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Autore: Shily    10/10/2021    1 recensioni
1977
È il 24 Dicembre. James, Sirius, Remus e Lily sono in fuga dal professor Lumacorno e dalla McGranitt.
Corrono nei corridoi dei sotterranei, aprono una porta e si ritrovano in una stanza completamente vuota.
Una sfida, un gioco e un boato.
Poi il buio.
--
2023
"Ma che è successo?" chiede Sirius, tentando di alzarsi con difficoltà dal pavimento.
Un grugnito alla sua sinistra gli indica che anche James sta riscontrando i suoi stessi problemi.
"Coraggio, andiamo," li esorta un dolorante Remus. "Sembra non esserci più nessuno fuori. Usciamo, andiamo a dormire e dimentichiamo questa storia."
I quattro ragazzi si avviano velocemente verso l'uscita.
"Ragazzi," James si guarda intorno, una volta uscito dalla stanza. "Non sembra anche a voi che ci sia qualcosa di diverso?"
Gli altri si stringono nelle spalle, e si dirigono a passo spedito verso la torre di Grifondoro.
Genere: Angst, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, I Malandrini, James Sirius Potter, Lily Evans, Lily Luna Potter | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Rose/Scorpius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Nuova generazione
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Un nuovo compagno di banco 
 

Quando quella mattina Lily scende a colazione si sente più smarrita e spaesata che mai. Nessun James che l'aspetta in Sala Comune, nessun Malandrino che le tiene il posto. Nessun Sirius che insiste per dare una sbirciatina al suo Tema.

Nulla di nulla.

Lily raggiunge la Sala Grande e le sembra di essere tornata in dietro di un anno e mezza, quando con Severus aveva smesso di parlare e le sue amiche si erano rivelate non poi così amiche.

Però la ragazza se ne rende conto solo ora, che anche nei momenti in cui pensava di aver raggiunto vette inimmaginabili di solitudine, lei un anno e mezzo prima non lo era mai stata davvero: aveva James, che in un modo assolutamente fuori dal comune e di certo nei suoi standard, aveva trovato il modo di non lasciarla affogare in quell'abisso che era diventata la sua vita.

Una battuta, qualche appunto scambiato, un litigio. E poi le chiacchiere in Sala Comune, e loro sempre più vicini, sempre più loro.

Lily se ne accorge solo ora di come James non l'abbia mai lasciata realmente andare, di come abbia continuato a vederla, a farla sentire viva in un periodo in cui si sentiva semplicemente invisibile.

Per cui, quando quella mattina scende a fare colazione, la Grifondoro sente realmente come se le mancasse una parte. Come avesse lasciato indietro un pezzo di sé fondamentale.

Per un momento considera anche l'idea di ritornare sui suoi passi, di ammettere a sé stessa e a James che le sue sono solo paure ma che infondo é un anno e mezzo che aspetta quel bacio.

Forse, ma proprio forse, in realtà sono sette anni che aspetta che James Potter la baci e le travolga l'esistenza.

Eppure Lily non ce la fa: oltrepassa il varco della Sala Grande, individua i Malandrini e tutte le scoperte della sera prima piombano su di lei con una forza quasi aggressiva.

E Lily lo vorrebbe davvero: annullare tutto, correre da lui, stringergli il mignolo. Stringergli anche l'anima con la sua. Ma non ce la fa, ormai si sente un prodotto con la data di scadenza ben marcata sopra.

E questo la paralizza.

"Grace, ciao!"

La ragazza si gira alle sue spalle, verso un'estremità del tavolo di Grifondoro, e individua velocemente la figura di Lyn Baston. Le rivolge un sorriso timido e con una mano le fa cenno di sedersi di fronte a lei.

Lily prende fiato, dopodiché ributta fuori l'aria con un ultimo sguardo verso i Malandrini: James non la guarda, non alza neanche gli occhi dal piatto davanti a sé. Ormai, per lui, non esiste più.

"Ciao, Lyn! Come va?"

"Bene, grazie," la ragazza gli sorride, eppure Lily nota subito come non riesca a estendersi anche agli occhi. "Ti ho vista tutta sola. Magari volevi andare dai tuoi amici, scusami!"

"No, figurati, anzi! Mi fa davvero piacere, effettivamente non sapevo bene dove sedermi."

Lyn annuisce comprensiva. "Tira una brutta aria, eh?"

"Se vogliamo dirla così. Tu da cosa l'hai capito?"

"Oh," accenna una piccola smorfia imbarazzata, "Li ho sentiti parlare. Non che volessi ficcare il naso, figurati! É che parlano davvero ad alta voce."

