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Autore: Deirdre_BB    30/03/2022    1 recensioni
Sanji e Zoro questa volta si trovano ad affrontare una situazione difficile e del tutto inaspettata contro un nemico insidioso che li cambierà profondamente, ed una separazione sia fisica che emotiva che metterà alla prova il loro amore.
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Dal primo capitolo:
"Sanji non aveva la minima idea di che cosa stesse parlando, ma, ehi, se con una semplice scelta potevano cavarsela fuori, tanto meglio, anche perché non era affatto difficile scegliere, niente era più importante della vita di Zoro.
– Cuoco non fare cazzate! – Zoro guardava Sanji frustrato dal non poter fare niente.
Ma ormai Sanji aveva già deciso cosa fare e a poco valsero le proteste del verde che gli urlava di non fare niente di avventato, di aspettare, di trovare un altro modo perché non poteva essere così semplice."
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Il titolo fa abbastanza schifo, lo so, ma per ora non ho trovato niente di meglio.
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Spero di coinvolgervi.
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DD
Genere: Angst, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LE CONSEGUENZE DELLE PROPRIE AZIONI

– La mia cucina… – Sanji continuava a guardarsi le mani come se fossero due appendici aliene che non aveva mai visto prima, ripetendo ogni tanto frasi sconnesse ormai da due ore; nemmeno la presenza di Nami e Robin sedute accanto a lui sul divano che correva lungo tutta la parete dell’aquarium sembrava scuoterlo dallo stato di shock in cui si trovava, non sembrava neanche essersi reso conto che Chopper continuava a girargli intorno frenetico prendendo i suoi valori vitali.

L’intera ciurma era radunata nell’aquarium, tutti accorsi dopo la concitata chiamata con il lumacofono che avevano ricevuto da Zoro almeno due ore prima; Zoro, Usopp, Franky e Brook in piedi a poca distanza dal cuoco e dalle ragazze, Rufy seduto a gambe incrociate sul tavolino centrale della stanza.

– Quindi, ricapitolando, voi eravate su questa scogliera, giusto? – chiese il cecchino, massaggiandosi il mento come se in quel modo potesse comprendere meglio la situazione.

– Sì. – rispose telegrafico Zoro.

– E ad un certo punto è comparso questo individuo, che vi ha attaccati? – continuò Usopp.

– Vi ho già detto che non ci ha proprio attaccati, sembrava dotato di un qualche potere, magari dato da un frutto del diavolo. –

– Ok, non vi ha attaccati, però ti ha… preso? –

– Sì… –

Zoro cominciava ad irritarsi, dato anche che era almeno la terza volta che spiegava quello che era successo. Tutta quella situazione era snervante; ogni tanto lanciava un’occhiata verso il cuoco che continuava a ripetere compulsivamente ‘la mia cucina’ o ‘le mie mani’ o ‘la mia vita’, per poi distogliere subito lo sguardo perché non sopportava di vederlo così.

– E a quel punto cos’è che ha chiesto? – si intromise anche Franky nell’interrogatorio.

– Ha chiesto al cuoco cosa sceglieva tra la mia vita e la sua ragione di vita. E quello stupido ha scelto la sua ragione di vita senza neanche pensare alle conseguenze! – Zoro sbottò rabbioso verso i suoi compagni, verso un Sanji che non sembrava neanche essere lì, e verso se stesso.

– E poi grida, luci e… fine? – concluse Usopp.

– Sì. –

– E Sanji stava bene? – Usopp.

– Sì. – Zoro cominciava ad essere visibilmente nervoso.

– E siete tornati alla Sunny tranquillamente. – Franky.

– Sì. – ancora poco e lo spadaccino sarebbe esploso di rabbia.

– E una volta alla Sunny, Sanji ha cominciato a preparare da mangiare, ma non ci è riuscito? – Usopp.

– Sì! Quante volte ve lo devo ripetere?! – esplose infine Zoro verso i suoi compagni, ancora con il ricordo dello sguardo del cuoco incapace di cucinare ben impresso nella mente.

