Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: katyjolinar    06/01/2022    1 recensioni
[OMEGAVERSE] Storia di un giovane guerriero che si imbatte in una sua compagna d'infanzia.
Storia partecipante a "luoghi dell'orrore" indetto dal gruppo Facebook Il Giardino di EFP
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questo capitolo partecipa al #AStolenQuoteChallenge del gruppo Better than Canon

 

La notizia del matrimonio fece subito il giro del villaggio.

Tutti si offrirono di aiutare la coppia nei preparativi, con la scusa del poco tempo che mancava al giorno prefissato, e l'atmosfera si fece allegra e spensierata, nonostante la guerra che ancora veniva programmata alle riunioni dei capi, alle quali Danhum doveva continuare a partecipare nonostante fosse il futuro sposo.

Erya passava le giornate in giro con Clandys e con le altre donne che non fossero impegnate alle suddette riunioni, tutte entusiaste e felici di aiutare la Principessa Omega, come era stata chiamata la sposa, ma quando il compagno si liberava dagli impegni riusciva a ritagliare del tempo da sola con lui.

Quasi non ci credeva, ma non si era mai sentita così felice in vita sua.

In quei giorni aveva avuto molto tempo per pensare a quanto successo, sia cose recenti che passate. Le erano tornati in mente gli anni all'orfanotrofio, le azioni di lui, le sue reazioni a ciò che le faceva e i suoi sentimenti.

Se li ricordava anche troppo bene quegli anni, ma, da quando Danhum si era mostrato profondamente e sinceramente dispiaciuto per quanto le aveva fatto, lo aveva perdonato, e aveva iniziato a vedere il ragazzo in modo diverso: il giovane bullo dal bell'aspetto era diventato un uomo onorabile e rispettoso degli altri.

Un uomo le cui forti braccia la facevano sentire al sicuro, le cui labbra erano capaci di farla andare in estasi con un semplice bacio.

Un uomo di cui si era innamorata perdutamente, non sapeva bene da quando, ma sapeva di esserlo.

Per questo aveva accolto con tanta serenità la gravidanza inaspettata: aveva dentro di sé un esserino che era una parte di entrambi, un bambino che per lei era già tutta la sua vita.

Mancavano due giorni al matrimonio, era ormai quasi tutto pronto.

Poco prima dell'ora di pranzo, Erya entrò nella sala dove erano riuniti tutti i capi; essendo lei la Principessa, era l'unica che aveva libero accesso a questi incontri, anche se non avrebbe partecipato attivamente alle retate che stavano organizzando.

"Dobbiamo avvicinarci il più possibile al Palazzo Reale!" stava suggerendo uno, quando lei si intrufolò "Anzi, dobbiamo attaccarlo!"

"Non è una buona idea." obiettò Danhum, guardando la grande cartina del regno che era stata stesa sul tavolo "Il castello è fittamente protetto. Sono passati due anni, ma vi ricordo che ho lavorato per un certo periodo per il Re, conosco abbastanza bene le loro strategie di difesa. Anche con i nostri infiltrati all'interno è quasi impossibile abbattere le loro difese."

"Hai detto quasi." si intromise la bionda, affiancando il fidanzato "Un modo c'è, solo che non sappiamo ancora come fare."

Gli uomini e le donne intorno al tavolo si inchinarono alla sua presenza, e il comandante si abbassò per posarle un bacio sulle labbra, facendole spazio accanto a lui.

La giovane guardò la piantina, sfiorando la pergamena con le punte delle dita in corrispondenza della Capitale del Regno.

"Avete detto che ci sono degli infiltrati a palazzo, giusto?" chiese, pensierosa.

"È così, mia signora. Non molti, ma abbastanza per avere notizie fresche sul Re e sulla Principessa Ereditaria." confermò una donna vestita con abiti comodi, probabilmente una cacciatrice, viste le armi che teneva con sé, sicuramente una caposezione di un gruppo di resistenza che operava in una zona boschiva.

"Mio padre e la mia sorella maggiore…" annuì Erya "uhm… quei due forse dovrò affrontarli io di persona…"

"Erya, è pericoloso!" obiettò Danhum, afferrandole il polso "La Principessa Ereditaria al momento è il capo dell'Esercito Reale! Ti ucciderà!"

"Non ho mai detto che ci andrò da sola: tu verrai con me, e scegliti un gruppo di fidati, quanti ne bastano per introdursi di nascosto nel palazzo, eludendo la sorveglianza."

