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Autore: ValeDowney    02/10/2021    1 recensioni
Un principe. La sua storia. Uno stretto legame con il presente gli farà compiere un viaggio in un mondo non suo, riscoprendo un lato di sè che non sapeva di avere
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Beneath the ashes


 
Capitolo VIII: Senza rinforzi

 

Raevin era rimasta senza parole nel ritrovarsi di fronte quell’uomo alto e barbuto. Quindi disse: “Come si permette di entrare qui e svegliarmi in quella maniera?”.
“Come mi permetto?! Questa è casa mia!” replicò l’uomo.
“Casa sua? No, questa è casa di Dave” disse Raevin, cercando come più poteva di coprirsi il corpo con le lenzuola.
“Dave? E chi sarebbe?” domandò.
“È il suo migliore amico. Lei stesso lo ha costretto a mostrare le sue foto in giro per il mondo in casa sua” rispose.
“Ci sono foto di me in giro per il mondo perché questa è casa mia. Il suo cosiddetto amico Dave non c’è. Se n’è andato via” spiegò.
Sentendo ciò, Raevin si alzò, tenendosi addosso le lenzuola, per poi replicare: “Lei mi crede una pazza, ma Dave esiste veramente”.
“So solo che è entrata in una casa privata. Per questo la farò mettere in prigione” ribatté.
“Come osa? Lei non sa chi sono io” replicò Raevin.
“E non me ne frega niente! Ora si rivesti e venga con me” disse l’uomo.
“Mio fratello lo verrà a sapere! È un pezzo grosso e, di certo, non mi farà finire in prigione” disse.
“Bene, allora lo chiami pure. Io, intanto, faccio una cosa ben più importante” disse e uscì dalla stanza.
Raevin prese il cellulare e, dopo aver digitato un numero, se lo mise all’orecchio.
Chi c’era dall’altra parte rispose subito: “Raevin, è da ieri pomeriggio che non ti fai sentire. Ti ho chiamato un sacco di volte, ma non mi hai mai risposto. Cosa è successo? Lo sai che non mi devi far preoccupare così”.
“Credo di aver combinato un casino” gli disse.
“Non ti sarai per caso drogata?” replicò preoccupato.
“No, peggio. Mi porteranno in prigione” disse.
“In prigione?! Raevin, non possono farlo se non hanno un valido motivo. Perché non c’è un valido motivo, vero?” replicò. Ma non ricevette nessuna risposta. Quindi aggiunse: “Raevin? Raevin ci sei ancora?” ma la ragazza, riattaccò.
Si risedette sul letto, portandosi una mano sulla fronte. In pochi giorni aveva perso il lavoro – cosa che ancora non aveva detto a suo fratello – e ora sembrava anche la dignità. Una come lei non poteva finire in prigione. Un cognome importante nel mondo, avrebbe solo macchiato ciò che aveva fatto la sua famiglia. E tutto perché aveva accettato un invito a cena da un ragazzo incontrato il giorno prima.

