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Autore: sallythecountess    11/03/2022    1 recensioni
Julie è una ragazza madre di vent'anni, ingenua e piena di sogni, che un giorno per caso ha notato un ragazzo bellissimo che abita di fronte a casa sua. Riuscirà a far innamorare di lei lo schivo e tenebroso 4ld3r4n, hacker nemico numero uno delle maggiori potenze mondiali?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Epilogo
Era in ritardo, mostruosamente. Non poteva neanche correre troppo, perché i vicoletti della città francese erano incredibilmente scivolosi a causa della pioggia. Non sarebbe mai arrivato in tempo, ma doveva provare ad ogni costo perché lei era già arrabbiata.
“Sei in ritardo…” gli disse, con la sua solita espressione seccata e Rami pensò soltanto che questa volta non l’avrebbe mai perdonato.
“Scusami piccola, ho avuto un problema a lavoro…” provò a dirle dolcemente, ma Lory era letteralmente furiosa, e stava soltanto giocherellando con il suo smartwatch.
Le fece qualche domanda di rito, ma era sempre poco loquace in quel periodo, anche a causa dell’età, quindi non insistette troppo. Lory, invece, aveva molte cose da dire, ma non sapeva da dove cominciare, così voltato l’angolo esplose letteralmente in un “…e non ne parliamo, quindi?” facendolo solo sorridere.
“Possiamo parlarne tutte le volte che vuoi…” le sussurrò piano, fissandola con occhi molto teneri, ma lei era particolarmente ferita.
“Perché non me lo avete mai detto?” ruggì molto arrabbiata, e lui si strinse nelle spalle e rispose che non ne vedeva il motivo.
“E’ la cosa più importante della mia vita!”
Lory stava crollando in mille pezzi, si sentiva un’estranea nella sua famiglia e ora che stava aspettando un terzo fratello, la questione era diventata ancora più importante.
“Secondo me non lo è, affatto…” spiegò piano, provando a toglierle lo zaino dalle spalle come faceva sempre quando andava a prenderla a scuola. Passarono per il centro della città, e la folla di turisti, attirati dai mercatini di Natale gli impedì di continuare a parlarne per  qualche istante.
Si allontanarono verso il fiume, e Rami improvvisamente le disse piano “non sei mia figlia biologicamente, ok. Onestamente per me questa cosa non significa assolutamente nulla, ma capisco che per te possa avere un grosso valore…”
Gli occhi di lei si riempirono di lacrime, ma per un istante non potè dire nulla.
“Non ti amo meno di quanto io ami Julian e Alice, e non ti amerò meno quando nascerà l’altro tuo fratello…” concluse. Aveva chiesto a Julie di occuparsi degli altri bambini perché voleva dedicare un momento da soli a Lory, dato che ultimamente non ne avevano avuti e probabilmente ne avevano bisogno.
Julie aveva recentemente scoperto di essere incinta, e sebbene fosse una gravidanza non voluta, lei e Rami ne erano stati felici. I gemelli avevano sette anni ormai, e per quanto fosse faticoso, sarebbe stato bello avere un altro piccolo.
Julie aveva voluto che Lory l’accompagnasse dal medico, perché ormai aveva undici anni ed era una piccola donna, quindi voleva condividere quel momento importante con lei, ma il medico aveva tirato fuori un argomento che aveva creato problemi. Rami e Julie avevano gruppi sanguigni opposti, uno zero positivo e uno zero negativo. Julie sapeva che era un problema, perché avevano avuto qualche difficoltà alla nascita dei gemelli, e quindi lo aveva detto subito alla dottoressa che aveva tirato fuori l’argomento davanti a Lory.
Tornando a casa, la ragazza rimuginava su quanto aveva sentito dal dottore, così all’improvviso tirò fuori una domanda strana, legata al fatto che il suo gruppo sanguigno era diverso da quello dei due. Rami fissò soltanto Julie, che provò a cambiare argomento, a dirle che era eredità dei nonni, ma Lory le mostrò una tabella su internet che spiegava che era impossibile, così la mise con le spalle al muro. Sospirando le disse piano “…è quello del tuo papà” spezzandole il cuore.
