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Autore: Lovy91    01/09/2009    2 recensioni
Jake e Karie White sono due gemeli di sedici anni. Un freddo pomeriggio di gennaio vengono narcotizzati e si svegliano con un tatuaggio sulla schiena. In breve scoprono di essere stati assoldati dalla congrega dei protettori con a capo Sebastiani Sunders, il cui unico scopo è quello di uccidere i demoni ed impedire la morte degli umani. Gli esseri malvagi sono comandati da Aric, l'alchimista.
Per i due fratelli inizia un'avventura fatta di sangue, malvagità e amore e con la consapevolezza che la vita non tornerà più come prima...
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco un altro capitolo! Spero possa piacervi, fatemi sapere XD!  

 3. La verità

Tornarono a casa alle sei, dopo essere stati fuori per ore. Ore di silenzio senza risposte, sapevano solo che ora qualcuno gli aveva realmente fatto qualcosa, solo che non sapevano cosa. Per fortuna, nessuno dei due genitori erano ancora a casa quindi Karie poté sedersi sul suo letto e cominciare a piangere disperata. Jake tentò di consolarla ma anche lui era parecchio giù. Quella storia li rendeva troppo confusi: sentivano di doversi destreggiare con qualcosa di sconosciuto e terribile. Il sole calò oltre i grattacieli della città, lasciando il posto alla luna piena e argentata, insieme alle stelle brillanti nel cielo blu intenso.
Jake strinse una mano della sorella. << Andrà tutto bene, Karie. Te lo prometto >>.
<< Come puoi promettere qualcosa se non sai nemmeno cosa sia? >>.
<< Non fare la difficile >> pregò e Karie mostrò un sorrisino stentato che rincuorò il fratello. Si alzò dal letto, facendo qualche passo per la stanza e asciugandosi gli occhi. Si guardò allo specchio e si passò una mano tra i lunghi capelli biondi.
<< Jake, cosa credevi che intendesse quel Sebastian con “dono”? >>.
<< Non lo so. E non voglio saperlo >> rispose, alzandosi a sua volta e guardando allo specchio il viso stanco.
Karie lo guardò negli occhi identici ai suoi. << Io sì >>.
Jake sgranò gli occhi. << Dici sul serio? >>.
<< Ormai la cosa è iniziata e tanto vale conoscerla fino in fondo, no? >>.
<< Sei pazza. Ma, d'altronde, l'ho sempre saputo >> disse, prendendola in giro, dandole una gomitata e lei rise, ritrovando un po' di armonia in quella confusione nera.
<< Allora lo sei anche tu! Siamo gemelli, ricordi? >>.
Jake rise e l'abbracciò. Quei piccoli battibecchi scherzosi c'erano sempre stati da quanto erano nati. Ed ora che erano diventati grandi, si divertivano a prendersi in giro ancora come una volta.
<< Dobbiamo nascondere il tatuaggio ai nostri genitori >> gli ricordò Karie. << O ci uccidono sul serio >>.
<< Per ora non corriamo pericoli, siamo in inverno. Ma poi sarà un vero problema >> disse il fratello, sospirando.
<< Non è poi così brutto >> ammise, guardandosi la schiena coperta allo specchio come se potesse vederlo attraverso il tessuto.
Jake ridacchiò ironico. << Se non fosse che non sappiamo come ci sia finito >>.
<< Quel Sebastian ha detto chiaramente che è stato qualcuno a farcelo >>.
<< Ma perché? >>.
Karie divenne pensierosa. << Sai, ora che sappiamo nome e cognome, potremo fare qualche ricerca di quel tizio. Andiamo al portatile nella stanza dello studio >>.
I due fratelli corsero in una piccola stanza che il padre aveva adibito a studio, per quando era costretto a lavorare a casa con tutti i suoi lunghi calcoli. Jake accese il portatile e inserì la password di protezione, andarono su Google e digitarono il nome di Sebastian Sullivan. Aspettarono i pochi secondi di attesa e la pagina si aprì, mostrando i risultati, il suo nome spiccava in nero in un sito di annunci mortuari.  Si guardarono per una frazione di secondi e Jake cliccò sul sito. Si aprì quasi subito e mostrava diverse foto di persone morte, con date di nascita e del decesso.
