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Autore: Vane_26rt    23/02/2022    0 recensioni
Matilde e Clara sono due amiche molto speciali da un "Passato Sconosciuto" e assai bizzarro. Fu proprio quell'1 Settembre al Binario 9 3/4 della stazione di King's Cross che tutto incominciò a cambiare. Le due ragazze non sanno ancora a cosa andranno incontro, tanto meno cosa si sono lasciate alle spalle. Tutto quello in cui credevano, andrà piano piano in frantumi e la verità salirà a galla: Chi sono realmente? Perché sono così speciali? Da dove derivano i loro poteri? Quale verità si cela dietro a questo mistero?
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Questa è una storia che abbiamo creato io e una mia amica (quindi, di conseguenza, ci sono due narratrici) ispirandoci al mondo magico di Harry Potter, Animali Fantastici e molte altre storie...
Non ci stiamo sostituendo a nessun personaggio, ma abbiamo creato una nuova storia in una ipotetica vita semi-parallela a quella originale della saga che tutti noi conosciamo. Speriamo che vi possa piacere! Buona lettura! XOXO
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric Diggory, Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Newt Scamandro, Tom Riddle/Voldermort
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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La mattina seguente, mentre uscivo dalla Sala Comune Grifondoro per andare a fare colazione, venni fermata da Harry con un'urgenza nel volermi parlare.
«Harry, mi sono svegliata da poco, lo sai che non capisco nulla di prima mattina. Non possiamo parlare dopo le lezioni con calma? O è così urgente»

«No no, possiamo parlarne anche più tardi. Pensandoci, è meglio, così sei più sveglia»
«Grandioso! Anche perché la prima lezione ce l’ho con Allock e ho bisogno di tanto caffè, altrimenti mi addormento in classe» ridemmo e insieme andammo in Sala Grande. Qualche minuto più tardi, si unirono anche gli altri. Iniziare la giornata con il professor Allock non era il massimo ma almeno oggi avremo fatto un esercitazione con l’incantesimo di difesa: Protego. Io riuscii a svolgere al meglio l'esercitazione, a differenza di alcuni miei compagni, così li aiutai acquistando anche dieci punti per la mia casa. Con la professoressa McGranitt, studiammo l’incantesimo Reparifrage, che costringe oggetti, animali o persone maltrasfigurate a riassumere il loro stato originale; infine, con la professoressa Sprite, imparammo come travasare una pianta. Le lezioni di oggi, furono molto belle e interessanti, probabilmente perché erano tutte pratiche. Avevamo ancora una mezz’oretta prima di pranzo così andai a posare i libri in camera e mi diressi al Lago Nero per respirare un po’ di aria pulita. Quel posto mi metteva sempre al mio agio: poter stare a contatto con la brezza umida del lago mi aiutava a far scivolare via tutte le ansie e preoccupazioni, non mi importava del freddo e l’acqua gelata non mi procurava bruciore quando ci immergevo le dita per giocherellarci facendo piccoli schizzi qua e là e disegnando forme semplici. A malincuore, dovetti rientrare: se fosse stato per me sarei rimasta lì, ma il mio stomaco richiedeva del cibo. Arrivata in Sala Grande, notai l’assenza di Harry e venni informata che Oliver Baston aveva convocato i membri della squadra per un allenamento, scrutai la stanza e, in effetti, mancavano tutti all’appello. Restai a mangiare qualcosa e poi, insieme a Matilde e Gloria, andai a lezione. Finite anche le ultime due pomeridiane, andai a cercare Harry, visto che mi aveva preannunciato questa mattina che voleva parlarmi, e non credo che sia ancora occupato con gli allenamenti. Sinceramente non avevo la minima idea di cosa potesse trattarsi, non era successo nulla di rilevante ultimamente ma se il mio migliore amico ha bisogno, non me ne sto di certo con le mani in mano. Lo trovai alla torre dell’orologio seduto sui gradini e con la testa tra le mani, sembrava essere giù di morale, così mi sedetti vicino a lui e chiesi: «Va tutto bene? Come mai quest’aria affranta?»
