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Autore: Selhin    29/09/2021    0 recensioni
Claire Farron è rinata nel nuovo mondo e alcune cose sono cambiate. Ha una vita completamente nuova ed ha la possibilità di rimediare agli sbagli commessi in quella precedente. E' una seconda occasione per lei ma sente che manca qualcosa. C'erano delle persone che considerava una famiglia prima, riuscirà a ritrovarle?
" It’s a new world. A world of hope. And it’s waiting for you… to be born again."
[ Post LR e principalmente HopexLightning ]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Hope, Lightning
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rebirth

Lost

* Capitolo 4 *

 

 

 

 

 

When prayers turn into promises,
not even fate can stand in their way.

We held the light of hope in our hearts
and achieved the impossible.

 

 

 

 

 

 

  Claire avvolse una ciocca di capelli attorno all’indice iniziando a giocherellarci, era un’abitudine che aveva sempre avuto sin da bambina quando era nervosa o si sentiva a disagio, crescendo era riuscita a controllarla, cancellarla. Però adesso che era di nuovo una giovane di sedici anni quella caratteristica si era rifatta viva e lei semplicemente aveva smesso di tenerla a bada. Alzò lo sguardo azzurro incrociando quello di sua sorella mentre ascoltava la discussione in atto nel gruppo di amici. Si erano riuniti nel loro ‘posto segreto’, anche se di segreto non aveva niente visto che si trattava semplicemente di una zona poco utilizzata nel parco vicino alla scuola, lo stesso dove incontrarono Noel tanti anni prima. Serah sedeva comodamente sulle lunghe gambe di Snow, le braccia di lui avvolte attorno alla sua vita sottile, e anche lei era rimasta in silenzio ad ascoltare lanciandole delle occhiate curiose di tanto in tanto. Noel se ne stava rannicchiato su una ringhiera mezza arrugginita, Maqui e Yuj appoggiati lì accanto mentre Gadot, che si era rivelato addirittura più silenzioso di Claire stessa, ascoltava con attenzione annuendo spesso. Lebreau si dondolava sull’altalena accanto a quella di Claire, che invece era rimasta immobile, producendo un forte cigolio metallico di accompagnamento alla discussione in corso.

  “ Direi che a questo punto è ovvio che sia la sorella la chiave di tutto. ” Snow le lanciò uno sguardo carico di aspettative, forse voleva che dicesse qualcosa alla sua affermazione ma lei si limitò ad abbassare lo sguardo nuovamente sul suo passatempo.

Noel annuì solidale mentre Maqui rispondeva. “ Su questo siamo tutti concorde. ”

Da quando l’omone biondo si era riunito al gruppo, otto mesi prima, sembrava che fosse scattato qualcosa in tutti loro, il team NORA era tornato al completo e più attivo che mai. Volevano a tutti i costi capire cosa fosse successo ed era soprattutto Snow che desiderava scoprire perché avessero i ricordi completamente incasinati e perché non si fossero svegliati tutti insieme. O, ancora più importante, chi erano gli altri componenti mancanti e dove si trovassero.

Non le piaceva, non voleva essere lei la chiave. Pensava, lo pensavano tutti inizialmente, che anche Serah potesse avere quella sorta di potere ma alla fine era stato abbastanza chiaro che funzionava solo con lei. Era stata Claire ad avere avuto quei sogni che alla fine si erano rivelati come ricordi veri e propri della sua vita precedente, momenti probabilmente importanti collegati sempre alla persona che avrebbe finito per incontrare, ed era lei ad aver sempre innescato la scintilla – avevano deciso infine di chiamarla così dopotutto in loro. Per quanto non lo volesse, alla fine dei conti sembrava essere davvero lei.

  “ Ma come mai proprio Claire? ” domandò Lebreau lanciando un po' di polvere con i piedi mentre cercava di darsi uno slancio maggiore.

Snow alzò le spalle. “ Forse è una cosa da Salvatrice. ”

Salvatrice.

