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Autore: Star_Rover    21/11/2021    5 recensioni
Durante la Battaglia d’Inghilterra i cieli sopra alle verdi campagne irlandesi sono spesso oscurati da stormi di bombardieri tedeschi che pericolosamente attraversano il Mare d’Irlanda.
Quella notte però è un Heinkel solitario a sorvolare le montagne di Wicklow e il suo contenuto più prezioso non è una bomba.
Un ufficiale della Luftwaffe paracadutato nella neutrale Irlanda è un fatto curioso, potrebbe sembrare un assurdo errore, ma la Germania in guerra non può concedersi di sbagliare.
Infatti il tenente Hans Schneider è in realtà un agente dell’Abwehr giunto nell’Isola Smeraldo con un’importante missione da portare a termine.
Il tedesco si ritrova così in una Nazione ancora divisa da vecchi rancori e infestata dagli spettri di un tragico passato. In questo intricato scenario Schneider entra a far parte di un pericoloso gioco che potrebbe cambiare le sorti della guerra, ma anche per una spia ben addestrata è difficile riconoscere nemici e alleati.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Il Novecento, Guerre mondiali
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Ringrazio i fedeli lettori per la costanza e la pazienza. Purtroppo in questo periodo non ho molto tempo da dedicare alla revisione del racconto, ma spero di non farvi attendere troppo per la pubblicazione degli ultimi capitoli.
Un ringraziamento speciale ai carissimi recensori per il prezioso supporto.
 
 
31. Illusioni
 

Declan ascoltò con estrema attenzione le indicazioni del suo comandante, il quale aveva provveduto a pianificare ogni particolare nei minimi dettagli. Il capitano non aggiunse alcun commento personale sulla questione, limitandosi ad esporre chiaramente il piano al suo sottoposto. Al termine del discorso Maguire alzò la testa per osservare il volto del suo compagno.
«È tutto chiaro?» domandò.
O’ Riley annuì.
«Bene…non sei più un novellino, quindi suppongo di non doverti dare altre raccomandazioni»
Il giovane si stupì per il comportamento del suo superiore, ormai era abituato alle eccessive premure che manifestava nei suoi riguardi, preoccupandosi per lui prima di ogni missione.
«I tuoi consigli mi sono sempre stati utili» ammise vincendo in parte il suo orgoglio.
«Già, ma da quel che ricordo hai sempre preferito fare di testa tua»
Declan pensò di essersi meritato quel rimprovero.
«Ero soltanto un ragazzino testardo quando ho deciso di unirmi all’IRA»
Maguire provò una certa malinconia ripensando al loro primo incontro.
«Spero solo che questa storia possa concludersi al più presto» concluse con estrema freddezza.
Declan non riuscì a lasciar andare il suo compagno in quel modo.
«Aspetta…»
Maguire si fermò al centro della stanza.
«Che altro c’è?» chiese con aria infastidita.
«Volevo ringraziarti»
Il capitano si voltò mostrando un’espressione perplessa.
«Per che cosa?»
«Per esserti fidato di me e per aver concesso una possibilità al tenente Schneider»
Charles scosse il capo.
«Non è stata una mia decisione. Il Comando del Nord è convinto che la spia dell’Abwehr possa essere la nostra ultima possibilità per ottenere il supporto della Germania. Per questo mi è stato ordinato di provvedere alla sua fuga»
Il giovane cercò di fare del suo meglio per nascondere la propria delusione. Sapeva di non poter pretendere nulla dal suo comandante, non dopo quel che era successo.
«Credi che per me sia semplice affrontare questa situazione?» chiese Maguire notando la sua espressione affranta.
Declan rimase in silenzio.
Il capitano sbuffò: «avrei dovuto prendere gli adeguati provvedimenti quando ti sei rifiutato di eseguire i miei ordini per la prima volta»
«In fondo però sapevi di non poter affidare questa missione a nessun altro» replicò il ragazzo.
«Fin dal primo momento ero certo che la tua ostinazione mi avrebbe creato problemi, ma devo ammettere di averti sempre ammirato la tua determinazione. Ero convinto che una buona guida avrebbe potuto trasformare la tua avventatezza in eroico coraggio. E nonostante tutto non ritengo di essermi sbagliato»
O’ Riley si stupì nel sentire quelle parole.
«Per quanto assurdo e insensato, il tuo è stato un atto di coraggio»
«Sono consapevole di essere un traditore per l’IRA»
Charles non era intenzionato ad affrontare la questione in quel momento, ma non riuscì a trattenersi dall’esporre i suoi dubbi.
«Un semplice traditore non si sarebbe comportato in quel modo. Hai messo a rischio la tua vita per proteggere quel tedesco…quello che non riesco a capire è perché hai fatto una cosa del genere»
«Il tenente Schneider si è rivelato essere un ufficiale leale e onorevole, non avrei mai potuto permettere che venisse condannato ingiustamente»
Il capitano lo guardò negli occhi: «dunque non hai alcun rimorso per quel che hai fatto?»
Il ragazzo rispose in piena sincerità: «no, dentro di me so che non avrei potuto agire diversamente»
Maguire avvertì una fitta di dolore, quelle parole lo ferirono come una pugnalata in pieno petto. Fu costretto a ricorrere a tutta la sua forza d’animo per porre fine a quella conversazione.
«Adesso il tuo unico obiettivo deve essere portare a termine la missione che ti è stata assegnata»
Declan percepì una profonda amarezza nel tono del suo comandante. Il giovane non poté far altro che annuire e congedarsi con la consapevolezza che, qualunque sarebbe stata la decisione definitiva di Maguire, egli non sarebbe riuscito a perdonarlo.
 
