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Autore: pokas    27/08/2021    2 recensioni
Florinda, 35 anni, determinata e single, esplora la sua vita attraverso la sua più grande passione, le sue amiche più leali: le piante.
Una storia che fa riflettere, i più grandi quanto i più giovani, in un modo o nell'altro, tutti abbiamo paura di restare soli.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io amo le mie piante, le amo più delle persone a volte. 
Le piante stanno in silenzio, ti sanno ascoltare, anzi crescono sentendo ciò che hai da raccontare e poi ti danno uno scopo. Penserete, che ci vuole a prendersi cura di una pianta? Le basta sole, acqua, per il resto non hanno bisogno di niente. 
Vorrei darvi ragione, ma non è possibile per me farlo… Crescere una pianta è bellissimo. 
Vedere come reagiscono se le tocchi, vedere come si spostano e danzano col vento, sentire l'odore dei fiori o il sapore dei loro frutti, è meraviglioso! Non lo è perché accade, che già di per sé è incredibile, ma è meraviglioso perché è stato l'amore che hai dato loro a farle crescere fino a quel punto. 

Ed è per amore che le accarezzo, spolvero le foglie, le proteggo dal caldo e dal freddo, mi fanno sentire viva, mi fanno sentire come una madre, nonostante io non possa esserlo più.

Ogni volta che ripenso alle mie piccole mi viene in mente la loro storia, perché tutte ne hanno una.
Per esempio la mia Aloe, era stata abbandonata in strada, le avevano strappato quasi tutte le foglie per farne rimedi per le scottature, mentre il mio Castagno… La sua castagna aveva cacciato una radice in mezzo alle altre nel mio cesto della frutta. 
Mio marito… Il mio ex marito, l'avrebbe cotta con le altre, mentre io avevo visto in lei una grande forza, il desiderio di vivere. 
È questo che invidio a volte alle piante, il desiderio di vivere, la forza impetuosa con cui lo urlano nel loro tacito crescere senza mai fermarsi, nel loro respirare piano, nel loro bere avidamente.

Vorrei essere una pianta, essere capace di mettere radice ed essere certa della mia scelta, mentre invece scappo da una città all'altra nella mia insoddisfazione.

Vorrei avere qualcuno che si prenda cura di me, o almeno vorrei credere che quando sono sola, qualcuno lassù mi rivolga una carezza gentile.
Vorrei avere qualcuno che sia capace di fare ciò che io non potrei fare da sola… Di strapparmi le foglie secche o malate, che mi ostino a trascinarmi dietro solo perché sono cresciute con me, dimenticando che un ramo secco… Non può dare nessun frutto, nessun fiore. 
Eppure io mi ostino a conservare nella mia vita gente inaffidabile o semplicemente immatura o che è cambiata negli anni.
Mi ostino a farlo per paura di stare sola, di non valere nulla senza qualcuno attorno, o forse mi accontento, meglio avere qualcuno con cui stare piuttosto che restare da sola con le mie paure, le mie ansie.

È per questo che ho la casa piena di piante, perché così non sono sola e ho tempo per prendere un grande respiro e concentrarmi su di me, non sul caos che mi bussa ogni mattina alla porta, non sulle bollette da pagare o cosa indossare per adeguarmi alla moda e ai gusti altrui. Con le mie piante rido, piango, sono me stessa senza limiti, e vorrei esserlo anche fuori…

--------------

Sono andata fuori città per un paio di settimane, per lavoro. È stato tutto bello, finché non sono tornata a casa. 
Avevo accettato di prestare casa ad un' "amica" e il suo cane, a patto che annaffiasse le piante e le spostasse in base all'orario e la luce. 
Quando sono tornata non aveva mosso un solo dito nella mia serra, le piante sensibili alla luce avevano delle macchie, alcune si stavano seccando, altre si erano bruciate al sole, per non parlare del suo cane. 
Non si è accorta che ha scavato nei pressi di una pianta che in primis non doveva essere lì dove l'ho trovata e soprattutto era velenosa per il cane. 

Quando la sgridai per le piante lei roteò gli occhi, come se le stessi parlando di chissà cosa di superfluo. Era superfluo per lei, non per me. 
Avevo passato le ultime due settimane a convincere una ditta di pesticidi non nocivi per gli insetti impollinatori, di darmi la possibilità di lavorare per loro. 
Con la mia laurea in chimica e la mia passione per le piante avevo buone possibilità, ma dovevo portare un campione di una mia ricetta e una pianta sulla quale avevo provato il mio composto per dimostrare che funzionasse. 

Le sarei saltata al collo, ma ero preoccupata per il cane, le dissi che poteva aver mangiato un paio di foglie nocive e a quel punto la vidi saltare in piedi preoccupata. Comprendo che gli animali sono visti come più "vivi" ma non producono l'ossigeno che respiri, sai cara?

Mi calmai e la accompagnai dal veterinario, era davvero esaurita, per un momento mi sembrò di essere messa meglio di lei nel gestire le mie crisi di nervi.

"Salve, mi dica, cosa ha il suo cane" disse un medico venendoci incontro. Il dottore era giovane, di bella presenza, con un sorriso gentile. Marica non si sarebbe lasciata sfuggire l'occasione di flirtarci, soprattutto perché era single e molto disponibile, anche se ero convinta che persino da sposata avrebbe fatto gli occhi dolci a tanta gente.

"Dottore, lei mi deve aiutare, il mio povero cane ha mangiato una pianta velenosa" disse con tono triste e melodrammatico 
"com'è successo?"
"ero a casa di questa qua e non sapendo che ci potessero essere piante velenose ho lasciato il cane libero in giardino"
"io ti ho detto di stare attenta" le risposi bruscamente, quel “questa qua” mi aveva già fatta stizzire
"ma lo sono stata, glielo assicuro dottore"
"come hai fatto attenzione alle mie piante?" le chiesi 
"ma ti sembra il caso di litigare per un paio di piante? Il mio piccolo Bob potrebbe morire" disse lei guardandomi con un certo disprezzo, le stavo mettendo i bastoni tra le ruote? Ben venga.

Dopo quella giornata tagliai dalla mia vita l'ennesimo ramo secco, e devo ammettere che tutto sommato è stata la scelta migliore che potevo fare. 
Oggi esco con Ciro, il veterinario, a quanto pare la mia sensibilità l'ha colpito e vorrebbe farmi conoscere un trovatello che hanno abbandonato nel suo studio, forse potrebbe piacermi avere due nuovi maschietti nella mia vita.
   
 
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