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Autore: SognoDiUnaNotteDiMezzaEstate    06/09/2009    5 recensioni
Bella convive con la matrigna che la costringe a una vita di duro lavoro. Edward è la promessa nazionale del baseball con un sogno segreto a tutti. Si innamorano e iniziano a frequentarsi segretamente. Tutto va bene, finché Bella non si stanca dei segreti ed Edward è costretto a scegliere tra l'amore e l'amicizia. Riusciranno alla fine a stare insieme?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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 Storia Di Un Amore

 

Capitolo Cinque: Giù La Maschera

Quella mattina mi risvegliai con un brutto presentimento. Il cielo era coperto da fitti nuvoloni neri, ma nonostante tutto la pioggia non aveva ancora dato segni di voler scendere. La popolazione di Forks tirò un sospiro di sollievo quando le previsioni meteorologiche annunciarono un bel temporale, che avrebbe finalmente colmato la grave siccità di quel mese. Tuttavia in città si poteva benissimo avvertire una grande afa.

Uscii di casa con il sorriso sulle labbra, scacciando i brutti pensieri. Il giorno prima finalmente tra me ed Edward c’era stata una grande svolta: ci eravamo scambiati il nostro primo bacio. Un brivido di eccitazione mi percorse al solo ricordo delle sue labbra morbide sulle mie.

Per strada incontrai Angela, e insieme ci dirigemmo verso la scuola. Quel pomeriggio si sarebbe tenuta la finale di baseball, e già da dietro l’angolo riuscivo ad avvertire i canti d’incitamento delle cheerleader. Infatti davanti all’entrata principale tutto il gruppo si stava esibendo in complicate acrobazie, attorniando alcuni giocatori, tra cui Jacob Black. Di Edward invece nessuna traccia: probabilmente non era ancora arrivato per evitare di essere accerchiato dai fans. Molti ragazzi avevano già tra le mani il nuovo numero del giornalino, e sbuffai. Chissà quale altro falso pettegolezzo aveva deciso di rendere pubblico Jessica, pur di attirare più gente possibile a leggere i suoi articoli.

“Non è fissata per dopodomani l’uscita del giornalino?” Mi chiese Angela, aggrottando la sopracciglia. In effetti aveva ragione, non avevamo nemmeno finito di correggere tutti gli articoli!

“Probabilmente avrà scoperto qualche cosa e l’avrà messa in una pagina tutta sua...” Borbottai. Ma... un momento. E se avesse scoperto di me ed Edward?! Scossi il capo. No, è impossibile.

Iniziammo a camminare sull’erba verde, dirigendoci verso il mucchio di ragazzi. Jessica Stanley si alzò in piedi su uno dei tavoli da picnic del cortile, con un megafono tra le mani. Alcune ragazze sistemarono alle sue spalle un grosso cartellone con il logo della scuola.

“Ragazzi, guardate, è arrivata Isabella Swan!” Urlò con la sua voce stridula. Mi immobilizzai all’istante, avvampando quando tutti gli sguardi dei presenti si puntarono su di me. Molti ragazzi iniziarono a confabulare.

“Bella, coraggio, vieni qui!” Mi disse Jessica, con un sorriso mellifluo dipinto sul suo viso. Alcuni ragazzi mi vennero alle spalle, dandomi alcune leggere spinte e facendomi avanzare verso il gruppo delle cheerleader.

“Bella!” Gridò Angela, sconvolta. Cosa sta succedendo?!

Quando arrivai davanti al tavolo che Jessica usava da piedistallo rimasi intimorita dagli sguardi pieni di astio del gruppo delle cheerleader.

“Non hai niente da dire a tutti noi?” Mi chiese una di loro, Lauren.

“N-Non credo...” Borbottai, spiazzata da quella domanda così strana.

Kelly apparve alle sue spalle, sorridendo trionfante.

“Avanti, Bella, perché non riveli a tutti quanti cosa è successo ieri pomeriggio?” Urlò, facendosi sentire da tutti. Sgranai gli occhi. Non si starà riferendo a...

“Dovete sapere ragazzi che la nostra Isabella anche se finge di essere una ragazza tranquilla e silenziosa in realtà è l’esatto contrario...” Iniziò Jessica, rivolgendosi a tutti i ragazzi attorno a lei. Jacob uscì dalle file dei suoi compagni, venendomi vicino.

