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Autore: ineffable    01/12/2021    1 recensioni
L'apocalisse alla fine era avvenuta, i demoni erano stati sconfitti e la pace regnava incontrastata. Qualcuno però non era affatto contento di quella situazione.
"Quello era prima. Dio sapeva che qualcuno di noi si sarebbe ribellato. Avanti! come si fa a sopportare tutto questo candore senza impazzire?"
...
"Sai chi è?"
"No." Rispose. Lo sguardo ancorato a quello del demone.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Belzebù, Crowley, Gabriele
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo tre



Gabriele e Azraphel si voltarono, di fronte a loro Michele, Uriel e Sandalphon troneggiavano con le ali aperte in tutta la loro larghezza, sembravano molto più grandi e dai loro corpi fuoriusciva una quantità di energia che avrebbe potuto distruggerli senza troppi sforzi, sui loro volti un sorriso vittorioso, di chi finalmente ha ottenuto ciò che voleva.
<< Il traditore Azraphel e il novello traditore Gabriele >> parlò Michele incrociando le braccia.
Gabriele si avvicinò di qualche passo, i pugni stretti e lo sguardo colmo di rabbia.
<< Non osare parlarmi così, io sono un tuo pari >> ringhiò.
<< Cesserai di esserlo quando avremo finito con voi due. >>
A parlare era stata Uriel, sul volto l'espressione impassibile come sempre ma il tono di voce era ricco di minaccia, una carica esplosiva e vendicativa, schioccò le dita e improvvisamente Azraphel e Gabriele si ritrovarono in ginocchio, un peso di più di mille tonnellate gravava sulle loro spalle, al centro delle ali.
<< Perché ci state facendo questo!? >> gemette Azraphel.
<< Siamo venuti a conoscenza del vostro piano >> rispose placido Sandalphon.
<< E non siamo assolutamente d'accordo, noi i demoni non li rivogliamo >> disse Uriel.
Azraphel si chiese come potevano essere venuti a conoscenza di tutte quelle informazioni così in fretta, Michele lo guardò, un sorrisetto ironico comparve sul suo volto.
<< Ringrazia il tuo amico >> disse lei rivolgendosi a Gabriele.
Azraphel voltò la testa verso l'arcangelo che aveva ritenuto suo alleato, nel suo sguardo lo shock e poi la rabbia e la delusione, Gabriele lo guardò a sua volta, gli chiese scusa con gli occhi.
<< Non è come credi Azraphel, io dovevo sapere e sono andato da Michele solo per delle informazioni, non le ho detto niente. >>
<< E come faccio a crederti adesso!? >> urlò l'angelo.
Gli occhi di Azraphel si riempirono di lacrime, erano a un passo dall'arrivare a Dio e porLe quella tanto agognata domanda, avrebbero potuto sapere, avrebbero potuto aggiustare la situazione e forse, forse avrebbe potuto salvare Crowley e riaverlo con sé.
<< Crowley >> gemette l'angelo a denti stretti.
<< Ti prego Sandalphon occupatene in fretta, mi stanno facendo venire la nausea >> disse Michele con noncuranza.
<< Non posso farlo da solo, un angelo non ne può eliminare un altro senza il fuoco infernale e quello è alquanto carente ultimamente. Uriel?. >>
Sandalphon si rivolse all'arcangelo vicino a sé, insieme avrebbero potuto creare qualcosa di veramente potente in grado di distruggere per sempre due creature di luce, Gabriele li guardava ad occhi spalancati, non credeva che sarebbero arrivati al punto di uccidere addirittura un arcangelo, uno del loro stesso rango e invece si sbagliava. Doveva trovare una soluzione in fretta o sarebbero entrambi morti, ma l'unica soluzione che gli passò per la mente avrebbe ferito Azraphel, chiuse gli occhi, guardò per un attimo l'angelo che ancora piangeva e si dimenava per liberarsi, sarebbe stato meglio e avrebbe smesso di soffrire.
Con una forza inaudita riuscì a sollevarsi di poco, attirando l'attenzione degli altri arcangeli.
<< Fermi! Non macchiatevi di questo proprio davanti a Dio, non sapete quali potrebbero essere le conseguenze. Io ho la soluzione per voi. >>
<< Forse non ti è charo che non ci fidiamo di te >> parlò Michele.
<< Voi siete tre, il vostro potere unito è molto più forte di noi due. Lasciatemi fare, non ve ne pentirete. >>
Uriel guardò Michele che con evidente malcontento annuì, liberò Gabriele dal peso e lui non perse tempo, si voltò andando verso Azraphel, lo guardò con un'espressione dispiaciuta sul volto, quando l'angelo si accorse che Gabriele troneggiava su di lui una ventata di terrore lo avvolse.
<< C-cosa vuoi fare? >> chiese con voce flebile.
Gabriele gli appoggiò le mani sul viso.
<< Mi dispiace Azraphel ma è meglio così, per tutti. >>
L'angelo in quell'istante capì, iniziò a dimenarsi mentre Gabriele lo teneva fermo, finì sdraiato per terra con l'arcangelo sopra di lui, una mano sulla spalla e una sulla fronte dell'angelo, più Azraphel lottava più Gabriele acquistava forza.
<< No, no ti prego non farlo >> lo pregò l'angelo.
<< Ti supplico Gabriele... >>
<< Non... farl... >> Azraphel perse i sensi, il braccio che tentava di staccare quello di Gabriele dal suo corpo scivolò a terra privo di forze.
Gabriele deglutì, sentiva un peso nel petto e un nodo alla gola che gli avrebbe mozzato il respiro se lo avesse avuto, si alzò e guardò gli altri arcangeli che erano rimasti impassibili davanti alla scena, non avevano battuto ciglio nemmeno a vedere un loro simile supplicare fino alla fine.
<< Molto bene, qualsiasi cosa ne farai non è un nostro problema ma vogliamo che te ne occupi >> disse Michele.
<< Ti terremo d'occhio >> lo minacciò Uriel.
Dopodiché i tre arcangeli spiccarono il volo.
Gabriele si voltò verso l'angelo riverso a terra, si avvicinò a lui e lo prese in braccio, la testa di Azraphel era posata contro il petto forte di Gabriele, la punta delle ali che toccava terra, l'arcangelo si incamminò tenendo tra le braccia l'angelo che si era fidato di lui, gli aveva consegnato le sue speranze e lui lo aveva tradito, era la seconda volta che voltava le spalle a qualcuno a cui teneva.
