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Autore: Steelwolf1998    12/09/2021    0 recensioni
Tre ragazzi, due mondi, una chiave.
Semplici adolescenti che vivono la vita di tutti i giorni tra i banchi di scuola, ma sarà veramente così?
Una ragazza con un retaggio particolare scoprirà il peso del mondo molto prima degli altri, un amica che la aiuterà ad andare avanti e un ragazzo che ce la matterà tutta pur di infastidirle per semplice divertimento personale.
Ma qualcosa cambierà. I segreti verranno svelati e starà a loro scoprire come andare avanti in un mondo completamente diverso da quello a cui erano abbituati.
Una storia di amore, magia ed avventura che vi coinvolgerà facendovi ridere ed innamorare, ma anche piangere.
C'e la faranno solo loro tre a cambiare le sorti di una guerra? E finalmente la smetteranno di litigare tra loro?
Una storia raccontata tra passato e presente che vi terrà incollati allo schermo.
Venite a scoprirlo con me tuffandovi in questa meravigliosa avventura.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
 
POV Alice


Il cielo era ricoperto di un velo di nuvole talmente spesso da non lasciar intravedere neanche uno spiraglio di luce. La battaglia infuriava davanti ai miei occhi, gente che cadeva esanime, sangue ovunque, armature che stridevano e spade che si scontravano. Cercavo di aiutare con i pochi poteri rimastimi, ma con scarsi risultati e intanto le lame continuavano a fendere colpi.
Ero stanca, le gambe mi tremavano, la vista mi si appannava e faticavo a respirare, stavo per cedere, lo sapevo bene, però non potevo ancora mollare. L’unico modo per salvare tutti era usare la magia proibita, ma se l’avessi usata avrei rischiavo di sparire per sempre da entrambi i mondi. Decisi di resistere ancora un po’ e vedere se la situazione in qualche modo sarebbe migliorata, quando ad un tratto sentii un imprecazioni urlata fra i denti venire da dietro di me, mi voltai e vidi Filippo in ginocchio mentre si teneva il fianco destro ricoperto da un sottile strato dell’armatura, oramai in pezzi, e la lama del suo nemico che stava per colpirlo. Non aspettai un secondo di più e alzai entrambe le mani scaraventando il nemico a terra, grazie ad una scarica di energia pura, aiutai Filippo ad alzarsi e chiusi la ferita, ancora sanguinate, sul fianco.
“Stai bene Fil?” gli chiesi preoccupata
“Sto bene Ale, tranquilla. Tu piuttosto non dovresti usare troppo la magia o finirai per sfiniti” mi disse rimettendosi in piedi e con la spada in posizione d’attacco,
“Io sto bene” mentii -non posso farlo preoccupare più di quanto già non sia- pensai mettendomi in posizione d’attacco
“E poi non posso mica scappare lasciando il mio popolo a combattere mentre io mi nascondo, solo i vigliacchi lo fanno” dissi questa frase fra i denti, stringendo i pugni dalla rabbia fino a far sbiancare le nocche. Era in momenti come quelli che mi sentivo quasi inutile, visto che i miei poteri non erano fatti per ferire le creature viventi.
“Alice ascoltami bene, ciò che importa più di tutto è che tu sia sana e salva. Se tu stai bene la terra potrà rinascere, ma se tu dovessi morire anche questo mondo morirebbe con te. Ricordatelo bene questo” mi disse lui girandosi a mezzo per guardarmi in volto e in quegli occhi vidi talmente tanta fiducia e determinazione, fu allora che compresi ciò che dovevo fare.
Dovevo usare la magia proibita, lo dovevo al mio popolo che stava combattendo per la libertà e lo dovevo a lui che credeva cecamente in me. Era rischioso lo sapevo bene, però glielo dovevo. Lo dovevo a tutti.
Mentre capii cosa dovevo fare il combattimento era ricominciato, Fil fendeva colpi e abbatteva quanti più nemici poteva, mentre io ricominciai a scagliare le sfere di energia che mano a mano stavano perdendo di luminosità e potenza, dei nemici mi si avvicinarono a tal punto da lasciarmi spazio per scacciarli con la maglia perciò aprii le ali e li scaraventai lontano.
Mi librai in volo e guardando il campo di battaglia notai che le vie cittadine erano ricoperte di corpi senza vita, di nemici si, ma anche di alleati ed amici mentre gli scontri continuavano senza dare sosta. Oramai era chiaro che non avessi più alternative, era pericoloso e maledetto però non c’era altro modo. Mi diressi verso la piazza cittadina dove vi era la fontana più antica del regno di Dalia e mentre mi avvicinavo la fontana smise di funzionare, planai verso la cima, vi era un piccolo piedistallo dove atterrai.
Mi guardai in torno notando che anche nella piazza la battaglia imperversava furiosa.
Ero lì in cima appollaiata, in preda ad una paura che non pensavo avrei mai provato. Le gambe mi tremavano, brividi di freddo mi scorrevano lungo schiena, mentre le urla di dolore e lo stridere delle lame mi annebbiavano la mente.
Chiusi gli occhi, presi un respiro profondo e cercai il coraggio che sembrava mi avesse abbandonata. Tentennai qualche istante, ma l’ennesimo grido di dolore mi fece trovare la forza necessaria per pronunciare quelle parole.
Alzando il volto verso il cielo dissi “Lux Aeterna Nox Illumina Semitam Meam Numines” in quel istante le nuvole che riempivano il cielo si aprirono in un varco e finalmente si poté vedere la luce della luna che oramai era spuntata da ore. La osservai incantata per un istante notando quanto fosse splendente e bellissima, una lacrima mi cadde piano sulla guancia mentre un sorriso aleggiava sulle mie labbra. Congiunsi le mani a preghiera e chiesi alla luna e alle stelle di vegliare sulla mia gente una volta che io non ci fossi stata più, mentre quella lacrima era diventata un vero pianto.
Per colpa della mia debolezza un sacco di famiglie erano state distrutte e per colpa della mia superbia avevo fatto scoppiare una guerra che non sembrava voler giungere al termine. Dalla luna partì una colonna di luce che mi avvolse completamente, sentivo il mio corpo andare a fuoco e man mano le energie sparirmi sempre più fino a rimanerne nulla, fù lì che persi coscienza e non sentii più nulla di ciò che mi circondava, ne suoni, ne colori, niente. Semplicemente ci fù il buio.

