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Autore: Dioni    05/03/2022    1 recensioni
In un mondo di eroi,mostri,uomini e dei,dove immense nazioni si fanno guerra per la supremazia,Milziade,un uomo dalle mille professioni e abile combattente viene contattato da Lucilla,una giovane sacerdotessa di Apollo per scortarla fino alla città-stato di Aegis,dove sa di poter trovare rifugio dalle grinfie di Nova,l'impero che lui legioni si spandono sempre più per posare il vessillo della'aquila dorata su nuove terre e su nuove razze e dal suo imperatore,Lucio Cornelio Silla,il segreto per la quale la ragazza e perseguitata,intrecciando così il suo destino con quello del mercenario,trascinandolo in un avventura che li porterà alla ricerca di un antichissimo potere,pari forse a quello degli dei stessi e che nelle mani sbagliate può cambiare il destino del loro mondo per sempre.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ormai non era rimasto più nulla da dire. Midas aveva detto quello che aveva da dire, Nevia aveva detto quello che aveva da dire,Permone restava in disparte in quanto il suo compito era terminato con la firma della tregua,Nym,Gordlack e Braxus scrutavano il comandante noviano con aria omicida e Milziade se ne restò li,fermo e immobile,mentre un miscuglio di sentimenti negativi e la voglia di lanciare la spada ricurva che portava al fianco contro la gola di Nevia lo invitava a commettere un omicidio di fronte a tutta la città e mandare a monte tutto quanto,solo per una soddisfazione vana e momentanea.

Non farti prendere dalla rabbia stupido ragazzo. Atena ti ha fatto dono dell'intelligenza. Quindi vedi di usarlo.”

Ancora la voce di quel vecchiaccio,pensò lui tutto ad un tratto. Chissà perché ogni volta che le sue emozioni stavano per prendere il sopravvento sulla sua capacità di pensare,gli veniva in mente quell'uomo. La cosa lo fece sorridere per un attimo,in preda a ricordi di felicità,di tristezza e di rimpianto irreparabile. Fece un lungo respiro,rilassò i muscoli di tutto il corpo e raccolse tutta la calma che possedeva,non avrebbe ceduto a quella provocazione,non ora che Silla lo stava guardando,non ora che quel maledetto lo stava scrutando da dove lui non avrebbe potuto danneggiarlo in alcun modo...almeno che,non avesse usato un altro metodo e in quel momento sapeva che cosa fare. Si girò nuovamente in direzione della ragazza noviana e tornò nuovamente alla carica con la sua espressione più arrogante che riuscisse a mostrare.

Come come come? Bocca? Orecchie? Occhi? Per tutti gli olimpi che cos'è questo Silla,un imperatore o un chirurgo? Dai andiamo,la fate tanto lunga sul fatto che è così potente,così glorioso e onnisciente,ma quando si tratta di una ragazzina in fuga non ha saputo fermarla in alcun modo? Davvero? Certo che la cosa ha veramente del ridicolo. Ma forse,anche il vostro imperatore è altrettanto ridicolo.

Nevia notò ancora una volta come quell'uomo,così inferiore a lei,stava deridendo deliberatamente l'uomo,che lei stessa aveva constatato di persona,come l'essere più forte che avesse mai visto,come se fosse un individuo da nulla. Era troppo. L'aveva umiliata e questo la faceva infuriare,l'aveva sconfitta di fronte all'esercito e questo faceva nascere in lei una profonda sete di sangue,del suo sangue,che avrebbe raccolto in una coppa e l'avrebbe offerta in dono all'altare di Bellona,con testa annessa. Ma parlare così dell'imperatore,Lucio Cornelio Silla,in quel modo tanto spavaldo,arrogante e pieno di boria la mandava su tutte le furie. In confronto quello che aveva subito per mano di Milziade era uno scherzo di pessimo gusto,se messo in paragone con quello che sentì in quel momento. Senza più alcun controllo delle sue emozioni lei estrasse una delle sue spade e la puntò contro il mercenario,separati da una distanza di sicurezza mentre le ali dell'armatura vibravano come pronte a scattare.

Miserabile animale senza ritegno,dovrei mutilarti li dove ti trovi e prendermi la tua testa come trofeo.”

Te l'hanno mai detto che hai un grande senso dell'umorismo? Il modo in cui confondi la realtà con l'immaginazione fa ridere anche i polli è fidati,non è un impresa facile.”

Nevia stava per replicare quando in mezzo alla traiettoria dei due si intromise Midas,con la sua stazza e la sua aura di solenne comando. Milziade e Nevia non avevano scordato in fretta la strana sensazione che il presidente di Aegis emanò qualche attimo prima e in quel momento entrambi,nel profondo,si pentirono di aver continuato il loro battibecco.