– Ma si può sapere perché ve ne andavate in giro da soli in una foresta? – chiese Usopp realizzando solo un attimo dopo che il motivo era più che ovvio.

Questa domanda fu la classica goccia che fa traboccare il vaso, e il vaso della sopportazione di Zoro aveva raggiunto il suo limite già da un pezzo.

– Perché non riusciamo mai a stare un attimo da soli su questa cazzo di nave! – Zoro proruppe in uno sfogo di rabbia e frustrazione ed uscì dall’aquarium sbattendosi la porta alle spalle, facendo girare tutti verso la porta, tranne il cuoco che si stava ancora guardando le mani.

– Ma collegare il cervello prima di parlare, magari, Usopp? – lo rimproverò Nami.

– Già, scusate, ci ho pensato dopo. Vado a parlare con lui. – si giustificò il cecchino.

– No aspetta Usopp. – lo bloccò Rufy che era rimasto in silenzio per tutto il tempo – Ci vado io da Zoro. –

Rufy uscì con calma dall’aquarium e cominciò a cercare lo spadaccino, lo trovò poco dopo appoggiato alla balaustra della nave, verso la poppa; la sera era già calata e la figura del verde era avvolta nel buio, ma la luce della luna illuminava chiaramente le sue mani che stringevano il parapetto con tanta forza che sembravano quasi sul punto di romperlo, lo sguardo basso. Si avvicinò a lui e rimasero un momento in silenzio.

– Non devi sentirti in colpa. – esordì il capitano.

– E come non dovrei? Lui si trova in quello stato per me! – batté un pugno sulla balaustra – Perché non ha pensato alle conseguenze? Come poteva sperare che fosse così semplice! È stato uno stupido! – Zoro urlò la sua frustrazione contro il mare.

– Ma Sanji ha pensato benissimo alle conseguenze. – spiegò calmo il capitano.

Zoro sollevò la testa per guardarlo con un’espressione stupefatta e interrogativa.

– Se lui non avesse scelto la sua ragione di vita, tu ora non saresti più qui, e questo sarebbe stato irrimediabile. Invece siete ancora qui entrambi, e troveremo sicuramente un modo per risolvere il problema. – Rufy sfoggiò uno di quei suoi sorrisi capaci di infondere speranza anche ad un condannato a morte già sulla strada verso il patibolo.

Zoro si stupì dell’interpretazione che il suo capitano aveva dato a quello che era successo, doveva ammettere che, nonostante si comportasse come una testa vuota per il 90% del tempo, quando voleva, Rufy poteva essere veramente sagace e lo spadaccino non poté fare a meno di abbozzare un mezzo sorriso. Non aveva avuto fiducia nei suoi compagni, ma le poche parole del capitano riuscirono a fargli intravedere una via d’uscita da quella situazione terribile.

Poco dopo vennero raggiunti dal resto della ciurma, ad eccezione di Sanji e Chopper; Robin notò immediatamente lo sguardo preoccupato di Zoro e si affrettò a spiegargli che Chopper gli aveva dato un sedativo per farlo dormire e che lo stava portando nei dormitori proprio in quel momento.

– Vado da lui. – annunciò Zoro già partito in direzione dei dormitori.

– No aspetta. – lo bloccò Nami – Dobbiamo organizzarci su cosa fare domani. Pensavamo di andare in città a fare qualche ricerca sull’accaduto, magari gli abitanti di quest’isola sanno qualcosa. –

– Va bene, ma io resterò qui con lui domani. – tagliò corto lo spadaccino senza neanche pensarci troppo.

– Veramente – continuò il discorso Brook – Visto che tu sei l’unico oltre a Sanji ad aver visto questo individuo, sarebbe meglio che venissi con noi per indagare. La tua esperienza diretta potrebbe essere molto utile. –

Zoro ci pensò un attimo, ma effettivamente era meglio andare con il gruppo ricerca, annuì un po’ riluttante. – Quindi come avete deciso di organizzarci domani? –

– Io, Usopp e Chopper resteremo a bordo con Sanji. – cominciò a spiegare la rossa – Chopper per tenere sotto controllo le condizioni di Sanji, io ed Usopp cercheremo di cucinare qualcosa. Voi andrete in città a cercare qualunque informazione possa essere utile. Siamo tutti d’accordo? –

Tutti annuirono e Zoro tornò a dirigersi verso i dormitori. Arrivò davanti alla porta proprio mentre Chopper stava uscendo.