Lily sgrana gli occhi. Possibile che abbia... no, irrealistico, o non sarebbe certo così tranquilla.

"Ah... e... cosa dicevano?"

"Nulla di che, in realtà. Kyle insisteva per sapere perché Jake sembrasse essere passato sotto una mandria di schiopodi inferociti."

"Oh, e lui? Cos'ha risposto?"

"L'ha mandato al diavolo," la ragazza si stringe nelle spalle. "Poi tu sei arrivata, ho visto che non andavi da loro e ho collegato le cose. Ho pensato che ti avrebbe fatto comodo un po' di solidarietà."

"Effettivamente sí," a Lily sfugge quello che potrebbe essere il primo, vero sorriso da tanto tempo. "Ne ho proprio bisogno al momento. I tuoi di amici, invece?"

"É inutile che ti guardi intorno," la ferma prima ancora che possa voltare la testa, "Non troverai nessuno. Diciamo... diciamo solo che c'è una brutta aria anche tra noi."

"Vuoi..." si schiarisce la voce. Dannazione, lei non é mai stata brava in quelle cose lì. Con Severus non é che parlassero di questioni di cuore, proprio no. "Sì, insomma, vuoi parlarne?"

Lyn scuote la testa, amareggiata. "Non é che ci sia molto da dire. James é un coglione e, beh, diciamo che la famiglia Weasley-Potter ha un senso della lealtà molto alto."

"Mi dispiace, Lyn. Sono sicura che chiarirete."

"Non so se ne ho voglia, a essere sincera," esclama all'improvviso e per poco Lily non sobbalza sul posto dalla sorpresa. "Insomma," la guarda indecisa, "Metti caso che ti piace una persona, no? E tu piaci a lui, okay? Beh, a questo punto mettervi insieme non dovrebbe essere la cosa più ovvia e semplice?"

"Beh, adesso... non è che sia sempre così semplice!" borbotta lei, in risposta, sentendosi stranamente punta sul viso. "Ci sono un sacco di fattori e variabili che entrano in gioco."

"Ma per piacere! Te la dico io la variabile, ed é che quel microcefalo di Potter non ha il minimo di coraggio Grifondoro che tanto decanta. Ha troppa paura per fare un passo verso una qualsiasi direzione che possa smuoverlo dai suoi punti fermi. Allo stesso tempo però si aspetta che tutti rimaniamo fermi, immobili come lui ci vuole. Beh, non funziona così!"

Lily sgrana gli occhi e schiude la labbra. Si sente di svenire. "Ma magari ha paura. Forse c'è qualcosa che lo frena e..."

"Si fotta la paura, Grace. Perdonami se ti sembro brusca, ma se qualche stupida incertezza é più forte della mia presenza nella sua vita, allora non lo so più io se voglio esserci ancora. Valgo molto di più di qualche paura balbettata senza senso."

"No, sì, certo. Hai ragione. Ma magari non per tutti é così facile lasciarsi andare, è pur sempre un rischio e i sentimenti sono così instabili alle volte. E poi ci sono tutte quelle conseguenze, un sacco di persone dipendono da voi. La loro vita stessa, il loro futuro é nelle vostre mani..."

"Grace, ma di che diamine stai parlando? Ho dei seri dubbi a credere che da un'uscita a Hogsmeade possa dipendere il destino dell'intero Mondo Magico."

"Oh, non hai idea," mormora Lily a mezza voce, lanciando uno sguardo obliquo verso il lato sinistro del tavolo: James è ancora lì, tra Remus e Sirius, in silenzio e con lo sguardo scuro.

Lyn, comunque, non sembra averla sentita: "Semplicemente, James é un senza palle e ha deciso di rinunciare anche alla vostra amicizia. Ma quello che è peggio, é che mi ha esclusa da tutto e..."

Quando tre quarti d'ora dopo, Lily varca l'aula di Pozioni, Lyn é ancora al suo fianco: hanno parlato di tutto e di niente nel corso di quei quarantacinque minuti. E lei non si sente così leggere da tempo, ormai.

Non é sicura, in realtà, di essercisi mai sentita. Con Petunia era sempre tutto un "stai attenta qua," oppure "questo non lo dire" o ancora "c'è qualcosa di sbagliato."

Con Severus, invece, era un continuo inseguirsi e trovarsi, e poi separarsi immediatamente. Oscillavano costantemente tra il passato e il futuro, tra ciò che erano stati e ciò che Lily non era sicura sarebbero più potuti essere. E poi erano arrivate le discussioni, gli argomenti tabù, Potter, Black, i loro stupidi scherzi - ma soprattutto Mulciber, Mary McDonald, la Magia nera.

