Dopo
un po’ più di un anno dalla fine di quel
conflitto Levi, salito di grado grazie alle sue azioni in guerra e alle
gravi
ferite riportate, aveva origliato e colto informazioni ai piani alti
scoprendo
la terribile verità dietro il crollo della base che aveva
segnato la loro vita
per sempre: quell’edificio era stato volontariamente lasciato
con poca
sorveglianza e i cittadini locali erano stati istigati dalla stessa
Paradis in
modo da avere una scusa plausibile per giustificare l'attacco crudele
che era
stato riservato ai loro avversari poco dopo, portando immediatamente
alla fine
della guerra e lasciando Marley sottomessa esattamente come prima che
tutto ciò
iniziasse. Mikasa era stata sulla sedia a rotelle per un anno e
comunque non è
ancora riuscita a recuperare completamente l'uso delle gambe, Zeke, il
fratello
di Eren era morto rendendo Pieck vedova dopo neanche un anno di
matrimonio e
Sara orfana prima ancora di nascere.
Tutto
perché questo paese guarda le persone come
pedine da utilizzare per avere più paesi possibili sotto il
suo controllo,
Mikasa, Levi e Erwin avevano lasciato l'esercito e rifiutato con forza
la
pensione (piuttosto sostanziosa) che in quanto congedati con onore e
feriti in
battaglia si sarebbero meritati, i fratelli Ackerman avevano infine
deciso di
aprire insieme una fumetteria che punta molto sui giochi da tavolo
essendo una
loro passione da sempre.
Eren
era riuscito a pubblicare il suo primo fumetto,
per il momento non stava vendendo molte copie ma continuava a fare il
disegnatore
anche per storie di altri, sempre nello stesso studio in modo da poter
avere
uno stipendio regolare.
Il
ragazzo dagli occhi di giada viveva in una villetta
bifamiliare poco fuori città, il primo appartamento era
occupato da lui e Mika,
mentre in quello a fianco c’erano Pieck e Sara che viene
veniva cresciuta dai
due ragazzi come fosse anche loro figlia. Quel giorno Pieck era di
turno in
ospedale quindi il castano avrebbe passato tutta la giornata con la sua
amata
nipotina, il progetto era di andare allo zoo e poi a fare la spesa:
più tardi
quella sera ci sarebbe stata una cena a casa loro con tutti gli amici
invitati:
Mika aveva detto di avere un annuncio da fare ed Eren era convinto che avesse
qualcosa a che fare con condizione delle gambe della sua amata, in quel
periodo
era andata spesso dal medico ed il ragazzo sperava davvero che lei
volesse
informarli dei miglioramenti: magari sarebbe finalmente potuta tornare
a
correre.
...
“Ereeh”
“Ciao
polpetta, pronta a vedere la tigre?”
Alla
proposta dello zio la piccola Sara sorrise di
rimando ed Eren cercò di trattenere la lacrima che
minacciava di scendere
mentre vedeva gli occhi della piccola, chiaramente ereditati da Zeke,
brillare
in quel modo.
“Allora
andiamo!”
…
Armin
era appena sceso dalla nave sulla quale aveva
vissuto per un mese, per la prima volta aveva diretto una ricerca sul
campo, si
trattava di uno studio sul comportamento dei tursiopi che vivevano in
una
determinata zona dell'oceano che circondava Paradise. Nonostante il
biondo
avesse realizzato il suo sogno di diventare capo equipe non riusciva a
gioire
completamente, ogni volta che vedeva quel particolare tipo di delfino
pensava a
quegli occhi dello stesso colore del mare che tanto aveva amato e al
loro primo
appuntamento all'acquario.
Ormai
erano passati anni e il lavoro lo aveva aiutato
a cercare di andare avanti, riuscendoci in parte. Il biondo era
perfettamente
consapevole che la vita dovesse andare avanti eppure: non ci riusciva
completamente. Mikasa e Eren erano stati fondamentali per la sua
guarigione
emotiva, in particolare la prima lo comprendeva perfettamente visto che
per lei
Annie era stata praticamente una sorella, e per quanto il ragazzo dagli
occhi
azzurri avesse cercato di convincerla che certe cose capitano e basta
lei continuava
a sentirsi responsabile per la morte della bionda.
