Videogiochi > Final Fantasy VII
Segui la storia  |       
Autore: White Gundam    31/08/2009    2 recensioni
Cloud Strife dopo l'ennesimo fallimento per entrare a far parte di SOLDIER decide di abbandonare la Shinra. Senza il coraggio di tornare a Nibelheim e dichiarare il suo fallimento decide di restare a Midgar, dove si comincia a vociferare di un'orgnizzazione chiamata "Dream" in cui il giovane decide di entrare, senza sapere cosa essa sia in realtà...
Genere: Drammatico, Thriller, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Cloud Strife, Zack Fair
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ed eccomi ad aggiornare con un nuovo capitolo la mia fanfiction^^ Ancora non si entrerà nel vivo della storia ma perdonatemi, ho bisogno di qualche capitolo per ingranare e presentare a dovere ciò che accade XDXDXD

Innanzitutto voglio ringraziare squarciecicatrici per aver inserito la mia storia tra i preferiti (mi ha fatto davvero molto piacere, grazie mille :D e di nuovo lei ed anche Eris96 per averla inserita tra i seguiti. Infine un ringraziamento particolare a Lirith per avermi recensita, a cui passerò a rispondere al termine del capitolo ^________^

 

Capitolo 2

Un’organizzazione molto chiacchierata

 

 

Quando si alzò Cloud si sentiva le ossa doloranti e i piedi che gli facevano davvero male. Si alzò con fatica fino a tirarsi a sedere sulle lenzuola bianche; si tolse le scarpe e cominciò a massaggiarsi i piedi indolenziti. Nel mentre si concesse una rapida occhiata alla stanza: un comodino con una luce su cui erano disegnati vagamente dei fiori, un armadio a parete color del legno e qualche quadro di matrice impressionista. Si perse con gli occhi dentro le pennellate veloci che delineavano gli abiti delle donne raffigurate. Il tutto dava un’impressione molto fugace e veloce, quasi il quadro fosse in movimento.

Ci mise ancora qualche secondo a mettere a fuoco dove si trovava. Quando ricordò il fallimento dell’ennesimo esame e il fatto di aver lasciato la Shinra afferrò con rabbia il cuscino formandone numerose pieghe all’altezza delle sue mani e lo lanciò contro l’armadio; esso vi si scontrò con un rumore soffice e attutito e ricadde a terra, immobile. Cloud si morse le labbra e gettò un’occhiata al cellulare; vi erano un paio di messaggi che luccicavano vicino al suo account di posta elettronica. Li aprì e lesse il mittente: Zack Fair. Fece per aprirli ma lasciò perdere e appoggiò il cellulare a schermo in giù sul comodino. Dopo qualche frazione di secondo il display tornò scuro. Cloud si sdraiò sul letto. Voleva dormire ancora, ma il sonno sembrava averlo abbandonato.

Si alzò e riprese il cuscino vicino all’armadio quindi si gettò di nuovo sul letto, portandosi il cuscino sopra la testa. Si era illuso che fosse la luce che filtrava dalle finestre a non lasciarlo dormire, ma non era così.

Gettò un altro sguardo al cellulare che giaceva ancora riverso sul comodino, si sdraiò supino e tornò al suo account di posta elettronica.

Visualizza i nuovi messaggi

Digitò. E il cellulare gli mostrò i due messaggi di Zack. Aprì il primo e lo lesse:
Ciao, sono Zack. Come va, Cloud? Ci vediamo alla mensa della Shinra oggi a pranzo?

Era troppo tardi per rispondere: si erano già fatte le due e mezza. Cloud pensò che stava dormendo troppo negli ultimi tempi ed aprì il secondo messaggio:

Ti ho aspettato ma non c’eri… Beh fa nulla, volevo solo chiederti se era tutto a posto e se stavi bene.

Per un attimo Cloud fu tentato di raccontargli tutto, ma non voleva dirgli che aveva lasciato la Shinra; non dopo che Zack lo aveva incoraggiato ad andare avanti e a non mollare nonostante i fallimenti. Sospirò,avrebbe dovuto raccontargli un’altra bugia, ormai stava diventando un’abitudine non troppo piacevole:
Ciao Zack, scusami se non sono venuto, ma mi sono svegliato solo adesso. Sto’ bene, è tutto ok. Tu come stai?

