto".

Ginny fece un sospiro noncurante, afferrando uno dei due bicchieri d'acqua e scolandolo senza fermarsi a prendere aria. "Probabilmente è per questo che sono una madre sposata di tre figli".

Hermione prese il suo gin tonic dal bancone e bevve un lungo sorso, sfidando mentalmente Ginny a commentare per la centesima volta quanto le sue preferenze alcoliche  fossero tristi e basilari. 

Ginny la fissò mentre mandava giù anche il secondo bicchiere d'acqua. "Davvero, non l'avrei mai detto, ma voi due siete disgustosamente carini insieme. È come una strana combinazione di cibo che sei sicuro che non funzionerà finché non l'assaggi, e poi pensi, 'oh, in realtà non è affatto male'".

Hermione sospirò. Sapeva, dal momento in cui Ginny aveva telefonato chiedendo di andare a bere qualcosa di domenica sera, che Draco sarebbe stato l'argomento principale della conversazione, ma aveva sperato che Ginny si sarebbe distratta parlando delle partite di quidditch di James, delle tribolazioni per far entrare Albus nella liste d'attesa per l' asilo, o dei dettagli più luridi sull'attuale fase "morso" di Lily.

Hermione non disse nulla in risposta e continuò a bere il suo gin, rimpiangendo già la scelta impulsiva di chiederlo doppio, convinta che avrebbe avuto bisogno di una dose eccessiva di alcool per mentire durante la serata. 

"C'è davvero una scintilla tra voi due. Pensavo che il The Social Snitcher esagerasse per attirare lettori, ma guardandovi ieri sera alla festa, l'ho vista".
Ginny fissò Hermione in modo penetrante, con un'espressione che preannunciava l'arrivo di un giudizio personale.
"Non è mai stato così tra te e Ron".

Hermione forzò una risata nervosa. "Be'. Sono contenta di non dover continuare a cercare di convincerti. È - è divertente. E te l'avevo detto" rivolse a Ginny un'occhiata di sottecchi, "solo che tu non volevi credermi".

Ginny scrollò le sue esili spalle, mentre la punta delle sue dita accarezzava il bordo del bicchiere. "Onestamente, aver osservato Malfoy me lo ha fatto notare. Non avrei mai pensato di vederlo cosí preso da qualcuno, ma quando tu e Ron stavate ballando, riusciva a malapena a concentrarsi abbastanza per mandare avanti la conversazione. I suoi occhi continuavano a vagare verso la pista da ballo, come se pensasse che potessi scappar via senza di lui".

Hermione avvertí un nodo allo stomaco.  Avrebbe voluto ribattere che probabilmente era solo perché Draco aveva la stesse capacità attentive di un pesce rosso e poteva essere distratto da qualsiasi cosa - compreso il suo stesso riflesso - ma non poté farlo, poiché si suppoveva fosse innamorata di lui, perciò avrebbe dovuto essere contenta che Ginny, il The Social Snitchers e tutti quanti fossero così convinti del loro amore.

Bevve un altro sorso del suo cocktail per evitare di rispondere. 

Rimpiangeva il tempo in cui era convinta che qualsiasi cosa lontanamente decente riguardante Draco Malfoy fosse una recita.
Era un donnaiolo con un lavoro inutile, e la sua capacità di essere in qualche modo simpatico era semplicemente una performance nata dallo spirito di sopravvivenza serpeverde. 

Ricordava a sé stessa tutto questo ogni volta che un suo sguardo le faceva saltare un battito, ogni volta che un suo complimento la colpiva, e ogni volta che la sua mano calda sulla schiena o le sue lunghe dita, infilandole possessivamente la mano nell'incavo del suo gomito, le provocavano un brivido: era una performance. Solo una recita. Stava usando le stesse tecniche che aveva usato su... decine? Centinaia? - di donne in passato. 