La
sera successiva anche spinto da Mikasa, per la
prima volta da quando Annie se n'era andata Armin avrebbe avuto un
appuntamento. Certo, era spaventato, ma voleva soltanto cercare di
voltare pagina:
ormai da qualche tempo il suo assistente gli aveva fatto capire di
essere
interessato a lui. Armin lo aveva sempre trovato davvero dolce e
divertente ma
aveva paura di fare una sorta di torto a Annie, si sarebbe sentito
perennemente
grato alla a quell'anima santa della corvina che gli aveva fatto capire
di
quanto il suo fosse un limite mentale che andava superato, per quanto
fosse
doloroso da accettare, Annie non c'era più, nessuno avrebbe
potuto fare nulla
per riportarla indietro, inoltre Armin era sicuro al 100% che se lei lo
avesse
visto piangersi addosso, gli tirerebbe un cazzotto.
…
Levi
era ancora seduto sul divano di casa sua, quel
giorno aveva staccato prima in negozio: Mikasa lo aveva invitato ad
andare a
mangiare a casa sua dicendo di avere una novità, e gli aveva
permesso di andare
a casa prima per prepararsi, il corvino era convinto che lei e Eren si
volessero sposare. Era sinceramente contento che lei, nonostante tutte
le difficoltà
fosse riuscita a ritrovare una sorta di equilibrio dopo l'inferno che
aveva vissuto.
Non si sarebbe mai dimenticata quei momenti che probabilmente avrebbero
disturbato i suoi incubi tutta la vita e i sensi di colpa per non
essere
riuscita ad impedire la morte di Annie non l’avrebbero mai
abbandonata, ma poco
a poco stava riuscendo ad andare avanti con la sua vita, invece, il
ragazzo
ancora seduto sul divano si sentiva bloccato, il rumore della porta
chiusa con
decisione ma senza violenza rimbombava ancora nelle sue orecchie, senza
sapere
cosa dire o pensare.
Era
passato parecchio tempo dalla morte di Hanji e Levi
si era ripromesso di non amare più nessuno, non solo
perché non voleva che
qualcuno prendesse il suo posto ma perché aveva il terrore
viscerale che sarebbe
stato abbandonato di nuovo, eppure era successo ma non era in grado di
accettarlo.
Quel
giorno era vivido nella mente del corvino come se
fosse avvenuto il giorno prima: erano passati due anni dalla morte
della
persona che più aveva amato e finalmente, spinto da Mikasa,
aveva accettato di
andare in un gruppo di supporto per reduci di guerra e persone che
avevano
perso qualcuno di caro sempre in quella maledetta guerra inutile.
Fù molto
sorpreso quando vide una chioma viola e degli occhi color ambra che
conosceva
piuttosto bene, Mia usciva sempre con il gruppo degli amici di sua
sorella.
Aveva
perso il suo fratello gemello nello stesso
attacco in cui Levi aveva perso Hanji. Quando l’uomo dagli
occhi di ghiaccio la
sentii parlare al gruppo di ascolto e disse che con Falco aveva perso
una metà
di sé onestamente gli sembrava di sentir parlare
sé stesso. Iniziarono a vedersi
per un caffè prima o dopo gli incontri, poi passarono alle
cene fuori,
successivamente intrapresero un rapporto più fisico... anche
se il corvino aveva
messo in chiaro che non voleva nulla di più dalla loro
frequentazione, a lei
stava bene, e lui si sentiva felice.
Dal
tentativo di suicidio durante la degenza sua e di
Mika, di cui non aveva parlato a nessuno, era caduto in depressione e
lei era
stata la sua cura, così come lui la sua, entrambi stavano
riuscendo ad andare
avanti un passetto alla volta, poco a poco decisero di vedersi anche
senza
passare tutto il loro tempo sotto le coperte. Iniziarono a confidarsi e
diventarono
l'una la spalla dell'altro, lei lo aiutò in maniera completa
e totale, era
convinto che non sarebbe mai riuscito a ringraziarla abbastanza di
averlo
salvato da se stesso e i suoi sensi di colpa.
Probabilmente
iniziò a capire la vera natura dei suoi
sentimenti nei confronti della ragazza ma fece finta di niente, per
paura di
rovinare il loro rapporto: aveva bisogno di lei, del suo supporto e
temeva che
anche lei sarebbe crollata, senza il suo. Rimase di sasso quando dopo
un anno e
mezzo dall'inizio della loro "amicizia" lei si dichiarò.
Levi cercò
di spiegarle che probabilmente anche lui provava qualcosa ma aveva
bisogno di
tempo per capire.
