Io e te insieme contro
il mondo…sempre!
*
Capitolo
3
*
Basta
una frazione di secondo e tutto attorno a te cambia.
Una
mossa al posto di un’altra per ribaltare le sorti del destino.
Papillombre sorrideva
malignamente mentre vedeva Marinette e Adrien
togliersi i loro miraculous per metterli nella sua
mano guantata.
L’avrebbe
fatta franca e Adrien avrebbe avuto indietro sua madre.
Lui
avrebbe avuto indietro la sua amata Emilie.
Una
famiglia felice finalmente, già si vedeva seduto sul giardino di casa attorno
ad una tovaglia a scacchi bianca e rossa mentre consumavano il pranzo preso da
un cestino in vimini, quanto piaceva ad Adrien sedersi sull’erba fresca con la
famiglia sorridente.
Quanto
piaceva a Gabriel la sua famiglia felice e il sorriso della moglie così simile
a quello di suo figlio.
Ma
fu proprio quando questi gli sfiorò la mano che sparirono davanti i suoi occhi
e apparve lui da un portale: Pega Noir.
“Cataclisma!”
Aveva invocato facendo strabuzzare gli occhi a Lady Bug, oltre a quelli di Papillombre s’intende.
Non
era questo il piano.
Non
era questo che era stato accordato.
Aveva
appena fatto di testa sua, ma perché? Perché voler distruggere quei miraculous? Oppure voleva uccidere il loro acerrimo nemico?
No, Adrien non era un assassino e per quanto lo odiasse non avrebbe mai causato
la sua fine.
Lo
scopo era quelli di prendere quelle spille che mancavano da troppo tempo nella Miracle Box e assicurare quel criminale alla
giustizia.
Ok,
una cosa sarebbe stata fatta…solo che la Miracle
Box sarebbe stata privata ancora una volta di due spille rendendola
incompleta e lei una guardiana non all’altezza del compito assegnatole.
Allungò
la mano e Papillombre la ritrasse per non rischiare
di toccarlo.
Inerme
e indifeso si lasciò andare al suo destino.
Non
poteva combattere contro suo figlio, non avrebbe avuto scampo contro quegli
occhi così simili a quelli di Emilie.
Era
finita, e l’aveva persa per sempre.
Forse
se non fosse stato così avido di potere e ottuso, avrebbe potuto parlare con
suo figlio e metterlo al corrente del suo piano tralasciando l’effetto sorpresa
di scoprirlo in quella maniera.
Si
sarebbe arrabbiato…
O si
se si sarebbe arrabbiato, ma ormai era tardi per tornare indietro.
Pega Noir strappò via
quelle due spille che teneva appuntate al petto in maniera ordinata e
impeccabile una sopra altra.
Papillombre cadde
all’indietro come se fosse stato colpito dalla scarica di un fulmine.
In
pratica era come se lo fosse stato.
*
Pega Noir vide in
pochi secondi tutte le sue ipotesi diventare realtà.
Mentre
nella sua mano destra vibravano sia il miraculous del
pavone che quello della farfalla per il colpo subito, le ginocchia divennero di
gelatina e si lasciò cadere sulla strada.
Non poteva
essere…aveva sperato fino all’ultimo di sbagliarsi.
Lady
Bug se ne stava attonita con la bocca spalancata, coperta malamente dalla sua
mano guantata.
Volpe
Rossa e Carapace erano rimasti nella medesima posizione in attesa che Lady Bug
impartisse loro qualche ordine.
Fu
solo quando lo yo-yo della coccinella iniziò a vibrare che si destò un attimo
dallo shock subito.
“Il sentimostro è sparito…e visto che ti sto chiamando credo
che il piano abbia funzionato, no?” Era Viperion.
“S-si
certo! A-abbiamo vi-vinto!” Balbettò tremando con voce poco convinta.
“Stai
bene’” Chiese Ryuko messa in viva voce.
“Tornate
a ca-casa ragazzi! Vi-vi chiamo io più tardi!” Chiuse la telefonata senza dare
ulteriori spiegazioni.
Volpe
Rossa mise una mano sulla spalla di Lady Bug “Chiamo io King Monkey e Vesperia, se vuoi.”
“G-grazie!
Poi potete andare, ragazzi! E…mi raccomando, non dite niente, tenete questa
cosa per voi.” Se i suoi amici avessero raccontato la verità prima che Adrien
avesse potuto chiarirsi con suo padre, o se Alya lo avesse scritto nel Lady
Blog sarebbe stato un disastro.