POV Filippo

Stavo annientando l’ennesimo soldato nemico quando vidi una colonna di luce scendere verso la piazza cittadina ed illuminare tutto quanto con una luce argentea cristallina,-non può essere, non può averlo fatto, quella stupida!- pensai mentre atterravo un altro soldato, iniziai a correre verso la piazza sperando di fermarla, o almeno rivederla per un ultima volta ancora.
-Non puoi andartene così, non adesso.- “NON PUOI LASCIARMIII” gridai mentre gli occhi bruciavano per le lacrime trattenuta a stento.
Arrivai alla piazza e la vidi, avvolta dalla luce della luna mentre piangendo le rivolgeva una preghiera silenziosa, ma non era un pianto di disperazione, no, quello era un pianto d’addio col volto verso l’altro e un lieve sorriso sulle labbra. Piano piano la colonna di luce si affievolì intorno a lei e notai che a partire dai piedi a salire stava diventando di pietra.
“Un momento ma quella non è pietra comune” dissi più a me stesso che agli altri soldati che si erano fermati affascinati da quello spettacolo.
“No non può essere. Quella è pietra lunare” dissi scioccato vedendo come il suo corpo veniva trasformato in statua mano a mano che la luce scompariva.
Corsi verso di lei provai ad allungare una mano prima che fosse troppo tardi, ma non feci in tempo.
Il suo corpo era oramai interamente ricoperto di quella pietra così luminosa quanto magnifica, la luce scomparve del tutto dalla statua, da essa ne scaturì una luce che scaraventò lontano tutti coloro che erano nemici del popolo.
Io rimasi li ad osservare la statua che fino a pochi minuti fà era la persona a me più cara, anche più della vita stessa. Mi accasciai a terra in ginocchio e piansi le lacrime che fino a quel momento avevo trattenuto, mentre tutti i soldati superstiti si affollarono in torno alla fontana in ginocchio e col capo chino a piangere la regina che aveva dato la vita per salvarli.

