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Autore: Keif    31/08/2009    8 recensioni
Normalmente James Potter, alla vista di Lily Evans impazziva completamente[...] Semplicemente scollegava il cervello e cominciava a pensare con qualcos’altro. E no… questo qualcos’altro non era il cuore.
Genere: Generale, Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo primo.

Quando James Potter, quindicenne grifondoro con fastidiose manie di protagonismo, si svegliò, quel dì di gennaio, decise che la successiva gita ad Hogsmeade sarebbe uscito con Lily Evans. Si girò dall’altra parte e si riaddormentò.

Erano passati due anni, nove mesi e tre giorni da quel mattino e il James Potter diciassettenne non solo non era ancora uscito con Lily Evans ma c’erano forti probabilità che questo non sarebbe mai accaduto dato che lei, senza mezzi termini e come gli aveva più volte ripetuto, lo detestava.
Non che in quel momento a lui importasse qualcosa comunque. A dirla tutta James Potter in quell’istante stava sognando unicorni rosa canterini e cigni verdi volanti e avrebbe volentieri continuato a farlo se un rumore, che si rivelò essere il fastidioso russare di Sirius Black, non lo avesse svegliato improvvisamente.
Quando unicorni e cigni svanirono il suo primo pensiero, prepotente quanto prevedibile, fu l’omicidio del suo migliore amico che da sette anni a quella parte si ostinava (quel disgraziato!) a russare, grugnire e parlottare nel sonno, evidentemente per fargli dispetto e svegliarlo ad orari improponibili.
< Stupido Black! > mormorò tra i denti con voce roca aprendo lentamente gli occhi e accorgendosi che la stanza era ancora immersa nel buio < Che tu possa morire tra atroci tormenti, cagnaccio > sbatté le palpebre un paio di volte risentito e sporse la mano verso il pavimento. Le sue dita tastarono il suolo freddo per qualche secondo finché il ragazzo non scovò l’oggetto della sua ricerca che si rivelò essere una scarpa nera sudicia. Suddetta calzatura venne poi lanciata con la poca forza che il ragazzino si ritrovava di prima mattina verso il letto dell’amico che smise di russare, si mosse un poco e continuò a dormire.
Completo silenzio, finalmente.
James Potter fece un piccolo sospiro di sollievo godendosi il piacere di non sentire rumore alcuno e chiuse gli occhi, ben deciso a riaddormentarsi, ma non erano passati che un paio di secondi e il ronfare di quello che fino a quel momento era stato il suo migliore amico gli rimbombò nuovamente nelle orecchie.
< Ma porca put… > urlò James alzando di scatto il busto e riaprendo gli occhi < E va bene. Qui ci vuole una soluzione drastica… > borbottò alzandosi lentamente dal letto, e rabbrividendo per il freddo. Afferrò il cuscino rivolgendo un occhiata piena di profondo astio verso il letto dell’amico, meditò per un attimo di soffocare quello che era l’elemento di disturbo ma rinunciò alla seppur allettante idea per evitare un penoso futuro in prigione, percorse pochi passi e raggiunse la porta aprendola, tra uno sbuffo e l’altro, senza preoccuparsi di fare troppo rumore. Che si svegliassero pure anche gli altri, a lui non importava un accidente! Affaracci loro! Uscì borbottando, sbatté la porta e percorse la rampa di scale, raggiungendo la sala comune. Gettò il cuscino su un divano, maledicendosi per non aver portato anche una coperta, e si sistemò alla bell’è meglio. Ora sì che avrebbe potuto godersi una nottata di sonno.
Chiuse gli occhi, sbadigliò sonoramente e abbracciò il cuscino godendosi la pace. Avrebbe dovuto farlo anni prima, altrochè. Si sarebbe evitato notti insonni, esaurimenti nervosi o quant’altro. Sì, era stata proprio una pensata geniale!