«Ciao Clara, sarei venuto a cercarti a momenti. Non preoccuparti, sono solo stanco: tra qualche settimana abbiamo la partita con i Serpeverde e Baston ci sta tartassando con gli allenamenti, poi ultimamente non sto riuscendo a dormire bene la notte…»
In effetti avevo notato che fosse più stanco del solito e non aveva tutti i torti ad esserlo, anche Fred e George erano distrutti, nonostante ultimamente non avessi passato molto tempo con loro, potevo notarlo benissimo.
«Io l’ho detto che, secondo me, sta esagerando con tutti questi allenamenti… Non siete mica dei robot indistruttibili! Comunque, come mai non riesci a dormire? Incubi?» confermò con il movimento della testa «Sempre su…» non mi fece finire nemmeno la frase che annuì nuovamente. Non era una novità che Harry avesse degli incubi sulla morte dei suoi genitori e, di conseguenza, anche su Voldemort. Mi dispiaceva tantissimo per lui e potevo capirlo visto che, dopo l'incubo che feci un mese fa, non sono più riuscita a dormire bene; il sonnifero che mi diede Madama Chips tempo fa, mi aiutò ma non migliorò la situazione, infatti smisi di prenderlo e adottai una nuova tattica che sembrava funzionare, così la consigliai anche a lui: «Fai una cosa: procurati un diario e ogni volta che fai un incubo, scrivi le parti spaventose e ci affianchi una cosa bella che le va a contrastare, e se rileggi solo la parte bella prima di dormire, ti aiuta ancora di più, soprattutto per i sogni ripetitivi» 
«Come fai a sapere che funzionerà e poi, a cosa dovrebbe servirmi?» mi chiese.
«Io ho iniziato a farlo da qualche settimana e devo dire che sto avendo dei risultati. Con questa tecnica non fai altro che convincere il tuo subconscio di non avere più paura di queste cose e metterle per iscritto, ti permette di affrontarle direttamente» gli spiegai e lui mi promise che ci avrebbe provato «Comunque, di cosa volevi parlarmi questa mattina?» chiesi infine, dando per scontato che l’argomento urgente di cui voleva parlarmi questa mattina, non fossero gli incubi.
«Ho potuto vedere alcuni tuoi cambiamenti in questo mese e volevo sapere se andava tutto bene. Posso capire che non ti trovi in un periodo stupendo, sicuramente sarai piena di domande e non potrai ricevere delle risposte prima di Natale…»
«Harry, è tutto okay» lo interruppi «è vero, non sto passando un bellissimo periodo: è difficile accettare il fatto che sei cresciuta con delle persone che credevi fossero la tua famiglia ma che invece, sono degli estranei…»
Nonostante il gruppo fosse riunito per la maggior parte del tempo libero, mi ero distaccata un po' da Ron e i gemelli. Non dico che non volevo il loro bene, ci sono cresciuta con loro, li amavo con tutta me stessa, ma non erano sangue del mio sangue «Ma mi hanno cresciuta come se fossi davvero una di loro, mi hanno fatto diventare una Weasley e una parte di me continuerà ad esserlo… Ma ho bisogno di sapere chi ero prima, devo solo pazientare fino a Natale» 
Harry era l'unico che poteva capirmi, entrambi sapevamo cosa significa non conoscere sé stessi nonostante fossimo cresciuti con una famiglia, l'unica cosa che cambiava era che: lui venne emarginato, io sono stata accolta. Fu in quel momento che Harry mi abbracciò. Stare tra le sue braccia mi faceva stare bene, con lui potevo essere me stessa e lui poteva fare lo stesso, potevamo mettere a nudo tutte le nostre fragilità e crude emozioni. Io e lui eravamo simili, forse più di quanto potesse apparire agli altri, gli volevo davvero un gran bene. Quando ci sciogliemmo dall’abbraccio, mi disse: «Vedrai che andrà tutto bene, il tuo segreto è al sicuro con me» concluse, simulando il gesto di chiudersi la bocca con una zip. Ci sorridemmo a vicenda e insieme andammo in Sala Comune.