La foto con il viso dell'uomo che avevano incontrato poche ore fa spiccava in mezzo alle altre. Con lo sguardo fuori dalla orbite, cercarono i dettagli su quella foto. Era proprio lui e risultava dichiarato morto proprio due mesi prima. Era sparito sette anni fa e per la legge, si viene dichiarati morti. Non c'era nessun messaggio affettuoso, nessun elogio. Dava l'idea di una persona sola.
<< Com'è possibile? Abbiamo incontrato un fantasma? >> si chiese Jake, spegnendo il PC.
<< O forse è stato dichiarato morto, ma è ancora vivo >> suggerì Karie, sedendosi sul divano dello studio, con le mani sulle ginocchia.
Jake le sedette accanto. << E dov'è stato per tutti questi anni? Non ha trovato le sigarette e la sta ancora cercando? >>.
<< Che vecchia >> lo prese in giro Karie, scuotendo la testa.
<< Scherzi a parte >> continuò il fratello, << cosa può voler dire? >>.
<< Finiremo anche noi scomparsi? >> chiese con timore Karie, portandosi le mani alla bocca.
<< Non lo so >> non le mentì il gemello, stringendo i pugni. << Odio vivere nell'incertezza! >>.
Troppe domande e poche risposte. Sebastian aveva risposto a qualcuna, ma ne aveva posto molte altre. Ed ora che sapevano molto più su di lui, si chiedevano cosa aspettasse a dirgli veramente cosa volesse da loro. Senza contare tutte quelle cose che sapeva sul loro conto. Non solo dati anagrafici o di famiglia, ma addirittura sapeva da quando Karie fosse fidanzata e che Jake non amava le storie serie. Sapeva troppo e si domandavano perché fosse tanto interessato ai due.
I genitori tornarono in quel momento insieme e li sentirono ridere. Si stamparono in faccia un bel sorriso di circostanza e gli andarono incontro, cercando di apparire tranquilli. Solite domande sulla scuola e gli allenamenti, su cui mentirono alla grande.
<< Karie ti ho comprato una maglia nuova, andiamo a provarla >> disse la madre distrattamente, mentre trafficava nelle buste della spesa.
Jake guardò Karie e scosse la testa. << No... ehm... posso provarla da sola >>.
La madre alzò la testa dalla busta della spesa. << E da quando? >>.
<< Così >> balbettò Karie, prendendo la busta con la maglia e andandosene in camera. Jake sospirò sollevato e il padre gli batté una mano sulla spalla.
<< Tutto a posto, figliolo? Ti vedo teso >> notò, battendogli ancora la mano sulla spalla.
<< Si, sto bene >> mentì, girando la testa a destra e sinistra per sciogliere la tensione.
Apparire come tutti i giorni non risultò mai così difficile per i due fratelli White. Karie tentò di essere convincente anche con Josh, sperando che ci credesse. Al telefono rise, cercando di fargli sentire quanto fosse tranquilla. Ma, non appena chiuse la comunicazione, tornò a essere turbata e preoccupata. I compiti sembravano non finire mai, ma almeno li aiutarono a tenere la mente occupata per un paio di ore. Alla fine andarono a dormire, sperando di riuscire a non pensare e a entrare nel mondo dei sogni, dove di solito tutto andava bene.
Verso le tre, Karie uscì dal bagno e camminò per il corridoio per tornarsene in camera ma si bloccò nel buio. Non aveva mai avuto paura del buio, nemmeno da bambina, Jake fino ai sei anni era rimasto terrorizzato, invece. Prese un bel respiro e ricominciò a camminare, pensando di esserselo immaginato. Ma quando abbassò la maniglia per entrare nella sua stanza, cacciò un urlo che rimbombò per tutto l'appartamento. Immediatamente, i genitori e Jake uscirono fuori dalle stanze. Quest'ultimo, ancora più preoccupato. Karie era accasciata sul pavimento e fissava il soffitto.