Glielo inviò. Ora si sentiva un po’ meglio, nonostante si trovava lontano dalla Shinra poteva ancora tenersi in contatto con Zack quantomeno. Beh, almeno in un certo senso.

Si alzò, si fece la doccia nel bagno adiacente alla stanza, si cambiò e scese a fare colazione.

 

Si diresse al bar della pensioncina. Una ragazza piuttosto carina, sulla ventina d’anni, venne a chiedergli l’ordinazione.

“Un latte macchiato e una brioche al cioccolato.”

Rispose il ragazzino senza neanche pensarci. La giovane sorrise e sparì nella cucina. Cloud prese di tasca il portafogli e cominciò a contare i guil che gli rimanevano. Non erano molti, presto, molto presto avrebbe dovuto trovarsi un lavoro se non voleva tornare a Nibelheim.

Era ancora immerso nei suoi pensieri quando la ragazza tornò appoggiandogli sul tavolino al quale si era seduto la sua ordinazione.

“Grazie.”
Mormorò Cloud. Diede un colpo di tosse per riaggiustarsi la voce, non era poi molto abituato ai rapporti interpersonali. La ragazza sorrise. Aveva i capelli lunghi e neri, come quelli di Tifa, ed i suoi occhi erano azzurri, identici a quelli di Zack; beh e anche ai suoi in fondo. Doveva essere a causa della quantità di energia Mako che c’era a Midgar, ad ogni modo le stavano davvero bene.

“Sei qui da solo?”

Gli chiese con dolcezza, Cloud tentennò versando due cucchiaini di zucchero nel suo latte macchiato. Era evidente che la ragazza lo considerasse troppo piccolo per star lì da solo. Pensò che in fondo non poteva darle torto, lui aveva solo quattordici anni; tuttavia decise di chiederle se conoscesse qualche lavoro per cui pagavano bene. Prese un sorso dal bicchiere e si accinse a parlarle:

“Sì…”
Rispose, aspettò ancora qualche frazione di secondo e pose la domanda:
“Ehm… Senti, tu conosceresti un lavoro per cui pagano abbastanza bene.”
La ragazza accennò un altro sorriso e Cloud sentì il suo viso avvampare, quindi tornò a concentrarsi sulla sua colazione:
“Perché ridi?”
Mormorò piano. La ragazza lo guardò di nuovo:
“Beh, se ti interessa è nata da poco un’organizzazione di cui si sente parecchio parlare qui a Midgar.”
Il ragazzino drizzò le orecchie:
“Che tipo di organizzazione?”
Si stupì a parlare tanto con un’estranea ma le parole questa volta gli erano scivolate lisce dalla bocca. La ragazza alzò le spalle:
“Non lo so.”
Ammise, quindi disse a quel ragazzino così piccolo per vivere da solo ciò che sapeva:
“So solo che si chiama Dream.”

E’ proprio un bel nome.

Pensò Cloud:
Anche se i sogni a volte fanno male…

Aggiunse tra sé e sé poco dopo, ripensando alla Shinra. Quindi finì la sua colazione, pagò lasciando qualche guil di mancia alla ragazza e si alzò.

“Grazie.”
Mormorò. Il suo classico imbarazzo era tornato a farsi sentire. Sentì il cellulare che squillava:

C’è un nuovo messaggio di posta elettronica

Diceva il display, Cloud lo aprì, ancora una volta era di Zack:

Sono contento che vada tutto bene, ci vediamo alle tre e mezza al Sevent Heven, ti va?

Cloud controllò l’orologio, si erano fatte le tre e un quarto:

Va bene, ci vediamo lì.

Rispose e si avviò verso i bassifondi.

 

Quando arrivò erano le tre e mezza precise, ma di Zack ancora nessuna traccia. Entrò e si sedette ad un tavolino guardandosi intorno con circospezione: in quel bar entrava sempre gente strana, ma almeno era un modo per stare lontani dalla Shinra, un luogo dove starsene in pace.

Mentre aspettava che arrivasse Zack finse di controllare il listino prezzi del bar, altri due tavoli erano occupati. Sentì qualche strascico delle loro conversazioni:
“Hai sentito della Dream?”

Stava dicendo uno di loro. Cloud aguzzò l’udito.

