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Autore: eddiefrancesco    22/11/2021    1 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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In seguito tutti convennero che il ballo dei Barraclough era stato uno dei successi della Stagione. Julia aveva fatto bene il proprio lavoro e, malgrado tutto quello che era successo in passato, aveva accettato con riconoscenza l'offerta generosa di Octavia. Di conseguenza, alla serata aveva partecipato il fior fiore della società londinese, compresi un duca reale, due delle patronesse di Almack's, il Duca e la Duchessa di Monteith, e persino, brevemente, il Duca di Wellington. Col suo inconfondibile genio, Madame Rosa aveva ideato un modello di superba semplicità per il debutto di Lisette. Un delicato ricamo in argento sulle maniche e sull'orlo del frusciante abito di seta bianca era stato l'unica decorazione che aveva contemplato. Lisette sembrava la principessa delle fiabe a cui Octavia aveva pensato la prima volta che l'aveva vista. I suoi capelli scuri, gli occhi viola e l'incarnato delicato erano messi in risalto dal bianco argentato dell'abito e dal bouquet di roselline bianche legate con nastri viola che portava in mano. Fece sensazione. Fu subito al centro di uno stuolo di ammiratori. Il bel mondo cominciò a parlare con entusiasmo della sua bellezza, della sua modestia e del suo fascino. Alcuni rimasero talmente colpiti che scordarono persino di menzionare la sua considerevole fortuna. Edward era orgoglioso di sua nipote, ma guardava la folla che l'attorniava con occhio cinico. Non accadeva spesso che la ricchezza si combinasse con tanta bellezza. Non c'era da stupirsi che la ragazza e Julia fossero sotto assedio. Riconobbe diversi noti cacciatori di dote tra gli ammiratori, oltre ad alcuni figli di nobili impoveriti. Nelle settimane a venire, Lisette avrebbe avuto bisogno di tutto il suo aiuto per fare una selezione. Non l'aveva salvata dalle grinfie di Ricardo Arandez per vederla cadere tra le braccia di una sua controparte britannica! Dopo un po' si rilasso' e cominciò a guardarsi attorno. Lisette era al sicuro per il momento. I suoi occhi scrutarono tra la folla, in cerca di una figura minuta. Quando finalmente vide Octavia, si fece strada verso di lei e la trovò con la sorella. «Contessina Octavia.» Edward si inchino' formalmente. Gussie guardò Octavia annuire con freddezza. «Mr. Barraclough, credo che abbiate già incontrato mia sorella, la Duchessa di Monteith.» «Ho avuto questo onore solo un paio di volte, anche se ho frequentato spesso vostro marito, duchessa» disse Edward, inchinandosi di nuovo. Con gli occhi pieni di divertito interesse, la sorella di Octavia annuì. «Devo congratularmi con voi per vostra nipote, Mr. Barraclough. È la creatura più deliziosa che sia stata presentata in società da anni.» Edward guardò la sorella di Octavia con apprezzamento. Era il tipo di gentildonna di buoni natali che lui conosceva e capiva. C'era una certa somiglianza tra le due sorelle, ma, a differenza di Octavia, la sofisticata donna che gli stava davanti era consapevole del proprio fascino e lo usava in un modo deliberato che era totalmente estraneo alla sorella minore. In altre circostanze, avrebbe passato una piacevole ora a corteggiare la Duchessa di Monteith. Ma non quella sera! «Grazie. Siamo tutti molto orgogliosi di lei.» disse con un sorriso. «È ovvio che ha avuto gli insegnamenti di un'esperta, non trovate?» Questa volta il divertimento era anche più evidente. Edward lanciò un'occhiata penetrante a Octavia. «Cosa intendete con questo, duchessa? Ho il sospetto che vostra sorella si sia confidata con voi.» «Tavy e io siamo buone amiche, oltre che sorelle. Mi ha detto di Wychford.» Edward inarco' un sopracciglio e Octavia si affretto' a precisare: «Ho parlato molto di Pip e di Lisette.» «Ah! Capisco. Sì, Pip e Lisette. Duchessa, i Barraclough devono molto alla contessina Octavia, anche per ciò che ha fatto per Lisette questa sera.» Si guardò attorno. «Una folla di invitati eccellenti. Dubito che i Barraclough sarebbero