Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: psyco_mkr    16/11/2021    0 recensioni
[Storia revisionata] Questo è uno spaccato della vita di Mikasa Ackerman, una ragazza di 19 anni che frequenta l'accademia militare, fa molto fatica a relazionarsi con le persone, ma per qualche strana ragione sin dalla prima volta in cui il suo migliore amico le presenta Eren Yeager, un suo compagno di università lei sembra sentirsi a suo agio.
Questa è una Eremika in modern AU, ci saranno anche altre coppie, principalmente Armin x Annie e Levi x Hanji
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Leonhardt, Armin Arlart, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Erano passati quattro anni di sofferenza da quando quella inutile guerra era scoppiata, anni in cui ognuna delle persone coinvolte aveva cercato un modo per fare i conti con le conseguenze che ora gravavano sulla loro psiche, qualcuno era riuscito ad andare avanti e qualcuno no, ma il tempo passava inesorabile.

Dopo un po’ più di un anno dalla fine di quel conflitto Levi, salito di grado grazie alle sue azioni in guerra e alle gravi ferite riportate, aveva origliato e colto informazioni ai piani alti scoprendo la terribile verità dietro il crollo della base che aveva segnato la loro vita per sempre: quell’edificio era stato volontariamente lasciato con poca sorveglianza e i cittadini locali erano stati istigati dalla stessa Paradis in modo da avere una scusa plausibile per giustificare l'attacco crudele che era stato riservato ai loro avversari poco dopo, portando immediatamente alla fine della guerra e lasciando Marley sottomessa esattamente come prima che tutto ciò iniziasse. Mikasa era stata sulla sedia a rotelle per un anno e comunque non è ancora riuscita a recuperare completamente l'uso delle gambe, Zeke, il fratello di Eren era morto rendendo Pieck vedova dopo neanche un anno di matrimonio e Sara orfana prima ancora di nascere.

Tutto perché questo paese guarda le persone come pedine da utilizzare per avere più paesi possibili sotto il suo controllo, Mikasa, Levi e Erwin avevano lasciato l'esercito e rifiutato con forza la pensione (piuttosto sostanziosa) che in quanto congedati con onore e feriti in battaglia si sarebbero meritati, i fratelli Ackerman avevano infine deciso di aprire insieme una fumetteria che punta molto sui giochi da tavolo essendo una loro passione da sempre.

Eren era riuscito a pubblicare il suo primo fumetto, per il momento non stava vendendo molte copie ma continuava a fare il disegnatore anche per storie di altri, sempre nello stesso studio in modo da poter avere uno stipendio regolare.

Il ragazzo dagli occhi di giada viveva in una villetta bifamiliare poco fuori città, il primo appartamento era occupato da lui e Mika, mentre in quello a fianco c’erano Pieck e Sara che viene veniva cresciuta dai due ragazzi come fosse anche loro figlia. Quel giorno Pieck era di turno in ospedale quindi il castano avrebbe passato tutta la giornata con la sua amata nipotina, il progetto era di andare allo zoo e poi a fare la spesa: più tardi quella sera ci sarebbe stata una cena a casa loro con tutti gli amici invitati: Mika aveva detto di avere un annuncio da fare ed Eren era convinto che avesse qualcosa a che fare con condizione delle gambe della sua amata, in quel periodo era andata spesso dal medico ed il ragazzo sperava davvero che lei volesse informarli dei miglioramenti: magari sarebbe finalmente potuta tornare a correre.

...

“Ereeh”

“Ciao polpetta, pronta a vedere la tigre?”

Alla proposta dello zio la piccola Sara sorrise di rimando ed Eren cercò di trattenere la lacrima che minacciava di scendere mentre vedeva gli occhi della piccola, chiaramente ereditati da Zeke, brillare in quel modo.

“Allora andiamo!”

Armin era appena sceso dalla nave sulla quale aveva vissuto per un mese, per la prima volta aveva diretto una ricerca sul campo, si trattava di uno studio sul comportamento dei tursiopi che vivevano in una determinata zona dell'oceano che circondava Paradise. Nonostante il biondo avesse realizzato il suo sogno di diventare capo equipe non riusciva a gioire completamente, ogni volta che vedeva quel particolare tipo di delfino pensava a quegli occhi dello stesso colore del mare che tanto aveva amato e al loro primo appuntamento all'acquario.