Claire sospirò, non le piaceva proprio avere nuovamente una qualche specie di ruolo principale, pensava di essere finalmente libera, di poter vivere la sua dannata vita in pace. Però potevano aver ragione, qualsiasi cosa fosse sembrava interconnessa con lei e forse dipendeva proprio dal fatto che era stata lei, alla fine del mondo, a salvare le loro anime. Forse aveva ancora qualche potere nascosto da qualche parte dentro di sé. Provò a chiudere gli occhi e a concentrarsi sul suo corpo e sulla sua mente, alla ricerca di qualsiasi cosa potesse anche solo sembrarle un frammento di energia magica, ma non c’era niente.

  “ Però non c’è magia in questo mondo. ” disse finalmente Serah entrando nella conversazione in punta di piedi, la sua voce dolce echeggiò attraverso gli alberi e li lasciò tutti per qualche istante in silenzio, pensierosi.

“ Di questo non ne siamo totalmente sicuri, potrebbe esserci della magia in una forma molto lieve e che noi non conosciamo. ”

Di nuovo calò il silenzio mentre ognuno traeva le proprie conclusioni poi, di nuovo, Snow si rivolse direttamente a lei. “ Tu cosa ne pensi sis? ”

Aveva ripreso a chiamarla di nuovo sorella dato che non riusciva ad abituarsi ad utilizzare il suo vero nome e siccome quello vecchio, se possibile, la irritava ancora di più, alla fine aveva deciso di dargliela vinta. Lightning è morta. Non era più quella persona, non esisteva più e non ne aveva più bisogno, adesso poteva essere se stessa. Claire alzò di nuovo lo sguardo su di loro, tutti la fissavano in attesa di un qualche saggio verdetto. La verità era che lei capiva ancor meno quella situazione di quanto potessero comprenderla loro.

Si morse il labbro inferiore nervosamente. “ Potreste aver ragione ma la realtà è che non ne ho davvero idea. ”

Poté quasi tastare la delusione nelle loro espressioni, sopratutto in quella di Snow. “ Ma cosa pensi che dovremmo fare da adesso in poi? ”

Lei alzò le spalle e scosse la testa mentre smetteva finalmente di tormentare la ciocca di capelli e si alzava andando al centro del gruppo. Alla fine, sembrava avere ancora lei la leadership. “ Fino ad ora non abbiamo fatto niente e, uno dopo l’altro, ci siamo ritrovati. Io credo che, in qualche modo, siamo destinati a ritrovarci tutti. Anche gli altri. ”

  “ Quindi proponi di cercarli… non cercandoli? ” azzardò Lebreau che nel frattempo si era finalmente fermata, il viso arrossato e gli occhi nocciola piantati nei suoi.

“ Esattamente. ”

Tutti sospirarono, non sembrava la risposta che si aspettavano, o perlomeno che volevano sentire.

Noel s’intromise timidamente ma con una forte determinazione nello sguardo. “ Come fai ad esserne sicura? Voglio dire, stare qui fermi ad aspettare non è molto da… noi. ”

Claire sorrise appena abbassando lo sguardo sulle sue scarpe di tela sporche di terriccio. Chiuse gli occhi e lasciò per un attimo che la sua mente, il suo cuore, si estraniasse vagando lontano. Una piacevole sensazione di calore la avvolse.

Saremo insieme.

  “ Lo so e basta. ” disse infine inspirando il profumo fresco degli alberi mentre il sole tramontava. “ La cosa migliore che possiamo fare è vivere le nostre vite ed aspettare. Li troveremo, sono sicura di questo. Prima o poi saremo insieme. Tutti. ”

E nessuno trovò nulla da obbiettare alla sua dichiarazione, emanava una tale aura di sicurezza e fiducia così profonda che non ricordavano di averle mai visto. Avrebbero atteso, non potevano fare a meno di fidarsi del suo sguardo determinato.

