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Autore: lili90love    01/09/2009    0 recensioni
Questa fanfiction non ha nulla a che vedere con Twilight tranne i personaggi: un mix di fantasy, romantico e azione vi prego di leggerla
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo Bella  si dovette svegliare presto,suo malgrado. La notte era passata fortunatamente senza incubi,la prima da quattro anni. La ragazza avrebbe voluto che tutte le notti della sua vita fossero state così. Sì,se la voleva godere quella notte. Perciò,quando una domestica venne a svegliarla,Bella non la prese tanto bene.”Se solo avessero saputo come mi sono sentita felice stanotte, non mi avrebbero certo svegliata.”

Fece per alzarsi,ma la domestica la intimò di restare a letto. All’inizio lei rimase un po’ perplessa,poi capì quando un cameriere le portò il vassoio della colazione.”Mi trattano come una regina…”pensò. In cuor suo,gioiva per tutte queste attenzioni. Non si era mai sentita così importante. Appena terminata la colazione,Bella scelse il vestito migliore per il suo primo giorno di scuola. Durante la notte,evidentemente,i domestici avevano riempito l’armadio di abiti.
Erano tutti molto carini,e la ragazza non seppe decidere subito quale fosse il più adatto. Infine ne trovò uno che le stava proprio a pennello:una maglietta attillata,color acquamarina,un poco scollata,che le arrivava fino all’ombelico e un paio di jeans chiari a vita bassa.
Mise una cintura blu puffo  e ai piedi calzò un paio di all star dello stesso colore della maglietta. Era veramente pronta. Si sentiva proprio a suo agio in quegli abiti,che mettevano in risalto le forme del suo corpo snello. Ad un tratto ricominciò a sentirsi osservata,come la sera prima. Il suo cuore si riempì d’inquietudine. Fece per guardare fuori dalla finestra,ma si stupì quando constatò che non c’era nessuno.
” Basta,sono troppo paranoica,è solo un frutto della mia fervida fantasia”,cercò di convincersi Bella. Ma neanche le sue stesse parole riuscivano ad infonderle coraggio. Tutto in quella casa era così insolito,a partire dagli angeli con le sembianze sue e di sua madre che sovrastavano l’ingresso. Sicuramente non erano messe lì a caso. Dovevano avere un significato preciso. Ma quale? Era questo il problema.
Era incredibile la quantità,poi,dei quadri raffiguranti creature demoniache e celestiali. Sembrava che la villa nascondesse un grande segreto,ai limiti della realtà. Che stava raggiungendo il suo culmine con tutte quelle sensazioni di essere spiata. Il nome di “castello degli angeli” era davvero appropriato. Bella  si stupì della quantità di pensieri che stavano uscendo dalla sua testa. Quando ritornò con i piedi per terra,si ricordò:
”Accidenti,la scuola! Me ne ero dimenticata.”Corse in fretta e furia verso il salone,dove aveva lasciato la cartella preparata il giorno prima. Se la mise in spalla e si diresse verso il grande portone dell’ingresso. La aprì e davanti si ritrovò le statue che le affollavano i pensieri,una parte importante di quell’aura di soprannaturale che circondava la magione. Bella rimase per un po’ incantata a guardare la statua con le sue fattezze,che la raffigurava come un angelo guerriera. “Perché guerriera?”si chiese lei,”Io non sono mai stata una guerriera. Mi sono sempre rassegnata a tutto. Alla morte dei miei genitori,alla consapevolezza di essere sola come un cane,alla mia vita solitaria e per certi versi anche maledetta. Io non sono una guerriera. Non lo sarò mai.
”Il clacson di una macchina la riportò alla realtà. Udì la voce di un domestico che la chiamava:”Signorina,vogliate salire!” Bella si voltò bruscamente e rimase abbagliata.
“Esme mi aveva parlato di una macchina,ma non immaginavo questo genere di macchina!”pensò. Davanti a lei c’era la luminosa carrozzeria di una limousine d’epoca. Un macchinone lungo quasi quanto l’intero isolato,cromato d’oro:insomma,un’autentica meraviglia. Se questo serve per portarmi a scuola,pensò Bella,figuriamoci come è quello per le feste mondane! Si affrettò a salire sul sedile posteriore,foderato di pelle. Il viaggio per la scuola si rivelò più lungo del previsto. Per vincere la noia,la ragazza incominciò a fantasticare sulla nuova scuola.
