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Autore: eddiefrancesco    21/11/2021    1 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Octavia parlò con tanta calma, in tono così misurato, che nessuno guardandola avrebbe potuto immaginare il tumulto emotivo che stava dietro le sue parole. «Mr. Barraclough, non sono più un'istitutrice alle vostre dipendenze. So che cosa pensate di me, ma ciò che è successo a Wychford è acqua passata. Agli occhi del mondo sono un membro di una famiglia onorata e una signora dall'impeccabile reputazione, che merita di essere trattata con rispetto da qualcuno che altro non è che un casuale conoscente.» «Un casuale conoscente?» L'ironia della voce di lui era evidente. «Così mi chiamereste? Perdonatemi, Octavia! La mia memoria non è accomodante come la vostra, a quanto sembra.» Octavia continuò a camminare, cercando di controllare la rabbia. Non si era aspettata tutto ciò. Per qualche motivo aveva pensato che anche per lui sarebbe stato un sollievo lasciarsi alle spalle Wychford e tutto quello che vi era successo. Guardò Pip e Lisette ridere indicando gli uccelli sul lago. Aveva desiderato di poter fare tanto per loro, ma quell'uomo poteva rovinare tutto. Alla fine disse con calma: «Se non riuscite a mettere le briglie a questa vostra memoria, allora sarò costretta a lasciare Londra. È questo che desiderate?» «Certo che no! Perché dovreste lasciare Londra?» «Sarebbe inutile restare. Non ho particolare propensione per la vita di città. Sono venuta qui quest'anno solo mossa dall'affetto che porto alle vostre nipoti. Pensavo di usare la mia influenza in società a loro favore.» «Ah! La Duchessa di Monteith. L'avevo immaginato. Che cosa commovente!» Octavia lo ignoro' e riprese. «Credo di poter fare molto per loro, ma solo se voi la smetterete di rammentarmi un episodio che preferirei dimenticare. I pettegoli si insospettiranno sentendo che mi chiamate Octavia. In realtà, se lo voleste, potreste facilmente distruggere il mio cretino nel mondo con qualche parola ben scelta. Non potrei più fare nulla per Pip e Lisette, però.» Si interruppe di nuovo e alzò il mento per guardarlo. «Allora, qual è la vostra decisione, Mr. Barraclough? Potete scordare l'istitutrice e il suo spudorato comportamento, o devo lasciare Londra e tornare ad Ashcombe?» Edward Barraclough la guardava con uno scintillio di ammirazione negli occhi, fatto che la turbo' profondamente. «Cosa vi rende tanto sicura di sapere ciò che penso di voi?» «Non ho scordato quello che avete detto l'ultima volta che ci siamo visti.» Edward fece una pausa, poi le confessò: «Ero furioso. Più di quanto non fossi mai stato in vita mia. Ammetto, ho sbagliato. Ma perché mi avete taciuto che Harry Smith era vostro fratello? Perché mi avete lasciato credere il peggio?» «Non mi avreste dato ascolto. Pensavate di sapere che razza di donna ero, e dopo il mio comportamento di quel pomeriggio non ne ero sorpresa... Ma prima dimentichiamo l'episodio, meglio sarà. Quello che conta è come posso aiutare Lisette e Pip. Devo preparare le valige? O posso restare e fare del mio meglio per loro? La decisione è vostra.» Ci fu una pausa. «Mi dichiaro sconfitto. Cercherò di trattarvi con il rispetto che merita una donna del vostro rango.» disse Edward alla fine. Le parole erano concilianti, ma il tono ironico. Lui riprese: «Ma non sono sicuro di come devo comportarmi. Fino a che punto vi conosco?» «Sono una buona amica delle vostre nipoti. Nulla di più.» «Non sono sicuro...» Si interruppe. «Molto bene. Ma prima che ci imbarchiamo in questa particolare recita, vorrei che mi diceste una cosa.» «Ebbene?» «Cosa pensate di me?» Octavia non si era aspettata quella domanda. Per un folle istante, fu tentata di dire: «Non so cosa penso di voi, se siete buono o cattivo, gentile o scostante. So solo che vi amo!» Che arma gli avrebbe dato! Sarebbe stato dispiaciuto per lei? Imbarazzato, magari? O avrebbe riso? Avrebbe pensato di riuscire a farle scordare la sua tanto vantata rispettabilità e convincerla ad avere una relazione con lui, una rivale per la