riusciti ad attirarla da soli. Mia cognata è felice del successo della serata.» Si girò verso Octavia. «Vorrei che foste arrivata prima. Pip non ha preso bene il mancato permesso di presenziare al ballo di Lisette. Ho dovuto impegnarmi a portarla a vedere i cervi e le primule a Richmond, domani, per placarla. Anzi, vorrebbe che veniste anche voi e io le ho promesso che ve l'avrei chiesto. Verrete? Per accontentare Pip?» «Io, ehm...» «Certo che andrai, Tavy! Una gita in carrozza fino a Richmond non potrà farti che bene. Non devi deludere... la nipote di Mrs. Barraclough.» Octavia lanciò un'occhiata perplessa alla sorella, ma disse con calma: «Grazie, sir. A che ora?» Lui sorrise. «Possiamo accordarci sui dettagli durante il prossimo ballo? Avete la gentilezza di scusarci, duca?» «Certamente.» Lui si inchino' e, prima che Octavia potesse protestare, la prese per la mano e la condusse via. Gussie li guardò allontanarsi. Edward Barraclough poteva anche averle rivolto un'occhiata di apprezzamento, ma era troppo esperta per non capire quando le attenzioni serie di un uomo erano dirette altrove. Le pareva che lui fosse più attratto da Octavia di quanto fosse disposto ad ammettere. Se fosse stato così, le sue intenzioni non potevano essere che onorevoli, e lei avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per promuovere questo interessante sviluppo. Veder capitolare Edward Barraclough, finalmente, sarebbe stata una bella soddisfazione, soprattutto se a mettergli il cappio al collo fosse stata la sua sorellina. Sorrise. Al parco di Richmond per far piacere a Pip... Ma chi pensava di prendere in giro? «Credevo che avreste promesso di trattarmi con rispetto!» Sibilo' Octavia mentre Edward la scortava sulla pista da ballo. «Cos'avete da obbiettare, ora?» chiese lui sbalordito. «Non è consentito invitare a ballare una delle più care amiche di mia nipote?» «È stato il modo in cui lo avete fatto! Non me lo avete chiesto. Mi avete trascinato via dalla mia povera sorella, che ora è rimasta sola!» «Mia cara ragazza, metà dei gentiluomini di questa sala stavano aspettando con ansia l'opportunità di invitare vostra sorella a ballare con loro! Non resterà sola a lungo. È una donna molto affascinante, Oct... Contessina Octavia.» «È sempre stata considerata la più bella della famiglia.» La figura della danza li separò per un attimo. Quando tornarono insieme, Edward le confidò: «Avevo sentito dire che voi eravate una delle stelle di Londra, quando avete debuttato. La cosa non mi sorprende. Sembrate la primavera, con questo abito verde pallido.» «Non dovreste dare ascolto ai pettegolezzi, Mr. Barraclough. Né dovreste cercare di lusingarmi. Siamo casuali conoscenti, ricordate? Anzi, non sono affatto sicura che sia opportuno venire con voi domani, nonostante l'intervento di mia sorella. È un fatto che quasi certamente non passerà inosservato.» «Oh, no, non potete cambiare idea ora! E io ho pensato a questa storia dei casuali conoscenti. Non funzionerà. Prima o poi a Londra si verrà a sapere della vostra visita a Wychford, e tutti si chiederanno perché abbiamo finto di conoscerci appena. Diciamo piuttosto che siamo imparentati alla lontana. Questo renderà tutto più rispettabile, non trovate?» «Imparentati?» «Attraverso Mrs. Carstairs! Avete dimenticato che vostra zia era una grande amica dei Barraclough? Che io continuo ad avere in affitto la casa che ha lasciato a voi?» La guardò riflettere sulla questione. «Potreste aver ragione. A Londra si verrà a sapere qualcosa prima o poi... Molto bene! Dobbiamo ancora fissare l'orario per la gita di domani.» concluse Octavia. «Richmond è piuttosto distante. Passeremo a prendervi alle undici. O è tropo presto?» «Per niente. Sarò pronta!» La musica giunse alla fine e Octavia fece per allontanarsi. «Non così in fretta.» Edward le trattenne una mano. «Voglio portarvi a parlare con Lisette.» «Ma mia sorella...» «Vostra sorella in questo momento sta incantando Charlie Stainforth. Guardatela! Non sente affatto la vostra mancanza. Venite!» guidandola per la sala.
   
 
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