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Autore: eddiefrancesco    03/11/2021    1 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Quando Edward si offrì di procurare una infermiera, Octavia scosse la testa. «Sono avvezza a prendermi cura di persone inferme. Se vi fidate di me, sono sicura di potercela fare.» «Non c'è dubbio sul fatto che Pip preferirebbe qualcuno che conosce» osservò Edward dubbioso. «Sarei più tranquillo se ci foste voi con lei. Ma non dovevate lasciarci per un paio di giorni?» «Posso rimandare. Preferirei restare finché Pip non starà meglio.» «È deciso, allora. Ma dovete dirmi se avete bisogno di aiuto.» Per i primi tre giorni, Pip ebbe la febbre molto alta. Una branda venne portata nella stanza della bambina e una delle cameriere vi dormi' di notte, pronta a chiamare Octavia in caso di necessità. Durante il giorno, Lisette e Octavia non la lasciavano mai sola, ed Edward si univa spesso a loro. Ma la terza sera Octavia alzò lo sguardo dal ricamo e vide che gli occhi di Pip erano aperti e ben vigili. Si alzò e andò da lei, portando la lampada con sé. «Salve» disse, posando la lampada sul tavolino accanto al letto. «Bentornata. Avete sete?» Pip fu aiutata a sedersi per sorseggiare un po' d'acqua dal bicchiere. «Non sono stata via» disse lentamente. «Ho avuto solo mala alla testa. Ma ora mi sento meglio.» «È un'ottima notizia.» «Dov'è Lisette?» «Dorme, credo. È stata qui buona parte della giornata ed era piuttosto stanca. Così l'ho mandata a letto.» «Ed Edward? Dov'è Edward?» «Anche lui è stato qui a lungo. Forse che passerà più tardi» «Posso alzarmi?» «Non ancora. Forse domani.» «Voi andrete via. Non sarete qui.» Octavia si sedette sul letto e prese la mano di Pip tra le proprie. La lampada le racchiudeva in un piccolo bozzolo di luce che lasciava nell'ombra il resto della stanza. «Resterò finché non sarete guarita, Pip cara.» «Non voglio che ve ne andiate affatto» protesto' Pip con calore. «Mamma e papà hanno detto che sarebbero stati via solo due giorni, e non sono più tornati.» «Io tornerò, Pip. Prometto.» «Ma perché dovete andare fino a Ashcombe? C'è solo un vecchio, laggiù!» «Non è solo un vecchio!» Octavia esitò, guardò le guance arrossate di Pip e disse gentilmente. «Non è un vecchio qualsiasi, Pip. È mio padre e io gli voglio bene. Devo andare a trovarlo, assicurarmi che sia sereno. Mi ha permesso di venire qui per occuparmi di voi e Lisette, ma rimarrebbe deluso se io non gli facessi visita di tanto in tanto. Potete capire questo, vero?» «Non sapevo che fosse vostro padre.» «L'ho detto soltanto a voi.» «Non potrebbe venire lui qui, invece? Mi piacerebbe conoscere il vostro papà.» Octavia sorrise. «È molto anziano. Non può viaggiare. Tornerò in un paio di giorni, vedrete.» «Immagino che abbiate anche molti fratelli e sorelle a casa» «Nessuno! Sono la più giovane e sono tutti sposati tranne uno. E lui è lontano, nell'esercito.» «Come si chiamano?» Pip si stava di nuovo appisolando. Non avrebbe fatto alcun danno parlarle un po' della sua famiglia. L'avrebbe accompagnata nel sonno. «Be', c'è Arthur. È il maggiore e ha quattro figlie.» «Della mia età?» «Due di loro sono più grandi di te. Poi, dopo Arthur, vengono le mie sorelle Gussie, Eleanor e Charlotte. Sono tutte sposate e hanno dei bambini.» «Qualcuno ha la mia età?» «Quelli di Gussie sono più grandi. Come pure tre di quelli di Eleanor e Charlotte. Gli altri sono tutti più giovani.» «Continuate. Chi c'è poi?» «Elizabeth. Era sposata, ma suo marito è morto. Vive in Francia, ma credo che presto tornerà in Inghilterra.» «Quanti bambini ha?» «Nessuno.» «Gussie, Eleanor, Charlotte, Elizabeth... Non avete altri fratelli?» «A parte Arthur? Ne avevo altri due, ma Stephen, quello più vecchio, era un soldato ed è morto a Waterloo. Ora mi resta solo un altro fratello, oltre a Arthur.» «Quattro sorelle e due fratelli. Sono tanti» disse Pip assonnata. «Edward verrà presto? Ho un po' sonno.» Octavia sorrise e la bacio'. «Sarà qui da un momento all'altro.» «È qui ora» disse una voce