Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Marti Lestrange    22/10/2021    6 recensioni
Raccolta più o meno omogenea sulla famiglia Black; tra il canon e l'headcanon.
[Walburga può solo sperare che il loro nome travalichi i secoli e la storia, che trascenda persino il tempo e lo spazio, e ogni possibile dimensione. Tutto il mondo saprà quanto sono importanti i Black. E tutti li temeranno. Tutti aneleranno il loro appoggio, la loro ricchezza, la loro purezza. Saranno ricordati come una delle famiglie Purosangue più longeve e influenti. Tutti ricorderanno il loro nome. E i suoi figli saranno il tramite per questa memoria. I suoi figli saranno i fautori della loro grandezza. Toujours pur.]
— questa storia partecipa al Writober di fanwriter.it
Indice:
I — Walburga
II — trittico [Bellatrix, Andromeda, Narcissa | Sirius, Regulus | Walburga, Alphard, Cygnus]
III — Druella
IV — Sirius|Regulus
V — Walburga
VI — Sirius
VII — Bellatrix
VIII — doppia flash [Walburga/Orion | Cygnus/Druella]; tematiche delicate
IX — Regulus
X — trittico [Alphard | Sirius | Lucretia]
XI — Walburga
XII — Alphard
XIII — Sirius
XIV — Sirius
XV — Narcissa
XVI — Walburga
XVII — Bella|Narcissa
XVIII — Andromeda
XIX — Bellatrix
XX — Narcissa
XXI — Regulus
XXII — Bellatrix
XXIII — Narcissa
XXIV — Bellatrix
XXV — Andromeda
XXVI — Sirius
XXVII — Bellatrix, Andromeda, Narcissa
XXVIII — Regulus
XXIX — Sirius
XXX — Andromeda
XXXI — Sirius
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Famiglia Black, Regulus Black, Sirius Black, Walburga Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Remus/Sirius, Rodolphus/Bellatrix, Ted/Andromeda
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'in the name of the Black.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Avvertenza: in questa shot compaiono dei riferimenti a “The Cursed Child”, ma nulla di incomprensible.

 



 

in the name of the Black.

 

Giorno 22;
louche (disdicevole, moralmente indubbio);
❨ Bellatrix/Voldemort ❩.

 

Bellatrix è stesa nel letto a Malfoy Manor e la notte preme dietro i vetri, ma lei la ignora. Si è appena svegliata, e qualcuno le ha messo addosso una camicia da notte pulita, e l’ha ripulita dal sangue, e ha cambiato le lenzuola. La finestra è leggermente scostata e si sente il profumo del glicine che è fiorito da poco sul muro all’esterno. Sua sorella Narcissa è seduta su una poltrona accanto al letto, la testa poggiata sul palmo della mano. Sta sonnecchiando, ma sente subito che si è risvegliata. 

“Bella?” La chiama. “Come stai?”

“Voglio vederlo,” Bellatrix esclama, tirandosi su a sedere. Le gira un po’ la testa ma non le importa. Vuole solo vedere suo figlio. “Dove sta?”

Narcissa si è alzata in piedi, intanto, e cerca di sospingerla nuovamente sui cuscini. “Tra poco, non temere. Prima facciamo entrare la Guaritrice così vediamo come stai, d’accordo?”

“Per Salazar!” Bella urla, ora. Narcissa sobbalza leggermente, come se si sia spaventata. “Basta cazzate, voglio vedere mio figlio ora. Subito.”

“Bella, ti devi calmare.” Sua sorella è stanchissima, se ne rende conto. Era con lei al momento del parto, e forse è stata con lei tutto il tempo anche dopo. Ma deve vedere suo figlio, ha bisogno di vederlo, e non gliele frega niente di Narcissa come di chiunque altro. “Sei ancora debole. E poi devi sapere una cosa, prima.”

Gli occhi di Bellatrix saettano sul viso tirato della sorella. “Cosa?” chiede. Quando dall’altra parte c’è solo silenzio, lei rincara la dose. “Narcissa… Cosa devo sapere?”

“È una femmina. È una femmina, Bella.” 

Bellatrix guarda l’altra in viso senza capire. No. Ha promesso che gli avrebbe dato un maschio, un maschio che avrebbe tramandato la sua eredità nei secoli a venire.

“Cosa… Lui lo sa?”