<< Karie! Cos'è successo? >> domandò a raffica il padre, nel suo pigiama blu.
Karie guardò i genitori e prese un bel respiro. << Uno scarafaggio, però è uscito dalla finestra del corridoio >>.
I genitori si rilassarono e la rimproverarono per averli fatti spaventare a morte in piena notte. Se ne tornarono in camera, piuttosto irritati. Jake rimase nel corridoio e l'aiuto a rialzarsi.
<< Cos'hai visto veramente? >> domandò senza esitazione. Non aveva creduto a quella bugia.
<< Un paio di occhi gialli >> rispose e Jake la guardò con il respiro a metà.
<< Te lo sei immaginato >>.
<< No, io li ho visti! E quando ho urlato sono spariti oltre la finestra >> disse, indicando la finestra aperta che Jake chiuse con un colpo secco.
<< Karie, i mostri non esistono >> dichiarò con un sorriso rassicurante. Peccato che la faccia della sorella fosse una pura maschera di terrore. Jake  si voltò e cadde a terra, dallo stupore. Due occhi gialli c'erano davvero ed appartenevano a qualcosa avvolto nell'ombra, indefinibile nella notte. Jake corse alla fine del corridoio con Karie, mettendosi davanti a lei.
<< Chi sei? >> chiese con fare minaccioso a bassa voce per non svegliare i genitori.
Non rispose. Videro solo il suo sorriso luccicante delle ombre scure, rischiarate da poca luce argentata della luna.
<< Rispondi! >> ordinò Karie, facendosi coraggio.
<< Sono venuto per vedere il patetico tentativo che hanno fatto >> rispose alla fine, una voce rauca e strozzata, quasi venisse da molto lontano.
<< Tentativo? >> domandò Jake. << Ma di che stai parlando? >> aggiunse, sempre a bassa voce per non svegliare i genitori assopiti nel sonno.
<< Che senso assoldare altri due sciocchi ragazzini! >> disse, lasciandosi andare ad una breve risata.
<< Assoldati? Ma di che stai parlando? >> chiese con un tremito nella voce Jake, senza spostarsi di un centimetro dalla sorella e dal fondo del corridoio.
<< Sebastian Sullivan ancora non ve lo ha detto, immagino. Anzi, no... il dono, vero? >>.
<< E tu come fai a saperlo? >> chiese Karie, tremando.
Qualunque essere fosse, scosse la testa. << Inesperti. E, di solito, pochi fortunati arrivano a diventare esperti >>.
Non dissero niente. Quelle parole erano servite a renderli ancora più confusi di prima, insieme ad altre domande senza risposta.
L'essere si allontanò dalla finestra. << Ci rivedremo presto... Cacciatori >>.
<< Cacciatori?! >> esclamarono i due gemelli, ma la creatura scomparve, sparendo in una scintilla dorata. Rimasero a fissare la finestra per un altro po'. Jake strinse le labbra e si fiondò in camera. Karie lo seguì e lo osservò vestirsi.
<< Ma che fai? >>.
<< Mi sono stufato, ecco cosa c'è. Adesso tu ti cambi e vieni con me in quel posto. Quello lì alzerà il sedere dal letto e ci verrà incontro >>.
<< Sono le tre di notte, Jake! >> gli ricordò Karie, turbata ma non era stupita: era da Jake fare certi ragionamenti senza pensare.
<< Non mi interessa! >> ribatté secco. << Prendiamo la macchina di papà >>.
Ci furono basse proteste per il corridoio e anche fino alla porta. Alla fine, Karie cedette. Aveva paura che lasciandolo da solo, avrebbe fatto qualcosa di cui si sarebbe pentito e poi si sarebbe pentita lei. Si strinsero nel capotto non appena misero piede fuori dall'androne del palazzo. L'aria era gelida e il fiato si condensava in nuvolette di un azzurro cristallino. Jake salì in macchina e accese il motore e il riscaldamento. Jake guidò silenziosamente per le strade fredde e buie della città, fino al posto esatto. Parcheggiò e scese. Karie lo seguì, rabbrividendo alla ventata gelida.
