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Autore: dragun95    31/07/2021    3 recensioni
Valtur è un membro degli inquisitori, un gruppo votato alla lotta alla piaga che da più di un secolo sta causando morte e dispirazione. E da cui non vi è una cura.
Il mezzelfo è stato incaricato di dirigersi in una delle città umane più avanzate, dove la piaga ha iniziato a diffondersi. In concomitanza con un'incontro molto importante.
Tra i tetti e i vicoli il nostro inquisitore dovrà affrontare la piaga e forse qualcosa di più di quanto avesse potuto immaginare.
Genere: Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Thorn Cronicles'
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Capitolo 3
Notizie poco piacevoli



-Ben arrivati Inquisitori. Prego accomodatevi- disse il vicario, i tre si accomodarono nello studio facendo un breve inchino davanti all'uomo.

Nonostante il tono di voce, l'aspetto del Vicario era di un'uomo che all'apparenza non avrebbe avuto più di trent'anni dalla carnagione ambrata. Il viso delicato era incorniciato da dei capelli color cioccolato lievemente riccioluti, occhi verdi e labbra sottili su cui sventava una piccola cicatrice che gli segnava anche l'occhio destro.
Il suo abbigliamento comprendeva una tunica bianca e rossa, come tutti i Vicari dell'ordine.

-Purificatore Valtur. Ben arrivato, ti stavamo aspettando- disse l'uomo sorridendo al mezzelfo che rispose con un leggero inchino del capo. 
Sapeva che nonostante l'aspetto giovane la persona che gli stava davanti era più grande di lui, nonostante l'aspetto direbbe il contrario.

-Grazie Vicario Evereth, anche se non mi aspettavo di incontrarvi qui- ammise sapendo che di solito i Vicari subentravano solo quando vi era in fase una trattativa che riguardava gli Inquisitori. Fungendo da mediatori e portavoce.

-Si, posso immaginarlo. Ma prima sentitevi pure liberi di togliervi le maschere- i tre allora si tolsero le maschere dal volto allacciandole alle cinture. 

-Immagino che tu sappia perché ti hanno mandato qui?- chiese l'uomo incrociando le mani davanti al volto.

-Per darvi supporto contro la piaga che si sta diffondendo in città- a quella risposta il Vicario annuì, per poi lanciare uno sguardo a Nerissa per chiedergli di aggiornarlo sulla situazione.

Quello fu la prima volta che la vedeva senza maschera, era una ragazza molto bella dalla pelle bianco pallido in contrasto con i lunghi e lisci capelli neri, da cui spuntavano delle pinne dello stesso colore al posto delle normali orecchie umane.
L'albino intuì che doveva trattarsi di una sirena, ma gli occhi rossi unito alla carnagione e ai canini lunghi che intravide appena dalle sue labbra erano le caratteristiche di un vampiro.

-Fino ad ora abbiamo individuato e neutralizzato una ventina di abitanti infetti. Per fortuna nessuno di loro era in uno stato avanzato della malattia- spiegò la corvina restando composta al suo posto.

-Non sappiamo il punto da cui è partita l'infezione?- a quella domanda l'uomo scosse la testa.

-Inoltre gli infetti si trovavano in zone diverse della città- l'albino sospirò, senza una zona precisa non potevano isolare una sola parte della città. Il governatore aveva chiesto la massima riservatezza e un'improvviso isolamento avrebbe di certo portato il panico e quindi a un possibile aumento dell'epidemia.
La cosa non giocava a loro favore, visto che non potevano conoscere il preciso numero degli infetti che sarebbero potuti aumentare velocemente, ed in cuor suo il Mezzelfo sperava di non dover fare una pira come l'ultima volta.

-Capisco, in tal caso mi unirò alle perlustrazioni- concluse Valtur ricevendo un consenso con la testa da Evereth.

-Potete lasciare me e Valtur da soli?- le due donne annuirono e dopo essersi rimesse le proprie maschere uscirono dalla stanza, lasciando i due all'interno.

