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Autore: KurryKaira    16/12/2021    0 recensioni
Ayame invita Rouge nella sua terra nella giornata del 7 luglio con la speranza che la donna possa dichiararsi al suo amato Ryoma. Rouge decide di portare con sé Edward Falcon con la speranza che la piccola orientale possa fare lo stesso!
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Ayame?-
- Sì?-
Era ancora con la schiena curva ma ora la guardava negli occhi poggiando le mani su quelle spalle delicate.
- Posso baciarti?- Le chiese.
Il vento soffiò leggero tra quegli alberi facendo cadere poche foglie attorno a loro.
Lei non rispose, rimase quasi immobile proprio come una bambolina, con occhi grandi e insicuri.
Aprì piano le labbra per prendere un po' d'aria e parlò finalmente ma senza dare una risposta a quella domanda:
- Ricordo uno dei nostri primi incontri. Tu non sapevi nemmeno ancora chi io fossi. Ma vedesti che avevo una gamba ferita e ti prendesti cura di me.-
- Oh... sì, forse ricordo- rispose lui con aria un po' tonta.
Lei sorrise appena con sguardo perso nei ricordi.
- Non mi hai risposto però- puntualizzò lui.
- Che vuoi che ti risponda?- Lo guardò:- Perché dovresti farlo?- Con voce delicata e un po' svampita.
Lui mise finalmente la sua schiena dritta, lasciò cadere le braccia ai fianchi e si limitò a guardare la giovane donna in silenzio.
L'unico a parlare ogni tanto era il vento, che sembrava recitare una preghiera per i due amanti distanti.
- Che domanda sciocca- disse infine lui un po' scorbutico:- Perché ne ho voglia. Perché se no?-
"Che strano" pensò lei. Le sue guance rosa divennero color delle ciliegie e gli occhi si socchiusero in uno sguardo involontariamente innamorato.
"Che strano, perché mai Edward Falcon dovrebbe volermi baciare? Mi sta prendendo in giro ancora una volta? O quella che voleva farmi sul ring era davvero una dichiarazione? Se così fosse" le labbra accennarono un sorriso "che vigliacco!" Ridacchiò "che vigliacco che sei stato!"
Alzò il suo braccio come volersi far prendere a braccetto.
- Hai vinto il torneo, ti spetta una serata con me. Ti va bene anche se è mattino?-
Lui ricambiò il sorriso e prese nel suo il braccio esile di lei:- Volentieri. Dove vuoi che ti porti?-
- Per la Via Lattea- rispose lei.
E il modo più semplice per avvicinarsi alla Via Lattea era quell'elicottero rosso con cui l'aviatore aveva solcato i cieli per raggiungere questa Terra.
Lo raggiunsero e decollarono alzando il vento e muovendo tutte le spighe che coloravano di giallo l'aperta compagna.
Edward alzò la voce per parlare con l'amica, visto che le eliche e l'alta quota impedivano una chiacchierata rilassata:- E' mattino però, come hai fatto notare tu. Sarà difficile vedere le stelle- ridacchiò.
- Non importa- urlò anche lei seduta al sedile posteriore, aprì le braccia nel tentativo di toccare il cielo, nel farlo si alzò dalla poltrona e il ragazzo sussultò:- Sei pazza?! Così cadi!-
- Figurati- rispose lei:- Non stiamo volando così alto, più che per la Via Lattea mi stai portando a raccogliere il grano- sarcastica e l'orgoglio di aviatore di lui si risentì. Lei agile con una capriola saltò all'indietro iniziando a camminare in equilibrio lungo tutto l'aereo, il ragazzo spaventato un po' guidava un po' la guardava.
Lei però non cadeva, era una bravissima equilibrista e lui si incantò a guardarla arrossendo appena.
- Guarda avanti- le disse lei andando su e giù:- Stai guidando.-
Edward:- Non c'è molto da vedere ed evitare, è aperta campagna.-
Ayame:- Non c'è molto da vedere nemmeno qua- riferita a sé stessa.
