Anime & Manga > Haikyu!!
Segui la storia  |       
Autore: _SbuffodiNuvola_    21/08/2021    1 recensioni
“Kōtarō si considerava un ragazzo abbastanza fortunato: giocava a pallavolo, cosa che lo rendeva famoso a livello nazionale; in qualche modo era riuscito a passare al terzo anno di liceo, nonostante i suoi voti disastrosi in matematica; era popolare fra le ragazze della scuola eccetera eccetera... ma non pensava di essere così fortunato da incontrare il suo idolo per strada. […] Proprio mentre la canzone raggiungeva la parte migliore, ecco che qualcuno finì addosso a Kōtarō. Il pallavolista cadde col sedere per terra e un auricolare gli scivolò fuori dall’orecchio.
-Ahio... -mormorò.
-Scusa! Non stavo guardando dove mettevo i piedi... -fece la persona che lo aveva praticamente investito.
-Non c’è problema. -alzò lo sguardo. -Non mi sono fatto nie...
Kōtarō spalancò gli occhi. No, non poteva essere vero.”
Mini-long Bokuaka ambientata in un mondo dove Akaashi è un idol e Bokuto il suo più grande fan.
{Bokuaka!centric; side!Kuroken, Iwaoi, Daisuga, Kagehina & Sakuatsu}
Genere: Comico, Fluff, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ultima parte




-Come sto?

-Bro. È un concerto. Non un matrimonio.

-Ma è il concerto di Keiji!

-Sì, ma non si sposa mica! Andavi benissimo anche con la felpa di prima!

-Era quella della scuola! Non andava bene per niente!

Kuroo sospirò, osservando Kōtarō, in piedi davanti all’armadio, togliersi l’ennesimo maglione che provava in dieci minuti. Va bene che ci teneva a fare bella figura, ma il capitano del Nekoma non lo aveva mai visto così attento al suo vestiario come in quegli ultimi giorni.

Era passato un mese dal termine dei nazionali. La Fukurodani aveva perso proprio in finale, dopo una battaglia all’ultimo punto contro l’altra squadra. Keiji era andato ad assistere a tutte le partite, anche uscendo di nascosto dagli altri Pretty Setters, cosa che aveva sorpreso non poco Kōtarō e il gruppo stesso. 

Dopo i nazionali, i ragazzi del terzo anno della Fukurodani si erano, come prevedibile, ritirati dalla squadra, come quelli del Nekoma. Bokuto odiava non potersi più allenare con gli altri, così, qualche volta, andava a trovarli in palestra e si offriva di aiutare. Peccato che quel “qualche volta” si fosse trasformato in un “sempre”.

Con la fine di gennaio e l’arrivo di febbraio, i biglietti del concerto e i pass per il meet&greet erano stati messi in vendita. Kōtarō aveva ricevuto il permesso da Keiji di pubblicare la foto del proprio biglietto e del pass, ovviamente senza dire che era stato uno dei Pretty Setters in persona a regalarglielo, e il pallavolista non ci aveva pensato due volte.

Il giorno del concerto era arrivato e Bokuto e Kuroo avevano deciso di andare allo stadio di Tokyo insieme. Anche perché avevano entrambi il pass per il meet&greet, che sarebbe stato prima del concerto. 

Kōtarō non aveva idea di come vestirsi. Insomma, era pur sempre il concerto del ragazzo che gli piaceva (ormai aveva capito che quella non era semplice ammirazione)… e il suo migliore amico non era molto d’aiuto. La faceva facile lui, che conosceva Kenma da anni ed era il suo ragazzo da qualche mese. Kenma non era il tipo che faceva caso a com’erano vestiti gli altri, ma Keiji? Non sembrava il tipo, però…

In quel momento Kuroo sospirò di nuovo e si alzò dalla sedia su cui si era seduto. Raggiunse l’armadio e prese i vestiti per Kōtarō. Non ne sarebbero più usciti altrimenti.

-I pantaloni vanno bene, ma cambia la camicia e il maglione con questi e vedrai che sarai perfetto, bro. -disse solo. Poi tornò a sedersi sulla sedia, prese il telefono e si mise a messaggiare, forse con Kenma.