Matilde's Pov
Mentre Clara andava alla ricerca di Harry, io andai in Sala Comune per riposare un po’. I miei piani cambiarono appena vidi Ron seduto davanti al camino, il rosso della fiamma faceva risaltare il colore dei suoi capelli ramati. Mi avvicinai timidamente a lui, sussurrando a malapena il suo nome per attirare l’attenzione. Mi salutò e mi fece spazio sul divano per farmi accomodare di fianco a lui, difficilmente avevamo momenti dove fossimo soli quindi ne approfittai per chiedergli di giocare ad Obbligo o Verità.
«Ma in due non è molto divertente» disse.
Non credo avesse capito le mie intenzioni, ma lo supplicai lo stesso e riuscii a convincerlo «Obbligo o verità?» chiesi.
«Verità!» rispose mentre il calore del camino mi riempiva il corpo. 
Avevo una domanda che volevo fargli ma mi imbarazzava, non avevamo tanta confidenza e non sapevo se l’avesse trovato strano. Mi presi di coraggio, feci un bel respiro e chiesi: «Trovi carina qualche ragazza?»
Mi guardò alquanto stranito e faceva bene, avevo fatto una cavolata a porre quella domanda ma, per quanto banale potesse sembrare, per me aveva un valore.
«Beh, a parte la mia sorellina, c'è Luna Lovegood, anche se è un pó svitata, Angelina Johnson, anche se sta con Fred, Hermione, quando non è insopportabile, quindi mai» rise leggermente « e tu» 
Non so se si rese conto di quello che aveva appena detto, non potevo credere che mi trovasse carina, stavo esplodendo dentro dalla felicità. Il mio volto mi tradì perché cominciai ad arrossire e probabilmente Ron se ne accorse: «Matilde tutto okay?»
Scesi con i piedi per terra, cercando di non far notare troppo il rossore delle mie guance, ringraziai il camino perché avrei potuto dare colpa al calore che emanava «Sì tranquillo, stavo pensando a cosa scegliere» 
«Allora, obbligo o verità?»
«Obbligo» decisi di mettermi in gioco in tutto e per tutto.
Ci pensò un po’ sù e poi disse: «Ti obbligo a dirmi cosa c'è tra Clara e tuo fratello! Si vede che c'è qualcosa tra loro, ma non mi convince molto»
Per poco non risi a quella richiesta ma mi trattenni «Non c'è nulla, tranquillo, me l'avrebbe detto sennò!» mi limitai ad accennare un piccolo sorriso. «Okay, ora tocca a te, obbligo o verità?
«Obbligo» l’atmosfera si stava facendo più amichevole e l’imbarazzo stava abbandonando la stanza. L’obbligai a mangiare una caramella tutti i gusti +1 senza sputarla nel caso dovesse essere cattiva di sapore, non fu molto fortunato perché gli capitò il gusto d’erba. Lo scherzo mi si ritorse contro perché mi obbligo a fare lo stesso e mi capitò quella a gusto di vomito, dovetti bere molta acqua per togliermi quel saporaccio dalla bocca. Continuammo a giocare tra risate e verità, fu un pomeriggio bellissimo, non mi sono mai sentita così spensierata, ma tutto ha una fine e siccome sono molto brava a rovinare i momenti, chiesi a Ron: «Se tu dovessi classificare le ragazze di questa scuola, io sarei tra le prime?» me ne resi conto solo dopo di quello che avevo chiesto, mi ero fatta trasportare troppo dall'entusiasmo.