Lasciò l'angelo davanti alla porta di casa del vecchio saggio, ovviamente Gabriele lo conosceva e sapeva che non c'era bisogno di raccontargli tutto, molto probabilmente sapeva che cosa sarebbe accaduto ancora prima di loro, prima di andarsene lanciò un'ultima occhiata sul volto di Azraphel, seppur dormisse si vedeva bene che era inquieto, le sopracciglia corrugate e un'espressione tesa gli macchiava il volto.
<< Mi dispiace >> mormorò prima di volare via.
Quando l'angelo si svegliò si guardò presto intorno, si trovava in una stanza che non conosceva, adagiato sopra un letto che non aveva mai visto prima, era spaventato e confuso, si alzò da quel giaciglio di scatto e uscì dalla stanza, era talmente sconvolto che per un attimo non rischiò di andare a sbattere contro qualcuno. L'anziano saggio dopo aver tranquillizzato l'angelo gli spiegò che lo aveva trovato sulla porta di casa privo di sensi, ovviamente non poteva raccontargli la verità, non in modo diretto ovviamente.
<< Io... io non so chi sono >> disse Azraphel agitato.
L'anziano allungò le mani verso di lui.
<< Ora siediti e cerca di calmarti. >>
Una volta seduti l'uno di fronte all'altro il saggio guardò profondamente negli occhi di Azraphel, come se volesse trasmettergli tutto il suo sapere.
<< Se ci pensi bene io so che saprai dirmi il tuo nome. >>
La voce del saggio era calma e calda, una carezza per l'animo tormentato dell'angelo.
<< Azraphel >> disse dopo averci pensato un po' su.
Il saggio sorrise in maniera rassicurante.
<< Lo vedi? Ora dimmi altre cose di te. >>
L'angelo si guardò un momento intorno, gli sembrava familiare quel posto ma non poteva essere o se lo sarebbe ricordato si disse.
<< Io sono un angelo e... e ho sempre vissuto in paradiso, credo di appartenere a un principato, non ne sono sicuro però >> alzò il viso verso il saggio come per cercare aiuto da lui.
<< Mi sembra ottimo Azraphel, sappiamo chi sei...- >>
<< Ma io, io non so cosa ci faccio qui e che cosa mi è successo. >>
 Il saggio si alzò e avvicinandosi all'angelo gli posò una mano sulla spalla.
<< Una cosa per volta d'accordo? Penso sia meglio tu resti qui per un po' di tempo >> disse in maniera gentile l'anziano.
Azraphel annuì anche se continuava a sentirsi irrequieto.
Passarono lunghi giorni prima che Azraphel ricominciasse ad uscire, il saggio gli aveva raccomandato di non allontanarsi molto viste le sue condizioni ancora delicate, l'angelo lo aveva rassicurato ed era uscito per schiarirsi le idee, anche se non sapeva bene come avrebbe fatto.
Al suo ritorno trovò la porta di casa semi aperta, delle voci provenivano dall'interno, entrò seguendo quei suoni e vide l'anziano saggio, che aveva detto di chiamarsi Harael, in compagnia di un altro angelo, alto, capelli grigi, viso quadrato e vestito grigio, dall'aura che emanava, Azraphel aveva capito si trattasse di un arcangelo, quando entrambi si girarono Azraphel notò che quello dal completo grigio aveva sgranato gli occhi, si era agitato per un attimo ma presto aveva riottenuto la calma e si era congedato in fretta e furia.
Azraphel non perse tempo e lo seguì fuori, anche se non conosceva la ragione di quel suo gesto improvviso.
<< Scusa... ci conosciamo? >> gli chiese titubante.
L'arcangelo si girò.
<< No. E tu non dovresti rivolgermi la parola se non sei stato interpellato >> disse Gabriele in tono glaciale.
Gli era costato molto parlare così ad Azraphel, soprattutto dopo quello che gli aveva fatto ma era l'unico modo per tenerlo alla larga, si era presentato lì per sapere delle sue condizioni e ovviamente si era informato prima, non voleva rischiare di incontrarlo, ma il fato aveva voluto che le loro strade si incrociassero di nuovo.
<< Mi, mi dispiace... scusami >> abbassò il capo Azraphel.
Gabriele in quel momento odiò se stesso e odiava anche Azraphel, gli sembrava ancora più sottomesso di prima, forse era dovuto al fatto che non sapeva chi era realmente, non conosceva la sua reale storia e forse lui si era rammollito perché proprio non riusciva ad andarsene lasciandolo in quelle condizioni.
<< Sono venuto per sapere di te >> disse Gabriele.
Azraphel alzò di scatto la testa.
<< Tu conosci la mia storia? >>
<< So solo che Harael ti ha trovato privo di sensi e nient'altro. >>
<< Oh >> sospirò Azraphel sconfortato.
<< Speravo di sapere che cosa mi fosse successo >> disse l'angelo.
<< Non pensarci troppo, l'importante è che sei vivo no? >> sorrise Gabriele, con il suo solito sorriso che di allegro non aveva niente.
<< Suppongo di sì >> rispose Azraphel.
Gabriele si congedò presto dall'angelo il quale tornò dentro casa, si diresse in quella che adesso era la sua stanza e rimase lì con il petto chiuso da una morsa d'acciaio, sentiva dentro di sé che quell'arcangelo gli nascondeva qualcosa, ma le sue erano tutte supposizioni e non sapeva come trovare una risposta.
Intanto Gabriele era tornato nella stanza dei demoni, non sapeva esattamente il motivo che lo aveva spinto fin lì, l'angelo invece si era seduto sul davanzale della finestra, guardava attraverso il vetro i puntini luminosi che dipingevano il cielo serale del paradiso, posò una mano sul vetro sospirando, Gabriele davanti a Beelzebù appoggiò una mano sopra la lastra che li divideva e sospirò, entrambi sospirarono, l'angelo e l'arcangelo.
<< Non guardarmi così, tu che cosa avresti fatto al mio posto? Se solo non fossi... se solo non fossi caduta. >>
Gabriele colpì la lastra di vetro con il pugno chiuso, era frustrato e addolorato, aveva dovuto prendere una decisione e per quanto non tollerasse di aver deciso anche per Azraphel era l'unico modo per salvarlo e per salvarsi entrambi, solo che più passavano i giorni più sentiva il senso di colpa crescergli dentro e lei gli mancava terribilmente, la rivoleva indietro, poco importava se avrebbero dovuto continuare a fingere di detestarsi, l'importante era che fosse viva.
Improvvisamente mentre guardava gli occhi celesti del demone un'idea, forse più una follia gli attraversò la mente, ormai non aveva più niente da perdere, vivere in quelle condizioni gli era diventato impossibile e in più non era l'unico a soffrire ma aveva condannato a quel destino anche Azraphel che sin dall'inizio si era dimostrato pronto a lottare, non sarebbe stato facile ma ne valeva realmente la pena.
