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Autore: Saruwatari_Asuka    19/08/2021    1 recensioni
"L’urlo disumano straccia il silenzio di piombo calato sull’intera sezione A della Yuuei.
Un grido che a sentirlo altrimenti avrebbe fatto accorrere una frotta di Eroi, poliziotti, giornalisti e semplici curiosi.
Bakugō Katsuki serra il pugno.
Prova il bisogno fisico di far andare in frantumi qualcosa. Qualunque cosa.
E la frustrazione devastante di non poterlo fare.
Ma c’è di peggio.
Bakugō Katsuki nel corpo di Yaoyorozu.
Se esiste un Dio, e inizia a dubitarne seriamente a questo punto, sarebbe bene gli tiri addosso un meteorite all’istante.
Perché non potrà garantire delle sue reazioni da qui in avanti."
{Storia a 4 mani. Asuka e Anya_Tara.}
{KiriMina; ShinOji; KamiJirou; TodoMomo; Kacchako; MidoMelissa}
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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EPILOGO

 

 

 

Aizawa ha la forza di tornare nel dormitorio A solo mesi dopo.

Dopo mesi di pace, assenza quasi totale di problemi e comunque problemi che non hanno raggiunto lui. Ha visto All Might e Present Mic correre di qui e di lì appresso ai normali danni che possono combinari normali studenti.

Ma lui si è rifiutato categoricamente di muoversi.

“Se mi alzo vi giuro che non avremo una 3A,” gli è bastato dire così, quirk attivo ed espressione omicida, e nessuno dei due gli ha mai più chiesto niente.

Se dovevano chiedere il permesso di fare qualcosa, i ragazzi sapevano di dover chiedere a All Might.

Se succedeva qualcosa, se qualcuno si sentiva male o si faceva male o qualcosa di simile, Recovery o Mic direttamente.

Aizawa ha passato quei mesi con Eri.

Vedeva quei devastanti ragazzini solo durante le lezioni.

Si sente ringiovanito, finalmente rilassato, come se fosse andato in vacanza.

Ora si che può dire che lo pagano abbastanza.

Ad ogni modo, quel giorno non può esimersi. Per quanto abbia imposto di comportarsi come se lui non esistesse e non fargli sapere niente, è pur sempre il docente responsabile di quella scapestrata sfortunata sezione di ragazzini problematici, e soprattutto Eri voleva andarci e lui non riesce a dire di no a quella bambina.

È l’unica che sa come farlo cedere.

Per sua fortuna non si immischia nei guai degli adulti, spesso non capisce i dettagli di quel poco che sente e, soprattutto, sa farsi i fatti suoi. È una bambina intelligente e lui è molto fiero di lei.

Per questo, quando gli dice di voler –per favore- partecipare alla festicciola di natale della classe, visto che l’anno prima si è divertita tanto, ha imparato cose nuove e ha ricevuto un regalo così bello anche se l’ha perso (in verità, Aizawa si è limitato a nasconderla e a maledire Tokoyami che ha avuto la brillante idea di mettere una spada fra i regali. Alta quanto Eri stessa, poi. Forse gliela ridarà quando sarà più grande, se capirà che le potrebbe servire per proteggersi).

Quindi Aizawa ha acconsentito.

Chi è lui per negare una festa alla sua bambina il giorno di natale. Diavolo, ha persino ceduto all’idea folle di Mic di vestirsi da Babbo Natale, per lei.

Resistere alla follia della 2A è il minimo sindacale.

 

Tutto sommato, la situazione gli sembra comunque tranquilla.

I ragazzi sembrano tutti quanti sereni. Tutti hanno chiarito i problemi con tutti e, per quanto sia assurdo, è da un bel po’ che nemmeno Bakugou crea danni.

Anche in quel momento è seduto sui divani con Todoroki, Yaoyorozu e Uraraka. Non si sta lamentando del fatto che Todoroki lo sta infastidendo, parlando con lui, e si è fatto pure mettere giacca e cappello da Ashido, in quel momento dall’altra parte della stanza con Kirishima.