 “Chissà come sarà questa nuova scuola! Probabilmente,vista la magnificenza delle ville qua attorno,non sarà certo una baracca. O forse no? Una volta la mamma mi portò a Newcastle,avevo sette,otto anni. Mi ricordo che c’era un quartiere pieno di negozi che esponevano capi di marca,ville anche di personaggi famosi,palazzi antichi. Ma la scuola del quartiere era una misera casupola che stava andando in rovina. C’era una sola classe,poiché le famiglie della zona erano quasi tutte molto ricche e mandavano i loro figli,anche piccoli,a studiare all’estero. Come se non bastasse,pure le autorità del quartiere non finanziavano quella piccola scuola. Non se ne fregavano. Preferivano aprire nuovi negozi,piuttosto che pensare all’indispensabile. Chissà se qua la situazione è uguale.” Il pensiero corse subito alle sciccherie della sua nuova casa,molte delle quali non erano molto utili.
Ma all’improvviso l’auto si fermò. Bella era arrivata a scuola. E che scuola! Sembrava un grattacielo. La sua struttura si stagliava verso l’alto,dando un’impressione di potenza assoluta.
La scuola “J. F. Kennedy” dava più l’impressione di un centro di potere. Altro che la casupola di Newcastle! Bella scese dalla limousine,senza staccare gli occhi dalla cima del “grattacielo”. Si accorse,però,che le ragazze,al suo passaggio,incominciavano a vociferare. Inizialmente la ragazza pensò che fosse per il fatto di essere nuova del posto,oppure per i suoi vestiti. Poi notò che appena la vedevano,le sue future compagne di banco indicavano con fare concitato il macchinone parcheggiato ancora davanti al piazzale della  scuola. Allora Bella capì che,nonostante le ville fantasmagoriche presenti nel quartiere,nessuna di loro aveva mai visto una limousine di quel genere. Provò anche un po’ d’orgoglio nel sapere che era la più ricca della zona. Poi però pensò che la sua vita era stata molto peggiore delle loro. “
Loro non hanno visto morire i loro genitori. Loro non hanno patito la solitudine. Sarò anche più ricca di loro,ma non sono altrettanto felice.
” E intanto,ad ogni suo passo,Bella sentiva un commento di quelle ragazze a cui si sarebbe dovuta abituare. Cogliendo un discorso,comprese pure che,anche se il tempo che aveva passato con loro era stato molto poco,le avevano già trovato un soprannome:la Duchessa. Bella rimase un po’ stizzita. Per esperienza sapeva che i soprannomi che ti danno,non sono mai gentili,e,quando una persona se li sente appioppare da un’altra persona,non ci saranno mai buoni rapporti tra di loro. Perciò la ragazza si girò,per vedere chi fosse quella sfacciata che,senza neanche conoscerla,le aveva dato un soprannome poco gratificante. Vide una ragazza,apparentemente della sua età,alta,magra,dai capelli biondi ,con sfumature rosse e dagli occhi blu scuro,che parlava con sussiego alle sue tirapiedi –perché quelle ragazze accanto a lei,lo erano di certo-indicandola senza alcun ritegno.
Bella passò avanti a loro per non sentire i loro commenti vomitevoli.
“Ma in che scuola sono capitata? Se quelle lì saranno mie compagne di classe,potrei anche decidere di ritrasferirmi. E se sono tutte così? Oh,non so se resisterò più di un minuto! Almeno,i miei vecchi compagni provarono prima a conoscermi,per poi decidere che non ero proprio il tipo da amicizie. Invece,questi qua non aspettano neanche di salutarti per esprimere un loro giudizio. Almeno fossero gentili,questi giudizi! Ma, ad ogni tuo comportamento un po’ strano,ti elencano come malata di mente. Li odio di già.” Una ragazzina dai capelli neri a caschetto sbarazzini ,evidentemente strabiliata dalla performance della limousine di Bella –“Ma che idea è stata quella di portarmi a scuola in limousine? Non potevo andare normalmente,come qualsiasi studente qua presente? Mi sto già attirando antipatie,e ora anche questa ragazza,che sicuramente vuole fare il cagnolino da compagnia!”-,le chiese,girandole intorno:

- Ciau, mi chiamo Alice...Posso essere tua amica? Dai,dimmi di sì io ho visto diventeremo grandi amiche e poi…

Bella la interruppe bruscamente:

-Ascolta,ragazzina,fila e non farti più vedere! Non voglio avere delle amicizie,soprattutto quando le tue “amiche” si rassegnano a ogni tua decisione e ti fanno da tirapiede !

La ragazzetta petulante se ne andò via di corsa,come un cane bastonato,sull’orlo delle lacrime.              

Bella si accorse che era stata troppo dura con lei,e le aveva detto delle cose spiacevoli. Si girò indietro per scusarsi,ma cambiò bruscamente idea. Si convinse di aver fatto la cosa giusta. Riprese la sua strada verso la classe,senza ragazze viscide e aspiranti tirapiedi,ma venne interrotta da una voce:

-Ehi,ragazza,se ti presenti così,non avrai amiche per tutta la durata del liceo. La prima impressione è una cosa importante,non lo sapevi? Ora,alza i tacchi,signorinella,e scusati con quella povera ragazzina!

Bella si voltò indietro per ribattere “Ma chi ti credi di essere?”,quando si bloccò di colpo,con la bocca semiaperta. Davanti a lei stava un ragazzo. Ma non sembrava un ragazzo qualsiasi. Aveva un viso,che sembrava scolpito dagli angeli. Aveva i lineamenti delicati,senza imperfezione alcuna,incorniciati da una massa di capelli color rame e impreziositi dai suoi occhi verdi ,tendenti al azzurro. A Bella parve un angelo caduto in terra. Ma al tempo stesso aveva un’aria misteriosa,come se su di lui gravasse una maledizione. La ragazza pensò:”Ancora tutti questi misteri! Non può essere solo un’immaginazione. Tra un po’ scoprirò che, in questa zona,i diavoli escono dall’inferno e si reincarnano nelle persone!

Poi chiese,con rinnovata spavalderia:

-Chi sei tu?

-Questo non posso dirtelo.

-Come no! Devi essere un agente segreto,per non poter rivelare il tuo nome!

-Ah,intendevi il mio nome.

-Certo,stupido,cosa credevi?  

-Dovevi porre la domanda in un modo più preciso. Il nome è soltanto cosa sei. Per chi sei,invece,si intende come siamo dentro,chi siamo,appunto. Tu,chiedendomi chi sono,mi hai chiesto di rivelarti tutti i miei segreti più profondi,tutto quello che neppure i miei genitori sanno. E scommetto che neanche tu,Miss Non Ho Bisogno Di Amiche,vorresti che ti frugassero nella mente,per esempio nella volta in cui sei svenuta sul palcoscenico,oppure che hai provato un dolore così insopportabile,che sei stata costretta a fuggire per dimenticarlo. Perciò la domanda giusta è:cosa sei?

Bella  rimase un po’ perplessa da quel discorso:”Questo qua è tutto matto! La differenza tra chi sei e cosa sei! Soltanto un altro malato di mente potrebbe ragionare con lui! Un attimo,però… Come faceva a sapere che in quarta,durante la recita scolastica,mi sentii male e sveni? E come faceva a sapere che sono venuta qua a New York per dimenticare la morte dei miei genitori? Questo ragazzo nasconde qualcosa,o forse semplicemente le notizie a New York circolano in fretta. Meglio comunque tenerselo buono.” Così Bella riprese il discorso:

D’accordo,allora,cosa sei?

