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Autore: Iquos9090    23/01/2022    0 recensioni
La figlia del famigerato ex capitano Aizen Sosuke, riesce a diventare un vice-capitano della 5a brigata, la stessa compagnia in cui operava suo padre. Il suo obiettivo è quello di diventare il comandante della squadra dei Kido Corps, all'interno della Soul Society. Molto timida e riservata, prova dell'attrazione verso il suo capitano Hirako Shinji, e lui verrà a conoscenza di ciò tramite la sua cara amica Vaizard Hiyori-chan. Dopo aver affrontato numerosi ostacoli insieme, riuscirà l'amore a raccogliere i suoi frutti?
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinamori Momo, Kurosaki Ichigo, Rangiku Matsumoto, Renji Abarai, Shūhei Hisagi
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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"Oei, Shinigami svegliati, è ora"


Aprii gli occhi, la stanza era esattamente allo stesso modo in cui l'avevo lasciata il giorno precedente, immersa nell'oscurità con solo qualche candela accesa. Grimmjow mi svegliò e si trovava proprio di fronte a me, a braccia conserte in attesa di un mio completo risveglio. Vidi un grande asciugamano ed un hakama bianco poggiati sul letto, lui disse che quest'ultimo, avrei dovuto indossarlo prima di incontrare mio padre. Psicologicamente, fremevo dalla voglia di vederlo, dopo tanti lunghi anni finalmente avrei potuto  redimere me stessa dai miei peccati e capire realmente cosa successe durante la guerra di 100 anni prima. Dall'altra parte, invece, una sensazione di paura e di angoscia fece salire la mia ansia alle stelle, vivere quei giorni tra gli Espada in quelle condizioni, non faceva altro che peggiorare il mio stato d'animo:

"Fatti una doccia e vestiti, Shinigami"

L'unico problema di quella stanza era che, essendo l'ambiente uno spazio aperto, il bagno era situato quasi accanto al letto, senza nessuna porta e senza nessuna privacy:

"Ok, se devo lavarmi esci fuori, per favore" gli domandai, anche se conoscevo già la sua risposta.

Di nuovo, mostrò quel sorriso psicotico, credetti fosse stampato sulla sua faccia dalla nascita:

"Io da qui non mi muovo, Shinigami" rispose. 

Presi i miei vestiti e mi alzai in piedi, ero irritata dalla sua presenza ma controbattere ai suoi dispetti per me fu come perdere del tempo prezioso. Mi diressi verso quella dannata doccia, di tensione riguardo l'incontro con mio padre ne avevo accumulata abbastanza, quindi rimasi in silenzio ed iniziai a spogliarmi. Percepivo i suoi occhi su di me, quindi ne approfittai per porre alcune domande sulle quali avrei voluto ricevere delle risposte esaustive:

"Come mai non avete rispettato il patto dei 3 giorni?" chiesi, evitando il suo sguardo:

"Per volere di Aizen. Non ha tempo da perdere" rispose, il suo tono di voce fu decisamente più soft rispetto a prima:

"E i miei compagni nel mondo umano, come stanno?"

In quel momento, gettai lo sguardo verso di lui. Non facevo altro che pensare al mio capitano in quei giorni, mi mancava da morire e mi sarebbe piaciuto rivederlo il più presto possibile. Non fui in grado di combattere il giorno precedente a causa dello svenimento, quindi non sapevo come poteva essersi conclusa la situazione tra di loro:

"E che cazzo ne so io? Ti ho solo preso e portato qui. Non fare domande inutili"

"Te l'ho chiesto perc.."

"Shinigami, ti ho già detto che Aizen non ha tempo da perdere. Muoviti"

Sapevo dentro di me che prima o poi a quell'idiota spregevole gli avrei dovuto far saltare il cervello appena ne avrei avuto l'occasione. Fisicamente, mi sentivo molto meglio rispetto al giorno prima, ma avrei dovuto attendere ancora un po' di tempo per recuperare le forze totalmente, anche perché non fui in grado di mangiare nulla in quei giorni, a causa della tensione. Feci un passo in avanti ed aprii il rubinetto della doccia, l'acqua era gelida, io trasalii:

"Girati verso di me, Shinigami" esclamò lui. 

Io diventai rossa dalla vergogna, ero completamente nuda e l'acqua piano piano stava cominciando a scaldarsi. Lo feci, mi girai. Il getto d'acqua calda sulla mia pelle era molto piacevole, ma non era quello il momento giusto per rilassarsi, quindi distolsi lo sguardo da lui e cercai di sbrigarmi. 

Dopo circa 10 minuti, chiusi il rubinetto della doccia ed iniziai a prepararmi.