profonda nel buio. «Mr. Barraclough!» Octavia trasali'. «Non volevo disturbarvi» disse lui, avvicinandosi. «Mi interessa sapere della vostra famiglia, vedete. Sei fratelli e sorelle! Non mi stupisce che conosciate tanti giochi. Come ti senti questa sera, piccolina?» «Meglio, credo. Miss Petrie dice che non se ne andrà finché non sarò guarita. E ha promesso di tornare.» «Bene!» Gli occhi di Edward si posarono su Octavia. «Sono lieto che si senta di farlo.» Octavia si sentiva le guance calde e fu felice che l'illuminazione fosse fioca. «Se siete venuto per tenere un po' di compagnia a Pip, sir, andrò a controllare se Lisette si è addormentata. Era molto stanca.» Si chino' sul letto per baciare Pip. «Buonanotte, carissima. Buonanotte, signore.» Pip rimase a letto per altri due giorni, ma, con la capacità di recupero dei giovani, ritrovò ben presto il suo spiritaccio. Edward passava molto tempo con lei, e Lisette non era mai lontana. Dopo una settimana, Octavia sentì che poteva lasciarli senza problemi e partì alla volta di Ashcombe. Non avrebbe dovuto preoccuparsi per suo padre. Il marito di Lady Dorney aveva avuto una salute cagionevole e Lord Warnham stava godendo un mondo a paragonare i propri sintomi e le proprie cure con quelle del cugino. Sua figlia gli era mancata, ovviamente, ma non quanto aveva temuto. «La collezione di ricette e di tisane della cugina Marjorie è più ricca della mia» informò la figlia. «Credo che abbiano giovato moltissimo alla mia salute. Spero che riuscirai a convincerla a fermarsi ancora un po', Octavia. Non ne abbiamo provate neanche la metà.» «Ha accettato di fermarsi qui per almeno due mesi, padre. Potrebbe perfino prolungare il soggiorno, se voi lo desiderate. Non credo che abbia progetti per l'inverno.» «Eccellente, eccellente! Dobbiamo assicurarci che resti fino alla primavera. Ero molto depresso, sai, quando ho saputo della sfortuna del povero Arthur, ma la cugina Marjorie mi è stata di grande conforto.» «Cos'è successo ad Arthur, padre?» «Sua moglie ha avuto un'altra femmina, mia cara! Avevo avvertito Arthur, prima che la sposasse. I Dawson hanno solo delle figlie. Ma lui non mi ha dato retta. Ora i dottori dicono che Sarah non potrà avere altre gravidanze. Arthur ha cinque femmine e neanche un erede!» Octavia non era particolarmente affezionata al fratello maggiore, ma questo sarebbe stato un duro colpo per il suo orgoglio. «È molto triste, padre.» «Lo è davvero. Soffro per lui.» «È per Sarah che soffro io» disse Octavia. «Arthur non la perdonerà per questo.» «Ti rendi conto di cosa significhi, Octavia? Ora toccherà a Harry prendere il titolo, dopo che io e Arthur ce ne saremo andati. Cosa pensi di questo?» Harry, il più giovane dei maschi Petrie e uno scavezzacollo, era il fratello preferito di Octavia. Era tenente nelle Guardie, e anche celibe. «Significa che Harry dovrà rinunciare alla sua carriera?» «Naturalmente! Arthur gli ha già scritto. Ha un grande senso della responsabilità, lui. È molto preciso.» Octavia pensava che più che preciso il fratello maggiore fosse pedante, ma non lo disse. «Cosa ha scritto Arthur?» «Che Harry deve lasciare l'esercito e tornare a casa, naturalmente. Non c'è tempo da perdere. Deve sistemarsi e trovare una moglie.» «Povero Harry!» «Stephen non doveva arruolarsi. È troppo pericoloso. Harry non avrebbe dovuto lasciare l'esercito e cedere il suo grado di ufficiale se Stephen fosse vissuto.» l'uomo sospirò. «Non mi hai ancora detto come te la cavi a Wychford, mia cara. Hai una bella cera.» «Va tutto bene, padre. Mi pare finalmente di cominciare a fare qualche progresso, anche se c'è ancora molto da lavorare. Devo tornare là domani.» «Così presto?» «Temo di si, padre. Spero che non vi dispiaccia.» «Oh, non preoccuparti per me, mia cara. Ho la cugina Marjorie con cui parlare. Chiacchieriamo spesso dei vecchi tempi. E ha promesso di farmi un'altra tisana, domani.» Era chiaro che questo soggiorno di Lady Dorney si stava rivelando un grande successo.
   
 
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