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Autore: AlysSilver    28/10/2021    1 recensioni
[Già più di 11.2k letture su Wattpad e un sequel, Inazuma Eleven Beyond The Horizon, già pubblicato su entrambe le piattaforme]
Sono passati molti anni dopo la vittoria della leggendaria Inazuma Japan guidata da Mark Evans. I suoi membri sono diventati adulti, genitori e alcuni di loro hanno persino abbandonato il mondo del calcio. Ora tocca ad un'altra generazione difendere l'amato sport dopo quella di Arion.
Genere: Avventura, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Axel/Shuuya, Caleb/Akio, Jude/Yuuto, Mark/Mamoru, Shawn/Shirou, Shuu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Me l'ero sempre cavata bene a scuola, nonostante fossi un'iperattiva cronica. Tendevo a distrarmi con estrema facilità, eppure, se fossi stata interpellata, avrei avuto sempre la risposta pronta. Lo stesso non si poteva dire di Emma, che spesso non si accorgeva nemmeno che il professore la stesse rimproverando.

-Ella ... ps ... Ella.- Mi sporsi indietro, approfittando che il professore fosse distratto. Non avevo intenzione di farmi rimproverare il primo giorno.

-Cosa c'è?

-Ti sei accorta che il novanta per cento dei ragazzi di classe nostra non ti stacca gli occhi di dosso da quando sei entrata?- Alzai un sopracciglio interdetta, effettivamente non me ne ero assolutamente resa conto. Non ero mai stata brava a capire quel genere di cose. Ero sempre stata troppo concentrata sul calcio e a trattare i maschi esclusivamente come compagni di squadra. Quando invece qualcuno affermava esplicitamente di avere una cotta per me, tendevo a frienzonarlo con gentilezza. Era strano sentire le altre parlare delle loro cotte o dei loro fidanzati, io non avevo mai provato un interesse del genere. -Sei la mia migliore amica, ma devo proprio dirtelo, sei strana forte. Ti viene dietro mezza scuola e tu ignori chiunque si avvicini. Se fossi in te e non avessi il ragazzo, ne approfitterei alla grande.

-Non mi pare il luogo appropriato per parlarne.

-Perché ogni volta che tiro fuori questo argomenti sei pronta a scappare in Messico?

-Forse perché preferirei non trattarlo?

-Noiosa.

-Interroga il tuo amato Fabian sull'argomento e lascia in pace me per favore. O se preferisci chiedi ad Ethan con quante ragazze è uscito nell'ultimo mese. Se fa così a quattordici anni, non voglio nemmeno in immaginare cosa potrebbe fare a diciotto.- Era ironico pensare quanto il biondino fosse un dongiovanni, eppure se un essere di sesso maschile si fosse avvicinato a me, sarebbe stato pronto ad ucciderlo. Non serviva nemmeno dire che Sirius lo avrebbe aiutato ad occultare il cadavere. L'affascinante, almeno per l'italiana, conversazione venne interrotta dalla campanella salvatrice, che, ancor più fortunatamente, era quella delle quattro.

Camminavamo tranquillamente fino alla sede del club di calcio. Essendo il primo giorno, non dovevamo correre per evitare di arrivare in ritardo. Stavo riflettendo sul fatto che molti giocatori si erano diplomati lo scorso anno e quelli tra cui potevamo scegliere nella seconda squadra non erano di certo all'altezza del campionato ufficiale. L'unica speranza per riconfermarci campioni era nelle matricole di quest'anno.

-Secondo voi si iscriverà qualcuno di nuovo?- Domandò curioso Alexander mentre giocherellava con uno dei suoi due anelli. Non si toglieva mai quei due gioielli d'oro, che oramai erano diventati il suo marchio di fabbrica. Il primo gli adornava il medio della mano sinistra e l'altro il mignolo della destra. Un giorno, l'ultima volta che l'avevo visto senza, li aveva riposti nella borsa e per scherzare, quando si era andato a fare la doccia, i ragazzi li avevano nascosti. Temevo non avrei mai dimenticato le sue urla infuriate. Tra una chiacchiera e l'altra arrivammo a destinazione. Nonostante fossero passate solo poche settimane, mi era davvero mancato molto quel posto. Per noi era come se fosse un vero e proprio santuario del calcio. Appese in bella mostra, due foto erano posizionate una sopra l'altra. Le due formazioni lì impresse, erano quelle che avevano segnato di più la storia della nostra scuola. Erano la mitica Raimon Eleven, dove mio padre spuntava al centro dell'immagine, e Raimon Go, la generazione della rivoluzione. Dal primo momento in cui le avevo viste, avevo sognato che anche noi potessimo finire su quella parete. Ritornai sulla Terra, non appena mi accorsi dei due ragazzi che ridacchiavano seduti sui divanetti.

