Il giorno dopo Bella si dovette svegliare
presto,suo malgrado. La
notte era passata fortunatamente senza incubi,la prima da quattro anni.
La
ragazza avrebbe voluto che tutte le notti della sua vita fossero state
così.
Sì,se la voleva godere quella notte. Perciò,quando una
domestica venne a
svegliarla,Bella non la prese tanto bene.”Se solo avessero saputo come
mi sono
sentita felice stanotte, non mi avrebbero certo svegliata.”
Fece
per alzarsi,ma la domestica la intimò di restare a
letto. All’inizio lei rimase un po’ perplessa,poi capì quando un
cameriere le
portò il vassoio della colazione.”Mi trattano come una
regina…”pensò. In cuor
suo,gioiva per tutte queste attenzioni. Non si era mai sentita
così importante.
Appena terminata la colazione,Bella scelse il vestito migliore per il
suo primo
giorno di scuola. Durante la notte,evidentemente,i domestici avevano
riempito
l’armadio di abiti.
Erano tutti molto carini,e la ragazza non seppe decidere
subito quale fosse il più adatto. Infine ne trovò uno che
le stava proprio a
pennello:una maglietta attillata,color acquamarina,un poco scollata,che
le
arrivava fino all’ombelico e un paio di jeans chiari a vita bassa.
Mise una
cintura blu puffo e ai piedi calzò
un
paio di all star dello stesso colore della maglietta. Era veramente
pronta. Si
sentiva proprio a suo agio in quegli abiti,che mettevano in risalto le
forme
del suo corpo snello. Ad un tratto ricominciò a sentirsi
osservata,come la sera
prima. Il suo cuore si riempì d’inquietudine. Fece per guardare
fuori dalla
finestra,ma si stupì quando constatò che non c’era
nessuno.
” Basta,sono troppo
paranoica,è solo un frutto della mia fervida
fantasia”,cercò di convincersi Bella.
Ma neanche le sue stesse parole riuscivano ad infonderle coraggio.
Tutto in
quella casa era così insolito,a partire dagli angeli con le
sembianze sue e di
sua madre che sovrastavano l’ingresso. Sicuramente non erano messe
lì a caso.
Dovevano avere un significato preciso. Ma quale? Era questo il
problema.
Era
incredibile la quantità,poi,dei quadri raffiguranti creature
demoniache e
celestiali. Sembrava che la villa nascondesse un grande segreto,ai
limiti della
realtà. Che stava raggiungendo il suo culmine con tutte quelle
sensazioni di
essere spiata. Il nome di “castello degli angeli” era davvero
appropriato.
Bella si stupì della
quantità di
pensieri che stavano uscendo dalla sua testa. Quando ritornò con
i piedi per
terra,si ricordò:
”Accidenti,la scuola! Me ne ero dimenticata.”Corse in fretta e
furia verso il salone,dove aveva lasciato la cartella preparata il
giorno
prima. Se la mise in spalla e si diresse verso il grande portone
dell’ingresso.
La aprì e davanti si ritrovò le statue che le affollavano
i pensieri,una parte
importante di quell’aura di soprannaturale che circondava la magione.
Bella
rimase per un po’ incantata a guardare la statua con le sue
fattezze,che la
raffigurava come un angelo guerriera. “Perché guerriera?”si
chiese lei,”Io non
sono mai stata una guerriera. Mi sono sempre rassegnata a tutto. Alla
morte dei
miei genitori,alla consapevolezza di essere sola come un cane,alla mia
vita
solitaria e per certi versi anche maledetta. Io non sono una guerriera.
Non lo
sarò mai.
”Il clacson di una macchina la riportò alla realtà.
Udì la voce di un
domestico che la chiamava:”Signorina,vogliate salire!” Bella si
voltò
bruscamente e rimase abbagliata.