Doveva solo riuscire a mettere le mani sulla spada di Michele, la teneva ben conservata, pronta e lucida per essere utilizzata nelle occasioni speciali, era una spada potente e in teoria solo Michele era in grado di usarla, ma nemmeno questo lo fece desistere, ci avrebbe provato ad ogni costo, avrebbe lottato per una buona causa, finalmente si sentiva davvero un angelo, o meglio un arcangelo, sentiva di star seguendo il cuore e non solo la mente e le regole.
Nel mentre Gabriele tentava di attuare il suo piano le condizioni di Azraphel peggioravano, era sempre più avvilito, la sua aura di luce stava diventando grigia e non c'era nulla che lo tirasse su di morale, Harael aveva una brutta sensazione, sentiva che se non avesse fatto qualcosa, quel povero angelo si sarebbe consumato come una candela, per questo motivo decise di aiutarlo, pur andando contro le regole.
Invitò Azraphel a sedersi, gli posò una mano sulla fronte, l'angelo chiuse gli occhi, il contatto con la mano tiepida di Harael lo stava rilassando, i suoi muscoli si lasciarono andare e l'angelo si abbandonò completamente a quel tocco, una volta pronto il saggio lasciò fluire una parte di ricordi dell'angelo, in modo particolare gli rivelò l'identità del demone Crowley, gli fece rivivere tutti i momenti che avevano passato insieme, sapeva che stava rivelando troppo ma decise comunque di non fermarsi.
Azraphel aprì gli occhi di scatto, ansimava e subito gli venne da piangere, si portò una mano alla gola, cadde in ginocchio e cominciò a tossire, Harael si chinò di fronte a lui, gli prese entrambe le spalle con le mani e lo scosse lievemente.
<< Guardami Azraphel, guardami. Ora ti calmerai, va tutto bene. >>
<< No, no che non va bene. Io devo... io devo. Che cosa mi hanno fatto, che cosa mi hanno fatto? >>
Ansimava e si scostò dalla presa dell'altro angelo trascinandosi lontano da lui, se Harael non fosse riuscito a calmarlo avrebbe avuto sulla coscienza un altro angelo innocente, non poteva permetterlo, si avvicinò di nuovo e lo afferrò con più forza questa volta.
<< Voglio andare da Crowley, io devo salvarlo. >>
Le pupille di Azraphel svettavano terrorizzate in ogni direzione.
<< E ci andrai ma è necessario che ti calmi, ti aiuterò io a trovare ciò che cerchi ma adesso segui la mia voce, guardami, così bravo... va tutto bene, tutto bene. >>
Mentre pronunciava queste parole Harael muoveva una mano sul viso dell'angelo, il quale chiuse gli occhi abbandonandosi a un sonno leggero, il saggio adagiò Azraphel sul letto e si promise che lo avrebbe aiutato il mattino dopo, quando sarebbe stato più calmo e meno sconvolto da tutte quelle rivelazioni.
Quella stessa notte un arcangelo si introduceva nella sala riservata all'apocalisse, in mano teneva una spada che emanava una forte luce viola, si avvicinò alla lastra di vetro e la colpì con la lama tagliente dell'arma, un lampo viola illuminò la stanza, si sentì uno scricchiolio e una crepa cominciò a formarsi lungo tutta la lastra di vetro, dapprima era piccola ma si faceva via via più ampia fino a raggiungere tutte le teche. Gabriele osservava la scena con il fiato corto, non sapeva cosa aspettarsi e l'ansia cresceva dentro di lui, i vetri si infransero sbriciolandosi in mille pezzettini, all'arcangelo cadde la spada, ce l'aveva fatta. Ma ora cominciava la parte più importante.
Si avvicinò a Beelzebù, gli posò una mano sul viso accarezzandogli la guancia fredda, si fermò sul capo e chiuse gli occhi, quel miracolo era vietato, solo Dio poteva compierlo nelle occasioni che riteneva opportune e agli arcangeli era concesso utilizzarlo solamente sugli umani, quando erano in procinto di morire ma non era ancora giunta la loro ora. Stava per commettere un peccato, Dio si sarebbe arrabbiata con lui e probabilmente lo avrebbe trasformato in un demone, aveva paura ma ancora di più desiderava salvare Beelzebù e concedere ad Azraphel quella felicità che lui stesso gli aveva impedito di raggiungere.
Deglutì rumorosamente, lasciò andare l'aria dalla bocca e si concentrò, una luce azzurra si fece strada dalle sue mani lungo tutto il corpo del demone, da fuori sembrava non star succedendo nulla ma il corpo di Beelzebù stava cominciando a scaldarsi, a riempirsi nuovamente di vita, il ghiaccio che la ricopriva iniziava a svanire e le sue pupille svettarono.
In un attimo Gabriele si ritrovò lanciato sul pavimento, il demone sopra di lui che tentava di strozzarlo, l'arcangelo agitò le braccia cercando di respingerla, poi gli prese le spalle, la scosse.
<< Bel! Bel calmati sono io, sono Gabriele. >>
Lei si fermò tenendo comunque le mani sul collo di lui, lo guardò spaventata, non capiva che cosa stava succedendo, Gabriele si tirò su leggermente, posò le mani sul viso del demone e sorrise.
<< Sei viva. >>
<< Sono... viva? >> ripetè Beelzebù arricciando il naso in un'espressione di pura confusione.
A Gabriele sfuggì una risata di tenerezza.
<< Che cosa ridi tu? Noi stavamo, stavamo combattendo no? E dove siamo finiti? >> chiese lei guardandolo molto irritata.
<< Ti spiegherò tutto, ora puoi lasciarmi il collo per favore? >> la voce di Gabriele sarebbe stata irriconoscibile per chiunque, era dolce.
<< Ho voglia di ucciderti sai? >> disse il demone.
L'arcangelo rise ancora e la guardò negli occhi, persino a lui era impossibile credere di amarla così tanto.
<< E ne avrai ancora di più dopo che avrò fatto una cosa >> disse Gabriele.
Beelzebù alzò un sopracciglio.
<< Che cosa vuoi f...- >>
Gabriele prese il viso del demone tra le mani e la baciò tirandola verso di sé, lei inizialmente oppose resistenza ma alla fine cedette e si lasciò andare, anche lei lo amava e non avrebbe mai potuto resistere al richiamo delle sue labbra, aveva sempre amato e desiderato quell'arcangelo pieno di sé e aveva sofferto, anche se non lo aveva mai ammesso, quando lui l'aveva rifiutata.
Beelzebù tentò di staccarsi, voleva pur sempre delle spiegazioni e aveva una dignità demoniaca da mantenere, lo spinse dalle spalle ma i loro visi rimasero comunque vicini, troppo vicini.