E infine con James le cose sono state semplicemente diverse. Lily non saprebbe delineare come né perché, semplicemente sa che James non é comparabile né ammissibile a nessuno degli altri punti fermi che si sono susseguiti nel corso della sua vita.

James é stato tutto e niente, é stato improvviso e allo stesso tempo un processo graduale, lungo una vita intera. James é - Lily se ne rende conto solo ora, con un certo imbarazzo - il suo inizio e la sua fine.

James sono i quattro anni che le restano.

Lyn Baston, invece, é come una ventata d'aria fresca. Per la prima volta Lily prova l'ebbrezza di qualche chiacchiera leggera, di una compagnia femminile senza competizione né invidia, ma soprattutto assaggia il piacere di una conversazione superficiale e allo stesso tempo stranamente complice.

In quarantacinque minuti, quell'insolita ragazza Grifondoro, che non ha mai visto circondata da altri che non fossero la famiglia Potter-Weasley, le ha dato un assaggio di come dovrebbe essere una vita normale, spensierata, da adolescente: nessuna guerra alle porte, né amici votati alle arti oscure. Nessun improvviso destino del Mondo intero sulle spalle.

Proprio per questo, Lily si sente in dovere di ricambiare il favore: e visto che la Baston ha avuto il merito di farla allontanare da tutti i suoi problemi, ora sarà lei a fare lo stesso.

Per cui, una volta entrare in aula, la afferra per un braccio e si frappone tra lei e James Sirius:

"Mi siedo vicino a te, oggi. Che dici?"

Lyn sgrana gli occhi, lancia un ultimo sguardo verso l'amico e infine annuisce, stringendole grata una mano.

Anche Lily le sorride e non può fare a meno di spostare gli occhi sui tre Malandrini in attesa in fondo all'aula: diciamo che non è poi così dispiaciuta di non sedersi vicino a loro.
 

⚡️
 

Remus sobbalza sul posto quando, accanto al suo banco vuoto, si palesa lo zaino di James Sirius Potter.

Il Grifondoro non ha idea di cosa stia succedendo tra i suoi amici, sebbene abbia una certa vaga idea che non sia uno dei loro soliti battibecchi, ma proprio non capisce perché deve finirci lui per mezzo, ecco.

Nei banchi davanti, riesce a sentir perfettamente Sirius chiedere a James cosa stia accadendo - in modo un più colorito di quanto avrebbe fatto Remus stesso, probabilmente - tra lui e la Grifondoro. In cambio, tuttavia, riceve solo un grugnito.

Remus lancia un'occhiata di sbieco al suo nuovo compagno di banco e non può fare a meno di notare come nonno e nipote abbiamo messo su la stessa, identica espressione imbronciata con il resto del mondo.

"Te l'avevo detto che stavi facendo il coglione! Hai tirato troppo la corda," esclama Fred all'improvviso, prendendo una sedia da un banco vicino e unendosi a loro. "E conosci Lyn, sapevi che non sarebbe rimasta zitta a farsi ignorare."

"Fred..." James Sirius continua imperterrito a guardare le pagine del proprio libro di pozioni, "Dí un po', perché non vai a farti fottere?"

Oh, no, non può fare a meno di pensare il licantropo, non vorranno mettersi a litigare proprio lì accanto a me?

Ma, contro ogni aspettativa, Fred Weasley scoppia a ridere, scuote la testa e assesta una poderosa pacca sulla spalla del cugino.

"Senti, vedi di risolvere le tue turbe da tredicenne brufoloso davanti la sua prima cotta," esclama a quel punto e alza una mano, per impedire che l'altro lo interrompa, "Sono stanco di fare avanti e indietro tra voi due zucconi."

"Nessuno te lo ha chiesto. Davvero, in questa famiglia dovremmo un po' imparare a farci gli affari nostri."

"Ricordami di ripeterti questa cosa quando passeremo un'altra uscita a Hogsmeade a seguire Lily durante un appuntamento."

James Sirius stringe la presa intorno al banco e arriccia le labbra. "Che vuoi, Fred? Sto cercando di studiare!"

"E da quando tu studi? Non sai neanche leggere. Sono qui per fare il cugino più grande, ovvio."

"Fred, per Merlino! Mi lasci perdere? E poi sei più grandi di soli due mesi, non é poi questa gran cosa."