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Mi incatenarono le mani e bendarono i miei occhi. Li sentivo parlare, scherzare tra di loro ma la mia mente era distratta, il mio stomaco era in subbuglio e il mio cuore batteva più veloce del solito. Mi accompagnarono su una grande scalinata, arrivammo all'interno di una stanza ma non fui in grado di vedere nulla. Poco dopo, tolsero la benda da davanti i  miei occhi e vidi un grande tavolo ovale bianco, vicino al quale gli Espada si sedettero. Ne erano in tutto quattro, Grimmjow, quell'Ulquiorra, Aporro che si presentò a me in modo  inquietante proprio il giorno prima e un altro, che non avevo mai visto. La sua Zampakuto era gigantesca, sembrava composta da due spicchi di luna unite alle loro estremità:

"Benvenuta, Sosuke-sama" Ulquiorra si alzò in piedi e fece un piccolo inchino davanti a me. Una volta entrata in quella stanza, la testa iniziò a girare, la pressione spirituale di  tutti loro stava risucchiando via dal mio corpo tutte le energie accumulate durante quei giorni di permanenza, ma rispetto al precedente incontro, fu leggermente meno pressante.  Pensai che evidentemente, mi ci stavo abituando:

"Io sono pronto, cominciamo" continuò Ulquiorra. 

Portò una mano sul suo occhio sinistro, se lo cavò fuori dall'orbita, letteralmente. Schizzò fuori una marea di sangue, insieme a dei piccoli pezzetti di osso. Mi venne il voltastomaco ma non potevo porre una mano davanti alla bocca per trattenermi, quindi vomitai tutti i liquidi che avevo in corpo. Era un liquido bianco, forse dovuto al fatto che ero a digiuno da giorni:

"Che schifo, Shinigami! Ma che cazzo fai?" domandò Grimmjow, schioccando le dita.

Ad un certo punto, vidi sbucare dall'ombra la famosa serva che gentilmente portava i pasti caldi nella mia camera ed iniziò a pulire tutto con accuratezza. Mi guardò negli occhi, il suo volto era completamente bendato e i suoi occhi erano di un magenta stupendo. Lei era molto piccola di statura, la sua schiena sempre curva a causa dei suoi lavori poco nobili dentro quell'inferno.  Ulquiorra intanto, schiacciò il suo occhio tra le mani e improvvisamente, i minuscoli pezzettini di quell'occhio si unirono tra di loro e formarono una specie di grande schermo. Ad un certo punto, nella grande oscurità che avvolgeva lo sfondo, apparve la figura di un uomo, seduto su una grande sedia bianca. Era sigillato per la metà inferiore del corpo, la parte superiore del suo hakama invece, era sgualcita ,ridotta a brandelli. 

Sul viso, il suo occhio sinistro era coperto da una grande benda nera. Io cominciai a tremare, mio padre! Il suo viso era completamente identico a come lo ricordavo... Nonostante i lunghi anni passati a distanza, la sua pelle, i suoi occhi e perfino i capelli, non subirono alcun cambiamento:

"Piccola mia, Masa-chan... Sei proprio bella come tua madre" disse.

Scoppiai a piangere, all'improvviso. La sua voce, così pacata e gentile, mi fece vibrare di emozioni... Riaffiorarono alla mente numerosi ricordi legati alla mia infanzia, quando eravamo ancora una famiglia:

"Padre!" esclamai: "Padre, come stai?" 

Dovetti porre una mano sul mio petto, per cercare di rallentare i battiti cardiaci. La sua figura era possente, riuscii a sentire la sua potenza attraverso lo schermo. Il suo modo di fare, di scrutare tutto ciò che lo circondava, non era cambiato minimamente:

"Grimmjow, ti avevo detto di farla mangiare due volte al giorno" disse. 

L'espressione di Grimmjow rimase immutata:

"Non prendertela con me, io non c'entro. Lei non vuole mangiare" rispose, alzando una mano verso il cielo:

"Bene" disse mio padre, gettando lo sguardo verso Ulquiorra. Quest'ultimo, in una frazione di secondo, sfoderò la sua Zampakuto e si avvicinò a Grimmjow con una velocità spaventosa. Mi sentivo in colpa, Grimmjow davvero non c'entrava nulla:

"BAKUDO N 81...DANKU!" gridai. 

Creai una barriera tra Ulquiorra e Grimmjow. Al mio guardiano di cella, lo difesi da morte certa. Mi voltai subito verso mio padre, singhiozzando:

"Padre, Grimmjow non c'entra nulla, la colpa è mia. Chiedo perdono" 

"Dopo, assicurati di recuperare le forze"disse mio padre, pacatamente:

"Si, papà" risposi... La mia voce tremava dall'emozione:

"Allora, ho saputo che sei diventata vice-capitano della 5a brigata. Sono molto felice, piccola mia"

"Si papà, il mio capitano è Hirako Shinji"

"Lo so" rispose e sorrise. I miei occhi brillarono di fronte alla sua bellezza:

"Masa, per tutto questo tempo non ho fatto altro che pensare a te. Ti ricordi l'ultimo giorno che abbiamo passato insieme?"