 

 

 

 

*.*.*.*.*

 

 

  “ Laggiù. ”

Lightning affilò lo sguardo al di là del precipizio sotto di lei, un vasto torrente leggermente in pendenza largo almeno venticinque piedi si frapponeva fra loro e la destinazione. Non era il fiume a preoccuparla quanto i numerosi Ceratoraptor e Orobon che lo popolavano e, proprio sulla riva dall’altra parte, lo Zirnitra che sorvolava la zona sopra un gruppo di Gorgonops dall’aria per nulla amichevole. Decisamente troppi nemici per il loro gruppo se avessero deciso di attaccarli tutti insieme, oltre alla difficoltà di dover attraversare un torrente in piena e combattere immersi fino alla vita o in equilibrio su rocce scivolose.

Scosse la testa mentre faceva attenzione a rimanere bassa, le enormi piante bioluminescenti che la nascondevano alla vista. “ Dobbiamo fare il giro. ”

La sua compagna, che era andata con lei in esplorazione, non sembrava del suo stesso avviso e la osservò sconcertata. “ Fare il giro? Sunshine ti rendi conto che questo allungherebbe la strada di almeno una giornata di cammino vero? ”

Sospirò, ormai aveva del tutto rinunciato all’idea di convincerla a smettere di chiamarla così. “ Sono troppo numerosi Fang e noi siamo troppo provati per affrontarli e troppo visibili per passare inosservati. ”

Avevano camminato ininterrottamente per tutta la giornata mangiando poco e combattendo tanto, adesso era ormai pieno pomeriggio e non potevano permettersi di lanciarsi in qualche missione suicida senza senso. Ma la sua amica non demordeva, quando voleva sapeva essere testarda almeno quanto lei.

  “ Non abbiamo il lusso di fare il giro panoramico e goderci il viaggio. Non so se te ne sei accorta ma siamo quasi allo scadere del tempo Sunshine! ”

Lightning le restituì lo sguardo perplessa, aveva già avuto dissapori e scontri con lei ma questo le sembrava più esagerato del solito, era lei il soldato addestrato dopotutto. “ Fang, non gioverà a nessuno se ci facciamo ammazzare per aver voluto risparmiare un giorno di viaggio. ”

L’altra non rispose subito, sembrava riflettere per un momento sulle sue parole, poi esplose in tutta la sua furia. “ Hai esaminato il tuo marchio di recente? Perché io controllo quello di Vanille spesso e peggiora ogni ora che passa! ”

  “ Fang… ” riprovò cercando di calmarla, non sarebbe riuscita a smuoverla dalla sua convinzione in nessun modo. Nonostante tutto era lei la leader, avrebbe preso le decisioni che riteneva più opportune, con o senza il suo consenso. “ Non sto dicendo che dobbiam- ”

  “ Non abbiamo più tempo dannazione! ” la interruppe con ancora più enfasi di prima, gli occhi chiari infuocati di determinazione. “ Attraverseremo quel fiume in un modo o nell’altro, ti ci trascinerò se devo… per la dea Lightning, se non vuoi rischiare per Vanille o per te stessa pensa almeno a tua sorella. Pensa ad Ho- ”

 

Claire aprì gli occhi di scatto mentre il pullman sobbalzava per un buco nell’asfalto. Si sentiva il respiro affannato e la mente confusa. Cosa diamine ho appena ricordato questa volta? E chi?

Sospirando voltò il viso verso il finestrino, i campi coltivati scorrevano veloci al suo fianco e dopo un minuto iniziò a calmarsi, respiro dopo respiro. Un altro scossone la riportò alla realtà e guardò alla sua sinistra dove la sua migliore amica se ne stava intenta a controllare i social network in cerca probabilmente di nuovi gossip a cui lei non sarebbe mai stata interessata. Dopotutto erano molto diverse eppure, in un modo bizzarro, era l’unica persona che non facesse parte della sua famiglia che riusciva a starle vicino, l’unica che ci avesse provato per davvero. Rika Lennet aveva la sua stessa età, lunghissimi capelli scuri lisci come seta ed enormi occhioni dorati da cerbiatta sotto folte ciglia scure imbevute di mascara. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare a prima vista di lei, non era affatto una persona superficiale, era divertente e anche piuttosto intelligente, tanto da avere sempre ottimi voti in tutte le materie, un bel sorriso contagioso e un fisico snello ma minuto. Rika era così, praticamente perfetta come la descrivevano a scuola, a parte un unico importantissimo problema. Era la migliore amica di Claire Farron.