<< Dobbiamo... >> tentò di dire lei.
<< Shh, shh >> posò di nuovo le labbra sulle sue Gabriele, non riusciva a smettere di baciarla.
<< G-Gabriele >> si tirò di nuovo indietro lei.
Lui la baciò di nuovo chiudendo gli occhi, prese le mani piccole di lei tenendole delicatamente tra le sue.
<< Avremo tempo per parlare >> soffiò sulle labbra del demone.
Beelzebù dopo un ultimo baciò posò la fronte su quella dell'arcangelo, visto che non poteva usare le mani.
<< Se non la smetti ti do una testata >> gli disse.
L'incanto svanì e lui si convinse ad aprire gli occhi ben conscio che il demone avrebbe benissimo potuto mantenere quella promessa, la guardava ma non riusciva ad essere serio, era troppo felice di averla di nuovo tra le sue braccia, annuì comunicandole che era pronto ad ascoltarla.
Lei si schiarì la voce.
<< Allora >> cominciò.
Essere seduta su di lui, sentire le mani forti dell'arcangelo che stringevano i suoi fianchi non aiutava per niente, ma era pur sempre un demone dal carattere forte, non poteva cedere così facilmente, non era mica una banale umana.
<< Devo ricordarti che tu stesso mi hai rifiutata? Hai detto che ero un demone e tu non potevi permetterti di macchiare la tua essenza angelica per una come me. >>
Gabriele venne colpito sul fatto, spostò la testa di lato guardando un momento a terra, le labbra serrate in un'espressione che faceva intendere la sua consapevolezza, guardò di nuovo Beelzebù ed esitò un momento prima di rispondere.
<< Io ho detto questo? >> 
Il demone alzò gli occhi al cielo e poi lo guardò dritto negli occhi, non si sarebbe lasciata prendere in giro e non era disposta a lasciar correre la vicenda.
<< D'accordo io... sono stato un idiota, non avrei dovuto lasciarti andare così ma credimi è stato difficile anche per me. >>
Beelzebù incrociò le braccia al petto, era ancora molto ferita.
<< Ah certo il povero arcangelo Gabriele che soffre per un insulso demone, immagino quanto avrai pianto. >>
Lui le accarezzò il viso.
<< Bel... io temevo di cadere...->>
<< E di diventare un demone come me quindi. >>
Gabriele sospirò.
<< Tu hai scelto di essere un demone, saresti egoista se pensassi...- >>
Lei si tirò su di scatto.
<< Beh che sorpresa io sono egoista, è nella mia natura! >>
Anche Gabriele si alzò, non voleva cominciare una discussione proprio adesso che l'aveva ritrovata.
<< Non è questo il punto. Io non volevo diventare un demone ma desideravo stare con te, amo te come amo Dio ma sono due sentimenti completamenti diversi, non posso rinunciare né all'uno né all'altro. >>
<< Una scelta dovrai comunque farla >> gli disse lei spostando lo sguardo.
<< Ti ho salvata. Sono andato contro tutti per riportarti qui, probabilmente verrò punito ma sai cosa? Non mi importa. E' te che voglio, ti desidero come non ho mai desiderato nessuno e mi dispiace di non averti scelta molto tempo prima. Si può sbagliare no? Tutti sbagliamo. Me lo puoi concedere un errore? >>
Gabriele la guardava, il senso di colpa nel suo sguardo lo riusciva a vedere anche Beelzebù, lei deglutì e lascio cadere le braccia lungo i fianchi, poi puntò un dito verso di lui.
<< Se mi rifiuterai di nuovo io giuro che...- >>
Lui non la lasciò finire, la tirò a sé baciandola ancora e ancora.
<< Ti amo, sciocco di un arcangelo >> posò la fronte sul suo petto.
<< Dio, senti cosa mi hai fatto dire >> fece una smorfia.
<< Ah di nuovo, mi fai pronunciare delle parole che io non dovrei dire >> si pulì la bocca come per lavarsi da un peccato.
Gabriele la guardava divertito.
<< Risultano molto eccitanti dette dalle tue labbra. >>
Disse con un sorriso malizioso avvicinandosi, lei indietreggiò ma calpestò qualcosa con un piede, erano i cocci dei vetri che si erano infranti, si girò e rimase scioccata di fronte a tutti quei demoni congelati.
<< Per satana >> disse.
<< Che cosa... che cosa... >>
Poi una rivelazione la colpì.
<< Anche io ero lì dentro? >>
Gabriele annuì.
<< Per questo ti ho detto che ti avrei spiegato tutto. >>
Lei non lo ascoltava però.
<< Suppongo che loro non li salverai >> gli disse.
<< Bel ci sono alcune cose che dobbiamo fare prima di pensare a loro, mi sono già messo abbastanza nei guai salvando te e devo ancora... Beh c'è un altro demone che devo riportare qui, lo devo ad un angelo. >>
Lei lo guardò.
<< E da quando sei così caritatevole? >> lo stava prendendo in giro.
Lui alzò solamente gli occhi al cielo.
<< Allora mi aiuterai? >>
Gabriele le raccontò tutta la storia e i dettagli che lo avevano portato sino a quel momento, ma quando nominò il demone che aveva intenzione di liberare non si aspettava certo quella reazione da parte di lei.
<< CHE COSA? Scordatelo, lui ci ha traditi, è andato contro l'inferno per stare dalla parte di un angelo! >>
Gabriele la guardò confuso, un sopracciglio alzato.
<< E noi che cosa abbiamo fatto? >>
<< Ma è diverso, noi la guerra la volevamo, abbiamo combattuto come era scritto >> tentò di spiegarsi Beelzebù, anche se la spiegazione poco convinceva anche lei stessa.
<< Una guerra che ha segnato la vittoria di una sola delle fazioni e che ti ricordo, ci ha separati >> le disse Gabriele.
Beelzebù sospirò, in effetti l'arcangelo non aveva tutti i torti.
<< Poi che cosa succederà? >> gli chiese.
<< Che intendi? >> domandò lui.
<< Voglio dire, dopo che avremo liberato lui e parlato con... con... beh con quella di sopra, se Lei ci concedesse di liberare anche gli altri, poi torneremo a fare il nostro lavoro e ignorarci? >>
Gabriele capiva le sue paure.
<< Bel io non ti abbandonerò più, non so che cosa succederà ma l'unica cosa che so con certezza è che nessuno sarà in grado di separarci. >>
Lei annuì ancora poco convinta ma decise di fidarsi, desiderava con tutta se stessa quell'opportunità.