Che sciocca sono stata, pensò. Mio fratello non mi vorrà più vedere, né aiutare. Già le vedo le prime pagine dei giornali: “Famosa ereditiera fa cadere in disgrazia l’azienda di famiglia per un capriccio” I miei si rivolterebbero nella tomba. Mio padre mi avrebbe cacciata. Raevin fatti coraggio. Nulla è ancora perduto”. E, rialzandosi, si vestì. Andò al piano di sotto e, una volta uscita, non solo trovò solo l’uomo ma anche un poliziotto.
“L’ho chiamato e, visto che si trovava da queste parti, è arrivato subito” disse l’uomo.
“Mi è stato riferito che lei si è intrufolata nella sua casa. È un grosso reato” disse il poliziotto.
“Ne sono a conoscenza, ma tutto è partito da Dave” disse Raevin. I due si guardarono poco convinti. Poi il poliziotto si affiancò alla ragazza, scortandola con sé. L’uomo li seguì.
Mentre passavano davanti alle altre abitazioni, chi era fuori si fermò nel compiere le proprie mansioni, per poi bisbigliare. Raevin cercò di non guardarli ma, appena passarono davanti al barbiere, si fermò, dicendo: “Eccolo è lui. È Dave”.
“Dove? Io non lo vedo” domandò il poliziotto.
“Ma sì, è proprio lì” rispose Raevin, indicandolo.
“Continuo a non vederlo” disse il poliziotto.
“Nemmeno io. E poi, all’interno del negozio, c’è solamente William il barbiere che sta pulendo” aggiunse l’uomo.
“Io intendevo lì, in foto” disse Raevin, indicando il ragazzo raffigurato, insieme ad altri, in vetrina. Il poliziotto e l’uomo lo guardarono; poi spostarono lo sguardo su Raevin, che disse: “Lo so, lo so, mi credete pazza, ma Dave è proprio quello lì. Ed era presente con me ieri sera. È stato proprio lui a farmi entrare nell’appartamento”.
“Oltre che ladra è anche una bugiarda” disse l’uomo.
“Siete soltanto degli stupidi con un cervello da gallina. Non mi credete solamente perché non sono di qua” replicò Raevin.
Poco dopo, la ragazza si ritrovò dietro alle sbarre: “Voglio parlare con i miei avvocati. Non potete rinchiudermi qua dentro, senza un valido motivo”.
“Il valido motivo c’è ed è quello di essere entrata in un appartamento che non è il suo. In più ha dato anche falsa testimonianza” spiegò il poliziotto.
“Ma perché non volete credermi riguardo a Dave?! È reale! Ci ho passato tutta la serata con lui” ribatté Raevin.
Il poliziotto non l’ascoltò. Quindi aggiunse: “Senta, so chi potrebbe testimoniare per me: ho due persone che lo hanno visto. Me le faccia chiamare, per favore”. Il poliziotto la guardò mentre Raevin gli faceva gli occhi dolci.
Così arrivò Selene che, appena vide l’amica dietro alle sbarre, chiese: “Raevin, ma cosa è successo? Ti lascio per una serata e ti ritrovo qui?”.
“Dove si trova la signora Ramirez? Credevo venisse anche lei” domandò.
“Ehm… ecco… ha detto che ti sta bene essere dietro le sbarre. Che ti serva da lezione per non averla ascoltata” rispose.
“Però è sempre molto contenta quando riceve in anticipo i soldi da me. Sono fin tentata di…” iniziò col dire Raevin, ma Selene la bloccò: “Non lo pensare neanche”.
“Ma non sai nemmeno cosa stavo per dire” disse Raevin.
“Be’, non lo pensare e basta! Non ne vale la pena. Quella vecchia è sempre stata odiosa e antipatica” disse Selene. Ci fu silenzio, dopodiché il poliziotto si avvicinò a entrambe: “Lei deve essere l’amica della straniera”.
“Sì, sì, è lei ed è venuta a tirarmi fuori di qua” disse entusiasta Raevin.
“Non canti subito vittoria. Potrei anche credere alle parole della sua amica… come anche no” disse il poliziotto.
“Ma allora ha veramente il cervello da gallina! La mia amica ha veramente visto Dave! Su, su, diglielo anche tu Selene! Non sono pazza!” replicò Raevin.
“Ehm… sì… ho visto Dave proprio ieri sera quando è venuto a prenderla per portarla fuori a cena” disse Selene.
“E saprebbe descriverlo?” le chiese.
“Certo. Era alto; capelli corti e scuri; occhi azzurri. Era molto carino” rispose.
“Proprio come lui?” domandò, mostrando la foto del ragazzo in questione.
“Certo. È proprio lui” rispose Selene.
“Visto? Non sono pazza. E ora, per favore, mi faccia uscire subito da qua” replicò Raevin.
“Questa è una foto presa dalla vetrina del barbiere e concessa da lui stesso per fornire le prove. Signorina Selene, non glielo ripeterò più: lei ha veramente visto questo ragazzo? O sta solo coprendo la sua amica?” ribatté il poliziotto.
“Ecco… veramente non l’ho proprio visto in faccia. Raevin è uscita dal suo appartamento per andare in quello della signora Ramirez al piano di sotto. Era lì che la proprietaria aveva, momentaneamente, bloccato il ragazzo. Da lì in poi non li ho più visti, perché sono usciti per la cena” spiegò Selene.
“Tecnicamente quella vecchia lo aveva legato a una sedia ed imbavagliato. E poi date della pazza a me. È lei quella che dovreste mettere dietro alle sbarre” disse Raevin.
“Non le consiglio di controbattere, vista la situazione nella quale si ritrova. Comunque questo non fa che confermare la mia versione dei fatti, ovvero che il signor Dave non esiste. Che è solo il frutto della sua immaginazione solo per far colpo su di noi. Ma, dopotutto, non dovevamo aspettarci diversamente da una straniera appena arrivata” spiegò il poliziotto.
“Non sapete a che conseguenze andate incontro! Se mio fratello arriverà qua, dovrete chiudere bottega. Anzi, tutta questa cittadina diventerà polvere” replicò Raevin.
“Ti prego, non peggiorare ancora di più la situazione” disse Selene.