- C'è tanto da vedere- disse in maniera così spontanea da farla arrossire, ed ecco di nuovo quegli occhioni spalancati che lo guardavano.
Lei tornò a sedersi, così da stargli più vicino.
Edward sorrise:- Se ti metti le cinture e fai la brava ti porto più in alto!-
Ayame:- Bla bla, non sei capace- lo prendeva in giro.
Edward:- Mi stai sfidando?- Orgoglioso e l'elicottero si alzò di quota.
Il vento muoveva i loro capelli, mentre in qualche minuto di timido silenzio si lasciavano rapire da quel cielo aperto.
- Allora... perché quest'improvvisa voglia di baciare me?- Parlò finalmente la giapponesina con voce delicata.
Lui la guardò appena senza rispondere.
- Hai capito di non avere speranze con Rouge?- Aggiunse poi un po' maligna:- Hai finalmente capito di non avere speranze con Rouge?-
- Ahah- mugugnò lui:- Che c'entra adesso Rouge? E' il nostro appuntamento, non tirare in ballo altre ragazze.-
- Ma sentilo- le braccia conserte:- Non voglio essere la seconda scelta di nessuno.-
- Tu non puoi essere una seconda scelta- disse lui sembrando sincero:- Non dare peso a uno stupido come me. Sono veramente uno stupido. Hai incantato tutti ieri allo spettacolo, tu ieri eri la prima scelta di tutti. Non sei seconda a nessuno. Lo penso davvero.-
Lei rimase in silenzio qualche secondo, girò una ciocca dei suoi capelli tra le dita:- Non lo pensavi prima però.-
Edward:- Lo penso adesso. Che importanza ha cosa pensavo prima?-
Ayame:- Quindi non vuoi baciarmi solo perché Rouge sta con Ryoma.-
Edward:- Rouge sta con Ryoma?!- Si alterò lui per poi scoppiare a ridere vedendo la faccia offesa di lei, le guance gonfie e arrossate e gli occhi socchiusi, a volte sembrava proprio una bambina.
Edward:- Scema, ti ho detto che non mi interessa più- sorrideva continuando a guidare.
Lei rimase offesa per un po', poi si rilassò e, visto che nessuno parlava più, incominciò a intonare la canzone di Orihime. Mentre cantava allungò ancora una volta le mani verso il cielo nel tentativo di toccare la Via Lattea, il volto era sereno e la sua voce cristallina.
Lui di tanto in tanto la guardava cantare mentre il cuore ancora una volta gli si riscaldava.
L'aereo intanto perdeva quota, avvicinandosi sempre di più a quel giardino dorato.
La canzone giungeva al termine e lei si accorse che lui si allontanava sempre di più da quel cielo:- Che fai? Perché stiamo scendendo?- Chiese ingenua.
Lui la guardò con un sorriso appena accennato:- Perché voglio che togli le cinture di sicurezza- rispose.
Lei sbattendo le palpebre ubbidì:- Vuoi buttarmi giù dall'elicottero? Non sapevo di essere così stonata.-
Edward:- Che scema- ridacchiò:- Voglio che mi baci- disse senza troppi giri di parole.
Lei incrociò le mani sbattendo ancora gli occhi di porcellana, e senza troppa timidezza si alzò dalla sua postazione, fece una ruota in avanti sorpassando l'inglese e si ritrovò faccia a faccia con lui, dietro di lei l'elica le alzava appena la gonna imbarazzandolo. Lui teneva il volante con entrambe le mani mentre lei rannicchiata di fronte a lui lo guardava con occhi sicuri e cosce nude. Lui ingoiò di fretta la saliva, prese colore; ecco, questo era uno di quei momenti in cui le gli sembrava una donna. Una donna molto più matura di lui, una donna che probabilmente nemmeno meritava.
Lei lo baciò.
Mentre l'aereo perdeva completamente quota come i loro cuori finendo sempre più vicino a quelle spighe.
Quel bacio accompagnato dal vento e la magia passata del Tanabata venne interrotto dal tonfo che si sentì subito dopo, l'elicottero era finito veramente tra le spighe. Ayame cadde nella campagna e Edward imprecò, risero di gusto subito dopo visto che né l'aereo né loro avevano riportato danni.