Anche l'altro demone, Crowley, una volta riacquistata la vita, la prima cosa che fece fu fiondarsi verso Gabriele ma venne fermato prima di saltargli al collo, fu sorpreso di vedere Beelzebù che prendeva le difese dell'arcangelo, i due gli spiegarono presto tutta quanta la storia, il demone dai capelli rossi non sapeva se fidarsi ma che altra scelta aveva?
I tre partirono subito dopo aver architettato un buon piano, Michele non ci avrebbe messo molto a scoprire della scomparsa della sua spada, per cui avevano poco tempo, volarono fino a raggiungere casa di Harael, Gabriele bussò alla porta e quando il saggio andò ad aprire sul suo viso vi era un'espressione che non gli piaceva per niente.
<< Dov'è Azraphel? >> domandò ansioso Gabriele.
<< Lui è... andato da Dio >> rispose il saggio.
<< Cosa!? Non può essere, perché non lo hai fermato? >>
Il tono di Gabriele era allarmato, e i due demoni accanto a lui non capivano esattamente il motivo.
<< Per un qualche motivo ho avuto l'informazione solo dopo che se ne era andato >> si giustificò l'anziano.
<< Scusate, scusate ma che c'è di male se Azraphel è andato dall'onnipotente? Fosse sceso all'inferno avrei capito ma...- >>
Gabriele interruppe Crowley puntandogli un dito contro.
<< Credi che sia tutto facile eh!? Tu non hai idea di quello che si deve affrontare per arrivare da Lei. >>
<< Grazie! Sono un demone che cosa ti aspettavi eh? >> Crowley ora si era innervosito.
<< Invece di farmi la paternale potresti semplicemente spiegarmi...- >>
Beelzebù si mise in mezzo ai due.
<< Buoni, buoni bambini. Direi che non abbiamo tempo di litigare. >>
<< Fareste meglio a trovare il vostro amico in fretta >> disse il saggio.
I tre non se lo fecero ripetere due volte, con Gabriele davanti e i due demoni che lo seguivano raggiunsero presto la collina ma di Azraphel non vi era traccia.
<< Allora? Che dobbiamo fare adesso? Perché ti sei fermato? >> domandò allarmato Crowley.
<< Possibile che... >> si domandò l'arcangelo piegando l'indice sotto il mento.
<< Cosa!? Vuoi spiegarti, dobbiamo attraversare quest...- >>
Gabriele afferrò Crowley per il braccio impedendogli di salire.
<< Questa collina è necessaria per arrivare lassù, solo gli arcangeli possono attraversarla senza problemi, Azraphel ha già tentato di superarla e l'ho salvato per miracolo. >>
Crowley deglutì.
<< Che cosa succede se nessuno riuscisse a salvarlo? >> domandò a Gabriele.
<< Potrebbe impazzire, nel peggiore dei casi la sua essenza angelica svanirebbe. >>
<< Certo che quassù siete tutti matti. >>
Era stata Beelzebù a parlare.
<< Questa volta mi ritrovo d'accordo con lei, che razza di angeli costruiscono una trappola mortale del genere! >> sbraitò Crowley.
<< C'è un motivo se abbiamo fatto questa scelta e voi siete gli ultimi a poterla giudicare! >>
Gabriele si stava innervosendo, ma ora dovevano pensare all'angelo, possibile che fosse riuscito a superare la salita da solo?
<< Va bene. Voi due rimanete qui, vado solo io >> ordinò Gabriele.
<< Scordatelo! >> dissero in coro i due demoni.
L'arcangelo sospirò tenendosi le tempie, se fosse stato umano era sicuro gli sarebbe scoppiato un gran bel mal di testa.
<< D'accordo ma statemi vicino. >>
Gabriele allargò la sua aurea avvolgendo i due demoni, cominciarono a salire, l'arcangelo sentiva che non gli era rimasta molta forza, aveva già usato gran parte del suo potere per riportarli in vita, e ora non sapeva se ce l'avrebbe fatta a proteggerli entrambi, era diventato più pallido e Beelzebù se ne accorse.
<< Che hai? >> gli domandò
<< Sto bene >> rispose Gabriele tra i denti.
<< Non mi pare proprio >> gli rispose lei.
<< Bel ti ho detto che sto bene! >>
<< Bel? >> Crowley li guardò scioccato.
<< Chiudi il becco tu! >> rispose accigliata Beelzebù.
Sul volto di Crowley si dipinse un sorrisetto sghembo, allora non era stato l'unico ad andare contro la sua fazione.
L'arcangelo si accasciò trascinando anche gli altri due con lui, una nube grigia cominciò ad avvicinarsi ai due demoni.
<< Ehi, ehi non puoi mollarci ora! >> strillò Crowley
<< Gabriele... >>
Beelzebù chiuse gli occhi, una strana sensazione l'avvolse, si sentiva trascinare verso il basso come se qualcosa volesse tirarla fino alle viscere della terra.
<< Voi non dovreste essere qui >> mugugnò l'arcangelo.
<< Bella scoperta >> disse Crowley, anche lui cominciava a sentirsi debole.
<< Devo portarvi via al più presto. >>
L'arcangelo con un ultimo, grande sforzo si rialzò emanando quanta più luce possibile, i due demoni stretti al suo fianco lo seguirono fino alla fine della collina dove tutti e tre si lasciarono cadere per terra, Gabriele era il più sfinito di tutti.
Beelzebù si chinò su di lui, gli toccò il viso con una mano.
<< Dobbiamo lasciarlo riposare >> disse.
Crowley si alzò di scatto.
<< Non se ne parla, dobbiamo trovare Azraphel! >>
<< Se non fosse stato per lui tu non saresti nemmeno qui per poterlo cercare >> lo rimproverò Beelzebù.
<< Ah accidenti! >> ringhiò Crowley tirando un calcio ad un sasso.
Il demone dagli occhi gialli si avvicinò a Gabriele, posizionò le mani appena sopra al suo corpo.
<< Che cosa vuoi fare? >> gli chiese confusa Beelzebù.
<< Guarirlo o infondergli nuova energia. >>
<< Non puoi farlo, sei un demone. >>
Beelzebù lo guardava con titubanza, Crowley aveva un'espressione concentrata.
<< Gli angeli lo fanno, ed io un tempo ero uno di loro. Posso almeno tentare. >>
Crowley si concentrò sulle sue mani, fece scorrere tutta l'energia che possedeva attraverso di esse fino al corpo dell'arcangelo, ci volle un po' di tempo ma Gabriele diede presto segni di ripresa. D'altronde una delle doti principali del demone Crowley era l'immaginazione, e in quel preciso momento aveva immaginato di essere ancora un angelo e di possedere il potere della guarigione.
<< Per satana ce l'hai fatta! >> Beelzebù lo guardò meravigliata.
