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Autore: Fuffy91    31/08/2009    3 recensioni
Come Bella aveva supposto, era una motocicletta da corsa, ultimo modello, nera e lucente, con fiamme rosse sul parabrezza, molto caratteristica. Alla guida, c’era un vampiro, a giudicare dalla leggiadra con cui smontò, il cuore muto e l’odore dolciastro che emanava. Aveva il viso coperto da un casco rosso da corsa e il corpo sottile e sinuoso, nonostante l’altezza, sottolineata da stivali a spillo dodici centimetri, superflui, a dir poco, fasciato da un’aderente tuta in pelle nera lucida, con la zip sul davanti che evidenziava un abbondante decoltè. Togliendosi il casco inutile, una cascata di ricci stretti, color rosso brace cadde sulle sue spalle e sulla schiena, incorniciando un viso dai tratti delicati, con una bocca di rosa che rivelò un sorriso abbagliante, non appena i suoi occhi neri come la pece e grandi incontrarono i loro dorati e crucciati. “ Salve!” Questa è la mia nuova storia su Twilight, con un nuovo personaggio uno stravolgere la vita tranquilla della famiglia Cullen! Che succederà? Scopritelo, cliccando sul titolo! Baci baci Fuffy91! ^__________________^
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Storie di donne...di vampire!^^'
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Capitolo8

Bella.

 

Era passato poco tempo da quando Alice aveva avuto una visione nitida di Celine, nonostante si fosse imposta di non concentrarsi sul suo futuro. Ma tutto si era svolto nella più totale imprevedibilità. I suoi occhi, dopo un’abbondante caccia mattutina, si erano accesi nuovamente di topazio liquido e il suo sorriso era stato abbagliato da un timido raggio di sole, mentre, abbracciata a Jasper, si sporgeva sulle punte per baciarlo, ancora scossa dalle risate causate da una battuta di Jacob, che subito aveva ingaggiato una gara di corsa con Renesmee.

Improvvisamente, il sorriso si era spento e i suoi occhi divennero vacui e cristallini, come riparati da un vetro, per mezzo del sole che continuò a brillare in piccoli diamante sulla sua pelle scoperta dal leggero vestito di paillette.

“ Alice, cosa c’è? Cosa vedi?”

Tutti i Cullen si erano attorniati alla sua piccola figura, circondata dalle braccia solide e ricoperte da scintillanti cicatrici di Jasper, aspettando un suo cenno, una sua parola, trepidanti. E fu quando Edward ringhiò indispettito e strinse la mia mano destra con più forza che capii. Ed Alice mi dette la conferma alle mie congetture.

“ Celine. È in pericolo.”

“ Andiamo.”

Disse Carlisle , e dopo un cenno di intesa degli altri, corremmo aggraziati ma veloci verso Villa Cullen.

Jacob ci raggiunge presto, con in braccio una ridente Renesmee, che si accoccolò deliziata sul suo petto, gridando: “ Più veloce! Più veloce!” e l’eco delle sue risate riempì il mio animo ansioso, facendo nascere un sorriso sulle mie labbra contratte.

Anche Jacob sorrise e l’accontentò, affiancando Edward, concentrato su pensieri lontani ma ora, con la vicinanza, più facili da percepire.

“ Che succede? Perché torniamo indietro?”

Gli chiese, serio e leggermente accigliato.

“ Alice ha avuto una visione.”

Gli rispose, ora più concentrato di prima, ma calmo.

“ E allora?”

Chiese, ancora senza capire, Jacob. Risposi io per Edward.

“ Riguarda Celine. È nei guai. Stiamo andando ad aiutarla.”

Jacob, inaspettatamente, sorrise.

“ Ah, è per la pazza riccia. Bene, ci sarà da divertirsi.”

Renesmee rise alle sue parole, tirandogli i capelli scherzosa, forse per rimproverarlo. Io strabuzzai gli occhi, irritata. Non gradivo la sua leggerezza. Ma mi sorpresi nel vedere Edward sorridere delle parole del mio licantropo preferito. In compenso, lo aveva distratto. Ma non per molto.