Non che Claire non fosse popolare a modo suo, il suo essere fredda e distaccata con quel pizzico di sarcasmo sempre pronto le aveva donato quell’aria cool che affascinava indubbiamente, ma tutti erano fin troppo spaventati dal suo sguardo e finivano per tenersi alla larga da lei. Se Claire era un ghiacciolo apparentemente privo di emozioni, Rika era la sua controparte calda e sorridente. In questo assomigliava moltissimo a Serah.

Ma c’era di più.

Perché Claire aveva già conosciuto Rika in un’altra vita, tantissimi secoli prima, ma con lei la scintilla non era scattata. Claire si era domandata spesso la ragione dietro a quel mistero ma non sapeva ancora darsi una risposta eppure, nonostante quella mancanza, Rika le si era avvicinata lo stesso probabilmente incuriosita o attratta da lei in qualche modo. E, sebbene molto diverse per aspetto e per carattere e con praticamente niente in comune, riuscivano ad andare d’accordo in un modo tutto loro.

Claire sbirciò da sopra la spalla della sua amica curiosa di scoprire cosa la interessasse così tanto fino a che, la suddetta, non si voltò sorpresa. “ Ah ti sei svegliata! ”

Annuì, gli occhi ancora impastati per colpa del pisolino. Stavano andando con il circolo di atletica, al quale lei e Serah l’avevano persuasa ad iscriversi ad inizio anno scolastico, ad una gara amichevole con un’altra scuola a circa tre ore di viaggio dalla loro città. Claire non aveva mai avuto la voglia di partecipare a quel genere di cose ma alla fine si era fatta convincere per l’atletica leggera, l’unica cosa per la quale si sentiva davvero portata e che le interessava abbastanza per impegnarla almeno due pomeriggi a settimana. La sua resistenza e velocità erano state notate subito dall’allenatore che l’aveva inserita nella squadra come titolare, Rika era finita per farle da riserva ma diceva di essere contenta perché così poteva passare i pomeriggi a spettegolare con le altre ragazze e poi aveva tantissimi scoop per lei.

Roteò gli occhi per poi richiuderli appoggiandosi alla spalla della sua amica. “ Tra quanto arriveremo? ”

Erano partiti presto e lei solitamente era una persona piuttosto mattiniera, ma ultimamente non riusciva a prendere sonno facilmente la notte e finiva per fissare il soffitto per ore preda ai mille pensieri. “ Siamo a metà strada, puoi riposarti ancora un pochino se vuoi. ”

La voce di Rika era dolce ma sottile, assomigliava allo squittio di un animaletto del sottobosco ed era stranamente rilassante. Claire annuì piano e, senza accorgersene, si ritrovò nuovamente addormentata.

 

 

*.*.*.*.*

 

 

  Non si era più mossa dalla sua posizione da quando erano rientrate quasi un’ora prima. Fang aveva preso la sua lancia e si era allontanata dal gruppo seguita da uno Snow esitante, vista l’emanazione di furia che fuoriusciva da ogni parte del suo corpo, mentre Lightning si era arrampicata sopra un cumulo di massi e aveva iniziato a sistemare la sua arma chiusa in un silenzio tagliente.

Vanille la guardò dubbiosa per l’ennesima volta, aveva fatto appena in tempo a tornare dal cercare provviste per notare il disaccordo in atto fra le due donne. Sorrise quasi divertita al comportamento di Lightning. Ogni volta che era infuriata per qualcosa – anche se la maggior parte delle volte la colpa era da attribuire al povero Snow – si trovava un posto sopraelevato e lontano da tutti e puliva il suo gunblade, come se quel gesto riuscisse in qualche modo a riequilibrare la sua salute mentale. In quei momenti le ricordava terribilmente una gattina selvatica e permalosa che soffiava e rizzava il pelo innervosita. Fang invece prediligeva andare a caccia e ben sapeva che era meglio non starle vicino in quei momenti, un po' aveva compassione del povero Snow.