"Ho appena detto che il palazzo ha una difesa invalicabile…" ribatté il moro, duro, senza togliere gli occhi dal viso della fidanzata.

"Danhum, ti ricordo che qualche nozione di strategia militare ce l'ho anche io, grazie all'orfanotrofio." continuò la giovane, tranquilla "Inoltre mi sono già intrufolata in uno dei loro castelli, poco prima di legarmi con te, ricordi? Per quanto quello fosse solo una residenza estiva, era molto ben protetto, probabilmente proprio per la presenza di quel libro che ho rubato. Tutte le difese hanno una falla, basta trovarla e poi si fa tutto più semplice."

Danhum annuì, posandole affettuosamente una mano sulla schiena, e l'altra donna prese di nuovo parola.

"Principessa, perdonatemi, c'è una cosa che dovrete fare per noi." disse.

"Cosa?"

"Una volta che avremo sconfitto il Regime, voi sarete l'unica e legittima erede al trono, per questo diventerete Regina." fece una pausa reverenziale e, tenendo lo sguardo basso, indicò il Falco "È un'idea del vostro fidanzato. Prendetevela con lui se non vi va bene la cosa…"

Danhum sorrise sornione, attirando a sé la bionda al suo fianco.

"Lo sa già, ed ha accettato." ammise "Le ho fatto un'offerta che non poteva rifiutare, tipo… diventare mia moglie."

"Va bene, ora vedete di mettere via tutto!" ordinò Erya, rossa in viso "È quasi ora di pranzo, la gente vorrà usare la sala per mangiare!"

Il gruppo eseguì, finendo di riordinare poco prima dell'ingresso degli addetti delle cucine comuni con il pranzo.

Una volta presi i loro piatti si andarono a sedere al loro tavolo, osservando la gente che entrava per consumare il proprio pasto, stanca dei compiti della mattina.

Videro entrare il mastro gioielliere del campo, seguito dal suo compagno, il capomastro, addetto alla costruzione delle case dei nuovi residenti.

Il gioielliere sembrava particolarmente arrabbiato, e ignorava in tutti i modi il marito, il quale cercava di parlargli; evidentemente aveva combinato qualcosa e cercava di farsi perdonare.

"Oh, avanti Franz!" cercò di chiamarlo il mastro costruttore "Ascoltami! Ti prego!"

Franz lo ignorò, prendendo il pranzo e andando a sedersi al tavolo di Danhum e Erya, mentre l'altro si aggrappò al suo braccio, chiedendo perdono senza stare un attimo zitto.

"Che ha combinato Harold questa volta?" domandò il moro, dividendo il pane tra sé stesso e la compagna.

"Al solito… ha fatto un commento su un nuovo arrivato… e si è dimenticato che io ero accanto a lui."

"L'ha fatto anche con me." ammise Erya "Ma si è preso un bel calcio nelle palle dalla sottoscritta."

"E a casa ha preso anche il resto, principessa." riferì l'uomo, continuando a ignorare il marito, che cercava di attirare la sua attenzione.

"Ma quanto parla?!" chiese la bionda, fissandoli.

"Lui può anche parlare in continuazione, ma comunicare è un'altra cosa!" borbottò Franz "Io voglio fatti! Sono Omega, mica stupido!" si sporse verso la ragazza, abbassando la voce "Principessa, un consiglio: non fatevi mettere i piedi in testa, ricordatevi che siete voi a comandare, anche in casa."

"Credimi, a mettere i piedi in testa alla mia fidanzata ci rimetti caviglie, ginocchia e, se ti va male, pure le anche." intervenne il moro, abbracciando la compagna.

Franz rise e cercò nelle tasche, tirando fuori un sacchettino e porgendolo ai due.

"Prima che mi dimentichi… ho finito il lavoro." disse "E non preoccupatevi del compenso, alla principessa lo faccio volentieri."

Erya afferrò il sacchetto e lo aprì, tirandone fuori due fedi. Erano due anelli formati da tre strisce intrecciate, una color oro, una con incastonata della polvere di rubini e la terza con polvere di smeraldi.

La ragazza le rigirò, ammirandole.

"Sono… sono bellissime, grazie." sussurrò, commossa, rimettendo via gli anelli e lasciandosi stringere dal compagno.

"Ci ho messo tutta la mia arte." ammise Franz "Voi meritate la felicità, principessa."

