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Autore: Rosmary    30/11/2021    5 recensioni
Esisteva una leggenda secondo cui a reggere l’universo fosse il magnetismo esercitato da anime affini, che vagavano vagavano vagavano finché non si riconoscevano tra tutte le altre anime. Se s’incontravano, la realtà sino ad allora conosciuta s’alterava improvvisa, e così per alcuni il grigiore diveniva arcobaleno, per altri le emozioni divenivano implosive, per altri ancora sogni, profumi, simboli acquisivano significati. Quando due anime gemelle allacciavano le loro vite l’universo tremava per abituarsi a un nuovo intero.
1. Erano nati solitudine (Tom O./Helena)
2. Cercami nei sogni (Fred/Hermione)
3. Magneti (James Sirius/Rose)
4. Se non era il tuo nemico (Evan/Dorcas)
5. Profumi di intero (Lorcan/Rose)
6. Interi (Louis Weasley)
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Corvonero, Dorcas Meadowes, Evan Rosier, Helena Corvonero, Tom O. Riddle, Vari personaggi | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, James Sirius/Rose
Note: AU, Raccolta, Soulmate!AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più contesti
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Magneti
 

Rose era nata con emozioni estranee impresse dentro, rampicanti che crescevano assieme a lei e invadevano tutto.
Non aveva dovuto sforzarsi per capire quale fosse il suo destino, le era sempre stato accanto – mani nelle mani e abbracci capaci di annerire il mondo intero.
La prima volta che lui aveva baciato un’altra, aveva sentito dentro di sé il disagio di entrambi e urla nella testa a ripetere errore errore errore.
La prima volta che lei aveva baciato un altro, invece, aveva sentito il proprio disagio mescolarsi alla rabbia di lui e di nuovo urla nella testa a ripetere via via via.
 
«Tu lo sai che sono io.»
«Certo che lo so.»
«E allora?»
«E allora aspetta.»
 
James era nato con emozioni estranee impresse dentro, rampicanti che crescevano assieme a lui e invadevano tutto.
Aveva impiegato anni per capire quale fosse il suo destino, timoroso di scoprire di essere destinato ad abbandonare la strada che amava – occhi a cercare occhi e baci ingoiati controvoglia.
La prima volta che s’era concesso di sperare lei era reduce da un disastro e divorata da palese vergogna, e lui quella vergogna l’aveva sentita sin dentro le ossa.
La prima volta che l’aveva riconosciuta, invece, aveva visto in lei tutta la propria rabbia e sentito anche la sua voce urlare via via via.
 
«Perché devo aspettare?»
«Ho paura.»
«Di cosa?»
«Di non sentirti più.»
 
Siamo la stessa cosa – l’avevano ripetuto innumerevoli volte, ma solo all’alba dell’età adulta avevano dato il giusto peso a quelle parole, compreso di essere nati legati dalle emozioni più intime e totalizzanti, quelle capaci di farli essere l’uno nella pelle dell’altra persino a chilometri di distanza – perdersi era al di sopra delle loro possibilità.
Eppure Rose s’affannava nel timore di poter perdere tutto, lui in lei, se le loro labbra si fossero sfiorate, perché l’universo – benevolo o sadico? – avrebbe saputo che le metà erano di nuovo intero e allora avrebbe potuto farsi beffe di loro, spezzare il filo che li univa, costringerli a sentirsi come chiunque altro.
Non voleva perderlo.
 
«Non funziona così.»
«Come lo sai?»
«Non mi serve saperlo.»
«A me sì.»
 
Ti amo – James l’aveva pronunciato rabbioso, i muscoli tesi e gli occhi blu svaniti nella pioggia, Rose allora aveva smesso di balbettare incertezze e l’aveva baciato ai piedi di un mare in rivolta, coi granelli di sabbia mossi dal vento a graffiarli ovunque.
«Come fai a saperlo?»
«Cosa?»
«Che continuerò a sentirti.»
James aveva inspirato, poggiato la fronte su quella di lei, rafforzato l’abbraccio che li legava – Rose non aveva smesso di guardarlo neanche per un istante, sforzandosi di capire se il groviglio di emozioni percepito fosse di entrambi o appartenesse a lei soltanto.
«Se non fossi stato io, cosa avresti fatto?»
«Non sarebbe mai stato possibile.»
«Pensaci, Rosie. Pensaci ora.»
Rose aveva serrato le labbra e aveva rincorso il suo sguardo dopo averlo fuggito per irrisori istanti – James era certo di sentire dentro di sé un’angoscia che non era la propria, e poi ecco farsi largo un calore invasivo a scacciare ogni traccia buia.
«E tu credi che sarebbe stato possibile?»
La domanda di Rose a chiunque altro sarebbe parsa insensata, ma loro erano la stessa cosa e sapevano sempre quali pensieri rincorrere.
«E tu credi che mi sarebbe importato?»
James aveva ribattuto sorridendo, lei gli aveva morso la guancia senza motivo – sapeva di pioggia, salsedine, lui.
«Forse è proprio per questo che siamo noi, perché se non lo fossimo stati avremmo sovvertito tutto.»
«Tutto. Ti avrei strappato le emozioni di chiunque altro pur di essere io.»
«Sei prepotente, James.»
«E tu no?»
Rose era scoppiata a ridere e per la prima volta aveva cercato la sua bocca senza esitazioni – la prima, mai l’ultima.
 
~
 
Qualcuno un giorno avrebbe raccontato di James e Rose e di come fossero nati legati per il bene stesso dell’universo – egoisti, avrebbero potuto distruggere qualsiasi equilibrio pur di imporsi quali metà dello stesso intero.
 
*
 
«James.»
«Cosa c’è?»
«Ti sento ancora.»
«Lo so.»






 

NdA: sono di nuovo qui con i miei tentativi di Soulmate!AU, questa volta il contesto/prompt che ho scelto è “provi le stesse emozioni del tuo soulmate”. Non voglio annoiarvi con note infinite, ma ci tengo tanto a ringraziare una volta ancora chi mi sta accompagnando con recensioni e letture, siete preziosi e spero che abbiate apprezzato anche questo racconto.
Un abbraccio. ❤

   
 
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