Quel fervido promemoria le aveva permesso di rimanere concentrata nei suoi momenti di debolezza, durante i quali aveva pensato che forse era più sola di quanto volesse ammettere.
Forse non aveva permesso a sé stessa di sentire la mancanza di una relazione. Forse avrebbe davvero potuto uscire di nuovo con qualcuno, occasionalmente, solo per compagnia. 

Ogni volta che queste idee balenavano per la sua mente, le ricacciava indietro con il freddo ricordo che il fascino che minacciava di scongelarla proveniva da un uomo costante come una mosca e non più sincero di uno sciacallo.

Era stato un pensiero rassicurante. 

Adesso però  si trovava di fronte all'indesiderata rivelazione che Draco era forse - probabilmente - un romantico senza speranza, che passava di donna in donna convinto che, se si fosse innamorato con grande facilità, alla fine avrebbe trovato quella giusta. 

Aveva avuto una crisi interiore riguardo ciò da quando si erano separati fuori dalla gelateria.
Il giovane avrebbe voluto accompagnarla a casa, ma Hermione si era opposta. Era tornata a casa - da sola - e aveva cominciato pulire  e riorganizzare tutta la sua biblioteca, cercando di convincere sé stessa che aveva solo immaginato tutti i recenti cambiamenti nel suo comportamento. 

Ci era quasi riuscita, finché non arrivò il giornale del mattino, accompagnato dall'inconfondibile rubrica del The Social Snitchers.

La ragione per cui la performance di Draco alla festa era stata così convincente era perché, forse, non era stata affatto una performance.
Se fosse stata una recita, ne avrebbe parlato senza sosta mentre se la spassavano a Soho. La mancanza di autocompiacimento da parte sua era un brutto segno.

Prese un altro lungo sorso del suo gin tonic. 

Ginny si chinò verso di lei, il drink in mano mano, e le diede una pacca sul ginocchio. "Seriamente, però. Sono davvero felice che tu stia uscendo di nuovo con qualcuno. Ero preoccupata per te, specialmente con l'avvicinarsi del matrimonio. Mi ha fatto ripensare a quando stavi con Ron. Ero così distratta dal fatto che James fosse ancora un neonato all'epoca, sento che avrei dovuto prestare più attenzione quando tutto è finito e non l'ho fatto".

Hermione fece una risata nervosa, il suo petto si strinse. Per quanto non volesse parlare di Draco, voleva ancor meno parlare della rottura con Ron. 

"Non c'era davvero niente a cui prestare attenzione. Io e Ron non eravamo fatti l'uno per l'altra e alla fine ce ne siamo accorti. Non era niente di complicato".

Ginny si sistemò sulla sua sedia, il drink che le penzolava tra le dita, apparendo agli occhi del mondo come se fosse lei  quella single e spensierata. 

"Immagino di sì", disse lentamente. "È solo che non riuscivo a immaginarti con Malfoy. Eri una persona diversa quando stavi con Ron. Credevo saresti stata di nuovo in quel modo in una relazione, ma poi ieri sera eri semplicemente te stessa. Non hai nemmeno cambiato i capelli. Mi ha fatto capire... non lo so nemmeno io", si strofinò il naso contemplativamente, "era così diverso".

Hermione sbuffò e  scolò il resto del suo drink, facendo subito segno di volerne un altro. 

Era ancora troppo sobria per questa conversazione.  

"Ron e Draco sono due persone completamente diverse".

Ginny scosse la testa, i polpastrelli che tracciavano un cerchio intorno al bordo del suo bicchiere. "Certo. È solo che..." Si rilassò sulla sua sedia, fissando Hermione in modo contemplativo, "ieri sera eri tutta un 'prendimi come sono o non prendermi affatto', e Malfoy ne era completamente colpito. Appena mi hai detto di voi due ho pensato: disastro, come se avessi annunciato un incendio o una causa legale, e che  forse questa fosse una specie di prematura crisi di mezza età per te, ma ora ho capito. Voi due vi odiate da sempre, conoscete già tutti i difetti l'uno dell'altra, e in qualche modo siete arrivati qui comunque". Gli occhi di iGinny erano quasi lucidi. "Vedere quanto è innamorato di te è stato stranamente romantico".

