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Autore: Duskblade    01/11/2021    0 recensioni
Alister, ex comandante di una armata, ne aveva passate decisamente tante. E adesso è alla ricerca di qualcosa, di un antico potere dimenticato, che gli permetterà di cambiare le sorti di un impero che ormai non riconosce più. Ad accompagnarlo in questo viaggio pieno di imprevisti, i suoi fedeli compagni, Belgos e Seifer, due lupi giganti della Tribù dei Ghiacci Perenni. Per riuscirci avranno bisogno dell'aiuto di amici e compagni che, tra un boccale di birra e legami che diventeranno sempre più forti, saranno disposti ad esplorare luoghi sconosciuti e affrontare epiche battaglie.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

La Città degli Ingranaggi – L’Accademia delle Arti

 

Ci incamminammo lungo il sentiero nella foresta. Proseguimmo tutta la notte fino a raggiungere, al mattino presto, al sorgere del sole, un ruscello, dove ci accampammo per fare colazione.

Durante tutto il cammino non ci fu modo di intavolare una conversazione, considerò Mistral. La noia di quel silenzio le fece venire sonno. Anche se era ancora scombussolata, la pelliccia di Belgos era così soffice, che cedette al sonno.

Quando si svegliò, si sentiva un dolce profumino di erbe e uova strapazzate.

Mistral “Dove siamo? E qual è la meta che volete raggiungere messere?”

Belgos e Seifer trattennero a stento delle risate nel sentire chiamare il loro amico messere.

Respirai pazientemente, mentre mi grattai la fronte con un dito, e con un colpo di tosse per schiarirmi la voce, le dissi: “Niente messere”

Mistral “Va bene… ser Alister”

Alister “Non sono un cavaliere”

La ragazza era visibilmente crucciata non sapendo come fosse meglio chiamarmi nel rivolgersi a me.

Mi scompigliai i capelli con la mano poi le dissi: “Basta Alister. Piuttosto, avrai fame… ho preparato una tisana e delle uova, spero che ti piacciano.”

Sorridendo gentilmente Mistral mi disse: “Sì grazie, accetto volentieri”

Belgos e Seifer, che avevano assistito, incalzarono “E per noi, mio signore, cosa c’è di buono?”  “Sii messere, cosa c’è per noi” sogghignando fra loro.

Uno mio sguardo gelido li rimise in riga, e gli risposi “Per voi un po' di carne esiccata” che gli lanciai e che i due presero al volo.

Mistral “Sono davvero buone le uova… Posso chiedervi dove siamo diretti e cosa volete fare di me”

Alister “Ti ringrazio… Ma cosa intendi con “cosa volete fare di me”?”

Mistral “In genere mi vendono e mi cambiano nome. Una persona che non vede a causa di una benda che non può togliere è un peso; quindi, in genere è così che finisce sempre”

Alister “Ora capisco perché dici di avere diversi nomi, ma voi cosa sapete fare? Come siete sopravvissuta fino adesso e come pensavate di sorpassare la foresta, se non potete vedere?”

Mistral “In effetti… io vedo qualcosa… vedo le energie. Quelle della terra, degli alberi… Non vedo come voi, ma posso distinguere se c’è qualcuno. La vostra energia è molto grande ed ha un colore piacevole, non credo che voi siate la persona che pensava Craken. Una persona del genere non sprigionerebbe una luce così calda, cosi come anche Seifer, ha un’energia azzurra e bianca come il ghiaccio; solo Belgos non riesco a percepire in lui un colore distinto, eppure è come se mi avvolgesse, come se fosse un lampo rosso che appare e scompare. È il primo che vedo così. Per quanto riguarda me, so cantare, suonare, ballare, e fare qualunque attività domestica… per esempio, io avrei aggiunto del rosmarino selvatico alle uova, sarebbero state strepitose”

Alister “E dove troverei del rosmarino selvatico?”

Mistral “E’ proprio lì, ne percepisco un po' di energia, dietro a Belgos”

Belgos “Confermo qua c’è un bel cespuglietto”

Non commentai.

Mistral “Però, voi continuate a non rispondere alle mie domande, e me ne fate sempre delle altre”

Alister “Davvero?”

Mistral “Lo avete fatto anche adesso”

Restai in silenzio.

Mistral “Ebbene, non dite più nulla?”