Sposta per un attimo gli occhi su di loro. Kirishima le tiene un braccio intorno alle spalle, ridono e scherzano al tavolo e crede di aver capito che stiano facendo qualche gioco di quelli per cui lui dovrebbe arrabbiarsi, ma finge di non vedere.

Torna a guardare i quattro sul divano. Adesso che lo nota, la mano di Todoroki è ben stretta a quella di Yaoyorozu, che di tanto in tanto cerca il suo sguardo, lo trova sempre e sorride.

Uraraka non guarda mai Bakugou, invece, ancora meno quando viene raggiunta da Tsuyu con un paio di bicchieri pieni spera di succo di frutta e si mette a parlare con lei.

Bakugou, invece, sì che la guarda. La guarda e sogghigna.

Non gli risulta che stiano insieme, ufficialmente, ma chissà, forse si è perso qualcosa.

Cerca gli altri giusto per correttezza. Ojiro è con Shinsou, ovviamente, che da quando si sono rimessi insieme sta facendo di tutto per non dargli alcun tipo di dispiacere e farsi perdonare anche l’imperdonabile. Però Ojiro lo sta palesemente ignorando a favore di Shoji e Tokoyami.

Bravo ragazzo.

Infrattati all’ombra della scalinata che porta ai piani superiori, verso i dormitori, ci sono Jiro e Kaminari. Aizawa è già lì lì per puntargli il dito contro e fargli la romanzina su sesso, protezioni e attenzioni, ma poi si rende conto che non sono fatti suoi e che di sicuro Jiro lo sa. Kaminari non ne è sicuro, ma di Jiro si fida.

E poi ci sono loro.

Melissa, tornata per un paio di giorni solo per stare col suo fidanzato a Natale, e Midoriya, appunto. In quel momento, Eri è con loro. Ride con Melissa, che sembra saperci fare con i bambini, accetta il dolcino tipico che le ha passato Midoriya che poi guarda Melissa, carezza la testa della bambina e sorride.

Sembrano veramente una famiglia.

Ma in verità sono ancora solo dei bambini. Si vede da come Midoriya arrossisce ancora, anche se Melissa è molto più audace.

 

“Ma che tu sappia,” mormora ad un certo punto Kirishima alla fidanzata, guardando con la coda dell’occhio il suo migliore amico, “Con Uraraka va tutto bene? Io ero certo che si sarebbero messi insieme, invece nemmeno adesso stanno parlando…”

Mina ridacchia, gli avvolge le braccia intorno al collo e lo bacia, “Sei così caro ciccino mio. Non vedi come si guardano? Bruciano con la forza di un sole!”

“Beh ma allora…non capisco…”

“Perché sei ancora un cucciolo, amore mio!” anche se in verità, ma non l’avrebbe mai ammesso, Ashido aveva posto le stesse domande all’amica. E aveva insistito, ancora e ancora.

Finché Uraraka non aveva ceduto.

“Voglio stare con Bakugou, Mina-chan! E lo farò! Ma non adesso. Per il bene di entrambi, ecco.”

Ashido sul momento non aveva capito.

Era andata da Bakugou e se l’era presa persino con lui, “Dopo tutto il tempo che sono stata te, so benissimo che il tuo cosino vuole Ochako-chan! Perché non te la prendi?!”

Bakugou si era alzato, l’aveva guardata e Ashido era stata certa che potendo l’avrebbe presa a pugni, “Uraraka non è una cosa, non va presa. Fatti i fatti tuoi e campa cent’anni, occhi da procione, e soprattutto non rompermi il cazzo!”

“Hai detto Uraraka.”

“Embè?”

“Non faccia tonda.”

“Ma vaffanculo!”

E lì, persino Ashido aveva capito. Quei due erano innamorati tanto quanto dannatamente ostinati verso i propri sogni, e si rispettavano con una purezza assurda. Sarebbero stati così belli!

“Aspetta il diploma, Kiriciccino,” esclama quindi, risoluta, “E poi vedrai se non esploderanno per davvero, quei due!”

“Se lo dici tu…”

“Assolutamente! E adesso, Tooru-chan!”