"Ah, allora te lo ricordi di non essere più un dodicenne?" il ragazzo si alza dalla sedia e si stiracchia vistosamente. "Miseriaccia, Jim! Va bene che hai una faccia di culo, ma non pensavo che ci ragionassi pure. Ti piace la tua migliore amica, e quindi? È un difetto genetico di famiglia, è l'istinto Weasley."

"Non mi piace Lyn. Smettila con questa storia, ne stai parlando con tutti e Lucy - no dico, Lucy! - mi ha fermato per chiedermi come andassero i miei affari sentimentali."

Il ragazzo, a questa confessione, si esprime con una smorfia. "Proprio non capisco quale sia il problema di quella ragazza," scosse la testa, "Ma posso occuparmi di un solo familiare disagiato alla volta, e oggi sei tu il fortunato. Smettila di tenere il muso o finirà che con Boots ci si metterà per davvero."

"Ehi... aspetta! Che c'entra Boots, ora? L'ha visto di nuovo? Lo vedrà? Aveva detto che non c'era niente• James Sirius alza finalmente lo sguardo e incontra la figura dinoccolata e lentigginosa del cugino. "Merlino, dov'é che vai adesso?"

Fred Weasley sgrana gli occhi e scuote la testa incredulo, proprio mentre il professor Lumacorno fa il suo regalo ingresso.

"Pensavi davvero che avrei seguito due ore di Pozioni con due ragazze inferocite dietro di me?" e così dicendo attira lo sguardo di tutti e quattro i ragazzi seduti al banco, "Non so cosa abbiate combinato, ma non sono qui per raccogliere i vostri disastri. Detto ciò," tira fuori una gelatina colorata e le da un morso, "È stato un piacere. Jim, sai dove trovarmi. Caro Frank, sappi che il mio adorato cugino é un asso in Pozioni, non farti ingannare dall' espressione stupida sulla sua faccia. Ce l'ha dalla nascita purtroppo."

Ma Remus - o meglio, Frank - non fa in tempo a replicare perché, improvvisamente, fiotti di sangue cominciano a uscire dal naso del ragazzo.

"Professore," con estrema tranquillità, Fred alza una mano e sorride, "Temo di dover andare in infermeria. Credo sia grave."

Sotto gli occhi sbigottì dei tre Malandrini, e quelli assolutamente indifferenti del resto della classe, il professor Lumacorno non si volta neanche verso di loro.

Si limita a un veloce gesto di bacchetta, prima di riprendere a spiegare la pozione del giorno. Fred, intanto, senza sentirsi minimamente toccato dall'atteggiamento del professore, raccoglie lo zaino ed esce baldanzoso dall'aula.

"Ma che porco Merlino..." sussurra Sirius, ma Remus non gli da il tempo di finire che gli tira un calcio da dietro.

"Ma sta bene?" é invece l'intervento di James, che continua ad adocchiare con una certa preoccupazione la porta dell'aula. "Non dovremmo andare a vedere come sta?"

James Sirius ridacchia, ben attento a non farsi notare. "Ma no! Sono Merendine Marinare, un invenzione di mio zio. Con un'estremità perdi sangue o vomiti, così da saltare le lezioni, e con l'altra fermi tutti."

"Merendine..."

"Ma é geniale!" Sirius per poco non lo urla, sovrastando il mormorio perplesso del licantropo. "Dove le posso comprare?"

"Oh, non preoccuparti. Per i nuovi clienti mio zio invia sempre dei campioni gratuiti. Gli dirò che siete degli amici dall'America... sapete, è tanto che pensa di aprire una filiale anche oltreoceano. Voi potreste diventare delle inaspettate cavie."

James sbatte le palpebre, sempre più sorpreso e confuso. "Cavie?" ripete allora a mezza voce.

"Oh, niente di preoccupante. Tranquilli!" li rassicura il ragazzo e poi si rivolge verso Remus, "Allora, compagno di banco, come te la cavi in Pozioni?"

⚡️
 

Quando la lezione finisce e Lumacorno li congeda tutti, attardandosi per raggiungere i suoi ragazzi del Lumaclub, Remus non può fare a meno di osservare James Sirius con la sua miglior espressione di stupore.

Il ragazzo ha, infatti, passato buona parte della spiegazione a giocare - da una parte all'altra dell'aula! - con il cugino Fred, rientrato dopo soli dieci minuti di gloria nei corridoi, lanciandosi palline di carta da una parte all'altra dell'aula e simulando una partita di Quidditch da tavolo. Poi, come se ci fosse stato un improvviso scambio di persona, non appena Lumacorno aveva smesso di parlare, era scattato in piedi e aveva svolto la Pozione migliore che Remus avesse mai visto.

