EPILOGO
Aizawa
ha la forza di tornare nel dormitorio A solo mesi dopo.
Dopo
mesi di pace, assenza quasi totale di problemi e comunque problemi che non
hanno raggiunto lui. Ha visto All Might e Present Mic correre di qui e di lì
appresso ai normali danni che possono combinari normali studenti.
Ma
lui si è rifiutato categoricamente di muoversi.
“Se
mi alzo vi giuro che non avremo una 3A,” gli è bastato dire così, quirk attivo
ed espressione omicida, e nessuno dei due gli ha mai più chiesto niente.
Se
dovevano chiedere il permesso di fare qualcosa, i ragazzi sapevano di dover
chiedere a All Might.
Se
succedeva qualcosa, se qualcuno si sentiva male o si faceva male o qualcosa di
simile, Recovery o Mic direttamente.
Aizawa
ha passato quei mesi con Eri.
Vedeva
quei devastanti ragazzini solo durante le lezioni.
Si
sente ringiovanito, finalmente rilassato, come se fosse andato in vacanza.
Ora
si che può dire che lo pagano abbastanza.
Ad
ogni modo, quel giorno non può esimersi. Per quanto abbia imposto di
comportarsi come se lui non esistesse e non fargli sapere niente, è pur sempre
il docente responsabile di quella scapestrata sfortunata sezione di ragazzini
problematici, e soprattutto Eri voleva andarci e lui non riesce a dire di no a
quella bambina.
È
l’unica che sa come farlo cedere.
Per
sua fortuna non si immischia nei guai degli adulti, spesso non capisce i
dettagli di quel poco che sente e, soprattutto, sa farsi i fatti suoi. È una
bambina intelligente e lui è molto fiero di lei.
Per
questo, quando gli dice di voler –per favore- partecipare alla festicciola di
natale della classe, visto che l’anno prima si è divertita tanto, ha imparato
cose nuove e ha ricevuto un regalo così bello anche se l’ha perso (in verità,
Aizawa si è limitato a nasconderla e a maledire Tokoyami che ha avuto la
brillante idea di mettere una spada fra i regali. Alta quanto Eri stessa, poi.
Forse gliela ridarà quando sarà più grande, se capirà che le potrebbe servire
per proteggersi).
Quindi
Aizawa ha acconsentito.
Chi
è lui per negare una festa alla sua bambina il giorno di natale. Diavolo, ha
persino ceduto all’idea folle di Mic di vestirsi da Babbo Natale, per lei.
Resistere
alla follia della 2A è il minimo sindacale.
Tutto
sommato, la situazione gli sembra comunque tranquilla.
I
ragazzi sembrano tutti quanti sereni. Tutti hanno chiarito i problemi con tutti
e, per quanto sia assurdo, è da un bel po’ che nemmeno Bakugou crea danni.
Anche
in quel momento è seduto sui divani con Todoroki, Yaoyorozu e Uraraka. Non si
sta lamentando del fatto che Todoroki lo sta infastidendo, parlando con lui, e
si è fatto pure mettere giacca e cappello da Ashido, in quel momento dall’altra
parte della stanza con Kirishima.
Sposta
per un attimo gli occhi su di loro. Kirishima le tiene un braccio intorno alle
spalle, ridono e scherzano al tavolo e crede di aver capito che stiano facendo
qualche gioco di quelli per cui lui dovrebbe arrabbiarsi, ma finge di non
vedere.
Torna
a guardare i quattro sul divano. Adesso che lo nota, la mano di Todoroki è ben
stretta a quella di Yaoyorozu, che di tanto in tanto cerca il suo sguardo, lo
trova sempre e sorride.
Uraraka
non guarda mai Bakugou, invece, ancora meno quando viene raggiunta da Tsuyu con
un paio di bicchieri pieni spera di succo di frutta e si mette a parlare con
lei.
