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Autore: Saruwatari_Asuka    16/08/2021    2 recensioni
"L’urlo disumano straccia il silenzio di piombo calato sull’intera sezione A della Yuuei.
Un grido che a sentirlo altrimenti avrebbe fatto accorrere una frotta di Eroi, poliziotti, giornalisti e semplici curiosi.
Bakugō Katsuki serra il pugno.
Prova il bisogno fisico di far andare in frantumi qualcosa. Qualunque cosa.
E la frustrazione devastante di non poterlo fare.
Ma c’è di peggio.
Bakugō Katsuki nel corpo di Yaoyorozu.
Se esiste un Dio, e inizia a dubitarne seriamente a questo punto, sarebbe bene gli tiri addosso un meteorite all’istante.
Perché non potrà garantire delle sue reazioni da qui in avanti."
{Storia a 4 mani. Asuka e Anya_Tara.}
{KiriMina; ShinOji; KamiJirou; TodoMomo; Kacchako; MidoMelissa}
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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CAP 40.  Non scapperai!

 

 

 

 

 

 

 

 

Alla fine della lezione, seguita in totale silenzio e finta attenzione, Ojiro non alza nemmeno gli occhi dal quaderno. Lo chiude, lo infila nello zaino, fa lo stesso con l’astuccio. Pulisce polvere che non c’è dal tavolo.  

Sta aspettando che Shinsou, di cui sente gli occhi addosso, se ne vada, così da poterlo fare anche lui.

Ma Shinsou rimane .

Anzi, ha persino la faccia tosta di provare ad avvicinarsi a lui, guardarlo. Bussa sul tavolo come se fosse una porta, come se serve attirare la sua attenzione, come se credesse che non l’ha visto.

Ma l’ha visto eccome.

Senti, Ojiro, possiamo…”

Ojiro lo interrompe alzandosi, e nel farlo è evidente che cerca di fare più rumore possibile con la sedia.

Jirou, a malincuore, coglie la richiesta. Si affaccia di nuovo nell’aula e lo guarda, “Ojiro-kun,” lo chiama, “Vuoi venire a pranzo con noi?”

, grazie,” afferma subito l’altro.

Kaminari le tira la manica, “Perché ti impicci? Forse se parlavano…”

“Shinsou ha sbagliato di brutto. Lascialo penare un po’.”

“Ma, Kyoka…”

Jirou sospira, prendendogli la mano, “Se gli parla adesso, Ojiro non lo perdona. Devi lasciarlo sbollire, calmarsi, capire che gli manca. D’accordo? Fidati di me, Denki. Nemmeno a me piace vederli così.”

Non tanto perché pensa che debbano stare insieme per forza, a lei non cambia nulla se Ojiro decide che con Shinsou è finite per sempre e basta.

Però, il punto è che non è finita affatto.

Ojiro ci sta male, quella notte, quando l’hanno lasciato solo per dormire, si è permessa di poggiare i jack al muro ed è certa di averlo sentito piangere. Senza contare, infatti, lo sguardo arrossato di quella mattina.

Vuole che parlino, almeno per chiarire. Se poi decidono di tornare insieme o no, di rimanere solo amici, a lei non importa.

Basta che non stiano più così.

 

Per questo anche nei due giorni successive Jirou, e Shoji quando lei glielo chiede, diventano l’ancora di salvezza di Ojiro.

Jirou sa benissimo che Shinsou probabilmente li sta odiando, ma sente ancora che è giusto così.

Ojiro è ancora troppo arrabbiato. È ancora più arrabbiato che triste, o pentito, o nostalgico.

Lo sa, lo vede da come guarda Shinsou le poche volte che lo guarda, da come lo evita quando Shinsou chiama il suo nome, da come lascia la stanza quando entra Shinsou, a colazione e cena, quando mangiano in dormitorio.

È così palese che persino Kirishima, e alcuni altri che non sanno cosa è successo tra loro, iniziano a fare domande.

Anche perché ormai è l’unica cosa interessante rimasta nella classe.

Tutti gli altri problemi, improvvisamente, sembrano essersi volatilizzati. Tutto e tutti sono tornati in perfetti rapporti.

Kirishima e Mina, Kirishima e Bakugou, Todoroki e Momo.

Forse, gli unici ancora in sospeso sono Bakugou e Ochako.

Jirou l’ha notato da tempo, che fra i due in quel periodo si sono molto avvicinati ma, da quando è stato sospeso, Bakugou si fa vedere pochissimo da loro.

Non li ha nemmeno ringraziati. O, meglio, pare, a sentire Kirishima, che si sia fatto dire da lui solo i nomi di quelli che effettivamente sono andati a parlare con Aizawa e che sia andato da loro porta a porta.

Ma non sa che cosa ha detto.

Non ce lo vede a ringraziare. Non persone come Midoriya, poi.

Comunque, sa che c’era anche Ochako, quel giorno. Quindi, insomma, qualcosa devono essersi detti, no?

Ochako-chan, perché non vai tu a portare il quaderno degli appunti a Bakugou?”

Ochako sobbalza, a quelle parole, “Eh? Io?”

Beh, . Qualcuno deve, no?”

Perché non Kirishima?”

Beh, pensavo che ti facesse piacere, vederlo. Mi è sembrato che ultimamentesai…”

Ochako scuote con forza il capo, “Volevo solo aiutare lui e Momo-chan. Nient’altro. Non c’è nient’altro.”