Addirittura Lily, qualche fila più in là, era stata in particolare difficoltà quella mattina, ma lui no.

E non solo avevano finito con notevole anticipo, sebbene è opportuno sottolineare come l'intervento del licantropo per la buona riuscita di questa pozione sia stato totalmente irrisorio, no! James Sirius non si era accontentato: aveva aggiustato quella dei Malandrini davanti a lui e poi aveva cominciato a mandare bigliettini al cugino per aiutarlo.

In tutto questo, Remus lo aveva visto più volte soffermarsi con lo sguardo su Lyn Baston, senza mai però trovare il coraggio di spiderle uno dei tanti bigliettini che le aveva scritto.

Ecco, James Sirius Potter- Remus lo ha appena scoperto e ne è ancora sconvolto - é un assoluto mago in Pozioni, mai visto niente di simile! Con le ragazze, però, c'è da dire che é proprio tale e quale al nonno.

"Grazie mille, James," Sirius si avvicina e stringe una mano al ragazzo, sorridendo. "Ci hai salvati. Stavano andando verso un disgustoso verde melma."

"No problem, amico," raccoglie lo zaino e si guarda intorno. "Beh, Frank, é stato un piacere. Sei certamente un compagno di banco meno molesto di Fred e meno impiccione di Lyn."

"Tradotto," s'intromette anche James, "Hai lasciato fare tutto a lui senza emettere un fiato."

I quattro ragazzi scoppiano a ridere, attirando su di se lo sguardo del resto della classe. Lyn e Lily, però, distolgono velocemente il loro, mentre Fred si affretta a raggiungerli.

"Non sapevo fossi così bravo," commenta dopo un po' Remus, prendendo le ultime cose dal suo banco. "Non... non offenderti, ma non l'avrei mai detto."

James Sirius si stringe nelle spalle mentre il cugino arriva e gli passa un braccio intorno alle spalle, ringraziandolo sentitamente per l'aiuto ricevuto.

"É che non sopporto il Lumacone. E poi," fa una piccola pausa, quasi assorto,"È quello che si aspettano tutti, no?"

Remus aggrotta le sopracciglia, già pronto a chiedere al ragazzo cosa significhino le sue parole. Ma lui si ridesta velocemente, si apre in un largo sorriso - che ora, il licantropo, non può fare a meno di chiedersi quanto sia sincero - e torna a parlare con gli altri.

"A proposito, Jake. Per la cosa dell'altra volta, noi oggi ci alleniamo. Se ti va fa un salto da noi e fai un giro anche tu," lo guarda per un momento, "Ma ce l'hai una scopa?"

James, però, fin troppo entusiasta, é già alla carica per descrivere la scopa che, sí, ha ma sicuramente é un po' troppo vecchia per i loro standard e soprattutto è rimasta indietro nel passato.

Ergo, lui non ha una scopa.

Remus gli lancia un'occhiata ammonitrice mentre Sirius fa un passo in avanti, precedendolo:

"No, l'ha dimenticata a casa. Ma prenderà una di quelle della scuola."

James Sirius fa per ribattere qualcosa, quando il suo sguardo viene attirato da una testa bionda poco dietro di lui.

"Beh, cugino," Fred gli batte una pacca sulla spalla, "Direi che é il momento di non farmi più vergognare della nostra parentela. Va' a parlarle."

James Sirius sbuffa, si passa una mano tra i capelli e gonfia il petto - e Remus e Sirius si scambiano la medesima occhiata divertita, davanti a quel siparietto così familiare per loro.

"Vado," fa due saltelli, butta fuori l'aria e... "Lyn... Lyn!... BASTON!"

La ragazza, a questo punto, sempre col fedele braccio di Lily sotto al suo - ma quando accidenti sono diventate così amiche? -, si ferma con un piede già fuori dall'aula. Si volta a tre quarti e arrossisce.

"James," risponde però con voce dura, fredda. E poi aggiunge: "Potter!"

"No, no... senti, io..." si guarda brevemente intorno, notando parecchi sguardi su di sé, "Io volevo... voglio!... vorrei parlarti."

"Questa sì che è una sorpresa!" esclama lei, sgranando gli occhi fintamente. Poi si gira verso Lily, "Hai visto Grace, ora vuole parlare con me?"

Lily, almeno, ha il buon senso di rimanere in silenzio e per un breve istante Remus la vede soffermarsi con lo sguardo sul suo amico. Ma James continua tenere lo sguardo basso e lei infine rinuncia.

Ma che diamine é successo tra quei due?"