-Ecco dove cazzo erano finiti.- Disse Genesis alle mie spalle. -Iniziavo a credere che gli alieni li avessero rapiti per farli partecipare ad una nuova edizione del Gran Celesta Galaxy.- Il commento generò una risata collettiva, che finalmente attirò l'attenzione dei due. Melany Schiller poteva definirsi facilmente una tipica oca se non la si conosceva. Le sue meravigliose ciocche rosse, salvo due bianche che portava intrecciate dietro, e gli occhi color Tiffany incantavano parecchi. In realtà si trattava più semplicemente di una pazza, ovviamente nel senso buono del termine, incredibilmente simpatica. Nonostante fosse anche lei del secondo anno, non eravamo nella stessa sezione e questo ci impediva di conoscere i reciproci spostamenti. La medesima cosa si poteva dire per Derek Samford. Lui era all'ultimo anno, però, non in classe con Alex ed Aiden. Era anche lui un bel ragazzo, di ottima presenza. Aveva i capelli decisamente più corti rispetto alla maggior parte degli altri ragazzi, ma rimanevano sempre abbastanza lunghi da essere in un perenne stato di confusione, creato appositamente. Gli occhi erano eterocromatici, il destro rossastro, mentre il sinistro sul blu grigiastro, il primo ereditato dal padre e il secondo dalla madre, e la carnagione abbronzata. Sul sopracciglio destro, troneggiava inoltre un piercing, che lo faceva spiccare rispetto agli altri ragazzi della scuola.

-Ciao miss simpatia.- Rispose il ragazzo. –Triste di constatare che le vacanze non ti hanno migliorato il senso dell'umorismo.

-Senti tu brutto imbecille.

-Non iniziate. Vorrei arrivare almeno alla seconda settimana, prima di sorbirmi una delle vostre solite sfuriate.- Li chiamai autoritaria, mentre ripresi la marcia verso gli spogliatoi. Stavo per varcare la soglia di quello femminile, quando Fabian mi fermò. Oltre ad essere il ragazzo di Emma e il figlio di Steve Grim, era l'unico manager rimasto al club dopo il diploma degli altri. Ecco un'altra cosa di cui avrei dovuto occuparmi.

-Ho una notizia importante.

-Per la tua incolumità psicofisica spero che sia una cosa bella.- S'intromise Sirius, lasciandosi cadere su uno dei divanetti. Era sempre esilarante notare, come persino per un genio dello studio il primo giorno potesse risultare distruttivo.

-Giudicate voi stessi.- Arrivò con uno scatolone pieno di indumenti impacchettati, evidentemente nuovi di zecca. –La scuola ha commissionato delle nuove divise.

-Peccato, a me piaceva l'idea di essere tornati alle divise della prima Raimon.

-Ora dovrai scoprire quale nuovo mantello abbinarci.- Disse ridacchiando Ethan, appoggiandosi allo stesso divanetto per scorgere il volto dell'amico.

-Com'è dura la vita.

-Siete due imbecilli.- Aggiunsi ridacchiando.

-C'è un motivo se siamo come dei fratelli noi tre.- Stavo per ribattere, però poi riflettendoci meglio, mi resi conto di una cosa.

-Non posso darti torto. Dai vediamo queste nuove uniformi e speriamo non abbiano colori strani. Io non ho intenzione di indossare nulla che sia nella scala di colori del viola. Farebbe eccessivamente a pugni con il colore della fascia.

-Sai ci sono dei momenti in cui mi scordo che sei una ragazza, ma poi succedono queste scenette.- Alzai le spalle e mi diressi verso la pila di confezioni. Non ebbi un'eccessiva difficoltà a capire quale fosse la mia, essendo l'unica differente dalle altre. Aveva le maniche lunghe ed era dello stesso arancione che compariva su quella precedente. Partendo dallo scollo aveva una bordatura di un simil verde bottiglia, che in quel punto disegnava un fulmine, e si estendeva lungo le spalle e le braccia. Lo stemma della scuola era stato cucito invece a sinistra, all'altezza del cuore. I pantaloncini erano bianchi, però anche qui presenti due strisce, che cominciavano distanziate all'incirca al centro della vita e si concludevano nuovamente in un lampo sul lato esterno della gamba. I calzettoni riprendevano la maglia come fantasia. Infine, gli scarpini erano bianchi con una zona gialla. Nel contesto l'abbinamento risultava molto gradevole. A quanto pare almeno a me era andata bene.

-Le vostre come sono?

-Non male. Sono praticamente identiche alla tua, ma con le maniche corte e un diverso abbinamento di colorazioni. Il sopra è color oro e le decorazioni sono di un blu-azzurro, mentre il sotto ha il colore predominante invertito con quello secondario. Il resto è identico.

-Allora?

-Eh?

-Hai deciso cosa abbinarci?

-Pensavo a quello rosso, esattamente come la tua fascia da capitano.

-I numeri sono rimasti invariati?

-Sì, ho sempre il quattordici e per gli altri è lo stesso.

-Ragazzi volete rimanere tutto il giorno a chiacchierare, oppure vi andate a cambiare e iniziamo l'allenamento?- Mio padre era comparso dal suo ufficio con un passo talmente felpato che nessuno se ne era minimamente accorto. Anche zia Celia, responsabile come sempre del club, o per meglio dire la Signora Samford, ci osservava a distanza sorridente, attendendo la risposta.

-Forza sbrighiamoci, che oggi pomeriggio abbiamo solo il campo interno, perché in quello esterno la seconda squadra avrà i provini.

-I nostri quando sono invece?- Mi domandò Melany, alzandosi dalla sedia.

-Domani.


Se volete vedere i disegni dei personaggi o altri inerenti alla storia, li trovate su Instagram sull'account astrastellablack

   
 
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