Signori,gradirei che entrambe le parti,sia quella che rappresento,che quella che ospito nella mia città cessino immediatamente le ostilità il più presto possibile e inoltre aggiungo che,data la firma richiesta per la tregua e stata approvata chiedo a tutti i presenti,compreso il sottoscritto,di ritirarsi. Questo incontro e giunto al suo termine...o preferite continuare a litigare come bambini e pagarne le conseguenze?”,concluse Midas dando un occhiata truce rivolta sia al mercenario che al comandante noviano.

Milziade dal canto suo non disse nulla,preferendo la saggezza del silenzio alla stupidità dell'eccessiva ostinazione. Nevia da parte sua rinfonderò la spada e osservò il presidente con misto di ostinazione e senso di sfida.

Abbiamo finito...per adesso.”,disse Nevia,mentre spiegava le ali di metallo,dandosi una potente spinta che la fece balzare indietro e le permise di volare in direzione della sua armata,saldamente in attesa,pronta a ricevere nuovi ordini,mentre l'incorporeo augure svanì senza dire nulla.

Midas e la scorta della principessa sentirono dal centro della piazza lo squillo delle lunghe trombe militare penetrare l'aria con il loro fragore assordante e con esso videro le prime file dei legionari ritirarsi per la via principale in direzione del castrum. Avevano vinto. Nova avrebbe cessato le ostilità,ma per quanto ancora? In quel momento non parve avere importanza e lo stesso presidente apparve sereno e rilassato,tanto da tirare un sospiro di sollievo e fare un sorriso di autentica gioia. Midas si rivolse a gli altri quattro presenti.

Signori,c'è l'abbiamo fatta. Per ora l'impero non attaccherà Aegis e di contro,noi non diffonderemo la notizia che un intera legione e stata umiliata da un sol uomo. Se non ricordo male mercenario avevamo ricevuto notizie della comparsa di una nube blu comparsa nel campo nemico. Ora comprendo perché quella ragazza fosse molto arrabbiata con te,mercenario.”

Milziade guardò il presidente con aria appagata,trattenne a malapena un sorrisetto compiaciuto,mentre gli altri tre lo guardarono con aria accusatoria,come a ricordargli che con il gesto del giorno prima aveva rischiato di scatenare una guerra. A quel punto li guardò a loro volta con sguardo accigliato.

Mai che vi facciate una risata voi.”

Comunque sia...”,continuò il presidente, “Ora che anche questo grattacapo e risolto possiamo dire che siamo al sicuro,almeno per ora. Ma non dobbiamo adagiarci sugli allori e quindi,ritengo più opportuno che vi prepariate al più presto per continuare il vostro viaggio. Torniamo a palazzo,abbiamo molto sulla quale discutere.”


Ci vollero poco più di una ora per tornare al castrum,rimettere gli uomini alle loro postazioni e ordinare a tutti di prepararsi per smantellare il campo e andarsene il più presto possibile,cosa che avrebbe richiesto del tempo anche con un numero di soldati così impressionante. Nevia tornò all'interno dei suoi alloggi personali e lontano da tutti,ripose l'armatura sul manichino e quando ebbe finito prese con forza una delle sedie vicino al suo tavolo personale e con entrambe le braccia la schiantò contro il pavimento di legno così forte da mandarla in frantumi,poi con l'ira ancora in corpo prese a pugni la vasca di bronzo,lasciando bozzi e crepature che un uomo normale,per quanto forte potesse essere non sarebbe mai riuscito a fare. Come aveva osato? Mai in tutta la sua carriera gli era capitata di incontrare un uomo simile. Aveva sconfitto generali e mostri di ogni sorta,aveva percorso e sorvolato alcuni dei campi di battaglia più cruenti della storia recente,aveva combattuto insieme a Silla durante la guerra civile e si era guadagnata l'armatura alata della ventiduesima Legio Superba, una delle legioni più rinomate dalla nascita della civiltà noviana, ed ora,uno straccione da nulla aveva saputo metterla in ridicolo,non solo di fronte al suo esercito,ma anche di fronte all'alto comando militare e persino lo stesso imperatore,che la costringeva a firmare una tregua momentanea con la città-stato di Aegis,con i traditori della patria che si erano dichiarati indipendenti dall'impero. Due vergogne in due giorni di seguito,mantenere la calma in una situazione simile sarebbe stato difficile per chiunque,se non impossibile.

Mia signora...”,la voce del satiro era preoccupata e carica di ansia,pensando che la sua padrona fosse in pericolo quando invece si era lasciata prendere da un feroce attacco di furia incontrollata.