Narcissa annuisce. “È stato il secondo a tenerla in braccio dopo la Guaritrice. Le ha sussurrato qualcosa, non so cosa, nessuno ha udito o anche solo osato ascoltare.”

Bellatrix chiude un attimo gli occhi. Lui lo sa, allora. Bene. Non sarà lei a doverglielo dire. Si chiede dove sia. Si chiede come abbia preso la notizia. 

Prima che una delle due possa aprire bocca, la porta si spalanca. Entrambe voltano la testa di scatto: Lord Voldemort è lì, entra nella stanza a grandi passi, e tra le braccia stringe sua figlia. Bellatrix sente il cuore uscirle dalla cassa toracica. Il pensiero corre subito a Rodolphus, si chiede come stia ora che è successo, ma cerca di tenerlo fuori. È debole, e non è detto che riesca a chiudere la mente davanti al suo Signore, e non vuole che lui rintracci la presenza ingombrante di Rodolphus tra i suoi pensieri vorticanti. 

Narcissa china il capo, silenziosa e mansueta. Voldemort si ferma accanto al letto, sul viso un ghigno indecifrabile. 

“Mio signore…” inizia Bellatrix. L’involto che tiene tra le braccia sembra piccolissimo. Bella vorrebbe allungare le braccia e prenderlo, perché è curiosa, perché vuole guardare in viso il prodotto della loro unione. Non perché si senta madre, no, non è nata per esserlo e non lo sarà mai. Il suo ventre era un deserto sterile prima che Voldemort operasse le sue magie e facesse i suoi incantesimi. Magia antica, così le ha detto sua madre Druella, che ha aiutato a praticare il rito. 

“Narcissa, lasciaci.” 

Narcissa rivolge un’ultima occhiata a Bella, non guarda Voldemort negli occhi (quasi nessuno lo fa), e poi esce, chiudendosi la porta alle spalle. Ora sono soli. Le labbra di Bellatrix si distendono in un sorriso felino. 

“Vorresti tenerla, Bella? Vorresti conoscerla?” 

Annuisce. “Sì, per favore, sì.”

Voldemort sorride, ma non c’è nulla di vero in quel sorriso, che è solo un ghigno dipinto e nulla più. Le tende la bambina e Bellatrix si sporge, l’afferra e se la porta al petto. È bellissima, i suoi occhioni grigi sono spalancati e la fissano, sembrano guardarle dritto nell’animo. Bellatrix si chiede se i bambini riescano a praticare la Legilimanzia pur non essendone consapevoli.

“No,” Lui le risponde. Le ha letto nella mente, ovvio. Lei ha lasciato cadere alcune delle sue difese. “Non possono, ovviamente. Ma nostra figlia è potente, chissà quali tipi di magia, e in quali quantità, cela dentro di sé.”

Bellatrix continua a guardarla negli occhi, ma tutto ciò che vi legge è il gelo. Non c’è tenerezza, al fondo di quegli occhi, non c’è innocenza. Gli occhi di sua figlia sono lo specchio dei suoi. Riflettono la stessa lontananza e lo stesso distacco. Bellatrix è già stufa, come un bambino quando si stanca presto dell’ultimo giocattolo ricevuto in regalo, ma cerca di portare pazienza. 

“Mi dispiace,” dice quindi, tenendo lo sguardo basso. “Mi dispiace avervi deluso, Mio Signore. Speravate in un maschio, e io non sono riuscita a darvelo. Tutto ciò che sono stata in grado di dare alla luce è una femmina, un’inutile femmina che—”

“Bella,” Lui la interrompe. Suona glaciale ma infastidito. “Ti ricordo che stai pur sempre parlando di mia figlia.”

Lei china la testa ancor di più, e così facendo il suo naso sfiora la copertina con la quale è avvolta la piccola. Ne respira l’odore: sapone e fiori. Un chiaro segno del passaggio di sua sorella Narcissa. “Chiedo venia.” 

Improvvisamente, sua figlia la ripugna. Non riesce a starle vicino, non riesce a guardarla senza vedere il suo stesso fallimento, non riesce a credere che sia uscita da dentro di lei, che l’abbia tenuta in grembo per nove mesi e l’abbia nutrita con il suo stesso corpo. 