Danhum sorrise, alzandosi. Per lui era ora di tornare al lavoro. Baciò teneramente la bionda e salutò gli altri due, prima di allontanarsi. Erya lo osservò alle spalle, sorridendo; sì, forse il mastro gioielliere aveva ragione, dopo tante sofferenze aveva finalmente trovato la felicità.

Finalmente arrivò il giorno tanto atteso.

Era l'alba, e i due ragazzi erano ancora profondamente addormentati nel loro letto.

Erano stretti l'una all'altro, in un tenero abbraccio che, probabilmente, continuava nei loro sogni, quando Clandys e Jalehon, con i rispettivi aiutanti per la preparazione degli sposi, entrarono nella casupola per svegliarli.

Erya era avvolta fino al naso dalla coperta, con la testa poggiata sul petto nudo del compagno, e fece un mugugno di protesta quando la donna la scosse leggermente per svegliarla.

"Mhh… voglio stare al caldo ancora un po'..." sussurrò, con la voce impastata dal sonno.

Danhum aprì gli occhi, guardandosi attorno assonnato da dietro i capelli arruffati.

"Mh… che ci fate qui?" domandò.

"Come sarebbe a dire 'che ci facciamo qui'?!" lo rimproverò Jalehon, puntandogli il dito contro "È il vostro matrimonio! Siamo venuti a prelevarvi per i preparativi!"

La bionda si mise seduta, avvolta da parte della coperta per nascondere le forme agli altri uomini, e si passò una mano sugli occhi per cercare di svegliarsi.

"Ma è l'alba… è davvero necessario alzarsi a quest'ora?"

"Certo che è necessario, principessa!" intervenne una delle altre donne, porgendole una vestaglia ricamata "È la tradizione."

"Che tradizione del cazzo…" borbottò, poggiando la testa contro il braccio del compagno e chiudendo gli occhi, con i capelli scompigliati che le cadevano sul viso.

Danhum sospirò, girandosi verso la fidanzata e baciandole le labbra.

"Dai, facciamo come dicono." suggerì "Per tradizione hanno l'obbligo di trascinare giù dal letto gli sposi se si rifiutano di alzarsi."

"Lo ripeto: è una tradizione del cazzo… e poi io voglio stare ancora qui al caldo con te…" ribadì, accoccolandosi contro di lui.

"Avrai tutta la vita per farlo." ripeté il moro, abbassandosi e sussurrandole all'orecchio "E comunque se ti strusci così ti prendo subito… ho qualcos'altro che si è svegliato, e poco importa se c'è gente che potrebbe assistere."

Erya spalancò gli occhi, facendosi completamente rossa. Questo però servì a svegliarla del tutto, indossò finalmente la vestaglia e seguì le altre donne fuori.

L'aria era frizzante, ma l'indumento era abbastanza caldo da non farle sentire il freddo durante il tragitto verso la periferia del villaggio, in direzione del torrente sul limitare dei costoni di roccia che proteggevano la vallata da incursioni esterne.

Si infilarono, infine, in una grotta con l'ingresso protetto da una costruzione in legno, il cui interno, illuminato da numerose Pietre di Luce, era parzialmente occupato da una vasca naturale piena d'acqua.

La bionda si guardò intorno, mentre le altre donne la aiutavano a immergersi e la seguivano per aiutarla a lavarsi.

L'acqua era piacevolmente calda e l'atmosfera rilassante. Mentre Clandys le lavava i capelli, le altre le massaggiavano braccia e gambe, usando unguenti piacevolmente profumati; sorrise, lasciandole fare e chiudendo gli occhi per poter godere meglio di quelle coccole.

"Che invidia!" esclamò una delle ancelle, massaggiandole la mano e il braccio "Non avete idea di quante avrebbero voluto essere al vostro posto, principessa! Danhum aveva un sacco di ammiratrici, sapete? Ma non ha mai considerato nessuna…"

"Si pensava addirittura che avesse altri gusti, ma non guardava neanche i ragazzi…" intervenne un'altra.

"Danhum era solo sposato col lavoro… e ora posso dire che era anche sposato con la causa della Resistenza." spiegò Clandys, finendo di massaggiarle la testa "Ma penso che non ti abbia mai dimenticata, Erya."

"Ma noi da bambini non andavamo d'accordo… se la prendeva sempre con me" protestò la giovane.

"Davvero? A vederlo ora non si direbbe: ogni volta che posa gli occhi su di voi si illumina." spiegò una terza donna "È innamorato perso, voi siete la sua luce, davvero."