Alister “E che ti dovrei chiedere cosa volessi sapere, e non volevo farti un’altra domanda”

Belgos e Seifer si misero una zampa sulla faccia.

Mistral scoppiò in una risata contenuta, chissà, forse pensava che lo stessi facendo apposta per farla stare a suo agio. Appena si ricompose mi chiese di nuovo dove eravamo diretti.

Pensai che fosse bello sentire di nuovo le risate spontanee di qualcun altro. Mi mancavano i momenti con i miei commilitoni, e lo scherzare davanti ad un fuoco… Ora eravamo rimasti solo noi tre. Presi fiato e guardando in alto nel cielo gli risposi “Stiamo andando alla città degli ingranaggi, c’è una persona che devo incontrare, e forse, potrà fare qualcosa per i tuoi occhi. Non ho intenzione di venderti a nessuno! Sarai libera di scegliere come vivere la tua vita e di chiamarti come più ti aggrada. Quindi: quale sarà il tuo nome da libera?”

Mistral “Dite sul serio?”

Belgos e Seifer risposero completando a vicenda la frase l’uno dell’altro “Non mente mai” “Quando dice che fa una cosa” “Non si ferma, finché non la fa”

La ragazza disse “Allora, se non vi dispiace, vorrei essere chiamata Aisha”

Misi una mano sulla testa della ragazza, accarezzandole i suoi folti capelli, le dissi: “Piacere di conoscerti, Aisha. Noto che non hai più la febbre, è un buon segno.”

Aisha arrossì al gesto e poi chiese “Ma se non sbaglio, eravate stato colpito ieri. Come va la vostra ferita?”

Alister “Veramente ha perforato una parte della spalliera, ma non abbastanza da colpirmi… comunque, non è necessario tutto questo darmi del voi, puoi darmi del tu”

Aisha: “Come volete… cioè, come vuoi” poi cambiò discorso “Sentite, perché non sfruttiamo il fiume qui vicino e non ci facciamo un bagno? Di certo ne avrete bisogno tutti! Io non vedo l’ora di togliermi tutto questo sporco di dosso” e alzandosi si diresse verso il fiume spogliandosi.

Adesso ero io che arrossivo. Mi voltai dall’altra parte, costringendo anche Belgos e Seifer a girarsi.

Aisha “L’acqua è stupenda… è così fresca, non volete farvi un bagno anche voi?”

Alister “Preferisco dopo, sai dopo mangiato non è bene farsi il bagno” la voce mi uscì più timida del dovuto.

Mentre quei traditori di Belgos e Seifer scattarono contemporaneamente e si gettarono in acqua, mettendosi a giocare con lei. Si potevano sentire le loro risate mentre si schizzavano con l’acqua.

Quando uscirono dall’acqua, la ragazza si scaldò tra i due lupi, mentre i suoi vestiti si asciugavano, ed io ne approfittai per farmi un bel bagno.

Ci fermammo mezza giornata, mentre ero ancora nel letto del fiume, sentii una dolce melodia innalzarsi tra i lupi. Era Aisha che aveva iniziato a cantare con una voce calda e dolce una vecchia cantilena. Sembrava che potesse guarire anche le ferite più vecchie del cuore… Stranamente ci sentimmo tutti pieni di energie e con una profonda calma.

Ci rimettemmo in viaggio. La città distava altri 2 giorni che proseguirono tranquilli, con risate e piacevoli conversazioni.

Prima di entrare in città, diedi a Seifer e Belgos la pozione per renderli lupi dalle grandezze normali. Mi misi un mantello del camuffamento, non potevo essere riconosciuto, e avere Aisha con noi, avrebbe reso le cose più semplici, visto che era chiaro che probabilmente a quest’ora stavano cercando un uomo con due lupi.

 Ci dirigemmo verso la locanda conosciuta come La cetra dorata. Affittammo una stanza e lasciai Aisha e i lupi alla locanda.

Belgos “Non sarebbe meglio se veniamo anche noi?”