Hermione le rivolse un rapido sorriso mentre il barista faceva scivolare il suo secondo drink attraverso il bancone, afferrandolo al volo per evitare di rispondere a Ginny. 

Forse la regola di Ginny, che prevedeva di bere due bicchieri d'acqua prima di cominciare con l'alcol, era una buona idea.
Hermione teneva la finta relazione chiaramente in primo piano nella sua mente, attenta a non scivolare e ammettere che fosse tutta una recita, ma man mano che la serata procedeva diventava sempre più difficile da gestire.

"Probabilmente si allontanerà da me abbastanza presto", sbottò bruscamente, mentre  Ginny era intenta a farfugliare qualcosa sul castello in cui sarebbero stati nel weekend del matrimonio. 

Hermione stava fissando il suo terzo gin tonic come se fosse una palla di cristallo, desiderando che potesse in qualche modo fornirle un'idea di come diavolo avrebbe fatto a tirarsi fuori dal pasticcio che aveva combinato. 

Riuscì a forzare un sorriso debole e rassegnato. "Si annoierà. Qualche bella donna di mondo o qualche giocatrice di Quidditch attirerà la sua attenzione e..." Inspirò, tirandosi su. "I giornali lo stanno già dicendo, perderà interesse e si allontanerà". 

La sua vista di annebbiò. Il pensiero di vedere Malfoy affascinantemente infatuato di - chiunque fosse la prossima persona con cui sarebbe uscito- le provocò una stretta al petto. 

Perché mai aveva deciso di fingere una relazione con un uomo così stupido? Sarebbe stato tutto molto più facile se Malfoy avesse avuto un po' più di forza d'animo quando si trattava di rimanere nemici di qualcuno.
Che razza di persona di debole volontà sviluppa dei sentimenti, seppur fugaci, per la sua rivale lavorativa? Solo un idiota. 

Ginny si avvicinò e cercò di toglierle di mano il suo bicchiere mezzo pieno, ma Hermione si voltò rapidamente e scolò il resto prima di posarlo sul bancone. 

"Andrà bene. Andrà bene." Hermione sollevò il mento e scosse la testa, cercando di schiarirsi la mente. "Sono molto felice. E non lo dico tanto per dire. Sono felice della mia vita. E della mia biblioteca. Sta davvero venendo bene. Ti ho detto che l'ho riorganizzata?"

"Scommetto che la biblioteca di Malfoy è più grande di qualunque altra tu abbia mai visto" disse Ginny seccamente, inarcando un sopracciglio.

Hermione si sentì improvvisamente, inspiegabilmente, sul punto di piangere. 

Non ci aveva mai nemmeno pensato, ma era così scontato.
Draco probabilmente possedeva una biblioteca enorme. 

Infatti, ora che ci pensava, non poteva fare a meno di chiedersi se fosse indecentemente lussuosa, con divani, poltrone vicino alle finestre e quelle scale scorrevoli che ogni ragazza sogna, piena di vecchi libri di maghi di cui lei probabilmente non aveva mai sentito parlare, tutti rilegati in pelle con piccoli motivi incastonati in fregi dorati.
Così tanti vecchi tomi che l'intera stanza avrebbe avuto quel forte profumo di cioccolato e vaniglia tipico dei libri antichi.
Forse ci sarebbero state anche delle scale, quelle adorabili scale a chiocciola che si avvolgevano su loro stesse per permetterti di raggiungere gli scaffali più altri, stracolmi con ancora più libri. 

Libri e libri. E ancora libri. Così tanti libri che non sarebbe mai rimasta a corto di nuove cose da leggere fino al giorno della sua morte.

Malfoy Manor era enorme. Ricordava di aver pensato che fosse enorme quando erano stati trascinati lì durante la guerra, con il suo orribile salotto e i lussuosi lampadari.
Sarebbe stato illegale per una casa come quella non avere una biblioteca assolutamente sbalorditiva nascosta al suo interno.
Uno spreco totale. 