<< Adesso possiamo andare? >>
Gabriele si alzò in piedi, guardò i due demoni e poi si rivolse a Crowley.
<< Suppongo di doverti almeno un grazie. >>
<< Nah >> rispose Crowley.
Gabriele sorrise lievemente, poi guardò Beelzebù, sembrava preoccupata.
<< Stai bene? >> le chiese.
<< Ora sì >> rispose guardandolo negli occhi.
<< Eri preoccupata! >>
Il tono di Gabriele era fin troppo entusiasta e innervosì il demone che già si sentiva troppo in imbarazzo.
<< Ah sta zitto, non è affatto vero >> iniziò a camminare.
<< Andiamo!? >>
Urlò ai due che erano riamasti indietro, entrambi si affrettarono, nel corpo di Crowley una strana ansia continuava a imperversare, voleva trovare il suo angelo, sapere che stava bene, ci sarebbe stato tempo per tutto dopo, ma adesso lo voleva tra le sue braccia, sì perché avrebbe mandato al diavolo ogni principio, ogni regola e avrebbe abbracciato il suo angelo una volta ritrovato.
Arrivarono nei pressi di un grande spazio aperto, davanti a loro una porta luminosa, colma di una luce brillante, bianca, oltre quella porta vi erano delle scale color crema, anch'esse molto luminose che conducevano verso l'alto, dove un'enorme sfera di luce, piena di tutti i colori, imperversava sul creato.
<< Q-Quella è...è Dio? >> domandò Crowley sconvolto e anche affascinato doveva ammetterlo.
<< No, è la porta che conduce a Lei >> spiegò Gabriele.
<< E Azraphel è lì dentro? >> chiese Crowley, si sentiva allarmato.
<< Io non lo...- >>
Gabriele aveva lo sguardo puntato su qualcosa, vicino alla porta luminosa, adagiato a terra si trovava una figura, era l'angelo, Crowley sussultò non appena lo vide.
<< Oh per l'amor di... >>
Crowley corse subito da lui incurante di quello che sarebbe potuto accadere.
<< Fermo sciocco demone! La luce ti brucerà! >>
E in effetti la luce forte e luminosa dell'entrata aveva iniziato a corrodere la pelle di Crowley, cadde in ginocchio vicino all'angelo, nonostante il dolore non voleva spostarsi, Gabriele volò da lui e gli fece scudo con le sue grandi ali, anche Beelzebù li raggiunse, stando bene attenta a rimanere nell'ombra creata da Gabriele.
<< Adesso che si fa? >> domandò lei? 
<< Angelo... angelo apri gli occhi, sono qui, sono Crowley mi senti? >>
Il demone scuoteva le spalle dell'angelo, gli accarezzava il viso ma lui non accennava ad aprire gli occhi, alzò lo sguardo vero Gabriele cercando aiuto proprio da colui che tempo prima aveva tentato di distruggerlo, riuscendoci.
<< Che cosa devo fare? >> gli occhi del demone erano umidi, ricolmi di disperazione ma Gabriele non sapeva trovare risposta a quella domanda.
Crowley ringhiò, si alzò di scatto e spostandosi dall'ombra sicura delle ali di Gabriele si posizionò di fronte alla luce divina, nonostante il suo corpo avesse ripreso a bruciare e fumare lui continuava ad avanzare imperterrito, gli occhi semi chiusi per la troppa luminosità emanata dall'ingresso.
<< Dio mi senti!? Sono Crowley, sono il demone che hai cacciato! >>
<< E' impazzito! >> sbuffò Gabriele allarmato.
Stava per andare da lui nel tentativo di salvargli la pelle ma una mano sul suo braccio lo fermò, era Beelzebù.
<< Lascialo fare, saprà quando fermarsi. >>
<< Bel la sua essenza è a rischio >> gli disse Gabriele.
<< Ma lui non si perdonerà mai se almeno non ci prova e non perdonerà mai neanche te se lo fermi. >>
Intanto Crowley continuava ad urlare, la sua voce era rotta dal dolore, da un'emozione troppo a lungo trattenuta dentro di sé.
<< E' me che hai punito, lui non c'entra! Salvalo, salvalo ti prego! >>
Cadde in ginocchio.
<< Ah! >> sul bracciò una nuova ferita fumante.
Crowley continuava a guardare quella luce nonostante il dolore, non gli importava di se stesso, voleva solo salvare il suo angelo.
<< Salva Azraphel... >> si chinò con il viso verso il basso, aveva cominciato a piangere e nei pugni stringeva la terra.
Improvvisamente una luce avvolse il suo intero corpo, ma questa volta non era dolorosa anzi, era calda, avvolgente, si sentiva circondato e protetto da quel calore amorevole che solo Lei poteva emanare, si ritrovò nell'immensità, la luce era tutta intorno a lui ma vi erano anche molti colori, meravigliosi e speciali. Crowley si commosse davanti a tutta quella meraviglia.
<< Demone Crowley. >>
Crowley sussultò, riconosceva quella voce ma non poteva credere alle sue orecchie. Deglutì.
<< D-Dio? >>
<< Ai demoni è vietato arrivare fino a qui, eppure tu ci sei arrivato. Perché? >>
<< I-io, so di non avere più il diritto di domandarti nulla ma, l'unica cosa che ti chiedo è di salvare Azraphel. Non importa se deciderai di eliminare me, posso anche tornare ad essere morto ma l'angelo, quell'angelo merita di vivere più di chiunque. >>
<< Mi stai dicendo che sacrificheresti la tua vita per quella di un angelo. >>
Crowley annuì, abbassò lo sguardo, si sentiva piccolo come si era sempre sentito di fronte a Lei, ma ora aveva un obbiettivo ed era più importante di qualsiasi suo timore, alzò lo sguardo, nei suoi occhi non c'erano pretese o saccenza, era uno sguardo pieno di amore e pena.
<< Sì e lo farei mille altre volte se fosse necessario. Io lo amo, amo quell'angelo più di ogni altra cosa, più di me stesso. >>
<< E' curioso, lui mi ha detto la stessa cosa su di te. >>
Il demone in quell'attimo venne preso dal panico.
<< C-cosa? E tu lo hai, gli hai dato retta? >>
Crowley ringhiò, possibile che quello stupido angelo doveva sempre finire nei guai..
<< Dimmi che non lo hai assecondato. >>
Una sfera di luce si posizionò vicino al petto di Crowley, continuò a muoversi fino a entrargli dentro, il demone sentì il suo corpo inondato di una luce radiosa e tiepida.
<< Ora potete tornare a casa. >>
Crowley si ritrovò nello stesso punto di prima, la luce non bruciava più, Gabriele e Beelzebù lo guardavano increduli e confusi su ciò che era appena accaduto, a dire il vero nemmeno Crowley aveva le idee così chiare, in particolar modo non capiva che cosa avesse voluto dire Dio con l'ultima frase, ma sapeva che lo avrebbe scoperto presto.