Il cuore cominciò a battermi fortissimo in attesa di una sua risposta; lui, d’altro canto, rimase sbigottito dalla mia domanda e non aveva tutti i torti ad esserlo. Nel suo volto regnò la serietà quando incominciò a pronunciare codeste parole: «Perché mi fai tutte queste domande? Vuoi sapere se ti trovo carina? Sì, perché lo sei e non devi mai pensare il contrario» finì con un sorriso.
L’imbarazzo mi pervase nuovamente e non fui l’unica: anche le guance di Ron presero colorito e non era colpa del calore che emanava il camino, probabilmente aveva detto quella frase senza rendersene conto, fino a quel momento. Calò il silenzio, nessuno dei due aveva il coraggio di aprire bocca, soprattutto io, temevo di dire qualche altra stupidaggine. Mentre mi riempivo la testa di domande sul come potesse trovare carina una come me, il silenzio venne interrotto da qualcuno che era appena entrato «Perché siete così rossi voi due? Avete mangiato un peperoncino e state facendo a gara per chi muore prima?» Era Clara che fece il suo ingresso con la sua solita ironia.
«Molto divertente Clara, ma la risposta è no!» riuscii a rispondere secca e decisa.
«Allora cosa stavate facendo impalati sul divano?» chiese Harry che entrò subito dopo di lei.
«Stavamo giocando ad obbligo o verità» li informò Ron.
«Uh! Divertente!» Potei notare della malizia sul volto di Clara «Abbiamo interrotto qualcosa?» 
«No, amica mia, avevamo finito» dissi, contenendo l'imbarazzo ma consapevole che il mio volto mi stesse tradendo. 
Fortunatamente Clara informò che stava andando in biblioteca da Gloria ed Hermione così ne approfittai e mi proposi per andare con lei. Appena uscimmo e ci allontanammo per qualche metro, Clara non perse tempo e mi chiese: «Allora, com'è andato il gioco?» 
Speravo che mi facesse quella domanda, non c'è la facevo più a tenermi tutto dentro «Oddio, è stato fantastico!» cercai di contenermi il più possibile, essendo nel corridoio, per poco non mi mettevo a gridare.«Mi ha detto che mi trova carina» le raccontai arrossendo. 
«Wow! Evidentemente il mio fratellone si sta prendendo di coraggio» esclamò ridendo «Ecco perché eravate entrambi rossissimi quando siamo arrivati… Non è che è scappato qualche bacio, vero?» 
«No no, nessun bacio!» mi affrettai a rispondere «Anche se... Non ti nego che sarebbe stato bello» mi imbarazzai al solo pensiero.
«Cavolo, si vede che ti piace molto. Peccato che Ron non sia effettivamente mio fratello, mi piacerebbe averti come cognata!» disse abbassando la voce per non farsi sentire da eventuali presenze. 
«Lui fa comunque parte della tua famiglia, anche se non di sangue ma lo consideri comunque tuo fratello. Non sarebbe una cosa impossibile sotto questo punto di vista» risi alla fine.
Ciò che avevo detto era vero: Clara ha passato undici anni della sua vita a credere e crescere con la fermezza che Ron fosse suo fratello, e adesso, nonostante tutte le sue certezze fossero crollate, non avrebbe smesso di amarlo e proteggerlo, proprio come un fratello. 
«Tranquilla, vedrai che Ron penderà letteralmente dalle tue labbra» mi assicuró con un sorriso prima di fare ingresso alla biblioteca. Trovammo Gloria ed Hermione sedute alle due estremità del divano che leggevano «Vicino a te non ho paura» lessi sulla copertina del libro che Gloria teneva in mano. 
«È di Nicholas Sparks, sono solo a metà libro e devo dire che mi sta piacendo parecchio» rispose entusiasta, continuando a tenere il suo sguardo sulle pagine.
«Ma non ti annoia stare la maggior parte del tempo da sola?» chiese Clara, la sua era una domanda legittima, tutto sommato. 
«Non ci si annoia mai a viaggiare con la fantasia» questa sì che fu una bella risposta ad effetto.