L'albino rimase fermo dove si trovava, non capendo perché il Vicario avesse voluto restare solo con lui. Non credeva centrasse la sua precedente missione, aveva compiuto il suo dovere bloccando un'altro focolaio dell'epidemia. 
L'altro si alzò dalla poltrona camminando per la stanza fino alla finestra mettendosi a guardare fuori.

-Credo tu sappia perché sono qui! Tra due giorni ci sarà un'incontro con un rappresentante del popolo elfico per discutere dell'epidemia- 

-Si. Blossom mi ha informato di ciò-

-Vorrei che anche tu prendessi parte alla riunione. Come membro della mia scorta- concluse lui, subito sul volto di Valtur si dipinse un'espressione di disgusto misto a rabbia.

-Preferirei fare solo la ronda e occuparmi degli infetti- si aspettava una simile risposta, il mezzelfo non provava molta simpatia per il popolo dalla natura. Ma in fondo non poteva certo biasimarlo, essere stato abbandonato dalla sua stessa madre perché diverso.

-Ho bisogno di gente fidata e capace. E tu sei tutte e due queste cose, per cui mi assisterai a questo incontro- il tono di Evereth era autoritario e impassibile. L'albino avrebbe voluto ribattere ma non poteva di certo disobbedire a un suo superiore, così annuì chinando il capo. 


Un vortice di frustrazione e irritazione stava turbinando dentro di lui come un vortice, non gli piaceva per niente l'idea di stare nella stessa stanza con un paio di elfi spocchiosi e superbi. E di questo suo stato d'animo anche le due donne se ne erano accorte.

La Minotaura non voleva di certo intromettersi nei suoi problemi interiori, anche se lo conosceva da un paio di anni, aveva capito che non lo avrebbe ascoltata e che l'unico modo era di fargli sbollire la rabbia da solo.

"Come mai è così furioso?" Gli chiese sottovoce Nerissa rivolta all'altra, quest'ultima scrollò le spalle.

"Non gli piacciono gli elfi. Ma se vuoi i dettagli dovrai chiederli tu stessa" la Seimpyr preferì non aggiungere altro, poteva chiaramente vedere l'aura di rabbia che aleggiava intorno al bianco, preferendo non toccare un tasto che avrebbe potuto farlo scattare per sbaglio.

-Possiamo tornare indietro ora?- chiese lui rivolto alle due, ma la rosa scosse il capo.

-Prima vogliamo presentarti una persona- rispose facendolo sbuffare.

I tre si diressero in un'ala dell'edifico con una porta in ferro, ai lati di quest'ultima erano presenti due grossi Golem che non appena li videro si mossero spingendo il portone per aprire loro la strada.

Entrarono in una grande stanza adibita a laboratorio metallurgico, con contenitori di metalli grezzi, fogli con istruzioni per i modelli dei Golem.

-Perché mi avete portato qui?- chiese il Mezzelfo guardandosi intorno, avvicinandosi ad uno degli scaffali e prendendo una grossa scheggia di pietra azzurra con sfumature bianche, si trattava di una pietra magica ed era anche abbastanza grande.

-Scusa...uhm potresti metterla giù- voltò lo sguardo su chi lo aveva chiamato. Era un ragazzo di vent'anni dall'aspetto.

-Ti presento Ederis- lo presentò Nerissa. Mentre l'altro lo studiava, il ragazzo gli arrivava al petto, aveva un fisico magro e slanciato dalla carnagione verde foglia ad eccezion fatta per le mani che erano nere, i suoi capelli a punta erano di un color rame, così come le sue sopracciglia che svettavano sopra a un paio di occhi completamenti neri.

-Salve...io sono Ederis, un'Alchimista- disse lui porgendogli la mano.

-Lo avevo capito dal tuo aspetto- rispose l'altro, guardando i Golem costruiti solo a metà e non ancora completati -Questi sono opera tua?- il ragazzo annuì, gli Alchimisti erano famosi per la loro capacità innata di poter modellare la materia a patto che quest'ultima fosse inanimata.

-Ederis è uno degli alchimisti, che il governatore ha messo a nostra disposizione- spiegò Blossom, mentre il povero ragazzo si sentiva a disagio visto che l'Inquisitore continuava a fissarlo come se avesse voluto tagliarlo con una spada.