 

 

-Ragazzi, ci facciamo una foto? -propose Kōshi durante quei pochi minuti di pausa dopo le prove. -Prima che arrivino tutti. E poi la possiamo pubblicare sulla storia di Instagram della band!

Keiji annuì e si mise in posa insieme agli altri, anche se fu difficile coinvolgere anche Kenma. Sugawara scattò la fotografia e scrisse “Relax dopo le prove!”, taggando le loro pagine personali.

Akaashi approfittò della pausa per controllare i messaggi. Ne trovò un paio della sua famiglia, alcuni di amici e poi uno di Bokuto. Aprì la chat con il pallavolista senza esitazione:

 

Bokuto-san 🦉

Ehi ehi ehiiiiiiii! Tutto a posto? 

Io e Kuroo siamo partiti ora da casa mia. Ci vediamo al meet&greet! 🤩 [inviato alle 18:31]

 

Keiji sorrise, ma poi il suo cuore iniziò a battere forte. Quella sera avrebbe finalmente cantato la canzone scritta da lui apposta per quel pallavolista che era riuscito a trovare un posticino speciale nel suo cuore. Non sapeva se essere felice o prepararsi a sprofondare negli abissi della Terra per la vergogna. E se le sue parole fossero risultate troppo melense? I Pretty Setters gli avevano già detto che andava benissimo così e che tutte le loro canzoni erano più o meno simili, a livello di romanticherie, però… quella era la prima volta che Keiji scriveva una canzone interamente da solo. Se fosse stata solo una perdita di tempo, il loro agente gli avrebbe fatto una lavata di capo assurda.

No, l’ultima parte era un po’ eccessiva, lo sapeva. Il signor Nishida era un santo solo a sopportare Atsumu e Tōru ad ogni riunione, pranzo o cena che avevano tutti insieme.

-‘Ji. Respira. La tua canzone piacerà di sicuro. -disse Kōshi leggendogli nel pensiero. -Certe volte sei proprio un libro aperto, lo sai?

Il diretto interessato si strinse nelle spalle: -Scusa. È più forte di me…

Sugawara gli mise un braccio attorno alle spalle e gli fece un gran sorriso: -Non ti devi fare troppe paranoie, altrimenti finirai col deprimerti. Sorridi e non aver paura. Ci siamo noi a sostenerti. E poi a Nishida-san piace molto la tua canzone.

Akaashi annuì, non proprio convinto. Prima che potesse dire altro, però, Tobio li chiamò. La pausa era finita e loro dovevano cenare e prepararsi per il meet&greet.

 

 

Il turno di Kōtarō e Tetsurō al meet&greet sembrava qualcosa di irraggiungibile. E per fortuna erano arrivati presto!

Mentre aspettavano in fila fecero amicizia con dei ragazzi che si rivelarono essere… beh, i fidanzati degli altri Pretty Setters. Bokuto riconobbe il capitano e uno dei centrali del Karasuno e l’asso dell’Itachiyama, mentre il quarto ragazzo si presentò come l’asso dell’Aoba Johsai, Iwaizumi Hajime.

Per una ragione misteriosa, entrarono nel backstage tutti e sei insieme. 

Inutile dire che, appena vide Keiji, per poco Kōtarō non svenne. Il giovane cantante era semplicemente bellissimo già di suo, ma vestito così e senza occhiali… il cuore del pallavolista non avrebbe retto fino alla fine del concerto, ormai ne era sicuro.

Akaashi indossava una semplice maglietta a collo alto grigia, una giacca e dei jeans neri. Dio, era semplicemente stupendo.

-OMI-KUN! -esclamò Atsumu appena vide l’asso dell’Itachiyama. Sakusa rispose con un “Ciao, ‘Tsumu” poco convinto, o così sembrò a Bokuto.

-IWA-CHAN! -fece Tōru contemporaneamente ad Atsumu. Iwaizumi, al contrario di Sakusa, fece un sorriso e scompigliò i capelli al suo ragazzo, nonostante fosse poco più basso di lui. 

-Ehi, Shittykawa. -lo salutò amorevolmente. Oikawa iniziò a lamentarsi su quanto avesse lavorato per rendere i suoi capelli perfetti e di come Haijime li avesse spettinati in meno di tre secondi.