“Vorrei
restare, Adrien è un mio amico…” S’impose Carapace.
“No,
ci penso io!” Esclamò categorica la coccinella.
“Andiamo,
Carapace!” Volpe Rossa lo portò via con lei.
*
Lady
Bug balzò dal cornicione e dopo aver toccato terra si precipitò da Pega Noir prossimo alla de trasformazione.
Inginocchiato
a terra, sguardo perso nel vuoto e nella sua mano i miraculous
danneggiati che emettevano scintille.
Dalla
parte opposta, scaraventato lungo un palazzo abbandonato, Gabriel se ne stava
privo di sensi seduto con la schiena attaccata ai mattoni.
Lady
Bug gli mise una mano sulla spalla e lui la guardò con uno sguardo affranto
prima di riportare la testa nella medesima posizione di prima.
“Scusa!”
Le disse riferendosi ai miraculous danneggiati
porgendoglieli.
“Il lucky charm sistemerà tutto…” Non serviva che glielo
dicesse, questa cosa lo sapeva già sé, se non ricordava male era capitato in
passato con il miraculous dell’ape.
“…sapevi
che era tuo padre, vero?” Gli chiese rimanendo in piedi accanto a lui che non
accennava a spostarsi o cambiare posizione.
“Non
ha nemmeno provato a combattermi.” Gli occhi iniziarono ad inumidirsi e la voce
era rotta dal pianto.
“Sapeva
che eri tu. Lui si aspettava di trovare me, sarebbe stato più facile agire.
Invece così…è rimasto immobile a subire.”
“Perché?
Perché lo ha fatto?”
“Questo
non lo so, Adrien! Non ti posso dire che cosa lo ha spinto a comportarsi così e
quale fosse il suo scopo. Però glielo puoi chiedere…si sta svegliando.”
E in
quell’attimo Pega Noir sciolse la trasformazione.
“Io
vado a sistemare questi miraculous, resto nei paraggi
se hai bisogno, ok?”
“No,
è una cosa tra me e lui, tu puoi andare.” Adrien si alzò con i pugni lungo i
fianchi e le lacrime agli occhi.
Li
asciugò con la manica della camicia di fretta.
“S-sei
sicuro?”
Adrien
annuì e a Lady Bug non restò altro che obbedire al suo ordine.
*
Lady
Bug lanciò lo yo-yo nel tetto vicino e quando Adrien la vide sparire si
avvicinò a suo padre.
Camminava
con andatura lenta e pesante cercando di prendere tempo per trovare le parole
giuste da pronunciare.
Una
volta al suo cospetto si accorse di una cosa molto strana.
Gabriel
continuava a tenersi la testa e a guardarsi attorno.
“Papà!”
Lo richiamò con aria austera, avrebbe voluto afferrarlo per la collottola della
camicia e sbatterlo addosso a quel muro di mattoni prendendolo a pugni finchè il sangue non gli fosse fuoriuscito dal naso e dalla
bocca, ma si accorse di una cosa strana, non prevista.
Lo stilista
era in stato confusionale e continuava a ripetere “Che ci faccio io qui?”
Probabilmente si era accorto che non era un posto abituale per lui.
“Come?
Non ti ricordi?” Gli porse la mano per aiutarlo ad alzarsi, ma si contorse dal
dolore perché la testa gli faceva male, dannatamente male.
“D-dovrei?”
“Senti,
non ho tempo da perdere con queste recite.” Disse in tono autorevole
rivolgendosi al padre come non aveva mai osato farlo prima, Adrien era convinto
di andare avanti e avrebbe scoperto la verità ad ogni costo.
“Recite?
Ma di che recite parli, figliolo?”
“Se
è uno scherzo, non mi incanti!”
“Adrien,
sei sicuro di stare bene?” Gli domandò nuovamente “…la mia testa! Ma per caso
mi sono ubriacato dopo il funerale di tua madre e sei venuto a cercarmi?” La
sensazione di smarrimento e confusione era quella, senza però la nausea.
“Fu-funerale?”
Adrien strabuzzò gli occhi intuendo che Gabriel avesse perso la memoria e
l’ultima cosa che ricordava era il funerale di sua madre di mesi fa.
“Papà…”
Sospirò più amorevolmente “…andiamo a casa!” Chiamò il gorilla
informandolo della loro posizione.
*
Una
volta in macchina e seduti sul sedile posteriore Adrien chiese a suo padre qual
era l’ultima cosa che ricordava.