Infatti, arrivati presso il giardino fiorito e ben curato della casa immacolata, non udimmo nulla se non il cinguettio lontano dei passeri, la corsa frenetica di qualche lucertola impaurita dal nostro arrivo e il vento carico di aromi della foresta attraversarci gentile.

“ A me sembra tutto tranquillo.”

Disse Emmett, guardandosi intorno e scrollando le spalle muscolose tranquillo.

Ma non appena ebbe finito la frase, la sua impressione mutò, quando vedemmo Celine e un altro vampiro atterrare al suolo, tra un cumulo di vetri cadere su di loro e sbriciolarsi come gocce di pioggia.

Celine era come Edward l’aveva lasciata, con la differenza che non aveva più la vestaglia azzurra a ricoprirle la sottoveste rosata, fluttuante per via del vento birichino, che aveva ricoperto il sole di un sipario di nuvole grigie.

Riconobbi il vampiro maschio accanto a lei ad un solo labile sguardo, per gli inconfondibili capelli color cioccolato a latte, ora più scomposti di quanto ricordassi e gli occhi dalle iridi rosse erano diventate improvvisamente nero pece.

Ignorandoci, prese Celine per un braccio e la trascinò dietro di lui, ma lei si divincolò con uno strattone. Si guardarono per un momento in cagnesco negli occhi. Poi lui le prese di nuovo un braccio, cercando di trascinarla dietro di sé, ma invano, visto che Celine, stizzita, si divincolò ancora.

Alex sbuffò in un gesto che ricordò molto Celine, portando gli occhi al cielo. Fece per afferrarle per la terza volta il braccio, ma lei si scostò ancora. Ingaggiarono una specie di lotta con le braccia e le mani che si sfioravano, ma non si toccavano mai definitivamente. Vidi Celine imbronciata e Alex al limite della pazienza.

“ Smettila.”

Ruggì, spazientito, cercando di fermarle una mano e prenderle il braccio dell’altra. Ma Celine lo schivò, leggera ed elegante.

“ No. Smettila tu, razza di viscido traditore.”

Sibilò lei, incattivita. Lui gli ruggì contro e lei fece altrettanto.

“ Dannazione, Celine, finiscila.”

Disse Alex, cercando di stringerla per la vita. Ma lei si ribellò, saltando indietro. Alex la seguì, forse senza nemmeno accorgersene.

“ No, finiscila tu.”

Ripeté di nuovo lei, sorridendo beffarda e sfuggendogli di nuovo, cantilenando quelle parole come una bambina che recita una filastrocca.

Alex, ormai al limite della pazienza, la caricò sulle spalle, mentre lei gli tempestava di pugni la schiena e scalciava sul suo petto con forza. Lui sembrò non risentirsene, e la tenne così, guardando verso la finestra dai vetri rotti, dove le tende bianche volavano come bandiere.

“ Alex, mettimi giù.”

“ Sssh, zitta. Non mi fai sentire nulla.”

Gli intimò lui di rimando, mentre Celine si dimenava come un uccello in gabbia.

“ Cosa dovresti sentire?”

Alex si voltò verso di me, osservandomi in volto, quasi curioso.

“ Fatti miei, zuccherino.”

Disse lui, con quel sorrisino malizioso che aveva riservato solo a Violet e molte altre a Celine.

Quest’ultima gli dette una gomitata dietro il collo e lui la sculacciò sorridendo.

“ Fallo di nuovo e ti strappo la mano e gliela do in pasto al cucciolotto.”

Ringhiò lei, irritata. Jacob fece una smorfia d’orrore.

“ Che schifo. Grazie, ma non ci tengo.”

“ Sentito, tesoro? I tuoi piani di tortura non possono essere attuati ed ora fa la brava, e fammi pensare a un modo per liberarmi di questa seccatura.”

Guardò di nuovo in su, in attesa di qualcosa.

“ Non chiamarmi così e mettimi giù, subito.”

“ Perché ti sta andando il sangue alla testa? Eppure non dovresti averne molto in quella zucca piena solo di segatura.”