-Woooooooo! Che figo che sei! -l’esclamazione di Hinata Shoyo, il centrale del Karasuno venuto per Tobio, fece voltare tutti verso la sua direzione. Il piccoletto dai capelli arancioni stava saltellando attorno al suo da poco eletto ragazzo, facendogli i complimenti per come si era vestito. Il diretto interessato era arrossito e balbettava cose senza senso.

Nel frattempo, Sawamura Daichi si era avvicinato a Kōshi e, dopo un piccolo bacio sulle labbra, si erano messi a parlare, mentre Kuroo aveva messo un braccio attorno alle spalle di Kenma e gli sussurrava qualcosa all’orecchio.

Kōtarō, infine, si avvicinò subito a Keiji e cercò di mettere insieme un discorso decente. 

-C-Ciao. -disse.

-Ciao, Bokuto-san. -ricambiò il più giovane con un sorriso. -Scusa se non ho risposto al tuo messaggio, ma ci hanno chiamati per sistemare le ultime cose per il concerto e…

-Nessun problema. -lo tranquillizzò il pallavolista. Sperò che Kuroo non rivelasse ciò che era successo davvero, ossia che l’ormai ex-capitano della Fukurodani si era fatto le idee più strane possibili proprio come una ragazzina in piena crisi perché il ragazzo che le piace visualizza ma non risponde.

-Allora, sei pronto? -domandò Kōtarō cambiando argomento. Fece un gran sorriso a Keiji, come suo solito. Il cantante arrossì un pochino e annuì: -Dovrei essere io a chiedertelo. Non è il primo concerto dei Pretty Setters a cui assisti? 

-Sì, però volevo prima accertarmi che tu stessi bene. 

Appena si rese conto di ciò che aveva detto, Bokuto avvertì troppo caldo per i suoi gusti.

-Cioè. So che non ti piace molto stare al centro dell’attenzione, ecco… -si affrettò ad aggiungere.

Akaashi piegò la testa di lato, intenerito: -Sto bene, grazie Bokuto-san.

Non ebbero tempo di dirsi altro perché era tardi e il concerto sarebbe iniziato in meno di un’ora. I ragazzi si fecero una foto tutti insieme, poi i Pretty Setters salutarono gli altri sei, che uscirono dal backstage e andarono a cercare i loro posti.

 

 

Le luci del palco erano proprio come Keiji se le ricordava dall’ultimo concerto. Calde. 

E l’effetto che faceva parlare e cantare con la voce amplificata dal microfono? Akaashi l’adorava, anche se si sentiva ancora insicuro quando saliva sul palco. 

Dato che l’unica parte dello stadio che era illuminata era proprio il palco, Keiji non riuscì a trovare Kōtarō tra il pubblico, anche se aveva vagamente idea di dove lui e gli altri fossero seduti. Per questo, quando fu il momento della nuova canzone, il cantante decise che avrebbe guardato soprattutto verso quella direzione.

-Tōru-kun, è il momento di lasciare spazio a Keiji-kun ora. Va bene che hai il tuo fan club da accontentare, però ci siamo anche noi, sai? -fece Kōshi provocando una risata da parte del pubblico. 

-Volevo assicurarmi che fossero tutti pronti per la canzone di Kei-chan! -disse Tōru, sorridendo al diretto interessato che, nel frattempo, si era avvicinato al bordo del palco, dove c’erano Oikawa e Sugawara.

-Sei troppo gentile. Che ti succede, Tōru-san? -chiese Keiji facendo un sorrisetto furbo. Poi si rivolse al pubblico: -Sapete, ho scritto questa canzone grazie ad una persona che ora è proprio qui, sugli spalti ad ascoltare. Mi ha aiutato molto, anche se non sono mai riuscito a dirgli grazie come si deve. -i fan si misero ad applaudire e Akaashi rise. -Aspettate! Prima lasciate che finisca! Dicevo, la canzone è anche un modo per esprimere la mia gratitudine nei suoi confronti. Perché sì, il giorno in cui ci siamo conosciuti per strada mi ha praticamente salvato, ma, come mi hanno fatto capire i Pretty Setters, non è finita lì. 

