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Autore: katyjolinar    24/10/2021    6 recensioni
[OMEGAVERSE] Storia di un giovane guerriero che si imbatte in una sua compagna d'infanzia.
Storia partecipante a "luoghi dell'orrore" indetto dal gruppo Facebook Il Giardino di EFP
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passarono tre anni.

Danhum, ormai ventunenne, girava il paese, venendo assunto dai vari nobili locali come guardia speciale, o con altre mansioni militari.

Era un mercenario e un avventuriero, si guadagnava da vivere combattendo al soldo di altri Alfa, spesso in posizione di comando, ed era particolarmente apprezzato per le sue doti di lotta sia armata che a mani nude.

Il suo fisico si era irrobustito, i capelli erano cresciuti e li teneva raccolti in una coda bassa, legata con un nastro di stoffa rossa, i cui capi spiccavano in quella chioma scura.

Lo sguardo era diventato ancora più glaciale, indurito dalle battaglie combattute e reso più cupo da una lunga cicatrice a forma di saetta che fiancheggiava l'occhio destro fino ad arrivare a tagliare il labbro superiore, sullo stesso lato.

Era alto, imponente, e in quel momento camminava, avvolto nel suo mantello scuro, che faticava a nascondere le armi, una grossa spada e un apparentemente pesante martello, lungo un sentiero poco frequentato, non troppo distante dal castello che costituiva una delle residenze della Famiglia Reale.

Girò un piccolo tornante che superava una grossa roccia e si addentrò in un boschetto, che era più che altro un gruppo di una decina di alberi circondati da massi e cespugli, popolato da qualche scoiattolo, delle lepri e, probabilmente, una famiglia di volpi.

Una di queste gli tagliò la strada poco prima di una curva, e Danhum fu costretto a fermarsi, osservando l'animale, che ricambiò lo sguardo prima di riprendere la sua marcia.

Finalmente girò la curva, ma dovette fermarsi nuovamente, poiché venne quasi travolto da un'altra persona. O meglio, questa gli andò addosso e venne bloccata dalla mole del giovane, che la fece cadere di schiena proprio ai suoi piedi.

Il ragazzo la scrutò, senza muoversi di un millimetro: indossava una casacca e un paio di pantaloni, entrambi rattoppati in più punti, aveva i piedi nudi e sulle spalle era adagiato un vecchio mantello sdrucito.

Alla cintura, che stringeva la casacca alla vita, teneva appesa una fodera da cui spuntava l'elsa di un piccolo e maneggevole pugnale, e da sotto il mantello, ben stretta nelle braccia, aveva una borsa tracolla in pelle di medie dimensioni.

Il fisico era minuto, sicuramente in piedi non avrebbe superato il petto di Danhum, e i lineamenti del viso, uniti ad alcune curve che si intravvedevano sotto i vestiti e alla forma delle piccole mani, indicavano che si trattava di una ragazza, e poteva affermare con certezza che non superava la sua stessa età.

I capelli, il cui biondo era parzialmente nascosto da uno strato di sporcizia, erano raccolti in una treccia che scendeva fino a metà schiena, e tutto il suo aspetto indicava che avesse bisogno di un lungo bagno.

"Ma che cazzo..." imprecò la nuova arrivata "Ma guarda dove vai, coglione!"

Nella mente di Danhum si accese una lampadina: quella voce l'aveva già sentita, ma non riusciva a ricordarsi in che occasione. Ma non si mosse, né proferì parola.

"Non hai nulla da dire?" continuò lei, rimettendosi in piedi "Levati dalle palle, coso! Mi blocchi la strada!"

La ragazza, finalmente, alzò lo sguardo, e quando i loro occhi si incrociarono restarono entrambi impietriti; Danhum, finalmente, la riconobbe, e dall'espressione che era dipinta nella sua faccia, anche lei lo aveva riconosciuto, nonostante la cicatrice che ne alterava i lineamenti del volto.

"Ma che... Danhum?!"

"Erya? Che cazzo..."

La bionda aprì bocca per parlare, ma si interruppe quando sentì rumore di passi e delle urla alle sue spalle. Fece per superare Danhum ma quasi inciampò, tanto che lui dovette afferrarla per non farla cadere.

"Lasciami!" protestò "Brutto scimmione troppo cresciuto, mollami! Devo andarmene da qui!"

I passi si stavano facendo più vicini, provenivano dalla strada che, poco più avanti, portava alla residenza reale, e dal rumore il ragazzo capì che si trattava di soldati. Li avrebbero raggiunti entro cinque minuti, Erya stava per venire assalita dal panico, non ci voleva molto per capire che stavano cercando lei.

Non ci pensò su molto e prese una decisione fulminea: con una mossa veloce la sollevò, passandole un braccio attorno ai fianchi, mentre l'altra mano si pressò sulla bocca della ragazza, per impedirle di emettere alcun suono, quindi con un balzo lasciò il sentiero, accucciandosi dietro a dei cespugli e continuando a tenerla stretta e in silenzio, nonostante lei cercasse di liberarsi.

"Zitta e non ti muovere!" intimò, a denti stretti "O ci troveranno!"

Erya smise improvvisamente di muoversi, ma Danhum sentiva che era agitata: il cuore le batteva all'impazzata e sentiva le unghie tagliargli la pelle dell'avambraccio destro, a cui si era aggrappata nel disperato tentativo di liberarsi dalla presa.

Sentirono arrivare il gruppo di soldati all'inseguimento, che si fermò una decina di metri più avanti rispetto alla loro posizione.

Il giovane li tenne d'occhio, pur mantenendosi nascosto, e allentò leggermente la presa sulla ragazza, spostando la mano sinistra sull'elsa della propria spada.

Enya, visibilmente impanicata, prese a cercare qualcosa nella sua tracolla, e Danhum non le prestò molta attenzione, continuando a tenere gli occhi sui propri inseguitori, finché...

Un odore dolce e inebriante raggiunse le sue narici, un odore che quasi lo stordì, e che identificò immediatamente: era il profumo di un Omega appena entrato nella fase di calore del suo ciclo mensile.

Lentamente si girò verso la ragazza, e notò che teneva tra le mani un sacchetto aperto, dentro il quale c'erano delle erbe; riconobbe anche quelle: erano un rimedio che gli Omega usavano per bloccare i calori, e una volta assunte nel giro di mezz'ora facevano sparire l'odore, evitando che gli Alfa potessero captarlo.

Era confuso. Erya non era una Beta?

Ma non aveva tempo di pensare... E non avevano mezz'ora, quell'odore era troppo forte, sarebbe arrivato a breve a quei soldati.

Avevano bisogno di qualcosa di più veloce.

A lei non sarebbe piaciuto affatto, conoscendola come era ancora tre anni prima, e nemmeno lui era così entusiasta di dover attuare quella soluzione, ma non c'era altro modo.

"Non abbiamo tutto questo tempo..." sussurrò.

Nell'attimo successivo le strappò il mantello, e affondò le zanne Alfa, emerse nel momento in cui aveva percepito quel profumo, nel muscolo in prossimità della clavicola.

   
 
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