Anime & Manga > Haikyu!!
Segui la storia  |       
Autore: GReina    19/09/2021    1 recensioni
[Miya, separati alla nascita au] [accenni sakuatsu, osasuna]
Atsumu non aveva bisogno di una famiglia. Questo era ciò che aveva continuato a ripetersi durante tutta la sua vita. Era forte, indipendente. Figlio unico da sempre e felice (forse) di esserlo.
Tutte le sue certezze crollano, tuttavia, quando improvvisamente vede il proprio volto indossato da un altro.
Genere: Commedia, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa, Osamu Miya, Rintarō Suna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Accettazione

 
Aveva un fratello gemello. Dopo aver parlato con lui la cosa era diventata innegabile persino per Atsumu. Gli era stato raccontato di sua madre e allo stesso modo lui aveva raccontato del padre ad Osamu che – si accorse solo in quel momento il biondo – aveva per tutti quei giorni dato per scontato non essere imparentato biologicamente a loro. Se lui aveva negato l’evidenza per quanto riguardava suo fratello, il castano aveva fatto lo stesso con Chojiro, ma anche lui dovette ricredersi una volta viste le foto mostratogli da Atsumu. Non sembrava essere stato facile per lui appurare di essere cresciuto tra inganni e bugie, ma non aveva più importanza; non l’aveva per nessuno dei due.
Se Osamu non aveva voluto neanche pensare all’eventualità che loro padre fosse ancora vivo per non perdere fiducia nella donna che lo aveva cresciuto, Atsumu aveva rifiutato l’evidenza pensando solo di voler preservare l’immagine che si era costruito di sua madre nella sua fantasia, ma a un tratto quelle cose erano passate in secondo piano. Addirittura, forse, erano state del tutto dimenticate.
Avevano entrambi un fratello; un fratello gemello. Si erano conosciuti e poi dimenticati. Tsumu e Samu. Ecco chi erano; chi avrebbero dovuto essere.
Parlarono e parlarono ancora. Parlarono di tutto e parlarono di niente.
Se era questo che voleva dire avere un fratello, Atsumu era felice che la sua vita fosse stata del tutto scombussolata; era felice che l’immagine idilliaca di sua madre si fosse di netto trasformata.
Quando rientrarono in palestra, l’uno di fianco all’altro e con due sorrisi identici sulle labbra, tutti gli occhi corsero su di loro, ma per una volta al biondo non interessava.
Si chinò d’istinto quando Osamu sollevò una mano per arruffargli i capelli.
“Ti stanno bene.” disse contento commentando per la prima volta quel nuovo colore. Atsumu lo spintonò con la spalla.
“Il coach ha minacciato di chiamare mio padre non appena mi ha visto!” l’uomo era stato più che comprensivo quei giorni, ed ancora lo fu quando Atsumu gli chiese ancora qualche giorno senza che lui sapesse nulla.
Si separarono per qualche secondo. Entrambi raggiunsero le proprie squadre ed annunciarono che avrebbero giocato contro quella del fratello. Dopo tanto tempo, finalmente, l’alzatore sentì di potersi godere appieno quel ritiro estivo che tanto aveva aspettato. Giocò a pallavolo e si divertì come sempre avrebbe dovuto essere. Persero e vinsero alcuni set, poi Osamu sollevò la rete e vi passò sotto obbligando alla panchina una delle loro ali laterali.
“Bella battuta, Samu!!” esclamò entusiasta il biondo ad un ennesimo punto. Sorrise al settimo cielo consapevole che mai, come allora, aveva amato tanto quello sport che già di suo venerava alla follia.
 