Le rispose quasi distratto, navigando a passo posato intorno alla casa, superando calmo un cespuglio di rose, come per rispetto alla proprietaria che gli regalò un sorriso, che non venne ricambiato.

“ Ma che stai facendo?”

Domandò spazientita Celine.

“ Vuoi stare zitta?”

Disse lui, imitando la sua voce trasognata, e lei gli dette un’altra gomitata. Alex si fermò, chiudendo gli occhi a quel tocco poco delicato, e facendo una smorfia contrariata. Poi, a velocità vampiresca, si avvicinò a noi, posandola finalmente a terra.

“ Contenta?”

Le chiese ancora impegnato a scrutare i dintorni della casa.

“ Si.”

Disse lei diabolica, per poi alzare una gamba per colpirlo nel punto x di ogni uomo. Ma, inaspettatamente, lui la prevenne e con volto dispiaciuto e sorpreso, la tenne immobilizzata. Poi, con molta calma, la guardò, sorridendole quasi rimproverandola, picchiettandole la gamba scoperta con le dita.

“ Che volevi fare?”

Le chiese, quasi canzonatorio.

Celine gli sorrise come una bambina innocente, con le mani sporche di marmellata.

“ Niente.”

“ Brava.”

Le disse lui, lasciandole dolcemente la gamba, che lei incrociò con l’altra, rinunciando al suo intento, ma guardandolo truce. Jasper la guardò sorridente, mentre Emmett rideva allegro.

“ Chi sono?”

Chiese Edward calmo ma attento ad Alex, che lo fissò a lungo prima di rispondergli.

“ Non me lo leggi nella mente? Cos’è? Sei difettoso?”

Jacob rise sguaiatamente, ma Edward ignorò sia lui che il commento di Alex, mentre io spegnevo la risata di Jacob con una gomitata al fianco.

“ Posso leggerlo solo se lo pensi.”

Fu la sua risposta pacata.

“ Ah.”

Fu il commento di Alex, arcuando per un attimo le sopracciglia.

“ Beh, diciamo che sono dei vecchi amici.”

“ Molto vecchi. Diciamo decrepiti. Dio, te la sei fatta con una vecchia raggrinzita! Che coraggio!”

Alex rispose all’esclamazione disgustata di Celine, con una smorfia e uno sguardo accigliato.

“ Primo: non sono finito a letto con quella, se è questo che ti turba.”

“ Parlò il diavolo travestito da angelo. Cosa? Ma non mi turba per niente!”

Cambiò tono, indignata.

“ Secondo: non sono decrepiti, hanno se no la mia età.”

“ Quindi decrepiti.”

“ Ma se ho due anni più di te!”

“ Due anni sono sempre due anni.”

Disse lei, trasognata. Alex sbuffò, ma non commentò.

“ Terzo: vogliono uccidere te per colpire me.”

“ Questo l’avevo capito.”

“ Ah, davvero? Ma non mi dire. È un miracolo.”

Disse asciutto, senza guardarla. Lei aprì e chiuse la bocca, incrociando le braccia e voltandogli il volto, offesa.

“ Bastardo.”

Sibilò, Celine. Alex sorrise.

“ Mi hanno detto di peggio.”

“ Non ne dubito.”

Ribatté lei, voltandosi a guardarlo con gli occhi accesi di un fuoco dorato, per poi rivoltarsi verso Esme, sfiorando con i suoi ricci scarlatti la guancia di Alex, che le regalò un mezzo sorriso, per poi ritornare serio, alla vista dei due vampiri che scesero come felini dalla finestra di Celine, atterrando al suolo con un tonfo sordo.

I loro occhi erano rosso brace, la femmina era seria e aveva un cipiglio che deturpava i suoi tratti, facendola assomigliare ad una deliziosa bambola di porcellana scontenta. I suoi capelli erano più neri di quelli di Jacob, e lunghi fino alla vita, lisci e sciolti. Indossava un completo i cui toni verde smeraldo ricambiavano molto il leggero pullover che il suo compagno indossava. Lui sembrava molto più forte in confronto all’aspetto esile e mingherlino della sua compagna, ma nonostante sorridesse, quel sorrisino irrisorio non riusciva a tranquillizzarla. Anzi, la irritava solamente.