“Cosa stai blaterando Jess?!” Sbottò, infuriato. Mi guardò preoccupato. Probabilmente sono diventata più pallida di come lo sono normalmente.

“Voleva far credere di non avere alcun interesse verso i ragazzi, ma la verità è un’altra...” Continuò l’oca, imperterrita.

“Bella, di cosa sta parlando?!” Mi chiese Jacob, iniziando a innervosirsi. Rimasi immobile, pronta a sprofondare sottoterra.

“Che sta succedendo?!” Esclamò, seccata, la ‘sua’ voce. Alzai di poco lo sguardo, incontrando i suoi occhi verdi che mi osservavano preoccupati. Si trovava proprio al fianco di Jake. Perché doveva arrivare proprio in quel momento?!

“Edward!” Trillò, Jessica, soddisfatta. Doveva aver organizzato tutto nei minimi particolari.

“Isabella?” Chiese Edward, osservandomi con aria di sufficienza come quando eravamo in mezzo alla gente.

“Oh, andiamo Edward, è inutile che continui a fingere. Ormai abbiamo scoperto tutto!” Esclamò, melliflua. Edward si irrigidì, cercando nonostante tutto di fingere indifferenza.

“Non capisco di cosa tu stia parlando.” Ribatté, secco.

“Non fare il finto tonto. Sappiamo benissimo che te e Isabella avete una storia!” Urlò. Tutti i ragazzi intorno a noi rilasciarono alcuni urletti di sorpresa. No, no, no!

Jacob alternò lo sguardo costernato tra me e il suo migliore amico.

“Non dire stupidaggini Jess.” Sghignazzò Edward, più teso di un elastico sul punto di spezzarsi.

“Allora come lo spieghi questo?” Si spostò all’estremità del tavolo, mentre Kelly e un’altra ragazza tolsero il cartellone con il logo della scuola che era alle sue spalle. Al suo posto fece la sua comparsa una foto. Una grande foto. Sentii la folla alle mie spalle sussultare e iniziare a confabulare. Jacob fece un passo indietro. Edward abbandonò la sua espressione fredda e distaccata, sostituita da una sorpresa e terrorizzata. Ed io sentii il mondo crollarmi addosso.

“Cosa... cosa significa?” Chiese con vece tremante Jacob, voltandosi verso il suo migliore amico e lanciandomi un’occhiata di sottecchi.

I miei occhi rimasero puntati sulla fotografia ingrandita. Una foto che riprendeva me ed Edward nello sgabuzzino, mentre ci baciavamo. Repressi a stento l’impulso di gettarmi a terra in ginocchio, in lacrime.

“Cosa significa?!” Urlò Jacob, afferrando Edward per il colletto della camicia. Rimase in silenzio. Poi il suono di un pugno. Mi voltai terrorizzata. Edward era a terra in ginocchio, con la guancia arrossata.

“Mi dispiace.” Sussurrò Edward, con lo sguardo basso.

“Addio Edward.” Ribatté Jacob, e seguito dal resto della squadra si diresse verso l’ingresso. La campanella suonò proprio in quel momento, e gli spettatori se ne andarono poco alla volta e rimasi sola, con Edward a pochi metri da me. Il cartellone che riprendeva il nostro bacio era sparito, con il gruppo delle cheerleader.

“Edward, io...” Mormorai, avvicinandomi a lui che si stava rialzando.

“No, è stato tutto un errore. Spero solo che la tua matrigna non venga a sapere niente. Scusami.” Disse velocemente, ferendomi. Si diresse verso l’ingresso.

“Cosa significa che è stato tutto un errore?!” Urlai, sentendo il mio cuore andare in frantumi.

“Che non possiamo stare insieme.” Ribatté, freddo, voltandosi verso di me. “Per colpa di ‘questo’ - sottolineò, quasi con disprezzo - ho perso il mio migliore amico e tutta la scuola non farà altro che parlarmi dietro.”

“Quindi è di questo che ti preoccupi solamente?!” Strillai, con voce incrinata. Non mi rispose, limitandosi ad abbassare lo sguardo. “Quindi... non ti importa di me...?” Singhiozzai, sentendo un nodo alla gola.

Nemmeno questa volta, però, ebbi una risposta. “Ho capito.” Mormorai, affranta, e corsi dentro la scuola.

“Aspetta Bella!” Urlò, ma a quel punto ero già dentro.

   
 
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