Ed eccomi ad aggiornare con un nuovo capitolo la mia fanfiction^^ Ancora non si entrerà nel vivo della storia ma perdonatemi, ho bisogno di qualche capitolo per ingranare e presentare a dovere ciò che accade XDXDXD
Innanzitutto voglio ringraziare squarciecicatrici per aver inserito la mia storia tra i preferiti (mi ha fatto davvero molto piacere, grazie mille :D e di nuovo lei ed anche Eris96 per averla inserita tra i seguiti. Infine un ringraziamento particolare a Lirith per avermi recensita, a cui passerò a rispondere al termine del capitolo ^________^
Capitolo
2
Un’organizzazione molto
chiacchierata
Quando si alzò Cloud si sentiva le ossa doloranti e i piedi che gli facevano davvero male. Si alzò con fatica fino a tirarsi a sedere sulle lenzuola bianche; si tolse le scarpe e cominciò a massaggiarsi i piedi indolenziti. Nel mentre si concesse una rapida occhiata alla stanza: un comodino con una luce su cui erano disegnati vagamente dei fiori, un armadio a parete color del legno e qualche quadro di matrice impressionista. Si perse con gli occhi dentro le pennellate veloci che delineavano gli abiti delle donne raffigurate. Il tutto dava un’impressione molto fugace e veloce, quasi il quadro fosse in movimento.
Ci mise ancora qualche secondo a
mettere a fuoco dove si trovava. Quando ricordò il fallimento dell’ennesimo
esame e il fatto di aver lasciato
Si alzò e riprese il cuscino vicino all’armadio quindi si gettò di nuovo sul letto, portandosi il cuscino sopra la testa. Si era illuso che fosse la luce che filtrava dalle finestre a non lasciarlo dormire, ma non era così.
Gettò un altro sguardo al cellulare che giaceva ancora riverso sul comodino, si sdraiò supino e tornò al suo account di posta elettronica.
Visualizza i nuovi
messaggi
Digitò. E il cellulare gli mostrò
i due messaggi di Zack. Aprì il primo e lo lesse:
Ciao, sono Zack. Come va, Cloud? Ci vediamo
alla mensa della Shinra oggi a pranzo?
Era troppo tardi per rispondere: si erano già fatte le due e mezza. Cloud pensò che stava dormendo troppo negli ultimi tempi ed aprì il secondo messaggio:
Ti ho aspettato ma non c’eri… Beh fa nulla,
volevo solo chiederti se era tutto a posto e se stavi bene.
Per un attimo Cloud fu tentato di
raccontargli tutto, ma non voleva dirgli che aveva lasciato
Ciao Zack, scusami se non sono venuto, ma mi
sono svegliato solo adesso. Sto’ bene, è tutto ok. Tu come
stai?
Glielo inviò. Ora si sentiva un po’ meglio, nonostante si trovava lontano dalla Shinra poteva ancora tenersi in contatto con Zack quantomeno. Beh, almeno in un certo senso.
Si alzò, si fece la doccia nel bagno adiacente alla stanza, si cambiò e scese a fare colazione.
Si diresse al bar della pensioncina. Una ragazza piuttosto carina, sulla ventina d’anni, venne a chiedergli l’ordinazione.
“Un latte macchiato e una brioche al cioccolato.”
Rispose il ragazzino senza neanche pensarci. La giovane sorrise e sparì nella cucina. Cloud prese di tasca il portafogli e cominciò a contare i guil che gli rimanevano. Non erano molti, presto, molto presto avrebbe dovuto trovarsi un lavoro se non voleva tornare a Nibelheim.
Era ancora immerso nei suoi pensieri quando la ragazza tornò appoggiandogli sul tavolino al quale si era seduto la sua ordinazione.
“Grazie.”
Mormorò Cloud. Diede
un colpo di tosse per riaggiustarsi la voce, non era poi molto abituato ai
rapporti interpersonali. La ragazza sorrise. Aveva i capelli lunghi e neri, come
quelli di Tifa, ed i suoi occhi erano azzurri, identici a quelli di Zack; beh e
anche ai suoi in fondo. Doveva essere a causa della quantità di energia Mako che
c’era a Midgar, ad ogni modo le stavano davvero bene.
“Sei qui da solo?”
Gli chiese con dolcezza, Cloud tentennò versando due cucchiaini di zucchero nel suo latte macchiato. Era evidente che la ragazza lo considerasse troppo piccolo per star lì da solo. Pensò che in fondo non poteva darle torto, lui aveva solo quattordici anni; tuttavia decise di chiederle se conoscesse qualche lavoro per cui pagavano bene. Prese un sorso dal bicchiere e si accinse a parlarle:
“Sì…”
Rispose, aspettò ancora
qualche frazione di secondo e pose la domanda:
“Ehm… Senti, tu conosceresti
un lavoro per cui pagano abbastanza bene.”
La ragazza accennò un altro
sorriso e Cloud sentì il suo viso avvampare, quindi tornò a concentrarsi sulla
sua colazione:
“Perché ridi?”
Mormorò piano. La ragazza lo guardò di
nuovo:
“Beh, se ti interessa è nata da poco un’organizzazione di cui si sente
parecchio parlare qui a Midgar.”
Il ragazzino drizzò le orecchie:
“Che
tipo di organizzazione?”
Si stupì a parlare tanto con un’estranea ma le
parole questa volta gli erano scivolate lisce dalla bocca. La ragazza alzò le
spalle:
“Non lo so.”
Ammise, quindi disse a quel ragazzino così piccolo
per vivere da solo ciò che sapeva:
“So solo che si chiama Dream.”
E’ proprio un bel nome.