Lo
stilista ci aveva pensato un attimo e poi rispose la stessa cosa che gli aveva
comunicato qualche minuto prima, ossia il funerale dell’amata Emilie.
Era
stato quasi un anno fa.
Che
stesse fingendo solo per sottarsi alla sua punizione?
No,
dalla sua espressione confusa non si direbbe, in una sorta di strano scherzo
del destino sembrava che gli avvenimenti dei mesi precedenti fossero stati
completamente cancellati, eppure non gli sembrava che Gabriel avesse preso una
botta così forte da provocargli quell’amnesia.
Forse
era stato lui con il cataclisma a toccarlo in punti cruciali, eppure era stato
attento, si era concentrato unicamente sulle spille appuntate al petto.
Adrien
si portò le mani dentro i capelli dalla disperazione, suo padre era Papillon o Papillombre e non poteva dirgli nulla.
Non
sapeva se stava fingendo o meno, ma quello di cui era certo è che avrebbe
ingoiato ancora una volta il rospo finchè non ne
avrebbe saputo di più.
*
Era
in collera con lui e non poteva nemmeno riversagli la sua rabbia contro.
Gabriel
non sapeva nemmeno perché Nathalie era allettata e ne fu meravigliato quando la
vide sotto le coperte con la stessa espressione che aveva Emilie quando aveva
accusato i primi malori.
Adrien
si era adoperato anche per farlo visitare da uno specialista nel più breve
tempo possibile e questi arrivò come un fulmine a Villa Agreste.
“Non
so dirle se l’amnesia di suo padre sia momentanea oppure no, solo il tempo ce
lo dirà, il nostro cervello è assai complicato ed è una materia molto vasta,
purtroppo non posso fare niente per lui. Stategli vicino e cercate di non
dargli troppe informazioni tutte in una volta, siate comprensivi con lui. E’ tutto chiaro? Ah! Se dovesse avere difficoltà nel dormire
vi prescrivo questi tranquillanti, venti gocce dovrebbero bastare.” Il medico
staccò una ricetta bianca che venne subito data al gorilla che si
sarebbe recato nella farmacia più vicina.
Adrien
accompagnò infine suo padre a letto dopo avergli dato un analgesico per
l’emicrania e qualche goccia di tranquillante per farlo dormire un po'.
*
Aveva
chiamato Marinette informandola della situazione e
lei, o meglio Tikki, le aveva risposto che
probabilmente lo shock per aver distrutto i miraculous
mentre Papillombre era ancora trasformato ha causato
una perdita di connessione neurale danneggiando irreparabilmente quella parte
di cervello che controlla i ricordi.
E
con l’occasione le aveva chiesto di incontrarsi, avevano tanto di cui parlare e
lui non poteva trattenere quelle emozioni ancora a lungo.
Unico
lato positivo era che non poteva venir akumizzato da
nessuno, a meno che Marinette non decidesse di
diventare lei stessa il nuovo Papillon.
*
Nathalie,
dopo la notizia dell’amnesia di Gabriel, si era alzata dal letto, vestita come
meglio poteva ed era andata in giardino nel luogo in cui si trovava la statua
di Emilie, era sicura che ci avrebbe trovato Adrien.
“Ti
voleva molto bene, sai?” Gli disse toccandogli la spalla.
“Tu
lo sapevi vero?” Non le rivolse nessun sguardo.
Nathalie
deglutì un po' di saliva “Si!”
“Perché?”
“Vieni
con me!” Gli ordinò di seguirlo e lui lo fece senza chiedere ulteriori
spiegazioni, sapeva che suo padre aveva molti scheletri nell’armadio e alcuni
di questi ora stavano per venire alla luce.
Entrarono
in casa e di diressero nello studio di Gabriel, e Adrien fu molto sorpreso
nell’apprendere che il quadro di sua madre era in realtà uno strumento che gli
avrebbe permesso di scendere ancora più in profondità sotto casa sua.
“Dove
siamo?” Le chiese guardandosi attorno e venendo colpito da un caldo torrido
quasi afoso.
Non
poteva credere che sotto le viscere della sua magione esistesse un mini mondo
fatto di edere arrampicanti, farfalle e acqua, acqua pulita che scorreva come
un fiume.
E
poi la vide.
Un
feretro di cristallo con al suo interno il corpo senza vita di sua madre.
“Non
posso crederci…” Sussurrò lasciandosi cadere sulle ginocchia.