Restammo lì anche noi, prendemmo un libro ciascuno e ci accomodammo sul divano: io finivo di leggere un libro sulle chimere, Clara leggeva un libro sulle costellazioni. L'avevo letto anch'io e se ti piacciono gli astri, quel libro ti sa affascinare. Molti ragazzi entravano ed uscivano dalla biblioteca, per quello che ho potuto percepire, noi eravamo quelle presenti da più tempo. Una persona che non mi sarei mai immaginata di vedere oltrepassare quella porta, era mio fratello Cedric, gli si illuminò il volto appena ci vide: «Salve ragazze, come va?» 
«Cosa vuoi Ced?» risposi con tono piatto. Diciamo che lui e la biblioteca non hanno tanta confidenza, non ci viene nemmeno per studiare che si chiude in camera ogni volta. Per essere lì, aveva di sicuro un motivo dietro. 
«Nulla, ero solo curioso di sapere cosa leggevate. Notte di stelle» lesse, spostando l'attenzione sul libro di Clara. «Ti piacciono le costellazioni?» 
«Abbastanza» rispose lei senza distogliere lo sguardo dalle pagine.
«Allora la Professoressa Sinistra dovrebbe essere molto orgogliosa di te, suppongo che sarai una delle più brave nella sua materia» stava facendo decisamente il ruffiano. Potei cogliere un piccolo sorriso tra le labbra di Clara che cercò di nasconderlo dietro al libro «Sì, diciamo che ho dei buoni voti» disse sollevando finalmente lo sguardo verso mio fratello. Calò un minuto di silenzio appena i loro sguardi si incrociano, negli occhi di Cedric si accese una luce restando incantato mentre Clara cominciò ad arrossire leggermente. Io, Gloria ed Hermione ci scambiammo uno sguardo complice, era palese che tra i due c'era della chimica. 
«Allora, avete già in mente come vestirvi per la festa di Halloween?» chiese Cedric uscendo dalla sua ipnosi. Hermione informò che non ci sarebbe stata, essendo un’invitata della festa di complemorte di Nick quasi senza testa; Gloria si sarebbe travestita da Harley Queen, un cattivo di un film babbano, io da una presunta evasa da Azkaban e Clara da vampira.
«Che coincidenza, anch’io mi vestirò da vampiro» lui sorrise, io cercai di trattenere una risata.
«E non sarete gli unici» disse Gloria, facendo lo stesso. 
Notammo l’orario, l’ora di cena era giunta quindi ci alzammo e tutte insieme, compreso Cedric, andammo verso la Sala Grande. 
Mentre camminavamo lungo il corridoio, incontrammo la figlia di Bellatrix, ma in quel momento era sola, Draco e Pansy probabilmente ancora non erano arrivati. Quella ragazza, anche da sola, faceva un po' di paura, forse a causa del cognome che portava. Le passammo accanto e lei ci squadrò, poi, con velata superiorità, disse: «Che allegra comitiva che siete ragazzi. State sempre tutti insieme?» 
A rispondere fu mio fratello che si sporse in avanti, mettendosi in prima linea: «Ti crea qualche problema Lestrange? Non c’è bisogno che ti elevi così tanto, il tuo cuginetto non c’è»
«Se vi sentite più sicuri a girare in gruppo, a me la cosa non crea alcun tipo di problema. Non ho bisogno che sia presente Draco, onestamente. Cos’è Diggory, ti sei svegliato con la voglia di fare l’eroe?»
«Qui nessuno sta facendo l’eroe e di certo non abbiamo paura di te. Non è colpa nostra se non hai amici con cui stare, gli unici che ti calcolano sono tuo cugino e una tizia che si crede la più figa della scuola» Cedric stava cominciando ad alterarsi e lo potei capire non tanto da quello che disse, ma come lo disse e da un leggero color roseo che gli riempiva le guance. 