<< Cosa speri di trovare? >> gli chiese, non appena mise piede sul marciapiede.
Jake girò per diverso tempo per la stessa strada. Non c'era nessuno, a parte qualche vagabondo di passaggio di tanto in tanto.
Al limite della pazienza, si decise a chiamarlo lui stesso: << Sebastian Sullivan! Non mi interessa se stai dormendo o qualsiasi cosa tu stia facendo! Non so come, ma so che mi senti! Vieni subito qui e non mi muoverò per le restanti dodici ore! >>.
Karie scosse la testa, con una mano tra i capelli, imbarazzata. Come minimo lo avevano sentito nel raggio di cinque metri. Non arrivò nessuno e Jake diede un pugno a un muro.
<< Che ti aspettavi? Che apparisse in una nuvoletta di fumo bianco, stile mago? >> disse ironica e il fratello la fulminò con uno sguardo cattivo.
Dei passi e si voltarono. Sebastian, con la faccia assonata, li fissava fermo nello stesso punto del pomeriggio, quasi ci avesse messo una X. Jake puntò un dito contro di lui:
<< Molto bene, uomo dagli effetti speciali. Adesso voglio che ci dici cosa sta succedendo o giuro che ti denuncio per sequestro di minore! >> disse con un velo di minaccia spesso quanto l'aria gelida che vorticava nella notte.
Sebastian sospirò. << Perché siete qui? >>.
<< Forse perché un... coso... è venuto a casa mia, facendo venire un infarto a me e mio fratello? >> spiegò con fare molto sarcastico Karie, anche se scossa dalla paura.
Sebastian sgranò gli occhi. << Davvero? >>.
<< Sì, davvero >> confermarono in coro, per niente divertiti.
<< Speravo lo scoprissero più tardi... Be', mettetevi comodi >> disse, indicando l'auto della famiglia White. Aprirono la portiera e si sedettero sul sedile del passeggiarono, stando stretti.
Sebastian rimase in piede e camminò avanti a indietro.
<< Per caso, vi ha chiamato... Cacciatori? >>.
<< Sì >> rispose Jake. << Che vuol dire? >>.
<< Quello che siete. Cioè, loro ci chiamano così. Però la parola esatta sarebbe Protettori >> corresse con fare da insegnante.
<< Scusa? >> chiesero all'uniscono, increduli. Fu Jake ha prendere la parola. << Proteggere da cosa? >>.
<< Dai demoni >> rispose semplicemente. Se Karie non svenne, fu per un motivo inspiegabile. Divennero pallidi come non mai e si aggrapparono al sedile in pelle dell'auto.
<< I demoni? Non esistono >> mormorò Karie, in un tentativo, vano di respingere una verità che non piaceva.
<< Invece sì. Esistono grazie a lui, il genio di turno: Aric >> continuò Sebastian.
<< Non ti capiamo. Perché non ci spieghi esattamente come stanno le cose? >> chiese Jake.
Sebastian cominciò a raccontare: << Moltissimi secoli fa un alchimista trovò il modo di sfruttare i demoni a suo vantaggio. Essi sono sempre esistiti. Le cose brutte che succedono nel mondo, sono a causa loro, quasi tutte, per lo meno: le persone hanno il libero arbitrio. Comunque, quest'alchimista riuscì nel suo intento, disponendo di un potere vastissimo. Solo che non riuscì a controllarlo. I demoni si sparsero per il mondo e a lui non rimase che accettare di aver fallito. Prima di morire, passò il suo potere a un discendente, suo figlio. Lui ci riuscì. Da allora questa capacità si trasmette di padre in figlio da secoli. E così entriamo in gioco noi, i Protettori. Siamo nati alla fine del Medioevo, poco dopo la scoperta dell'America. Sapete che si dice sempre che il Medioevo è stato un periodo della storia difficile, perché caratterizzato da guerre e malattie. E anche la fine del mondo nell'anno mille... >>.
Karie lo interruppe. << Aspetta: vorresti farci credere che le dicerie sulla fine del mondo nell'anno mille... erano vere? >>.