Quella sera, in stanza, raccontò a Suna di suo fratello. Il castano lo ascoltava rapito e – incredibilmente – del tutto dimentico del suo cellulare che trillava notifiche lì a fianco. Iniziò ad avvicinarsi sempre di più ai ragazzi dell’Inarizaki. La scuola, dopotutto, era iniziata ormai da più di tre mesi, e se prima Atsumu era convinto di non essere capace di farsi degli amici, adesso grazie a Osamu sapeva non essere così.
Si presentarono a vicenda i compagni, entusiasti di ascoltare storie sul gemello e ancor più di prenderlo scherzosamente in giro per le cose più insignificanti.
Fu a quel punto che per la prima volta Atsumu si interessò di Kiyoomi. I Miya erano seduti al tavolo insieme all’Itachiyama, ma guardandosi intorno il biondo notò mancare il loro asso.
“Sakusa non mangia con voi?” un paio di ragazzi sbuffarono una risata.
“Non mangia con nessuno!” esclamò uno di loro, poi Osamu spiegò meglio:
“Ha qualche problema con la confusione, quindi di solito afferra un vassoio con suo cugino Komori e si trovano un tavolo appartato.”
“Non rivolge la parola a nessuno se non è prettamente indispensabile.” a quelle parole Atsumu corrucciò gli occhi. Aveva parlato con lui, d’altronde. Scosse la testa subito dopo e scacciò via quel pensiero. Era ovvio che avesse parlato con lui. Era in pieno attacco di panico e Sakusa sarebbe stato un mostro a non intervenire. Tornò a sorridere spensierato, quindi, ed era pronto a tranquillizzare Osamu per quel momento di confusione quando notò che suo fratello stava guardando in alto, oltre la sua spalla. Atsumu si voltò e trovò l’oggetto dei suoi pensieri in piedi accanto a sé.
“Ora stai bene.” si rivolse proprio a lui. Il biondo strabuzzò gli occhi senza capire. Era Osamu il suo compagno di squadra, quindi perché era con lui che stava parlando? Distinguerli era facile, adesso, con i capelli biondi e la maglietta nera che stava indossando il ragazzo di Hyogo.
“S-sì.” balbettò “Tutto bene adesso.” Kiyoomi annuì. Poi, contro le aspettative di chiunque, scavalcò la panca e si sedette al suo fianco. Il silenzio scese carico intorno al tavolo, ma non durò a lungo perché subito Atsumu prese a commentare qualcuna delle splendide azioni che aveva visto compiere all’asso.
“Ti va di schiacciare qualche mia alzata?” gli chiese eccitato. Sakusa sorrise.
“Solo se mi batti sui punti di servizio.” Atsumu ghignò.
“È una scommessa.”
 
 
 
Ebbene sì, suo fratello era fenomenale. Era un ottimo alzatore, certo. Forse persino il migliore dell’edificio nonostante fosse ancora al primo anno. Ma la cosa più strabiliate fu vederlo interagire così normalmente con Sakusa.
“Esattamente, rispiegami com’è possibile che tu riesca così bene a parlare con Sakusa e nel frattempo essere pessimo a farti piacere da chiunque altro.”
Erano sette giorni ormai che i gemelli non mollavano un attimo l’uno il fianco dell’altro, così Osamu poteva star certo di potergli rinfacciare la sua scarsa popolarità senza con questo rattristarlo o ferirlo. Atsumu, a mo’ di risposta, si limitò ad arrossire.
“Giochiamo di nuovo insieme, oggi?” gli chiese poi, invece di rispondere davvero. Osamu alzò gli occhi al cielo per quel cambio così drastico d’argomento, ma non insistette oltre.
“Il coach mi uccide se cambio squadra un’altra volta.” deluse le sue aspettative. Ci pensò un attimo, poi aggiunse: “Potrei dire alla mamma che devo fermarmi per la notte e giocare con quelli che restano fino a tardi insieme a te.” il viso di Atsumu si illuminò.
“E lei te lo lascerà fare?” il ragazzo di Tokyo scrollò le spalle.
“Immagino di sì.”
Fu comporre il numero della donna, quindi, la cosa successiva che fece. A quella vista Atsumu si mise sulla difensiva facendo qualche passo indietro. Avevano passato sette giorni insieme senza che nessuno dei due avesse mai provato a toccare l’argomento genitori. Atsumu, d’altronde, si rifiutava persino – a quanto pareva – di sentire la sua voce, quindi Osamu si allontanò.
Le spiegò che ad alcuni ragazzi era stato proposto di fermarsi per la notte e che lui voleva davvero, davvero tanto fermarsi per la notte, ed al suo consenso Osamu sorrise mostrando il pollice in alto a suo fratello. Chiuse la chiamata e si separarono per raggiungere le rispettive squadre con la promessa di rivedersi quella sera.
 