-Ha ragione. -commentò Atsumu, che se ne stava seduto dietro la sua batteria e faceva girare le bacchette tra le dita.

Keiji si voltò verso la direzione in cui era sicuro fosse seduto Kōtarō, tutto rosso in viso: -Adesso mi rivolgo a te e ti dico solo una cosa. Guardami.

Sapeva che Bokuto aveva capito il suo riferimento, così fece un sorriso ai suoi amici. La melodia della nuova canzone iniziò.

-Questo è per te. -disse ancora Akaashi. Poi iniziò a cantare. 

 

 

Kōtarō era sicuramente arrossito, ma per fortuna il buio lo nascondeva a sufficienza. Keiji aveva davvero scritto la canzone apposta per lui? Davvero davvero? Se era un sogno, allora non voleva più svegliarsi!

Quando la voce di Akaashi gli arrivò alle orecchie, capì che il cantante non aveva mentito. 

Perché la canzone parlava del loro incontro e della giornata che avevano trascorso insieme, delle partite di Bokuto che Akaashi aveva visto dagli spalti e delle loro chiacchierate su Line fino a tardi.

Ma tutto era visto dalla prospettiva di Keiji, che descriveva ogni cosa come una magia e come una fiaba perché, secondo lui, Kōtarō, come un principe, lo aveva salvato. E non solo dai giornalisti come pensava.

Grazie alla musica e alle parole, all’asso della Fukurodani sembrò di vedersi da fuori, durante una partita. La palla che arrivava nel campo, la ricezione e l’alzata dei suoi compagni e poi la sua rincorsa. Si vide mentre saltava e il movimento che faceva con il braccio per schiacciare. 

Keiji lo descriveva con varie metafore e similitudini, come la maggior parte delle canzoni, ma la differenza era che qua e là Akaashi aveva inserito frasi che Bokuto gli aveva detto, tipo la sua frase del voler vivere fino a 130 anni. E il pallavolista capì ciò che il più giovane voleva esprimere. Quel sentimento non era semplice gratitudine… 

-Oi, bro! Dove vai? -gli chiese Kuroo vedendoselo passare davanti.

-Fammi passare. -disse solo. Non aspettò neppure che l’amico si spostasse: gli lasciò in mano il suo striscione, lo oltrepassò e lo stesso fece con gli altri quattro ragazzi che erano con loro. 

-Bokuto-san? -lo chiamò Hinata dubbioso.

Il diretto interessato non lo ascoltò, scese gli scalini che portavano sugli spalti e percorse a ritroso il percorso che avevano fatto dopo il meet&greet. 

Doveva parlargli. Doveva dirgli che anche lui provava gli stessi sentimenti. Non gli importava se fossero stati davanti a tutti, Keiji doveva saperlo.

-Ehi, ragazzo. Non puoi entrare qui. -gli disse uno dei due agenti che si trovavano fuori dalla porta del backstage. 

Kōtarō gli mostrò il pass: -Devo dire una cosa a una persona. È importante.

L’agente guardò il collega, che annuì, poi aprì la porta. Bokuto li ringraziò con un inchino e corse nel backstage. Sentiva la musica che continuava, perciò Akaashi stava ancora cantando. 

Ne ebbe la conferma arrivando dietro le quinte. Da lì vide i Pretty Setters che suonavano i propri strumenti e cantavano la seconda voce. Solo Tobio lo notò, perché aveva spostato per un attimo gli occhi verso le quinte. 

Il più piccolo lo fissò per qualche secondo, poi sembrò capire. Gli fece segno di aspettare.

-Ehi! Tu! -esclamò un uomo raggiungendo Kōtarō con una donna al seguito. -Non puoi stare qui. Chi sei?

-Ehm io… -balbettò il ragazzo iniziando a sudare. E adesso? Lo avrebbero portato fuori a calci? Lo avrebbero denunciato? Ucciso e poi fatto a pezzi il suo corpo per scioglierlo nell’acido?

