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Autore: Voglioungufo    23/12/2021    5 recensioni
ObiNaru | AU | Break-up to make-up
01: Naruto continua a disegnare Obito, nasconde il suo amore dentro i suoi quaderni.
02: A volte pensa che in fondo il corpo di Obito è solo un’altra tela che lui deve riempire di colore.
03: “Con un mare in mezzo, non potremmo baciarci”.
04: Per Obito è sempre stato un bambino da portare per mano.
05: “Mi stai spezzando il cuore”
06: Allora perché si sente come se l’amore fosse scivolato oltre la sua portata?
07: Si chiede come delle note possano avere il suo stesso sapore.
08: E si è accorto di aver dimenticato di dire il suo nome.
09: “Se sapessi disegnare, avrei dipinto le stesse cose”.
10: "Torna a casa per Natale, ti farà bene”.
11: “Quindi a trent’anni passati fai ancora merenda qui”.
12: Succede nel modo più banale possibile, nell’unico modo in cui può succedere durante questa dannata stagione.
13: Singhiozza. “Sì, cazzo, sì”.
Amarsi in segreto o seguire i propri sogni in solitudine? Per Naruto sembrano due possibilità inconciliabili.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Naruto Uzumaki, Obito Uchiha, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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‘Tis the damn season
Soundtrack n.12
 
 
 
 
Se i suoi genitori notano che il suo rapporto con Obito non è più teso come i primi giorni, non dicono niente. La concentrazione di tutti è rivolta all’imminente cenone della vigilia a casa Namikaze. È un evento che coinvolge tutto il vicinato e Naruto si rende conto di quanto tutta quella frenesia gli sia mancata, è come tornare a festeggiare il Natale per la prima volta dopo molti anni.
La porta di casa loro è sempre aperta, c’è un via vai continuo di vecchi conoscenti. Vengono ad aiutare, a lasciare un regalo, un dolce o anche solo per chiacchierare. Naruto è travolto da tutto quello.
Con la chiusura delle scuole per la pausa invernale, Obito è sempre da loro. Kushina dice che, anche se c’è Naruto, fa sempre bene un baldo giovane in più da sfruttare per attaccare luci e ghirlande sui punti più pericolosi. Scivolare nelle vecchie abitudini è fin troppo facile per Naruto, sembra che il tempo non sia mai passato, che lui non se ne sia mai andato.
E non può far a meno di chiedersi se questa fosse stata la vita se avesse seguito l’altra strada, quella che non ha preso, quella che lo faceva restare.
Poi però si ferma e si rende conto che il tempo è passato, che lui è cambiato e non sarebbe mai cambiato in questo modo rimanendo. Questo è tempo a prestito e va bene così.
 