Mise da parte i frutti che aveva raccolto nel bosco e decise di avvicinarsi alla giovane donna con cautela, proprio come faceva con i chocobo a Oerba che erano abituati a vivere liberi per le terre selvagge di Pulse.

Lightning però era un soldato addestrato e poteva riconoscere dei passi in avvicinamento da metri di distanza, soprattutto se quel movimento era saltellante e allegro com’era caratteristica della ragazza pulsiana. Vanille esitò un istante poi trovò un punto che le sembrava comodo, per quanto delle rocce potessero esserlo, e le si sedette accanto. Nessuna delle due parlò, Lightning continuava a passare un panno sopra il metallo della lama del suo gunblade, la ragazza notò che era stato lucidato talmente tanto da potercisi praticamente specchiare. Poi un pensiero improvviso la paralizzò realizzando che questa era la prima vera conversazione che stava cercando di avere da sola con lei, fido ad ora aveva sempre cercato di evitarla. Si sentiva troppo in colpa per Serah e aveva paura che Lightning potesse urlarle contro quanto la detestasse per quello che aveva fatto a sua sorella. Dopotutto come avrebbe potuto biasimarla, era tutta colpa sua.

La soldatessa con la coda dell’occhio notò l’espressione improvvisamente triste comparsa sul volto della ragazza seguita da una serie di lenti sospiri e si chiese se fosse semplicemente troppo dispiaciuta di averla vista litigare con Fang. Non era stata sua intenzione ma quella donna sapeva essere dannatamente testarda.

Poi, in un attimo, Vanille tornò quella di sempre. Sembrava essersi accorta del suo sguardo.

  “ Non essere arrabbiata con Fang, è solo preoccupata. ” disse alla fine voltandosi a guardarla. Lightning le restituì lo sguardo puntando i suoi occhi azzurri in quelli di lei. C’era tutta l’intensità della flora di Gran Pulse in quello sguardo verde.

Sospirò. “ Lo so. ”

Vanille le sorrise notando quanto, in effetti, assomigliasse a Serah. Lightning poteva sembrare fredda e dal cuore di ghiaccio ma aveva visto anche moltissima gentilezza in lei, tutta la sua figura autoritaria in realtà era una maschera ben costruita per tenere tutti alla larga. Come chiunque aveva paura di rimanere ferita dagli altri e questa era solo la sua tecnica difensiva, la ragazza poteva solo immaginare il dolore dentro al cuore della giovane donna seduta accanto a lei, fortunatamente quel viaggio sembrava star facendo qualche cambiamento anche nel suo atteggiamento. Era diventata più dolce, più affabile in un certo senso e, anche se manteneva comunque il suo comportamento riservato, Vanille lo aveva notato. Snow le aveva fatto un riassunto su cosa fosse accaduto mentre erano stati separati proprio perché questo cambiamento di Lightning l’aveva incuriosita, adesso partecipava più spesso alle loro conversazioni e anche in battaglia non sembrava più volersi lanciare da sola in avanti come una furia, faceva affidamento sul loro supporto.

C’era qualcosa di diverso nei suoi occhi da quando si erano riuniti tutti sulla Palamecia, ora non più freddi e distanti benché ancora intimidatori, e si chiedeva cosa, o chi, potesse aver indotto quel cambiamento.

  “ Ma… ha ragione. ” aggiunse la soldatessa mentre Vanille era persa nella sua contemplazione. “ Non possiamo perdere altro tempo. Non appena sarà di ritorno attraverseremo quel fiume, te la senti? ”

Vanille le sorrise felice ed istintivamente l’abbracciò mentre la donna rimaneva un po' rigida nella sua stretta. Dopo qualche momento di esitazione allungò una mano e le diede qualche pacca sulla spalla muovendo leggermente le dita fredde sulla sua pelle, probabilmente troppo imbarazzata per rispondere apertamente. Ma la ragazza la strinse più forte per un momento prima di allontanarsi, il viso leggermente arrossato per il turbamento. Sorrise ancora.

Assomigliava veramente ad una gattina selvatica.