Nonostante la voce servo fosse stata flebile in quel momento lei si girò nella sua direzione e anche se gli stava ad una distanza di sicurezza a lei parve realmente fastidiosa e si girò verso di lui,con un espressione degna di una furia tormentatrice.

CHE VUOI?”,urlò lei come in preda ad una rabbia incontenibile.

E arrivata questa...poco dopo che avete lasciato l'accampamento.”,disse glauco mentre mostrava titubante un piccolo rotolo di pergamena che teneva in una mano.

Lei senza dire nulla si avvicinò al servo con occhi spiritati è gli strappò la pergamena di mano,come se avesse dovuto strappare un oggetto da un cadavere,non curante della sua presenza. Lo osservò per un attimo e vide che era chiuso con un sigillo di cera lacca recate una corona d'alloro con dentro la testa di un lupo. Il marchio personale dell'imperatore che imponeva di sua mano. Quando lo vide le si bloccò il cuore in gola,lasciando che la rabbia svanisse e al suo posto giunse il timore.

Strappò via il sigillo e riluttante srotolò la lettera,quasi perfettamente linda se non poche parole scritte da quella calligrafia impossibile per lei da non riconoscere.

Torna a palazzo.”

Non c'era scritto nient'altro,non aveva bisogno di dire altro. Era l'imperatore e se lui diceva una cosa quella doveva essere rispettata,ma con Silla qualunque cosa era un ordine tassativo e quando voleva una cosa non doveva indicare in quale momento lo voleva,se fra cinque minuti o tra un ora,se dava un ordine e perché si aspettava che venisse eseguito nel minor tempo necessario e nel suo caso era adesso. Si avvicinò al tavolo e gettò la lettera sopra di esso di esso,mentre con la testa si trovava già da tutt'altra parte.

Glauco...”,disse lei con voce bassa e priva di emozione, “Informa Quirilo di prendere il mio posto e di continuare quanto stabilito dall'alto comando militare. L'imperatore ha richiesto la mia presenza a palazzo e non so quando tornerò. Che raggiungano Magentius il prima possibile,anche se dovessero giungere con marce forzate. Non possiamo permetterci che quella orda di bestie barbare sfondino il limes.

Capisco,ma forse le truppe preferirebbero sentirlo da lei,sono sicuro che...”

Fa come ti ho detto.”,disse Nevia ferocemente,mentre nello stesso momento andò al manichino per indossare nuovamente l'armatura.

Obbedisco.”,disse lui imbarazzato e passo dopo passo uscì dal pretorium.

Nevia non ci mise molto a montare i pezzi dell'armatura e senza pensarci troppo uscì dai suoi alloggi,sbatté le grandi ali d'acciaio un paio di volte e subito si fiondò verso il cielo,con destinazione la capitale. Non si prese cura di informare i soldati della sua assenza né si prese la briga controllare i preparativi per smontare il castrum,sapeva che il suo secondo in comando,Quirilio,era un veterano con moltissima esperienza sulle spalle ed era un vero esperto nella logistica e nel comando con i lavori da campo e quindi sapeva di aver lasciato la Superba nelle mani giuste. Ma sapeva anche che il messaggio le era stato mandato per una sola ed unica ragione,la vergognosa figura che aveva fatto di fronte alle porte di Aegis. Ora che la tregua era stata firmata non c'era più motivo per continuare a tenere sotto assedio la città-stato e la sua legione sarebbe stata comunque costretta a lasciar perdere comunque,poiché sul Limes,il confine dell'impero, avrebbe subito un attacco da parte dei barbari dai territori settentrionali,cosa che non accadeva da moltissimo tempo e dato che erano i più vicini a quella zona sarebbero corsi a dare man forte. Ma la sconfitta subita da parte di quell'uomo e lo strano attacco della nube azzurra aveva costretto il comando militare a far un passo indietro con i piani di occupazione di Aegis,sentendosi costretti a scendere a patti con gli assediati per non far sfigurare l'impero,cosa che avrebbe potuto incoraggiare i nemici storici,come Amenosi e i territori orientali a considerare l'attuale posizione dell'impero debole nella scacchiera delle potenze attuali e prendere slancio contro i territori appena occupati. E adesso lui l'aveva convocata a palazzo. Non il comando militare,non il magister militum,ma lui,Lucio Cornelio Silla,l'imperatore in persona,l'unica persona che non si sarebbe mai azzardata a contrariare,l'unica che non avrebbe mai voluto deludere,ed ora l'unica che avrebbe deciso della sua sorte. Le ali sbattevano come dotate di vita propria,mentre il suo volo,costante è regolare le avrebbe permesso di giungere nella capitale nel giro di pochi giorni,anche due o tre in caso di venti favorevoli e di soste regolari,tra un castellum è un altro,i fortini militari stanziati in punti strategici delle terre imperiali. Il suo sarebbe stato un viaggio irrequieto è pieno di preoccupazioni,in attesa del suo incontro con l'imperatore,fino ad allora,il volo non sarebbe stato per nulla piacevole.


