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Autore: _JP_    11/04/2022    0 recensioni
“Il mondo dei ninja era stato consumato dalla Quarta Grande Guerra Ninja, che aveva provocato moltissime vittime tra le fila di tutti i paesi alleati”.
Questa storia vuole essere una risposta a Boruto, cercando di richiamare e ritrattare le tematiche già presenti in Naruto, con la presenza di nuovi personaggi.
È la mia prima storia in assoluto che pubblico qua, quindi sono pronto a sentire pareri e critiche costruttive :)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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La prima missione della squadra 5

Quella mattina, come al solito, Sangiuro era ancora sotto le coperte. Era riuscito ad aggiustare la porta che qualche giorno prima Tado gli aveva sfondato, ma ancora non era completamente rimessa a nuovo. Era da quel giorno che non vedeva più il suo amico, ma aveva sentito che sarebbe dovuto partire per compiere delle faccende per il Kazekage; delle sciocchezze, o almeno questo gli aveva lasciato scritto il moro, in una lettera che gli era stata recapitata a casa. Sentì bussare e, non riuscendo più a dormire, decise di andare a vedere chi fosse. Davanti a lui apparve il viso di Jikimoshi sorridente, che lo osservava con aria curiosa. - Buongiorno Sangiuro. Così tu vivi qui? Però, non è niente male, anche se magari qualche decorazione potresti anche metterla - disse la ragazza, entrando all’interno di quel piccolo appartamento, guardandosi attorno. Sangiuro era completamente spaesato: a parte Tado, nessuno era mai entrato in casa sua. Cercò di rimanere calmo, iniziando a fare profondi respiri. - Ehm, ciao Jikimoshi. Cosa sei venuta a fare qui? Vuoi che ti offra qualcosa? - disse, cercando di risultare il più calmo possibile. La ragazza lo guardò, iniziando a sorridere, divertita da quella situazione. - Oh no tranquillo, ho già fatto colazione. Sono venuta qua perché la maestra Lin mi ha chiesto di venire a chiamarti. Ci deve dire qualcosa di importante penso -. Erano passati diversi giorni da quando la squadra 5 si era formata, e in quel periodo i tre avevano iniziato ad allenarsi assieme, sotto l’attenta supervisore di Lin. Sangiuro aveva iniziato ad aprirsi maggiormente con i nuovo compagni di squadra, anche se non andava per niente d’accordo con Rinzushi. Al contrario invece, Jikimoshi aveva un carattere molto dolce e gentile, riuscendo ad ottenere in poco tempo la fiducia del biondo. I due arrivarono assieme ad un piccolo obelisco, posto in una delle piazze della città: ad aspettarli c’erano già sia Lin che Rinzushi, con la sua solita espressione corrucciata. - Finalmente ci siete tutti. Ora posso dirvi il motivo di questa piccola riunione - disse Lin, mentre i tre ragazzi si sedettero attorno a lei. - Come sapete, noi ninja veniamo spesso assoldati da altra gente per svolgere determinate mansioni, che vengono chiamate missioni: tali compiti vengono suddivisi in base alla difficoltà, e quindi assegnati a ninja più o meno esperti. Un ninja può prendere parte a queste missioni dopo essersi diplomato all’accademia ninja, ma deve far parte obbligatoriamente di una squadra: un ninja da solo, a meno di rare eccezioni, non può accettare una missione -. Lin prese una pausa, assicurandosi che tutti e tre i ragazzi avessero afferrato quei concetti. A quel punto Sangiuro si alzò di scatto. - Questo vuol dire che abbiamo ottenuto una missione? Finalmente, non vedevo l’ora! -. Il suo entusiasmo però fu smorzato subito da Rinzushi, che lo riprese aspramente. - Vuoi stare zitto un momento idiota? Sentiamo cos’ha da dire la maestra. Inoltre, se fosse una missione, vedi di starmi alla larga: mi saresti solo di intralcio -. Il biondo non ci vide più dalla rabbia: afferrò il compagno di squadra per la giacca, cercando di sollevarlo da terra; Rinzushi però, essendo più alto, riuscì a liberarsi in fretta. Stava per