< Cosa ci fai tu qui? > Una voce cristallina, proveniente dall’altro lato della stanza, gli giunse alle orecchie facendolo risaltare leggermente. Rumore. Fastidio. Un preoccupante tic alla palpebra sinistra colse l’impreparato Potter mentre apriva, per la terza volta nel giro di una stessa nottata, gli occhi assonnati e iniettati di sangue. Era una cospirazione! Di sicuro qualcuno lo voleva veder morto, non c’erano dubbi!
La notte prima la luna era stata piena e non aveva potuto dormire. E va bene.
Va bene andare a letto a mezzanotte passata per rifare il tema di incantesimi dato che, giocando con Peter, avevano bruciato la precedente pergamena.
Va bene rigirarsi nel letto per un’ora buona a causa di una zanzara fuori stagione che aveva deciso di fargli compagnia.
Va bene il russare di Black che nonostante la sua aria da nobile snob d’altri tempi era decisamente poco fine.
Ma anche questo no. Non poteva accettarlo.
Puntellandosi con i palmi delle mani il ragazzo alzò il busto lanciando un’occhiata truce a chi l’aveva svegliato. Ed eccola lì.
Quant’è prevedibile e scontata la sfiga...
< Evans > grugnì James ricascando pesantemente nel suo scomodo giaciglio. Inutile illudersi: quella notte dormire si sarebbe rivelato impossibile.
E in effetti Lily Evans, sentendo il rumore di una porta che sbatteva e dei passi pesanti scendere le scale, aveva deciso, come suo solito, di impicciarsi un po’ negli affari altrui e di scoprire chi stesse facendo cosa e con chi. Con la sua vestaglia extra large da nonna completamente priva di gusto e i capelli paurosamente simili ad un nido di piccioni mal costruito, si era perciò diretta verso la fonte del rumore e aveva trovato l’assonnato Potter che borbottava malignità sui suoi amici, su Merlino e sull’universo in generale frapponendo tra un’ oscenità e l’altra un ringhio e un paio di lemmi insensati, probabilmente inventati sul momento.
Armata del senso di giustizia che la contraddistingueva (ma soprattutto della sua irrefrenabile incapacità di farsi i ca...voli suoi) aveva aspettato di vedere cosa volesse fare per coglierlo nel fatto in caso si preparasse ad una illegale passeggiata notturna, manifestandosi solo quando le era ormai chiaro che non avrebbe trovato l’occasione per punirlo sghignazzando alle sue spalle.
O almeno… non era proibito dormire in un divano vero?
< Allora? Che fai? > domandò nuovamente avvicinandosi al grifondoro con passo veloce.
Sembrava perfettamente sveglia, constatò James, probabilmente aveva dormito molto più di lui, concluse poi con un moto d’ odio.
< Perché sei qui in sala comune? > insistette la ragazza aggrottando le sopracciglia e soffermando lo sguardo sul cuscino sul quale era poggiata la testa del ragazzo il quale, per tutta risposta, arricciò il naso e grugnì un indisponente < Non sono affari tuoi > serrando gli occhi.
Lui voleva solo dormire! Non gli sembrava di chiedere poi tanto, che diamine!
La ragazza si avvicinò ancora sedendosi sul bracciolo del divano e osservando il concasato illuminato dal fuoco magico che scoppiettava allegramente nel caminetto.
Stette così senza far nulla per un paio di minuti fissandolo in silenzio, tanto che in un improvviso moto di disperato ottimismo il ragazzo pensò che fosse tornata a dormire. Piegando leggermente le labbra in un sorriso fiducioso, aprì lentamente un occhio, nell’insana speranza che si fosse dileguata. Ma l’appena accennato sorriso gli scivolò via immediatamente notando che la Evans non solo era ancora lì ma non sembrava minimamente intenzionata ad andarsene.
Problemi suoi, decise James innervosito richiudendo l’occhio, lui aveva sonno e avrebbe dormito, che lei fosse lì o meno.