Ora che ci pensava meglio, era certa che fosse così.
Draco non era sicuramente eleggibile per una laurea ad honorem, ma era innegabilmente acculturato, in un modo che implicava una quantità discreta di letture nel suo tempo libero.

Quale sarebbe stato lo scopo di possedere una stirpe nobiliare se non quello di costruire una biblioteca di famiglia da tramandare nei secoli?

"Non ho visto la sua biblioteca". La sua voce quasi vacillò mentre lo ammise. "Non me ne ha mai parlato".

Naturalmente lei sapeva che, razionalmente, non c'era alcun motivo per cui avrebbe dovuto farlo.
Stavano mandando avanti una finta storia d'amore al lavoro appositamente per una questione di immagine; non c'era alcuna ragione per cui avrebbe dovuto invitarla a casa sua o per la quale avrebbe dovuto parlarle della sua biblioteca.

Davvero, avrebbe dovuto sentirsi sollevata dal fatto che non le avesse ancora parlato della sua biblioteca o cercato di portarla a casa sua per mostrargliela.
Era un segno che c'era ancora una certa distanza tra loro. 

Cordiali nemici.

Se Draco stava dimenticando che era tutta una recita e stava cominciando a sviluppare dei sentimenti verso di lei, allora era sua responsabilità preservare la distanza che ancora esisteva tra loro.

Non aveva intenzione di illuderlo o di approfittare di lui facendo cose come chiedergli di farle vedere la sua biblioteca.
Non é che i suoi sentimenti fossero reali comunque, avevano semplicemente trascorso tanto tempo insieme, e per gli standard di Draco questo era abbastanza.

Gli sarebbe passata presto se Hermione avesse mantenuto le loro interazioni private al minimo indispensabile.
Anche se fosse stato lui a offrirsi di mostrarle la sua biblioteca, lei - probabilmente - avrebbe rifiutato.

Avvertí un nodo alla gola, probabilmente singhiozzo dovuto a tutta l' acqua tonica che aveva bevuto.
Odiava dover essere sempre quella responsabile.
Perché non era mai qualcun'altro quello responsabile? 

Ginny alzò una mano, facendo segno di voler pagare il conto prima di rivolgere a Hermione una lunga occhiata. "Sono sicura" disse, usando lo stesso tono che aveva usato con James quando era rientrato piangendo per un ginocchio sbucciato, "che Malfoy ti mostrerebbe la sua biblioteca in qualsiasi momento".

Hermione scosse la testa con decisione, appoggiando la mano sul bancone per reggersi in piedi. "Non voglio vederla. Una vecchia biblioteca di una famiglia di purosangue... probabilmente sarebbe comunque superata". 

Tutte le informazioni lá dentro , in attesa, e non per lei. 

Si afflosciò, esausta di mantenere la farsa. Appoggiò la testa sul bordo del bancone bar, chiudendo gli occhi. "Non ha nemmeno senso".

Ginny rise mentre si alzava e tirava Hermione in piedi. "Dubito che Malfoy sia anche solo capace di dirti di no. Se non te l'ha ancora mostrata, è solo perché sta aspettando che tu glielo chieda. Andiamo, credo che l'alcol di stasera sia stato più che sufficiente per te".

Camminarono verso il fondo della sala, aggirando i vari gruppi nel bar affollato e costeggiando un tavolo con diversi folletti, finché non raggiunsero il caminetto sulla parete più lontana per tornare a casa con la metropolvere. Hermione borbottò un saluto a Ginny e poi mormorò il suo indirizzo mentre entrava a passi pesanti tra le fiamme. 

Il fuoco catapultò Hermione nel suo salotto.
Stava per togliersi le scarpe quando il camino ruggì di nuovo e apparve Ginny.

Hermione si voltò di scatto per la sorpresa, osservando il rapido movimento con cui Ginny afferrò una piccola manciata di metropolvere dalla mensola del camino e la gettò nel fuoco, ficcando la testa tra le fiamme verdi.