-Che interesse hai a saperlo? Tanto,non mi risulta che tu abbia la necessità di fare amicizie. O sbaglio?

A questa risposta Bella montò su tutte le furie:

-Senti,bello,innanzitutto non ho veramente bisogno di amici,e poi,anche se volessi fare amicizie,non le stringerei con te che fai tutti questi discorsi strambi,che non stanno né in cielo né in terra,per poi arrivare a che cosa? Non ho interesse a sapere il tuo nome! Sai cosa ti dico? Sei un pazzo sfrenato,ecco cosa sei. O meglio,visti i tuoi discorsi strampalati,dovrei dire chi sei! D’altronde,pazzi si è dentro,mica fuori?

Allora il ragazzo misterioso non trattenne la rabbia:

-Bene,ora utilizzi anche le mie parole contro di me! Sei solo una piccola impertinente,dovevo capirlo fin dal primo momento in cui ti ho vista! Io ho da dirti una cosa:sei davvero inadatta per il compito che ti è stato assegnato dal Supremo! Se continui così,la nostra Terra sarà completamente distrutta,e il nostro popolo si estinguerà! Lo capisci sì o no? Non mi aspettavo che la reincarnazione di Colei Il Cui Nome E’ Sacro si comportasse così da egoista. Evidentemente il Supremo si sbagliava sul tuo conto,quando ti affidò il tuo prezioso incarico. Ad un Angelo Nero,poi! Con quanti Angeli Bianchi ci sono nella Rosa della Vita,molto più meritevoli di te! Non sei adatta al tuo compito,lasciatelo dire.

Bekka si confuse ancor più di prima:

-Supremo? Angelo Nero? Rosa della Vita? Cosa significherebbe?

Ma il ragazzo mostrò un’espressione stupefatta,e se ne andò,così come era apparso,lasciando la ragazza in un mare di indecisione:”Stava delirando o cosa? Chi è il Supremo? Quale compito mi ha assegnato? Perché il destino del nostro pianeta dipenderebbe da me? Chi è Colei Il Cui Nome E’ Sacro? Chi sono gli Angeli Neri e gli Angeli Bianchi? Cosa è la Rosa della Vita? Il mistero si infittisce,Bella.
Certo,questa specie di gerarchia potrebbe riferirsi ai quadri di casa mia. E,ora che ci penso,sul portone della villa c’è una rosa. Questo disegno si ripete molte volte:sul mio letto,sotto la cornice del quadro che raffigura la nostra famiglia,e persino in cucina. Questo sconosciuto sa più cose di me di quanto non ne sappia io stessa. Come Esme. Non vedo l’ora che venga a trovarmi. Mi deve un bel po’ di spiegazioni.
Troppi misteri in una sola volta. Impossibile che quel ragazzo non sapesse cosa diceva. Troppo convincente. E,se riguarda me,Esme  saprà sicuramente che cosa è questo compito che mi sarebbe stato affidato. Mi ricordo quando mi disse di un fantomatico fratello.
Quando le risposi che non avevo fratelli,era molto sorpresa. Certo,se avessi davvero un fratello,starei certamente meglio. Avrei anche solo una persona che mi legherebbe ancora alla mia famiglia,e non tutto sarebbe perduto. Ma cosa vado pensando,non ho un fratello,e non lo avrò mai. Comunque,anche lo sconosciuto sembrava visibilmente stupefatto quando ho chiesto spiegazioni.
 Anche lui si aspettava che io sapessi questo. Forse la verità su tutta la mia breve esistenza. Certo,però,quel maleducato poteva degnarsi di sbrogliare la situazione!”

La campanella suonò e Bella si avviò verso la sua nuova classe.

  
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