“Esme mi aveva parlato di una macchina,ma non
immaginavo questo genere di macchina!”pensò. Davanti a lei c’era
la luminosa
carrozzeria di una limousine d’epoca. Un macchinone lungo quasi quanto
l’intero
isolato,cromato d’oro:insomma,un’autentica meraviglia. Se questo serve
per
portarmi a scuola,pensò Bella,figuriamoci come è quello
per le feste mondane!
Si affrettò a salire sul sedile posteriore,foderato di pelle. Il
viaggio per la
scuola si rivelò più lungo del previsto. Per vincere la
noia,la ragazza
incominciò a fantasticare sulla nuova scuola.
“Chissà come sarà questa nuova
scuola! Probabilmente,vista la magnificenza delle ville qua attorno,non
sarà
certo una baracca. O forse no? Una volta la mamma mi portò a
Newcastle,avevo
sette,otto anni. Mi ricordo che c’era un quartiere pieno di negozi che
esponevano capi di marca,ville anche di personaggi famosi,palazzi
antichi. Ma
la scuola del quartiere era una misera casupola che stava andando in
rovina.
C’era una sola classe,poiché le famiglie della zona erano quasi
tutte molto ricche
e mandavano i loro figli,anche piccoli,a studiare all’estero. Come se
non
bastasse,pure le autorità del quartiere non finanziavano quella
piccola scuola.
Non se ne fregavano. Preferivano aprire nuovi negozi,piuttosto che
pensare
all’indispensabile. Chissà se qua la situazione è
uguale.” Il pensiero corse
subito alle sciccherie della sua nuova casa,molte delle quali non erano
molto
utili.
Ma all’improvviso l’auto si fermò. Bella era arrivata a scuola.
E che
scuola! Sembrava un grattacielo. La sua struttura si stagliava verso
l’alto,dando un’impressione di potenza assoluta.
La scuola “J. F. Kennedy” dava
più l’impressione di un centro di potere. Altro che la casupola
di Newcastle! Bella
scese dalla limousine,senza staccare gli occhi dalla cima del
“grattacielo”. Si
accorse,però,che le ragazze,al suo passaggio,incominciavano a
vociferare.
Inizialmente la ragazza pensò che fosse per il fatto di essere
nuova del
posto,oppure per i suoi vestiti. Poi notò che appena la
vedevano,le sue future
compagne di banco indicavano con fare concitato il macchinone
parcheggiato
ancora davanti al piazzale della scuola.
Allora Bella capì che,nonostante le ville fantasmagoriche
presenti nel
quartiere,nessuna di loro aveva mai visto una limousine di quel genere.
Provò
anche un po’ d’orgoglio nel sapere che era la più ricca della
zona. Poi però
pensò che la sua vita era stata molto peggiore delle loro. “
Loro non hanno
visto morire i loro genitori. Loro non hanno patito la solitudine.
Sarò anche
più ricca di loro,ma non sono altrettanto felice.
” E intanto,ad ogni suo
passo,Bella sentiva un commento di quelle ragazze a cui si sarebbe
dovuta
abituare. Cogliendo un discorso,comprese pure che,anche se il tempo che
aveva
passato con loro era stato molto poco,le avevano già trovato un
soprannome:
Bella passò
avanti a loro per non sentire i loro commenti vomitevoli.