La femmina incurvò il volto di lato e guardò curiosa Renesmee, avvolta nell’abbraccio possente di Jacob, che la guardò male.

Vidi le sue iridi rosse essere attraversate da un bagliore color arancio e la sua lingua rosea leccare le sue labbra sanguinee.

“ Mmm. Deliziosa.”

Mormorò con la sua voce suadente, ma irritante, causando un ringhio sia da parte mia, sia da Edward che da Jacob, che intensificò la stretta, già scosso dai primi tremori.

“ Peccato per l’orribile odore del mastino sciolto. Vero, caro?”

Continuò, per nulla spaventata, accarezzando languida il braccio muscoloso del compagno, che le sorrise.

“ Si, Cordelia. Hai ragione. Un vero peccato.”

Disse il maschio, scostandole una ciocca di seta nera, che ritornò subito al suo posto, incurante del suo gesto gentile. Anche lui cominciò a guardare interessato il piccolo corpo di Renesmee, che si strinse a Jacob, non impaurita, ma attenta ad ogni mossa di entrambi. La femmina si sporse nella sua direzione, gli occhi incupiti, e subito io, Edward e Jacob scattammo in difesa, come il resto del gruppo, che si strinse intorno a lei e a Jacob, ormai prossimo a trasformarsi.

Il mio scudo andò a ricoprire sia Edward che la coppia dietro di noi, concentrando la sua forza soprattutto su Renesmee. Ma fu tanta la mia sorpresa, nel vedere il maschio ridere allegro, afferrando Cordelia per la vita e intrappolarla fra le sue forti braccia, accostando le labbra al suo orecchio e baciandone la superficie.

“ No, cara, no. C’è di meglio in giro, credimi. Non ne vale la pena.”

Le baciò la tempia e i suoi muscoli tesi per l’attacco morto sul nascere, si rilassarono e solo quando ne fu certo, la lasciò, sfiorandole quasi distratto l’avambraccio sottile. Lei gli sorrise, nonostante l’avesse costretta a ritornare sui suoi passi, e cominciò a volteggiare intorno a lui, cantando contenta una melodia antica, quasi una ballata popolare. Edward scosse la testa, ritornando calmo e guardò Alex, che annuì di una cosa che non compresi.

Edward intercettò il mio sguardo, e mi illuminò.

“ è folle. La sua mente è priva di logica. I suoi pensieri sono selvaggi e…violenti.”

Terminò, guardando apprensivo Renesmee, che gli sorrise come per tranquillizzarlo.

Edward ritornò a concentrarsi sui pensieri della vampira, che terminò il suo volteggiare quando incrociò gli occhi di Alex, che si incupirono ancora di più, nello scrutare i suoi scintillanti di fuoco, le cui lingue danzarono di un’emozione che interpretai di felicità.

“ Alexander.”

Pronunciò il suo nome in un mormorio suadente, con una nota melodiosa non ancora scoperta, e sbarrai gli occhi dallo stupore nel vedere la femmina avvicinarsi a lui quasi di corsa e scrutarlo come la cosa più bella che avesse mai vista. Si arrestò all’improvviso, mentre i risvolti del corpetto, con scollo quadrato, del suo vestito dal taglio quasi ottocentesco, sfiorarono lo strato leggero della t-shirt di lui.

Sollevò una mano, le cui lunghe unghie laccate di rosso spiccavano sulle dita color del ghiaccio, sfiorandogli la guancia in una lenta e delicata carezza. Alex non si ritrasse a quel tocco, ma non mostrò la minima emozione, come una statua di marmo insensibile.

“ Il mio Alexander.”

Mormorò ancora, con un tono intriso di desiderio. Celine, accanto a lui, portò gli occhi al cielo e sorrise sardonica ad Alex, ancora immobile ed imperturbabile.

“ Sentito? Sei il suo Alexander. Che scenetta commovente.”