Ormai erano passati anni e il lavoro lo aveva aiutato a cercare di andare avanti, riuscendoci in parte. Il biondo era perfettamente consapevole che la vita dovesse andare avanti eppure: non ci riusciva completamente. Mikasa e Eren erano stati fondamentali per la sua guarigione emotiva, in particolare la prima lo comprendeva perfettamente visto che per lei Annie era stata praticamente una sorella, e per quanto il ragazzo dagli occhi azzurri avesse cercato di convincerla che certe cose capitano e basta lei continuava a sentirsi responsabile per la morte della bionda.

La sera successiva anche spinto da Mikasa, per la prima volta da quando Annie se n'era andata Armin avrebbe avuto un appuntamento. Certo, era spaventato, ma voleva soltanto cercare di voltare pagina: ormai da qualche tempo il suo assistente gli aveva fatto capire di essere interessato a lui. Armin lo aveva sempre trovato davvero dolce e divertente ma aveva paura di fare una sorta di torto a Annie, si sarebbe sentito perennemente grato alla a quell'anima santa della corvina che gli aveva fatto capire di quanto il suo fosse un limite mentale che andava superato, per quanto fosse doloroso da accettare, Annie non c'era più, nessuno avrebbe potuto fare nulla per riportarla indietro, inoltre Armin era sicuro al 100% che se lei lo avesse visto piangersi addosso, gli tirerebbe un cazzotto.

Levi era ancora seduto sul divano di casa sua, quel giorno aveva staccato prima in negozio: Mikasa lo aveva invitato ad andare a mangiare a casa sua dicendo di avere una novità, e gli aveva permesso di andare a casa prima per prepararsi, il corvino era convinto che lei e Eren si volessero sposare. Era sinceramente contento che lei, nonostante tutte le difficoltà fosse riuscita a ritrovare una sorta di equilibrio dopo l'inferno che aveva vissuto. Non si sarebbe mai dimenticata quei momenti che probabilmente avrebbero disturbato i suoi incubi tutta la vita e i sensi di colpa per non essere riuscita ad impedire la morte di Annie non l’avrebbero mai abbandonata, ma poco a poco stava riuscendo ad andare avanti con la sua vita, invece, il ragazzo ancora seduto sul divano si sentiva bloccato, il rumore della porta chiusa con decisione ma senza violenza rimbombava ancora nelle sue orecchie, senza sapere cosa dire o pensare.

Era passato parecchio tempo dalla morte di Hanji e Levi si era ripromesso di non amare più nessuno, non solo perché non voleva che qualcuno prendesse il suo posto ma perché aveva il terrore viscerale che sarebbe stato abbandonato di nuovo, eppure era successo ma non era in grado di accettarlo.

Quel giorno era vivido nella mente del corvino come se fosse avvenuto il giorno prima: erano passati due anni dalla morte della persona che più aveva amato e finalmente, spinto da Mikasa, aveva accettato di andare in un gruppo di supporto per reduci di guerra e persone che avevano perso qualcuno di caro sempre in quella maledetta guerra inutile. Fù molto sorpreso quando vide una chioma viola e degli occhi color ambra che conosceva piuttosto bene, Mia usciva sempre con il gruppo degli amici di sua sorella.

Aveva perso il suo fratello gemello nello stesso attacco in cui Levi aveva perso Hanji. Quando l’uomo dagli occhi di ghiaccio la sentii parlare al gruppo di ascolto e disse che con Falco aveva perso una metà di sé onestamente gli sembrava di sentir parlare sé stesso. Iniziarono a vedersi per un caffè prima o dopo gli incontri, poi passarono alle cene fuori, successivamente intrapresero un rapporto più fisico... anche se il corvino aveva messo in chiaro che non voleva nulla di più dalla loro frequentazione, a lei stava bene, e lui si sentiva felice.

Dal tentativo di suicidio durante la degenza sua e di Mika, di cui non aveva parlato a nessuno, era caduto in depressione e lei era stata la sua cura, così come lui la sua, entrambi stavano riuscendo ad andare avanti un passetto alla volta, poco a poco decisero di vedersi anche senza passare tutto il loro tempo sotto le coperte. Iniziarono a confidarsi e diventarono l'una la spalla dell'altro, lei lo aiutò in maniera completa e totale, era convinto che non sarebbe mai riuscito a ringraziarla abbastanza di averlo salvato da se stesso e i suoi sensi di colpa.