 

 

*.*.*.*.*

 

 

  “ … Sunshine?! Sei davvero tu? ”

Claire emise un gemito di dolore massaggiandosi la base della schiena che aveva colpito il terriccio umido durante la caduta. Era arrivata a destinazione in questa scuola sconosciuta e, assieme alle sue compagne, stava riscaldando i muscoli in vista dell’amichevole facendo qualche giro di corsa attorno al campo. L’aria era fredda e il cielo minacciava pioggia da un momento all’altro, anzi, a giudicare dal fango sulle sue gambe in quel momento, poteva dire con assoluta certezza che fosse già accaduto prima del loro arrivo. Da dopo quel sonnellino durante il viaggio si era sentita per tutto il tempo stranamente agitata, quasi nervosa a dire il vero. Non poteva dire se fosse stato per lo strano sogno di cui una volta sveglia non aveva grande memoria oppure dalla certezza che, quel giorno, avrebbe incontrato qualcuno del vecchio mondo. Qualcuno d’importante credeva.

Come potesse esserne così sicura ogni volta rimaneva ancora un mistero.

Così, quando una sconosciuta per sbaglio le si era scontrata addosso facendola cadere in terra, non rimase troppo sorpresa della scintilla elettrica che le aveva intorpidito le membra e annebbiato la vista in quel momento. Alzò lo sguardo al suono di quel soprannome che non udiva da tempo ed incontrò un paio di occhi d’un verde così chiaro che riflettevano come uno specchio il cielo grigio sopra le loro teste. Un sorriso divertito si formò sul volto della ragazza con la pelle abbronzata mentre allungava una mano per aiutarla a tirarsi in piedi. Claire inconsciamente fissò lo sguardo sul neo sotto l’occhio destro, portava i capelli corvini raccolti in una coda di cavallo spettinata e sembrava ne venisse anche lei da una corsa durata parecchio. Probabilmente era nella squadra avversaria.

La sua stretta era forte e sicura e le immagini di come l’avesse aiutata in quello stesso modo durante le loro battaglie insieme nell’altra vita le invasero la mente. “ Fang… ”

Non ci furono né abbracci né lacrime, non era nel loro carattere dopotutto e comunque non ce ne fu il tempo. La stretta di Fang aumentò sulla sua mano quando spalancò gli occhi colta da una consapevolezza improvvisa. Non disse niente prima di trascinarla con sé in una corsa quasi disperata ma Claire, in qualche modo, capì ugualmente.

Attraversarono tutto il campo in pochissimo tempo e faticò a starle dietro, dopotutto Fang era sempre stata più forte e resistente di lei, anche se non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce naturalmente. Il cuore che batteva all’impazzata e i polmoni imploravano più aria di quanto potesse sopportare, le gambe le tremavano indolenzite quando finalmente giunsero a destinazione accanto agli spalti dalla parte opposta rispetto a dove si era sistemata la sua squadra. Un gruppo di ragazze di età diverse, alcune anche più giovani di lei, in pantaloncini e canottiera rossa e gialla si stava esercitando in una coreografia a tempo di musica con annessi incitamenti vari.

Fang non si curò d’interromperle e si avvicinò ad una di loro in particolare lasciando andare finalmente il polso di Claire. Il tempo sembrò fermarsi non appena la strinse in un abbraccio, il viso affondato nei suoi capelli rossi dalle sfumature ramate, le mani avvolte attorno alle sue esili spalle. Era più giovane e accanto a Fang sembrava ancora più minuta di quanto Claire ricordasse e dava l'impressione di essere confusa da quel gesto improvviso.

Poi i suoi occhi verdi incontrarono quelli azzurri di Claire oltre le spalle di Fang e anche Vanille ricordò.

 

 

..::~*.*.*~::..

 

 

  Sei un debole, debole e misero uomo.

Le tue palpebre si sono fatte pesanti e ti sei concesso un momento di pausa dai tuoi studi, hai chiuso gli occhi solo per un momento. Un momento durato un’eternità. Sprofondi in un’oscurità densa, quasi palpabile, manca l’aria e ti senti soffocare come se fossi immerso in acque profonde. Il gelo penetra nella tua pelle, attraverso la carne fin dentro alle ossa. Non riesci a distinguere niente nel buio, nemmeno uno spiraglio di luce illumina le ombre che ti avvolgono. Non sei nemmeno sicuro di avere gli occhi aperti.