Quella notte stessa.


Dopo essere tornati a palazzo con Midas Milziade e gli altri si rincontrarono con Lucilla,che spiegò loro quanto scoperto nell'archivio sui pitagorici e la loro prossima meta,cosa che lasciò gli altri membri della squadra alquanto preoccupati dalla cosa. Prima di tutto raggiungere la città di Samo era un impresa,considerato che per Nova era dei ricercati non avrebbero mai potuto prendere le strade principali senza destare un minimo di sospetto per le guardie che controllavano i diversi posti di blocco presenti per tutto l'impero e che ogni legionario,guardia cittadina e cittadino modello avrebbe fatto di tutto per consegnarli alla giustizia e già questo complicava le cose,ma infondo era logico dato che erano dei fuggiaschi e che anche prima della sua comparsa davano la caccia a Lucilla e quindi il primo problema era già presente da quando aveva accettato l'incarico. Secondo: Il viaggio di per se sarebbe stato lungo e pieno di imprevisti. Per quanto avessero preparato le loro cavalcature al meglio non avrebbero potuto contare tutte le cose che sarebbero potute accadere durante il tragitto. Banditi,incidenti,disastri naturali,mostri,avversità di diversa natura e poi non era detto che tutti i cosiddetti alleati di Aegis avrebbero collaborato per aiutarli nella loro impresa. Non era la prima volta che qualcuno dava la propria parola e poi se la rimangiava all'ultimo,cosa che nel suo mestiere accadeva più di quello che voleva ammettere e anche qui c'era una falla,ma d'altronde lui non si fidava di nessuno,se non di se stesso,di Briseide e pochi altri che aveva conosciuto e quindi per principio era guardingo verso tutti. E infine Terzo ed ultimo problema principale. Mettendo caso che fossero giunti a Samo sani e salvi e possibilmente senza attirare l'attenzione di nessuno,sopratutto degli imperiali,una volta giunti li cosa avrebbero dovuto fare? Lo sapevano? Avrebbero dovuto tirare a indovinare e improvvisare sul momento? Questa storia non gli piaceva,troppe incognite,troppi punti vuoti e nessuna certezza di successo. Le possibilità di riuscita erano minime,se non inesistenti. Ma,se anche ci fosse stata la speranza di riuscire nell'impresa,se anche il solo provarci avrebbe assicurato loro il successo del trionfo,se avessero trovato questo Demiurgo,allora forse non sarebbe stata una fatica vana. Da quando aveva iniziato la sua carriera come mercenario non gli era mai parsa davanti una posta in ballo così ricca e ghiotta come quella gli era stata promessa,la vendetta. Quella fiamma che dentro di lui,sepolta dietro quelle risate canzonatorie,sotto quei sorriso arroganti e tutte le volte che si era dato delle arie,compiaciuto e fiducioso in se stesso,nascondevano al mondo quell'incendio che lo consumava dentro e che avrebbe goduto nel momento in cui le fiamme della sua ira avrebbero divampato sulla carne di quell'unico essere che odiava più di tutto il resto,persino di Nova,la cui natura militaristica gli faceva desiderare nuovi territori e nuove civiltà da sottomettere. Lui lo sapeva bene. Era nella sua stanza,disteso sul letto intento a guardare il soffitto,mentre rilassava i muscoli dopo che tutti e quattro i protettori di Lucilla si erano diretti nel pomeriggio verso il ginnasio,dopo un pranzo nutriente a base di zuppa di fagioli,accompagnata con fette di pane tostato e vino rosso. Gli allenamenti del pomeriggio li avevano sfiancati:chi colpì di spada e lancia come Milziade,chi invece menò colpi devastanti col maglio come Gordlack,chi scoccò con rapidità e precisione come Nym oppure si allenò a schivare,infilzare e intrappolare con rete e tridente come Braxus,ma non mancarono anche sollevamento pesi e allenamenti a corpo libero. Ora,dopo aver cenato a base di manzo alla brace e un bagno ristoratore poteva dire che farsi una lunga e buona dormita gli avrebbe dato le energie per affrontare una nuova e sconsiderata missione,che se fosse andata bene forse avrebbe smorzato il fuoco che ardeva dentro di lui. Cominciò a sentire gli occhi farsi più pesanti e la mente sempre più annebbiata,il sonno era vicino e lui lo accolse con immensa gioia,sapendo che il sonno gli avrebbe dato un po' di pace,prima del prossimo risveglio...ma non quella notte. Ricordava il sole al tramonto,il cielo limpido,il mare calmo...e gli innumerevoli cadaveri che riempivano l'intera città. Ricordava le fiamme che lambivano gli edifici,le urla degli innocenti che morivano attorno a lui e il muro della falange spezzarsi sotto il potente assalto delle legioni imperiali. Poi tra gli innumerevoli legionari,le insegne dell'aquila dorata,accompagnate dai maghi e i sacerdoti da guerra comparve lui. Quell'uomo,alto,possente e con occhi più gelidi del ghiaccio lo vide dirigersi verso di lui,a mani nude,armato solo dei suoi pugni.