Disse Celine trasognata, ma con una punta di acidità, guardandosi le unghie curate, falsamente indifferente.

Alex, a quelle parole, prese nuovamente vita, e con una smorfia scostò la mano di Cordelia, che le ricadde sul fianco, come se fosse stata ferita.

“ No, non lo sono.”

A quella risposta fredda e distaccata, Cordelia si ritrasse da lui ansimando, il volto stravolto da un’emozione che non compresi. Sembrava delusa, amareggiata, arrabbiata…folle.

Urlò disperata, gettandosi al suolo e contorcendosi come un animale ferito. Guardai la scena scioccata. Il maschio fu subito da lei e la sostenne per le spalle, consolandola amorevole, mentre lei sembrava in preda a singhiozzi che non avrebbero mai potuto sfogarsi in lacrime, mentre artigliava il tessuto del pullover del compagno tra le mani strette a pugno, spasmodiche, il viso nascosto nel suo petto. Esme ebbe un moto di compassione, che la portò ad allungare una mano verso di lei, ma Carlisle la afferrò, scuotendo la testa, anche lui il volto accigliato dalla pena.

“ è solo scena.”

Disse Edward, ed Esme si voltò indispettita verso il figlio prediletto.

“ Come puoi dirlo? Guardala, è disperata.”

Gli indicò ancora la scena straziante che si stava svolgendo a pochi metri di distanza.

“ Sono capricci.”

Disse pensierosa Rosalie, guadagnandosi lo sguardo di tutti.

“ Capricci di una bambina che non ha ricevuto il suo giocattolo preferito con cui dilettarsi. Conosco queste moine, le ho viste fin troppe volte, in passato.”

Voltò il viso quasi disgustata, mentre Emmett, sorridente, la accoglieva nel suo abbraccio da orso protettivo.

“ Si è sentita offesa e indesiderata agli occhi di Alex. È solo questo a turbarla, ora.”

Jasper assottigliò lo sguardo.

“ Le sue emozioni sono così forti che mi provocano la stessa irritazione.”

Alice gli strinse la mano e lui, risollevato, ricambiò il suo sorriso e la sua delicata stretta.

“ Ora va meglio.”

Non era una domanda, ma Jasper rispose lo stesso, alzando le loro mani intrecciate e baciando il dorso della sua.

“ Si, grazie.”

Dopo attimi eterni, Cordelia sciolse la presa dal suo compagno, che la guardò alzarsi affranto, per poi osservare truce Alex.

“ Avresti almeno potuto trattarla con più riguardo. Sai bene quanto sia fragile. Basta un nulla per scatenare una delle sue crisi.”

Alex si mise le mani in tasca e lo guardò con il volto inclinato e le gambe incrociate in una posa quasi annoiata.

“ Sei tu, invece, Jiulian, a non riconoscere le cause perse, quando ne vedi una. Eppure l’hai avuta davanti agli occhi per più di un secolo, ormai.”

Jiulian ringhiò a quelle parole, e il suo ringhio cavernoso ed adirato ci spinse ad assumere una posizione di difesa.

“ Una causa persa…”

Ripeté delicata ma suadente Cordelia, muovendosi dolcemente verso Jiulian, ruotando attorno alla sua figura, sfiorandogli con le dita il contorno della braccia e delle spalle, senza mai perdere lo sguardo di Alex, il viso illuminato da un altro sorriso misterioso.

“ E così sarei una causa persa. Una causa persa.”

Disse ancora, per poi fermarsi a raccogliere una margherita, accarezzandone la corolla, quasi affascinata dal suo candore, non certo pari a quello della sua pelle.

“ Non dargli ascolto, Cordelia. Lui non sa nulla di te.”

Le disse gentile ma con una punta d’astio Jiulian, che divampò nel suo sguardo quando incrociò quello scuro di Alex.

“ Oh, ti sbagli, Jiulian caro.”

Disse sbrigativa, Cordelia, volteggiando fuori dal circolo protettivo delle braccia del vampiro suo alleato, e ruotando ancora verso la figura di Alex, come se ne fosse attratta in modo irreversibile.