"Villa Malfoy". Ginny si chinò ulteriormente, alzando la voce. "Draco Malfoy, porta qui il tuo culo! La tua ragazza sta per mettersi a piangere perché non le hai fatto vedere quell'-"

 "Cosa stai facendo?" Hermione inciampò inorridita, con una scarpa ancora ai piedi, e cercò di tirarla fuori dal camino.

Ginny scansò la sua mano, liberandosi della sua presa, e rise mentre riaffondava la testa tra le fiamme "- enorme -!" 

Hermione riuscì finalmente ad afferrare la spalla di Ginny, trascinandole la testa fuori dalle fiamme mentre gridava:
"- biblioteca!"

Hermione spinse la rossa lontano dal caminetto, con la faccia che bruciava dall'imbarazzo.

"È mezzanotte passata" disse con un tono di voce severo, sforzandosi di mantenere le consonanti chiare e ordinate.
Ginny continuava  a ridere e a cercare di riavvicinarsi alle fiamme, e Hermione dovette ricorrere all'uso dei propri gomiti per trattenere la rossa, il tutto mentre cercava la bacchetta nella borsa. "Non puoi andare a gridare nei caminetti della gente pretendendo di vedere le loro biblioteche. Hai un po' di buone maniere?"

Trovò la sua bacchetta, situata sul  fondo della borsa.
Era sul punto di spegnere il fuoco quando esso scoppiettò e il volto di Draco emerse tra le fiamme.

"Weasley?" Il suo sguardo saettò tra Hermione e Ginny con un'espressione confusa. "Cosa -"

"Non è niente, Gin -" Hermione cominciò, ma Ginny si spinse in avanti e la scacciò con una forza tale che Hermione quasi fece una capriola all'indietro.

"Oggi é la nostra serata tra ragazze. Una  tradizione di lunga data. Abbiamo dovuto rimandarla a causa della festa di ieri sera". Ginny si appoggiò con disinvoltura al camino. "Hermione mi ha detto tutto di te. Malfoy, sei uno stronzo assoluto". 

Hermione sgranò gli occhi.

"Non ho dubbi sul fatto che lo sono certamente stato" disse Draco, inclinando la testa di lato e rivolgendo a Hermione uno sguardo ferito mentre rispondeva alla rossa. "Ma se non ti dispiace, potresti spiegarmi  esattamente in che modo sono stato uno stronzo questa volta?" 

"Stai tenendo nascosta la tua più grande risorsa". Ginny appoggiò il braccio contro la mensola del camino, fissando il biondo. "Da quant'é che state insieme ormai? E in tutto questo tempo non le hai fatto vedere niente?" 

La voce di Ginny si alzò leggermente, assomigliando in modo sconcertante a quella di sua madre.

Draco emise un suono. Era come se si stesse strozzando con qualcosa - forse con il suo stesso coraggio - mentre continuava a guardare Hermione. "Pardon?"

Ginny si mise le mani sui fianchi. "Sono sicura che hai una scusa del tipo 'oh sarà insaziabile una volta che avrà visto, non conoscerò mai pace', ma è la tua ragazza. Se conoscessi almeno un po' Hermione, sapresti che questa è una cosa che le sta molto a cuore. Il fatto che usciate insieme e tu non abbia mai nemmeno avanzato l'offerta probabilmente si qualifica come abuso emotivo".

"Cosa..."

Ginny proseguì a ruota libera. "Non ce ne sono di così grandi in Gran Bretagna, vero?"

"Be'..." Draco tossì. "Sono certo di non essermi mai spinto così lontano da affermare..."

Ginny alzò le sopracciglia e si chinò piú vicino alle fiamme, guardandolo attentamente. "Se è davvero così grande come dice la gente, non capisco tutta la tua timidezza a riguardo. Non negare la cosa alla tua ragazza. Lascia che veda con i suoi occhi tutto il suo splendore".

Nonostante il fatto che fosse attualmente composto da fiamme verdi, Draco riuscì ad arrossire. Visibilmente. Lanciò un'occhiata verso Hermione, gli occhi confusi e imploranti, le guance che diventavano sempre più viola con il passare del tempo.