“Tanto questo qua non mi sta ad ascoltare” disse Raevin.
“Un’ultima domanda: come avete fatto a entrare visto che non eravate in possesso di una chiave?” domandò il poliziotto.
“Dave aveva perso le chiavi. Credo che abbia usato qualcosa di appuntito per forzare la serratura. Sarò bel lieta di pagare i danni a quell’uomo, ovviamente prima però esigo delle scuse da parte sua e anche vostra” spiegò Raevin.
“Bene, questo non fa che confermare la sua colpevolezza” ribatté il poliziotto.
“Ma questo qua è veramente scemo. Lo sapevo che non mi avrebbe ascoltata. Quanti film gialli si è visto? Non ne uscirò tanto facilmente da qua. Sempre se non accade un miracolo” pensò Raevin.
“Ma non può colpevolizzarla senza prima un valido processo? E poi non ha le prove” disse Selene.
“Le prove sono sotto gli occhi di tutti. E poi diciamocelo: questo Dave non è mai esistito. È solo un ragazzo usato come immagine nella bottega del barbiere. Questa signorina ha voluto solamente attirare l’attenzione in modo che poi tutti facciano ciò da lei richiesto. A quanto pare la vostra affittuaria aveva già capito con che persona aveva a che fare. Meglio tenerla dietro alle sbarre” spiegò il poliziotto.
A un certo punto, si sentì provenire dall’esterno un forte rumore. Il poliziotto e Selene corsero fuori, così come alcuni altri abitanti. Qualcosa fece alzare un enorme polverone e, appena esso cessò, videro che era appena atterrato un elicottero.
Dall’interno della piccola cella, Raevin cercava di scorgere cosa stava accadendo. Salì sul letto, ma esso sprofondò, facendola cadere a terra e riempiendola di polvere. Ci riprovò, stavolta aiutandosi anche con una sedia, mettendola sul letto, per poi salirvici sopra. Dalla finestrella riuscì, però, solamente a vedere il retro della folla intenta a osservare ciò che era appena arrivato.
Nessuno aveva mai visto dal vivo un elicottero di così grandi dimensioni. Forse solamente in televisione.
“Chissà chi sarà?” o “Finalmente qualcuno di importante è arrivato nella nostra piccola cittadina” si sentì bisbigliare tra i presenti.
La porta dell’elicottero si aprì. Ne scese un uomo, alto, abbastanza robusto e vestito in modo molto elegante. Osservò la folla davanti a sé. Poi si portò una mano in un orecchio e disse: “La via è libera, signore. Ci sono solamente tante persone curiose, ma nessuna di loro sembra pericolosa. Abbia, però, la stessa massima prudenza ed allerta”.
Dal mezzo scese un altro uomo; più basso di statura e più magro; anche lui vestito in modo molto elegante. Con gli occhi nascosti dietro agli occhiali da sole, osservò i presenti davanti a lui, cercando molto probabilmente un viso familiare. Quando non lo vide, si avvicinò all’orecchio dell’uomo accanto, facendogli cenno di abbassarsi, visto la statura diversa dei due, per poi chiedergli qualcosa.
L’uomo, quello più alto, guardò i presenti, domandando loro: “Scusate se siamo arrivati qua scombussolando la vostra quiete, ma stiamo cercando una ragazza di nome Raevin. Ha i capelli lunghi; scuri e gli occhi azzurri. Non è di queste parti. Se ci dite dove si trova o se la conoscete, verrete generosamente ricompensati”.
Nessuno si fece avanti. Forse perché intimoriti dai due uomini o, molto probabilmente, non volevano avere nulla a che fare con la nuova arrivata. L’unica che si fece avanti fu Selene, che timidamente disse: “Io so dove si trova” ma, prima che potesse aggiungere altro, il poliziotto le si affiancò, aggiungendo: “E’ nella prigione”.
“Nella prigione?! Ne è assolutamente sicuro?!” replicò l’uomo più basso.
“Certo, ce l’ho messa io. Sono stato bravo, vero? Non potevo farla vagare libera dopo quello che ha fatto” disse il poliziotto. L’uomo più basso gli fu subito di fronte, seguito ovviamente da quello più alto, per poi replicare: “La liberi subito!”
“Non posso. È dentro perché è entrata in casa di qualcun altro e per falsa testimonianza. Una pericolosa come lei va dietro le sbarre” disse il poliziotto.
Senza aggiungere altro, l’uomo gli passò accanto, dirigendosi verso la prigione, seguito dall’uomo più alto.
“Ehi, non può andarci!” replicò il poliziotto.
“Invece ci sto andando. Vuole mettere anche me dietro le sbarre?” disse l’uomo.
Raevin continuava a osservare dalla piccola finestrella, quando una voce dietro di lei, disse: “Cosa ci fa la mia piccola stella in un posto come questo?”
Spaventandosi, Raevin cadde. Tossì per la polvere che le cadde addosso. Si rialzò. Sul suo volto comparve un sorriso, nel vedere chi c’era sulla soglia della porta. Poi disse: “Finalmente sei arrivato”.






Note dell'autrice: Ed eccomi qua con un nuovo capitolo. Vi sta piacendo la storia? Ditemi pure. Accetto qualsiasi cosa. Dave se ne l'è data a gambe. Chissà perchè? Ma, soprattutto, Dave esiste veramente? Loki, in questo capitolo, non è comparso. Chissà dove sarà. E, finalmente, a fine capitolo, è arrivato qualcuno ad aiutare Raevin. Che sia il suo tanto famoso fratellone?
Volevo ringraziare chi è passato di qua; chi ha messo la storia tra le preferite. Grazie alla mia carissima e sempre amica Lucia
Se volete potete anche lasciare una recensione (anche piccola)
Grazie a tutti
Con ciò vi auguro un buon inizio week end ed un buon proseguimento di giornata. Ci vediamo al prossimo capitolo.

 

 

 

 

 
 


 
  
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