La giovane arrossì, nascondendo il volto nelle mani. Non si aspettava un'affermazione del genere, voleva comunque conferma da lui, voleva essere certa che il suo amore appena nato era corrisposto.

Uscirono dall'acqua, sistemandosi attorno a un focolare acceso nella costruzione in legno per asciugarsi prima di iniziare con la vestizione della sposa.

E lì, al caldo del fuoco, le acconciarono i capelli in un'elaborata acconciatura, con due treccine che si incrociavano dietro e una coroncina di fiori autunnali adornati da un nastro verde, sotto i quali scendevano dei boccoli arricciati con un ferro caldo.

Intanto si era fatta tarda mattinata, e la cerimonia era prevista per l'ora di pranzo.

Con cura le fecero indossare la sottoveste, morbida e lunga fino alle caviglie, e sopra di essa un abito in tessuto caldo, color panna con ricami rossi e verdi, come i colori dei ciondoli degli sposi.

Quando Clandys fece per mettere a Erya un corpetto in pelle, la bionda si irrigidì, ben sapendo che quel capo andava stretto molto. La donna le posò una mano sulla spalla e le parlò all'orecchio.

"Tranquilla." sussurrò, senza farsi sentire dalle altre "Ho parlato con il dottore, so già tutto. Questo corsetto è solo decorativo, non stringe nulla."

Erya annuì e si lasciò finire di vestire, con un caldo mantello color cielo, che cadeva fino a metà gonna e il cui cappuccio le copriva parzialmente il volto.

Le donne la osservarono, sognanti, accompagnandola verso l'edificio centrale, dove attendevano tutti gli altri.

Appena fuori dalla porta c'erano il piccolo Dan e un'altra bambina sua coetanea, vestiti bene per l'occasione e istruiti dalle mamme per reggere lo strascico della gonna lungo il percorso che avrebbe dovuto fare la sposa per raggiungere il futuro marito.

La bionda era emozionata. Era una cosa strana, visto che in realtà fino a pochi mesi prima riusciva a malapena a trovare qualcosa da mangiare, mentre ora si era ritrovata Principessa Reale e sposa del capo dell'organizzazione che combatteva il regime.

Fece un respiro profondo e, non appena la porta si spalancò, iniziò la sua marcia.

Nella sala era stato creato un corridoio con un tappeto e dei fiori autunnali a incorniciare il percorso; sul fondo del corridoio la attendeva Padre Alfar, che avrebbe celebrato, e Danhum.

Il giovane sembrò illuminarsi quando la vide entrare. Anche lui era stato sistemato per l'occasione: i capelli erano stati lisciati in una treccia, chiusa dal nastro rosso che aveva sempre con sé. Indossava un paio di pantaloni in pelle, stivali bassi e una camicia bianca aperta sul petto, su cui spiccava il ciondolo di famiglia; sopra di essa aveva un gilet scuro che gli fasciava la figura, mettendo in risalto i muscoli scolpiti dalla vita militare .

Era bello da mozzare il fiato, o almeno questo pensò Erya, una volta che gli fu vicina, esitando nell'afferrargli la mano che le porgeva.

Le abbassò il cappuccio, sorridendole e guardandola negli occhi, dando inizio alla cerimonia.

"Benvenuti!" esordì il chierico, schiarendosi la voce "Siamo tutti qui per celebrare il matrimonio tra Danhum e Erya." fece una pausa e si rivolse agli ospiti "Sapete, io ho passato qualche anno, da bambino, nello stesso orfanotrofio dove sono cresciuti i nostri ragazzi… a dire il vero sono stato io a portare Danhum lì, quando era ancora in fasce. Ma mi ricordo un giorno, quando lui aveva due anni… il dottore aveva portato una nuova neonata, uno scricciolo, era minuscola e apparentemente debole, e avevano detto che era una Beta. Quello che era sicuro, però, era che aveva dei polmoni fenomenali: per due giorni ha urlato come un demonietto, la si sentiva ovunque fuori dalla nursery… questa bambina era la nostra Erya." tornò a guardare i due sposi "Dopo due giorni, ricordo, ero stato messo a guardare i bambini che giocavano, e a un certo punto non ne trovavo uno. Eravamo talmente abituati alle urla della bambina che ci misi un po' a rendermi conto che non stava più piangendo. Beh… sapete? L'ho trovato dopo quasi un'ora di ricerca dentro la culla della nuova arrivata con lei sul petto, entrambi dormivano come due angioletti." fece un'ultima pausa e unì le mani dei due sposi "Venti anni dopo, questi due bambini sono qui, in procinto di fare le loro promesse matrimoniali."