Hermione voleva morire dall' imbarazzo.
Questa era una delle cose più imbarazzanti che le fossero mai capitate in vita sua.
Compresa la volta che aveva confuso dei capelli con i peli del gatto, al secondo anno, e aveva passato un mese con la coda e le orecchie pelose. 

In piedi, guardando Draco e Ginny interagire, stava diventando abbastanza chiaro che la biblioteca del biondo non era così grande come Hermione aveva fantasticato.

Un po' troppo alcol con Ginny ed era riuscita a mettere Draco nella posizione imbarazzante di non avere altra scelta se non quella di offrirle di vedere la sua biblioteca di medie dimensioni o - Dio non voglia - piccole dimensioni.

Probabilmente si sarebbe sentito in imbarazzo per tutto il tempo, mentre Hermione avrebbe cercato di sembrare impressionata e di trovare cose da ammirare senza lasciar trasparire il suo disappunto.
Non che fosse del tutto colpa sua se le dimensioni della sua biblioteca non erano poi così grandi. 

"Non ce n'é bisogno" disse, interrompendo Ginny prima che potesse peggiorare le cose. Si voltò, scusandosi, verso Draco. "Ho solo detto che non avevo ancora avuto modo di dare un'occhiata. Non stavo facendo supposizioni su... niente. Scusa, siamo un po' brille..."

"Sta' zitta" Ginny le diede un ceffone sulla spalla e poi procedette a spingerla via. "Non ascoltarla. Stava praticamente piangendo nel suo gin tonic su come non le avessi nemmeno offerto una sbirciatina". Ginny si raddrizzò. "Falle vedere adesso".

"Adesso?" Gli occhi di Draco sembravano sul punto di schizzare fuori dalla sua testa. "Adesso?"

Gli occhi di Ginny si strinsero improvvisamente. "C'è un motivo per cui non vuoi che veda? C'è qualcosa che non va?"

"Cosa?" La voce di Draco saltò almeno un'ottava, forse due. "N-no. Non c'è niente che non vada. È semplicemente passato un po' di tempo dall'ultima volta che ho provato qualcosa del genere. Pensavo che quei giorni fossero passati". La sua testa si allontanò dal camino, rendendo indecifrabile qualsiasi cosa stesse dicendo. Poi il suo viso riapparve. "Scusatemi. Sto semplicemente cercando di capire quale sia il modo migliore per..."

La sua voce si interruppe e fissò Hermione, che cercava di non fare trapelare quanto si sentisse in imbarazzo.
Tuttavia il suo stomaco fremeva al pensiero di dare effettivamente un'occhiata, e probabilmente non lo stava nascondendo così bene come avrebbe voluto.

Prima, quando si era decisa a non vederla anche se Draco glielo avesse offerto, aveva dato per scontato che sarebbero stati soli.
Se fossero stati lei e Draco nella sua biblioteca, e se essa fosse stata davvero così grande come aveva immaginato, avrebbe potuto lasciarsi trasportare.  Se ci fosse stata Ginny, sicuramente non sarebbe successo. Non sarebbe stato troppo intimo...

"Gra- Hermione è necessario proprio in questo preciso momento?" La sua voce era stranamente tesa, come lo era stata la sera prima, proprio quando avevano discusso del bacio in ascensore. "So che abbiamo parlato di pubblico, ma questa è una questione completamente diversa". Il giovane fece un profondo sospiro, spendendo un flusso di aria calda sul viso già surriscaldato di Hermione. "Vorrei solo essere sicuro di aver capito bene. Sono stato sollecitato a... Farti vedere attraverso il camino?" 

"Vogliamo vedere tutto, Malfoy" disse Ginny. "E non cercare di svicolare con qualche scusa da quattro soldi". Fece uno sbuffo indignato, con il sopracciglio sinistro che si alzava scettico. "Anche se non capisco come puoi pensare farci vedere qualcosa di così grande attraverso il caminetto".