sua amante? Octavia tirò un sospiro e disse: «Ammiro la vostra devozione per Pip e Lisette. Ma, a parte le vostre nipoti, abbiamo ben poco in comune. Certamente non intendo approfondire la nostra conoscenza oltre i normali rapporti di cortesia. Raggiungiamo le ragazze? Credo che Pip abbia voglia di proseguire.» Per tutta la settimana successiva, Octavia fu attenta a far visita a Lisette e Pip solo quando pensava che il loro zio fosse impegnato altrove. L'organizzazione dell'imminente ricevimento di sua sorella occupò buona parte del suo tempo. Si risenti', tuttavia, quando Gussie le mostrò la lista degli ospiti. «Cosa ci fa il nome di Edward Barraclough? Non ti avevo chiesto di includerlo. L'invito era inteso per Mr. E Mrs. Barraclough, e per Lisette. Pensavo non volessi che io frequentassi l'altro fratello Barraclough.» Gussie inarco' le sopracciglia. «Come facevo a invitare l'uno e non l'altro, Tavy! E poi Edward è molto più inserito, e mille volte più divertente, di Henry e di quella sua orribile moglie. E, alla luce di ciò che mi hai detto, sono proprio curiosa di rivederlo. Perché sei così contrariata che abbia incluso il suo nome?» «Chi ha detto che lo sono? È stata una sorpresa, tutto qua. Non era assolutamente necessario!» «Certo che lo era, Tavy cara. Ma non prendertela con me. Credo di avere un altro beau per te, e dobbiamo tutto agli sforzi di Monteith. Questa sì che dovrebbe essere una sorpresa per entrambe!» Octavia rise suo malgrado. Così raramente Gussie aveva una parola buona nei confronti del grasso, pigro marito. «Com'è successo, Gussie?» chiese ansiosa. «Oh, non preoccuparti! Monteith non ha dovuto impegnarsi affatto! Il giovanotto è il pronipote di uno dei tanti parenti scozzesi di Monteith, e si è presentato personalmente l'altro giorno da Boodle's. A Monteith è risultato tanto simpatico che lo ha invitato al ricevimento. Io sono rimasta deliziata. Significa che almeno il mio caro marito si ricorda che stiamo per dare una festa.» «Povero ragazzo. Non conosceva anima viva.» «Lo invitero' a cena prima che arrivino gli ospiti. Ci sarà anche Harry e potrà prendere questo Mr. Aransay sotto la sua ala protettrice. Devono avere all'incirca la stessa età. Ora, quando incontrerò questi tuoi Barraclough? Vengo con te domani quando andrai a trovarli? Sono impaziente di vedere con i miei occhi questa bellissima miss Lisette. E Cherry mi dice che Philippa Barraclough è sveglia e simpatica come sostenevi tu.» Octavia si sbagliava sul conto di Edward Barraclough. Lui non la disprezzava affatto. Più spesso di quanto gli facesse piacere, si trovava a pensare a lui, a sorridere al ricordo dell'imperiosa figuretta sullo sfondo della Serpentina, il mento alzato in un gesto di sfida mentre pronunciava il suo ultimatum: voleva essere trattata con decoro, o se ne sarebbe andata. Lui aveva iniziato pieno di sospetti, diffidando delle motivazioni che l'avevano spinta a contattare Julia e le ragazze. Si era autoinvitato all'escursione in Hyde Park con l'intenzione di mostrarle quanto poco la sua altolocata posizione sociale significasse per lui, pronto a farla tornare di botto sulla terra con qualche allusione ai loro incontri amorosi, qualora si fosse data delle arie. Ma non aveva tardato a scoprire che le loro schermaglie verbali gli piacevano, e non era riuscito a trattenersi dal provocarla. Lei non era mai stata sottomessa, ma ora che era libera di parlargli alla pari, la sua prontezza ad accettare la sfida lo intrigava e lo affascinava. Miss Petrie l'istitutrice era stata unica, ma la Contessina Octavia, ultimogenita del Conte di Warnham, era una creatura rara. Lui la trovava anche più attraente. Edward si ammoni' invano a non interessarsi troppo a lei. Si ricordò come lo aveva ingannato, come avesse probabilmente riso di lui, come gli avesse fatto perdere la testa, ma scoprì che continuava a volerla conoscere meglio. Aveva il dubbio che lei lo stesse evitando, ma era pronto ad aspettare. Sarebbe di certo venuta al ballo dato in onore di Lisette.
   
 
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