Alister “Mi piacerebbe, ma all’Accademia delle arti ci riconoscerebbero subito. Magie di questo basso rango, lì, vengono viste ad occhi chiusi. Faccio prima ad entrare senza farmi vedere, celando la mia presenza. Tranquillo, Scarlet mi accoglierà a braccia aperte. È una vita che non ci vediamo”

Uscii dalla locanda e mi diressi verso la Via dei mercanti. Presi del sidro e i biscotti che piacevano a Scarlet. Sapevo che non potevo entrare dalla porta principale, così seguii il percorso che facevamo da ragazzi, su per i tetti, un salto di quattro metri, e giù per l’abbaino del tetto. Era la nostra terza entrata segreta!

Entrai e mi diressi giù verso le stanze. Scarlet è sempre stato un tipo molto attento e meticoloso, per non parlare della sua mania del pulito. Quindi, riconoscere la sua stanza in quella vecchia accademia, era facile: era senza alcun dubbio quella con la porta più nuova.

Entrare era stato semplice. Preparai sul tavolo i biscotti e mi misi a cercare dei boccali per il sidro. Quando ebbi finito, mi sedetti ad aspettare il suo arrivo.

Passarono un paio d’ore, che mi sembrarono interminabili, quando sentii finalmente girare la chiave nella porta. Decisi di nascondermi per fargli una sorpresa.

Osservai Scarlet entrare, era sempre concentrato su qualcosa, con una pigna di libri in mano. Si avvicinò alla scrivania e vide sia i biscotti che il vino. Prese un biscotto, mentre io mi stavo avvicinandomi a lui, senza fare nessun rumore, per coglierlo di sorpresa… ma fui travolto da un’onda d’urto che mi scaglio contro il muro.

Scarlet “Con che coraggio osi entrare, dopo quello che hai fatto?!”

Alister “Scarlet, stai calmo! Parliamone! Ho portato i tuoi biscotti preferiti e del vino, perché non parliamo civilmente come ai vecchi tempi?”

Scarlet “Facciamo così: prima ti uccido e poi parliamo!” Dopo di che, con voce tonante, pronunciò le parole “Spazius Tempus” e sia io che lui, fummo catapultati in una dimensione creata da lui, che avvantaggiava lui e dava ogni tipo di svantaggio a me. In più, sembrava che potesse piegare e ridisegnare quella zona, a suo piacimento.

Alister “Sei diventato davvero forte! E sembri davvero arrabbiato… ma se mi lasci spiegare…”

Scarlet non voleva ascoltarmi, in quella dimensione poteva fare ciò che voleva senza trattenersi, perché lì, non avrebbe fatto danno a niente e nessuno, a parte coloro che erano dentro la dimensione da lui creata. E a quel punto mi scagliò una palla di fuoco.

Riuscii a schivare il colpo, ma finii a terra. Il pavimento era in continuo movimento, non era semplice mantenere l’equilibrio, Scarlet creò immagini di sé stesso per tutta la stanza, era impossibile distinguere l’originale dalle copie, e da tutti partivano dardi e altri incantesimi. Ne schivai alcuni, poi fui colpito prima da una palla di fuoco e poi da un pugno folgorante. Non sarei resistito a lungo, e lui non aveva alcuna intenzione di ascoltarmi. Avrei dovuto impegnarmi. Richiamai la mia armatura e la mia spada.

Scarlet “Finalmente hai deciso di fare sul serio! E dimmi, ucciderai anche me, come hai fatto con i tuoi uomini? Come hai fatto con Eufonia? Ti avevo chiesto espressamente di proteggerla! Ed ora, non solo Eufonia è sparita, ma al posto del mio vecchio villaggio, c’è un cratere di 30 metri! Non è rimasto niente! Che razza di potere hai cercato? CHE COSA HAI TROVATO, CHE VALESSE LA VITA DI TUTTE QUELLE PERSONE??” Mentre mi vomitava addosso tutta la sua frustrazione, evocò una Pioggia di Meteore, senza alcun dubbio il colpo migliore che un mago poteva sferrare! Ma non si fermò lì. Aveva plasmato il pavimento, in modo da bloccare ogni mio movimento, bloccando le mie gambe. Non mi restò altro da fare se non alzare tutte le mie difese.