Più facile a dirsi che a farsi. Non appena sembrò sul punto di piombare nel mondo dei sogni, la vocetta della ragazza gli piombò addosso come acqua fredda:
< Non vorrai metterti a dormire! > urlò scandalizzata facendolo sobbalzare < Voglio sapere che ci fai qui e voglio saperlo adesso >
A quel punto James Potter capì che se voleva liberarsi di lei doveva darle esattamente quello che voleva, così sospirò pesantemente, riaprì gli occhi nocciola per l’ennesima volta e si passò una mano sul viso cercando di darsi una svegliata
< A te che sembra? > domandò infastidito desiderando ardentemente che lei lo lasciasse in pace.
Lily fece spallucce
< Hai deciso di dormire in sala comune? > domandò poi alzando un sopracciglio, l’altro sbuffo scontroso
< Complimenti Evans, hai indovinato. E che ne dici di andare a letto anche tu? E' una buona idea sì? Ottimo, buonanotte. E’ stato un piacere parlare con te. Ciao. > si voltò dall’altra parte. Aveva saputo quello che voleva, adesso se ne sicuramente sarebbe andata e l’avrebbe lasciato dormire.
Sicuramente!
< E perché? > chiese lei mentre una vena cominciava a pulsare nella tempia del ragazzo che grugnì irritato < Sei strano oggi, Potter, sei silenzioso. Solitamente avresti fatto commenti indecenti o battutine stupide. Che succede? > domandò sospettosa sporgendosi verso di lui.
Era vero. Normalmente James Potter, alla vista di Lily Evans impazziva completamente. Bastava che una ciocca di capelli rossi gli si parasse davanti agli occhi, o che un paio di occhi verdi lo scrutassero torvi perché lui perdesse completamente la testa. Semplicemente scollegava il cervello e cominciava a pensare con qualcos’altro. E no… questo qualcos’altro non era il cuore.
Normalmente era lui quello a dare fastidio a lei. Normalmente se lei gli rivolgeva spontaneamente la parola lui cominciava a farsi una cospicua quantità di pensieri indecenti.
Normalmente avendola così vicina non avrebbe chiuso gli occhi ma il suo sguardo si sarebbe soffermato piuttosto maleducatamente sul suo petto che, sebbene non esattamente prosperoso era, per il grifondoro, pur sempre un bello spettacolo.
Ma normalmente James Potter la notte dormiva.
Per questo motivo alla domanda della ragazza si limitò a sbuffare nuovamente e borbottare un “Non succede niente. Lasciami stare” spazientito. E sempre per questo motivo lei cominciò a farsi chissà quali starne idee.
< Hai litigato con i tuoi amici? > chiese più dolcemente scoccando uno sguardo alla rampa di scale che portava ai dormitori maschili < Ho sentito sbattere la porta e ti ho sentito insultarli > tornò a guardarlo mentre alla parola amici James ripensava al fastidioso russare di Sirius, alla stupida licantropia di Remus e alla sconsideratezza di Peter che non l’aveva avvertito che la pergamena sulla quale stavano provando le pozioni rubate a Piton era in realtà il suo tema da consegnare l’indomani. Tutte cose che gli impedivano di dormire.
E quando lui aveva sonno lasciava poco spazio alla razionalità e ancora di meno all’amicizia.
Il tic alla palpebra sinistra aumentò, la sua irritazione anche < Io non ho amici > bofonchiò contrariato chiedendosi se fosse eccessivamente maleducato lanciarle un cuscino in faccia e decidendo saggiamente che sì, lo era < e ora Evans lasciami in pace per favore > aggiunse stizzito
Ma dopo quelle parole Lily non poteva certo andarsene! Insomma, per quanto lei disprezzasse James non poteva permettersi di lasciarlo in quello stato. Perché di certo non era sonno quello che lei scorgeva nel suo volto, ma pura e semplice tristezza.
< Non dire così! > esclamò dunque con tono energico facendolo sobbalzare < Qualunque cosa sia successa non vale la pena distruggere un’amicizia così bella come la vostra. Vedrai che si risolverà tutto > disse gentilmente mentre James annuiva distrattamente senza ascoltarla, spiumacciando il cuscino < Ora dovete solo chiarirvi, parlarne. Ma, certo… che stupida che sono… se sei venuto qua è perché non sei ancora pronto a discuterne con loro > gli rivolse un sorrisetto comprensivo. Ma da quando la Evans aveva manie da crocerossina? < Sbollisci la rabbia e poi esaminate il problema con calma perché il dialogo sta alla base di ogni rapporto > annuì brevemente facendo una pausa. In quella James vide una via di fuga.
Spalancò gli occhi, si voltò verso di lei e si appiccicò in faccia l’espressione più penosa che riuscì a scovare nel suo repertorio:
< Hai ragione sai Lily > accennò un finto sorrisetto riconoscente < Domani cercherò di chiarire ma… > finse titubanza < non arrabbiarti, ma preferirei stare un po’ da solo a pensare con… con calma > terminò la sua bella recita mordicchiandosi il labbro inferiore, un po’ per simulare un ipotetico rammarico nel mandarla via, un po’ per non sbadigliarle in faccia. < Certo, certo! > esclamò lei alzandosi di scatto < Vado via. Buonanotte Potter > < ’Notte Lily > rispose mantenendo la falsa vocetta malinconica. Lei si voltò e lui con espressione vittoriosa si accoccolò tra le braccia di Morfeo. L’ultima cosa che vide fu il bel fondoschiena di Lily Evans affrettarsi a raggiungere la sala comune.

Note: Dopo aver letto centinaia di Lily/James ho deciso di provarne a scriverne una io. Non so cosa ne sia venuto fuori né tanto meno come continuerò ma io mi sono divertita a scriverla.Potrebbe sembrare che abbia scelto il titolo a caso e in effetti è così, comunque posso assicurare che scoverò il modo per farlo centrare con la storia. O almeno credo, coff. Con enorme fatica ho cercato di modificare l'html, non so nemmeno se ci sono riuscita. Critiche più che ben accette.

  
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