***

Julia strinse tra le dita il fermaglio argentato avvertendo il volto inumidito dalle lacrime.
Osservando quel prezioso dono la ragazza non poté evitare di ricordare gli eventi di quella notte. Quando aveva conosciuto James egli si era presentato come un giovane onesto e gentile, dedito al suo dovere, dall’animo puro e di buon cuore. Non poteva credere che quelle fossero soltanto menzogne.  
Nei suoi confronti James era sempre stato leale e sincero. Il loro rapporto era basato su sentimenti puri e profondi.
Julia non si era mai illusa a riguardo di quella relazione, sapeva che non sarebbe stato semplice amare un uomo in divisa, ma questo non era mai stato un ostacolo per lei. Aveva accettato i compromessi, consapevole che il suo incarico come agente del G2 avrebbe sempre avuto un ruolo centrale nel loro rapporto. Era stata paziente e comprensiva in ogni occasione, aveva sostenuto Donnelly nelle sue notti di sconforto, quando il suo animo era dilaniato da sensi di colpa o da preoccupazioni per ragioni destinate a restare oscure e misteriose. Anche nei momenti più difficili era rimasta a fianco dell’amato, aveva condiviso il suo dolore, alleviando i suoi tormenti e le sue sofferenze. Non aveva mai preteso di conoscere la verità, era certa che qualunque fosse il suo segreto non avrebbe potuto cambiare ciò che provava per lui.
Aveva scelto di riporre fiducia nella persona che amava, non provava alcun rimorso per questo.
Julia ripensò ai sospetti e alle accuse del detective Sullivan, inizialmente aveva cercato di giustificare il suo compagno credendo che tutto ciò fosse soltanto un assurdo malinteso, ma pian piano i dubbi avevano cominciato ad insinuarsi nella sua mente. Nonostante ciò si era ostinata a difendere James anche quando le certezze sulla sua innocenza avevano iniziato a vacillare.
Aveva pensato concretamente alla possibilità che egli fosse colpevole, ma anche in quella circostanza non era riuscita a considerarlo soltanto un criminale. Era convinta che le sue intenzioni fossero sempre state buone, anche nel caso in cui avesse commesso i suoi errori. Forse avrebbe potuto comprendere meglio le sue motivazioni se avesse saputo la verità, ma ormai nemmeno questo aveva più importanza.
Non aveva intenzione di abbandonare James al suo destino, temeva però che il suo amore non sarebbe stato sufficiente a salvarlo.
 