Fece un cenno a Danhum, che sorrise, stringendo la mano della compagna.

"Confesso di non ricordare nulla di quell'episodio." ammise "Ma una cosa che ricordo era che la bambina di cui parlava Padre Alfar, crescendo è diventata una pulce fastidiosa che non le mandava a dire a nessuno." alzò una mano, posandola sulla guancia della giovane "So di essermi comportato da stronzo, quando eravamo bambini… eri una bambina davvero bella, lo ammetto, ma io ero un cretino, non mi rendevo conto di quanto fossi speciale, e non sto parlando del fatto che sei una principessa del regno, ma perché sei tu, sei Erya, la piccola pulce che, nonostante fossi minuta, non era affatto debole. Tu sei una guerriera, questo lo avevo già capito quando eravamo all'orfanotrofio, ma c'è una cosa che ho capito in questi mesi: abbiamo gli stessi sogni, io Alpha, tu Omega, ma uguali." fece una pausa, stringendo un po' la mano della compagna "E in questi giorni ho scoperto che perché i nostri sogni si avverino devo proteggerti, perché tu sei importante per tutti, tu sei ciò che renderà questi sogni realtà, sei la ricchezza di questa comunità. Io sono povero, invece, ho solo i miei sogni, e tali ho steso sotto i tuoi piedi, sotto i piedi della donna che amo. Ti prego di non calpestarli, cammina leggera, per noi e per tutti quanti, per favore." fece un'ultima pausa, prendendo entrambe le mani della fidanzata "Erya, ti amo. Ti prego, accetta di condividere il futuro con me, nonostante il passato."

La giovane sorrise, facendo un passo avanti verso il compagno, e arrossì.

"Io…" esordì, a voce bassa, timida "Io spero di essere all'altezza. Quando eravamo all'orfanotrofio ti odiavo, davvero. Ti detestavo, perché non vacevi altro che darmi addosso, ma ora che ci penso, i miei ultimi due anni lì dentro è stato strano, mi sono sentita persa, perché tu, nonostante fossi un bullo, eri l'unico che mi dava qualche attenzione. Non giustifico quello che hai fatto, eri un gran stronzo, e quando ci siamo rivisti l'ho pensato ancora per un po', anche perché non mi avevi dato scelta sul legame." abbassò lo sguardo, riordinando le idee "Però dopo hai dimostrato di essere cambiato, non mi toccavi se non quando ero io a volerlo, e queste tue nuove attenzioni mi hanno fatto cambiare opinione su di te. Ho capito che sei una persona che tiene agli altri, ho capito che mi avresti protetta a prescindere dal mio status sociale, ho iniziato a pensare a noi come una famiglia, forse anche prima che il dottore mi desse la notizia, prima di sapere di aspettare un figlio da te, io prima di quello già ti amavo. Se prima odiavo il marchio che mi hai fatto, ora ne chiederei altri mille, perché sono la tua Omega, voglio essere la tua Omega." si posò una mano sul ventre, alzando lo sguardo sul volto del compagno "Nostro figlio per me non sarà importante perché è erede della Corona, ma perché l'ho avuto da te, che sei l'amore della mia vita, il mio Alpha, colui che è accorso per proteggermi quando mi sono trovata in pericolo di vita. Io ti amo, Danhum, e voglio essere tua moglie."

Nel frattempo nella sala si era alzato un brusio, ma i due giovani non sentirono, immersi nella loro bolla. Vennero riportati alla realtà dal piccolo Dan che portò loro le fedi per poter continuare nella cerimonia.

Il chierico afferrò i due anelli, quindi lo sposo afferrò quello della compagna, mettendoglielo al dito, stessa cosa fece lei.

"Con questi anelli sancisco l'unione di questi due giovani, che gli Dei hanno fatto incontrare. Che nessun uomo osi dividere ciò che gli Dei hanno unito per l'eternità." enunciò, solenne.

Un applauso riempì la sala, e Padre Alfar incitò Danhum a baciare Erya.

Il moro non se lo fece ripetere due volte, abbassandosi e coinvolgendola in un bacio intenso, come ancora non gliene aveva dati.

La amava da morire, ora era sicuro di essere ricambiato, non doveva fare altro che donarle il resto dei suoi giorni, in primis come Danhum verso Erya, e poi come Falco della Resistenza verso la Principessa Omega.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: katyjolinar