Bakugou,
invece, sì che la guarda. La guarda e sogghigna.
Non
gli risulta che stiano insieme, ufficialmente, ma chissà, forse si è perso
qualcosa.
Cerca
gli altri giusto per correttezza. Ojiro è con Shinsou, ovviamente, che da
quando si sono rimessi insieme sta facendo di tutto per non dargli alcun tipo
di dispiacere e farsi perdonare anche l’imperdonabile. Però Ojiro lo sta
palesemente ignorando a favore di Shoji e Tokoyami.
Bravo
ragazzo.
Infrattati
all’ombra della scalinata che porta ai piani superiori, verso i dormitori, ci
sono Jiro e Kaminari. Aizawa è già lì lì per puntargli il dito contro e fargli
la romanzina su sesso, protezioni e attenzioni, ma poi si rende conto che non
sono fatti suoi e che di sicuro Jiro lo sa. Kaminari non ne è sicuro, ma di
Jiro si fida.
E
poi ci sono loro.
Melissa,
tornata per un paio di giorni solo per stare col suo fidanzato a Natale, e
Midoriya, appunto. In quel momento, Eri è con loro. Ride con Melissa, che
sembra saperci fare con i bambini, accetta il dolcino tipico che le ha passato
Midoriya che poi guarda Melissa, carezza la testa della bambina e sorride.
Sembrano
veramente una famiglia.
Ma
in verità sono ancora solo dei bambini. Si vede da come Midoriya arrossisce
ancora, anche se Melissa è molto più audace.
“Ma
che tu sappia,” mormora ad un certo punto Kirishima alla fidanzata, guardando
con la coda dell’occhio il suo migliore amico, “Con Uraraka va tutto bene? Io
ero certo che si sarebbero messi insieme, invece nemmeno adesso stanno
parlando…”
Mina
ridacchia, gli avvolge le braccia intorno al collo e lo bacia, “Sei così caro
ciccino mio. Non vedi come si guardano? Bruciano con la forza di un sole!”
“Beh
ma allora…non capisco…”
“Perché
sei ancora un cucciolo, amore mio!” anche se in verità, ma non l’avrebbe mai
ammesso, Ashido aveva posto le stesse domande all’amica. E aveva insistito,
ancora e ancora.
Finché
Uraraka non aveva ceduto.
“Voglio
stare con Bakugou, Mina-chan! E lo farò! Ma non adesso. Per il bene di
entrambi, ecco.”
Ashido
sul momento non aveva capito.
Era
andata da Bakugou e se l’era presa persino con lui, “Dopo tutto il tempo che
sono stata te, so benissimo che il tuo cosino vuole Ochako-chan! Perché non te
la prendi?!”
Bakugou
si era alzato, l’aveva guardata e Ashido era stata certa che potendo l’avrebbe
presa a pugni, “Uraraka non è una cosa, non va presa. Fatti i fatti tuoi e
campa cent’anni, occhi da procione, e soprattutto non rompermi il cazzo!”
“Hai
detto Uraraka.”
“Embè?”
“Non
faccia tonda.”
“Ma
vaffanculo!”
E
lì, persino Ashido aveva capito. Quei due erano innamorati tanto quanto
dannatamente ostinati verso i propri sogni, e si rispettavano con una purezza
assurda. Sarebbero stati così belli!
“Aspetta
il diploma, Kiriciccino,” esclama quindi, risoluta, “E poi vedrai se non
esploderanno per davvero, quei due!”
“Se
lo dici tu…”
“Assolutamente!
E adesso, Tooru-chan!”
“Pronta!”
esclama di rimando la ragazza invisibile, attaccandosi subito dopo al braccio
di Satou, “portiamo tutto al tavolino davanti ai divani! Tutto il cibo!”
“Ah.
Okay. Perché?”
“Perché
quest’anno, prima dello scambio casuale dei regali…faremo pausa cinema!”