Sebastian annuì. << Fu il periodo in cui l'alchimista trovò il modo di controllare i demoni. E quasi ci riuscì, a distruggere il mondo. Per fortuna non successe. Ma i demoni continuarono a devastare il mondo fino alla nascita della congrega dei Protettori >>.
Non sapevano se credere davvero a tutta quella storia. Erano assurda e senza spiegazione scientifiche. Certo, spiegava diversi fatti della storia, su come certe cose si erano svolte per davvero però... non riuscivano realmente a credere a tutto ciò.
<< Vai avanti >> lo incitò Jake.
<< Quindi nacquero i Protettori. All'inizio eravamo pochi, poi siamo cresciuti di numero. Ora siamo circa 1500 nel mondo a combattere i demoni ed impedire al tizio di turno di cercare di distruggerlo >>.
<< E come fate? >> chiese Karie, incuriosita, nonostante la situazione assurda.
Sebastian fece un sorriso amichevole. << Abbiamo delle capacità... La stasi molecolare è una di questa. Di norma i Protettori ne hanno due a testa >>.
<< Stiamo parlando di poteri?! >> esclamò Karie, meravigliata e Jake era rimasto a bocca aperta.
<< Già >> confermò Sebastian. << Proprio così. Per quanto mi riguarda io ho la capacità della stasi molecolare e del teletrasporto. Mi stupisco come non li abbiate ancora scoperti >> disse, divenendo pensieroso d'un tratto. Poi si riprese, vedendoli zitti. << Ovviamente non è tutto rosa e fiori come sembra. Purtroppo qualcuno muore, anche spesso. La maggior parte dei Protettori hanno dai sedici anni in poi >>.
Jake e Karie si alzarono dal sedile e fecero il giro dell'auto, per allontanarsi da quell'uomo il più possibile.
<< Cosa ci hai fatto diventare! >> urlò Jake, scuotendo la testa. << Cosa ci hai fatto! >> continuò, portandosi le mani alla testa mentre Karie emise un singhiozzo.
<< Due Protettori sono morti tre giorni fa ed era necessario trovare i sostituti. Siete stati scelti voi perché il vostro corpo è in grado di gestire le capacità che vi sono stata date. Non ricordate niente perché siamo stati noi a impedire che ricordaste, in questo modo, per i demoni sarebbe stato ancora più difficile trovarvi. Non tutti gli esseri umani sono in grado di gestire un potere come quello. Purtroppo, in passato, diversi giovani sono morti perché non sono riusciti a farcela per un nostro errore di calcolo. Dopo che vi abbiamo... >>.
Jake lo interruppe. << Non ci interessa sapere cosa ci avete fatto! >> urlò e Karie cominciò a piangere. << Non importa. Non vogliamo averne niente a che fare! Non cercarci più! >> gli ordinò, salendo in macchina e trascinando Karie impalata in mezzo alla strada come se avesse i chiodi sotto le suole.
Sebastian tenne la portiera aperta. << È troppo tardi! Sanno chi siete! Se vi rifiutate, vi uccideranno. Avete già le capacità di qualunque Protettore e ben presto le manifesterete. Anche se vi chiamate fuori a loro non importa. Vi farà uccidere! >>.
<< Lasciaci in pace! >> urlò Karie. << Jake, andiamocene! >>.
Il fratello non esitò un secondo ad obbedire. Chiuse la portiera a forza e mise in moto l'auto. Con un rumore stridente di gomme, si allontanarono da Sebastian il più possibile. L'unico rumore nell'abitacolo era quello di Karie che piangeva, scossa dai singhiozzi.
<< Non succederà nulla. Facciamo finta che se non sia mai successo >> disse Jake, fermamente, convincendo se stesso e la sorella.
Non sapevano che non bastavano le parole, non servivano. A lui non importava, sapeva già dei due gemelli. Due Protettori che rifiutavano il compito, sarebbe stato un gioco divertente per lui, facili da eliminare in un soffio leggero. Esattamente quello che era diventata la vita di Jake e Karie: da quel momento era un soffio. Un filo di vento a cui bastava poco per distruggerle.
E lui lo sapeva.

   
 
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