Qualcosa ti sfiora il polso sinistro, una sensazione fredda e liscia, fa pulsare il sangue nelle tue vene e il battito cardiaco aumenta in preda al panico. Vuoi solo tornare a respirare, emergere dal buio, lasciarti avvolgere dalla luce calda del sole. In un battito di ciglia ti senti afferrare per le caviglie e anche l’altra mano è intrappolata, non puoi muoverti, non puoi scappare. Ma dove vorresti andare?

Non c’è nessun posto per te, nessuno può aiutarti.

Provi a gridare ma ti riscopri privo di alcuna voce, non esce nemmeno un sibilo strozzato dalla tua gola secca. Vorresti dimenarti ma non puoi, una strana forza ti trattiene e non riesci a muoverti, inizia a trascinarti verso il basso, sempre più in profondità. Ma non sei sicuro della tua posizione, forse stai fluttuando ed è il tuo salvatore che ti porta in superficie.

All’improvviso c’è uno scoppio di luce bianca e scintillante, così radiosa da ferire i tuoi occhi sotto le palpebre chiuse. La pelle inizia a bruciare dove la forza ti stra trattenendo, fa male e inizi veramente a temere per la tua vita. Ma tu, sei vivo?

No, forse sei morto.

E’ questo che succede dunque?

Spinto da una forza di volontà che non credevi di possedere lentamente apri gli occhi, la luce candida ti circonda ed è accecante come il sole stesso ma in qualche modo riesci a vedere che sei trattenuto da corde fatte di pura energia dorata.

Catene.

Non ha senso, dovresti avvertire calore sulla pelle se quella luce che ti avvolge è il sole eppure continui ad percepire solo un freddo gelido. Provi a muoverti ma le funi sembrano rispondere stringendo ancora di più, ti lacerano la pelle facendo scorrere il sangue lungo le mani e oltre, nel vuoto.

L’unica cosa che puoi fare è piangere, lasciandoti andare alla disperazione lacrime calde scivolano sulle guance mentre provi pena per te stesso, sei solo un debole. Tutta la tua vita è stata un miserabile fallimento tanto quanto lo sei tu e ti meriti di morire così, spaventato, solo.

Solo.

No, non sei solo, puoi avvertirlo in qualche modo. C’è una presenza accanto a te, ti circonda e ti sta guardando, ti giudica, deride la tua fragilità. Vorresti darti un contegno, essere coraggioso come lei ti ha insegnato così tanti secoli fa, ma non ci riesci. Sei stanco, esausto, vuoi solo che tutto finisca al più presto. Lasciarti prendere e fare di quel che rimane di te c che vuole, qualsiasi sia il suo fine.

Qualcuno ride in lontananza, una brezza piacevole agita i tuoi capelli argentati, assomiglia al tocco di tua madre.

Tua madre è morta.

Tuo padre è morto. Tutti i tuoi amici sono morti, ti hanno abbandonato e ti hanno lasciato indietro.

Lei è morta.

La voce entra nella tua testa all’improvviso, con violenza s’insinua in ogni angolo della tua mente e crolla ogni tua certezza. Dita gelide come spettri artigliano dentro di te, all’interno del tuo corpo, stringono il cuore e i polmoni, i muscoli, congelano il sangue, avvolgono i tuoi pensieri e i tuoi ricordi.

Brucia. Dolore. Rimpianto. Non sai più come ti chiami, non conosci più i volti delle persone che ami, non distingui più alcuna voce nella memoria. Non sei più nessuno.

Sei vuoto.

Sei suo.







Note : Mi dispiace per il ritardo nella pubblicazione, vale lo stesso discorso del capitolo precedente. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, come sempre ogni segno di passaggio è ben gradito. Per qualsiasi domanda, curiosità, dubbio o errore scrivetemi pure, risponderò :)
Buon proseguimento, ci si legge alla prossima!
Selhin

 

   
 
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