POV Narratori

“Aspetta un attimo” mi disse la mia migliore amica
“Cosa vuoi? Non hai visto che sto scrivendo??” gli risposi infastidita dalla sua interruzione
“Non si capisce nulla se lo pubblichi in questo modo. Devi raccontare dall'inizio”
“Ma che sei matta. È troppo lunga da raccontare sono passati anni dall’inizio di tutto” gli dissi spazientita
“Però Alice devi ammettere che Sara ha ragione. Non puoi pubblicarlo così” mi disse Filippo
“Grazie” urlo verso il cielo Sara “per una volta mi dai ragione”
“Ma voi avete capito” cercai di convincerli invano
“Solo perché noi sappiamo tutto dal principio.” Mi disse Filippo dandomi un leggero bacio sulla nuca per confortarmi “Poi noi l'abbiamo vissuto di persona quindi ancor di più ti dico che non puoi pubblicare così la storia”
“Allora sentiamo come dovrei raccontarla??” chiesi alla fine esasperata incrociando le braccia
“Lascia faccio io...” mi disse Sara tutta contenta sfregandosi le mani e spingendo la sedia su cui ero seduta facendola spostare, rubandomi il posto.

POV Sara

Iniziò tutto 6 anni fa in un giorno come gli altri, noi tre che ci annoiavano sui banchi di scuola. All'epoca andavamo ancora al liceo artistico e le nostre lezioni erano piene di divertimento e risate, tranne quelle di studio che da tradizione immemore erano le ore più lunghe e noiose. Noi tre stavamo nella stessa classe e non ci conoscevamo ancora, o meglio ci conoscevamo ma non tanto quanto adesso. Io e Alice eravamo amiche ma tra noi e Filippo c'era un confine che nessuno dei tre osava sorpassare.
Un mattina io e Alice eravamo d’avanti alla scuola in attesa che le porte si aprissero per poter entrare a riscaldarci, essendo gennaio inoltrato, e nell’attesa stavamo parlando di ragazzi e mi disse che c’era un ragazzo che le interessava e della nostra classe, ci misi un po’ prima di scoprire che era Filippo stesso. Io rimasi di stucco, tutti nella nostra scuola compresi i professori sapevano che non era un bene mettere loro due vicino o in gruppo perché se no si sfociava sicuramente in una guerra senza pari e senza fine, e fidatevi se vi dico che questa decisione era stata presa dopo uno scontro fermato poco prima che volassero anche le sedie oltre che le parole. Io non ci volli credere all’inizio e infatti scoppiai a ridere, ma Ale mi guardò talmente tanto male che smisi subito.
“Scusa ma posso sapere perché proprio lui?” chiesi cercando di capirci qualcosa “insomma tu e Filippo non vi sopportate dalla prima e sono oramai 4 anni che va avanti questa storia. Insomma all’interno della scuola vi hanno soprannominato la coppia demoniaca”
“Scusa e questa dove l’hai sentita”
“Bho, era una voce di corridoio che girava un paio di anni fa”
“A buono a sapersi. Peccato non averlo saputa prima avrei fatto in modo di usarla a mio favore” disse scoppiando a ridere contagiando anche me.
“Si può sapere come fate alle 7.30 di mattina a ridere come delle galline che starnazzano” disse una voce comparsa all’improvviso in parte a noi
“Ciao anche a te Fil.” Dissi io riconoscendo la voce di Filippo, guardai Alice di sfuggita e notai che si stava ancora asciugando le lacrime dopo la nostra risata.
“Quante volte devo dirtelo che non devi chiamarmi Fil. Solo una persona può e questa sicuramente non sei tu” mi disse assottigliando le palpebre cercando di guardarmi con fare ‘minaccioso’