Jiro sa che sta mentendo. Lo percepisce chiaramente.

“Okay, beh, qualcuno comunque li deve portare e io volevo andare da Denki.”

Behva bene. Da pure a me, Kyoka-chan.”

“Grazie mille!”

Ochako quindi afferra il quaderno e si avvia verso le scale nella parte maschile del dormitorio.

Non è sicura di voler vedere Bakugou. Non…no, anzi, lo sa che non vuole vederlo.

Perché può solo rimanere ferita da quello che potrebbe succedere, qualcosiasi cosa sia.

In quelle settimane si è avvicinata tanto a Bakugou, e non può negare di provare qualcosa per lui, o di iniziare a provare qualcosa. Però è anche abbastanza certa che per Bakugou non sia lo stesso. È stato gentile, anche attento a lei, ma totalmente indifferente.

O almeno, è la sensazione che ha avuto anche la mattina in cui sono tornati normali, quando gli si è svegliato accanto.

Non le è parso provasse granché.

Quindi deve smetterla. Di sperarci, di pensarlo.

È solo un amico. Solo un amico.

Nient’altro.

E lei, comunque, l’ha fatto per Momo. , per Momo, che era trascurata anche da Todoroki.

Non per Bakugou.

Che cazzo fai , faccia tonda?”

Ochako sobbalza, si gira di scatto. Bakugou è , con una cesta di panni freschi di lavatrice fra le braccia.

“I…io ero venuta…per questo…”

Bakugou fissa il quaderno, poi di nuovo lei, poi la porta della stanza. “Puoi entrare. È aperta.”

“A-ah…okay…” Ochako apre la porta, la camera di Bakugou è perfettamente in ordine, se c’era una valigia in mezzo per l’espulsione, è sparita di nuovo.

L’odore di Bakugou è ovunque.

Ad Ochako per un attimo gira la testa.

“Si può sapere che cazzo hai? Posalo sul tavolo, no?”

“G-giusto.”

Bakugou sospira. Non è stupido, dannazione, lo avrebbe capito anche Todoroki, che vive col prosciutto sugli occhi e nelle orecchie. È impossibile non capire che Ochako è cotta.

A puntino.

Forse persino più di quando lo era per Midoriya.

E non è che Bakugou è cieco anche da non dire che Ochako è uno schianto ed è forte, ed ha tutto quello che cerca in una donna.

Solo che non è il cazzo di momento.

Adesso, poi, meno che mai.

Senti, Uraraka,” mette la cesta sul letto, la lascia ma per un attimo continua a guardarla, senza voltarsi.

“S-?”

“So che c’eri anche tu quando siete andati a parlare con faccia da morto.”

, beh…era il minimo. Io…”

, vabbeh, comunque non è questo il punto. Tu sei quella che mi ha aiutato più di tutti in questa situazione, indirettamente o meno. Anche se mi comportavo di merda.”

Eri nervoso,” sorride Ochako, “Comprensibile.”

“Non dire cazzate,” alza gli occhi al cielo. Senza contare, poi, che aveva pianto davanti a lei.

Pianto.

Pianto!

Ecco quella forse era l’unica cosa per cui poteva dare la colpa al nervosismo. E ai dannati ormoni.

“Ti devo una serie di favori non indifferenti. E a dover essere onesto non capisco che cazzo di gusti di merda hai per innamorarti prima di quel nerd di merda e poi di me…”

Ochako diventa paonazza all’istante, “C-c-cosa…”

Bakugou sogghigna, “Fai schifo a nascorderlo. Giusto merdeku poteva non capirlo.”

“Ma…ma io…no, no, hai frainteso! Io non volevoio non….”

“Come ti pare. Anzi, meglio. Perché io non ho tempo per queste cose. Questa situazione del cazzo e adesso la sospensione mi faranno perdere un sacco di tempo, porca puttana, e non accetto di rimanere dietro a voi perdenti. Quindi meglio se ho capito male. Bene, ti ho detto quello che dovevo.”

Ochako rimane a lungo ferma.

In un qualche modo, non è ferita dal discorso di Bakugou. Non l’ha rifiutata. Le ha solo detto che….che non è tempo.

E anche lei lo pensa. Lo ha pensato per molto tempo.

Ha rinunciato e poi perso Deku per questo, perché per lei era ed è più importante la scuola per adesso. E se l’è preso Melissa.

“Lo capisco,” afferma Ochako, e stavolta è seria. Rossa, , ma determinata.

Bakugou la guarda, e quegli occhi grandi e profondi per un attimo gli fanno battere il cuore.

Ma è sicuro di quello che ha detto.

Non cambierà idea ora.

Nemmeno io ho intenzione di rimanere dietro te e Deku-kun. Diventerò un eroe e questo è l’unica cosa su cui mi voglio concentrare, mi sono già fatta questa promessa una volta. Ma posso dire una cosa, Bakugou-kun?”

Cosa?”

Stavolta non mi farò nemmeno battere sul tempo da qualcun altra!”

Bakugou la guarda mentre se ne va, lasciandolo di nuovo solo nella stanza. Ha la testa alta, le spalle ben dritte. Non la vede in volto ma sa che sta sorridendo.

Si ritrova a sorridere anche lui.

Bene.

Perché quando sarà tempo nemmeno lui se la farà scappare.

 

 

   
 
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