“Ma in che scuola
sono capitata? Se quelle lì saranno mie compagne di
classe,potrei anche
decidere di ritrasferirmi. E se sono tutte così? Oh,non so se
resisterò più di
un minuto! Almeno,i miei vecchi compagni provarono prima a
conoscermi,per poi
decidere che non ero proprio il tipo da amicizie. Invece,questi qua non
aspettano neanche di salutarti per esprimere un loro giudizio. Almeno
fossero
gentili,questi giudizi! Ma, ad ogni tuo comportamento un po’ strano,ti
elencano
come malata di mente. Li odio di già.” Una ragazzina dai capelli
neri a
caschetto sbarazzini ,evidentemente strabiliata dalla performance della
limousine
di Bella –“Ma che idea è stata quella di portarmi a scuola in
limousine? Non
potevo andare normalmente,come qualsiasi studente qua presente? Mi sto
già
attirando antipatie,e ora anche questa ragazza,che sicuramente vuole
fare il
cagnolino da compagnia!”-,le chiese,girandole intorno:
-
Ciau, mi chiamo Alice...Posso essere tua amica? Dai,dimmi di sì
io ho visto diventeremo grandi amiche e poi…
Bella
la interruppe bruscamente:
-Ascolta,ragazzina,fila
e non farti più vedere! Non voglio
avere delle amicizie,soprattutto quando le tue “amiche” si rassegnano a
ogni
tua decisione e ti fanno da tirapiede !
La
ragazzetta petulante se ne andò via di corsa,come un cane
bastonato,sull’orlo delle lacrime.
Bella
si accorse che era stata troppo dura con lei,e le
aveva detto delle cose spiacevoli. Si girò indietro per
scusarsi,ma cambiò
bruscamente idea. Si convinse di aver fatto la cosa giusta. Riprese la
sua
strada verso la classe,senza ragazze viscide e aspiranti tirapiedi,ma
venne
interrotta da una voce:
-Ehi,ragazza,se
ti presenti così,non avrai amiche per tutta
la durata del liceo. La prima impressione è una cosa
importante,non lo sapevi?
Ora,alza i tacchi,signorinella,e scusati con quella povera ragazzina!
Bella
si voltò indietro per ribattere “Ma chi ti credi di
essere?”,quando si bloccò di colpo,con la bocca semiaperta.
Davanti a lei stava
un ragazzo. Ma non sembrava un ragazzo qualsiasi. Aveva un viso,che
sembrava
scolpito dagli angeli. Aveva i lineamenti delicati,senza imperfezione
alcuna,incorniciati da una massa di capelli color rame e impreziositi
dai suoi
occhi verdi ,tendenti al azzurro. A Bella parve un angelo caduto in
terra. Ma
al tempo stesso aveva un’aria misteriosa,come se su di lui gravasse una
maledizione. La ragazza pensò:”Ancora tutti questi misteri! Non
può essere solo
un’immaginazione. Tra un po’ scoprirò che, in questa zona,i
diavoli escono
dall’inferno e si reincarnano nelle persone!
Poi
chiese,con rinnovata spavalderia:
-Chi
sei tu?
-Questo
non posso dirtelo.
-Come
no! Devi essere un agente segreto,per non poter
rivelare il tuo nome!
-Ah,intendevi
il mio nome.
-Certo,stupido,cosa
credevi?
-Dovevi
porre la domanda in un modo più preciso. Il nome è
soltanto cosa sei. Per chi sei,invece,si intende come siamo dentro,chi
siamo,appunto. Tu,chiedendomi chi sono,mi hai chiesto di rivelarti
tutti i miei
segreti più profondi,tutto quello che neppure i miei genitori
sanno. E
scommetto che neanche tu,Miss Non Ho Bisogno Di Amiche,vorresti che ti
frugassero nella mente,per esempio nella volta in cui sei svenuta sul
palcoscenico,oppure che hai provato un dolore così
insopportabile,che sei stata
costretta a fuggire per dimenticarlo. Perciò la domanda giusta
è:cosa sei?
Bella
rimase un po’
perplessa da quel discorso:”Questo qua è tutto matto! La
differenza tra chi sei
e cosa sei! Soltanto un altro malato di mente potrebbe ragionare con
lui! Un
attimo,però… Come faceva a sapere che in quarta,durante la
recita scolastica,mi
sentii male e sveni? E come faceva a sapere che sono venuta qua a New
York per
dimenticare la morte dei miei genitori? Questo ragazzo nasconde
qualcosa,o
forse semplicemente le notizie a New York circolano in fretta. Meglio
comunque
tenerselo buono.” Così Bella riprese il discorso:
D’accordo,allora,cosa
sei?