“ Il mio Alexander mi conosce molto bene. Forse più di te.”

Disse, rivoltasi verso Jiulian, che trasalì a quelle ultime parole, con cui la aveva ferito deliberatamente. E mentre Jiulian guardava con odio puro Alex, quest’ultimo osservava invece il volto di porcellana di Cordelia, che gli sorrise dolce, abbassando lo sguardo sulla margherita intatta, quasi imbarazzata.

“ A chi devi la vita, Alexander?”

Gli chiese inaspettatamente, cominciando a strappare i primi tre petali della margherita.

“ A te, Cordelia.”

“ Davvero?”

Gli chiese Celine, guardandolo con occhi sorpresi. Alex trasse un profondo respiro, prima di incrociare il suo sguardo.

“ Si. È stata lei a trasformarmi.”

“ Non me lo avevi mai detto.”

Mormorò Celine, seria ed accigliata.

“ Non me lo hai mai chiesto.”

Lei aprì la bocca quasi per controbattere, ma poi abbassò lo sguardo, cominciando a giocare con i suoi ricci tra le dita.

“ Si, hai ragione.”

Ammise, a malincuore.

“ Oh, si, il mio Alexander era così bello allora. Così soffice, così caldo…”

Ricordò Cordelia, sorridendo pensierosa alla margherita quasi completamente priva di petali, che non vidi ricadere sul terreno, dondolando su sé stessa. Jiulian la affiancò, mentre ricominciò a parlare.

“ Così debole.”

Disse quasi divertita. Gli occhi di Alex si accesero a quelle ultime parole.

“ Ero umano, all’epoca.”

“ Si, umano.”

Annuì lei, come un’alunna diligente che ripete le parole del maestro.

“ Un esserino di poco conto.”

Continuò Jiulian, sprezzante.

“ Un cucciolo smarrito.”

Mormorò Cordelia, avvicinandosi veloce a lui e fermandosi nuovamente a pochi passi da lui.

“ Un gattino di strada che io ho tramutato…”

Una pausa in cui aprì la mano destra e soffiò i petali bianchi della margherita, ormai dimenticata al suolo, morta, sul viso inespressivo di Alex.

“ …in un leone feroce.”

Terminò compiaciuta di sé stessa, ridendo gioiosa e volteggiando allegra.

“ Fu una liberazione per te, Alexander, vero?”

Gli chiese conferma, fermandosi e ancora sorridente.

“ Fu una condanna.”

Il tono di Alex era duro, ma che non spense il sorriso felice di quella che, un tempo, era stata la sua carnefice.

“ Non mi desti scelta, Cordelia. Mi avevi mandato tre dei tuoi seguaci ad uccidermi, bloccandomi in un vicolo cieco, come un topo in mezzo ai gatti. Ma il mio sangue non era l’unica cosa che volevi da me, vero?”

Lei scosse la testa, sorridendo a mezzo tono.

“ No…tu volevi la mia vita.”

Celine ringhiò inaspettatamente, facendo voltare stupito Alex verso di lei.

“ Cagna!”

La insultò, mentre Cordelia rideva divertita dalla sua rabbia.

“ Perché non l’hai uccisa, eh? Perché? Avresti dovuto farlo, idiota!”

Lo insultò, infuriata e scoprendo i denti verso il volto, ora inespressivo, di Cordelia, che guardò Alex, ancora intontito dall’esplosione d’ira di Celine.

“ Sei un idiota! Sempre a fare il rispettoso! Quelle come lei si merito solo di essere squartate!”

Esclamò, sputandole in faccia quelle parole. Cordelia increspò le sopracciglia nere e sottili, inclinando il capo e socchiudendo le labbra, quasi incuriosita o confusa da quell’affermazione.

“ Squartata?”

Celine le sorrise, diabolica.

“ Si, squartata. Hai presente?! Fare a pezzi, masticarti le viscere e gettare la poltiglia nel fuoco? Ecco, proprio quello.”