***

In un freddo e polveroso appartamento non troppo distante dall’East End di Londra un giovane uomo di nome Robert Heaney conduceva una precaria, ma eccitante esistenza. Aveva lasciato gli studi universitari per unirsi a un gruppo di attivisti socialisti, trovando compagni fedeli e determinati. Credevano in grandi ideali ed erano abbastanza giovani per pensare di poter cambiare il mondo. Partecipavano a manifestazioni, assemblee e rivolte. Combattevano nella polvere e nel sangue, incassando pugni e manganellate, orgogliosi di portare avanti la loro lotta contro le ingiustizie della società.
Tra di loro Robert aveva trovato un prezioso amico, un giovane e ardimentoso adepto di nome Tom.
E poi c’era Daisy, sua sorella, un raggio di sole in quella tempesta. La ragazza non era coinvolta in quei loschi affari, ma offriva spesso aiuto e ospitalità ai compagni di lotta del fratello. Robert si era innamorato di lei, anche se allora non riteneva che ciò fosse possibile. Credeva di aver solo bisogno di qualcosa di più, qualcosa di umano e vero, qualcosa che potesse fargli dimenticare chi fosse in realtà. Per un breve periodo quel sentimento era stato il suo unico conforto.
Ma Daisy sapeva che Robert nascondeva un pericoloso segreto. Non era certa di come l’avesse capito, forse l’aveva avvertito fin dal primo momento, dalla tristezza del suo sguardo, dall’amaro sapore dei suoi baci, oppure dalla disperata passione con cui faceva l’amore con lei.
Poi Robert Heaney era scomparso all’improvviso, così come era apparso nel nulla tra la scura polvere e la densa nebbia dell’East End.
 
La verità era che non era mai esistito nessun Robert Heaney. Documenti falsi, storie inventate…per un agente dell’Intelligence era stato facile impadronirsi di un’identità fittizia per scavare negli ambienti socialisti in cerca di informazioni riguardanti i loro leader. Un grosso carico di armi rubate era stato nascosto tra i docks di Londra, i servizi segreti britannici erano intervenuti in tempo, recuperando il prezioso contenuto e arrestando i principali responsabili, tra i quali anche il fratello della bella Daisy.  
Era stato un gran successo, la riuscita dell’operazione aveva accresciuto la reputazione del giovane agente, permettendogli di fare carriera. Eppure il protagonista di quella impresa non era stato affatto soddisfatto di se stesso. Aveva servito la sua Patria tradendo persone oneste e leali che si erano fidate di lui e perdendo l’unica donna che avesse mai amato.
In quel momento l’agente segreto aveva capito di non potersi permettere alcun tipo di coinvolgimento nelle sue missioni. Ciò avrebbe potuto compromettere il suo ruolo, sarebbe stato troppo rischioso esporsi in quel modo. Le relazioni personali lo rendevano vulnerabile, era la prima nozione che aveva imparato e la prima regola che aveva infranto. Non poteva più permettersi simili mancanze.
Così era riuscito a farsi strada in quel mondo, rinunciando definitivamente a quella parte di sé ancora legata ad affetti e sentimenti.
 
Hart si riprese da quei pensieri avvertendo una profonda sensazione di sconforto. Era trascorso tanto tempo dall’ultima volta in cui aveva rammentato quegli avvenimenti e proprio in quel momento determinati ricordi erano riaffiorati nella sua mente. Probabilmente era stata la vicenda di James a risvegliare in lui le memorie del passato.
Erano ormai passati diversi anni, eppure provava ancora malinconia e tristezza ogni volta che ripensava a Daisy. Credeva che con il tempo sarebbe riuscito a dimenticarla, ma non era stato così. 
Quella ragazza era stata la sua unica eccezione, forse era questo a renderla così speciale. Era l’ideale di qualcosa che non avrebbe mai potuto avere.
Più volte si era domandato per quale motivo lei non avesse deciso di tradirlo, era certo che avesse sempre saputo la verità. Era ovvio che se lei avesse rivelato il suo segreto l’avrebbe sicuramente condannato.
Provava sincero rammarico al pensiero che il suo silenzio fosse stato prova del suo amore.
 