Subii il colpo, lo incassai tutto, tanto da cadere in ginocchio. Sentii la sua rabbia, in fondo ne ero consapevole. Lo accettai, ma non sopportavo che lui mi credesse capace di una cosa del genere. Fui pervaso dalla rabbia. Quel colpo di certo era potente, e aveva usato già gran parte delle sue energie magiche. Infatti, ora il terreno non si muoveva più, se non avessi avuto la mia armatura sarei morto! Ma ora non potevo più mantenerla attiva.  Richiedeva una gran parte di energia e decisi di restare solo con la spada. Guardai l’area circostante. Erano rimaste cinque immagini di Scarlet, una doveva essere quella vera. Alister “Bene, bene. Sembra proprio che tu non voglia ascoltarmi, allora facciamola finita” mi aiutai con la spada a rialzarmi.

Scarlet “Mi dispiace Alister! Tu eri come un fratello” una lacrima rigava il suo viso, e mi disse “Questo è un addio”

Si stava concentrando per il suo miglior incantesimo, non avevo mai visto un’energia simile! Aveva superato ciò che era umanamente comprensibile… ma quelle lacrime lo tradirono. Le immagini non hanno sentimenti. Mi scagliai con la spada, con tutta le mie forze, addosso a lui. Ma poco prima di arrivare feci cadere la spada, e lo colpii con tutta la mia forza, con pugni diretti, prima alla bocca dello stomaco, poi al volto. Non ci avevo visto più, non riuscii a trattenere la mia forza, tanto che Scarlet perse i sensi. Tutto lo spazio dimensionale si annullò, ed entrambi ci ritrovammo di nuovo in camera sua.  Subito dopo, mi accasciai a terra affianco a lui, sfinito.

Aspettai che riprendesse i sensi.

Scarlet “Perché non mi hai ucciso? Io stavo per farlo” mi disse mentre si copriva con il braccio gli occhi a nascondere le lacrime.

Alister “Lo sai che non potrei mai, lo hai detto tu, siamo fratelli” dissi sorridendo.

Scarlet “Cosa è successo realmente ad Eufonia e al villaggio? Hai fatto tu quel cratere? Come hai fatto?” mi tempesto di domande.

Alister “Siediti, avevo portato sidro e biscotti proprio per raccontarti tutto”

Gli raccontai come l’impero, che prima servivo, aveva dichiarato infruttuoso il villaggio e dispendioso da mantenere, tanto che aveva ordinato il suo sterminio. Cercai di convincere il Generale Castiago che non serviva arrivare a tanto e che, alla peggio, si sarebbero dovuti mantenersi e difendersi da soli, senza più alcun ausilio o aiuto da parte dell’impero. Pensavo di averlo convinto, aveva ritirato le sue truppe. Allora sono andato a trovare Eufonia, tua sorella, che ti porta i suoi saluti e ti fa sapere che sta bene”

Scarlet mi interruppe bruscamente e prendendomi per il bavero, alzando la voce, mi disse “Cosa??? Eufonia è ancora viva e tu me lo dici solo adesso? E dove si trova? Perché non riesco in nessun modo a comunicare con lei? Cos’è che non mi dici? E poi, puoi smettere di fare delle briciole con i biscotti, ma dà sui nervi!!”

Alister “Se mi… lasci… respirare… ora ci arrivo…” Finalmente mi lasciò. Presi un po’ di sidro e ripresi il racconto “Devi sapere che i miei uomini erano rientrati con Castiago. Quello che non sapevo è che loro stavano cercando questa” Tirai fuori dalla tasca della mia blusa, una collana con attaccata una pietra sferica dai colori vivaci.

Ripresi a raccontare “Non mi ero accorto che ero stato seguito, o forse c’era un incantesimo di sorveglianza, fatto sta che scoprii che questa pietra è una Pietra dei Mondi, e Castiago la voleva. Decise di tornare. I miei uomini, che erano lì con lui cercarono di fargli cambiare idea, ma furono tutti dichiarati traditori. Iniziò una battaglia e, puoi solo immaginare come andò a finire. Quando uscii dal villaggio, vidi l’armata di Castiago che stava avanzando. Io non sapevo cosa fosse successo ai miei uomini. Quando lo scoprii non ci vidi più, e con me neanche Belgos e Seifer. Non potevo più restare a guardare, volevo cambiare le cose, a poco a poco, dall’interno… Ma ho fallito! Mi sono ribellato e abbiamo iniziato la battaglia. Sconfissi l’intero esercito di Castiago, mentre Eufonia usò questa pietra per sigillare il villaggio e tutta l’area circostante. Mi ha detto che quando tutto sarebbe finito, tu avresti trovato il modo di rimettere le cose a posto, e che potevi star tranquillo: finché sono all’interno di quella pietra, non gli sarebbe mancato niente, perché il villaggio era in grado di autosostenersi” Misi la pietra tra le mani di Scarlet “Ora sei tu, che ne devi avere cura. È una tua responsabilità.”