Molti avevano malignato sulla loro famiglia negli anni, e tante amichette le avevano detto che non poteva realmente essere suo padre quell’uomo dalla pelle scura. Lory aveva pianto tanto per quelle frasi, ma Rami non le aveva mai smentite. Le diceva sempre le stesse cose.
“chi ti ha insegnato a nuotare? Ad andare in bici? A mangiare i noodles?”chiedeva dolcemente, e lei sorrideva sempre.
“Da chi hai preso i gusti in fatto di cinema, di libri e di musica?” continuava serio, e poi concludeva dicendo che era la sua bambina e niente poteva cambiare questa cosa.
Quel pomeriggio, però, quel discorso da solo non funzionò, perché Lory aveva bisogno di risposte. Provò a chiederle se volesse un gelato o dei biscotti, ma lei scosse solo la testa e disse piano “…e lui dov’è? Chi è?” facendo annuire Rami che potè spiegarle la verità, anche se un po’ riadattata.
Alan era morto due anni dopo il suo addio con Julie, in un incidente stradale insieme ai suoi due figli. Rami provò a spiegarglielo, e lei annuì soltanto, perché le lacrime la stavano soffocando. Ora sentiva di aver perso un pezzo molto importante della sua vita, la sua unica possibilità di sapere davvero chi era.
Rami, però, era molto dispiaciuto per quel discorso. Si sedettero lungo il fiume, e lui le prese la mano e le disse piano “So che sei arrabbiata, ma non dirti nulla ci era sembrata la scelta migliore per tenerti a riparo dal dolore.”
Lory si asciugò soltanto una lacrima e lui continuò spiegandole che l’amava, che si era sempre sentito suo padre, ma poi capì che doveva provare diversamente, così le disse piano “io non ho avuto genitori, lo sai. Sono cresciuto in un orfanotrofio e nessuno ha mai provato a prendersi cura di me…”
Lory lo fissò con sguardo molto tenero allora, e gli prese la mano. Non metteva in dubbio i suoi sentimenti, per lei papà era sempre stato lui. Era quello che l’andava a prendere a scuola, l’accompagnava a danza. L’aiutava con i compiti di matematica e le portava a letto la cioccolata calda quando faceva molto freddo, o anche la mattina di Natale. Lui le aveva insegnato l’inglese e mille altre cose, lui si accoccolava con lei quando era triste o quando litigava con la mamma, ultimamente sempre più spesso. Lui era il punto fermo della sua vita, il suo papà, il suo super eroe.
“E lo avrei voluto, onestamente…” aggiunse, fissandola in modo dolcissimo, e lei gli fece un sorriso risentito.
“Ti adoro, lo sai? Sei un pezzo enorme della mia vita…” le disse piano, facendola finalmente sorridere in un modo tanto simile a quello di sua madre.
“…ti darò tutte le informazioni che troverò su tuo padre, va bene? Così saprai quello che serve…” concluse, un po’ dispiaciuto, ma lei non se ne accorse e si tranquillizzò un po’.
Chiacchierarono come sempre camminando, ma Rami era abbastanza in ansia per la questione di Alan. Tutto però cambiò una volta rientrati alla pasticceria “Julie”. Due piccoli bambini mulatti giocherellavano con giocattoli vari tra i tavoli, e varie signore li fissavano e offrivano loro biscotti in cambio di attenzioni. Al momento dell’arrivo di Rami, Alice stava parlando con una adorabile vecchietta che le aveva allungato un pezzo di ciambellone.
“Papà!” urlò, interrompendosi e lanciando lo zucchero a velo ovunque, e Rami fu costretto a scusarsi con la signora. Strinse quei due piccoli disastri, salutò cortesemente la commessa al bancone e scappò da lei, che era intenta a fare i suoi perfetti macarons.