Il tenente riempì nuovamente il bicchiere di whiskey, quello non era il momento di abbandonarsi alla malinconia e ai rimpianti. Doveva prepararsi per tornare in azione, non poteva permettersi alcuna distrazione dal suo obiettivo.
Hart ripensò alle parole del suo compagno: non vorrei che questa caccia al tedesco dovesse diventare una questione personale.
Barry aveva colpito nel segno, pur conoscendo solo parte della verità. C’era un motivo per cui quella missione era così importante per lui.
 
L’ufficiale seduto dietro alla massiccia scrivania di legno scuro l’aveva squadrato con estrema attenzione, quasi come per accertarsi che egli fosse realmente davanti ai suoi occhi.
«Agente Radley Hart, nome in codice: Fox»
Egli si era limitato ad annuire.
«Lei è stato un ottimo agente, probabilmente il migliore della sua unità…ma a Liverpool ha commesso un grave errore»
Il giovane aveva risposto prontamente: «sono disposto ad assumermi le mie responsabilità»
«Ho letto più volte il rapporto. Lei ha disobbedito agli ordini, la missione è fallita, la spia che doveva catturare è riuscita a fuggire e a causa del suo ingiustificabile colpo di testa due suoi colleghi hanno perso la vita»
Hart aveva avvertito un nodo alla gola e gli occhi lucidi, per un istante aveva rivisto i corpi inermi dei suoi compagni distesi in una pozza di sangue.
«È stata colpa di un imprevisto, le cose non sarebbero dovute andare in quel modo» aveva tentato di spiegare con voce tremante.
«Lei era al comando dell’operazione, è stata sua la decisione di agire»
Radley aveva chinato il capo restando in silenzio, non aveva potuto replicare in alcun modo, era consapevole delle sue responsabilità.
Il suo comandante era tornato ad esaminare i fogli che teneva tra le mani.
«Ho visto che ha superato gli esami fisici, ma il medico ha detto che dovrebbe restare a riposo ancora per un po’. È rimasto a lungo in ospedale tra la vita e la morte. Aveva un proiettile conficcato nel petto, una ferita del genere avrebbe potuto ucciderla!»
«Ma non è successo. Io sono qui davanti a lei, ho superato le prove e sono pronto a tornare in azione» aveva ribattuto fremendo per l’impazienza.
«Mi dispiace, non posso autorizzarla a tornare in campo. Anzi, temo proprio che la sua carriera come agente sotto copertura sia destinata a concludersi qui»
«Ha intenzione di sollevarmi dal mio incarico?»
«Considerando l’accaduto questo è inevitabile»
«Dunque vuole sbarazzarsi di me?»
«Non sto dicendo questo. L’MI5 ha altri progetti per lei»
Hart era rimasto diffidente: «di che sta parlando?»
«Ha molta esperienza con i ribelli irlandesi, come sa la situazione al confine è sempre più preoccupante. La polizia di Belfast sarà sicuramente lieta di collaborare con qualcuno come lei»
Radley aveva scosso il capo: «non posso crederci…vuole liberarsi di me in questo modo?»
Il suo superiore aveva lasciato scivolare la cartella sulla superficie del tavolo.
«Questi sono gli ordini, agente Hart. Non può discutere a riguardo»
Radley aveva riconosciuto di ritrovarsi con le spalle al muro, non avrebbe potuto fare altro che accettare quelle condizioni o rinunciare per sempre alla sua carriera militare.
«Deduco che questa sia la mia punizione»
«Non poteva pensare che non ci sarebbero state conseguenze» era stata la fredda risposta.
Radley aveva stretto i pugni fino ad avvertire le unghie conficcarsi nella pelle, faticando per mantenere un degno autocontrollo.
«Sono certo che si troverà bene sotto alla Mano Rossa dell’Ulster» aveva commentato l’ufficiale mostrando un sorriso sghembo.
«Non mi sta lasciando altra scelta»
«Si preoccupi soltanto di compiere al meglio il suo dovere. In passato ha dimostrato di essere un agente di valore, chissà…magari in futuro potrà avere una nuova occasione per riscattarsi»
 