sfociare un ennesima rissa tra quei due, quando però Lin intervenne, dividendogli e tirando un pugno in testa ad entrambi. - Se continuate a comportarvi in questo modo, di sicuro non vi verranno mai affidate delle missioni; dovete imparare a lavorare di squadra -. I due ragazzi si risederono, incrociando le braccia parecchio seccati. La maestra continuò, mentre Jikimoshi se la rideva sotto i baffi. - Allora, ora che vi ho spiegato come funzionano le missioni, vi devo mostrare una cosa. Prima però, voglio che ognuno di voi si presenti per bene, nuovamente, e esponga anche delle sue caratteristiche, cosa gli piace e cosa non gli piace, ed infine un sogno che ha nel cassetto. Bene Jikimoshi, dato che questi due sono dei testoni, direi di iniziare da te -. La ragazza sorrise, alzandosi. - Ok. Allora, come sapete, io mi chiamo Jikimoshi Jikizu; mi piace aiutare gli altri, mentre odio gli scontri e le azzuffate inutili. Il mio sogno è quello di seguire le gesta della vecchia Chiyo, la ninja medica migliore che la Sabbia abbia mai avuto -. Lin le sorrise, per poi invitarla a risedersi. - Bene, ora tocca a te Sangiuro -. Il ragazzo si alzò, fulminando con lo sguardo Rinzushi, che non se lo filò di striscio. - Io sono Sangiuro Tadokoro. Mi piacciono un sacco di cose, tra le quali svegliarmi tardi e mangiare un sacco; mi piace anche fare sport e stare all’aria aperta. Non sopporto le persone egocentriche e troppo piene di se. Il mio sogno è quello di superare in abilità la persona che mi ha lasciato in eredità questa giara, diventando più abile di lui nel controllo della sabbia - concluse, mettendo una mano sopra alla giara di terracotta che aveva poggiato per terra. Fu quindi il turno di Rizushi, che però rimase comodamente seduto a terra. - Io mi chiamo Rinzushi Mimo; odio le persone deboli, che devono sempre farsi aiutare. Non ho particolari preferenze, e il mio sogno è quello di superare in abilità tutti i ninja che mi hanno preceduto -. Lin osservo con attenzione tutti e tre i ragazzi, poi sospirò: non sarebbe stato affatto facile gestire quel gruppo. Prese poi un foglio che teneva in tasca, aprendolo e mostrandolo agli altri. - Questa è una pergamena in cui vengono scritte le varie missioni, che poi verranno inoltrate alle varie squadra ninja. Come vi ho detto prima, queste vengono divise in base al livello di ogni squadra; a noi è stata commissionata una missione di grado D. Dato che è la nostra prima missione assieme, ne è stata scelta una di livello basso, per testare le vostre competenze. L’obbiettivo è quello della raccolta di rifiuti nella zona periferica del villaggio. Nonostante sia una missione di basso livello, dovete prestare la massima attenzione: in quei luoghi girano persone poco raccomandabili -. Sangiuro iniziò subito a lamentarsi - Cosa? Dobbiamo fare i netturbini? Ma questo non è compito di un ninja! -. Prima che Lin aprisse la bocca, Jikimoshi la precedette, rispondendo al compagno di squadra. - E’ molto importante svolgere queste mansioni, in modo che il nostro villaggio rimanga sempre pulito e accogliente per gli eventuali ospiti: inoltre, in questo modo anche il morale dei cittadini, vedendo le strade pulite, crescerà. Senza contare che, per accedere all’esame di selezione dei Chunin, che si svolgerà a breve, bisogna aver portato a termine almeno sette missioni di grado D -. Lin sorrise, compiaciuta. - Bene, vedo che almeno una componente del gruppo è ben informata su queste faccende. Ottimo allora, non perdiamo tempo e cominciamo subito -. I quattro si avviarono subito verso la periferia della città, iniziando il loro lavoro di pulizia. Verso sera, il settore sotto la loro supervisione era ormai completamente ripulito. Sangiuro si stava dirigendo dentro ad un vicolo, per buttare nel cestino gli ultimi scarti trovati in giro; una figura però lo avvicinò, con fare sospetto, da dietro, senza che il ragazzo se ne accorse. La figura