“Allora?” chiese seria, abbandonando la cucina, ma Rami affondò la testa nel suo collo, facendole capire che la situazione era complessa.
“Vuole sapere di più sulle sue origini, come è giusto che sia…” concluse, baciandole il collo e Julie sospirò e annuì.
“Le racconterò la verità quando il primo fidanzato stronzo le spezzerà il cuore…” sussurrò piano, accarezzando i capelli corvini di suo marito, ma lui scosse la testa e disse piano che non voleva lo facesse, perché non era giusto.
“Non è stupida, prima o poi si chiederà perché ha il tuo cognome e lì credo sia giusto spiegarle quello che è successo.”
 Aggiunse seria, e Rami pensò che sarebbe stato un disastro, che l’avrebbe davvero presa malissimo, perché è oggettivamente tremendo sentirsi dire che tuo padre è un bastardo che non ti ha voluto, ma non disse nulla.
“Hey guardami” gli disse serissima, e lui per un attimo tornò a guardare quegli occhi, che gli avevano totalmente stravolto la vita. Gli occhi dei suoi figli, gli occhi che lo svegliavano ogni mattina.
“Hai rinunciato a tutto per lei, e ora fai un lavoro che odi solo per i tuoi bambini, può solo essere fiera di te…” aggiunse dolce, fissandolo profondamente con un bellissimo sorriso rassicurante.
Era così: Rami era tornato a vivere con loro, e malgrado le mille possibilità aveva scelto di fare un lavoro noiosissimo come tecnico informatico, che gli permetteva di passare gran parte del tempo con loro. Detestava quel lavoro, perché nel novanta per cento dei casi doveva dire cose come “ha inserito il giusto user e la giusta password? Ha controllato che il monitor sia caricato? Ha provato a riavviare il computer?”
Ora, voi immaginate quanto tutto questo fosse frustrante per uno che letteralmente controllava la rete mondiale solo dieci anni prima, ma Rami non voleva scocciature, né pensieri e aveva bisogno di un lavoro come copertura, per sembrare una persona qualsiasi.
4ld3r4n era riapparso solo in un paio di occasioni, quando il mondo era profondamente in crisi e aveva offerto i suoi servigi, ovviamente con l’autorizzazione di sua moglie. Era riuscito a tenere quella sua identità segreta, ma gli costava troppo allontanarsi dalla famiglia senza dare spiegazioni e senza sentirli, per cui aveva definitivamente smesso.
Julie aveva finalmente realizzato ogni suo sogno, aveva una pasticceria, una famiglia e malgrado i soliti alti e bassi di ogni famiglia, era molto serena e felice. Sebbene la fase “sposini” fosse finita da un pezzo, amava profondamente Rami, soprattutto per i sacrifici che continuava a fare per tutti loro, e lo apprezzava tantissimo. Lei lavorava molto, e super papà spesso aiutava anche in pasticceria, malgrado la sua naturale avversione per l’umanità.
Vivevano tranquilli, in un paese in cui è Natale cinque mesi l’anno, ma c’era anche la peggior nebbia che Rami avesse mai visto. Avevano tre gatti, e una villetta con giardino che permetteva ai bambini di giocare fuori quando era bel tempo. Cosa più importante, però, erano felici. E anche quella sera, rientrati a casa dopo quel discorso così impegnativo con Lory, si misero tutti insieme a guardare la tv e lui la strinse, dicendole piano all’orecchio che “aveva scelto la figlia migliore del mondo” provocandole un sorriso.
Nota:
ciao a tutti, allora finalmente è finita. Siete contenti di questo finale? Io sono contenta che voi siate arrivati fino a qui e spero in futuro di risentirvi con qualche altra storia.Non so in che direzione mi porteranno le mie idee future, ho qualche storia aperta e penso che comincerò da lì e spero che vi possano piacere. A presto e grazie per aver letto.
   
 
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