Note: questa è una storia che avrà dei sequel, che spero di riuscire a scrivere all'interno di questa raccolta. Gli eventi qui narrati sono accennati in White lies, ma come si vedrà in questa storia e nelle prossime, Krystel non ha raccontato proprio tutta la verità a proposito di questa vicenda. Duvainion e Kore appaiono già insieme nelle storie Big Brother Worship e Mushroom.
17. Collide
1308 DR, in una zona sud-occidentale della Grande Foresta
Kore era una ragazza giovane che non sapeva molto del mondo. Sapeva di essere drow, sapeva cosa questo volesse dire nello schema generale delle cose, ma la sua esperienza di vita fino a quel momento era sempre stata pacifica e tranquilla. Sua madre viveva in mezzo agli umani ed era abbastanza bene integrata nella società. Suo padre era un elfo scuro del sottosuolo, Kore sapeva che lui era malvagio, ma per lei quella era un'informazione puramente teorica; era una cosa che lui le aveva detto, ma con lei si era sempre comportato bene. Insomma la giovane era informata del fatto che le persone che vivevano in Superficie avrebbero diffidato di lei prima ancora di conoscerla, ma per il momento non era mai successo. Nel piccolo angolo di mondo in cui viveva, le persone erano abituate a sua madre e a lei.
Per questo in generale non si poneva troppi problemi. Se c'era da andare da qualche parte, Kore ci andava e basta.
Il giorno prima suo fratello Duvainion, che ormai viveva stabilmente nella foresta, era tornato a trovarla e si era offerto di accompagnarla nella zona più esterna del bosco per raccogliere erbe. Lei non ci aveva pensato due volte: le mancava il rapporto speciale che aveva con il fratello maggiore, e sapeva di avere ancora molto da imparare da lui su come riconoscere le erbe e come usarle.
Non aveva tenuto conto del fatto che la foresta non fosse il territorio della sua famiglia, anche se vi confinava. Forse era stata una leggerezza da parte sua, ma era la leggerezza tipica dei giovani, degli innocenti.
Aesar sapeva qualcosa di più, del mondo, ma anche il suo punto di vista era limitato. Un elfo dei boschi con a disposizione una selva grande quanto un regno non aveva davvero motivo di uscire dalla sua foresta natìa. La sua esperienza del mondo era limitata agli insegnamenti della sua cultura.
Uno di questi insegnamenti era che gli elfi drow erano nemici, sempre, ed erano assassini a sangue freddo. Erano creature sadiche e crudeli, votate al male più profondo, non c'era pietà nel cuore degli elfi scuri; chiunque avesse la sfortuna di incontrarne uno poteva solo ucciderlo o sperare di essere ucciso in fretta.
Aesar e Kore erano giovani, in balìa degli eventi, e forse le cose potevano andare solo così.
Quando la drow si accorse che c'era qualcuno nascosto in una macchia di alberi, la sua naturale (e irresponsabile) curiosità prese il sopravvento. Quando capì che era una persona ferita, il suo primo istinto fu avvicinarsi per aiutare.
Aesar, giovane ranger inesperto, già gravemente ferito a causa dello scontro con un troll, aveva tanto sperato che la nera creatura non lo vedesse. Ma era una speranza vana, perché i drow hanno la vista fine quanto gli elfi. E quando quella femmina drow - le femmine erano ancora più pericolose dei maschi, questo lo sapevano tutti - si era avvicinata a lui con passo sicuro, lui aveva fatto brevemente i suoi calcoli.
Non era pronto per uno scontro. Non ci sarebbe stato combattimento. Non c'era nemmeno nessuno nei paraggi a cui chiedere aiuto.
Esisteva una sola via d'uscita.
Aesar e Kore non erano destinati a scontrarsi quel giorno, ma le loro visioni del mondo sì.
Erano inconciliabili, forgiate dalla storia sanguinosa delle loro origini.
Kore alzò una mano in segno di saluto e fece per dire qualcosa, non sapeva bene cosa, ma avrebbe dovuto essere qualcosa sulla falsariga di 'Ehi, ti serve aiuto?'… quando l'elfo seminascosto dietro un tronco, seduto a terra e chiaramente allo stremo delle forze, riuscì a trovare abbastanza coraggio per estrarre un pugnale dalla cintura e tagliarsi la gola.
Un gesto rapido, disperato e tremante. Il gesto di qualcuno che è terrorizzato, sì, ma anche risoluto.
Kore non aveva ancora pensato a cosa dire, un momento prima, ma all'improvviso era diventato un pensiero così futile. Dalle sue labbra già dischiuse uscì soltanto un grido di angoscia.