-Nishida-san, lo lasci. -disse una voce. L’ex-capitano della Fukurodani si ritrovò Tobio proprio accanto a lui. Per un attimo lo vide circondato da una luce e gli sembrò di sentire dei cori angelici. Quel ragazzo lo stava letteralmente salvando.

 

 

Quando Keiji terminò la canzone fu subito investito da un applauso. Il pubblico aveva ascoltato la sua canzone con il fiato sospeso, come se la sua musica lo avesse stregato. Non riusciva a crederci.

Ma la sorpresa più grande la ebbe quando, voltandosi verso i suoi amici, vide Kōtarō andargli incontro praticamente correndo. Akaashi, bloccato sul posto, non seppe cosa fare.

-Bokuto-san, che cos-mh! -non fece in tempo a finire la frase, perché Bokuto gli aveva preso dolcemente il viso fra le mani e lo aveva baciato sulle labbra. 

I suoni attorno a Keiji sparirono, la luce dei riflettori sembrava ancora più forte e il suo cuore, unico rumore che avvertiva, aveva accelerato di colpo, lasciandolo senza fiato. Quando realizzò che cosa stesse succedendo, il cantante strinse forte la felpa di Kōtarō, come per paura che se ne andasse. Poi chiuse gli occhi e il rumore causato dal pubblico lo investì, ma non gli importò. Bokuto lo stava baciando, segno che ricambiava i suoi sentimenti. Non poteva essere più felice.

Purtroppo però avevano bisogno di respirare, quindi furono costretti a separarsi. Keiji guardò il pallavolista davanti a lui, che aveva il fiatone e lo fissava a sua volta.

-Scusa. Era una cosa urgente… -disse come per giustificarsi… o almeno, Akaashi pensò di aver capito ciò che aveva detto, perché i fan erano in delirio e con il caos che causavano non sentiva praticamente niente. 

-Tempismo perfetto… però siamo in mondovisione, Bokuto-san. -e Keiji indicò la telecamera al bordo del palco proprio davanti a loro due. 

-Io amo fare le cose in grande, Agaashee. -fece Kōtarō mettendo le mani sui fianchi, fiero.

-Uffa, ragazzi. Ci avete rubato tutta la scena! -si lamentò Tōru proprio in quel momento. Era a pochi passi da loro e li osservava con un finto broncio. Akaashi sapeva che in fondo Oikawa Tōru era felice che fosse successo. Erano pur sempre amici.

-Se non si fosse capito, la persona a cui il nostro Keiji si è ispirato è proprio lui. -disse Atsumu rivolto al pubblico. Aveva messo un braccio attorno alle spalle di Bokuto, che era arrossito. Il pubblico esplose in un “AWWWWWWW”.

-Non mettetelo in imbarazzo, dai! -esclamò Kōshi che se ne stava seduto sul bordo del palco con la chitarra sulle gambe.

-Per poco il nostro agente non lo ammazzava, sapete? -fece Tobio, in disparte rispetto a loro. Teneva il suo basso in mano e faceva finta di togliere dei granelli di polvere praticamente inesistenti. 

-Il signor Nishida? -chiese Keiji, stupefatto.

-Beh, sì. Mi sono intrufolato nel backstage… -rispose Kōtarō. Per fortuna non aveva il microfono o l’avrebbero sentito tutti.

-Facciamo un applauso a Nishida-san, che ne dite? Per ringraziarlo di aver lasciato salire il nostro ospite sul palco. -propose Kōshi iniziando a battere le mani. Il pubblico lo seguì a ruota.

Akaashi lanciò un’occhiata al loro agente, che, dietro le quinte, scuoteva la testa divertito, come per dire “Questi giovani d’oggi!”.

-Ora è tempo di una piccola pausa. Ci vediamo fra un quarto d’ora! -annunciò Atsumu.

 

 

Qualche anno dopo…

 

 

-Bokuto-san! Facciamoci una foto! -esclamò Hinata avvicinandosi a lui sventolando la piccola bandierina giapponese che aveva in mano. 

Mentre Kōtarō sorrideva verso l’obbiettivo della fotocamera del cellulare, la musica che aveva accompagnato gli atleti nella loro entrata nello Stadio Olimpico terminò. La nazionale di pallavolo maschile si voltò verso il palco, per vedere i sei giovani che vi stavano salendo. 