Smise
completamente di cercarla, ogni volta che lei
gli scriveva diceva di avere da fare, smise di andare agli incontri pur
di non
vederla, aveva bisogno di capire come gestire i suoi sentimenti, era
più che
ovvio che si fosse inesorabilmente innamorato del suo senso
dell'umorismo,
della sua caparbietà, del suo sorriso, del suo volto
angelico e delle curve che
tanto amava toccare durante i loro incontri intimi, ma non voleva
accettarlo,
la paura di amare e soffrire di nuovo era troppo forte, così
si isolò e la
depressione tornò a fargli visita.
Lei
gli lasciò tutto lo spazio del mondo per permettergli
di capire, di accettare i sentimenti, fece passare due mesi poi oggi
appena
rientrato a casa, Levi la trovò sulla soglia con le lacrime
che minacciavano di
scendere ma testarda com'era stava facendo qualsiasi cosa in suo potere
per non
farle fuoriuscire.
“Levi,
ti ho lasciato il tempo di riflettere, ho
rispettato i tuoi spazi anche se ogni volta che tu mi liquidavi con un
messaggio del cazzo provavo un dolore talmente forte che una coltellata
avrebbe
fatto meno male, io lo so che hai sofferto, che hai paura di riprovarci
ma...
Non posso passare la mia vita stando dietro a te, non hai idea della
fatica che
io sto facendo in questo momento ma preferirei non ci vedessimo
più”
In
quel momento Levi era consapevole di ciò che
accadeva ma il suo corpo era completamente bloccato e non riuscii a
reagire in
alcun modo.
“So
che non potrò mai sostituire Hanji, e non ho mai
avuto intenzione di farlo, volevo solo che stessi bene, anche se so che
non
amerai mai più nessuno nel modo in cui hai amato lei e mi
devi credere quando
dico che so esattamente come ti senti... Perché per me tu
sei quella persona
che anche se solo in fondo al cuore amerò sempre e in
maniera unica”
Il
corvino sbiancò distintamente
“Vorrei
soltanto che ti facessi amare, ma se hai
scelto di precluderti ogni sentimento non posso farci nulla, fidati se
ti dico
che non vorrei lasciarti per nulla al mondo, ma non posso annullarmi
per una
persona che ha deciso di sigillare il suo cuore. Sogno che un giorno
riuscirai
ad amare e lasciarti amare di nuovo da qualcuno, anche se mi fa male
sapere che
quella persona non sarò io ma; spero davvero che succeda
perché tu sei una
persona straordinaria e meriti di essere felice”
“Addio
Levi”
Lo
spettro di quelle parole pronunciate un'ora prima gli
rimbombavano in testa e non sapeva che cosa fare, era ancora seduto sul
divano
e dopo qualche momento di Standby il cervello riprese a funzionare. Si
chiese
come aveva fatto ad essere così stupido ed insensibile: si
era innamorato di
nuovo, e questo lo spaventava, era un sentimento diverso, un amore nato
dal
dolore della perdita, non era più o meno forte del
precedente, solo diverso.
Certo,
una parte di lui avrebbe sempre amato Hanji,
non poteva farne a meno, eppure finalmente aveva capito, si
sentì un vero
idiota, dopo aver perso un pezzo di sé un'altra persona
ugualmente distrutta si
era presa cura del suo cuore in frantumi, avevano ricevuto entrambi
un'altra
chance per andare avanti nella vita con una persona disposta a donare
tutto di
sé stessa e lui l'aveva rifiutata per paura, quando l'unica
cosa di cui avesse
bisogno in quel momento era stringerla tra le sue braccia.
Prese
in fretta e furia le chiavi della macchina, la
giacca di pelle e corse verso casa sua, arrivato di fronte alla porta
iniziò a bussare
come un pazzo nella speranza che lei gli aprisse, quando la porta si
schiuse
Levi perse un battito: aveva le guance rigate dal pianto, gli occhi
rossi e
l'espressione devastata, tutto questo contribuiva a farlo sentire uno
stupido.
“Levi
che ci fai qui? Non ho intenzione di cambiare
idea”
Senza
dire nulla si sporse verso di lei e dolcemente
posò le sue labbra su quelle della ragazza mentre con le
braccia la stringeva a
sé, dopo un attimo di esitazione lei iniziò a
rispondere con altrettanta
intensità, quando furono costretti a prendere una pausa Levi
appoggiò la fronte
sulla sua.
