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Autore: BlackShadows    18/07/2021    0 recensioni
Sai cosa sono le anime gemelle? E da dove provengono?
Mai sentito parlare del mito degli androgeni?
Si pensa che inizialmente le persone fossero metà uomini e metà donne, e vivessero felici. Gli dei, gelosi, decisero di recidere quel legame e separarli, mandando le due metà in parti lontane del mondo. Da quel preciso momento, le due metà vanno alla ricerca dell’altra per potersi ricongiungere, un po’ come noi oggi cerchiamo l’amore. Credo che le nostre anime siano state sì separate,ma il nostro legame, quello dell’amore, non sia mai stato reciso, come un filo rosso che resta legato al gomitolo e basta riavvolgerlo per ritrovarci.
Harry e Louis, due ragazzi il cui destino è stato scritto nelle stelle e saranno proprio queste a farli incontrare.
Ps. il titolo di ogni capitolo rappresenta la canzone che è consigliabile ascoltare durante la lettura❤️
Genere: Fluff, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Save your tears {The Weeknd}

 

"Ti è tutto chiaro piccolo?"

 

"Chiaro un cazzo", o almeno così avrebbe voluto rispondere, ma evitò di peggiorare ancora di più la situazione in cui si trovava. 

 

Così si limitò ad annuire, con la testa bassa e le mani unite e incrociate dietro la schiena. Sembrava un cane bastonato, o per meglio dire, uno che aspettava che il proprio destino potesse cambiare in qualche modo. 

 

Sentiva le lacrime pronte a sgorgare, ferme lì agli angoli degli occhi. Non mancava molto e lo sapeva bene. Sapeva che sarebbe scoppiato presto, perché non riusciva più a tenersi tutto dentro avendo quel mostro davanti. 

 

"Perché non parli cucciolo, uhm? Dimmi a cosa stai pensando" proferì il maggiore, mentre con l'indice alzava il viso di Harry, che, ovviamente, non poté opporre resistenza. 

 

Decise di parlare. Tanto le avrebbe prese in ogni caso. Almeno si sarebbe liberato di un peso.

 

"Sto pensando al fatto che non sarai mai migliore di Louis, Stan. Mentre tu mi tratti di merda, pur dicendo di amarmi, è lui quello che mi cura sempre dopo, senza chiedere nulla in cambio. Lui è una persona speciale, che mi ha già salvato un paio di volte. Tu che hai fatto invece? Tu mi costringi a fare cose che non voglio fare, mentre con lui è tutto più naturale, è tutto più umano... 

Forse a te è proprio l'umanità che manca."

 

Poi pianse. In quei giorni non faceva altro, e i suoi occhi non ne potevano più. Forse anche quei due smeraldi verdi erano stanchi di lui. Che poi, alla fine, tutti si stancavano in un modo o nell'altro. E la batosta arrivò dopo.

 

"Harry...caro piccolo ingenuo Harry. Lo sai perché Louis si comporta così con te? Ovvio che non lo sai, perché sei portato sempre a vedere il buono nelle persone, anche in quelle più cattive. E visto che non sei capace di vederlo da solo ti aprirò io gli occhi. Si comporta così perché gli fai pena, e tutte le cose che ti dice e ti racconta sono immense bugie, darling. Che motivo avrebbe di avvicinarsi a te, uhm? O addirittura di parlarti, consolarti? Lui così popolare e amato da tutti perché dovrebbe mai stare con uno come te?"

 

Facevano male. Tutte quelle parole erano come coltellate. Tagli profondi, non visibili, ma estremamente dolorosi. E lui lo sapeva. Sapeva perfettamente che quello era l'unico modo di ferirlo e farlo cadere ai suoi piedi. 

 

Distruggendolo psicologicamente. 

 

Demolendo tutte le sue credenze. 

 

Spezzandolo in ogni modo possibile. 

 

Lo rendeva una marionetta pronta a reagire ai suoi comandi. Peccato che non aveva ancora finito. 

 

"Devi capire Harry, che al giorno d'oggi nessuno si accosta a te per il tuo bene. Tutti hanno dei doppi fini. Possono farti credere il contrario e tu da persona perbene ci crederai. Ma questo ti ferirà e lo sai bene. Ecco il motivo per il quale dovresti fidarti di me, che ti conosco da molto più tempo. Ti sono stato accanto in momenti difficili, momenti dai quali non saresti uscito vivo da solo. Ammetto di non essere bravo a dimostrare quello che sento e delle volte esagero e ti chiedo scusa per questo, ma desidero davvero averti al mio fianco piccolo."

 

Ecco la seconda parte, quella in cui si redimeva e lo faceva cadere in trappola. Quella in cui sembrava un uomo con buone intenzioni, con sentimenti veri. Ma sapevano entrambi che sarebbero state solo parole al vento e non sarebbero mai corrisposte ai fatti reali. Il problema è che la maggior parte delle volte quelle parole bastavano a mandare il topo in trappola.