Concluse quel macabro discorso, che avrebbe rivoltato lo stomaco di qualunque umano, me inclusa, a suo tempo, assumendo un tono leggero, calmo e posato. Di certo, non da lei, ma comunque intriso della fredda ironia che sempre la caratterizzava.

“ Celine, smettila.”

Gli intimò Alex, guardando preoccupato sia lei che Cordelia. Jiulian accusava già i primi segni di impazienza, ma la sua compagna o la sua padrona- chi poteva dirlo, a quel punto?- sorrideva beata a un’altrettanto serena Celine.

“ Perché? Non vedi che io e la tua tenera assassina stiamo istaurando una affiatata intesa?”

“ Non comportarti da stupida. Non la provocare, dammi retta.”

Le consigliò Alex, guardandola spazientita. Celine non fu meno dura. Gli occhi dorati solidificati e le labbra serrate in quella che doveva essere rabbia, unita a risentimento.

“ Perché? Altrimenti, cosa mi fa? Mi assale? Mi istiga il suo sambernardo contro? Non mi importa!”

Esclamò, il fuoco dei suoi capelli propagato nei suoi occhi. Alex non trovò il coraggio o forse la voglia di contraddirla, forse troppo sorpreso o abbagliato dall’alone di determinazione che la rendeva ancora più bella.

“ Non capisci. Cordelia sarà anche folle, ma non scherza quando si tratta di lottare per qualcosa che vuole.”

“ E cosa desidererebbe, ora, così ardentemente?”

Gli chiese, ancora sulla difensiva.

“ Prima di tutto, la tua morte, e poi…”

Alex guardò Edward, che ricambiò lo sguardo apprensivo, e poi ritornò ad osservare Celine.

“ …me.”

Terminò con un sonoro sussurro. Celine annuì.

“ Bene.”

Detto questo, si voltò verso Cordelia, che ricambiò, sorridendo appena.

“ Tu mi vuoi morta perché pensi che sia la donna di Alex, giusto?”

Cordelia annuì, ampliando il suo sorriso. Celine, inaspettatamente, ricambiò ancora più luminosa, facendo qualche passo verso di lei, cadenzata e sinuosa. Vidi Jiulian sulla difensiva e, istintivamente, ampliai il suo scudo anche su di lei.

“ Beh, ti informò che è così.”

“ Celine!”

Esclamò sorpreso ma irritato Alex, forse più dalle conseguenze che quell’affermazione poteva provocare, piuttosto che dalle sue parole.

“ Si, sono la compagna di Alex. O per meglio dire, lo sono stata, per un breve periodo di tempo. Molto breve.”

Terminò, trasognata, ma sincera.

“ Ma, immagino che per te, le cose non facciano differenza, vero? Benissimo. Ora, bambolina vodoo, potremmo rimanere qui a ucciderci per lui ma, non credo risolveremo qualcosa. Anzi, sinceramente, lo trovo infimamente squallido battersi per un uomo, ti pare?”

“ Alexander è mio.”

“ Si, questo lo hai già detto. Sei ripetitiva, sai?”

“ Celine.”

Questa volta fu Carlisle ad ammonirla, e lei si volse verso di lui, sorridente.

“ Che c’è? È vero!”

“ Celine, stai attenta!”

Esclamò all’improvviso Alice, reduce da un’improvvisa ma labile visione.

Celine si voltò, senza capire. Entrambi i nemici erano rimasti immobili. Nessuna l’aveva attaccata. Celine guardò di nuovo Alice, il suo volto da folletto distorto in un’espressione preoccupata, distaccata da Jasper di qualche passo, i muscoli tesi.

“ Non succede nulla.”

“Alla tua sinistra!”

Urlò Edward, sporgendosi verso di lei. Ma appena si voltò, mentre Esme urlava di spostarsi, fu troppo tardi. Un ginocchio la colpì in pieno viso, facendola volare verso il tronco di un abete solitario, facendolo tremare per l’urto, mentre lei si accasciava al suolo erboso con un tonfo sordo.

Renesmee emise un urlo sorpreso, chiamando agitata il suo nome e cercando di ribellarsi dalla presa di Jacob.

“ Celine, no, Celine!”