– Oh, Zoro, sei qua? –

– Come sta? –

– Adesso dorme, e dormirà fino a domani mattina almeno con il sedativo che gli ho dato. – spiegò la piccola renna.

– Posso andare da lui? – chiese Zoro un po’ titubante.

Chopper annuì e lo lasciò entrare – Con gli altri ragazzi abbiamo pensato di lasciarvi soli stanotte, noi prepareremo i sacchi a pelo nell’aquarium. –

– Grazie. – sospirò Zoro sull’uscio della porta, prima di entrare e chiudersi dentro.

Il cuoco era sdraiato su un fianco nella sua branda, aveva gli occhi gonfi e due occhiaie profonde, Zoro si infilò accanto a lui, abbracciandolo da dietro e massaggiandogli le mani, mentre premeva le labbra contro i suoi capelli. Si addormentò abbracciato a lui, ma non fu un sonno ristoratore.

*****

Sanji aprì gli occhi a mattina già inoltrata, svegliato dalle voci dei suoi compagni provenienti dal ponte; il primissimo pensiero fu che era in ritardo per preparare la colazione, ma poi realizzò che non sarebbe stato in grado di prepararla. Girò leggermente la testa per vedere Zoro dietro di se che stava ancora dormendo, ma che non aveva affatto un’aria riposata, spostò lo sguardo in basso e vide le loro mani erano ancora intrecciate dalla sera prima. Si girò per volgere lo sguardo a Zoro e nel mentre lo spadaccino si svegliò.

– Scusa, ti ho svegliato. – bisbigliò Sanji.

Zoro scosse leggermente la testa – Non importa. Come stai? –

– Uno schifo. –

– Be almeno hai riacquisito la capacità di parlare. –

– Già… – Sanji tornò con la mente alla sera precedente, ricordava vagamente quello che era successo dopo essere tornato alla Sunny con Zoro. Ricordò Zoro che lo scuoteva per le spalle, poi che urlava al lumacofono, e poi Chopper che gli parlava e chiedeva cose che non capiva.

– Mi dispiace per il vergognoso spettacolo a cui vi ho fatto assistere. –

– Non scusarti. Nessuno potrebbe mai biasimarti. – Zoro gli accarezzò la tempia, scostandogli il ciuffo di capelli per guardare i suoi occhi ancora gonfi dal giorno prima.

Si sentiva il cuore pesante, perché sapeva che il cuoco aveva sacrificato una parte importante di se per salvarlo, anche se lì per lì non sapeva a cosa stesse andando incontro; sentiva di dovergli dire qualcosa, ma non voleva ringraziarlo perché sapeva che se avesse detto anche solo un ‘grazie’ avrebbe affondato ancora di più la lama in una ferita che non era solo aperta, ma era letteralmente uno squarcio a cielo aperto.

Sentiva e sapeva troppe cose che non riusciva a gestire per colpa della sua naturale idiosincrasia a relazionarsi col prossimo, nonostante il prossimo in questione fosse il compagno con cui condivideva ben più del viaggio per mare.

E così fece la sola cosa che riusciva a fare bene, gli prese la mano e gliela baciò, la punta di ogni singolo dito, poi il palmo, poi il polso, risalì lentamente lungo tutto il braccio. Si issò su un gomito per riuscire a raggiungere meglio il collo del cuoco sotto di lui e lo baciò per tutta la lunghezza, fin dietro l’orecchio, e poi il lobo, e poi scese di nuovo lungo la mandibola e infine il mento.

Sanji lo lasciò fare perché sapeva benissimo che non c’era alcuna malizia nelle attenzioni che stava ricevendo dallo spadaccino, ma che era il suo personalissimo modo di ringraziarlo per essersi sacrificato per lui.