"Si" risposi, asciugando le mie lacrime con la manica dell'hakama:

"Ti ho lasciata sola nel Rukongai ad affrontare delle cose brutte, hai sofferto e ne sono enormemente dispiaciuto. Potrai mai perdonarmi?"

 

Afferrai e stritolai la stoffa del mio pantalone. Feci un bel respiro:

"Si papà, ti ho già perdonato" dissi, con tono deciso.

"Grazie, sono contento" esclamò lui.

Sorrisi anche io, ero troppo felice. La sua voce così rilassante, riscaldò il mio animo turbato e mi fece sentire a casa:

"Masa-chan, vogliamo recuperare tutto il tempo perduto e ricominciare ad essere una famiglia? Io e te?" domandò ad un certo punto.

Le mie lacrime cominciarono a rigare il mio viso nuovamente:

"Si papà. Mi sei mancato così tanto" gli dissi, con la voce rotta dall'emozione:

"Vuoi abbracciarmi di nuovo?"

"SI!" gridai, la mia voce echeggiò per tutta la stanza:

"Diventa forte, piccola mia. Diventa forte e allenati. Tu non hai idea di quanto sei forte, gli allenamenti che segui nella Soul Society sono insufficienti. Poi, trova un modo per liberarmi da questa eterna agonia ed unisciti a me, piccola Masa. Vieni dal tuo papà. Insieme, potremmo governare i tre mondi, tu ed io. Sarai la mia principessa."

Smisi di piangere, ero in ginocchio davanti a lui con lo sguardo rivolto sul pavimento. Alzai lo sguardo verso di lui, avvertii un tono di voce diverso dal solito ma soprattutto, diverso da come lo ricordavo. C'era della cattiveria dentro quelle parole, dell'avidità di potere mai sentita prima:

"Padre, così mi costringerai a diventare nemica delle persone a cui voglio bene" esclamai. Lui sorrise:

"Figlia mia, se vuoi ottenere qualcosa nella vita, diffida da chi ti dimostra ciò che non prova in realtà. Pensa a ciò che vuoi ottenere tu, non pensare agli altri. Il volersi bene è effimero, è un utopia che con il passare del tempo si rovina e si sgretola, senza lasciare traccia nei cuori di ognuno di noi. L'amore di un padre, di una famiglia, quello è il vero amore, quello non morirà mai, durerà in eterno. Come durerà tra noi due."

Pensai in quel momento al mio capitano, a Rangiku, ad Ichigo, Urahara, Rukia, Renji, Hisagi... Loro mi avevano aiutata a superare la sofferenza della solitudine, con la loro pazienza  e la loro bontà d'animo:

"Padre, perchè parli così? Io non sono come te! Tu hai chiuso il tuo cuore, hai usato tutti e dico tutti! Hai fatto soffrire tutte le persone che credevano in te! Prendi Hinamori per esempio... Lei è in depressione da 100 lunghi anni! E il mio capitano? L'hai trasformato in mezzo Hollow per un esperimento?? E chi sono loro??" indicai il tavolo su cui erano  seduti gli Espada.

"Chi diavolo sono loro? Perchè hai creato tutto questo?"

"Sei sprecata nella Soul Society figlia mia. Una ragazza come te con la tua potenza, non può rimanere lì.."

"Padre, rispondi alle mie domande per piacere!!" esclamai stringendo i pugni:

"Loro sono i miei soldati" rispose.

Mi voltai verso di loro, con gli occhi gonfi di lacrime:

"E perchè? Cosa vuoi ottenere con ciò?"

"Il potere. Padre e figlia che governano l'intero universo. Ci pensi, piccola Masa? Staremo sempre insieme, tutti i giorni."

"NO, NON VOGLIO!" gridai.

Un silenzio inquietante invase quella stanza, così buia e putrida. I pochi raggi di luna che entravano dalla finestra, illuminarono gli occhi di Grimmjow.. In quel momento, sfoderò il suo sorriso psicopatico, mentre mi fissava dall'alto in basso:

"Rinchiudetela nella sua cella fino a quando non cambierà idea. Tenetemi aggiornato" affermò mio padre.

La comunicazione fu interrotta all'improvviso, io spalancai gli occhi e mi lasciai andare, delusa. Grimmjow mi prese in braccio con uno strattone e mi posizionò sulla sua spalla, come se fossi stata un sacco di patate. Rideva:

"Ahah, la tua luna di miele durerà ancora un po', Shinigami di merda" esclamò.

   
 
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