Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: elenabastet    08/09/2021    4 recensioni
Si può viaggiare nel tempo e nello spazio per sconfiggere un'ingiustizia e trovare un amore per sempre? Il 13 luglio 1789 Oscar vide morire l'adorato André, in un momento storico, ma che legami ci sono con la Parigi del 2019, dove si trovano Krycek, Doggett e Reyes e dove arriveranno Mulder e Scully?
Genere: Angst, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

UN GIORNO PER SEMPRE

 

Rating: toni adulti in qualche punto, parolacce, riferimenti sessuali mild.

Fandom: cross over tra Lady Oscar e The X-Files.

Note: Una sorta di universo alternativo, dove compaiono vari personaggi di The X-Files, anche morti nella serie come Alex Krycek. Come guest star ci sono inoltre Kathryn Morris, Lily Rush in Cold case, nei panni della dottoressa Liliane Rabet, Kristen Vangness, Penelope Garcia in Criminal minds, in quelli di Penelope Guy, e Abdelhafid Metalsi, il capitano Cherif nella serie omonima, come Kader Mousaif. Ci saranno anche riferimenti a serie come Sleepy Hollow, Doctor Who e Outlander, ma solo come citazioni

 

Capitolo primo

“Maschio, bianco, ferita d’arma da fuoco al petto, da operare subito!”

La voce dei paramedici fece accorrere subito la dottoressa Liliane Rabet, di turno presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Pitié-Salpêtrière, e il poliziotto addetto alle vittime di crimini come sparatorie Kader Mousaif.

“Subito in sala!”, ordinò la dottoressa Rabet, “ogni minuto perso può essere fatale!”

Il paziente fu subito portato sotto i ferri. Un paramedico notò la strana divisa di tipo militare che aveva addosso:

“Ma come è vestito?”

“Direi che abbiamo visto gente conciata peggio, tanto dobbiamo spogliarlo, per vedere la situazione come è”, rispose la dottoressa.

Il paziente era ferito gravemente, con una ferita da cui sgorgava molto sangue: subito, ci si adoperò ad estrargli la pallottola, che si era scomposta in petto, formata da tanti pezzi.

“Non ho mai visto una pallottola del genere, Mousaif si divertirà ad esaminarla”, disse la dottoressa dopo aver estratto tutti i pezzi. Le condizioni del paziente sembravano disperate, ma Liliane Rabet non era tipo da arrendersi, e riuscì a suturare e a riportare pian piano alla vita con trasfusioni un caso disperato.

“Lo abbiamo stabilizzato”, disse Liliane alla fine dell’intervento ai suoi collaboratori, “le prossime ore saranno decisive, ma forse ce la farà”.

Kader Mousaif si era già attivato fuori dalla sala per capire chi fosse e cosa fosse successo: il ferito non aveva documenti addosso ed era vestito con un abito di foggia desueta. C’erano delle stranezze, in quella che sembrava comunque un’aggressione criminale.

“Ma chi l’ha trovato?”, chiese Kader.

“Jacques”, gli rispose uno degli addetti al Pronto Soccorso.

“Jacques Ripieno di Acido? Oddio, dovrei interrogarlo, c’è?”

“Sì, è rimasto qui fuori, dice cose strane”.

“Eh, certo, chissà quanto è fatto anche oggi, speriamo che si riprenda”.

Jacques era un senza fissa dimora, con problemi di tossicodipendenza, che bazzicava fuori dall’ospedale, ogni tanto chiedendo soldi, ogni tanto dicendo cose strane. Non la persona più affidabile del mondo, quella a cui chiedere informazioni sicure su un possibile fatto di sangue.

Jacques però accolse con gentilezza Kader:

“Come sta quel poveretto?”.

“La dottoressa Rabet lo sta operando, non si sa se ce la farà, ma lei è brava. Dove l’hai trovato?”

“È comparso sul marciapiede qui fuori, sta succedendo il finimondo, tutti quei lampi e tuoni senza acqua, e ad un certo punto lui si è materializzato...”

“Jacques, ma quanta roba ti sei fatto stavolta?”

“No, sono giorni che non mi faccio, adesso sono pulito, voglio smettere, è andata così, ma voi non avete capito cosa sta succedendo fuori?”

“No, sono ore che sono qui a lavorare… vengo a vedere”.

Kader si affacciò e rimase senza fiato: il cielo di Parigi era percorso da lampi come non ne aveva mai visti, minacciosi, un fenomeno elettrico inspiegabile. Ad ogni lampo faceva da contraltare un tuono, dal rumore spaventoso, il tutto senza acqua, era come se dal cielo si fosse attivato un qualcosa di inspiegabile, una forza mai vista prima. Ma quello che gli aveva raccontato Jacques non aveva senso, la gente non si materializza come il Tardis di Doctor Who o i membri dell’Enterprise di Star Trek sui marciapiedi.

“Senti, Jacques, adesso ti do qualcosa per comprarti da mangiare, se vuoi fermarti nella sala vicino al Pronto Soccorso per stanotte fallo, e domani parleremo di nuovo”.

“Ma non capisci agente. Quel poveretto arriva da un altro tempo qui, l’ho visto io...”

Kader pensò che piuttosto avrebbe dovuto allertare il servizio antiterrorismo di stanza a Parigi: c’erano quei due agenti dell’FBI, Doggett e Reyes, che avevano chiesto di essere avvisati se succedevano cose strane. Perché Jacques non era attendibile, ma il terrorismo era un pericolo reale, e bisognava avvisare se qualcuno arrivava in ospedale senza documenti, soprattutto se vittima di una sparatoria.