"Sono..." James Sirius alterna lo sguardo tra le due ragazze, "Siete diventati amiche, ora?"

Lyn annuisce, energicamente. "Sì! Abbiamo convenuto entrambe che volevamo prendere un po' d'aria dai Grifondoro gonfiati, arroganti e vanesi che ci circondano."

James, a quelle parole e forse sentendosi chiamato in casa, alza la testa lentamente. Lily invece sgrana gli occhi, per davvero:

"Io questo non l'ho mai detto, in realtà," tenta di giustificarsi. "Giuro, non ho mai... detto... o pensato..." la voce le si affievolisce fino a scomparire del tutto

"Ascolta Lyn, volevo solo dirti..."

"Cosa?"

James Sirius alterna lo sguardo dalla ragazza, al cugino al suo fianco. Poi, con una breve occhiata, osserva tutta la classe ancora ferma intorno a loro, curiosa e attenta a ogni minima parola che si dicono.

Infine, Remus lo vede abbassare le spalle e chiudervisi dentro a riccio. Scuote la testa il licantropo, prevedendo già la prossima mossa del ragazzo.

"No, niente. Oggi anticipiamo l'allenamento di mezz'ora."

Lyn annuisce lentamente. Mormora un okay a mezza voce e fa un passo indietro.

James Sirius annuisce anche lui: occhi bassi, labbra appiattite e spalle ricurve.

Lily sospira, lancia un ultimo sguardo triste verso di loro e cerca di dire qualcosa a James.

Ma James, per finire, le da le spalle. Non la lascia nemmeno iniziare che alza un muro verso di lei e si volta per dare una pacca all'altro Grifondoro.

"Lasciala perdere," dice ad alta voce, "È solo una ragazza! Sai quante ne trovi?"

Lily se ne va, esce e affretta il passo lungo il corridoio. Lyn é già lontana anni miglia.

Remus si sente pungolare al fianco, si volta e incontra lo sguardo perplesso di Sirius: "Ma tu sai che Merlino é successo?"

Il licantropo scuote la testa, proprio mentre dall'altra parte del gruppo Fred Weasley fa lo stesso.

A interrompere quello strano siparietto, é la voce di Lumacorno.

"Ah, signor Potter, eccolo! Speravo proprio di poterle parlare, é sempre così sfuggente. Mi dica, suo padre come..."

Remus fa giusto in tempo a sentire un'imprecazione a mezza voce prima che il professore piombo su di loro.
 

⚡️
 

Una volta saliti in camera, dopo aver pranzato in totale silenzio, i tre Malandrini si buttano sui propri letti.

Sirius, però, blocca James nell'atto di chiudere le tende e isolarsi dagli altri: "Possiamo parlare, Prongs?"

"Sono un po' stanco, Pad. Non dirmi nulla, ma vorrei chiudere un po' gli occhi," mormora a bassa voce e, così dicendo, finisce di chiudere le tende, creando così una barriera tra lui e il resto della stanza.

Remus e Sirius si scambiano uno sguardo complice, serio e che non riesce a nascondere la preoccupazione che entrambi stanno provando. James, tra tutti loro, é sempre stato quello più espansivo e aperto.

Non ha mai paura, il loro amico, di mostrare i suoi sentimenti o di ammettere qualcosa ad alta voce: e questo è un lato del suo carattere che i ragazzi gli hanno sempre invidiato, entrambi costantemente così timorosi di ammettere ad alta voce le proprie debolezze o difficoltà.

James no, invece. Se ha fame, se ha paura o se é felice, spalanca la porta del loro dormitorio e lo annuncia a gran voce: non prova imbarazzo, mai, e non si é mai tirato indietro quando si trattava di scavare nei loro passati o musi lunghi per farli venire fuori.

Remus e Sirius si guardano e si rendono conto che, a essere sinceri, nessuno dei due sa bene da che verso prendere quella versione così inusuale del loro amico: si lanciano qualche occhiata di traverso, mimano frasi sconnesse e gesticolano animatamente.

Alla fine, pero, rimangono entrambi fermi e in attesa di qualcosa.

Sirius sbuffa, si alza in piedi e si appoggia contro lo stipite della finestra: infila le mani nelle tasche del mantello e incrocia le gambe. Remus é in attesa, aspetta.

"So che non stai dormendo," si decide a parlare, "E so che non sei stanco. Ti conosco..." lo guarda brevemente, "Ti conosciamo!"