Adrien
iniziò a piangere e finalmente a liberarsi di un peso sullo stomaco che lo
opprimeva.
Nathalie
rimase sempre con lo stesso rigore rigido e all’apparenza impassibile, ma
l’unica cosa che voleva fare era abbracciare quel ragazzo ed infondere il lui
quel calore di madre che gli era mancato per così tanto tempo e ingiustamente.
Lo
fece.
Al
diavolo le congetture, quel ragazzo aveva solo bisogno di sentirsi amato.
“Lo
ha fatto per lei, Adrien. Perché tu potessi riavere tua madre.” Gli confesso
mentre lo teneva stretto in quell’abbraccio.
“Questo
non giustifica le sue azioni.” Rispose con la voce rotta dal pianto “…doveva
dirmelo e basta!”
“Che
cosa sarebbe cambiato?”
“Lo
avrei sicuramente fatto ragionare. Ha rischiato grosso. Ma alla fine gli è
andata bene, non toccherà a lui vivere con il rimorso di aver fatto del male
alle persone.”
“Credi
che la cosa sia permanente?”
“Non
lo sappiamo…”
“Allora
dobbiamo fare una cosa!” Lo guardò dritto negli occhi, anche lei stava
piangendo.
Per
quanto seguisse il suo capo in ogni luogo e ne assecondava le azioni, non era
mai stata d’accordo con il suo operato ritenendolo pericoloso per la sua salute
e quella dei parigini, ma un uomo innamorato e disperato farebbe qualsiasi cosa
per la sua famiglia.
Adrien
capì subito le sue intenzioni e accettò di seppellire il corpo di sua madre
dove credeva fosse sempre stato, poi di nascosto avrebbe fatto sistemare
quell’angolo della casa rendendola più simile ad una serra e non un luogo dove
custodire un feretro.
Emilie
non c’era più e per quanto il piano di riportarla in vita con i miraculous di Lady Bug e Chat Noir lo allettasse, sapeva
che non era giusto e ormai Adrien si era rassegnato a non vederla camminare più
per quei corridoi e sorriderle.
*
Si
erano dati appuntamento al pontile come Marinette e
Adrien, niente Lady Bug e Chat Noir, niente miraculous,
solo due persone, ragazzi, che avevano bisogno di parlare.
Adrien
avrebbe potuto chiamare Nino, ma non era con lui che doveva chiarirsi, anche
perché sentiva che Marinette non gli aveva confessato
tutta la verità.
Marinette era arrivata per
prima e la vide seduta su quella panchina di legno mentre ammirava il fiume al
tramonto che scorreva sotto il ponte, teneva i capelli sciolti fino le spalle.
Non
stava giocherellando con il telefono come si sarebbe aspettato da una qualsiasi
adolescente, ma era lì ferma immobile che l’attendeva.
Soffiò
dalla bocca e prendendo coraggio, perché il cuore gli stava battendo
all’impazzata, si avvicinò a lei, le mise una mano sulla spalla facendola
sussultare.
“Ah!
Sei tu!” Sospirò si sollievo.
“Scusa
il ritardo!” Si sedette accanto a lei.
“Non
scusarti, sono io in anticipo” Gli sorrise e Adrien notò il fiume impresso nei
suoi bellissimi occhi, come aveva fatto a non notare prima che erano gli stessi
della sua milady?
*
Sciocco
*
Stupido
*
Cretino
*
Rimasero
in silenzio qualche minuto aspettando che uno dei due iniziasse a parlare per
prima.
Marinette continuava a
mordersi le labbra e a stringere i pugni sulle ginocchia.
Adrien
teneva lo sguardo basso ticchettando i talloni a terra in maniera nervosa, si
grattò più volte il collo e frizionò le mani sudaticce sui jeans all’altezza
delle cosce.
“Adrien”
“Marinette”
Pronunciarono
insieme guardandosi negli occhi quando finalmente il coraggio gli diede modo di
aprire le loro bocche.
Peccato
che fu proprio nello stesso istante ed entrambi presero quella situazione in
maniera divertente, eppure erano due super eroi abituati a combattere insieme,
fianco a fianco.
Eppure
erano due adolescenti, amici e compagni di classe, non dovrebbe essere
difficile per loro mettere insieme due parole in croce.
“Prima
tu!” Lo invitò Marinette, ne aveva la precedenza
visto che era stato lui ad invitarla ad uscire.
“Facciamo
un giro, ti va?” Le porse la mano che lei accettò senza ribadire nulla.