«Ora basta Cedric.» lo fermò Clara «Non c'è bisogno di alterarsi tanto» aveva un tono piatto e deciso, ma nonostante questo, appariva molto calma; ammiravo come riuscisse a controllare le sue emozioni. «Noi stiamo andando a cena, Lestrange. Non è nel mio interesse sapere perché sei da sola e non ti chiederò di venire con noi, piuttosto dovresti smetterla di prendere di mira delle persone che non conosci. Non voglio fartela sembrare una minaccia, ma dovresti studiare prima il nemico e consultare di avere le armi adatte per attaccare, altrimenti sei tu ad andarci sotto» 
«Tranquilla Weasley, non preoccuparti. Comunque, la mia era una semplice domanda, ripeto, a me non cambia la vita. Sono affari vostri» 
Le due ragazze, si scambiarono uno sguardo di sfida quando la mia migliore amica ci invitò ad avviarci verso il banchetto e così facemmo. Poco prima di voltare l’angolo, mi voltai a dare un’occhiata alla Lestrange e notai che era stata raggiunta da un ragazzo che sembrava essere più grande di lei e gli stava parlando, da quel che potei captare, in modo particolarmente confidenziale. Superammo quello strano scenario ed entrammo in Sala Grande, dove era tutto pronto per mangiare. Poco dopo, vidi entrare la Lestrange che si dava la mano con lo stesso ragazzo con cui parlava prima, si baciarono in modo non proprio casto e si sedettero vicini al tavolo dei Serpeverde. Feci notare lo scenario a Clara: «A quanto pare, stava aspettando la sua prima preda» disse voltandosi verso il suo piatto per riprendere a mangiare.
«Non mi sorprende, ad essere sincera. Dopotutto non si può negare che non sia una bella ragazza» commentò Gloria.
Mi voltai verso le mie compagne e mi tornò in mente il bellissimo pomeriggio passato in Sala Comune quando vidi Ron sedersi di fronte a me, un sorriso spontaneo mi apparve in volto e un leggero imbarazzo potei leggere nello sguardo di Ron appena, per pochi secondi, si incroció col mio. Venni portata sulla terra ferma da Gloria che mi domandò: «Matilde ma cosa è preso a tuo fratello? Sembrava fin troppo interessato per essere lì per pura casualità»
«Direi più “chi” ha preso mio fratello e credo che, anche lui abbia preso qualcuno…» dissi voltandomi verso Clara che, sentendosi probabilmente osservata, e non solo da me, disse: «Ragazze smettetela, non c’è nulla tra me e Cedric» 
«Beh, non puoi negare che un po’ ti prende, amica mia. Si vede che ti piace» la stuzzicò Hermione.
«Ovvio che le piace, me lo ha detto lei stessa la seconda notte di scuola» ricordai. Quella sera mi ero finta mio fratello per farle uno scherzo e fu anche la stessa notte in cui lei ebbe l’incubo che la portò in infermeria per due giorni.
«Mi riferivo all’aspetto fisico» rispose, chiaramente imbarazzata.
«Sì certo, e Piton è il professore migliore della scuola! Bene, ora che abbiamo detto tutte le cavolate, ammettilo Clara, un po’ ti attrae e non solo per il suo aspetto…. E poi, anche lui sembra interessato a te» parlò Gloria.
«Solo perché ci scambiamo qualche sorriso, non vuol dire che ci sia qualcosa. E poi, non è il mio tipo» rispose Clara abbassando lo sguardo verso il suo piatto.
«Ma perché c'è l'avete tutti con Piton? È un bravo insegnante e le sue lezioni sono fantastiche! Per mio fratello, non capisco come facciate a dire che è bello se assomiglia ad un carciofo che cammina!» dissi ormai rassegnata. Ridemmo tutte insieme sotto lo sguardo infastidito di Ron, non gli è mai andato giù.Finito di cenare, andammo a dormire ognuno nel proprio dormitorio e fu così che, anche questa giornata, giunse al termine.

   
 
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