A Draco cadde la mascella. Guardò di nuovo Hermione, un misto di panico, implorazione e shock gli rigò i lineamenti. 

Ginny si chinò, con il viso pericolosamente vicino alle fiamme, e aggrottò ancora una volta le sopracciglia verso di lui. "O forse non è poi così grande?" chiese, in un sussurro molto forte. 

Ginny aveva ottenuto quello che suo fratello e suo marito avevano cercato di fare dalla tenera età di undici anni. Draco Malfoy sembrava senza parole. Riuscì a emettere qualche verso strozzato, prima di balbettare ad alta voce: "Certo che lo é".

Ginny continuò, ignorando lo sfogo di Draco. "Ho sentito dire che è enorme. Tipo ridicolmente grande. Persino Harry, dopo aver visto con i suoi occhi, ha detto che era la materia dei sogni di Hermione".

"Cosa?" Draco emise un mezzo guaito, come un cane piccolo e incallito a cui hanno appena rubato il suo giocattolo preferito, Mr Squeak 2 (Mr Squeak 1 ha avuto un incidente con un tosaerba). "Cosa...?" Si passò brevemente una mano sugli occhi come se fosse sconvolto o cercasse di evitare di vedere qualcosa di profondamente penoso. 

Hermione si chiese se quella fosse la stessa faccia che faceva di fronte alle scartoffie del lavoro.

"Se una di voi due fosse così gentile", le sue parole uscirono come un sibilo strozzato, che non sembrava affatto scherzoso ma più come se avesse battuto un dito del piede e stesse cercando di non imprecare, "da rinfrescarmi la memoria su cosa precisamente, esattamente e senza alcuna confusione, allusione o eufemismo, stiamo parlando. Perché temo - no, prego - che io possa, forse, spero, aver preso la parte sbagliata di un bastone molto lungo, probabilmente appiccicoso e certamente sporgente. Con una notevole circonferenza".

Ginny lanciò un'occhiata verso Hermione con un'espressione incredula, chiaramente intesa a comunicare: "Il tuo ragazzo è un completo idiota".
Poi sgranò gli occhi e tornò a fissare il fuoco e il volto di Draco, che brillava di un tenue color magenta molto simile al colore delle pareti della camera di Hermione.

"Stiamo parlando della tua biblioteca" annunciò Ginny. La parola "idiota" sembrava sospesa silenziosamente nell'aria tra loro. 

Ci fu un'altra pausa. Ginny fissò Draco per diversi secondi in attesa di una risposta.

Draco, inizialmente congelato, riprese vita a rallentatore. O forse era solo lo  stato di ebbrezza di Hermione che lo faceva apparire al rallentatore. 

Come prima cosa, le sue sopracciglia si alzarono ancora di più, il che era incredibile visto che sembravano già essere emigrate fino all'attaccatura dei suoi capelli.
In secondo luogo, la sua bocca, spalancata come quella di un merluzzo, si richiuse. Le sue labbra si piegarono debolmente di lato mentre si mordeva l'interno della guancia.
Come terza e ultima cosa, i suoi occhi smisero di gonfiarsi e tornarono alla loro dimensione normale. L'acutezza delle sue pupille si posò sul viso di Hermione, un momento prima di confrontarsi con l'espressione di sfida di Ginny.  

 "Giusto!" annuì il biondo, lentamente all'inizio, prima che i suoi cenni diventassero più enfatici, facendo una meravigliosa imitazione di quella pubblicità con il cane che annuisce.
Hermione si aspettava quasi che  brontolasse "oh sì" prima di iniziare a parlarle di assicurazioni per la sua auto.

"Sì", disse lui, mancando l' "oh".
"Sì. Eccellente. Giusto-ho".
Le lettere giuste, almeno.
"Questo è esattamente ciò di cui pensavo stessimo parlando. Sono lieto che fossimo tutti d'accordo e che non ci sia stato in realtà qualche orribile e imbarazzante malinteso che avrebbe potuto tradursi in una macchia sulla fedina penale" - fissò Ginny con attenzione - "o in gravi danni fisici. Sì", disse di nuovo. "La mia - grande e famosa - biblioteca. La biblioteca che Potter vide per la prima volta qualche mese fa, quando venne a esaminare un libro raro - perché naturalmente le biblioteche contengono libri - e lui si stava occupando di un caso che, per coincidenza, riguardava un libro".