Iniziarono
a camminare lungo il ponte di legno sotto gli sguardi teneri degli altri
innamorati che si stavano scattando dei selfie magari mentre si scambiavano un
bacio o un abbraccio più forte.
“Come
stai?” Gli chiese di getto la prima cosa ovvia da dire.
“Domanda
di riserva?” Le sorrise di circostanza e forzatamente per non farle pesare il
fatto che stava male, male da fare schifo.
“Scusami,
non volevo…”
“Lo
so…scusami è colpa mia, forse è troppo presto per parlarne!” Adrien le voltò le
spalle pronto per andarsene e lasciarla lì da sola, ma Marinette
lo prese per il polso “E’ l’ora giusta per farlo. Non andartene, ti prego.” Lo
supplicò, anche lei aveva tante cose da dirgli e non lo avrebbe fatto andare
via finchè non avesse saputo tutto.
Adrien
aveva tutto il diritto di sapere, ed era anche giunto il momento di rivelargli
i suoi veri sentimenti.
Le
avrebbe riso in faccia? Probabile, ma almeno così sarebbe potuta andare avanti.
“Non
voltarmi le spalle…” Continuò lei allentando la presa al polso.
Adrien
indurì lo sguardo “Tu lo hai fatto!”
Un
colpo al cuore, ma aveva ragione.
Marinette deglutì il nulla
e seguì qualche attimo di silenzio prima che potesse pronunciare anche solo una
sillaba.
“Non
l’ho fatto apposta…e credimi se ti dico che darei qualsiasi cosa per poter
tornare indietro.”
“Hai
il miraculous del coniglio, lo puoi fare
tranquillamente.” Fece spallucce inacidendo il tutto.
“Non
dire così, sai che non possiamo usarli per scopi personali.”
“Si,
scusami” Il suo animo buono e gentile gli suggerì che porgere delle scuse era
la cosa migliore da fare visto che quella frase era scontata e totalmente fuori
luogo.
“Non
devi, hai tutte le ragioni del mondo ad essere in collera con me. Non sono
stata una buona partner e soprattutto una buona amica per te. Ho tradito la tua
fiducia e mi merito tutto il tuo risentimento e capisco bene se non vorrai
parlarmi mai più. Tu…tu sei l’unico che in ogni battaglia mi hai sempre
supportata non pretendendo niente in cambio, l’unico ostacolo a dividerci erano
le nostre identità.”
“Ecco
su questo potremo scriverci un libro…” Disse in tono sarcastico e si pentì
subito dopo notando i suoi occhi lucidi che risplendevano al sole.
“Ti
avevo già spiegato che non potevamo sapere chi fosse l’altro perché avremo
dovuto restituire i nostri miraculous.”
“Volpe
Rossa e Carapace? Come la mettiamo?” Adrien si stava scaldando, aveva bisogno
di risposte e subito.
“E’…è
stato un errore…avevo fretta e…”
“Però
hanno continuato a tenerli e ad essere i portatori…e sono quasi sicuro che Alya
sapesse già che tu eri Lady Bug, altrimenti il tuo comportamento non avrebbe
avuto senso.”
“Hai
ragione…l’ho detto ad Alya in un attimo di debolezza…stavo impazzendo Adrien e
dovevo trovare un modo per non farlo. Non potevo uscire con le mie amiche, ero
costretta a mentire tutto il giorno a loro, ai miei genitori, a tutti! Sulle
mie spalle gravava un compito molto più grande di me, non ho scelto di essere
io la Guardiana, ma ora lo sono, e o rinuncio perdendo per sempre la mia
memoria, oppure rimango come sono. Stavo scoppiando e sono riuscita a liberarmi
di questo peso solo con Alya.”
“Avresti
potuto farlo con me…ero lì quando avevi bisogno, nessuno ti avrebbe supportato
meglio di me.”
“Non
potevo parlarne con te, con Chat Noir, lo capisci vero?”
“Solo
perché tu non sei innamorata di me, altrimenti lo avresti fatto.”
“Si
invece!” Gli urlò lasciandolo basito.
“Co-co-cosa?
Ho sentito bene?” Biascicò sfarfallando gli occhi.
Marinette annuì mentre le
lacrime iniziarono a scendere copiose.
“Perché
non me lo hai mai detto?” L’abbracciò forte.
“Perché
tu eri innamorato di Kagami e dopo è successo tutto
questo.”