Zoro arrivò infine alle labbra di Sanji dove lasciò un piccolo bacio a stampo, poi un altro, e un altro e un altro ancora. Tornò ad accarezzargli il viso, scostando ancora il ciuffo di capelli che chissà come riusciva sempre a ricadergli sull’occhio destro.

– Oggi vado con gli altri in città a cercare informazioni, ne abbiamo parlato ieri sera. Troveremo il modo di rimettere tutto a posto. – cercò di sembrare più convincente possibile, perché il minimo che potesse fare per Sanji era infondergli tutta la sicurezza di cui era capace.

– Vedo che avete fatto grandi progetti senza di me. – scherzò il cuoco, ma con una marcata nota di tristezza nella voce.

– Già, tu non sembravi interessato a partecipare. – lo spadaccino assecondò la piega ironica che il cuoco diede alla conversazione, in modo da alleggerire l’atmosfera.

Sanji sospirò, si sentiva già più sollevato rispetto a pochi istanti prima, quando aveva aperto gli occhi e pensato alla colazione, e si rese conto che infondo anche questa era una magia, di cui però solo Zoro era capace.

– Adesso vorrei proprio un caffè. –

– Andiamo su. Credo che Nami e Usopp si siano auto-nominati cuochi in tua vece. –

Sanji si coprì gli occhi con un braccio pensando in che mani fosse finita la sua cucina, Usopp poteva essere geniale con i suoi proiettili al tabasco e tutto il resto e Nami era meravigliosa sotto ogni punto di vista, ma entrambi erano due complete frane in cucina, ma magari sotto la sua guida sarebbero riusciti a cavare fuori qualcosa di almeno commestibile.

Arrivarono davanti alla porta della sala comune, da fuori potevano sentire distintamente le voci dei loro compagni all’interno; Zoro aprì la porta e subito gli sguardi di tutti i presenti si fissarono su loro due.

– Oh ragazzi! – esordì Nami – Robin ha preparato tè e caffè e Franky e Brook hanno avuto l’ottima idea di andare in città questa mattina presto e fare rifornimento di brioches fresche. –

– Fantastico. – ripose Zoro a mezza via tra il serio e il sarcastico entrando in cucina.

Si girò verso Sanji che era rimasto con un piede dentro la stanza e uno ancora fuori, lo sguardo fisso sulla sua cucina e il respiro che si percepiva appena; aveva dormito con indosso gli abiti della sera prima e una volta alzato si era infilato una maglietta bianca e un paio di pantaloni grigi da tuta, e in quel momento, vestito in quel modo e con i capelli ancora tutti arruffati, sembrava un bimbo perduto; gli prese la mano e gli sorrise – Coraggio, rimetteremo tutto a posto. –

A differenza di Zoro che non si faceva problemi a mostrare atteggiamenti tipici da coppia anche davanti agli altri, come appunto tenersi la mano, per Sanji, tanto esuberante nell’intimità con lo spadaccino quanto riservato quando si trovava in pubblico, cose come tenersi per mano lo mettevano ancora un po’ a disagio, ma in quel momento la mano di Zoro fu per lui un’ancora di salvataggio, e la strinse come un naufrago in mezzo all’oceano si tiene strette le assi di una zattera per non essere inghiottito dalla vastità sotto di lui.

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Angolo dell'autrice
Rieccomi, finalmente, con il secondo capitolo.
Tengo subito a precisare che non sono soddisfattissima di questo capitolo. Così come lo leggete è pronto da circa due settimane, ma originariamente doveva essere più lungo, purtroppo però i turni della settimana scorsa mi sono stati cambiati tutti il lunedì mattina, risultato non ho avuto più nemmeno 2 minuti liberi!!!! 🤬 🤬 🤯🤯
Quindi, invece che scrivere un capitolo lunghissimo ho deciso di dividerlo, ed è venuto fuori quello che avete letto. Va bè, mi rifarò nel prossimo!
Un super grazie a chi ha letto e a Tayanita e Cheeko per le bellissime parole nei commenti del capitolo precedente.
A presto.

DD
   
 
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