Pensò Cloud:
Anche se i sogni a volte fanno
male…
Aggiunse tra sé e sé poco dopo, ripensando alla Shinra. Quindi finì la sua colazione, pagò lasciando qualche guil di mancia alla ragazza e si alzò.
“Grazie.”
Mormorò. Il suo
classico imbarazzo era tornato a farsi sentire. Sentì il cellulare che
squillava:
C’è un nuovo messaggio di posta
elettronica
Diceva il display, Cloud lo aprì, ancora una volta era di Zack:
Sono contento che vada tutto bene, ci
vediamo alle tre e mezza al Sevent Heven, ti va?
Cloud controllò l’orologio, si erano fatte le tre e un quarto:
Va bene, ci vediamo lì.
Rispose e si avviò verso i bassifondi.
Quando arrivò erano le tre e mezza precise, ma di Zack ancora nessuna traccia. Entrò e si sedette ad un tavolino guardandosi intorno con circospezione: in quel bar entrava sempre gente strana, ma almeno era un modo per stare lontani dalla Shinra, un luogo dove starsene in pace.
Mentre aspettava che arrivasse
Zack finse di controllare il listino prezzi del bar, altri due tavoli erano
occupati. Sentì qualche strascico delle loro conversazioni:
“Hai sentito
della Dream?”
Stava dicendo uno di loro. Cloud aguzzò l’udito.
“Sì… Pare che sia molto difficile entrare a far parte di quell’organizzazione…”
“Sì, però pagano davvero
bene.”
“Certo che per essere nata da poco fa molto parlare di sé
quest’organizzazione.”
Cloud non riuscì a sentire il resto del discorso perché in quel momento la porta del locale si aprì ed entrò un giovane dai capelli corvini.
“Zack!”
Chiamò il ragazzino biondo e
l’amico lo raggiunse al tavolo. Aveva come sempre un sorriso che gli increspava
il volto in una smorfia tenera e allegra, però nei suoi occhi si poteva
intravvedere un po’ di preoccupazione.
Anche il resto delle persone presenti
nel locale si voltarono a guardarlo e i loro sguardi erano tutto fuorché
amichevoli. La gente dei bassifondi non amava SOLDIER e Zack era l’unico che
frequentasse quel bar col coraggio di tenere indosso la divisa della Shinra. Il
moro comunque non aveva l’aria di interessarsi al loro modo di guardarlo; prese
una sedia e si piazzò di fronte a Cloud.
“Come stai?”
Gli chiese. Cominciava a chiederglielo un po’ troppe volte, probabilmente aveva intuito che c’era qualcosa che non andava, tuttavia Cloud non aveva il coraggio di parlargliene.
“Tutto bene, e tu?”
Mentì
ancora una volta il più piccolo.
“Tutto ok.”
Rispose Zack
guardandolo negli occhi. Iridi azzurre in iridi azzurre. A Cloud sembrava che
potesse leggergli dentro con un solo sguardo, tuttavia in quel momento si
sentiva tranquillo, come protetto dalla presenza di Zack.
“E’ un po’ che non ti vedo in giro, sono anche stato alla sala di addestramento dei fanti.”
Cominciò Zack; Cloud guardò verso
terra, e a salvarlo momentaneamente da quella situazione venne il
barista:
“Allora, cosa prendete?”
Chiese.
“Io una birra piccola.”
Disse Zack, poi notando che l’amico non rispondeva gli si rivolse:
“Tu cosa prendi, Cloud?”
Il più piccolo scosse la testa come a voler spazzar via i pensieri che gliela riempivano:
“Io? Ehm… Per me una cola, grazie.”
Rispose, quindi si decise a rispondere alla frase precedentemente rivoltagli da Zack:
“Sì, ecco… In questi giorni ho preferito allenarmi da solo…”
Rispose, sperando che il tono gli
riuscisse abbastanza convinto. Dopo quella frase il più grande non indagò oltre.
Gli sembrava che Cloud avesse qualche problema, ma non voleva impicciarsi
troppo. Sperò solo che non fosse niente di grave e sviò il discorso su altri
argomenti; i suoi occhi color del cielo continuavano però a tradire una certa
preoccupazione. Dopo circa un’ora Zack si alzò in piedi:
“Io torno alla
Shinra, facciamo la strada insieme?”
Gli chiese. Cloud scosse la
testa:
“No ho un attimo da fare, io torno più tardi.”
Rispose. Zack lo
guardò ancora una volta:
Spero davvero che non sia successo niente di
grave.
Pensò, avviandosi verso la porta.
Quando Zack fu uscito, Cloud
rimase lì ancora per qualche minuto, tornando ad ascoltare le conversazioni che
sentiva vicino a lui:
“Beh io provo ad andare alla loro sede.”
Stava
dicendo uno dei due tizi di prima, si alzò e Cloud decise di seguirlo, in fondo
aveva bisogno di soldi e poi Dream
era davvero un bel nome per un’organizzazione.
Ed ecco qua^^ spero vi sia piaciuto anche questo capitolo^__^ come vedete tra un poco si entrerà nel vivo della storia, ora passo a rispondere alla recensione ricevuta^^
@Lirith: ma no dai, povero Clouddino mio XD mi serviva che rinunciasse alla Shinra per poter mettere in pratica la mia storia XD Grazie per tutte le recensioni che mi lasci, mi fai sempre tantissimo piacere e sarei contenta se continuassi a seguire la mia storia, spero di averti interessata abbastanza anche in questo capitolo^^ Comunque la mia non sarà una ClaCk, e il rapporto tra Zack e Cloud sarà il solito delle mie fanfiction^o^