“Sì… Pare che sia molto difficile entrare a far parte di quell’organizzazione…”

“Sì, però pagano davvero bene.”
“Certo che per essere nata da poco fa molto parlare di sé quest’organizzazione.”

Cloud non riuscì a sentire il resto del discorso perché in quel momento la porta del locale si aprì ed entrò un giovane dai capelli corvini.

“Zack!”

Chiamò il ragazzino biondo e l’amico lo raggiunse al tavolo. Aveva come sempre un sorriso che gli increspava il volto in una smorfia tenera e allegra, però nei suoi occhi si poteva intravvedere un po’ di preoccupazione.
Anche il resto delle persone presenti nel locale si voltarono a guardarlo e i loro sguardi erano tutto fuorché amichevoli. La gente dei bassifondi non amava SOLDIER e Zack era l’unico che frequentasse quel bar col coraggio di tenere indosso la divisa della Shinra. Il moro comunque non aveva l’aria di interessarsi al loro modo di guardarlo; prese una sedia e si piazzò di fronte a Cloud.

“Come stai?”

Gli chiese. Cominciava a chiederglielo un po’ troppe volte, probabilmente aveva intuito che c’era qualcosa che non andava, tuttavia Cloud non aveva il coraggio di parlargliene.

“Tutto bene, e tu?”
Mentì ancora una volta il più piccolo.

“Tutto ok.”
Rispose Zack guardandolo negli occhi. Iridi azzurre in iridi azzurre. A Cloud sembrava che potesse leggergli dentro con un solo sguardo, tuttavia in quel momento si sentiva tranquillo, come protetto dalla presenza di Zack.

“E’ un po’ che non ti vedo in giro, sono anche stato alla sala di addestramento dei fanti.”

Cominciò Zack; Cloud guardò verso terra, e a salvarlo momentaneamente da quella situazione venne il barista:
“Allora, cosa prendete?”
Chiese.

“Io una birra piccola.”

Disse Zack, poi notando che l’amico non rispondeva gli si rivolse:

“Tu cosa prendi, Cloud?”

Il più piccolo scosse la testa come a voler spazzar via i pensieri che gliela riempivano:

“Io? Ehm… Per me una cola, grazie.”

Rispose, quindi si decise a rispondere alla frase precedentemente rivoltagli da Zack:

“Sì, ecco… In questi giorni ho preferito allenarmi da solo…”

Rispose, sperando che il tono gli riuscisse abbastanza convinto. Dopo quella frase il più grande non indagò oltre. Gli sembrava che Cloud avesse qualche problema, ma non voleva impicciarsi troppo. Sperò solo che non fosse niente di grave e sviò il discorso su altri argomenti; i suoi occhi color del cielo continuavano però a tradire una certa preoccupazione. Dopo circa un’ora Zack si alzò in piedi:
“Io torno alla Shinra, facciamo la strada insieme?”

Gli chiese. Cloud scosse la testa:
“No ho un attimo da fare, io torno più tardi.”
Rispose. Zack lo guardò ancora una volta:

Spero davvero che non sia successo niente di grave.

Pensò, avviandosi verso la porta.

Quando Zack fu uscito, Cloud rimase lì ancora per qualche minuto, tornando ad ascoltare le conversazioni che sentiva vicino a lui:
“Beh io provo ad andare alla loro sede.”
Stava dicendo uno dei due tizi di prima, si alzò e Cloud decise di seguirlo, in fondo aveva bisogno di soldi e poi Dream era davvero un bel nome per un’organizzazione.

 

 

Ed ecco qua^^ spero vi sia piaciuto anche questo capitolo^__^ come vedete tra un poco si entrerà nel vivo della storia, ora passo a rispondere alla recensione ricevuta^^

 

@Lirith: ma no dai, povero Clouddino mio XD mi serviva che rinunciasse alla Shinra per poter mettere in pratica la mia storia XD Grazie per tutte le recensioni che mi lasci, mi fai sempre tantissimo piacere e sarei contenta se continuassi a seguire la mia storia, spero di averti interessata abbastanza anche in questo capitolo^^ Comunque la mia non sarà una ClaCk, e il rapporto tra Zack e Cloud sarà il solito delle mie fanfiction^o^

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VII / Vai alla pagina dell'autore: White Gundam