Chissà se si sarebbe salvato, se lo augurò.

Kader incontrò Liliane Rabet che aveva finito l’intervento.

“Ce la farà?”

“Nessuno può dirlo, era conciato molto male, ma abbiamo fatto il possibile”.

“Cosa avete scoperto?”

“Si tratta di un uomo di oltre trent’anni, con un grosso problema di vista oltre alla ferita, ha l’occhio destro ormai cieco e l’occhio sinistro con una cataratta, se si riprenderà lo opereremo. Per il resto, non è un fumatore, non si droga, deve solo aver avuto qualche problema di alcolismo, e non ha segni di malattie trasmissibili per via sessuale. Se si riprenderà lo interrogheremo”.

“Io intanto devo avvisare gli agenti Doggett e Reyes di questo arrivo, mi hanno detto di segnalare tutti i ricoveri fuori norma”.

“Intanto, potreste esaminare i suoi abiti e la pallottola che abbiamo estratto”.

“Giusto”.

Kader diede un’occhiata alla pallottola e disse:

“Non ho mai visto una cosa di questo tipo, dovrei fare degli esami, ma questa è una pallottola vecchia, a prima vista, non certo più in uso. Un mistero davvero. Saprò dire di meglio presto, sentirò un’amica del laboratorio della scientifica”.

 

Alex Krycek imprecava: non aveva mai visto una tempesta di quel tipo: non c’era pioggia, solo lampi, lampi spaventosi che cadevano dal cielo accompagnati da tuoni spaventosi. Per fortuna che era quasi arrivato a casa, sperò che Penelope avesse qualcosa in casa, perché non si fidava di cercare un supermercato o un take-away per prendere qualcosa da mangiare, era come se su Parigi ci fosse in corso un bombardamento alieno. Ci sarebbero voluti Mulder e Scully.

Inoltre, il pomeriggio passato in quello strano palazzo abbandonato con quella voce l’avevano davvero inquietato. Era tutto molto strano e aveva paura, lui che non si era mai fatto scrupoli per niente e che aveva assistito comunque a fatti inspiegabili, oltre a trovarsi in mezzo a conflitti e sparatorie. Era come se su Parigi ci fosse una forza aliena inespicabile, che stava scatenando un bombardamento per qualcosa: magari era solo uno dei tanti effetti del cambiamento climatico, ma era davvero… strano.

Parcheggiò l’auto, per fortuna quasi sotto casa, e scese. Di colpo, un lampo cadde dal cielo abbagliandolo. Chiuse gli occhi e poi li riaprì, scoprendo di essere ancora vivo, aveva temuto di essere stato colpito. Poco lontano, per terra, c’era una sagoma umana, avrebbe giurato che prima non c’era. Si avvicinò.

La persona piegata a terra, tossicchiante, aveva dei lunghi e bellissimi capelli biondi… come la donna del quadro, ed era avvolta in un mantello di foggia antica.

“Tutto bene?”, disse Krycek avvicinandosi.

Lei tirò su il volto e ad Alex Krycek, lo stesso uomo che aveva assistito e partecipato a eventi paranormali e fatti criminali, si gelò il sangue nelle vene. Era LA DONNA DEL QUADRO, ridotta peggio, tossicchiante, ma era lei.

Lei lo guardò e gridò:

“André!”

 

“Che bella che è Londra!”, disse Scully a Mulder, uscendo dalla sede di Scotland Yard dove stavano partecipando ad un convegno di Criminologia.

“A me piaceva di più come era tanti anni fa, non riesco più a trovare i miei angoli preferiti, tutto cambia e non sempre in meglio. Comunque, certo, Musei e parchi sono splendidi”, rispose lui. Era bello essere insieme e vedere riconoscere il proprio lavoro, anche se a fatica e in maniera frammentaria.

Mulder aveva tenuto una conferenza sulle tecniche di profiling dei serial killer, mentre Scully aveva parlato di come riconoscere ferite ricorrenti di uno stesso soggetto, in attesa di tenere un seminario di Medicina legale. Ne avevano approfittato per prendersi qualche giorno di vacanza, progettavano di girare per il Regno Unito e magari fare anche una capatina in Bretagna.

“Per cena stasera che cosa preferisci?”, disse Mulder, “pub classico in stile vittoriano, ristorante con libreria annessa o etnico?”

“Avevamo visto quel turco che non sembrava male”, rispose Scully, tirando fuori poi lo smartphone su cui era arrivata una notifica.

“Monica Reyes ha postato una foto sul suo profilo Facebook di cosa sta succedendo a Parigi, una tempesta elettrica mai vista prima, guarda!”

Scully porse a Mulder il suo smartphone e lui sbiancò:

“Ma cosa può essere successo? Chissà come lo spiegheranno… Se non fosse che siamo impegnati qui, non sarebbe male andare a Parigi”.

“Non sono mai stata a Parigi, ma cosa può essere questo? Sembra che su Parigi si stia scatenando qualcosa di soprannaturale”.

“Dana Scully la scettica parla di soprannaturale? Sei cambiata e tanto. Ma magari c’entra solo il cambiamento climatico. Comunque, potrebbe essere l’occasione di una rimpatriata con Doggett e Reyes.”

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: elenabastet