“Perdonami
sono un
cretino per averci messo così tanto a capirlo. Anch'io ti
amo Mia. Ti prego non
lasciarmi”
Improvvisamente
un sorriso le illuminò il volto e
avvicinando le sue labbra al suo orecchio sussurrò.
“Starò
al tuo fianco finché lo vorrai amore”
…
Mikasa,
appena rientrata in casa aveva sentito la voce
di Eren provenire dalla cucina “Bentornata amore”
la ragazza salutò di rimando
e l'ansia iniziò ad impadronirsi di lei; aveva deciso di
invitare la sua
famiglia e i suoi più cari amici a cena per dare una notizia
di cui era
estremamente entusiasta ed era convinta che anche Eren lo sarebbe
stato, ma ora
che avrebbe dovuto parlargli sentì l'ansia crescere
all’interno del suo petto,
improvvisamente qualcuno si buttò sulle sue gambe
“Ciao Mikka”.
“Ciao
Saretta, ti sei divertita allo zoo?” Vedere
quelle guanciotte rosse annuire con foga le fecero scaldare il cuore
“Ho
bisogno del tuo aiuto, credi di potercela fare?” lei facendo
la faccia
serissima annui con decisione e la corvina le affidò il
difficilissimo compito
di andare a badare al gatto nell'altra stanza, Mika aveva bisogno di
parlare da
sola con il suo compagno.
“Ciao
amore”
“Ciao
tesoro come stai?”
Neanche
il tempo di rispondere alla domanda che le loro
labbra si unirono in un dolce bacio, ormai stavano insieme da sette
anni ma entrambi
erano sicuri che mai si sarebbero stancati di quel contatto
così familiare ma
mai scontato che ogni volta gli faceva toccare il cielo con un dito.
“Io
sto bene...”
“Sicura
Mika? Mi sembri preoccupata”
“Sono
un po' agitata, possiamo parlare un attimo?”
“Certo,
dimmi tutto”
Si
accomodarono attorno al tavolo della cucina, la
ragazza appoggiò la mano sulla superficie chiedendo in
maniera implicita al
compagno di stringerla
“Cosa
devi dirmi? È così terribile?”
Disse
il ragazzo abbozzando un sorriso nel tentativo
di stemperare la tensione.
“Eren,
sono incinta”
“Davvero?”
“Si,
ho aspettato di fare le analisi del sangue per
essere sicura prima di dir-”
La
frase non sarebbe mai stata conclusa perché il
ragazzo dagli occhi di giada aveva iniziato a baciarla con un desiderio
e una
foga che le fece dimenticare il perché fosse in ansia
“Mika
è la notizia più bella che potessi
darmi”
Le
loro labbra si unirono nuovamente
“Mi
spieghi perché eri in così agitata?”
“Perché
non ne avevamo più parlato, magari non lo
volevi più... Non so, quando finalmente il sogno
è diventato realtà ho iniziato
ad avere paura”
La
strinse più forte a sé, poi si staccò
un secondo
per poterla guardare negli occhi
“Mika,
hai smesso di prendere la pillola da più di un
anno, io non ne parlavo più perché avevo perso le
speranze e non volevo tirare
fuori un argomento doloroso. E’ per questo che hai
organizzato la cena?”
La
corvina annuì imbarazzata
“Bhè
sono contento che tu l'abbia già organizzata, non
vedo l'ora di dirlo a tutti”
Iniziò
a toccarle con delicatezza la pancia
“Si
sa già se è maschio o femmina?”
La
ragazza si mise a ridere
“Eren,
ha 8 settimane, è lungo quanto un'unghia”
Le
diede un bacio sulla fronte
“Vabbè
sono sicuro che sarà bellissimo, se lo è almeno
la metà di te allora non avrà mai problemi di
autostima”
Le
scappò un'altra risatina
“Ti
ho mai detto che ti amo?”
“Mi
sembra di sì, ma non credo che mi faccia male
sentirtelo dire una volta in più”
Un'altra
risata questa volta amara le scappò, si
ricordava perfettamente l'ultima volta in cui avevano avuto questo
scambio, era
il giorno del crollo della base, in cui la loro vita cambiò
per sempre, in un
certo senso anche oggi quella frase segnava un nuovo cambiamento, ma
sta volta
Mikasa non sarebbe stata sola, ma con Eren e per quanto non sarebbe
stato
facile ora erano insieme.
“Ti
amo Eren”
“Anch'io
ti amo Mika”