"Sì" disse Ginny lentamente, scadendo la parola con tono lento e incoraggiante, come se stesse parlando a un bambino molto piccolo e confuso. "Hermione vuole vederla. Questo genere di cose è importante per lei. Ovviamente."

"Certo che vuole". Il biondo espirò pesantemente, con l'aria di chi é tremendamente sollevato per qualcosa.
"Avrei dovuto rendermene conto. Onestamente, in cosa mi sto trasformando. In effetti, che razza di idiota sono stato. Indubbiamente, che catastrofe abbiamo tutti evitato.
Certo che vorrebbe vedere quanto è grande e impressionante la mia biblioteca".

"Non ne ho bisogno" disse Hermione, sentendosi in colpa per l'apparente nervosismo di Draco. "Io e Ginny siamo solo ubriache".

"Non mentire" disse Ginny, lanciandole un'occhiataccia. "Muori dalla voglia di vederla, ti conosco".

Hermione si spostò, lanciando un'occhiata preoccupata a Draco e abbassando la voce per parlare a Ginny. "Non credo che sia educato fare supposizioni su quanto sia grande la biblioteca di qualcuno". 

"Posso assicurarti che è molto grande. La più grande che tu abbia mai visto, senza dubbio" disse Draco dalle fiamme, con il volto che brillava, e non solo per la luce del fuoco. "Troppo grande per essere vista attraverso il camino. Purtroppo non ho un modellino a portata di mano per farvi vedere in anteprima la mia grande biblioteca, ma sono più che felice di farvi fare una visita guidata privata in qualsiasi momento. Mi basta sapere il giorno e metterò me stesso e la mia biblioteca a totale disposizione del vostro piacere".

Lo stomaco di Hermione fece una capriola all'indietro e un brivido le corse lungo la schiena mentre lo fissava. "D-Davvero?" la sua voce vacillò. 

Lui annuì, con riverenza. Sembrava essersi ripreso da qualunque cosa lo avesse colpito prima. "Voglio sapere se la mia biblioteca soddisfa gli alti standard della strega più colta della sua età. Mi offenderei se non le facessi una visita".

Hermione si sentiva piuttosto accaldata in volto e non era sicura se il motivo fosse l'alcol o le fiamme. 

Doveva declinare, lo sapeva perfettamente. Distanza.
Niente più interazioni private, nel caso in cui Draco si stesse affezionando troppo per il loro bene.
Non voleva che sentisse che lo aveva illuso o sfruttato. Era importante mantenere le cose professionali... più o meno. 

Beh, per quanto fosse possibile essere professionali quando si fingeva pubblicamente di avere una torrida storia d'amore.  

Ovviamente la sua risposta doveva essere no.

Allo stesso tempo, non capitava tutti i giorni che un uomo si offrisse di mostrare a Hermione la sua biblioteca e volesse la sua opinione al riguardo. In effetti, nessuno si era mai offerto di mostrarle la propria biblioteca prima d'ora. 

Forse sarebbe andato tutto bene, supponendo che la visita fosse breve e che lei non si lasciasse trasportare. Potrebbe fermarsi solo per un giro veloce, solo per vedere - non sarebbe così sbagliato. 

"Forse..." esitò, combattendo con se stessa. "Forse un giorno, dopo il lavoro, potremmo..." 

Prima che potesse finire di parlare, le mani di Ginny scesero sulle sue spalle, e Hermione fu spinta a capofitto nel caminetto.

Spero di esser riuscita a rendere al meglio il gioco di parole di questo capitolo. Non è stato molto facile da tradurre, ammetto di aver faticato. Spero vi abbia fatto ridere (o sorridere) tanto quanto é successo a me.

   
 
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