Probabilmente iniziò a capire la vera natura dei suoi sentimenti nei confronti della ragazza ma fece finta di niente, per paura di rovinare il loro rapporto: aveva bisogno di lei, del suo supporto e temeva che anche lei sarebbe crollata, senza il suo. Rimase di sasso quando dopo un anno e mezzo dall'inizio della loro "amicizia" lei si dichiarò. Levi cercò di spiegarle che probabilmente anche lui provava qualcosa ma aveva bisogno di tempo per capire.

Smise completamente di cercarla, ogni volta che lei gli scriveva diceva di avere da fare, smise di andare agli incontri pur di non vederla, aveva bisogno di capire come gestire i suoi sentimenti, era più che ovvio che si fosse inesorabilmente innamorato del suo senso dell'umorismo, della sua caparbietà, del suo sorriso, del suo volto angelico e delle curve che tanto amava toccare durante i loro incontri intimi, ma non voleva accettarlo, la paura di amare e soffrire di nuovo era troppo forte, così si isolò e la depressione tornò a fargli visita.

Lei gli lasciò tutto lo spazio del mondo per permettergli di capire, di accettare i sentimenti, fece passare due mesi poi oggi appena rientrato a casa, Levi la trovò sulla soglia con le lacrime che minacciavano di scendere ma testarda com'era stava facendo qualsiasi cosa in suo potere per non farle fuoriuscire.

“Levi, ti ho lasciato il tempo di riflettere, ho rispettato i tuoi spazi anche se ogni volta che tu mi liquidavi con un messaggio del cazzo provavo un dolore talmente forte che una coltellata avrebbe fatto meno male, io lo so che hai sofferto, che hai paura di riprovarci ma... Non posso passare la mia vita stando dietro a te, non hai idea della fatica che io sto facendo in questo momento ma preferirei non ci vedessimo più”

In quel momento Levi era consapevole di ciò che accadeva ma il suo corpo era completamente bloccato e non riuscii a reagire in alcun modo.

“So che non potrò mai sostituire Hanji, e non ho mai avuto intenzione di farlo, volevo solo che stessi bene, anche se so che non amerai mai più nessuno nel modo in cui hai amato lei e mi devi credere quando dico che so esattamente come ti senti... Perché per me tu sei quella persona che anche se solo in fondo al cuore amerò sempre e in maniera unica”

Il corvino sbiancò distintamente

“Vorrei soltanto che ti facessi amare, ma se hai scelto di precluderti ogni sentimento non posso farci nulla, fidati se ti dico che non vorrei lasciarti per nulla al mondo, ma non posso annullarmi per una persona che ha deciso di sigillare il suo cuore. Sogno che un giorno riuscirai ad amare e lasciarti amare di nuovo da qualcuno, anche se mi fa male sapere che quella persona non sarò io ma; spero davvero che succeda perché tu sei una persona straordinaria e meriti di essere felice”

“Addio Levi”

Lo spettro di quelle parole pronunciate un'ora prima gli rimbombavano in testa e non sapeva che cosa fare, era ancora seduto sul divano e dopo qualche momento di Standby il cervello riprese a funzionare. Si chiese come aveva fatto ad essere così stupido ed insensibile: si era innamorato di nuovo, e questo lo spaventava, era un sentimento diverso, un amore nato dal dolore della perdita, non era più o meno forte del precedente, solo diverso.

Certo, una parte di lui avrebbe sempre amato Hanji, non poteva farne a meno, eppure finalmente aveva capito, si sentì un vero idiota, dopo aver perso un pezzo di sé un'altra persona ugualmente distrutta si era presa cura del suo cuore in frantumi, avevano ricevuto entrambi un'altra chance per andare avanti nella vita con una persona disposta a donare tutto di sé stessa e lui l'aveva rifiutata per paura, quando l'unica cosa di cui avesse bisogno in quel momento era stringerla tra le sue braccia.

Prese in fretta e furia le chiavi della macchina, la giacca di pelle e corse verso casa sua, arrivato di fronte alla porta iniziò a bussare come un pazzo nella speranza che lei gli aprisse, quando la porta si schiuse Levi perse un battito: aveva le guance rigate dal pianto, gli occhi rossi e l'espressione devastata, tutto questo contribuiva a farlo sentire uno stupido.

“Levi che ci fai qui? Non ho intenzione di cambiare idea”

Senza dire nulla si sporse verso di lei e dolcemente posò le sue labbra su quelle della ragazza mentre con le braccia la stringeva a sé, dopo un attimo di esitazione lei iniziò a rispondere con altrettanta intensità, quando furono costretti a prendere una pausa Levi appoggiò la fronte sulla sua.