Affrontami strategos,dimostrami che la tua fama è ben meritata.”

Si svegliò di soprassalto,come preso da un incubo,mentre la violenza lo assaliva e il suo corpo,reattivo quanto la sua mente,si preparava già al combattimento a mani nude,che per istinto era già pronto a colpire o atterrare l'ennesimo aggressore che cercava di coglierlo impreparato. Tornò subito alla realtà e l'unica cosa che vide fu Lucilla accanto al suo letto,gin una posa tipica di chi arretra di fronte ad uno spavento improvviso. Notò che era vestita con una corta gonna arancione che le arrivava poco sopra il ginocchio in tessuto rigido e indossa un corpetto di cuoio leggero sopra una veste di lana a maniche lunghe blu,abbastanza leggera e calda per affrontare un lungo viaggio a cavallo e ai piedi portava degli stivaletti di cuoio da donna,tipici delle più aspre terre meridionali.

Tu che ci fai qui?”,disse lui nervoso.

Ero venuta a svegliarvi. Volevo farlo personalmente così non avremmo perso tempo prezioso per la partenza,poi ti ho sentito urlare e così sono entrata. Avevo il timore ti fosse successo qualcosa.”,disse lei preoccupata.

Devo aver fatto un brutto sogno,sai,cose che capitano quando hai una vita abbastanza frenetica...”,il tono di voce del mercenario parve più rilassato mentre l'espressione sul suo viso si fece meno dura,accentuando un piccolo sorriso rassicurante, “Ma tranquilla raggio di sole,sto bene,comunque,immagino sia quasi l'alba adesso dico bene?”

Lei fece un silenzioso cenno col capo.

Bene,in questo caso,dobbiamo partire il più presto possibile. Sveglia gli altri,io intanto mi cambio,forse non lo sai,ma sotto le coperte,in estate,un uomo non indossa molti vestiti,non so se mi spiego...”