impugnò un kunai, mirando alla schiena del biondo; con sua grande sorpresa però, un velo di sabbia si frappose tra i due, parando il colpo. Sangiuro si accorse della presenza di un estraneo, ma non fece in tempo a scappare, che quell’uomo lo prese per la schiena, bloccandolo e mettendogli una mano al collo. - Ti consiglio di non gridare, altrimenti ti ammazzo subito - gli disse quell’uomo, puntandogli il solito kunai alla gola. Quando capì di avere la situazione sotto controllo, l’uomo si rilassò, mantenendo sempre la presa stretta su Sangiuro. - Tu sei quel ragazzo che racchiude dentro di se il demone, giusto? Sai quanto diventerei famoso a consegnarti alla polizia della Sabbia? Il mio nome verrebbe ricordato negli annali. Ma forse, diventerei ancora più famoso uccidendoti, salvando il nostro villaggio da questa orribile piaga. Tu che dici? - sogghignò l’uomo, avvicinando alla pelle di Sangiuro sempre di più la sua arma. Quando stava per affondare il colpo però, fu scaraventato lontano da un calcio, staccandosi dal ragazzo. - Chi è stato? Chi ha osato colpirmi? - ruggì l’uomo, massaggiandosi la guancia. Davanti a lui c’era un ragazzo, con una lunga veste che gli copriva la parte bassa del viso, che lo osservava con occhi rabbiosi. - Ti consiglio di andartene strisciando, tornando dal buco di fogna da cui provieni - sentenziò Rinzushi, risultando estremamente duro e diretto nella voce. L’uomo sogghignò, rialzandosi ed asciugandosi del sangue che gli usciva dalla bocca. - Pff, un altro pivello. Cosa pensi di fare contro di me, ragazzino? - urlò, correndo verso quel ragazzo, impugnando il solito kunai. Rinzushi riuscì a posizionare le mani in fretta, richiamando parecchio chakra. “Arte del vento; tecnica delle lame di vento”. Una raffica di vento colpì quell’uomo, come delle lame, ferendolo e facendolo cadere diversi metri più dietro. - Ti consiglio di non sottovalutarmi: io non sono un pivello qualunque - disse ancora il moro, avvicinandosi sempre di più a quell’uomo che, preso dallo spavento, decise di fuggire via. Appena quella figura sparì dalle loro viste, Rinzushi crollò a terra, completamente esausto. In quel momento, anche Lin e Jikimoshi sopraggiunsero, osservando sconvolti quella scena. La ragazza si precipitò dal moro, aiutandolo a rimettersi in piedi; Lin invece si occupò di Sangiuro, chiedendogli cosa fosse successo. Il biondo raccontò tutto l’accaduto, continuando ad osservare il compagno di squadra, che si stava riposando appoggiato ad un muro, sempre sorretto dalla ragazza. - Rinzushi, non penso fosse necessario utilizzare nuovamente una tecnica; te l’ho già detto, non sai ancora impastare bene il chakra. Se usi troppe volte questo stratagemma senza prima aver imparato questo fondamentale, rischi seriamente di ritrovarti senza forze. In quel caso saresti solo di peso -. Lin lo osservò, mentre il ragazzo distolse lo sguardo, seccato. La maestra allora sospirò - E va bene allora. Domani mattina ci troveremo al solito campo di addestramento, vedete di arrivare preparati: vi insegnerò a controllare il chakra. Così, riuscirete a difendervi meglio, nel caso capitasse un’altra situazione del genere -. Sangiuro si avvicinò a Rinzushi, porgendogli la mano. - Ti volevo ringraziare per prima; se non fossi arrivato tu, chissà cosa sarebbe successo -. Il moro però non accettò quel gesto, voltando la testa dalla parte opposta. - Non l’ho fatto certo per aiutarti, cosa credi? Volevo solo mettermi alla prova. Te l’ho già detto, odio le persone deboli che devono sempre farsi aiutare -. Il biondo cambiò subito espressione - Pff, comunque me la sarei riuscita a cavare anche da solo, cosa credi? Potevi anche non intervenire, l’avrei sbaragliato in un secondo -. I due stavano iniziando a litigare nuovamente, quando intervenne Lin a dividerli. - Dai, ora basta. Dobbiamo andare a fare rapporto al Kazekage, poi sarete liberi per il resto della serata -.