 

Harry non spiaccicava parola. Si limitava a guardarlo con uno strano sguardo, un misto di disprezzo e tristezza. Bisognava solo capire se il disprezzo fosse per l'uomo che aveva davanti o per sé stesso. E non era facile da comprendere. 

 

Lui sapeva dove colpire, conosceva perfettamente tutti i punti deboli del minore. Era un ragazzo insicuro, e Stan era consapevole che con questo tipo di ragazzi bisognava giocare proprio su quello. Harry avrebbe cominciato a dubitare di sé stesso e sarebbe tornato a gambe levate da lui, era solo questione di tempo. 

 

"Non piangere adesso tesoro, risparmia le tue lacrime per un altro giorno. Quello in cui capirai che sono io quello giusto per te e mi chiederai di perdonarti per la tua inettitudine", gli lasciò una carezza sulla guancia e gli scoccò un bacio a stampo sulle labbra.

 

Il riccio era troppo sconvolto anche solo per ritrarsi da quel contatto, ma chiuse gli occhi, non voleva vederlo così vicino. Sperava, chiudendo gli occhi, di farlo sparire da quella stanza. Pensava in mente: "se non lo vedo, non c'è". Sollevando le palpebre, però, Stan era ancora lì che lo guardava come un bambino guarda una caramella in un negozio di dolciumi. Inquietante, come sempre. 

 

"Ti darò del tempo per riflettere sulla tua scelta. Subito dopo le vacanze di Natale tornerò qui ed esigerò una risposta da te dolcezza, ti conviene scegliere bene perché tutto quello che accadrà dopo dipenderà da te e da nessun altro, che siano cose buone o cattive. Ci siamo intesi?"  

 

"Sì", disse soltanto il riccio sussurrando. 

 

"Alza la voce Harry. Hai capito tutto?"

 

"Sì, ho capito tutto" rispose, mandando giù la bile che minacciava di vomitare. 

 

"Bene, ci rivedremo presto dolce Harry, stammi bene." E così come era arrivato andò via, lasciando dietro di sé sconforto, paura e agitazione. 

 

Il riccio non fece neanche in tempo a vederlo uscire che si precipitò in bagno. Necessitava di vomitare, e al più presto anche. Rimesse tutto quello che aveva in corpo, e la gola doleva come non mai a causa dello sforzo. Immaginava le labbra di quell'essere sulle sue e i conati ricominciavano. Sembravano infiniti. 

 

Appena sembrò calmarsi un minimo, si alzò da terra e si recò al lavandino. Non avrebbe resistito più di così, doveva assolutamente rimuovere dalla sua bocca le tracce di quel pazzo. 

 

Prese lo spazzolino e lo riempì di dentifricio. Ne mise più del necessario, tant'è che molto cadde via, ma non se ne curò. Cominciò a sfregare i denti quasi dolorosamente e passò lo spazzolino anche sulle labbra, più piano in quel caso, non voleva dissanguarsi, o almeno non ancora. 

 

Quando fu quantomeno soddisfatto del risultato risciacquò tutto e si asciugò il viso. Osservò il suo riflesso allo specchio e quasi si vergognò di sé stesso. Due occhiaie enormi gli contornavano gli occhi, e questi ultimi di certo non stavano meglio. Erano estremamente rossi e anche un bambino avrebbe potuto capire che aveva pianto. Il viso era così bianco che sembrava un vampiro. 

 

Era forse vero che le persone stavano con lui per pietà? Che lui vedeva solo il buono in tutti quelli che aveva intorno? E Louis? Come poteva mai un ragazzo così perfetto essere cattivo, o avere anche un minimo di malvagità dentro di sé? La sua era tutta una farsa? 

 

No, non era possibile. Stan gliel'aveva detto apposta per far insorgere in lui dei dubbi, ma quella che aveva descritto non era la realtà. Questa volta non sarebbe riuscito a manipolarlo come voleva. Avrebbe usato la ragione, sempre se gliene fosse rimasta un po'. 

 

Doveva smetterla di pensare a quello. Aveva dilemmi più importanti da risolvere. Ad esempio, come allontanare Louis da lui. Non perché volesse, ma perché aveva capito che nella sua vita non poteva esserci un qualcosa di così buono e innocente. Non poteva permettersi di contaminare l'essere più puro che avesse mai visto. 

 

Doveva capire come fare e doveva anche sbrigarsi, perché il tempo che aveva non era molto, soprattutto se pensava che di lì a un paio di settimane sarebbe dovuto tornare a casa per le vacanze natalizie. 

 

Gli scappò una risata. Una risata amara, specifichiamo. 

 

Pensò fosse uno scherzo del destino. 

 

Possibile che adesso era lui a dover proteggere quell'anima inestimabile dal male? 

Forse, loro due insieme rappresentavano proprio quelle anime che provavano a salvarsi a vicenda per sopravvivere. 

Ma loro ci sarebbero riusciti?

   
 
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