La ragazza dovette impiegare qualche secondo per capire che Milziade,sotto le coperte,stesse indossando solo il perizoma,cosa che si poteva intuire dal fatto che i vestiti,fossero appoggiati su una cassapanca è l'armatura appositamente sistemata in un angolo della stanza,dove non potesse dare alcun fastidio. E mentre l'imbarazzo si faceva sempre più evidente quando gli occhi della principessa non poterono distogliere lo sguardo dal petto nudo dell'uomo davanti a lei,con quei muscoli scolpiti dalla fatica,gli sforzi e agli innumerevoli scontri alla quale aveva partecipato. A quel punto Lucilla cominciò a balbettare qualche parola di scusa scoordinata,mentre si copriva gli occhi e uscì dalla stanza alla stessa velocità con la quale era entrata,sbattendo la porta con più forza di quanta volesse usare. Milziade,osservando quella scena cominciò a ridere a bassa voce,cercando di trattenere le risa nel pensare a quella scena assurda appena vissuta e per un istante sentì tutta la rabbia spegnersi in lui,sostituita da una genuina felicità. Da tempo ormai non gli capitava di divertirsi realmente di fronte ad una situazione tanto assurda e inaspettata. Mai avrebbe detto che avrebbe fatto scappare via una principessa e sacerdotessa di Apollo da lui solo perché era stato visto mezzo nudo da una ragazza,alla cui età cose come vedere un uomo a petto nudo all'infuori del padre o dei fratelli era qualcosa di scandaloso e decisamente imbarazzante. Da parte sua quella giornata non poteva cominciare meglio di così. Intanto Lucilla,fuori nel corridoio non riusciva a smettere di pensare a quanto accaduto e il suo volto divenne rosso come una fragola matura al solo pensiero del mercenario nudo sotto le coperte. Non seppe fare mente locale e imbarazzata com'era non smetteva di agitarsi, camminando avanti e indietro come uno di quei piccoli cani da compagnia che abbaiano in continuazione e non stanno mai fermi. I muscoli,la forza,il petto gonfio e le braccia allenate,tutto sommato era un bell'uomo per quanto potesse essere scontroso,sfacciato,irriverente e arrogante. Forse avrebbe dovuto fare come gli altri che l'accompagnavano e considerarlo solo un mercenario,qualcuno che compiva quell'impresa solo per profitto personale e non per lealtà o per il bene comune. Gli dicevano che era troppo buona con gli altri e che tendeva a dare fiducia a chi non la meritava,in questo a caso a Milziade secondo loro,ma lei era fatta così e forse era anche per il suo carattere,così amichevole e generoso la distingueva da molte nobile del suo stesso rango,se non da molte persone che vivevano nel loro mondo. Proprio per questo,quando si era alzata presto,quando il suo amato astro del giorno si stava per alzare ecco che lei si stava già vestendo con gli abiti di viaggio che gli erano stati consegnati,rinunciando alle sue nobile vesti da principessa e a tutti gli inutili orpelli,era andata a svegliare i suoi fidi accompagnatori e quando stava per bussare alla porta del prezzolato ecco che lo sentì,un urlo e senza pensarci due volti aprì di tutta fretta la porta e si lanciò dentro la stanza senza pensarci due volte. Lo vide agitarsi nel letto e lei cercò di chiamarlo a se scuotendolo,ma appena lo toccò,accadde di nuovo. Rivide la città in fiamme,i legionari e l'aquila dorata come nella precedente visione,ma questa volta c'era un elemento in più che aveva scorto nella nuova visione. Lo vide a malapena e di fretta,pochi attimi,ma la figura di quel gigante d'uomo,con l'armatura da comandante e quello sguardo,quello sguardo glaciale e senza pietà,sapeva chi era,del resto era un individuo,o un mostro secondo alcuni,inconfondibile. Lucio Cornelio Silla. Si appoggiò al muro pensosa e con le mani aperte dietro la parte bassa della schiena,con la precedente vergogna ormai passata e sostituita da una cupa amarezza quando intuì che in qualche modo la visione della città assediata,il mercenario e il generale usurpatore erano in un qualche modo collegati,ma come? Dovette interrompere il flusso dei suoi pensieri quando sentì che la porta della stanza di Milziade si aprì e da essa uscì il prezzolato,equipaggiato di tutto punto e con un espressione rilassata,tornando ad essere il Milziade di sempre.

Io sono pronto e gli altri?”,chiese lui non vedendo Nym,Gordlack e Braxus fuori dai loro alloggi.

Ah si,io...stavo riflettendo su una cosa...che riguardava il viaggio e....”,Lucilla si zittì,non trovando le parole giuste per continuare la frase, “Sarà meglio partire il prima possibile.”

Mi trovo d'accordo.”,disse lui col suo classico tono ironico.

Lei,imbarazzata,bussò alle altre porte vicino a alla stanza del mercenario e quando sentirono la voce di Lucilla che li esortava a vestirsi e a preparare le loro cose per il viaggio,ricevendo in cambio una sommessa e rispettosa obbedienza. Dopo una decina di minuti gli altri si fecero trovare fuori nel corridoio e si diressero verso la piattaforma,che li portò al pian terreno,dirigendosi verso l'entrata del palazzo,dove trovarono: i cavalli,della quale uno era lo stesso usato da Gordlack per andare all'accampamento e uno per Braxus,dal manto giallo e la criniera bionda,borse e sacche con tutto il necessario legato agli animali,i quattro membri del consiglio e Midas.

Principessa...”,parlò il presidente con tono basso, “Sono rammaricato per non potervi aver aiutato più di così,so che dovete partire quindi non vi ruberò troppo tempo. C'è una porta secondaria per entrare in città,viene usata dai cittadini che abitano nella zona agricola di Aegis,li i legionari non possono passare con tutti i loro numeri e i nostri esploratori ci hanno assicurato che la strada e libera,senza dimenticare che il nostro nemico sta smontando l'accampamento è per tanto non tenteranno di inseguirvi,non quelli di fronte alla città almeno. La porta è ben riconoscibile anche da qui quindi la troverete senza troppe difficoltà. Inoltre,il nostro caro mago voleva consegnarvi questi...”

Il presidente consegnò la mappa è il libro che aveva usato il giorno prima negli archivi del palazzo,che teneva tra le mani come se fossero preziosissimi tesori.