Gli occhi scuri del tenente brillarono nella penombra della stanza, aveva atteso a lungo quel momento, quella era la sua unica possibilità per dimostrare il suo valore ed espiare le sue colpe. Desiderava riconquistare la piena fiducia dei suoi superiori, sentiva di non avere altro scopo nella sua vita. Era stanco di convivere con i fantasmi del passato, non aveva alternative se non affrontare la questione una volta per tutte.
Il fatto che l’avessero ritenuto degno di quell’incarico era già un segnale positivo, ma a quel punto non poteva fallire. In quella faccenda non c’era in gioco soltanto la sua reputazione, il destino della guerra avrebbe potuto dipendere dall’esito della sua missione.
Hart buttò giù l’ultimo sorso di whiskey. Questa volta era determinato a portare a termine il suo compito senza commettere sbagli.
Non avrebbe potuto far fronte ad una sconfitta: doveva catturare l’Aquila ad ogni costo.
 
***

Hans ammirò dalla finestra un panorama insolito ai suoi occhi, riusciva a distinguere fin troppe luci nella notte. Nonostante l’ordine del coprifuoco non tutti gli edifici erano stati completamente oscurati. In quella città la guerra sembrava ancora lontana, tanto da poter ancora vivere senza il timore dei bombardamenti.
Il tenente si domandò quale sarebbe stata la sorte di quell’Isola. La Libertà appariva come una lontana illusione anche dopo anni di sanguinose guerre e atroci sofferenze. E quella Pace precaria era più dolorosa di qualsiasi conflitto per un esercito di coraggiosi soldati costretti a nascondersi come comuni criminali.
Forse per loro l’alleanza con la Germania era davvero l’unica possibilità, ma due Nazioni così simili e opposte allo stesso tempo difficilmente avrebbero potuto trovare un punto di equilibrio. La sconfitta dell’Inghilterra poteva essere un vantaggio per entrambe le parti, ma forse questo obiettivo comune non sarebbe stato sufficiente. La Germania doveva vincere la guerra, mentre l’Irlanda sognava l’Unità.
Il tenente si allontanò dalla finestra e tornò a sedersi a fianco del suo compagno, il quale non aveva ancora detto una parola dopo il suo ritorno nel rifugio.
«Il tuo comandante ti ha rivelato i particolari del piano?» domandò Hans manifestando una certa apprensione.
Il giovane annuì: «domani sera prenderemo l’ultimo treno per Wicklow, non devi preoccuparti per il viaggio, non avremo problemi con i documenti forniti dall’IRA. Arriveremo a Bray con l’oscurità. Quando avremo raggiunto il porto potrai considerarti al sicuro»
«Credi che potrebbero esserci complicazioni?» domandò.
L’irlandese non poté rispondere con certezza.
«Temo di doverti chiedere ancora una volta di fidarti dell’IRA»
Hans tentò di non esternare troppo la sua preoccupazione mascherandola dietro a un debole sorriso: «fino ad ora non mi sono pentito per questa scelta»
Declan rinnovò la sua promessa: «sai che in ogni caso resterò al tuo fianco»
L’ufficiale avvertì il peso delle sue responsabilità: «hai fatto anche troppo per me»
«Ho svolto il mio dovere come un buon compagno»
Hans comprese il significato di quelle parole, per i militanti dell’IRA essere compagni era come essere fratelli, indicava un legame che andava oltre alla condivisione di valori e ideali. Poteva associare questo concetto al cameratismo, ma in realtà era qualcosa di più.
Il tedesco ripensò a quel che Declan gli aveva detto durante i primi giorni di convivenza, probabilmente era questo che significava essere soldati dell’Esercito del popolo. 