<< Vi spiegherò tutto lungo il tragitto. Dobbiamo fare presto. >>
Prese il suo angelo tra le braccia e lo tirò su, arrivarono fino alla casa di Harael, sistemarono Azraphel al piano di sopra e poi Crowley scese a raccontare che cosa era successo, anche gli altri rimasero confusi da quella frase, che cosa significava che potevano tornare a casa? Ma erano troppo stanchi per pensarci in quel momento, decisero che avrebbero rimandato il tutto all'indomani.
Crowley che temeva per la vita del suo angelo prese le sembianze di serpente e si acciambellò sul suo corpo, lo avrebbe protetto fino a che non si fosse ripreso e poi sarebbero tornati a casa insieme, qualsiasi cosa significasse.
Il giorno dopo Gabriele salì nella stanza dell'angelo, Crowley gli sibilò contro.
<< Calmati demone, c'è una cosa che devi vedere, ora. >>
Crowley sibilò di nuovo e contro voglia scese dal giaciglio, non voleva lasciare solo Azraphel, avrebbe potuto svegliarsi da un momento all'altro, prese la sua forma umana e seguì l'arcangelo fino al giardino dove vi erano già Harael e Belzeebù,  una scala mobile che portava verso il basso faceva bella mostra di sé stonando in mezzo a tutto quel verde.
<< Che di... paradiso significa? >> domandò Crowley alzando un sopracciglio.
<< Suppongo sia un invito a tornarcene da dove siamo venuti >> ronzò Beelzebù.
<< Ma Lei ha detto che potevamo tornare a casa >> disse Crowley.
<< Appunto genio, noi da dove veniamo? >> lo riprese il demone dai capelli neri.
<< Io credo che dovreste scendere queste scale tutti insieme, senza specularci sopra >> disse il saggio.





...




Azraphel si era svegliato, Dio gli aveva restituito tutti quanti i ricordi, ma ovviamente lui non sapeva che Gabriele era riuscito a liberare i due demoni, era all'oscuro della presenza di Crowley, che ora si trovava proprio sotto il suo naso, letteralmente. Una linguetta gli solleticò le narici, Azraphel tirò su mezzo busto di scatto, allarmato da quel contatto, ma poi lo vide, un grosso serpente arrotolato sul suo letto, gli occhi gli si riempirono di lacrime, un sorriso nacque spontaneo sul suo volto << Crowley >> sussurrò posando una mano sulla testa del serpente.
Poi si ricordò che in teoria i demoni dovevano essere ancora congelati, si mise seduto meglio e balbettò qualcosa.
<< Ma che.. tu dovresti... dovresti >> la sua voce era un flebile sussurro.
Il serpente si tirò su fino ad avere gli occhi puntati in quelli dell'angelo, sibilò qualcosa ma poi vide Azraphel fare una smorfia e lanciarsi verso di lui, si ritrovò stretto in un abbraccio, le squame che venivano accarezzate dalle mani delicate dell'angelo, il demone posò la testa sulla sua spalla e solo in quel momento riuscì a riprendere le sembianze umane.
Azraphel non parve accorgersi del cambiamento, solo quando girò la testa verso di lui e le sue labbra si trovarono a contatto con un orecchio capì che cosa era successo, vi posò un bacio senza vergogna e senza imbarazzo, Crowley si spostò per guardarlo negli occhi.
<< Angelo? >>
Azraphel sorrise e gli accarezzò il viso.
<< Tu non hai idea di quanto io, di quanto io abbia desiderato questo momento e adesso che sei qui non... >> si torturò le dita e poi lo guardò di nuovo << non voglio aspettare neanche un minuto. >>
Il demone pareva confuso.
<< Per cosa angelo? >>
<< Per dirti che mi sono innamorato di te e forse ti sembrerà stupido, assurdo, ma è la pura verità. Puoi anche cacciarmi se vuoi, stare con un angelo non deve essere il massimo per un demone, ma ciò non cambierà quello che provo. >>
Quando Azraphel finì di parlare sulle sue labbra era spuntato un sorriso che, oltre ad esprimere la verità di ciò che aveva detto, esprimeva anche il timore di essere rifiutato da colui che amava.
<< Cacciarti angelo? E secondo te perché avrei instillato nel paradiso dei ricordi di me? Quel merlino così bizzarro, questo vecchio ha una stanza piena di piante verdi e brillanti che altro poteva significare secondo te!? >>
L'angelo fece una smorfia colpevole.
<< Io non ricordavo niente Crowley, solo dopo che mi hai parlato attraverso il merlino ho compreso che cosa avevi fatto. >>
<< E hai capito il motivo? >> gli domandò il demone.
<< Solo in parte >> sorrise appena l'angelo.
Crowley gli prese le mani tra le sue.
<< Perché ti amo angelo, ti ho sempre amato e hai ragione è assurdo, un demone non dovrebbe essere capace di amare ma io... ma tu hai fatto il miracolo angelo. E credimi quando ti ho visto privo di sensi... >> interruppe la frase a metà.
L'angelo gli accarezzo il viso.
<< Ho detto a Dio che avrei preferito essere morto che perdere te, e Lei mi ha detto che tu avevi fatto la stessa cosa. >> tirò su col naso prima di continuare.
<< Come può un angelo volersi sacrificare per un demone ho pensato...- >>
<< E come può un demone volersi sacrificare per un angelo. Credo che Lei ci abbia concesso una seconda possibilità proprio per questo motivo >> disse l'angelo con un sorriso.
<< Perché siamo entrambi peccatori? >> sorrise furbo Crowley, più per togliersi dall'imbarazzo.
<< Perché ci amiamo e l'amore non è mai un peccato >> disse l'angelo.
<< Ho creduto di star peccando ogni giorno della mia vita, quano ti pensavo, quando ti desideravo. La mia anima era già bruciata mi dicevo e così giustificavo le mie sensazioni, quello che provavo verso di te >> gli spiegò Crowley con un fil di voce.
<< Non servono giustificazioni, non più ormai >> gli disse l'angelo prima di avvicinarsi e posare le labbra sulle sue.
Il demone chiuse gli occhi, con le mani prese il viso dell'angelo senza mai staccare le labbra dalle sue, un colpo di tosse li interruppe.
<< Piccioncini se avete finito dovremmo andare. >>
I due si staccarono, Azraphel sussultò nel vedere chi c'era sulla porta.
<< Lei è.. lei è... >> balbettò l'angelo.