-Avevano finito i pezzi grossi?- la Minotaura si spiattellò la mano sulla maschera alla domanda dell'albino.

-Lascialo perdere è un musone- rispose Blossom facendo sbuffare l'altro. L'alchimista non disse nulla limitandosi a guardare i due, era la prima volta che cooperava con gli Inquisitori, anche se aveva sentito di loro e non erano cose belle. Non aveva paura di dire che fosse terrorizzato e a disagio a stargli vicino.


-Hai qualcosa in contrario per quanto riguarda la cooperazione con Ederis?- gli fece quella domanda quando i due furono di nuovo nella carrozza in ritorno verso la parte esterna di Nidolan. Lui guardò la Minotaura negli occhi incrociando le braccia al petto.

-È giovane. Troppo anche solo per aver giaciuto con una donna!-

-Wow, non ti faceva uno di quei tipi che credono che per essere un vero uomo si debba dormire con una donna- lo provocò lei.

-Non intendo questo!- affermò serio -Sai anche tu perché il governatore ci ha messo a disposizione un ragazzino. Non vuole fornirci uno dei suoi migliori alchimisti, perché non si fida di noi!-

-Lo so benissimo. Ma non possiamo farci niente- ammise lei. Neanche in una situazione così delicata come quella il governatore non si fidava a pieno di loro o dei loro metodi.

-Cambiando discorso questa sera mi unirò alla ronda- disse infine guardando fuori notando le persone per le strade che svolgevano una normale giornata, incuranti del pericolo che la Piaga delle spine stava girando tra di loro.

Quella stessa sera, stava armeggiando con i pochi oggetti che si era portato dietro. Gli era stato insegnato a viaggiare leggero e con poche cose utili per la sua missione, così da non essere appesantito o ingombrato.
Si sistemò la giacca assicurandosi la scorta di freccia legate alla gamba sinistri e indosso una cintura con appese delle sfere a metà tra il vetro e il bronzo contenente del liquido arancione. 
Doveva fare attenzione con quelle sfere visto che contenevano una sostanza che si incendiava subito a contatto con l'aria.

Prese in mano Durendart. Questo era il nome che aveva dato alla sua spada, l'aveva forgiata con le sue stesse mani e la considerava come un'altra parte del suo corpo. Vi passò sopra il pollice per tastarne l'affilatura per poi specchiare nel nero della lama, in cui i suoi occhi rossi sembravano risaltare ancora di più.

Per un singolo istante gli sembrò che le sue pupille avessero assunto una forma a mezza luna. Scosse il capo rinfoderando la spada alla cintura ed uscire dalla finestra per salire sul tetto.

-Puntuale!- disse Blossom vedendolo issarsi sul tetto, lo stava aspettando anche lei pronta per la ronda di controllo.

-Come facciamo con la perlustrazione?- lei gli porse una cartina della città.

-Io la zona Ovest tu quella ad Est. Se trovi un'infetto in forma completamente mutata o parzialmente impazzito, lancia il segnale- il suo tono era serio e duro.

-Si, so come funziona- rispose tenendo la mappa.

-Buona caccia!-

-Tutto inizia col fuoco e finisce nel fuoco- disse quel meme che uscì dalla sue labbra così normalmente come se fosse stato un respiro.





Note dell'autore

Ecco un nuovo capitolo in cui facciamo finalmente la conoscenza del già citato Vicario, che di aspetto sembra giovane, ma vi assicuro è una di quelle persone che sembra più giovane rispetto agli anni che ha.
Scopriamo inoltre che la situazione in città al momento sembra sotto controllo per quanto riguarda la piaga, ma non ne sarei così sicuro.

Inoltre apprendiamo che a Valtur non vanno a genio gli elfi, ma del perché li odia così tanto, lo si scoprirà più avanti. E facciamo anche la conoscenza di un nuovo personaggio:Ederis un'Alchimista e credo che la sua razza abbia detto tutto, cosa ne pensate?

Finalmente nel prossimo si va a caccia di Infetti in città, così vedremo in cosa consiste davvero la piaga, ma questo lo si vedrà nel prossimo capitolo.
Grazie anche solo per aver letto e a presto.
  
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