Scarlet ora poteva sentire la presenza di Eufonia, ma mi chiese “Scusa, come hai fatto con Castiago?”

Alister “Il nostro era un combattimento alla pari, nessuno dei due riuscì a prevalere sull’altro. Lo scontro terminò solo dopo che tua sorella riuscii ad attivare quella pietra. Una volta attivata, Castiago perse ogni interesse, dicendomi che ora era inutilizzabile”

Scarlet “Le voci che sono arrivate erano che tu fossi impazzito, e che l’impero si sarebbe impegnato a fare giustizia, sia per gli abitanti del villaggio, sia per i compagni traditi. Scusa se ho ceduto al dubbio, ma quando ho visto il villaggio tramite gli Specchi… che non esisteva più, e il fatto che non riuscivo a comunicare, con nessuna magia a me conosciuta, con Eufonia, non ci ho visto più. Mi serviva qualcuno sui cui sfogare la mia frustrazione. Ma, ora tu cosa intendi fare?”

Alister “Hai mai sentito parlare dei 7 Imperatori?”

Scarlet “Coloro che dominavano il vecchio mondo sotto un unico vessillo?”

Alister “Sì esattamente. Ho scoperto che hanno lasciato un Artefatto Composito, in grado di unire qualsiasi tribù, popolo o razza se riunito. I sette re avevano capito che tutto quel potere in mano ad una sola persona, sarebbe stato corruttibile. Ecco perché lo divisero e si diedero un pezzo a testa, in modo che ci fosse un equilibrio. Alla loro morte, ogni re nascose il pezzo in luoghi segreti che nessuno conosce”

Scarlet “E tu hai scoperto dove sono?”

Alister “Non proprio”

Scarlet “E come cavolo pensi di trovarli?”

Alister “Partendo dall’unico indizio che lega i 7 re: la poesia dei regni. Penso che sia quella la chiave”

Scarlet “Quella che recita:

Per la valle dei deserti,

lungo le spalle dei giganti,

 fin sopra le nuvole,

per discendere nella nebbia del valhalla,

tra le fauci di un drago,

in un tempo che non c’è più

solo il battito del cuore ….

E nessuno sa come finisce?”

Alister “Esattamente”

Scarlet “Tu sei impazzito! E con chi farai questo viaggio senza meta?”

Lo guardai in silenzio……

Scarlet “Cioè tu… tu vorresti che io lasciassi i miei studi, per unirmi in una spedizione senza meta, nel cercare un artefatto, che non ci sono prove che sia mai esistito, e che molti pensano che sia solo una leggenda, solo per accompagnarti?”

Alister “In verità ci sono anche Belgos e Seifer forse anche una ragazza che ho app…”

Scarlet “Ma allora sei davvero pazzo!!”

Alister “No dai, sarà un’avventura come ai vecchi tempi. Ci servono solo altre due o tre persone… E poi, non puoi riportare indietro Eufonia con l’impero che fa ancora quello che gli pare, non trovi?”

Scarlet “Almeno su questo non hai tutti i torti… Penso che la tua pazzia sia contagiosa, non riesco a credere a quello che sto per dire” disse portandosi una mano alla testa “E va bene. Hai già in mente altri da reclutare?”

Lo abbracciai euforico “Troveremo gli altri lungo il nostro viaggio” gli dissi sorridendo, poi aggiunsi “Ascolta, potresti darmi una mano, con una ragazza?”

Scarlet “Ma ti sembra questo il momento di avere un’avventura con una ragazza?”

Alister “Ma cosa hai capito?? L’ho incontrata pochi giorni fa, ma non so perché ha una benda con sigillo arcano, che non può togliere. Forse tu puoi fare qualcosa”

Scarlet “Dove si trova?”

Alister “Alloggiamo alla locanda la Cetra Dorata

Scarlet “Fammi cambiare. Incontriamoci lungo la Via dei mercanti così mi condurrai da lei”

Mi alzai, ma le gambe quasi mi cedettero. Ero ancora visibilmente stanco, anche se lo nascondevo.