-Eccoli! Vedo Tobio! -fece Hinata saltellando. Nonostante avesse venticinque anni si comportava esattamente come quando Bokuto lo aveva conosciuto, al liceo. 

-Ancora coi capelli in quello stato… -commentò Iwaizumi, che stava guardando Tōru. -Che poi non venga a lamentarsi da me perché aveva qualcosa fuori posto!

-E Katsu-kun dov’è? -chiese Hinata.

-Potrei chiedere la stessa cosa per Sora-chan. -rispose Iwaizumi ridendo. -Diciamo che la peste ha attirato l’attenzione delle ragazze italiane, quindi Yaku lo sta tenendo d’occhio. E Sora?

-È ancora troppo piccola. Tobio ha preferito lasciarla a sua madre. -disse Hinata. Kōtarō sorrise, cercando la sua Hotaru con lo sguardo. Kuroo l’aveva presa in braccio prima e aveva inseguito Katsumi prima che corresse via.

La sua lucciola aveva ormai tre anni. Cavoli, gli sembrava che fosse passato solo un giorno da quando lui e Keiji erano andati al centro adozioni per prendere Hotaru, che a quei tempi aveva appena tre mesi.

-‘Tōchan. -lo chiamò una vocetta proprio in quel momento. Bokuto abbassò la testa e vide sua figlia allungare le manine verso di lui.

-Ehi, piccola lucciola! -la salutò.

-Braccio! -fece la bambina, per tutta risposta.

Il pallavolista la prese tra le braccia e le indicò il palco: -Vedi papà? -le chiese.

Osservò Hotaru cercare Keiji e sorrise. 

-Ehi, vedo che Tōru ha insegnato come attirare le ragazze al piccoletto, eh? -commentò Kuroo, che aveva riportato Katsu da Iwaizumi. Teneva suo figlio per mano e l’altro bambino con l’altra.

-Non dirmelo, ti prego. Ha pure provato ad approcciare la sua maestra dell’asilo. -disse Iwaizumi portandosi una mano sugli occhi.

La voce di Keiji che iniziava a cantare distolse l’attenzione di Kōtarō dal discorso del preparatore atletico e del promotore sportivo. 

L’effetto che gli faceva la voce di Akaashi non sarebbe mai cambiato. Il cuore gli batteva forte e il mondo esterno spariva. In quei momenti c’erano solo lui e Keiji. 

Dopo il concerto in cui si erano dati il loro primo bacio, la carriera di entrambi era decollata: Bokuto era entrato in squadre importanti e persino in nazionale, Akaashi e i Pretty Setters erano conosciuti a livello mondiale. Quando Kōtarō aveva ventuno anni erano andati a convivere, quando ne aveva ventitré si erano sposati e a ventiquattro avevano deciso di adottare Hotaru. 

Kōtarō si considerava un uomo abbastanza fortunato: giocava a pallavolo, cosa che lo aveva reso famoso a livello mondiale; in qualche modo era riuscito a diplomarsi al liceo e a continuare la carriera agonistica; era popolare fra il pubblico femminile di qualsiasi età eccetera eccetera... ma non pensava di essere così fortunato da sposare il suo idolo e creare una famiglia con lui. 

 

 

 

Hotaru Bokuto-Akaashi: Bokuaka

Katsumi Kuroo: Kuroken

Katsu Iwaizumi: Iwaoi

Sora Kageyama: Kagehina


*angolo autrice*
Yahooo~
Eccoci giunti alla fine della storia! Proprio in questo momento sto ascoltando una canzone fanmade che mi aveva ispirato una Bokuaka che avevo scritto e pubblicato un po' di tempo da qui su EFP 😍 tempismo perfetto direi!
Che dire? Scrivere di Bokuto e Akaashi mi piace tantissimo! Sono così carini!
Per quanto riguarda la fine, ho deciso di inserire parti canoniche come le Olimpiadi e pure i pargoli delle varie ship presenti. Io me li immagino così! 😂
E niente, spero che la mia storia vi sia piaciuta. Alla prossima! ❤️
_SbuffodiNuvola_

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: _SbuffodiNuvola_