“Sei una donna, Bellatrix, eppure mi sei stata utile, in passato e ora, e sempre, eppure sei una strega potente e abile, eppure sei una tra i miei seguaci più fidati, cosa ti fa credere che mia figlia,” e rimarca quel possesso con forza, Lord Voldemort, “sia debole e ripugnante? Cosa ti fa credere che, in quanto donna, non sia degna di farmi da erede? È sangue del mio sangue, è sangue di Salazar Serpeverde, ed è sangue dei Black. Portale rispetto.”

“Sono prostrata,” Bellatrix sussurra. “Non accadrà più, ve lo giuro.”

“Sarà meglio. Non accetterò ulteriore insubordinazione da parte tua, siamo intesi? Lascio correre perché sei stanca, e la stanchezza ha parlato per te, e perché mi servi, Bellatrix Lestrange, altrimenti ti ricordo che nessuno è indispensabile, qui, tutti sono sostituibili.” 

Bellatrix annuisce. Come può aver messo in dubbio l’eredità del suo Signore? Come può aver anche solo dubitato di Lui? E di ciò che insieme hanno creato?

“Abbiamo creato qualcosa di perfetto, Bella. Da qualcosa di moralmente indubbio abbiamo creato la vita, abbiamo dato respiro a qualcosa di straordinario, colei che porterà avanti la mia eredità, colei che sarà al mio fianco quando il mio impero sarà finalmente realizzato, colei che mi riporterà indietro dovessi perdermi ancora una volta.” 

“Sono sicura che ne sarà degna, mio Signore.” 

“Ora dammela, abbiamo un sacco di cose da dirci, io e lei.”

Bellatrix allunga il fagotto che ancora teneva tra le braccia e Voldemort la prende con la sicurezza di chi reclama qualcosa che è suo, soltanto suo, e forse è davvero così. 

“Te l’ho detto, che sarebbe stato soltanto mio, Bella1. Non essere troppo sollevata, però.”

“Non sono nata per essere madre,” risponde lei, ritrovando un minimo della sua volontà e della sua sicurezza. Si aggira in territori conosciuti ora. 

“Lo so. Come mia madre.”

“E come la mia.”

Voldemort annuisce. “Anche l’unione dei tuoi genitori è qualcosa di disdicevole, Bella. Lo so cosa fa Cygnus Black quando gli invitati se ne vanno e le porte si chiudono.”

Bella sente il cuore pomparle a mille nel petto. Era ovvio che sapesse. Voldemort sa ogni cosa. 

Eppure. Eppure sei nata tu. Una strega abile e potente. Cerca di essere più paziente con chi ti ha dato alla luce, se vuoi che Delphini lo sia con te.”

Delphini? Si chiama Delphini?” Chiede, spalancando gli occhi scuri. 

Voldemort sorride un’ultima volta e, senza rispondere, lascia la stanza.  

 

[ 1314 parole ]

 

⭐︎☆⭐︎

 

❨ note ❩

1. Qui c’è un rimando assolutamente voluto alla mia flashfic sui Bellamort, “demoni”, se avete voglia di leggerla vi lascio il link qui.


Allora allora, se qualche purista della Bellamort dovesse essere giunto fin qui e dovesse aver letto questo capitolo, be’, mi spiace avervi fatto sprecare tempo. Non c’è nulla di sentimentale e/o sessuale nel rapporto tra Bellatrix e Voldemort, nel mio personale headcanon: come ho fatto intendere anche in “demoni”, che ho linkato nella nota, il loro è un accordo di interesse reciproco, e nulla più. Bella provava una fortissima ammirazione, una vera e propria adorazione, per il suo Signore, ma l’amore? No, non penso che fosse innamorata. E men che meno che lo fosse Voldemort, che per primo disprezzava l’amore in ogni sua forma. Qui leggete di un Voldemort stranamente protettivo (?) verso Delphini, ma solo perché sua figlia è cosa sua, e sappiamo quanto fosse attaccato alle sue cose. Poi voglio chiarire che ognuno è liberissimo di pensarla come vuole, ci mancherebbe, io vi sto solo illustrando il mio personale punto di vista sulla faccenda. Anche per quanto riguarda il concepimento di Delphini, vi ho proposto la mia idea, cioè che non sia avvenuto naturalmente ma attraverso un rito magico antico, e che Bellatrix fosse sterile. Ci tenevo a dirvi la mia in merito, scusate per le note lunghissime. Fatemi sapere come sempre cosa ne pensate.

 

A domani (con una piccola flash stranamente “leggera”) ♥︎

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Marti Lestrange