Adrien
si sentì un verme solo per averglielo fatto credere, non poteva dirgli che
usciva si con Kagami, ma in realtà era innamorato di
Lady Bug, per chi lo avrebbe preso?
“Con
Kagami non è mai andata, uscivamo solo insieme, ma
non abbiamo mai avuto quell’alchimia che invece sento di avere con te.”
“Tu
sei innamorato di Lady Bug, non di me.” I loro volti erano talmente vicini che
le loro labbra potevano sfiorarsi mentre parlavano.
“Marinette…tu sei Lady Bug, o lo hai già dimenticato?”
Adrien
avvicinò di più la sua bocca a quella di Marinette,
aveva voglia di baciarla, aveva aspettato troppo a lungo.
Si
inumidì con la lingua le labbra perché gli si erano seccate di colpo, chiuse
gli occhi per imprimere meglio quel momento idilliaco, quando improvvisamente
sentì freddo.
Marinette si era allontanata.
Adrien
rimase perplesso, credeva che anche lei lo volesse, ma si vede che aveva
interpretato male i segnali che le stava lanciando.
“Scusami…io…io…sono
stato uno stupido…e ho rovin…” Non fece tempo a
parlare che le labbra di Marinette catturarono le sue
in un tenero e morbido bacio.
“Non
hai rovinato proprio un bel niente…sono stata io che…” Adrien non le fece
terminare la frase che avvicinò le prese la testa delicatamente accompagnandola
addosso alla sua, scontrandosi per un ennesimo bacio.
Marinette si scostò e cercò
di mandare via Adrien premendo le mani contro il suo petto.
“Ti
ho fatto soffrire Adrien, lo riconosco, ma voglio rimediare ai miei errori…se
tu me lo permetterai…” Si specchiò nei suoi bellissimi occhi verdi attendendo
una risposta con il cuore che batteva all’impazzata.
Lo
sguardo di Adrien si era indurito e fatto serio.
“Si,
è vero mi hai deluso e devo essere del tutto sincero non lo avrei creduto,
ma…so anche che non lo hai fatto apposta, capisco bene la situazione che stavi
vivendo e so che non dev’essere stato facile vivere con tutto quel peso sulle
spalle però…lo porteremo insieme Milady…non so come andrà a finire
perché mi ci vorrà del tempo per lasciarmi alle spalle il dolore che mi hai
causato, ma quello di cui sono sicuro sono i sentimenti che provo per te. Non
voglio dire bugie dicendo che sarà tutto rose e fiori, ma cercherò di fare il
mio meglio per darti quello di cui hai bisogno…ti chiedo solo una cosa…non
mentirmi mai più.” Le prese le mani intrecciandole alle sue.
Marinette non distolse lo
sguardo per nemmeno un secondo “Non lo farò, chaton,
te lo prometto.”
“Allora…ci
proviamo?” Chiese ammorbidendo i tratti del volto sorridendole.
“Ci
proviamo!” Asserì appoggiando la testa corvina sul suo petto muscoloso
chiudendosi in un abbraccio.
“Oh!
Ma che bella coppia abbiamo qui!” Esordì Andrè arrivato
con il suo carretto pronto per allietare la serata di qualche innamorato preparando
uno dei suoi gelati.
“…tenete,
questo è per voi ragazzi.” Gli porse il cono con i gusti scelti per quei
giovani ragazzi che presero insieme non rendendosi conto di aver unito le loro
mani mentre con quella rimasta libera si gustavano un delizioso gelato al
tramonto.
*
FINE
*
Nda: Ciao a tutti e
grazie per essere arrivati fino a qui, vi avevo detto che sarebbe stata di
pochissimi capitoli.
Spero
vi sia piaciuta, anche se non credo che nella serie vedremo mai una cosa del
genere, comunque questa era la mia idea e di come mi sarebbe piaciuta che si
fosse evoluta quella situazione. E per chi si sta chiedendo cosa ne sarà di
Gabriel ora che non ha più i suoi ricordi, presto pubblicherò uno spin off.
Fatemi
sapere le vostre impressioni in merito 😊
*
Come
sempre ringrazio chi ha seguito la storia e commentata, in particolare la mia
carissima amica summerlover
che ringrazio nuovamente per le idee e la revisione dei capitoli.
Grazie
davvero di cuore amica mia.
*
Grazie
ancora a tutti coloro che hanno commentato e che continuano a inserire tra le
PREFERITE, SEGUITE e RICORDATE questa breve storia.
Alla
prossima.