<< Tranquillo angelo, anche lei se la fa con uno della tua fazione >> lo informò Crowley con un ghigno stampato sul volto.
Azraphel non capiva, arricciò le sopracciglia.
<< E chi è? >> domandò.
Rischiò di soffocare quando al piano di sotto vide Gabriele.
<< Bentornato tra noi Azraphel >> disse l'arcangelo con un sorriso che esprimeva sollievo.
<< Non... non può essere, Gabriele e... e Beelzebù >> squittì l'angelo scioccato.
Non poteva credere che proprio il suo capo, colui che aveva sempre rifiutato tutti i sentimenti, che aveva combattuto per arrivare alla guerra, aveva una storia con il principe dei demoni, Gabriele vedendo l'espressione sconvolta dell'angeo alzò un sopracciglio.
<< Te ne avevo parlato mi pare >> gli disse.
L'angelo deglutì.
<< S-sì... sì in effetti è vero, l'avevo rimosso >> la sua voce era ancora acuta per la sorpresa.
Beelzebù alzò gli occhi al cielo irritata.
<< Possiamo andare adesso? >> sbraitò.
<< Dovreste, quelle scale non rimarranno per sempre >> disse loro il saggio.
Il quartetto si congedò dal vecchio, Azraphel lo ringraziò e si commosse, anche Gabriele espresse la sua gratitudine e i due demoni, beh loro ringraziarno a modo loro, con un borbottio, raggiunsero presto le scale mobili.
<< Dove portano? >> chiese Azraphel.
<< Non lo sappiamo, ma possiamo scoprirlo insieme >> gli disse Crowley allungando una mano verso di lui, l'angelo sorrise e la strinse.
Gabriele prese la mano di Beelzebù, lei girò il viso di lato in evidente imbarazzo, l'arcangelo sorrise e anche lei stava sorridendo, sentiva che sarebbe stata felice qualsiasi cosa fosse accaduta.
La coppia si avviò verso le scale, mani nelle mani, quelle piccole di Beelzebù in quelle grandi di Gabriele, quelle delicate di Azraphel in quelle più ruvide di Crowley, i petti di tutti erano in subbuglio, non sapevano che cosa aspettarsi e il timore di separarsi da chi avevano appena ritrovato era forte. Crowley fece un respiro profondo, si ricordò le parole di Dio e poi quelle dell'angelo, in quell'istante capì che Lei non li avrebbe mai potuti separare.
Alla fine delle scale mobili vi era una luce, una volta superata quella si ritrovarono a Londra, tutti e quattro si guardarono intorno.
<< Siamo sulla terra >> disse l'angelo alquanto stupito.
<< Bella scoperta ali bianche >> lo canzonò Beelzebù.
L'angelo alzò gli occhi al cielo.
<< Intendevo dire che... beh era stata distrutta e ora noi siamo qui. >>
Crowley scosse la testa in evidente confusione.
<< Ngk >> si allungò verso un passante, lo fermò afferrandolo per il braccio.
<< Sai dirmi che giorno è oggi e in che anno siamo? >>
Il signore lo guardò scandalizzato, se lo scrollò di dosso e si allontanò a passo spedito borbottando un << questi giovani d'oggi sono sempre più strafatti! >>
Crowley ringhiò alzando gli occhi al cielo.
<< Ma per l'amor di... >>
Così fu l'angelo a prendere in mano la situazione, si avvicinò ad una vecchina che stava ultimando di attraversare la strada, gli porse il braccio per aiutarla, lei ne approfittò subito sorridendogli.
<< Oh ma che ragazzo gentile >> disse lei.
L'angelo sorrise.
<< Gentile signora, potrebbe cortesemente >> e a quella parola lanciò un'occhiata a Crowley che sbuffò per poi tornare a guardare la vecchina << dicevo potrebbe gentilmente dirmi che giorno è, sa io e i miei amici siamo appena tornati da un lungo viaggio. >>
<< Un, un villaggio? >> chiese lei sbattendo le palpebre.
Crowley emise un ringhio di esasperazione, guadagnadosi un'altra occhiataccia da parte dell'angelo, il demone si avvicinò alla signora sforzandosi di sorridere.
<< Viaggio lui ha detto viaggio, può per... per... ah per favore darci quell'informazione >> il suo tono era risultato fin troppo gentile per i suoi standard.
<< Oh ma certo giovanotto! >>
La signora disse loro il giorno e riuscirono a farsi dire anche l'anno, la salutarono e lei pizzicò le guance sia a Crowley che ad Azraphel dicendo che avrebbe fatto loro volentieri dei biscotti se fossero andati a trovarla.
<< E' il giorno dopo l'apocalisse >> disse l'angelo.
<< Che evidentemente non c'è stata >> rispose Beelzebù.
<< E' chiaro quello che è successo, Lei ha sistemato tutto riportando le cose così com'erano >> disse Gabriele sollevato.
<< Chissà se all'inferno... se ci sono anche loro, i demoni intendo >> si domandò Beelzebù.
Crowley chinò la testa verso il basso, si concentrò.
<< C'è un gran subbuglio lì sotto, il che vuol dire che anche l'inferno è tornato al suo posto >> disse Crowley.
<< Oh non me l'aspettavo >> disse Beelzebù.
<< Beh allora io devo andare a dare una controllatina, non so in che condizioni sono di sotto, e sono pur sempre il loro principe. >>
Gabriele si avvicinò a Beelzebù.
<< Anche io devo tornare di sopra e ristabilire un po' d'ordine >> le disse.
Beelzebù si incupì. Gabriele le tirò su il mento con l'indice.
<< Ma se sei d'accordo, dopo che avremo assolto ai nosri compiti potremmo vederci qui. >>
Il demone sorrise, capì che Gabriele avrebbe mantenuto la promessa.
<< Sono molto d'accordo. >>
E dopo avergli lasciato un bacio sparì, lui guardò Azraphel e Crowley.
<< Bene, è giunto il tempo che io vada. >>
L'angelo si avvicnò a lui.
<< Non ti ho nemmeno ringraziato per tutto quello che hai fatto >> gli disse.
Gabriele storse il naso.
<< Non ce n'è bisogno >> e anche lui svanì.
L'angelo si rivolse verso il suo demone, si avvicinò e lo baciò sulle labbra.
<< Ora noi cosa facciamo? >> gli domandò.
<< Cenetta al Ritz? >> propose Crowley.
Ad Azraphel si illuminò il viso.
<< Oh sì! >> rispose.
Il demone e l'angelo si allontanarono tenendosi a braccetto, era un nuovo giorno, il giorno del resto delle loro vite e lo avrebbero passato insieme, come tutti gli altri giorni a venire.



Fine.


















   
 
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