Giocare come ala esterna dell’Inarizaki gli piaceva. Lui e suo fratello formavano una coppia formidabile, tanto che – sebbene in quei pochi mesi si fosse affezionato all’Itachiyama – per poco non rimpianse di non essere cresciuto a Hyogo. I ragazzi erano tutti eccezionali. Li conosceva già di nome da qualche giorno, ma quella sera – specialmente a cena – capì di adorare ognuno di loro.
“Atsumu russa.” gli disse a un certo punto Suna una volta raggiunta la stanza che lo avrebbe ospitato.
“Non è vero!” esclamò il biondo.
“E parla nel sonno.”
“Non ascoltarlo.” incrociò le braccia al petto.
“E poi sgancia certe bombe che-”
“Te lo stai inventando, Sunarin!!” lo interruppe l’alzatore. Il centrale rise e finì di raccogliere le proprie cose.
“In ogni caso non mi mancherà affatto stare qui!” disse. Fece per lasciare la stanza, ma prima che potesse farlo mise una mano sulla spalla di Osamu “Prenditi cura di lui, eh?” lo disse piano, in tono privato, ma Atsumu lo sentì ugualmente. Il ragazzo di Tokyo vide i suoi occhi castani brillare di felicità e commozione, poi annuì a Rintaro che subito dopo andò via.
“È più simpatico quando ti insulta.” affermò Miya buttandosi sul suo nuovo letto. Atsumu lo raggiunse solo per mettergli una mano in faccia e spingerlo all’indietro.
“Siete fatti l’uno per l’altro.” scherzò alzando gli occhi al cielo, al che Osamu ghignò.
“Con quel culo… potrei farci un pensierino.” il biondo si bloccò ed arrossendo spalancò gli occhi.
“Non dici sul serio!” l’altro rise.
“Perché è un ragazzo?”
“Perché è Sunarin!” Osamu strinse gli occhi.
“Ma ci vedi?” il biondo gli si sedette accanto.
“Io ti aiuto con lui se tu mi aiuti con Sakusa.” il castano rise di gusto.
“Non hai speranze!”
“Vale la pena provare!!”
Passarono il resto della serata ad insultarsi a vicenda, ridendo e di tanto in tanto lanciando a tradimento qualche cuscino. Osamu non poteva certo dire di conoscerlo, eppure Atsumu gli sembrava adesso una persona completamente diversa dal primo giorno del ritiro. Era più sicuro, estroverso, e di riflesso felice. L’ultima cosa che il castano voleva era di rovinare quell’atmosfera, eppure i giorni passavano e – presto o tardi – l’argomento tabù sarebbe dovuto saltare fuori.
Ne parlarono pochi giorni più avanti: era tempo di dire di loro ai genitori.
 

 
Sbloccare il cellulare ed aprire la chat che aveva con suo padre fu più difficile di quanto Atsumu non avesse creduto. Stare con Osamu, avere un fratello, riuscire a parlare grazie a lui con l’intera squadra dell’Inarizaki come fossero amici… tutto quello era troppo bello ed Atsumu non voleva che finisse. Scrivere a suo padre gli sembrava come impostare la sveglia nonostante stesse vivendo il sogno più bello di tutta la sua vita. Non sarebbe stato facile tornare alla realtà, ma mancavano meno di due settimane alla fine del ritiro estivo, ormai, e se non avessero affrontato la cosa sarebbe stato peggio.
Aprì la chat, dunque, e scrisse una semplice frase che sapeva tuttavia a priori sarebbe stata presa dall’uomo poco seriamente:
            “Mi raggiungi a Tokyo domani per pranzare insieme?”
Come previsto, suo padre rispose ridendo. Atsumu non la prese come un’offesa. Abitavano insieme da quindici anni, ormai, ed il ragazzo aveva imparato sin dalle elementari che per fare una cosa così semplice come pranzare insieme occorreva un preavviso di almeno una settimana, forse persino di più. Figurarsi, poi, se i due si trovavano in città così distanti l’una dall’altra come erano Hyogo e Tokyo. Così Atsumu scrisse una seconda, semplice frase:
            “Ho conosciuto Osamu.”
Attese in ansia la reazione di Chojiro. Questi ci mise di più a rispondere; molto di più, ma non c’era da stupirsi. Attese, ed infine ebbe la sua risposta:
            “Prenderò l’aereo delle 12.00 AM. Dimmi dove vederci.”
Quando il biondo sollevò lo sguardo per comunicare la cosa a suo fratello, anche Osamu aveva avuto la sua risposta.
“Alle 14.00 al Gyopao Gyoza Roppongi, quindi.”
 
Il resto della mattinata trascorse lentamente e saturo d’ansia: sulle spalle di entrambi, adesso, il conto alla rovescia dei minuti che li separavano dal conoscere il genitore che li aveva abbandonati.
Entrambi avvertirono i rispettivi compagni e coach: Osamu avrebbe dormito ancora una volta al campo, poi insieme avrebbero preso la navetta che li avrebbe portati in città. I genitori – neanche a dirlo – avevano approvato.
“C’è ancora una cosa che devo fare prima di domani.” disse Osamu ad Atsumu ad un certo punto di quella sera. “Mi aiuti?”
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: GReina