Scarlet “Da dove pensi di uscire? Non credo che poi usare il tetto, quel salto ora è troppo impegnativo, conciato come sei”

Alister sorridendo disse “Indovina grazie a chi? Comunque, tranquillo, ci vediamo giù”

Scarlet “Ne sono sicuro che ci vediamo giù! Ti troverò disteso al suolo… se provi a fare quel salto almeno bevi questa, dovrebbe alleviarti un po’ i dolori. Non voglio averti sulla coscienza” mi disse lanciandomi una pozione curativa abbastanza potente, che presi al volo, e voltandomi alzai la mano facendo un cenno di saluto con le dita.

Circa mezz’ora dopo, ci rincontrammo per dirigerci verso la locanda. Lungo il tratto chiacchieravamo allegramente, scambiandoci un paio di spinte giocose.

Ad un certo punto arrivammo nei pressi della locanda. Era piena di gente, c’erano così tante persone che erano anche ammassate fuori.

Alister “Non sapevo che ci fossero eventi. Avevo scelto questa locanda perché dava poco nell’occhio.”

Ci facemmo strada tra gomitate e scuse, ma le persone erano rimaste tutte lì imbambolate.

Scarlet mi disse “Il tizio che suona deve essere un bardo, cerca di non guardarlo e tappati le orecchie con queste” porgendomi dei tappi e proseguì dicendo “o potresti rimanere charmato. Molto probabilmente, finito il concerto, nessuno avrà più dei soldi. Succede spesso in queste zone: un bardo o un mago e un ladro, uno distrae e l’altro agisce indisturbato”

Riuscimmo ad entrare e Scarlet mi chiese dove fosse la nostra stanza per incontrare Aisha. Gli stavo per indicare che era ai piani superiori, quando la vidi sul palco, e c’erano pure Seifer e Belgos a fare come da bodyguard. Gli indicai il palco, dicendo “Veramente… è quella la ragazza” probabilmente aveva trovato dei vestiti nella stanza, perché ora Aisha era vestita come una gitana, con sonagli alle caviglie, pantaloni a sbuffo con spacchi laterali, e un corpetto succinto. Stava suonando un violino, non finiva mai di stupirmi! Mentre sembrava fare una lieve danza tamburellando a piedi nudi e facendo suonare i sonagli.

Scarlet “Di certo la locanda non da nell’occhio, ma lei non passa inosservata. Non mi avevi detto che era un bardo così affascinante”

Alzai lo sguardo sospirando e dissi “Andiamo” Ci avvicinammo al palco, seppur con fatica, la gente non si voleva proprio spostare.

Quando fummo li vicini lei mi riconobbe, interruppe la musica e corse vicino a noi, dicendomi “Sei tornato? Qui c’è tanta gente divertente, non mi divertivo così tanto da parecchio” mi disse col fiatone. L’atmosfera di estasi rimase nella stanza fino a quando il proprietario della locanda non ebbe la brillante idea di chiedere un’offerta di ricompensa. Quando tutti si resero conti di essere stati derubati, iniziarono ad inveire contro la ragazza. Una folla inferocita, che chiedeva di essere risarcita, per il danno subito. Seifer e Belgos iniziarono a ringhiare e a mettersi in mezzo. Nessuno, credo, avrebbe voluto un morso da un lupo.

L’oste mi si avvicinò, intimorito dai lupi “Siete stato voi a portare questa ragazza e i lupi? Siete in combutta con lei vero? Siete voi il ladro”

Lo guardai in modo freddo e gli risposi “Non è bene accusare qualcuno senza prove. Noi siamo appena arrivati, e comunque” senza aggiungere nulla e con passo deciso, spinsi l’oste e salii sul palco esordendo “Che razza di persone siete? Vi siete goduti lo spettacolo da non so quanto. Vi siete fatti abbindolare da una ragazza mezza svestita e non vi siete accorti che vi hanno preso dei soldi. Siete solo dei poveracci, e chiunque voglia indietro il suo denaro lo sfido qua ed ora a braccio di ferro. Se vince gli darò 5 volte tanto quello che gli è stato rubato. Ma se perde, mi prenderò il suo braccio” presi un tavolo e due sedie, li mise sul palco. Chiamai Belgos con un fischio, lui si pose ad un lato del tavolo. Poi tirai fuori dalla tasca un anello d’oro e lo appoggiai all’altro lato del tavolo. Dopo di che dissi “Allora chi è il primo, che il mio lupo a fame!” Belgos ringhiò facendo ben vedere tutti i denti e facendo scendere un po’ di saliva. Tutti si erano ammutoliti, come mi aspettavo che fosse, così dissi “Bene, allora potete tornarvene…” Fui interrotto “Vengo io, ma non basta di certo quell’anellino! Mi è stato sottratto molto di più, ben 100.000 Blackberry! Quindi voglio la ragazza!”