Ayame ancora stesa tra le spighe a ridere:- Ne è valsa la pena comunque! Ahahah!-
Sorrise anche il pugile che guardava il suo mezzo:- Ne è valsa la pena- la guardò innamorato.
Attimi di silenzio e poi:- Quindi? Questo che significa adesso?- Chiese la ragazza serena ancora stesa in quel campo, il ragazzo si stese accanto a lei, le strinse la mano:- Non lo so. Tu che vuoi che significhi?-
Lei sollevò la schiena di scatto innervosita:- Oh insomma quanto sei vigliacco oggi! Smettila di fuggire e dimmi le cose come stanno!-
Lui si sollevò di conseguenza per baciarla di nuovo stringendola a sé con la mano.
- Le cose stanno così- disse staccandosi dalle sue labbra.
Fu questo bacio a far capire ad Ayame quello che davvero stava accadendo, tanto che le venne da piangere, ancora una volta davanti a lui:- Ma... ma come faremo? Tu sei di un'altra terra!-
Edward:- Vieni via con me. In giro per il mondo navigando la Via Lattea!-
Era così sicuro di sé adesso da riuscire quasi a convincerla, il vento sembrava sussurrarle all'orecchio le sue stesse parole.
Ayame:- Ma la mia famiglia ha bisogno di me...-
Edward:- Anche io ho bisogno di te- le strinse le mani e lei arrossì guardandole.
Ayame:- Sai cosa?- Disse poi:- Ci rifletteremo con calma! Tutto questo romanticismo mi sta agitando! Non sembriamo neanche noi!- Si alzò spolverandosi appena il sedere sporco di terra mentre lui imbarazzato la guardava ancora seduto a terra.
Ayame:- Dì qualcosa che mi faccia ricordare che sei tu e non Hikoboshi venuto improvvisamente dal cielo!-
Edward:- Rouge mi ha fatto uno scherzo l'altro giorno, ha detto che tu mi volevi dentro di te, e in quel momento che ho capito di amarti- fin troppo sincero, lei spalancò gli occhi aggrottando la fronte. Si girò a guardarlo mentre se ne stava ancora lì seduto.
- Ma sei scemo?- Disse poi:- Potevi essere un po' meno tu.-
Lui rise:- Non te la sei presa, bene!- Provò ad alzarsi ma lei lo fece cadere di nuovo spingendogli le spalle con le mani:- Tu sei completamente scemo!- Ribadì per poi urlargli:- Mi hai appena detto che mi ami ti rendi conto?! In un discorso simile!!-
- Tu mi hai sputato...- disse lui asciugandosi il volto.
- Quante storie- si voltò lasciandolo capace di alzarsi:- E' solo saliva- scostò appena il volto per guardarlo con sguardo malizioso:- dovrai abituartene, anche perché Rouge non aveva torto- proseguì con passo sicuro per quella campagna lasciando lui immobile preda di sporche ma piacevoli fantasie.
Ridacchiò come uno stupido e poi:- Ma dove stai andando?!- Le urlò vedendola ormai lontana.
Ayame:- Torno da Kikuno e gli altri!- Urlavano per potersi sentire.
Edward:- Ma devo sistemare il mio elicottero!-
Ayame:- Allora raggiungici dopo, Falcon.-
Edward:- Puoi chiamarmi Edward! E comunque ancora non mi hai detto "ti amo"!!-
Lei lo guardò, sghignazzò e proseguì per la sua strada.
Quella stessa sera Edward Falcon cenò allo stesso tavolo con Ayame, i loro amici Rouge e Ryoma e suo cognato Kikuno che non faceva altro che fissare la sorella con sguardo emozionato e soddisfatto.
Ridevano spesso e sembravano felici mentre intorno a loro le baracche e le giostre della festa del 7 luglio venivano smontate e si salutavano pronte a rivedersi dopo un altro anno, proprio come Orihime e Hikoboshi.
  
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