-Che
interesse hai a saperlo? Tanto,non mi risulta che tu
abbia la necessità di fare amicizie. O sbaglio?
A
questa risposta Bella montò su tutte le furie:
-Senti,bello,innanzitutto
non ho veramente bisogno di
amici,e poi,anche se volessi fare amicizie,non le stringerei con te che
fai
tutti questi discorsi strambi,che non stanno né in cielo
né in terra,per poi
arrivare a che cosa? Non ho interesse a sapere il tuo nome! Sai cosa ti
dico?
Sei un pazzo sfrenato,ecco cosa sei. O meglio,visti i tuoi discorsi
strampalati,dovrei dire chi sei! D’altronde,pazzi si è
dentro,mica fuori?
Allora
il ragazzo misterioso non trattenne la rabbia:
-Bene,ora
utilizzi anche le mie parole contro di me! Sei
solo una piccola impertinente,dovevo capirlo fin dal primo momento in
cui ti ho
vista! Io ho da dirti una cosa:sei davvero inadatta per il compito che
ti è
stato assegnato dal Supremo! Se continui così,la nostra Terra
sarà
completamente distrutta,e il nostro popolo si estinguerà! Lo
capisci sì o no?
Non mi aspettavo che la reincarnazione di Colei Il Cui Nome E’ Sacro si
comportasse
così da egoista. Evidentemente il Supremo si sbagliava sul tuo
conto,quando ti
affidò il tuo prezioso incarico. Ad un Angelo Nero,poi! Con
quanti Angeli
Bianchi ci sono nella Rosa della Vita,molto più meritevoli di
te! Non sei
adatta al tuo compito,lasciatelo dire.
Bekka
si confuse ancor più di prima:
-Supremo?
Angelo Nero? Rosa della Vita? Cosa
significherebbe?
Ma
il ragazzo mostrò un’espressione stupefatta,e se ne
andò,così come era apparso,lasciando la ragazza in un
mare di
indecisione:”Stava delirando o cosa? Chi è il Supremo? Quale
compito mi ha
assegnato? Perché il destino del nostro pianeta dipenderebbe da
me? Chi è Colei
Il Cui Nome E’ Sacro? Chi sono gli Angeli Neri e gli Angeli Bianchi?
Cosa è
Certo,questa specie di gerarchia potrebbe riferirsi ai
quadri di casa mia. E,ora che ci penso,sul portone della villa
c’è una rosa.
Questo disegno si ripete molte volte:sul mio letto,sotto la cornice del
quadro
che raffigura la nostra famiglia,e persino in cucina. Questo
sconosciuto sa più
cose di me di quanto non ne sappia io stessa. Come Esme. Non vedo l’ora
che
venga a trovarmi. Mi deve un bel po’ di spiegazioni.
Troppi misteri in una sola
volta. Impossibile che quel ragazzo non sapesse cosa diceva. Troppo
convincente. E,se riguarda me,Esme saprà
sicuramente che cosa è questo compito che mi sarebbe stato
affidato. Mi ricordo
quando mi disse di un fantomatico fratello.
Quando le risposi che non avevo
fratelli,era molto sorpresa. Certo,se avessi davvero un fratello,starei
certamente meglio. Avrei anche solo una persona che mi legherebbe
ancora alla
mia famiglia,e non tutto sarebbe perduto. Ma cosa vado pensando,non ho
un
fratello,e non lo avrò mai. Comunque,anche lo sconosciuto
sembrava visibilmente
stupefatto quando ho chiesto spiegazioni.
Anche lui si aspettava che io sapessi
questo. Forse la verità su tutta la mia breve esistenza.
Certo,però,quel
maleducato poteva degnarsi di sbrogliare la situazione!”
La
campanella suonò e Bella si avviò verso la sua nuova
classe.