Remus annuisce, sebbene James non possa vederlo, e si aggiunge a quella conversazione con le tende: "Abbiamo pensato che avevi bisogno di tempo e che saresti venuto a parlarci quando avresti voluto, o saresti stato pronto. Probabilmente abbiamo sbagliato, tu con noi no l'hai mai fatto. Ci hai sempre placcato senza darci il tempo di rimanere solo con i nostri pensieri."

Dalle tende, o meglio da dietro, continua a non provenire neanche un rumore. Per un momento Remus comincia a temere seriamente che l'amico stia dormendo, ma Sirius scuote la testa e prende un respiro profondo:

"Io sono giorni che penso a cosa dirti, ma credo di aver evitato l'argomento per paura. Perché sono terrorizzato, James, ma non mi sembra giusto dirtelo o pensarlo. Perché, insomma, questa é una cosa tua, io non centro, e qualsiasi cosa mi sembra inutile da dire. Fuori luogo!"

"Sirius ha ragione," Remus sbuffa una risata, anche se non c'è traccia di divertimento nella sua voce, "Non pensavo l'avrei mai detto, scusate! É che Sirius ha proprio ragione e siamo stati entrambi due codardi. Ci dispiace. Però non tagliarci fuori, parlaci. Dobbiamo solo cercare un modo per risolvere questa cosa."

Finalmente, e Remus si rende conto di essere rimasto col fiato sospeso e in attesa fino a quel momento, si sente un fruscio dal letto di James. Il rumore di qualcosa che viene tolto, probabilmente sta poggiando gli occhiali sul comodino, e un colpo di tosse.

"Cosa vuoi risolvere, Remus?" la voce che parla, però, é lontana anni luce da quella a cui sono entrambi abituati da sette anni a quella parte: é rotta, amara, grave. Non c'è speranza in lui, solo tanta tragica consapevolezza. "È il futuro, non lo puoi cambiare."

"Potremmo ammazzare quello stupido, inutile ratto e..."

"Sirius!" chiama James e il richiamo arriva forte alle loro orecchie. Persino il ragazzo si zittisce e smette di inveire. "Non voglio parlare di Peter. Non... non riesco ancora a realizzare questa cosa, e se devo essere sincero continuo a pensare se non sia colpa nostra."

Remus trattiene un sussulto e anche il desiderio di andare lui, spalancare le tende e tirargli un pugno in pieno naso: "Colpa nostra? Ma sei diventato scemo, per caso?"

"Conosciamo Peter da una vita," continua lui, come se Remus non gli avesse appena urlato contro e Sirius non si fosse lasciato andare a una lunga sequela di epiteti capaci di far arrossire anche il meno innocente di loro. "Ogni giorno spalla a spalla, abbiamo condiviso con lui ogni attimo della nostra vita. Cos'è andato storto? Cos'abbiamo sbagliato per spingerlo a non fidarsi di noi, a tradirci?"

"É solo una fogna, James! Non puoi salvare tutti, non tutti lo vogliono. Alcuni sono semplicemente delle merde e stanno bene così. Non sei invincibile."

James si schiarisce la voce e continua a parlare: indifferente, calmo, riflessivo. Analizza la situazione come se non fosse lui il diretto interessato, come se non fosse lui che nel giro di quattro anni finirà ammazzato per salvare la sua famiglia a causa di un tradimento.

"Perché nessuno di noi se n'é accorto? O, per meglio, perché non ce ne accorgeremo? Passiamo gran parte delle nostre giornate insieme e, vi assicuro, che a volte mi basta uno sguardo per sapere quando qualcosa non va. Remus... ormai ti sei sintonizzato sugli umori di Sirius. E tu, Pad, a volte cominci a sentire l'arrivo della luna ancora prima che lo faccia lui. Sappiamo tutto quello che riguarda gli altri, allora perché non ci accorgeremo che qualcosa non va in Peter? In cosa sbaglieremo?"

"Non é colpa tua," sussurra Sirius, poi muove un passo verso il letto e un altro. Alza la voce: "Non é colpa tua! Mi hai capito? Non voglio mai più sentirti dire che una cosa del genere... che... cazzo, James! Morirai, perché Peter Minus, che ha sempre avuto tutto da noi, ti volterà le spalle alla prima occasione. Morirai perché... "

"Perché forse, Sirius, della vita non ci abbiamo mai capito un cazzo," improvvisamente, le tende a baldacchino cominciano a muoversi e da dietro compare la figura spettinata e tormentata del loro amico. "Peter é nostro amico e noi non saremo capaci di stargli affianco."

A quel punto Remus non ci vede più dalla rabbia. Si alza di scatto, fa poche falcate in avanti per colmare la distanza e carica il pugno. Pochi secondi dopo, James lo osserva dal basso: gli occhi sgranati, il naso con un piccolo rivolo di sangue in uscita e le labbra tremanti.