“Pronta!” esclama di rimando la ragazza invisibile, attaccandosi subito dopo al braccio di Satou, “portiamo tutto al tavolino davanti ai divani! Tutto il cibo!”

“Ah. Okay. Perché?”

“Perché quest’anno, prima dello scambio casuale dei regali…faremo pausa cinema!”

Mina annuisce, “Guarderemo un film a tema Natale dalla riproduzione casuale che abbiamo scaricato da internet, così che neanche noi due sappiamo cosa ci sia dentro. E, mi raccomando, non potete tirarvi indietro!”

Bakugou alza gli occhi al cielo, “Che coglioni.”

“Ssh…almeno a Natale, Kacchan!”

“Tu taci, nerd. Che cazzo vuoi, non ti vorrai sedere qui! Levati dalle palle!”

“Oh, non litigate già adesso voi due!” esclama Sero.

“Beh, allora mi siedo io,” fa Uraraka, accomodandosi.

“Che vuoi tu?”

“Beh, non vuoi Deku, quindi mi siedo io. No?”

Bakugou tace un po’, poi scrolla le spalle, “Come ti pare.”

E Mina, a quel consenso, reprime un urlo, “Lo sapevo! Lo sapevo!”

“Ssh,” le fa l’occhiolino Tooru. Lei si accomoda accanto a Ojiro, che è seduto sul pavimento ma sta poggiato a Shinsou che gli siede dietro, sui divani, accanto a Shoji da un lato e Momo dall’altro.

“Spero che almeno abbiate fatto scelte decenti,” brontola.

Mina quasi gli ficca un dito in un occhio nella foga, scatenando le risa di Ojiro, “Ho detto che non sappiamo cosa c’è dentro! A sorpresa! E’ Natale!”

“Sì sì,” bofonchia Shinsou, massaggiandosi la parte lesa, “E tu che ridi?” fa poi verso Ojiro, che di risposta ride ancora più forte. Shinsou sbuffa, ma alla fine sorride.

Mina aspetta che anche Kaminari e Jirou li raggiungano, e visto che non c’è spazio lei si siede sulle gambe di Kaminari, che arrossisce ma se la stringe stretta.

Mina è esaltata. Vede amore ovunque e questo la rende felice.

Fa partire il film con il cuore gonfio di gioia.

E tutto si ghiaccia quando legge il titolo del film.

Scambio di Natale. Due donne che si scambiano di corpo e…

“Beh, magari il prossimo.”

“Sì, sì, sono d’accordo,” annuisce Tooru, speranzosa.

Mina riclicca sul pulsante.

Che poi, sia chiaro, lei lo guarderebbe anche. Ma ha sentito un brontolio sospetto di protesta alle sue spalle.

Brontolio che si ripete l’attimo successivo.

Uno scambio per Natale, dice il titolo.

“Ma che cazzo è, una maledizione?!” è l’urlo di Bakugou.

Mina non può dargli torto, “Ops?”

“Ma se giocassimo a Monopoli, tipo?” buttà lì Shinsou, indicando il gioco da tavolo abbandonato da Eri, Melissa e Midoriya, che ci stavano giocando poco prima.

“Mi sembra una splendida idea!”

“Sì, facciamo un torneo!”

“Ci sto!”

“Posso giocare anche io?” alza la manina Eri.

Mina la stringe in un abbraccio, “Ma certo, tesoro!”

 

Aizawa li guarda cambiare postazione, dai divani al tavolo, dividersi in gruppi che avrebbero deciso chi era il miglior giocatore di Monopoli della classe. Vede anche Bakugou urlare quando decidono a tavolino di far vincere Eri e Sero tappargli saggiamente la bocca col nastro adesivo.

Sorride quando Midoriya dice che Eri non ha bisogno di favoritismi, che si sarebbe divertita anche perdendo o giocando una volta sola e che, comunque, non dovevano sottovalutarla perché a quel gioco è forte davvero.

È tutto sereno, tranquillo e rilassato.

Non avrebbe potuto chiedere un Natale migliore di quello.

Pace.

Gradita normalità.

Finalmente.

 

   
 
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