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Autore: laisaxrem    24/12/2021    0 recensioni
[KakaSaku] Sono passati due mesi dalla fine della guerra e si avvicina il primo natale di pace tra le Nazioni ninja.
Gai decide di dare una festa, e non una festa qualunque ma un Ugly Christmas Sweater Party.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kakashi, Hatake, Naruto, Uzumaki, Sakura, Haruno, Sasuke, Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke, Sai/Ino, Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Chapter 8: All I Want for Christmas Is you

 

DATA: Venerdì 25 Dicembre 1686

TITOLO: All I Want for Christmas is you - Mariah Carey

 

Relationships: Hatake Kakashi/Haruno Sakura, Uzumaki Naruto/Uchiha Sasuke, Hinata, Sarutobi Konohamaru/Kazamatsuri Moegi, Nara Shikamaru/Temari, Sai/Yamanaka Ino

Characters: Haruno Sakura, Hatake Kakashi, Uzumaki Naruto, Yamato | Tenzō, Maito Gai, Rock Lee, Tsunade, Shizune, Nara Shikamaru, Temari, Shiranui Genma, Tenten, Yūhi Kurenai, Sarutobi Mirai, Sarutobi Konohamaru, Kazamatsuri Moegi, Sarutobi Hiruzen (OC), Yamanaka Ino, Sai

Additional Tags: Ugly Christmas Sweater Party, Rokudaime Hatake Kakashi, drunk Tenzo

 

 

«Allora, siete sposati da otto mesi ormai. Com’è la vita all’interno del vincolo del matrimonio?»

A quelle parole, buttate lì un po’ scherzosamente da Konohamaru che sedeva sul divano accanto a Moegi che allattava il piccolo Hiruzen, Sakura si picchiettò un dito sulle labbra con aria pensosa e lanciò un’occhiata a Kakashi, che teneva tra le braccia una Mirai profondamente addormentata. I suoi occhi grigi brillavano ed il sorriso era evidente sotto alla maschera.

Era tardi ed erano tutti seduti sui divani o accoccolati sui tatami cercando di decidersi ad alzarsi e tornare alle proprie abitazioni. Ma il clima nella stanza era così caldo e accogliente che per tutti loro era difficile decidere di affrontare l’aria fredda delle notti di Dicembre.

«Kakashi lascia libri in ogni angolo della casa», iniziò Sakura, lanciando un’occhiata alla pila di volumi sul tavolino da caffè (alcuni erano suoi, ma non c’era bisogno che gli altri sapessero, no?).

«E Sakura mi ruba tutto lo spazio e le coperte, a letto», ribatté Kakashi, muovendosi quel tanto da appoggiarsi al suo braccio, trasmettendole il calore del suo corpo.

«Cucina sempre lui e se tento di farlo io reagisce come se stessi attentando alla sua vita», rincarò Sakura. Bè non era un mistero che lei era pessima tra i fornelli (aveva molte altre qualità, grazie tante). Lo era un po’ di più il fatto che Kakashi fosse un ottimo cuoco.

«Ruba tutte le attenzioni dei miei Ninken e tenta di portarmi via anche Yoru», aggiunse suo marito, fingendo un broncio.

«Insomma è tutto esattamente come prima di sposarvi», grugnì Genma che era allungato sui tatami non molto distante da loro, la testa in grembo a Tenzō che giocava distrattamente con i suoi capelli, intrecciandoli per poi scioglierli ancora e ancora. Il capitano della guardia personale dell’Hokage aveva bevuto davvero molto, quella sera, ed ora sembrava perso in un mondo tutto suo e nessuno pareva volerlo scuotere dal suo torpore. Sakura concordava pienamente: un Tenzō alticcio era sempre uno spettacolo affascinante, ma vederlo seriamente ubriaco era un’occasione più unica che rara.

«Sakura-chan, se cambi idea e decidi di firmare le carte del divorzio sai dove trovarmi», assicurò Naruto, il volto rosso per l’alcool. Aveva bevuto molto, quella sera, Sakura l’aveva notato. Aveva portato il suo eggnog e ne aveva bevuto la gran parte da solo. Sakura era un po’ preoccupata per il suo amico, doveva ammetterlo.

«Oh davvero? E Sasuke?»

Alla fitta di tristezza che passò negli occhi di Naruto, Sakura si pentì delle sue parole. Avevano litigato, qualche giorno prima, e a giudicare dal fatto che Sasuke si era precipitato al Palazzo dell’Hokage pretendendo una lunga missione lontano da Konoha (che, seppure a malincuore, Kakashi gli aveva assegnato) e che poi Sakura aveva trovato Naruto piegato sull’ennesimo bicchiere di whiskey ad un tavolo del Rusty Kunai, era chiaro che era stato un brutto litigio.

Perciò Sakura allungò la mano e gli strinse il braccio, sorridendogli.

«Sarai il primo a saperlo», gli assicurò con un occhiolino.

«Ehi, anche io sarei interessato!» intervenne Lee con la sua voce tonante, un sorriso a trentadue denti che non nascondeva del tutto la tristezza.

La rottura con Gaara era stata davvero dura (e Sakura lo sapeva bene perché era stata lei, insieme a Tenten, ad andare a cercarlo, in Luglio, quando Lee aveva smesso di mandare i regolari rapporti a Konoha dopo solo cinque settimane dalla sua partenza per una lunga, solitaria missione di controllo lungo i confini del Paese del Fuoco). Ed era doppiamente triste perché Lee non aveva perso solo l’uomo che amava ma anche il suo ruolo di Delegato di Konoha a Suna, un lavoro che adorava e che gli veniva straordinariamente bene.