- Bravissimi ragazzi, ottimo lavoro. Ora potete pure andare - disse il Kazekage ai membri del team cinque, congratulandosi con loro. I tre ragazzi uscirono dallo studio, lasciando solo la loro maestra in presenza del capo villaggio. - Allora Lin, come ti sembrano i ragazzi? Hai già tirato delle conclusioni? -. La signora sospirò, iniziando a spiegare il suo punto di vista. - Cosa dire, penso che siano un caso disperato. Jikimoshi diventerà sicuramente un’ottima ninja medico, ma adesso è ancora troppo acerba, senza contare che nelle esercitazioni di combattimento non riesce a dare il meglio di se, per paura di far male agli altri; Sangiuro invece è ancora troppo immaturo. Oltre a non riuscire ancora a padroneggiare la sabbia, non riesce a mantenere il sangue freddo in situazioni complicate; deve ancora crescere moltissimo su questo aspetto. Rinzushi invece sarebbe già pronto per affrontare l’esame, se non fosse che non riesce ancora ad impastare in maniera appropriata il chakra; inoltre, è una testa calda, e non riesce ad andare completamente d’accordo con gli altri due -. Anche il Kazekage fece un lungo respiro, socchiudendo gli occhi per pensare. - Credi che saranno pronti tutti e tre ad affrontare l’esame? - chiese poi, dopo un lungo tempo di riflessione. - Al momento attuale assolutamente no - disse spontaneamente Lin; poi però, continuò - Ma questo non deve essere un problema. Abbiamo ancora un pò di tempo per prepararli. Sono sicura che, quando arriverà il momento, saranno più che pronti; d’altronde, hanno me come maestra - disse, concludendo la frase sorridendo. Alche il capo le sorrise, però le disse un’altra cosa prima che Lin lasciasse il suo studio. - Mi raccomando, tieni sotto stretta osservazione Sangiuro; se puoi, non devi perderlo mai di vista. Episodi come quello di oggi non devono più capitare, intesi? -. La signora fece un cenno con la testa, per poi uscire dalla stanza. - E’ sicuro di quello che sta facendo, giusto? Se non vuole allontanare il ragazzo dal villaggio, non sarebbe più saggio segregarlo all’interno delle mura, in modo che non abbia modo di scatenare la furia del demone? - disse Mimoshi, avvicinandosi all’orecchio del Kazekage, i quale sospirò, unendo le mani davanti alla bocca. - Così facendo però, non saremo mai in grado di sfruttare l’enorme potenziale bellico che quel ragazzo racchiude dentro di se. Fidati Mimoshi, andrà tutto bene: Lin saprà tenerlo sicuramente sotto controllo -. Il vice storse la bocca, per nulla convinto, ma decise di lasciar cadere l’argomento. Ormai era scesa la sera sul villaggio della Sabbia, e le persone stavano rincasando.

   
 
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