Poi é il caos.

"Che gran figlio di puttana," James lo afferra per la vita e lo scaraventa a terra.

"Ragazzi!" é l'esclamazione di pura incredulità che proviene da Sirius. Remus non sa se la sorpresa stia nel fatto che, effettivamente, James e lui si sitano rotolando sul pavimento a suon di calci e pugni, o che lui, Sirius, ne sia rimasto totalmente estraneo. "Cazzo! Ma siete matti? La smettete."

"Come ti permetti, eh?" sbotta James nel frattempo, riuscendo a prevalere su di lui e salendogli sopra. "Che cazzo ne sai tu? CHE CAZZO NE SAI?"

Remus alza una gamba di scatto nel tentativo di colpirgli la schiena e fargli perdere l'equilibrio. Poi, in affanno, risponde: "Niente! Perché non parli da giorni e non sappiamo neanche cos'è successo con Lily, e tu continui a non volerci dire nulla. E poi all'improvviso te ne esci con tutte queste stronzate! Beh, mi hai rotto il cazzo, James," un altro pugno, un calcio. Le posizioni si invertono: "Questo perenne atteggiamento da eroe mi ha proprio stancato."

"Ragazzi..." Sirius, poco distante, sembra quasi balbettare.

"Non nominarla! Hai capito? Non nominare Lily, non ne hai il diritto, non sai... non puoi... non..." il fiato gli si mozza in gola, le parole gli escono sempre più sconnesse.

Remus ha già smesso di colpire, quando Sirius ricorda di avere una bacchetta, di essere un mago e di poterli effettivamente separare. Con un veloce incantesimo fa sì che i loro corpi vengano sbalzati da un punto all'altro della stanza. Dopodiché, nessuno osa più muoversi.

Sirius, con ancora la bacchetta alta, e le guance arrossate. Remus, il naso sanguinante, un bernoccolo in testa e il fiato corto. E infine James, seduto contro lo schienale di uno dei letti, col petto che si alza e si abbassa freneticamente e le mani strette in un pugno.

"Peter Minus é feccia," prende finalmente parola, dopo tempo, Sirius. "E non voglio mai più sentirti dire che noi avremmo potuto e non abbiamo fatto."

Usa un tono che non ammette repliche. James annuisce, sposta lo sguardo su Remus e si inumidisce le labbra.

"Mi dispiace..." mormora infine e di passa la manica della divisa ad asciugare del sudore lungo la fronte. "Mi dispiace io... é tutta colpa mia," scuote la testa, "Solo mia. Lily non mi parla, non vuole..." punta gli occhi sul pavimento, le spalle rigide. "Non vuole più avere a che con me, dice che non ne vale la pena. Ha chiuso, non vuole... non può... è colpa mia! Peter é mio amico e per colpa mia Lily morirà, e avrò un figlio che non..." Sirius sgrana gli occhi alla vista delle lacrime silenziose che cominciano a scorrere sul suo volto. "È colpa mia."

James tira sul col naso, respira profondamente, quasi a scatto. Come se farlo, in quel momento, gli costasse uno sforzo immane.

"James..." Remus tenta di alzarsi, leggermente instabile a causa dei colpi ricevuti e dati.

"É solo colpa mia... mia... mia," gli sfugge un singhiozzo. "Non mi vuole più vedere, non ne vale la pena. Morirà per colpa mia!" un altro singhiozzo, più forte. Poi un altro e tanti, infiniti ne seguono. "È mio amico e non sono riuscito... colpa mia."

Poi non capiscono più nulla, perché Sirius si fionda sul Grifondoro in un placcaggio, a cui poco dopo si unisce anche Remus. Restano così, immobili contro il petto scosso dai singhiozzo dell'amico di una vita. Immobili, paralizzati davanti la consapevolezza del tempo che passa troppo velocemente e quattro anni sembrano già finire.

"É colpa mia," mormora un'ultima volta James, prima di scoppiare definitamente.



 

Note a piè di pagina:

Pubblico ora perché sennò mi dimentico e domani mi aspetta una lunga giornata di lavoro.
Che dire? Credo che questo capitolo si commenti un po' da solo. Ho deciso di dare finalmente un po' di spazio sostanzioso alla nuova generazione e ovviamente i ragazzi del settimo anno prevalgono rispetto agli altri per ovvi motivi.
Mi farebbe molto piacere sapere la vostra opinione?
Che ne pensate di James Sirius e Lyn Baston?
E James e Lily?

 

   
 
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