“Filippo qui stavamo facendo un  discorso serio potresti per favore portare il tuo culo da un'altra parte” disse Alice adesso pienamente concentrata nella conversazione, guardando Filippo con le braccia conserte e sul viso una smorfia tra il divertito e il ‘vattene o ti spacco la faccia’.
Filippo guardò Alice dall’alto in basso per poi fare un ghigno e dire “Hey Alice quasi non ti avevo visto. Cos’è tu ti abbassi invece di alzarti come i comuni mortali?”
“Sai bene che preferisco essere bassa piuttosto che e essere un palo e picchiare la testa su tutti i lampadari” disse lei
“Attenta a te nanetta, è successo solo una volta” tentò di difendersi puntandogli un dito contro.
Intanto in torno a noi si stava affollando la gente a vedere l’ennesimo litigio di quei due,
“Non. Chiamarmi. Nanetta. E toglimi le tue manacce di dosso” Alice cambiò espressione, assottigliò le palpebre quasi da sembrare che avesse gli occhi chiusi e si fece scura in volto a tal punto che sembrava che il sole avesse smesso di brillare solo su di lei.
“Non ti sto neanche toccando vedi di non rompere troppo le palle, na-ne-tta” sillabò l’ultima parola conscio del fatto che lei odia essere chiamata così, ma non tanto perché lei era bassa, ma quanto per il fatto che a dirlo era lui.
“Alice ti prego calmati. Non penso tu voglia un altro richiamo, vero?” cercai di calmarla “su entriamo che hanno aperto” le sfiorai un braccio e vidi che mi guardò ma non cambiando espressione
“Sara…” capii che era davvero incazzata perché usò il mio nome e non uno dei soliti nomignoli “…non metterti in mezzo. Tu non c’entri in questa storia, è lui quello che se ne deve andare.” E dicendolo si rigirò verso Filippo che non aveva cambiato espressione, l’aria era intrisa di scariche elettriche sembrava di stare dentro ad un temporale.
Filippo stava alzando un braccio verso Alice ma si fermò quando la tutor della classe uscì dal portone per far entrare la gente che si era ammassata tutta li fuori a guardare il teatrino.
“Voi due entrate ed aspettatemi nel mio ufficio. ORA.” Urlò “e voi altri in classe, svelti.”
“Dopo di te, Nanetta”
“No no Prima tu. Fil” non mi era mai capitato di sentire Alice chiamarlo così era la prima volta e non fui l’unica a pensarlo a quanto pare, visto che Filippo perse il ghigno che aveva sul volto e fece una cosa che non pensavo possibile. Arrossì.

POV Narratori

“Ma questo non è l'inizio” gli dissi abbastanza arrabbiata “Molla fai fare a me”
“Scusa ma perché dovrei lasciarti il posto??? La storia stava uscendo una meraviglia” cercò di ribattere Sara ma con poco successo “E poi è questo l'inizio della nostra storia”
Alice esasperata si grattò la testa mentre Filippo ridacchiava da dietro le nostre spalle.
“Scusami un attimo, tu hai detto che per far capire alla gente tutta la storia dovremmo iniziate dall’inizio giusto?” iniziò a dire Alice
“Giusto”
“Bene, e ora dimmi, leggendo ciò che hai scritto la gente capisce come siamo arrivati da questo a questo?” disse indicando i due pezzi di storia scritti,
“Mmh… Forse hai ragione. Però scusa come facciamo a scrive dall’inizio?”
“Semplice mi basterà raccontare la mia storia partendo dal giorno che diede il via a tutto.”
Riprendendo possesso del computer Alice cominciò a scrivere partendo da quel giorno di ormai 10 anni fà.
  
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