Stava ancora decidendo cosa rispondere ai due uomini per tirarli su di morale, quando la voce di Tsunade intervenne da dietro di lei.

«Allora, ragazzina, dove sono i due nipotini che mi avevi promesso?»

«I cosa?» chiese Kakashi, la voce un po’ acuta, il rossore che iniziava a intravedersi sulle orecchie.

«Shishōōōō», gemette Sakura, massaggiandosi la fronte e lanciando un’occhiata di sottecchi a suo marito.

Non avevano propriamente parlato di figli, dopo che Sakura gli aveva chiesto (detto) di sposarla, e non erano mai giunti al punto di dire “dai, facciamo un bambino”. Ed erano sposati solo da otto mesi, e Sakura non sentiva la necessità di avere un bambino, e Kakashi sembrava più dell’idea del no che del sì. Perciò no, non era incinta e non prevedeva di esserlo in tempi brevi, grazie tante. Non che fosse completamente contraria… cioè, se fossero arrivati ok, ma…

«Confessa ragazzino, non ti si rizza più, per questo Sakura non è ancora incinta», rincarò Tsunade, ridacchiando, il volto rosso e la voce strascicata tipici di quando beveva troppo.

A quelle parole metà dei presenti scoppiò a ridere o scosse la testa con aria divertita (Gai e Sai) o sconsolata (Shikamaru e Shizune, i quali condividevano il dolore di essere, o essere stati, l’assistente dell’Hokage).

«Mi si rizza benissimo, grazie tante», borbottò suo marito.

«Sì, ma solo con qualche aiuto», s’inserì Genma, lanciando a Sakura un’occhiata comprensiva e strizzandole l’occhio. «Ecco cosa succede a sposare un vecchio, Sakura-chan. Avresti dovuto scegliere me».

«Tu sei più vecchio di Kakashi-sensei», gli fece notare Tenten, che si stava stiracchiando non troppo distante da lui, un bicchiere di sake in mano.

«Forse anagraficamente», concesse Genma, scostando la mano che Tenzō aveva cercato di piantargli sulla bocca per zittirlo. «Ma sicuramente non nella mia attività preferita», aggiunse, strizzando l’occhio alla sua amica e punzecchiandole la gamba con la punta del piede, facendola ridere.

Sakura era piuttosto sicura che tra quei due fosse successo qualcosa, la notte del suo addio al nubilato e dell’addio al celibato di Kakashi, ma non aveva ancora raccolto abbastanza prove per mettere alle stretta Tenten ed avere una conferma.

«Cioè collezionare candele profumate e mini-figures chibi dei migliori ninja delle Cinque Terre?» s’inserì Gai con un sorriso un po’ malandrino, molto diverso dal suo solito sorriso da bravo ragazzo.

«Gai. Ti considero un amico, un fratello. E tu mi tradisci così?»

«È la verità. E non c’è nulla di cui vergognarsi, amico mio», lo rassicurò lui. «Il tuo è un hobby di tutto rispetto».

«Già. Anche se è un po’ inquietante avere la mini-versione di tutti noi che ti fissa ogni volta», aggiunse Tenten, scrollando le spalle e pizzicando il piede di Genma.

Ecco un altro indizio. Sakura avrebbe voluto chiedere a Tenten quando e perché aveva visto la collezione di figures di Genma ma Tenzō si alzò all’improvviso, lasciando cadere rumorosamente la testa di Genma sui tatami.

«Basta così, è ora di andare a dormire. Tutti quanti», disse, strascicando un po’ le parole e lanciando un’occhiata significativa a tutti loro, le gambe decisamente poco sicure che lo facevano dondolare vistosamente. «Avete bevuto troppo», asserì.

«Disse l’uomo che fatica a stare in piedi», sussurrò Sakura, alzandosi svelta per sorreggerlo.

«Sì mamma», borbottò qualcuno, e come se la magia di fosse spezzata all’improvviso, tutti iniziarono a raccogliere le proprie cose ed a defluire dal salotto, augurandosi per l’ennesima volta un buon Natale ed una buona notte.

Alla fine, dopo aver riconsegnato Mirai a Kurenai, Kakashi e Sakura rimasero soli con un Tenzō che ballava pericolosamente sulla linea tra la veglia e il sonno.

«Lo teniamo con noi?» chiese Kakashi, chinandosi per baciarle la fronte.

«Assolutamente», concordò Sakura. Per niente al mondo avrebbe permesso al loro amico di uscire da solo in quello stato. Come minimo l’avrebbero ritrovato il mattino seguente quasi congelato in mezzo alla giardino. No, assolutamente no. «Vai a preparare il futon, lo porto su fra qualche minuto».

Kakashi annuì e le scoccò un rapido bacio sulle labbra prima di uscire dal salotto per preparare una delle camere libere.

«Dovreste fare un bambino», sussurrò ad un tratto Tenzō, il volto premuto contro il suo collo mentre Sakura stringeva la presa sulla sua vita ed iniziava a camminare. «Kakashi-senpai ne vorrebbe uno. E qualunque bambino sarebbe fortunato ad avervi come genitori».

«Shh. Dormi, Tenzō-chan», l’incitò mentre si avviavano lentamente alle scale.

  
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