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Autore: Lilithan    21/11/2021    0 recensioni
Quando capì di essersi raffreddata abbastanza chiuse la finestra, prese un elastico e legò i capelli alla meno peggio, incamminandosi scalza verso la cucina al piano di sotto, con la testa troppo piena di pensieri per accorgersi delle lievi scottature che le lambivano caviglie e talloni.
Genere: Dark, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Serafina spalancò la porta dell’aula e tirò un sospiro di sollievo scoprendo che l’insegnante non era ancora arrivato. Velocemente fece slalom tra i banchi occupati da alcuni dei suoi compagni per raggiungere Carol al penultimo banco della fila centrale. Non esattamente il migliore dei posti per Serafina, ma Carol sosteneva che in quella posizione era più facile copiare senza essere beccati.
“Buongiorno a lei principessa, se l’è presa comoda stamattina. Niente caffè per la povera compagna di banco in astinenza?”
“Sai benissimo dove puoi ficcarti l’astinenza da caffeina.”
“Oh ooh, qualcuno è di peeessimo umore.”
“Ma davvero? E da cosa l’hai capito esattamente?” chiese la ragazza che, con gesti abbastanza teatrali ma poco aggraziati, gettava la borsa sul banco e si buttava letteralmente sulla sedia. Era a malapena riuscita a mettere un po’ di correttore per coprire le occhiaie da paura che si ritrovava in faccia da qualche settimana ormai. Carol fece un lungo respiro mentre posava il cellulare sul banco e ruotava in direzione dell’amica.
“Seri, seriamente, ho capito che non riesci a dormire molto bene ultimamente, ma devi proprio ferire i miei sentimenti di prima mattina? Non sono così psicologicamente pronta.”
“Scusa, non volevo, forse ho esagerato.”
“…quindi il mio caffè?”
Serafina grazie al cielo non fece in tempo nemmeno ad articolare un insulto perché il professor Mirna fece il suo ingresso proprio in quel momento, tutto trafelato, testa semi stempiata sudata, occhiali calati sul naso arrossato e mazzo di fogli stretto al petto.
Calò il silenzio in aula. Erano stati corretti i compiti in classe.
 
“Era proprio ora che avessi il mio caffè.”
“Sai che non puoi affogare i tuoi brutti voti nel caffè?” replicò Serafina sghignazzando mentre tirava via il suo bicchierino fumante dalla macchinetta automatica.
“Ah ah ah, potrei sempre affogare te. O quel pesce lesso di Mirna.”
“Ti servirebbe davvero molto caffè allora”
“Dio, quanto è lecita odiarla la matematica?” esclamò Carol alzando gli occhi al cielo.
“Abbiamo letteratura tra un po’, puoi consolarti”
“Di male in peggio, ma chi me l’ha fatto fare di iscrivermi al liceo. Comunque, signorinella, non pensare di riuscire a sviare la mia attenzione così facilmente. Per quello ti serve qualcosa di molto, molto ripieno al cioccolato e so per certo che non hai niente del genere nella borsa.”
“Come fai a saperlo esattamente? Ahahah”
“Le mie doti olfattive sono riconosciute in tutto l’istituto, lo sai bene. Ora, prima che quel pesce lesso si accorga che non siamo esattamente in bagno: litigio potente o incubo tremendo?”
“Incubo tremendo” sospirò la ragazza passandosi una mano tra i capelli. “Sempre lo stesso, te l’ho detto. Sono in questa stanza dall’aria vecchia, al buio, intorno a me c’è un cerchio di fuoco. Respiro affannato, odore di cenere, urla strazianti di sottofondo, le solite cose.”
“Mmh. E come vanno le cose con tua madre?”
“Meravigliosamente. Proprio stamattina mi ha…”
Serafina non fece in tempo a finire la frase perché la porta del bagno, dove lei e Carol si erano rifugiate dopo il caffè, si aprì di botto rivelando Miss Ficcanaso in persona, Elisa, una loro compagna di classe. Tutta ricci e lingua biforcuta, manco fosse stata partorita da Medusa.
“Il prof Mirna vi sta aspettando. Vuole che siamo tutti in aula per il cambio dell’ora. Veloce, dai, scattare.”
E Seri dovette afferrare il braccio di Carol per tirarla via, prima che si lanciasse in una delle sue requisitorie, mentre Miss Ficcanaso le seguiva senza perderle di vista.
   
 
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