Sapeva che Declan era venuto a meno dei suoi doveri per proteggerlo, e poteva solo immaginare quanto potesse essergli costato tutto ciò.
In quel momento decise di rivelargli ciò che gli era stato riferito dal suo comandante.
«Il capitano Maguire mi ha garantito che non sarai condannato per avermi protetto, non ho motivi per dubitare della sua parola»
L’irlandese fu sorpreso: «hai discusso del mio destino con Charles?»
«Volevo assicurarmi che tu fossi al sicuro»
«Non avresti dovuto preoccuparti, quella tra me e Maguire non è una questione che ti riguarda»
«Probabilmente hai ragione, ma…dovevo dire al tuo comandante la verità»
«Ovvero?»
«Che tu sei sempre rimasto fedele ai tuoi ideali»
O’ Riley apprezzò il gesto del compagno, ma dubitò che questo avrebbe potuto cambiare le cose.
«Sai, credo che il tuo comandante tenga davvero a te. Sei un buon soldato, nonostante tutto non vuole perderti» constatò il tedesco.
Declan parve rassicurarsi nel sentire quelle parole.
«Che cosa farai quando la tua missione sarà conclusa?» continuò Hans.
La risposta del giovane militante fu piuttosto ovvia.
«Continuerò a combattere per la Libertà della mia terra»
«Sarai costretto a fuggire e nasconderti come gli altri militanti»
«Farò quel che sarà necessario per il bene della mia Nazione»
Hans esitò qualche istante, poi rivolse al suo compagno uno sguardo afflitto.
«Mi dispiace» ammise con sincero rammarico.
Declan non capì: «per che cosa?»
Il tenente prese un profondo un respiro.
«Con te voglio essere sincero, non posso mentirti. Quello che l’IRA pretende dalla Germania non potrà mai realizzarsi»
Il ragazzo sgranò i suoi occhi verdi: «di che stai parlando?»
«Non ho mai avuto l’intenzione di ingannarti. Credo davvero in tutto quel che ti ho detto a riguardo di questa alleanza, ma…le cose qui si sono rivelate ben più complesse del previsto. I rapporti tra l’IRA e l’Abwehr sono vantaggiosi per entrambe le parti, ma temo che non possiate sperare in nulla di più. La Germania ha bisogno di certezze per vincere questa guerra»
Declan non fu in grado di nascondere del tutto la propria delusione, ma riuscì a comprendere i limiti di quegli accordi. In fondo era sempre stato convinto che non sarebbe stata quella guerra a rendere libera la sua Patria.
«Ti ringrazio per avermi detto la verità»
Hans strinse la sua mano e lo guardò negli occhi.
«Non volevo abbandonarti con una falsa illusione»
Declan fu costretto a fronteggiare la realtà, in ogni caso quella era l’ultima notte che avrebbero trascorso insieme. Da un lato questo pensiero era rassicurante poiché sapeva che Hans sarebbe stato al sicuro lontano dall’Irlanda, ma dall’altra parte quella separazione era fonte di profondo dolore.
Il ragazzo poggiò dolcemente la testa sulla spalla del suo compagno.
«Posso chiederti una cosa?» domandò con un lieve sussurro.
Il tedesco annuì.
«Quando hai sorvolato l’Isola, almeno da lassù hai avvertito il vento della Libertà?»
Schneider sorrise, stringendo il giovane a sé in un caldo abbraccio: «certo, era un vento forte e impetuoso, difficile da governare, ma era impossibile ignorare il suo richiamo»
Declan socchiuse gli occhi, provando ad immaginare le sensazioni evocate dal pilota. Una parte di sé volle credere nel significato di quelle parole.
I due restarono stretti l’uno all’altro, abbandonandosi a tenere carezze e baci appassionati.
In quegli ultimi istanti da condividere entrambi avevano bisogno di conforto e speranza.
   
 
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