Mi ha raccomandato di farveli avere. Voleva farlo già ieri sera,ma doveva controllare delle cose è ha chiesto a me di farveli avere. Prego,tenete.”, Midas passò la mappa è il libro alla principessa,che li prese con le sue piccole e delicate mani,facendo attenzione a non farli cadere.”

Grazie,per tutto quanto. Seppur breve la ospitalità è stato un dono ben gradito.”,Lucilla pronunciò queste parole rivolte a Midas che ai quattro membri del consiglio,in cambio loro chinarono leggermente la testa in segno di rispetto.

Andate ora,il sole non è ancora sorto è i noviani non sanno della vostra partenza. E il momento giusto per partire.”

I quattro salirono sulle rispettive cavalcature,con Lucilla che prendeva posto dietro Nym, Braxus e Gordlack che a stento riusciva a trattenere le lamentele per aver ricevuto nuovamente un animale così piccolo per il viaggio,cosa che avrebbe fatto imbarazzare qualsiasi nano. Milziade invece diede un occhiata a Briseide è si accorse che i paramenti e la lancia non erano state n'è cambiate n'è ritoccate,accorgendosi probabilmente che quelli erano pezzi rarissimi da quelle parti e che la lancia che solitamente usava in selle alla sua giumenta era un pezzo unico nel suo genere,proprio come la sella,le redini e tutto il resto. L'unica aggiunta che avevano apportato erano i sacchi e le borse che avevano aggiunto agli animali e che contenevano tutto il necessario per il viaggio che li attendeva. Diede un occhiata al cielo,scuro ma una leggera patina verde chiaro sul fondo,segno che il sole si stava lentamente avvicinando,mentre l'aria frizzante della mattina che si sostituiva alla notte li teneva svegli e riempiva i quattro viaggiatori di nuove energie e nuove speranze. Milziade rivolse lo sguardo verso Midas e i membri del consiglio.

Signori,sono certo che il poco tempo che abbiamo passato insieme e stato,se non bello,almeno stimolante e se mai dovessi passare di nuovo da questi parti,sappiate che i miei servigi sono a vostra disposizione...per la giusta somma ovviamente.”

Non contarci,dopo il disastro che hai combinato con il comandante abbiamo rischiato veramente un conflitto armato. Preferiamo farne a meno.”,disse Kemuti in tono piatto.

Scommettiamo? E tu ragazzone,pensi di farcela senza il mio aiuto,ho devo far impazzire un altro comandante per salvare nuovamente questa città?”

Midas sul momento non disse nulla ma a stento trattenne un sorriso divertito per quella descrizione sullo stato attuale delle cose.

Per il momento penso che potremo farcela da soli,la nostra sarà anche una giovane democrazia,ma sappiamo difenderci molto bene quando la situazione lo richiede e per ora,possiamo dire di tirare un sospiro di sollievo.”

Fino al termine degli accordi.”

Già,fino al termine degli accordi....Buona fortuna.”

Un ultimo sguardo tra il mercenario e il presidente e la stima da parte di entrambi si fece più grande. L'uomo che combatteva per denaro e l'uomo che difendeva il suo stato,così diversi ma in qualche modo così simili. Il cielo si fece ancora più chiaro e si mostrava poco sopra le mura un leggero bagliore tra l'arancione e il rosato,segno che a momenti il sole sarebbe sorto e non trattenendo più gli indugi Milziade fu il primo a scuotere le briglie e incitando Briseide ad una rapida partenza l'animale nitrì eccitato e ancora una volta partì verso un altra destinazione,ma questa volta seguito da una principessa votata a un dio,un ragazzo vestito da gladiatore,un elfo tremendamente ironico e un nano scorbutico. Un avventura simile non se lo sarebbe mai aspettato,a prescindere da quanto lo avrebbero pagato per credere ad una storia simile. Midas e il consiglio li videro farsi sempre più piccoli,mentre scorrazzavano per la via principale e raggiungendo la porta che li avrebbe condotti verso il confine più rurale del piccolo governo di Aegis.

Signore,lei si fida così tanto di lasciare l'unica vera erede dell'impero di Nova in compagnia di un simile bifolco?”,disse Kemuti dubbioso sulla cosa.

Ha ragione,infondo cosa sappiamo di lui? E un mercenario e combatte solo per soldi. Forse avremmo dovuto trattenerlo in cella e lasciare partire gli altri.”,disse Ruhfna scontrosa verso Milziade.

Forse,ma io ritengo che sia un bene,che un individuo come lui sia stato scelto per questo compito. Perché se quello che il mago ha detto su di lui è quel Milziade è la metà dell'uomo che era un tempo,allora possiamo stare certi che è stato un bene che si sia unito a loro,qualunque sia la motivazione che lo spinge.”

