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Autore: Nina Ninetta    24/04/2022    0 recensioni
Raccolta di flashfic e/o one shot dedicata al mondo di Final Fantasy. La challenge prevede di scrivere una storia per ogni mese dell'anno, e io ho pensato di dedicarla ai titoli di Final Fantasy a cui ho giocato, seguendo l'ordine cronologico di uscita.
[Storia Partecipante alla Challenge "To Be Writing 2022" indetta da Bellaluna sul forum Ferisce più la penna]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per il mese di aprile la challenge prevedeva di scrivere un Missing Moments. Continuando con la mia raccolta di racconti dedicata ai capitoli di Final Fantasy, questo mese è toccato a Final Fantasy X.
Durante il torneo di Blitzball di Luka, precisamente fra il primo e il secondo tempo, Wakka è ormai fuorigioco a causa del colpo preso. Tutti gli altri si dirigono allo stadio per disputare il secondo tempo, solo Lulu rimane con lui nello spogliatoio…


 
 
Come un bambino

 
 
Lulu rimase per tutto il tempo nell’angolo in alto a destra degli spogliatoi, con le braccia conserte e un’espressione indecifrabile sul bel viso. Come al solito, preferiva osservare in silenzio ciò che accadeva intorno a lei, tenendo per sé le proprie impressioni, i propri pensieri.
Ad esempio, in quel momento, avrebbe voluto dire a Yuna di non scusarsi continuamente per le proprie azioni, lei era l’invocatrice! Umiliarsi e prostrarsi in quel modo solo perché era stata rapita dagli Albhed non si addiceva al suo ruolo, al massimo avrebbero dovuto chiederle perdono i guardiani che aveva scelto e portato con sé – la maga nera compresa –, i quali non erano stati capaci di proteggerla, consentendo un rapimento proprio sotto il naso.

Lulu avrebbe anche voluto zittire quello stupido di Wakka, mentre sentenziava offese nei confronti degli Albhed, quel popolo tecnologico che lui detestava, ma dal quale discendeva Yuna, sebbene lui non lo sapesse, glielo avevano tenuto nascosto.
Eppure, la maga nera aveva ancora nella testa e nello stomaco la sensazione di vuoto e paura che aveva provato quando, durante il primo tempo della partita di Blitzball, mentre lei e gli altri erano impegnati nella ricerca di Yuna, aveva visto Wakka galleggiare nella bolla d’acqua, al centro dello stadio di Luka, privo di sensi dopo il violento colpo preso dall’avversario.
Il cuore le si era fermato, le viscere si erano contorte, lì impassibile davanti allo schermo della TV. Tidus l’aveva chiamata più volte, accorgendosi poi della preoccupazione per Wakka le aveva detto di stare tranquilla, il capitano dei Besaid Aurochs era uno tosto, la priorità era salvare Yuna, o Wakka lo avrebbe ucciso per non essere stato in grado di proteggere l’invocatrice.
 
Yuna era stata trovata e salvata poco dopo, intanto il primo tempo della gara era finito, si erano quindi recati nello spogliatoio della squadra, dove avevano trovato Wakka supino sopra una panca. Respirava, parlava, si arrabbiava: stava benone insomma, seppur ancora dolorante.
Dopo la paternale a Yuna e le scuse di quest’ultima, Wakka aveva alzato bandiera bianca, cedendo a Tidus il suo posto e il comando dei Besaid Aurochs per il secondo tempo.
A uno a uno i giocatori erano scemati dalla stanza, con Tidus davanti a tutti. Poi era toccato a Yuna, la quale non aveva lanciato neanche un’occhiata a Lulu – ancora immobile, simile a una statua –, seguita a ruota del suo fedelissimo guardiano Kimahri.
Adesso Wakka era in piedi, aveva tenuto un bel discorso di incoraggiamento rivolto ai suoi compagni, confessando il ritiro dal Blitzball (il compito di guardiano di Yuna richiedeva la massima attenzione!), spendendo anche le ultime e poche energie che gli erano rimaste a disposizione, fingendo che non provasse dolore.

Ormai soli, Lulu gli si accostò, era molto più alto e grosso di lei, ma sensibile come un bambino troppo cresciuto. Non era difficile per lei immaginare il dolore che stava sopportando.
«Ti ho visto fluttuare» gli disse, omettendo il fatto che avesse temuto per lui.
«Ehi! Non dovevi guardare!» Wakka era orgoglioso come pochi, odiava mostrarsi debole e vulnerabile, ma con Lulu era diverso.
Era Lulu.
Barcollò in avanti, il dolore allo stomaco si stava espandendo fino alla schiena, lei lo afferrò al volo, prima che potesse cadere sul pavimento. Lo strinse a sé, poggiandogli la testa sul petto.
«Ci hai messo davvero tutto te stesso» gli sussurrò, aiutandolo a sdraiarsi sulla panca, la testa sulle proprie gambe, accarezzandogli i capelli rossi. Wakka sembrava svenuto, o forse si era solo addormentato.
Aveva deciso di ritirarsi da capitano dei Besaid Aurochs e dal Blitzball. La maga sapeva bene quanto tenesse a quel ruolo, ma aveva deciso di mettere Yuna e il suo pellegrinaggio davanti a tutto.
Che stupido!
«Mi spiace non poter far molto per aiutarti. La magia nera non serve a curare le ferite, né ad alleviare il dolore. Per quello ci vorrebbe la magia bianca di Yuna» sospirò Lulu.
«Va benissimo così» rispose il capitano, cingendole l’addome. «Mi sento già molto meglio.»
Lulu sorrise, dolce, continuando a sfiorargli i capelli con le dita. Qualche istante dopo sentì il suo respiro regolare, si era addormentato davvero alla fine, proprio come un bambino.
 

 
fine
  
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