Mina
annuisce, “Guarderemo un film a tema Natale dalla riproduzione casuale che
abbiamo scaricato da internet, così che neanche noi due sappiamo cosa ci sia
dentro. E, mi raccomando, non potete tirarvi indietro!”
Bakugou
alza gli occhi al cielo, “Che coglioni.”
“Ssh…almeno
a Natale, Kacchan!”
“Tu
taci, nerd. Che cazzo vuoi, non ti vorrai sedere qui! Levati dalle palle!”
“Oh,
non litigate già adesso voi due!” esclama Sero.
“Beh,
allora mi siedo io,” fa Uraraka, accomodandosi.
“Che
vuoi tu?”
“Beh,
non vuoi Deku, quindi mi siedo io. No?”
Bakugou
tace un po’, poi scrolla le spalle, “Come ti pare.”
E
Mina, a quel consenso, reprime un urlo, “Lo sapevo! Lo sapevo!”
“Ssh,”
le fa l’occhiolino Tooru. Lei si accomoda accanto a Ojiro, che è seduto sul
pavimento ma sta poggiato a Shinsou che gli siede dietro, sui divani, accanto a
Shoji da un lato e Momo dall’altro.
“Spero
che almeno abbiate fatto scelte decenti,” brontola.
Mina
quasi gli ficca un dito in un occhio nella foga, scatenando le risa di Ojiro,
“Ho detto che non sappiamo cosa c’è dentro! A sorpresa! E’ Natale!”
“Sì
sì,” bofonchia Shinsou, massaggiandosi la parte lesa, “E tu che ridi?” fa poi
verso Ojiro, che di risposta ride ancora più forte. Shinsou sbuffa, ma alla
fine sorride.
Mina
aspetta che anche Kaminari e Jirou li raggiungano, e visto che non c’è spazio
lei si siede sulle gambe di Kaminari, che arrossisce ma se la stringe stretta.
Mina
è esaltata. Vede amore ovunque e questo la rende felice.
Fa
partire il film con il cuore gonfio di gioia.
E
tutto si ghiaccia quando legge il titolo del film.
Scambio
di Natale. Due donne che si scambiano di corpo e…
“Beh,
magari il prossimo.”
“Sì,
sì, sono d’accordo,” annuisce Tooru, speranzosa.
Mina
riclicca sul pulsante.
Che
poi, sia chiaro, lei lo guarderebbe anche. Ma ha sentito un brontolio sospetto
di protesta alle sue spalle.
Brontolio
che si ripete l’attimo successivo.
Uno
scambio per Natale, dice il titolo.
“Ma
che cazzo è, una maledizione?!” è l’urlo di Bakugou.
Mina
non può dargli torto, “Ops?”
“Ma
se giocassimo a Monopoli, tipo?” buttà lì Shinsou, indicando il gioco da tavolo
abbandonato da Eri, Melissa e Midoriya, che ci stavano giocando poco prima.
“Mi
sembra una splendida idea!”
“Sì,
facciamo un torneo!”
“Ci
sto!”
“Posso
giocare anche io?” alza la manina Eri.
Mina
la stringe in un abbraccio, “Ma certo, tesoro!”
Aizawa
li guarda cambiare postazione, dai divani al tavolo, dividersi in gruppi che
avrebbero deciso chi era il miglior giocatore di Monopoli della classe. Vede
anche Bakugou urlare quando decidono a tavolino di far vincere Eri e Sero
tappargli saggiamente la bocca col nastro adesivo.
Sorride
quando Midoriya dice che Eri non ha bisogno di favoritismi, che si sarebbe
divertita anche perdendo o giocando una volta sola e che, comunque, non
dovevano sottovalutarla perché a quel gioco è forte davvero.
È
tutto sereno, tranquillo e rilassato.
Non
avrebbe potuto chiedere un Natale migliore di quello.
Pace.
Gradita
normalità.
Finalmente.