Alister “Tu saresti andato in giro con 100.000 Blackberry? Sei la prova vivente che gli idioti esistono, oppure sei più semplicemente un bugiardo! Comunque, la ragazza non è merce di scambio! Ti restituirò la somma che avevo detto, quindi 500.000 Blackberry, ma la domanda esatta è: Quanto vale il tuo braccio?”

Il mezz’orco si alzò infuriato “Dai a me dell’idiota e del bugiardo? E tu dove pensi di trovare 500.000 Blackberry?” sbraitò scaraventando via un po' di gente per farsi strada.

Scarlet “Garantisco io per lui” pose il sigillo di gran maestro dell’accademia delle arti dallo stesso lato dell’anello, poi rivolgendosi a me, mi disse sottovoce “Sei sicuro di farcela? Sei ancora stanco, mi pare”

Alister “Stavo bleffando e puntavo tutto su Belgos, infondo quale pazzo rischierebbe il braccio?”

Scarlet, portandosi la mano a coprire la faccia rispose “Lo sapevo, dovevo ammazzarti quando ne ho avuto l’occasione”

Il mezz’orco prese posto, era molto grosso, forse anche più di un orco normale “Ti spezzerò quel braccino” Infondo il suo braccio era tre volte il mio.

Ci mettemmo in posizione, aveva proprio una bella stretta. L’oste diede il via. Stava spingendo veramente forte, facevo fatica a tenerlo. Restammo in stallo per un po', poi iniziai a cedere, ero ancora a corto di energie. Il mio braccio si stava abbassando, tra i denti dissi “Maledetta la tua pioggia di Meteore” e il mezz’orco “Che stai blaterando?” mentre Scarlet stava iniziando a sudare freddo “Zitto e concentrati” mi disse e sempre con una mano alla bocca aggiunse “Non voglio guardare” continuando a girarsi su sé stesso per il nervosismo.

Era ora di smettere di giocare, richiamai le mie energie (quelle di riserva) e riportai il braccio nella posizione iniziale “Nei hai di forza lo ammetto, ma non perdere la concentrazione, se guardi i denti del lupo, finirai col farti mordere” dissi al bestione.

Il mezz’orco scosse la testa e il ringhio di Belgos lo deconcentrò. Era un trucco semplice, un po’ mi dispiaceva per lui. Ma era comune: quando la nostra mente si spaventa, il nostro corpo reagisce alla paura e la forza che prima era concentrata in una sola zona si disperde per tutto il corpo. Fu solo un istante, ma sfruttai quell’istante per portarmi in vantaggio. Il volto di Scarlet ora era esaltato e stava strattonando l’oste tutto eccitato. Ora dovevo solo resistere abbastanza da farlo cedere. Spinsi con tutte le mie forze e solo dopo dieci minuti, sotto le grida della folla, riuscii a fargli toccare il braccio al tavolo. Il morso arrivò implacabile, staccando un lembo di carne, il dolore fu tanto che il mezz’orco cercò di colpire Belgos, ma non ne ebbe il tempo. Con un pugno lo scaraventai giù dal palco “Hei, nessuno tocca i miei lupi! Hai perso! Accetta la tua sconfitta e vai a medicarti quel braccio” gli lanciai l’anello “Queste sono per le cure, offro io. Ora vattene! E adesso, se non c’è nessun altro, la festa è finita, tornatevene alle vostre cose”

Tornai da Scarlet “Bene, ora possiamo andare”

Scarlet voltandosi verso la ragazza disse “Piacere, io sono… hei, ma dov’è finita? Era qui”

Alister “Tranquillo, avevo fatto cenno a Seifer di portarla di sopra e di non farla uscire. Ci stanno aspettando”

 

   
 
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