“ Sta tranquilla, Nessie. Buona, piccola.”

La tranquillizzò Jacob, guardando apprensivo Edward, corrucciato e teso.

“ Come sta?”

“ è ferita?”

Gli chiesi in contemporanea con la domanda di Jacob, preoccupata. Incapace di stare ferma, cercai di correre ad aiutarla, ma Edward mi trattenne per un braccio.

“ No, sta andando Alex ad aiutarla. Non è ferita, solo intontita. Il colpo è stato inaspettato e quindi ci vuole un po’ prima che si riprenda. Questione di secondi.”

Parlava veloce, q da questo capii che era agitato.

“ Ma chi è stato a colpirla?”

Chiesi, mentre Rosalie ringhiò, indicando con un gesto secco del capo e un deciso e duro:

“ Quello, laggiù.”

Un nuovo vampiro maschio, dal fisico magro ma flessuoso nei movimenti, completamente nero, dai vestiti, dalla camicia ai pantaloni e alle scarpe classiche che indossava, oltre ai capelli lunghi fino alle spalle, folti e disordinati. Solo gli occhi erano rosso Tiziano, accesi e luccicanti di vittoria e violenza. A lui, si aggiunsero altri cinque vampiri, tutti uomini ed ostili. In tutto, i nemici erano otto, tutti pronti a fronteggiarci. E i Cullen, Jacob, come io, del resto, che scoprii i denti, ringhiando a tutti, gli occhi dorati brucianti di risentimento, non si sarebbero tirati indietro.

Tutti passammo, quasi in simultanea, ad una posizione d’attacco. Jacob lasciò che Renesmee si districasse dalle sue braccia e lei, subito, mi afferrò la mano, mentre l’avvolgevo, automaticamente, con il mio scudo, protettiva.

Jacob, intanto mi aveva superato, scostandomi leggermente con una mano bronzea sulla spalla.

“ Jake.”

Mormorai senza capire, finché non lo vidi correre verso i vampiri, che circondarono Cordelia, difendendola. Vide Edward sorridere, mentre Jacob balzava in alto e si trasformava in licantropo sotto gli occhi sbalorditi dei vampiri nemici, e quando atterrò, si avventò su quello che aveva colpito Celine, sputando la mano che era riuscito a staccargli proprio dove giaceva il suo corpo inerte. Alex sogghignò alla scena, godendo nel sentire il vampiro bruno contorcesi dal dolore.

Quando Jaacob si gettò su di lui, Jasper disse pratico, ma deciso:

“ Ora.”

E tutti noi corremmo verso i nemici, pronti a battersi.

La battaglia, aveva inizio.

 

 

Angolo dell’autrice.

Salve a tutti!!! Perdonate il ritardo, ma avevo bisogno di una pausa!!! Spero di non avervi deluso!!! Innanzitutto ringrazio tutti quelli che mi seguono e che hanno messo questa storia tra i preferiti!!! Vi ringrazio infinitissimamente! ^^

Ora, passiamo alle recensioni:

Weepsiewolf: Grazie per i tuoi complimenti!!! Sei gentilissima e molto simpatica!!!XD Spero di leggere presto qualche tuo lavoro!!! Beh, per quanto riguarda la trasformazione di Jacob, lui era già lupo quando era arrivato a casa Cullen, perciò non c’è stata nessuna devastazione!!! Mi fa piacere che i miei personaggi ti piacciono e spero che il mio nuovo cap ti sia piaciuto e che tu me lo faccia sapere al più presto!!!! Ti aspetto!! Baci baci Fuffy91!!!!

P.S. Ecco, come tuo desiderio, i volti di Celine ed Alex, sperando che quest’ultimo sia di tuo gradimento!!!^-*

Celine: http://i27.tinypic.com/2ldhamq.jpg

Alex: http://i29.tinypic.com/2ibloog.png

 Alla prossima emozione, ragazzi e ragazze, lettori e lettrici misteriosi!!! Leggete e divertitevi!!! Ciao ciao!!! Big kiss a tutti!!!!^__________________________^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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