“Perdonami sono un cretino per averci messo così tanto a capirlo. Anch'io ti amo Mia. Ti prego non lasciarmi”

Improvvisamente un sorriso le illuminò il volto e avvicinando le sue labbra al suo orecchio sussurrò.

“Starò al tuo fianco finché lo vorrai amore”

Mikasa, appena rientrata in casa aveva sentito la voce di Eren provenire dalla cucina “Bentornata amore” la ragazza salutò di rimando e l'ansia iniziò ad impadronirsi di lei; aveva deciso di invitare la sua famiglia e i suoi più cari amici a cena per dare una notizia di cui era estremamente entusiasta ed era convinta che anche Eren lo sarebbe stato, ma ora che avrebbe dovuto parlargli sentì l'ansia crescere all’interno del suo petto, improvvisamente qualcuno si buttò sulle sue gambe “Ciao Mikka”.

“Ciao Saretta, ti sei divertita allo zoo?” Vedere quelle guanciotte rosse annuire con foga le fecero scaldare il cuore “Ho bisogno del tuo aiuto, credi di potercela fare?” lei facendo la faccia serissima annui con decisione e la corvina le affidò il difficilissimo compito di andare a badare al gatto nell'altra stanza, Mika aveva bisogno di parlare da sola con il suo compagno.

“Ciao amore”

“Ciao tesoro come stai?”

Neanche il tempo di rispondere alla domanda che le loro labbra si unirono in un dolce bacio, ormai stavano insieme da sette anni ma entrambi erano sicuri che mai si sarebbero stancati di quel contatto così familiare ma mai scontato che ogni volta gli faceva toccare il cielo con un dito.

“Io sto bene...”

“Sicura Mika? Mi sembri preoccupata”

“Sono un po' agitata, possiamo parlare un attimo?”

“Certo, dimmi tutto”

Si accomodarono attorno al tavolo della cucina, la ragazza appoggiò la mano sulla superficie chiedendo in maniera implicita al compagno di stringerla

“Cosa devi dirmi? È così terribile?”

Disse il ragazzo abbozzando un sorriso nel tentativo di stemperare la tensione.

“Eren, sono incinta”

“Davvero?”

“Si, ho aspettato di fare le analisi del sangue per essere sicura prima di dir-”

La frase non sarebbe mai stata conclusa perché il ragazzo dagli occhi di giada aveva iniziato a baciarla con un desiderio e una foga che le fece dimenticare il perché fosse in ansia

“Mika è la notizia più bella che potessi darmi”

Le loro labbra si unirono nuovamente

“Mi spieghi perché eri in così agitata?

“Perché non ne avevamo più parlato, magari non lo volevi più... Non so, quando finalmente il sogno è diventato realtà ho iniziato ad avere paura”

La strinse più forte a sé, poi si staccò un secondo per poterla guardare negli occhi

“Mika, hai smesso di prendere la pillola da più di un anno, io non ne parlavo più perché avevo perso le speranze e non volevo tirare fuori un argomento doloroso. E’ per questo che hai organizzato la cena?”

La corvina annuì imbarazzata

“Bhè sono contento che tu l'abbia già organizzata, non vedo l'ora di dirlo a tutti”

Iniziò a toccarle con delicatezza la pancia

“Si sa già se è maschio o femmina?”

La ragazza si mise a ridere

“Eren, ha 8 settimane, è lungo quanto un'unghia”

Le diede un bacio sulla fronte

“Vabbè sono sicuro che sarà bellissimo, se lo è almeno la metà di te allora non avrà mai problemi di autostima”

Le scappò un'altra risatina

“Ti ho mai detto che ti amo?”

“Mi sembra di sì, ma non credo che mi faccia male sentirtelo dire una volta in più”

Un'altra risata questa volta amara le scappò, si ricordava perfettamente l'ultima volta in cui avevano avuto questo scambio, era il giorno del crollo della base, in cui la loro vita cambiò per sempre, in un certo senso anche oggi quella frase segnava un nuovo cambiamento, ma sta volta Mikasa non sarebbe stata sola, ma con Eren e per quanto non sarebbe stato facile ora erano insieme.

“Ti amo Eren”

“Anch'io ti amo Mika”

 

 

   
 
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