Succede nel modo più banale possibile, nell’unico modo in cui può succedere durante questa dannata stagione.
Non c’è nessuno a casa, sono solo lui e Obito; Minato e Kushina sono usciti per una breve commissione al centro commerciale e hanno lasciato i due ragazzi a guardia della casa. È una cosa che è successa così tante volte che non significa nulla, anche se Naruto ricorda tutte quelle volte che da adolescente ne approfittava per trascinare Obito in camera da letto.
Arrossisce, ma quel tempo è ormai passato. O almeno crede.
Almeno crede finché non passano entrambi sotto l’arco della cucina, distratti dalle loro chiacchiere poco importanti e si fermano lì, ridacchiando. La realizzazione lo colpisce un secondo dopo, anche se ormai è troppo tardi.
Naruto alza lo sguardo sulla cima dell’arco, da cui pende un rametto ben infiocchettato di vischio. È lì ogni anno, da quando ne ha memoria, e tutti sanno che devono fare attenzione con chi passano lì sotto.
Obito realizza con qualche secondo di ritardo, alza anche lui gli occhi e si immobilizza. Come due idioti, fissano il vischio come se fosse un bomba in procinto di esplodere. 
Naruto abbassa lo sguardo e si schiarisce la gola, deciso a fare finta di niente perché non significa niente. Fa un passo verso la cucina, ma Obito lo afferra al braccio e lo spinge verso di sé. Le sue dita lunghe — da pianista — sono sul suo mento, le sue labbra sulle sue. Naruto chiude gli occhi, socchiude la bocca, la lingua tocca i suoi denti e le ginocchia diventano molli. Si appoggia al muro, vinto senza possibilità di combattere, e le sue braccia sono attorno al suo collo.
Quella bocca su di lui è come l’ultimo pezzo di puzzle, quello che hai cercato per tutto il tempo e senza il quale non poteva completare il gioco. Solo quel pezzo può incastrarsi, solo questo va bene e tutti gli altri tentativi di sostituirlo non hanno mai riempito i bordi, gli spazi vuoti.
E adesso… click.
È tutto completo.
E ora, sì, aggrapparsi alla maglietta di Obito, trascinarlo su per le scale, inciampando su ogni gradino perché non può smettere di baciarlo… tutto diventa familiare, come prima.
Anche se niente non è prima e possono accorgersene nei corpi cambiati, cresciuti, segnati da vite lontane e separate. Anche se i tocchi non sono più come una volta, modificati da abitudini nuove e diverse, anche se i loro baci famelici parlano di altre esperienze. Ma non importa, perché Naruto è di nuovo uno strumento tra le mani grandi e forti di Obito, e il corpo di Obito è di nuovo una tela che Naruto riempie di colore.
È tempo preso a prestito, va bene così. Naruto lascerà che Obito lo chiami ancora il suo ragazzino e Obito sarà ancora suo per il weekend. È il Natale, che può permettere questa magia anche solo per pochi giorni, che può permettere loro di fingere di vivere in un mondo a parte dove non hanno fatto scelte diverse. 
Sanno entrambi che non può durare, che il Natale finirà.
Questa volta non gli chiederà di aspettarlo, e Obito non gli chiederà di restare. Non ha funzionato una volta, non può funzionare ancora.
Naruto se ne andrà di nuovo a Uzu, dai suoi mecenati e nuovi amici, e Obito continuerà la sua vita tranquilla non pensando all’unica persona in grado di dire quali sorrisi stia fingendo. Sanno che si spezzeranno ancora il cuore nel lasciare il letto più caldo che abbiano mai condiviso. 
Lo sanno e non importa. È la dannata stagione e non possono sottrarsi a quell’incanto, perciò continueranno ad andare in giro per quella strada che non è stata presa, ma in quel momento sembra davvero buona. 
Ogni giorno, sempre di più, fino alla notte della Vigilia in cui casa Namikaze sembra esplodere da tutti gli ospiti che ci sono. In cui Obito al pianoforte suona tutta la sera, guardando Naruto, solo Naruto. Dove finiscono per passare troppe volte sotto quel vischio perché sia una coincidenza. E con il troppo vin brûlé bevuto, il pandoro divorato e i continui dolci delle nonne, alla fine Naruto e Obito scivolano sul divano assonnati, corpi intrecciati davanti al camino.
È tempo preso a prestito, ma per farla breve si sente come a casa, è questo quello che conta.
 
 
 
 
 
Angolo dei gufi:
Ed è ecco la canzone che mi ha fatto pensare all’intera raccolta! Ascoltandola la prima volta ho proprio pensato a due innamorati che si ritrovano nella vecchia città natale per le festività e cadono nelle vecchie abitudini, anche se entrambi sanno che non può durare.
E io piango.
Ma il prossimo capitolo è l’ultimo e chissà cosa ci aspetta!!!
Un bacio a soniacrivellarokrikka86 e ame tsuki per le recensioni allo scorso capitolo. Direi che ci vediamo direttamente il 25 Dicembre, con la fine di questa storia <3
Hatta
   
 
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