Temo che la vostra fiducia in quell'uomo sia troppo grande presidente.”,disse Kemuti con lo stesso tono di prima.

Forse si,forse no. Comunque sia rientriamo signori,oggi possiamo goderci una giornata di riposo,infondo,c'è lo siamo meritati.”


In quello stesso istante,in un altro punto del palazzo,il vecchio incantatore era tornato nelle sue stanze. Era intento a consultare una pergamena,una lettera,recante il marchio dell'imperatore. Finito di leggere la pergamena prese improvvisamente fuoco e in men che non si dica divenne cenere e cadde al suolo,spargendosi per il pavimento.

Eh così hai deciso di fare la tua mossa Silla. Molto astuto da parte tua,però mi chiedo se hai preso tutte le misure che la situazione impone. Dopo tutto,non potevi aspettarti che fosse ancora vivo e del resto perché avresti dovuto? Mi sto forse sbagliando....ladra?”

Dietro di lui,incuriosita,Amunet guardava tra gli scaffali e il tavolo i diversi oggetti magici presenti nella stanza,tra cui libri,alcuni scritti in geroglifico e vecchi di diversi secoli,pietre preziose,erbe e pozioni di vario genere,tutte cose che gli sarebbe piaciuto prendere e vendere a chi conosceva lei,o da usare per facilitare il suo mestiere,anche se sapeva benissimo che non gli conveniva prendere senza consenso,sapendo che trappole e maledizioni di ogni sorta avrebbero colpito il malfattore in caso di furto e quindi non avrebbe rischiato...per lo meno non con lui.

Chissà perché voi maghi avete la brutta abitudine di parlare da soli,anche con qualcuno in vostra presenza. Personalmente ritengo che sia per la vostra tendenza a stare più in compagnia di libri e pergamene che con le persone...o la vecchiaia a seconda dei casi. Per la cronaca,non saprei cosa risponderti,pare che tu conosca l'imperatore più di quanto tu voglia ammettere, che per inciso niente...mi sto forse sbagliando,mago?”

Astuta,bella e astuta. Un miscela che io,personalmente,ritengo assai pericolosa. Ma basta parlare di queste sciocchezze, immagino che tu abbia rivisto il tuo amico,il mercenario,dopo quello che hai combinato all'accampamento dei noviani. Dimmi,come ti è sembrato?”

Sempre il solito. Spaccone,esageratamente fiducioso delle sue capacità e anche stavolta si è guadagnato l'antipatia altrui. Direi il solito soldatino che ho imparato ad apprezzare.”

E a proposito di lui,vorrei che lo seguissi e ovviamente non ti faccia notare,se non,quando la situazione lo richiederà,poiché è di vitale importanza che Lucilla e i suoi compagni di viaggio trovino il Demiurgo prima che lo faccia qualcun altro.”

E suppongo che c'è qualcosa in ballo di cui non li hai informati e vero?”

Forse,ma ha importanza per il tuo lavoro?”

No,ma se c'è qualcosa che io è Milziade abbiamo in comune e che non ci piace farci pugnalare alle spalle dalle persone con cui lavoriamo,solo questo.”

Affascinante punto di vista,ora se permetti,gradirei che anche tu ti metta in viaggio. Sono certo che con il denaro e i mezzi che ti ho dato,tu non abbia problemi a svolgere il lavoro per cui ti ho assolto. Puoi andare adesso.”

Senza che glielo si dicesse due volte la gatta uscì dalla stanza del mago senza produrre il che ben minimo rumore e così facendo sarebbe uscita dal palazzo senza nemmeno essere vista. Il mago da parte sua non si girò neanche a controllare se Amunet fosse uscita dalla porta o dalla finestra,ma infondo non gli interessava molto. Quello che gli interessava era lo svolgimento degli eventi che da poco si erano evoluti e avevano rispettato tutte le sue aspettative,non tutte come avrebbe previsto,ma gli ultimi avvenimenti si erano sviluppati in maniera più che soddisfacente e sotto molti punti di vista. Milziade,Lucilla e Silla, i tre personaggi più importanti di questa storia si erano mossi,ognuno a modo suo e nel caso della principessa e del prezzolato non da soli,ma spinti ad agire insieme ognuno da i propri obiettivi personali. Il sole stava sorgendo e l'inizio di un nuovo giorno si stava mostrando di fronte a quel mondo di sfide e ricompense,dove ognuno,a modo suo,giocava un ruolo fondamentale in quell'intricata storia che era appena iniziata. Ora non restava altro che aspettare,in attesa di nuove opportunità.


  
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